Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Missili: differenze tra le versioni

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===Sistemi di difesa navale Britannici===<ref>Fischer, Johann: ''I sistemi navali inglesi di difesa aerea'', RID Gen 1992 p. 48-53</ref>===
La RN si interessò di armi più potenti delle sue artiglierie a.a., non sempre felicissime come riuscita (per esempio le varie 12,7, 40 e 133 mm britanniche), già nel 1944 quando avviò il programma Lop/Gap, che poi agli inizi degli anni '50 divenne il GMS.1 (Guided Missile System No.1), affidato alla Hawker Siddeley. Esso era un grosso proiettile a razzo calibro 406 mm, con un sistema di guida radar, che per risparmiare in lunghezza era spedito in aria con 4 booster, tutti laterali, che gli davano una forma un pò a 'trimarano', come del resto armi tedesche quali l'HS.117, ma questo era molto più grande. Venne deciso di usarli sui caccia (in realtà incrociatori) classe 'County', che avrebbero avuto il sistema diventato con gli anni GWS.1 Sea Slug (GSW è per Guided Weapon System Mk.1). Il primo dei 4 caccia County Batch 1 entrò in servizio nei primi anni '60, allorché l'HMS Devonshire venne completato nel novembre del 1962. Il sistema era tuttavia quanto di più rozzo fosse disponibile all'epoca sulle navi, assemblato manualmente sottocoperta dai marinai prima di farlo elevare nella sua rampa di lancio binata; il radar era il Type 901, che nonostante lavorasse in banda I e J era vulnerabile a varie forme di ECM. Dal 1979 i County vennero radiati dal servizio, prima i 4 Batch 1 e poi dopo le Falklands gli altri 4, assieme ai missili Sea Slug rimasti per qualche anno in servizio. Per dare una capacità di difesa a distanza ravvicinata venne anche realizzato, in sostituzione dei cannoni da 40 mm Bofors, il GWS.20 Seacat, radiocomandato con un lanciamissili quadrinato, prima a guida su linea di mira, poi il GWS.21, 22 e 24 che hanno ricevuto un sistema di guida ognitempo tramite un radar di controllo del tiro. Nel frattempo il Seaslug venne modificato nel tipo Mk 2, con maggiore gittata e maggiore capacità operativa. Infatti era a guida SARH e non radar su fascio direttore, molto più vulnerabile alle contromisure. Inoltre aveva anche una capacità superficie-superficie antinave. Il Seaslug era un sistema limitato, ma pur sempre in grado di coprire almeno 40 km di portata (e il lanciamissili aveva 32 armi disponibili); nonostante la sua rozzezza, esso dimostrò nei test un'affidabilità del 92%, quando molti SAM dell'epoca non arrivavano nemmeno al 50%. Nei suoi limiti, era un apparato funzionale ed era parte della prima generazione di SAM britannici, tutti a lunga gittata: i suoi coevi erano il Thunderbird dell'esercito e il Bloodhound (a statoreattore) della RAF, anch'essi sistemi efficienti, piuttosto complessi e pesanti, dalle valide prestazioni. Il costo però era elevato data la ridotta produzione, e questa non aiutava nemmeno la rapidità nel rinnovare la componentistica, come invece stavano facendo, e a ritmi forsennati, sia gli americani che i sovietici.
