Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-7: differenze tra le versioni

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Attualmente l'arma è un prodotto sviluppato pariteticamente da Italia e Francia, e parte della enorme offerta missilistica del gruppo MBDA. Ma originariamente nacque in maniera molto diversa. Anzitutto per sostituire, sul lungo periodo, i sistemi americani che dominavano in Occidente e che erano i migliori anche in termini tecnologici. Il più conosciuto è l'HAWK, un'arma micidiale che entrò in servizio nel 1960 facendosi subito notare per la sua affidabilità ed efficienza, ben maggiori dei soliti standard dei missili presenti all'epoca. Aggiornato progressivamente con l'Improved HAWK prima, e con aggiornamenti chiamati PIP (Product Improvement Programme) erano presenti, all'inizio degli anni '90, con un gran numero di armi e di batterie di lancio. Di questi missili, seppure dal costo superiore a quello del Sea Cat britannico, di circa 25 volte, ne vennero prodotti ben 40.000 già a metà anni '80, ma la produzione continuava. Nel 1991 c'erano ben 104 batterie negli USA (incluse quelle dei Marines), e 126 in Europa,tutte tranne due della NATO: erano 6 in Belgio, 10 in Danimarca, 12 in Francia, ben 39 in Germania, 10 in Grecia, 22 in Italia, 9 in Norvegia, 13 in Olanda, 1 in Portogallo, 2 in Spagna e 2 in Svezia. Queste batterie erano quindi una difesa costante nei territori dei Paesi NATO, specialmente per le quote medie e basse. Esse avevano in genere due sezioni di tiro su un radar AN/MPQ-46 di illuminazione, e 3 lanciatori trinati l'una. Quindi ogni batteria era costituita da 18 missili su sei lanciatori, missili ad alte probabilità di distruzione e con un lungo raggio (oltre 40 km nelle condizioni più favorevoli). Altre 100 batterie erano presenti in Medio Oriente e 86 in Asia. Alcune erano in servizio in Kuwait (assieme, ma lo si è saputo solo dopo anni, ad alcune di Aspide) e la loro cattura è stata un motivo di preoccupazione per la Coalizione. Attualmente erano in servizio i missili PIP I e II, ma era in corso anche la Phase III (PIP III) e in seguito (1998) si prevedeva da parte della Raytheon il Phase IV. Esisteva anche il PIP V che di lì a qualche anno avrebbe aggiunto capacità ATBM. In realtà il missile era già stato provato, dopo apposite modifiche, contro missili Lance a corto raggio. I Marines, non avendo i Patriot, volevano gli HAWK con capacità antimissile balistico per coprire le loro 'teste di ponte'. Per giunta vi era una grande organizzazione logistica dietro l'HAWK: la NHPLO, NATO HAWK Production and Logistic Organization, con la partecipazione di parecchi paesi NATO quali Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda e USA. Questo consentiva di aggiornare facilmente i sistemi.
 
Poi c'erano i missili da difesa aerea sulle navi: lo Standard SM-1 sopratutto, ma in generale la famiglia Tartar-Terrier, SM-1 e 2; essi erano disponibili in ben 169 sistemi (uno o due per nave), più 60 in consegna; di questi sistemi c'erano o ci sarebbero stati ben 151 esemplari per l'USN e altri 34 formavano la difesa aerea d'area dei Paesi NATO, inclusi tutti quelli importanti con l'eccezione parziale della Francia (Masurca) e totale della Gran Bretagna (Sea Dart). I sistemi di lancio erano tipicamente una rampa da 40 colpi e due radar SPG per l'illuminazione dei bersagli. A questo si aggiungono i numerosi sistemi Crotale, Sea Wolf, Aspide e sopratutto, Sea Sparrow. Il fatto che gli americani siano poi riusciti a rivitalizzare di continuo i loro missili Standard e Sparrow è stata forse una cosa non prevista, ma all'epoca si pensava che armi nate negli anni '50-60 fossero destinate a lasciare il mercato, prima o poi.
 
