Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-2: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Soviet_T-64.JPEG|300px|left|thumb|Una delle primissime immagini 'rubate' del misterioso T-64, apparsa sul S.M.P. del 1984]]
L'URSS dedicò molta attenzione ai carri armati, al punto di dotarsi di una forza corazzata enormemente sviluppata, anche perché non erano in genere previste le demolizioni dei carri obsoleti, mandati semplicemente in riserva o usati come fortini di frontiera. All'atto della fine della Guerra fredda c'erano qualcosa come 77.000 veicoli, persino più dei 52.000 valutati durante la metà degli anni '80. La produzione era di circa 2.500 mezzi l'anno e per il 1987 si valutava che vi sarebbero stati oltre 30.000 carri di nuova generaione tra T-64, 72 e 80 in servizio. La produzione arrivò in realtà anche a numeri maggiori. Gli stabilimenti coinvolti nella produzione erano Kharkov, Nizhniy Tagil e Omsk. Il primo è poi finito in Ucraina, e la produzione, passata da 3.400 esemplari nel 1989, è calata a 1.700, poi a 1.000 esemplari, per poi crollare a poche decine l'anno, giusto per tenere aperte le linee di montaggio. Al 2000 c'erano pochi programmi, ma nondimeno importanti: il T-90, Tu-80UM Bars e Black Eagle. L'India ordinò 255 T-90S nella primavera del 1999. Questo vi fu il principale successo dei tardi anni '70, dopo che la guerra del Golfo non aveva certo fatto buona pubblicità ai prodotti sovietici, per quanto economici. A Nizhy Tagil vi fu la presentazione del T-90 con il sistema TShu-17 Shtora contro i missili controcarri, meccanismo pneumatico di avviamento motore e altri sistemi. Il T-80UM Bars di Omsk era invece dotato tra l'altro di un cannone 2A46M-4 con sistema MRS per controllare l'allineamento della b.d.f. con le ottiche di puntamento (il 'mirino' sopra la canna del cannone), per la prima volta nella storia dei carri russi; in tutto vi è un'efficacia superiore del 20% rispetto a quella della vecchia arma. Finalmente era presente anche un sistema IR passivo o un sistema Sagem francese, nel caso del T-84 ucraino, il concorrente. Sempre alla manifestazione di Omsk, nel '99, vi è stato il sistema Refleks con i missili Svir, che ha lanciato missili da 4 km verso bersagli, poi puntualmente colpiti, così come bersagli da 2,5 km con le munizioni APFSDS. La turbina a gas GTD 1250G da 1.250 hp per una potenza di 27 hp/ton e con una riduzione del consumo del 9% nonostante l'aumento di potenza. Quanto al Black Eagle, apparsi dal 1997, hanno avuto la prima volta edizione con 6 ruote per lato, poi aumentate a 7 per via del peso, dovuto sopratutto alla torretta in 'stile Abrams', con le munizioni site nella controcarena: un peso eccessivo per i tradizionali carri sovietici. Il Blak Eagle ha turbina da 1.500 hp e per questo necessita di parecchio carburante. Il peso è di 48 t. Al cannone da 125 , analogo a quello del T-80UM-1, si può sostituire armi da 135 e 140 mm.
Le carenze del T-62 e i timori della diffusione di carri occidentali troppo potenti anche per il pezzo da 115 mm condizionarono la nascita e lo sviluppo del [[w:T-64|T-64]]. Apparso già alla fine degli anni '50 con un pezzo a canna lunga da 100mm, ebbe poi un'arma da 115mm. Ma la paura che i carri occidentali come i Chieftain fossero destinati a diffondersi più di quanto non riuscirono a fare, portò i sovietici a sovraccaricare lo scafo, già molto 'compatto' del veicolo, con un cannone da 125mm. In realtà il Chieftain ebbe un successo relativo, mentre le munizioni da 115mm erano migliorabili entro pochi anni. Il T-64 necessitò di circa 10 anni per diventare operativo, soprattutto per via dei problemi al motore diesel boxer, con cilindri orizzontali ' a sogliola' e quindi particolarmente compatto. Alla fine, però, ne derivò il carro più potente e moderno fino all'avvento del T-80. Il T-64 può essere comparato per ambizioni e innovazioni, al MBT-70 americano-tedesco, ma ha avuto successo ed è entrato in servizio, anche perché i sovietici, impegnati a ridurre il volume delle torrette, mai si sarebbero sognati di farci entrare anche il pilota del mezzo.
 
Questo era lo stato dell'arte al 2000.
 
Ma cosa era successo nei 40 e passa anni precedenti? Un mistero con molte e sbagliate deduzioni, e poche certezze fino a tempi recenti. Anzitutto, c'era da chiarire come mai i carri sovietici di ultima generazione fossero ben 3, e quale fosse la loro correlazione. Specialmente considerando che i Sovietici erano standardizzatori e non disdegnavano sforzi per rendere ridotti i costi e le difficoltà del riequipaggiamento del loro esercito.
 
La cosa era sempre più difficile da capire, specie negli anni '80: nella DDR il gruppo di armate corazzate aveva la 2a Armata Corazzata Guardie con i T-64, così come la 3a Armata d'Urto e la 20a Armata Guardie. Anche in Ungheria era così, mentre nella parte meridionale della DDR c'era il T-80 per la 1a Armata Corazzata Guardie e la 8a Armata Guardie; quanto al T-72, ce'era in Cecoslovacchia ed era in servizio con le altre nazioni del Patto di Varsavia. Altre unità erano in seconda linea, fino ad oltre gli Urali.
 
L'URSS aveva fino al 50% della sua economica che ruotava attorno al complesso militare-industriale, e questo spiega come fosse potente anche l'apparato militare, anche se a scapito sempre di più dell'economia civile.
 