 
I Seacat vennero proposti senza successo all'USN, battuti dal Sea Sparrow come sistema di difesa ravvicinata. Nondimeno la semplicità e l'economia del sistema hanno permesso una diffusione ampia, che ha toccato 10 Marine complessivamente. Alle Falklands molti ne sono stati tirati, dichiarando 4 abbattimenti. Il cugino terrestre è il Tigercat, che invece usarono gli Argentini. Esso ha sempre una sagoma tozza anteriormente e con due serie di alette di stabilizzazione e controllo. La rampa è trinata. La Guerra delle Falklands ha anche visto l'unico impiego bellico del Sea Slug, che tuttavia non ha prodotto successi. All'inizio degli anni '60 vennero iniziati anche i programmi per i successori Sea Dart e Sea Wolf, che videro anch'essi l'esordio in quella stessa guerra, alle volte chiamata 'dei missili' e non a torto, visto che forse, per la prima volta, questi ultimi superarono in importanza i cannoni. Il Sea Dart era nato per i caccia Type 82 e Tromp olandesi, questi ultimi erano coinvolti nella parte del programma per la realizzazione del radar 3D Roomstick. La Hawker Siddeley invece pensò al missile vero e proprio, iniziando nel 1962 lo sviluppo come Project CF.229 che adottava una notevole soluzione, quella del booster a razzo con ramjet, il che aumentava la gittata e rendeva il missile più manovrabile (perché il motore continua a bruciare per molti secondi, permettendo un lungo volo sostentato invece del 'lancio' con una veloce combustione durata pochi secondi e poi solo inerzia). L'arma era dotata di una presa d'aria nel muso e 4 antenne di ricezione sul principio dell'interferometo; il booster, unico, era in tandem con il mtore. Sebbene funzionale, questa soluzione era anche complessa e ingombrante: il Sea Dart era una sorta di piccolo Talos o Typhoon; l'Olanda nel 1965 diede un colpo pesante alle speranze britanniche allorché questo Paese, tradizionalmente un pò la via di penetrazione inglese nel continente (vedi gli Hunter), abbandonò il programma e scelse il Terrier americano, più compatto es emplice; nel mentre, i Type 82 vennero cancellati eccetto la capoclasse, allorché nel 1966 vennero cancellate le portaerei e quindi anche le 4 grandi navi di scorta divennero in eccedenza; rimase solo la prima, la HMS Bristol; ma l'esigenza della difesa antiaerea a lungo raggio rimaneva e così vennero costruiti i 14 caccia 'Type 42', più altri due (ironicamente) per l'export, proprio in quell'Argentina che finirà poi per combattere i britannici. Con i numerosi e piccoli caccia 'Sheffield' in programma, anche il missile continuò il suo iter, con i primi lanci nel 1965 e nel novembre 1967 vi fu il primo ordine per i missili, entrati poi in servizio nel 1973, quando nel marzo di quell'anno venne consegnato il Bristol e poi arrivarono i Type 42. Questo missile, con lo statoreattore Odin e un serbatoio di cherosene, viene accelerato fino a mach 2 (per far entrare in funzione lo statoreattore: è la principale complicazione della soluzione a statoreattore) da un razzo R.O. Chow. Il sistema di guida è della Marconi e la spoletta della Thorm-EMI. La rampa binata elettrica è della Vickers, così come il tamburo inferiore di stivaggio e movimentazione missili, con un sistema a catena che li solleva dal tamburo rotante, poi venrono portati in una zona intermedia per dare avvio alla sequenza di lancio e sollevati alla rampa binata con un apparato idraulico; da qui escono tramite l'apertura dei due boccaporti corazzati, un per rotaia, a cui il missile deve essere allineato. La guida è affare del Marconi Type 909 da 2,44 m di diametro, contenuto nelle caratteristiche cupole plastiche protettive, e operante i banda G e H; per la designazione è