Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Sudafrica: differenze tra le versioni

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*15 gruppi genio pionieri
*3 reggimenti genio trasmissioni
 
 
 
===I mezzi di nuova generazione: I Ratel in azione<ref>Armi da guerra 58</ref>===
L'APC standard dell'Esercito Sudafricano è stato per molti anni l'Alvis Saracen, un robusto e versatile veicolo di scuola tipicamente britannica. Ma non era stato pensato per le operazioni in territorio africano, con spazi immensi da coprire e nessun corso d'acqua da guadare. L'armamento del Saracen era limitato ad una mitragliatrice in torretta da 7,62 mme un'altra in affusto a piedistallo, per la difesa contraerea. Il motore a benzina, co un serbatoio da 200 litri, consentiva una autonomia su strada di 399 km. La blindatura resisteva solo alle armi leggere, anche se era più spessa di molti altri veicoli e la sagoma era bassa.
 
Ma nell'insieme, esso era lontano dall'essere ideale per le esigenze di un esercito che operava in un contesto del tutto diverso da quello europeo. L'autonomia, sufficiente per il vecchio continente, non lo era per l'esercito sudafricano, e la scarsa potenza di fuoco rendeva necessario operare assieme alle autoblindo Eland, ovvero le AML francesi. Infatti, i carri armati Olifant non hanno mai avuto autonomia e velocità sufficiente per delle veloci puntate come quelle che eseguivano le SADF nell'Africa occidentale e fino in Angola. Portarli dietro significava essere limitati da palle al piede pesanti 50 tonnellate, abbastanza per creare problemi ad un esercito che si muoveva senza nemmeno la superiorità aerea assicurata.
 
Per sostituire il poco mobile e armato Saracen, venne così creato dalla Sandock-Austral il Ratel, un nuovo APC, anzi un vero IFV ruotato. La Sandock-Austral costruiva mezzi blindati nella forma delle autoblindo Eland, e questa preziosa esperienza venne messa in conto per commissionarle la nuova macchina blindata.
 
Il prototipo del mezzo apparve nel 1976, e 2 anni dopo arrivarono i veicoli di serie. Il primo veicolo era il modello base Ratel-20, anche se esso sarebbe stato poi messo in ombra da altre versioni.
 
Il Ratel-20 non è un semplice veicolo da trasporto truppe (APC), ma un vero e proprio IFV, ruotato, con i 2 assali posteriori assai separati da quello anteriore, che è anche quello sterzante. Infatti esso è stato studiato per portare in combattimento una squadra di fanteria e farla combattere restando anche a bordo, mentre l'armamento e la corazzatura sono (nonostante la vulnerabilità delle ruote al fuoco) tali da superare ampiamente quelli 'standard' di un APC, ovvero un 'taxi per truppe' in stile M113. La massa complessiva, in gran parte per via della corazza, è tale che tra i mezzi ruotati era ai suoi tempi di gran lunga il più pesante, e probabilmente è ancora così tra i veicoli 6x6. In effetti, con 19 t a pieno carico quasi superava di due volte il BTR-60, che pure è un mezzo 8x8. Ovviamente non era anfibio, ma questa caratteristica non è esattamente imperativa per un veicolo che opera nel deserto. La struttura in acciaio saldato regge armi fino al 12,7 mm (almeno anteriormente), mentre vi è anche una buona resistenza alle mine. la sua struttura alta e stretta somiglia molto a quella del belga Sibmas, ma è decisamente più alto e pesante. Con il potente motore diesel che ha a disposizione, il Ratel arriva a 105 kmh, anche se poi il gradino superabile è di appena 35 cm, mentre la trincea, per un 6x6 raggiunge un rispettabile 1,15 m. Il guado è possibile fino a 1,2 metri. Grazie al gran quantitativo di gasolio a bordo, sopratutto, il mezzo arriva ad almeno 1.000 km di autonomia, proprio come (non casualmente) la successiva Rooikat. Notevole è il fatto che il motore è sì posto nella parte posteriore del mezzo, ma al contempo permette ancora ai fanti trasportati a bordo di entrare ed uscire da un portello sulla destra, oltre ai due laterali, tra il secondo e terzo assale (per questo il mezzo non è un 8x8, per lasciare spazio ai portelli laterali). Inoltre il motore posteriore consente di bilanciare meglio il peso del veicolo quando supera le trincee. Il pilota è avanti e ha 3 blindovetri con altrettante piastre d'accaio elevabili per proteggerlo meglio in azione; il campo visivo è eccellente data la sua posizione centrale, a 'testa fuori' dallo scafo. L'abitabilità è accettabile anche per viaggi lunghi e con il calore tipico dei deserti africani. Vi sono 3 uomini d'equipaggio, due dei quali in torretta, e 8 soldati ciascuno con feritoie ed episcopi, per sparare da dentro il veicolo, oppure dai due portelli sul tetto, utili anche per guardarsi attorno nell'erba alta delle savane, da un punto elevato (e magari, senza rischiare di imbattersi in un leone, pericolo non irrilevante data la situazione). Per osservate e sparare il capocarro non solo è in torretta accanto al cannoniere, ma ha anche molti iposcopi e un sottile periscopio panoramico e un portello a cupola. Quanto all'armamento, è un 20 mm della GIAT con 1.200 colpi, più un'arma da 7,62 belga coassiale, una c.a., e 2 lanciagranate laterali per i fumogeni. Però il veicolo non ha nel suo modello base sistemi NBC, di visione notturna e forse nemmeno un condizionatore.
 
