Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Sudafrica: differenze tra le versioni

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Nel frattempo, gli Impala e gli Alouette venivano radiati dal servizio. Sono ancora in servizio invece vecchi C-47 rimotorizzati con turbine, che motorizzano ancora la loro struttura sessantenne, apparentemente inesauribile.
 
 
 
===La modernizzazione dello strumento militare sudafricano <ref>Heiman, H.R. ''La modernizzazione delle F.A. Sudafricane'', RID gen 1992 p.30-39 e giu 1992 p.26-31</ref>===
Anni '90: finita la guerra contro l'Angola e i suoi padrini, il governo di Pretoria comincia a ridurre il suo efficiente strumento militare, e in particolare, dopo i 16 anni di guerra, i tagli al budget della difesa colpiscono le risorse dell'esercito, visto che la leva è calata da 24 a 12 mesi. Il Sudafrica ha sostanzialmente vinto la sua guerra contro i regimi marxisti, ma è anche un Paese sotto embargo perché non ha ancora rimosso il regime dell'Apartheid. In effetti, proprio l'opposizione, durissima, anche interna oltre che esterna, sarà poi capace di far cadere questo bastione del razzismo in chiave politica. Ma non era ancora tempo nel 1992, che questo accadesse. Visto che per almeno altri 10 anni non c'erano minacce all'orizzonte dello stesso tipo di quelle affrontate prima, ovvero grandi eserciti e forze convenzionali, molti programmi ad alta tecnologia sono stati rinviati o cancellati. In compenso il Sudafrica ha concentrato la sua forza militare con reparti sopratutto professionali, per una superiore efficienza anche se a scapito della quantità prima garantita da una leva più consistente. Un altro problema era l'ordine pubblico interno, fronte rimasto aperto a tutti i livelli e che necessitava di più forze di polizia. Per dare ai propri reparti superstiti una migliore efficia, le SADF avevano all'epoca numerosi ed interessanti programmi, spesso basati su tecnologie avanzate e sopratutto sulle esigenze mostrate da combattimenti reali. Ecco una carrellata di questa 'nuova generazione' di armamenti, la più imponente mai vista progettare nell'intero continente africano.
 
Era sopratutto l'Esercito ad avere programmi di aggiornamento. Ma la sua natura di grande forza convenzionale era stata a lungo trascurata, preferendo usarlo per operazioni di controguerriglia e di appoggio ai guerriglieri de l'UNITA dell'alleato Savimbi. Ora però c'era la necessità di aggiornare anche il grosso degli equipaggiamenti, pena la decadenza totale della capacità operativa. Così il comandante Georg Meiring, il capo di CSM, voleva un piccolo nucleo di forze ben equipaggiate, per battere qualitativamente ogni avversario dei paraggi, nonché di garantire un'elevata mobilità. Non erano i riflessi della Guerra del Golfo, quanto piuttosto per ragioni endogene, a differenza di tanti altri casi: i Sudafricani avevano la loro esperienza bellica (paragonabile a quella israeliana, sia pure in scala ridotta) e le proprie idee ed esigenze su come migliorare le proprie Forze Armate.
 
Cominciando dal mezzo più pesante, il Centurion, o meglio l'Olifant, ecco come i Sudafricani volevano valorizzarne le capacità con un programma di aggiornamento molto completo e approfondito. I primi Olifant Mk-1B erano stati aggiornati alla fine del 1991 e non si prevedeva di tagliarne il programma. Con un peso aumentato di non più di 3 tonnellate, questi grossi tank avevano miglioramenti fondamentali in tutti i fondamentali per un carro armato: mobilità, protezione e potenza di fuoco. Anzitutto, il mezzo aveva il motore dalla potenza aumentata a 700 kW anziché 590, sebbene si trattasse dello stesso turbodiesel da 29 litri preesistente; abbinato ad una trasmissione automatica AMTRA III e a nuove sospensioni a barra di torsione invece delle robuste (ma poco utili ad alta velocità) Horstmann, il che rende possibile aumentare l'escursione di ben 435 mm contro appena 83 mm delle vecchie sospensioni (il che dà l'idea del perché non fossero considerate valide per i movimenti rapidi); con 1.400 l di carburante era possibile un'autonomia aumentata, nonostante la potenza, da 300 a 400 km (350 su terreno vario). A parte questo vi era il solito cannone da 105 mm L7, ma con sistema di puntamento 'master' anziché slave nei suoi confronti, il che significa che è il cannone a dover muoversi dov'é puntato il periscopio del cannoniere e non il contrario; il cannone ha sistema di controllo elettrico, la torretta è ben bilanciata rispetto al suo centro di rotazione per un movimento rapido e preciso. Vi sono sistemi laser e computer di tiro per assicurare un'elevata precisione, anche se le munizioni sono scese leggermente da 72 a 68 colpi. Questi hanno visto anche l'introduzione di un nuovo tipo di proiettile perforante e anche di altri tipi; vi sono poi per il conducente, 3 iposcopi a grande apertura angolare anziché 2, e le piastre laterali sono incernierate nella parte superiore dello scafo per migliorare la manutenzione. VI sono sistemi di sminamento e per aprirsi varchi nella vegetazione, come recepito durante la campagna in Angola; la torre e lo scafo ha una protezione aggiuntiva fatta di materiali speciali e-o metallici, che permette una maggiore protezione. Esternamente si stenta a riconoscere il vecchio Olifant a causa di questa corazza. I mezzi di recupero su scafo Olifant sono stati aggiornati allo standard Mk 1A con vari miglioramenti come il nuovo cambio.
 
Inoltre, per la manutenzione erano in prova i SAMIL-100 cingolati, mezzi destinati a seguire i carri e ad assicurare tutte le operazioni di officina campale.
 
== Note ==