Una via europea era il SAMP anglo-francese, un sistema che finalmente poteva superare il rapporto di netta sudditanza europea verso la tecnologia americana. Esso nacque nel 1972 unendo le ancora ricche energie delle due maggiori potenze europee, molto attive anche nel settore missilistico. Nel 1977 si arrivò al TRISAM, allorché entrò in scena anche la Germania Occidentale, l'altra grande potenza europea e alleata già della Francia con numerosi programmi (di fatto la Francia era il punto di congiunzione delle altre due nazioni, che non erano molto in collegamento tra di loro, o almeno, non ancora). Questo missile era ancora un'arma terrestre, mentre nel frattempo veniva portato avanti un sistema navale chiamato 6S fin dal 1976, con Danimarca, Francia, Germania e GB, nonché un secondo sistema, l'AMSA franco-britannico, nato nel 1978.
 
Sembrava una cosa piuttosto promettente, ma il rigoglio di tutti questi progetti europei si spense presto. I Francesi nei primi anni '80 si ritrovarono da soli con i loro programmi SA90 terrestri e SAN navali (di Thomson-CSF e Aérospatiale). Svilupparli costava molto e nel 1983 la DGN (Direzione generale degli armamenti) assegnò un contratto per la fase di dimostrazione, mentre al contempo i due programmi si fondevano in uno soltanto, quello che vedeva il missile Aérospatiale ASTER e il radar Thomson ARABEL (Antenne Radar à Balayage Electronique) in banda X. Erano dei validi sistemi per puntare sul futuro, ma a patto di tenere i costi bassi. Nel frattempo la Selenia stava sviluppando il sistema missilistico IDRA, una specie di Aspide avanzato (all'epoca già comprato in numerosi esemplari, anche all'export) con guida radar attiva, e assieme alla Marconi l'EMPAR, un radar binazionale, un pò sulla falsariga del programma EH101 (European Multifunction Phased Array Radar) che era un sistema a lungo raggio, operante in banda C e progettato per le previste fregate europee NFR-90.
 
Visto che c'erano delle convergenze, con i Francesi che avevano il missile più prestante e gli italo-britannici il radar più potente, si trovò un punto di unione nel 1987, quando nel gennaio iniziarono i colloqui e il 27 ottobre venne firmato il MoU (memorandum of understandement) tra i due governi. Infine, nel 1990 Aérospatiale, Selenia (poi Alenia) e Thomson-CSF si misero insieme nel GIE (Groupemen d'Interet Economique) EUROSAM. La collaborazione era 50-50 tra Italia e Francia, ma al contempo la partecipazione era del 33% per ciascuna società. Dunque la Francia aveva il doppio di responsabilità dell'Italia. Così il missile Aster, nato come arma francese, è rimasto sopratutto tale, anche se il programma è diventato binazionale. Il 22 maggio arrivò il MoU finanziario, che ammontava a 9,5 mld di franchi o 2.200 miliardi di lire, oltre a 1,5 mld di franchi per compensare l'inflazione prevista nei successivi 10 anni.
 
Nasceva così il FSAF (Future Surface to Air Family), che sarebbe stata costituita da SAAM, SAMP/T e SAMP/N. Il primo è diventato poi l'ASTER 15: si tratta del S.A. Anti-Missile, con distanze di intercettazione previste di 15-20 km contro aerei e missili subsonici, 8-10 contro missili supersonici e capaci di volare a mach 2,5 e a pelo d'acqua, nonché di manovrare fino a 15 km. Era insomma un missile esuberante che dà l'idea di quanto limitati fossero i precedenti SAM nel tiro antimissili, e in particolare, significa che si trattava di un'arma capace di affrontare i missili SS-N-22 o i futuri ANNG (poi abortiti). Questo missile per autodifesa avrebbe avuto il più piccolo radar ARABEL sulle navi francesi, e l'EMPAR (sovradimensionato per il compito, ma la logica era ovviamente di tipo industriale più che operativo) per le navi italiane. Tipicamente erano previsti 32 missili in otto moduli di lancio verticali e un peso, incluso il radar, di 50 t circa. Quest'arma era ottimisticamente prevista per entrare in servizio nel 1997; di fatto, la fine della Guerra fredda avrebbe posto dei problemi temporali a tale previsione, ma questo lo vedremo poi.
 