*Dimensioni: 7,21 x 2,516 x 2,915 m
*Peso: 19,5 t
*Motore: diesel D3256BTXF da 282 hp
*Prestazioni: 105 kmh, autonomia 1.000 km.
 
 
La produzione è rapidamente giunta ad un quantitativo impressionante: oltre 1.000 alla metà degli anni '80, di cui un certo numero esportati in Marocco.
Il veicolo base ha un armamento abbastanza potente, ma senza infastidire troppo la truppa. Ma il Ratel 60 ha il particolare armamento di scuola francese costituito principalmente da un cannone-mortaio da 60 mm, assieme alle solite mitragliatrici. Esso può ingaggiare efficacemente un corazzato con le granate [[HEAT]], ma non subisce penalizzazioni in termini di fanteria trasportata; aumenta solo il costo.
 
Il Ratel 90 è molto più potente, con un cannone da 90 mm a media pressione come quello delle Eland, con 29 colpi in torretta e 40 nello scafo posteriore. Il suo compito è quello di offrire appoggio di fuoco agli altri Ratel.
 
Il mezzo comando, invece, ha una diminuzione dell'armamento con una torretta armata di mitragliatrice M2 da 12,7 mm, ed una serie di apparati radio e generatori ausiliari. Essa si distingue per avere una torretta con 2 cupole, per entrambi gli uomini lì presenti.
 
Pare infine che esista anche un veicolo portamortaio da 81 mm, ed un mezzo officina. Inoltre vi è il veicolo officina Ratel 8x8, con otto ruote motrici, 3 uomini di equipaggio e 8 contenitori per ogni genere di materiale. Vi sono anche 2.000 litri di carburante ausiliario. Dovrebbe esservene una ogni 3-4 Ratel normali.
 
I Ratel hanno trovato presto occasione di combattere, a causa delle guerre combattute contro organizzazioni paramilitari o, sia pure senza dichiarazioni di guerra ufficiali, altri Stati.
 
Per rispondere alle incursioni della SWAPO (South West African People's Organization) nella Namibia i sudafricani contrattaccarono con l'Operazione ''Reindeer'', nel 1978, penetrando profondamente in Angola. In quel tempo i Ratel 20 vennero provati in azione per la prima volta. Militarmente fu un grosso successo militare, ma il Sudafrica, già sotto embargo per l'Apartheid, fu pesantemente censurato dalla comunità internazionale per avere invaso una parte di un altro Stato sovrano.
 
Non passò molto tempo che la SWAPO si ritrovò molto provata dal confronto con gli agguerriti Sudafricani; aveva perso molti uomini e materiale, e molta parte della sua credibilità. Era persino a corto di viveri. Quindi al 1980, per non scomparire d'inedia, si cominciò a trasferire truppe nell'Angola occidentale per lanciare una massiccia operazione contro i Sudafricani in Namibia.
Mentre la SWAPO cercava di riaversi dalla sua profonda crisi militare e politica, con perdite e diserzioni elevate, i sudafricani la anticiparono con un'altra offensiva chiamata ''Sceptic'', che si proposneva di colpire l'organizzazione, ma anche di minarne la credibilità in Namibia, ridicolizzarla, farla scomparire dall'orizzonte politico.
 