presente un Marconi Type 992Q in banda E/F che è collegato al sistema ADAWS (Action Data Automation Weapon System) e che ha una potenza di ben 2 MW, con 750 impulsi al secondo da 2 microsecondi l'uno. La portata dei missili, una volta che il bersaglio è stato localizzato dal radar 2D a lunga portata (prima un Marconi Type 965 e poi il 1022), passato al 992 tridimensionale, identificato come nemico e illuminato dal radar, è valutata in 40-65 km, ma non è stata mai dichiarata; la quota è di circa 18.000 m. Tornando ai radar di scoperta aerea, il Type 965 operava in banda B (!) con potenza di 450 kW, e 200-400 implusi al secondo lunghi fino a 10 microsecondi. Il Type 1022 è più attuale e opera in banda D, opera con tubi TWT coerenti , compressione impluso e MTI; è frutto del precedente Type 1031 ma con l'elaborazione dati ereditata dall'LW-08 olandese della Signaal. Il Sea Dart, in ogni caso, era un'arma prevista per le alte quote e lunghe portate, piuttosto obsoleta per i contesti che dai tardi anni '60 cominciarono a maturare, con aerei a pelo d'acqua e in seguito anche i missili antinave. Il Sea Dart venne usato alle Falklands in almeno 24 esemplari, colpendo 4 volte su 5 aerei ad alta quota o elicotteri sorpresi a bassa quota (tra cui però un poco meritori 'fuoco amico' su di un Gazelle); a bassa quota funzionò molto meno bene e anche se un paio di A-4 vennero abbattuti sotti gli 11 metri di quota (quando questa è valutata in 30 metri come minimo operativo), spesso gli ingaggi vennero falliti o non ebbero nemmeno luogo, per l'incapacità del radar di localizzare i bersagli, specie se dietro avevano il clutter delle coste. Così andò perso l'HMS Coventry, mentre l'EXETER fu uno dei migliori, se non il migliore, tra i caccia inglesi. Già verso la metà degli anni '70 i limiti del Sea Dart, ben evidenti specie con i Type 42, erano stati identificati e si pensò al Sea Dart Mk 2, con spoletta migliore, ECCM superiori ed elettronica solid-state, ma i dettagli non sono noti; il Type 909 doveva essere modificato e i radar 992 e 965 sostituiti dal 1031; ma nel 1980 questo programma venne cancellato per ragioni economiche, impedendo di seguire l'evoluzione della tecnologia e sopratutto, restando privi di un sistema avanzato contro missili in volo a bassa quota o in picchiata da alte quote, come quelli sovietici. In ogni caso, negli anni '80 l'oramai obsolescente flotta britannica portò avanti dei programmi utili: sostituire i Type 965 con il 1022, e poi, dalla fine del decennio, un aggiornamento significativo del missile con ECCM superiori, la spoletta e la testata cambiate nel 1987, il radar Type 9091 per inseguimento bersagli, contratto del 1986 (35 mln di sterline) ed entrato in servizio dal 1988; il Type 992Q sostituito dal Siemes-Plessey Type 996 e inanda E/F e l'ADAWS migliorato; tra i nuovi sistemi, il Type 996 è importante anche perché usa la scansione di frequenza per la copertura in elevazione e la scansione di fase per la ricerca cambiando le frequenze; infine il Type 1022 si è ritrovato i lobi laterali ridotti, migliorando l'efficienza e riducendo il rischio di essere colpito da un ARM. Nel 1991 due missili distrussero un Silkworm irakeno, il primo missile antinave sicuramente abbattuto da un SAM. Il caccia che li lanciò, per la cronaca, era l'HMS Gloucester. Tra le cose valevoli di mensione, l'interesse cinese per ammodernare i suoi caccia 'Luda' con contenitori-lanciatori per il Sea Dart, utilizzabili fin da navi di 500 tonnellate. Ma nonostante fosse un contratto importante, vari motivi spinsero ad annullarlo. Tra l'altro, il Sea Dart, al pari di molti SAM navali, è utilizzabile anche contro navi fino a portate di almeno 25 km.
