Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Sudafrica: differenze tra le versioni

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Nel frattempo vennero stipulati contratti importanti anche con gli italiani: nacque l'Atlas (industria indigena) Impala, versione locale dell'Aermacchi MB-326, che venne prodotto in oltre 100 esemplari nel modello Mk.1 biposto, ma anche nell'Mk.2 monoposto, con 2 cannoni interni nel muso al posto del secondo posto di pilotaggio. Con questi aerei, limitati ma capaci di essere rischierai in aeroporti spartani, per gli anni '60 e '70 vennero eseguite innumerevoli missioni sia di addestramento, che di attacco, tipicamente equipaggiate con 2 razziere o 4 bombe leggere, oltre ai cannoni DEFA da 30 mm. I voli erano condotti, per sicurezza, a quote bassissime, in modo da giungere sul bersaglio (chiaramente individuato in precedenza) senza farsi scoprire, minimizzando le perdite perché dall'altra parte, oltre ai guerriglieri dell'ANC e altre organizzazioni, combattevano adesso anche i cubani, riccamente equipaggiati con materiali sovietici di prim'ordine.
 
====I mezzi====
Negli anni '80 la SAAF aveva nei suoi reparti operativi e addestrativi un quantitativo consistente di velivoli:
* Circa 40 Dassault Mirage IIIAZ e CZ
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In cambio il Sudafrica ha ricominciato a comprare armi sofisticate, di cui del resto aveva bisogno. Questo schema era chiamato SDP, ovvero Strategic Defense Packages. La situazione era propizia. Anzitutto c'erano i caccia che avrebbero dovuto succedere ai Mirage: furono scelti i più economici e promettenti tra quelli disponibili all'epoca, ovvero 26 JAS-39 Gripen. Per sostituire gli elicotteri leggeri vennero invece chiesti gli A.109LUH, 30 elicotteri con varie opzioni (fino a 60 in tutto); per le navi, vennero ordinate le 'LaFayette' nell'ennesima configurazione, le VALOUR. Per queste non era certo possibile usare i vecchi Wasp, e allora venne passato un ordine minimale per 4 Lynx. Infine gli addestratori: i vecchi Macchini erano oramai supersfruttati, e così, sebbene non certo in un rapporto di 1:1, vennero ordinati 24 Hawk.
 
===Situazione attuale: industria, politica, articoli<ref>Nativi, Andrea: ''AA Defence'', Novembre 2008, p.34-41</ref>===
Il Sudafrica è una realtà molto complessa e mai banale, e questo grande Paese non manca mai di stupire il suo visitatore. Specialmente se poi il governo storico di Thabo Mbeki, espressione tipica del 'post-Apartheid', cade e lascia un vuoto politico che sarebbe stato riempito poi dal nuovo leader Jakob Zuma. Le attuali SANDF (ex-SADF), sono afflitte da parecchi problemi. Vediamoli uno per uno. Anzitutto la dimensione: la leva è finita anni fa e pochi ne sentono la mancanza; ma il suo ritorno potrebbe non essere impossibile. Il Sudafrica ha militari professionisti, ma la loro preziosa e costosa formazione va sprecata come e più delle nazioni occidentali. Aviatori che finiscono nei trasporti civili, ufficiali di Marina che si dedicano alle piattaforme off-shore, commandos che diventano contractors, termine inglese moderno per quelli che sostanzialmente sono i vecchi mercenari. Si tratta di un fenomeno, nel suo insieme, molto consistente per numeri: circa 1.000 persone all'anno. Questo con le F.A. che complessivamente hanno appena 60.000 effettivi, per giunta per un Paese che è immenso, popolato da 45 milioni di persone e con uno dei tassi di violenza più alti del mondo, triste retaggio dei problemi irrisolti dei 'neri' del dopo-Apartheid.