Negli anni '50 c'erano 4 centri principali per i soli carri armati: ai tre di cui sopra si aggiungeva quello di Leningrado, l'unico ad Est degli Urali e in territorio russo. Questo si spiega perché dopo l'invasione del 1941 era stato deciso di spostare gli stabilmenti oltre gli Urali per sottrarli alla minaccia di un'invasione e questi grandi centri non vennero smobilitati. Tra cui Chelyabinsk, conosciuta anche come Tankograd. A Leningrado rimasero forzatamente parte delle attrezzature e personale, prima in una fabbrica di trattori. Omsk divenne un centro di progettazione nel dopoguerra, specializzato in carri pesanti come i JS e T-10, e diretto per lungo tempo dall'ing Zhosif Kotin (1908-79), grande progettista ma anche molto ben ammanicato con il PCUS, avendo tra l'altro sposato la figlia del potente ministro K.Voroshilov (a cui venne dedicato poi il KV, prima che cadesse in disgrazia).
 
Invece Nizhniy Tagil è la figlia del centro produttivo Komintern o Zadov 75, a Kharkov. Essa venne trasferita oltre gli Urali secondo la decisione del 19 ottobre 1941. Era stato allestito in una fabbrica di vagoni ferroviari, la UVZ o 'Vagonka'. Questa fabbrica diventò successivamente la più grande specializzata in carri armati, arrivando a ben 827.000 m2. Lì si trasferì il Morozov DB, il cui direttore Aleksandr A. Morozov, era il successore di Koshkin. Quest'ultimo era un grande tecnico, ma ebbe una sorte molto avversa per sé e per l'URSS: durante il viaggio di collaudo di due dei primi T-34, che da Kharkov portò a Mosca 12 giorni dopo la partenza (marzo 1940). Ma durante la missione, il 'papà' del T-34, presente per controllare che tutto funzionasse correttamente, ebbe una polmonite dalla quale non si riebbe, morendo il 26 settembre 1940. Così Morozov lo rimpiazzò come capoprogettista dei carri armati successivi al T-34 mod.40, diventando comunque famoso: ebbe il Premio Stalin e titolo di Eroe della scienza sovietica.
 
Dopo il T-34, nel 1944 venne sviluppato il T-44, e poi il T-54 anni dopo. Esso aveva cannone da 100 mm, motore trasversale ecc, nell'insieme un progresso anche di fronte al carro T-44. Quando nel dicembre 1949 arrivò a N.Tagil anche Leontiy Kartsev, che nel '53 (epoca in cui il DB di Kharkov ritornò alla città natale) divenne il capo-progettista dei carri sovietici della fabbrica.
 
I tipi progettati sono noti come Izdeliye, che significa oggetto; seguono 3 numeri di cui il primo è assegnato ai centri : 1 per N.Tagil, 2 per Leningrado, 4 per Kharkov, 7 per Chelyabinsk; i due numeri successivi sono collegati al modello prodotto: per esempio, T-34 (Iz 135), o JS-2 (iz 240). Non è chiaro invece che numero di identificazione avessero i carri di Omsk, che è apparsa nella scena dei carri prototipici solo con il Black Eagle, nel dopo-guerra fredda.
 
Ora parliamo di come i carri armati sovietici si originarono. Questa origine è ascrivibile a Morozov, capace e molto, forse troppo ambizioso, che dal '53 si ritrovò al comando di N.Tagil e iniziò subito a progettare un carro armato del tutto rivoluzionario, un vero MBT che era inizialmente definito come osnovnoi tank, precisamente carro standard (MBT significa Main Battle Tank). Questo doveva essere potente come un carro pesante ma mobile e pesante come un carro medio. Per questo c'era solo una soluzione: un equipaggio di 3 elementi. Con un sistema di caricamento apposito si poteva fare questo, e compattare il mezzo con un'altezza di poco superiore ai 2 metri, il che ovviamente significava che al suo interno non fosse possibile alzarsi in piedi. Ma questo era vantaggioso per ridurre la sagoma mantenere una protezione balistica elevata grazie alla riduzione della sagoma. Nel frattempo Kotin, a Leningrado, lavorava su di un carro molto diverso e superato, il T-10, che se non altro indicava nella massa elevata e pochi compromessi (ma anche questo era molto basso in sagoma) il futuro dei 'supercarri', come successori dei mezzi pesanti e non come carri medi 'dopati' dalle nuove tecnologie, ma ancora limitati dalla massa possibile. In ogni caso, l'Izd.420 venne già realizzato e sperimentato dal 1955 al 1959, in un'epoca in cui gli Americani nemmeno sospettavano di quanto stessero facendo i sovietici ed erano indaffarati con lo sviluppo dell'M60. All'inizio esso aveva un cannone da 100 mm ad anima liscia e pertanto, ad elevatissima velocità iniziale; ma siccome i britannici stavano sviluppando l'L7 da 105 mm i sovietici decisero di aumentare il calibro per ottenere un'arma meno critica (per modo di dire), il D-68, che era l'U-5TS del T-62 dotato di munizioni a caricamento separato. Il T-62 era nato sempre a N.Tagil, al Kartsev DB.
 
Nel mentre venne sviluppato l'izd 432, che dopo la sperimentazione nel periodo 1960-62, venne sviluppato e messo in servizi ocome T-64. Questo mezzo pesava appena 36 t, con torretta piccola e arretrata, mentre lo scafo aveva una piastra anteriore inclinata di ben 68 gradi. Questo era possibile perché la torretta era piccola, e perché il motore era molto compatto. Si trattava di un diesel boxer a 5 cilindri e 10 pistoni, il 5TD da 700 hp.
 
 
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