 
Quanto alle corte portate, l'equivalente del RapiereRapier e sostituto del Seacat è nato da una richiesta del 1964 per un sistema a breve tempo di reazione; prima venne fuori il programma di fattibilità Confessor, poi ci si allarmò per la presenza dei nuovi missili SS-N-7 sovietici con capacità d'attacco a volo radente e da sottomarino immerso. Così venne fatto un ulteriore studio e la BAC, poi BAe, iniziò a far nascere il PX430. Questo divenen poi il '''GWS.25 Sea Wolf''', ovvero il GWS.25 che nel 1975 iniziò le prove in mare ed entrò in servizio nel 1979; ha un motore a razzo Lackcat con propengolo a doppia base, ed è guidato da un sistema ottico con radiocomando le cui antenne trasmittenti (del missile) sono su due delle alette stabilizzatrici. La spoletta è della Thorn-EMI e pesa 14 kg; i missili sono portati da lanciatori a sei celle con 2 colonne di tre l'una, tute corazzate; vengono caricati con carrellini dai magazzini; il radar di tiro è un Marconi Type 910 in banda I/J di tipo Pulse-Doppler e con antenna da 1,6 m, capace di controllare due missili alla volta (non è chiaro se contro due bersagli alla volta o contro uno solo). Acquisito il bersaglio dai radar Marconi Type 967 e 968 in banda D/E (3 MW, 2 microsecondi per ciascuno dei 750 implusi/sec), mentre il Seawolf, ricevuti i dati riesce a reagire da solo in pochi secondi e lanciare missili che poi vengono radiocomandati e seguiti anche con una camera TV e LLTV. Dal 1979 è in servizio con le Type 22 (cominciando dalla HMS Broadsword) e dal 1980 con le Type 12 Leander della terza serie, dotate di un solo lanciamissili a prua; le Type 22 ne hanno due ma, tra questi, i due depositi da 30 missili e altrettante direzioni di tiro hanno finito per pesare più dei Type 42, eppure hanno solo un sistema capace di una gittata di circa 6,5 km; il Type 910 è un radar pesante e gli Olandesi pensarono che il sistema fosse sia poco flessibile, che molto costoso. L'India aveva chiesto la licenza di produzione ma stranamente non gli fu concessa. La gittata è reputata troppo bassa, anche se la BAe dice che sia difficile intercettare missili a distanze elevate, ma il punto è che per l'appunto il sistema è poco utile contro gli aerei, a meno che non serrino le distanze e allora, se il sistema non si 'spegne' o si sgancia, può accadere che un'intera formazione venga decimata in pochi secondi, come successe in una sola occasione durante la guerra delle Falklands. Dopo questa il missile venne collaudato con successo contro i missili Exocet. Ma il successo nel settore export non venne raggiunto: il missile continuò sopratutto la carriera con le 14 'Type 22' e le 'Type 12' modernizzate.
 
Il passo successivo è stato migliorare i sistemi di tiro, come il computer, il Ferranti 1600B sostituitio dal 1600E, e il radar 910 dal 911 ad onde millimetriche derivato stranamente da un tipo civile (il 805SW); esso opera in banda I ma ha il sistema millimetrico DN 181 del Rapier Blindfire molto accurato a bassa quota. Il sistema Sea Wolf Mod.3 è stato installato sulle Type 22 Batch 3, le altre hanno mantenuto il Mod.0 ma con qualche miglioramento (Type 910) per dare origine all'ibrido Mod.4. Il Seawolf ha conosciuto un successo significativo quando è diventato a lancio verticale, ma è stata anche sviluppata una nuova versione con un Type 996 come sistema di designazione. Il GWS.26 è dotato nella versione Mod.2 di un radar Type 911 mod.3; esso ha il lanciatore quadrinato del Seacat modificato per portare i lanciatori dei Seawolf; è stato installato sulle portaerei 'Invincible' e sui Type 42 terza serie o 'Manchester' che sono le navi allungate e tra l'altro, con dotazione di Sea Dart passata da 20 a 40. Ma il GWS.26 Mod 1 è stata la vera carta vincende del sistema, che finalmente ha ottenuto anche dei successi (invero limitati) nell'export. Fin dal 1967, con il programma SINNER, si era stabilito che il lancio verticale era fattibile