L'obiettivo era quello di colpire il comando SWAPO in Angola, che era vicino a Chifufua, a 180 km all'interno dell'Angola (obiettivo noto come 'Smokeshell'). Tale comando, dopo le lezioni del 1978 in cui le basi SWAPO, bene sistemate contro offese di terra, erano risultate facili da identificare dall'aria e quindi distruggere con aerei e artiglieria, era sistemato in maniera molto più complessa. La base era disseminata su di una superficie di 50 km², suddivisa in una dozzina di basi minori con una forza complessiva di circa 800 uomini, suddivisi in basi minori di 20-150 effettivi. Un obiettivo disperso e pressoché invisibile, praticamente impossibile da colpire e distruggere con i soli attacchi aerei e artigliereschi. Tutti gli edifici erano sotterranei, per cui localizzarli era difficile se non impossibile. Persino i luoghi d'adunata erano sotterranei, il tutto con criteri degni delle basi viet-cong. Inoltre a Sud esistevano altre 3 basi SWAPO a Mulola, Chitumba e Ionde.
 
L'attacco venne portato con il 54° e il 32° Battaglione di fanteria (con due compagnie), una compagnia paracadutisti e reparti di supporto. Suddivisi in 3 gruppi tattici, questa forza attaccò il 10 giugno sia il campo base che le altre 3 basi secondarie, con una complessa manovra dei 3 gruppi tattici formati. La forza d'attacco era dotata di Ratel, Eland, Buffel, autocarri SAMIL 4x4 e 6x6; da notare che non erano presenti, al solito, i carri Olifant; invece, per la prima volta vennero utilizzati i Ratel 90, che riportarono un notevole successo in azione con la loro potenza di fuoco.
 
Dopo un bombardamento di circa un'ora eseguito da Mirage e Buccaneer, seguito dal bombardamento da parte di 4 cannoni da 140 mm per un'altra ora, arrivarono all'attacco i fanti e i Ratel, che spararono contro ogni bersaglio che riuscirono a trovare. Non molti, visto che in superficie c'erano quasi esclusivamente solo le postazioni contraeree e da difesa, le quali erano ben mimetizzate e costituivano una seria minaccia. Il 2° plotone avanzò verso un punto che si riteneva ospitasse solo una mitragliera antiaerea da 14,5 mm ZPU (KPV), ma si trovò invece ben 4 mitragliere, una delle quali da una ZU-23.
 
I Ratel dimostrarono come a corta distanza anche essi restassero al fuoco delle armi automatiche pesanti. Uno venne colpito dall'arma da 23 mm, che uccise il pilota. Poi questa colpì anche un secondo mezzo, uccidendo metà equipaggio. Ma la sorte peggiore accadde al secondo veicolo del plotone, forse un Ratel 90, colpito da un ZPU nella parte posteriore, che fece esplodere le munizioni distruggendo il veicolo. Solo uno dei Ratel, che era riuscito a distruggere una postazione di mitragliera da 14,5 mm, riuscì a salvarsi dalla pioggia di fuoco.
 
Altri Ratel rimasero bloccati dal crollo dei bunker sotterranei su cui essi passavano, e spesso gli equipaggi dovettero smontare e combattere a piedi per stanare i tenaci guerriglieri. Spesso ruppero gli assali o fu necessario cambiare il motore e la sospensione. Ma anche quest'operazione fu un grosso successo. Alla fine i sudatricani conquistarono la base e si ritirarono con tutto quello che poteva essere portato via, come sempre per le loro azioni, incluso il Ratel distrutto che venne sezionato in 2 e trainato via.
 
Nelle operazioni del 1987, sul fiume Lomba, fece comparsa anche il Ratel con missili '''ZT-3 Swift'''. Questo missile, dalla origine assai dubbia in termini tecnologici, è un'arma utilizzata anche dall'elicottero Rooivalk. Esso è praticamente un missile TOW con un sistema di guida laser semiattiva, come nel caso dell'Hellfire. Al suo debutto, questo sistema con lanciamissili triplo in torretta ottenne vari successi. Su 6 missili lanciati, 4 distrussero altrettanti carri armati, e uno mancò l'obiettivo perché colpì un malcapitato soldato angolano vicino ad un T-55 che costituiva il bersaglio.
 
 
===SAAF===