e certo vantaggioso. Il missile ha un peso aumentato da 80 a 140 kg, è contenuto verticalmente su di un modulo di lancio e può essere lanciato senza il tedio della ricarica, che è difficile con mare in tempesta, e comporta un tempo in cui la nave è vulnerabile, sebbene 12 missili pronti al lancio siano una discreta garanzia di sopravvivenza (ma le Type 12 ne hanno solo sei). Con i missili a lancio verticale, che richiedono un autopilota per la correzione di rotta, è possibile coprire con un singolo lanciatore un settore di 360°, purché ovviamente vi siano anche sistemi di controllo del tiro adeguati. I tempi di reazione, e la vulnerabilità dei sistemi di lancio sono pure migliorate (si pensi all'incidente in cui una nave brasiliana MEKO ha devastato un lanciamissili di una Type 22 brasiliana con una fortuita scarica da 40 mm). Il MoD autorizzò tuttavia lo sviluppo del Sea Wolf VL solo con l'entrata in servizio del modello base, e le prove reali non ebbero luogo se non nel 1987, con un contratto di produzione siglato nel 1989. Obiettivo, equipaggiare le nuove 'Type 23', che tra l'altro, dovevano anche avere i Goalkeeper, che poi non sono stati installati. Così la difesa è rimasta centrata sui Sea Wolf VL. I contenitori-lanciatori sono più semplici di quelli (con apertura meccanica 'a valva') del tipo normale, e vengono controllati in gruppi di 8. Le Type 23 ne hanno ricevuti 32, tutti a prua. Nel 1990 vi sono stati test positivi conil radar associato Type 911 Mod.2. In seguito il missile avrebbe equipaggiato anche le navi di rifornimento tipo 'Victoria'. Erano previsti altri miglioramenti, che avrebbero potuto portare anche ad un nuovo modello, il GWS.27, ma già il tipo base, che ha una portata sensibilmente incrementata (8, forse 10 km) è già un progresso notevole. Ma nel 1989, con la partecipazione britannica al programma FSAF (Future Surface to Air Family) per ottemperare alla richiesta FAMS (Future of anti-Air Missile Systems), venne impostata una nuova rotta. Per la prima volta in assoluto, infatti, la Gran Bretagna abbandonava la sua stirpe di missili SAM navali e accettava di essere cliente di un sistema sviluppato all'estero, e basato sul SAM Aster francese. Così terminava la variopinta genia di SAM navali inglesi che nel bene e nel male erano di casa sulle navi di Sua Maestà da decenni, e che, con 11 abbattimenti confermati, hanno a tutt'oggi il record di successi bellici.
 
Abbiamo parlato dei sistemi a lancio verticale, ed è giusto ritornare sull'argomento specifico, perché non è banale costruire sistemi simili per un SAM. Il Sea Wolf VL ha visto le sperimentazioni grazie al pontone da 12.000 t, il Longbow, appositamente modificato per sperimentarne l'utilizzo, ebbe nel 1986 2 lanciatori tripli verticali. A tutto il 1989 non erano stati lanciati più di 10 missili, ma tanto bastò per certificarne l'efficacia e per dichiarare che il nuovo ordigno era più veloce, più reattivo e con portata minima e massima migliori del precedente.
 
La struttura dei lanciatori, solitamente raggruppati in moduli di 8 (ma non sono sistemi rigidamente definiti come nel caso dei prodotti americani) pozzi, ciascuno con il condotto per l'evacuazione dei gas combusti; l'apparato di controllo è compatto e un complesso di 8 celle pesa a vuoto 1.943 kg, a pieno carico 3.400 kg. Non è corazzato, ma può essere installato sia sotto i ponti che nelle sovrastrutture data la sua poca esigenza di spazio. Un altro tipo proposto è un container standard di 6,08 m, che nondimeno ospita al suo interno un totale di ben 16 missili e relativi controlli. Nel 1985 la BAe ebbe -o così disse- un contratto per l'evoluzione del Sea Wolf, che si poteva anche arrivare a dotare di un cercatore radar attivo. Ma la cosa non ebbe poi seguito, visto che c'era già l'Aster all'orizzonte, dalle prestazioni nettamente superiori<ref>Truver SC, ''I sistemi di lancio verticale'', Rid lu-1991 p.76-85</ref>.