Quanto al SAMP/T S.A.Moyenne Portée/Terrain, esso era invece dotato, quasi in maniera speculare, dei missili ASTER 30 e del più piccolo, ma più leggero, radar ARABEL. Il tutto avrebbe visto una batterie con 6 lanciatori come massimo e 48 missili complessivi pronti al lancio, mentre il sistema di direzione sarebbe stato collegato in data-link 'sicuro' fino a 5 km dai mezzi di lancio, pure questi utilizzanti la tecnica del tiro verticale. Si prevedeva di intercettare missili da crociera ad oltre 12 km, ma anche aeri, missili antiradar e altri bersagli fino ad oltre 30 km. La previsione di entrata in servizio parlava del 1998. Quanto al SAMP/N (Naval) era destinato ad usare i missili ASTER 30 e l'EMPAR, con portate utili pratiche di oltre 45 km.
 
Visto che il programma era interessante, nel 1990 si unirono anche la GEC-Marconi e la spagnola Ibermisil, così da definire il LAMS (Local Area Missile System), con radar EMPAR e la possibilità di difendesi da bersagli piccoli (come sezione radar) e diretti verso navi mercantili. Non è ben chiaro di cosa si volesse, forse una specie di sistema più economico del SAMP/N. Poi la Spagna dichiarò di voler partecipare al programma FSAF con un investimento ben concreto, di 350 mld di lire. Visto che i vecchi missili Bloodhound erano da sostituire, anche la Gran Bretagna aveva dei problemi. Nonostante i suoi 2 squadroni con ben 7 flight l'uno, con 2-4 rampe di lancio (quindi in tutto, facendo una media di tre, 42 rampe), aveva bisogno di un successore: forse il Patriot con il consorzio BAe e Raytheon, o forse l'ADSAMS, ordinato dalla Norvegia, e presentato in UK da Plessey e Hughes (infatti si basa sui missili AMRAAM). Poi c'é il governo tedesco, che era piuttosto indeciso: infatti c'erano anche in ballo i CORPS SAM (Ford Aerospace) e AdSAMS. Ma i Francesi non volevano cedere come sviluppo, una parte della loro 'fetta', magari l'intero missile (come è successo con il Kormoran), mentre già si parlava di impiegare gli ASTER anche come missili ATBM: ma per questo gli ARABEL avrebbero dovuto aumentare la copertura ad almeno 80° di elevazione e 30° di azimouth e altre importanti modifiche ai sistemi di guida. Poi c'é da dire che i Tedeschi, come anche gli Olandesi, non avevano problemi in questo senso, visto che avevano ordinato un gran numero di Patriot e molti erano già in servizio, sia pure con capacità ATBM limitate.
 
La convenienza dei missili FSAF doveva essere certo dimostrata. Tra le altre cose, prevedendo una vita utile di 20 anni e un aggiornamento importante dopo 10, oltre al lancio di un decimo dei missili ogni anno.
 
Il confronto era grossomodo questo: l'HAWK, per ogni batteria di 18 missili aveva un costo dei missili singoli di 0,2 mln di dollari, 10 addetti per missile (quindi 180 in tutto) e 1,3 mln di costi annui per missile pronto al lancio, comprendente il costo di 100 mln per l'acquisto, 0,1 mln/anno per logistica, 3,6 mln per i missili pronti al lancio, 23,46 mln per il personale. Proprio questo è un fattore importante del costo. Così il Patriot, con 32 missili per batteria pronti al lancio (8 lanciatori quadrinati) ha missili da 1 mln di dollari, 4 addetti per missile e un costo di 0,66 mln; il SAMP/T, per 48 missili dal costo di 1 mln l'uno, 2 soli addetti per missile aveva un costo di 0,4 mln per missile all'anno.
 
 
Le prestazioni calcolate:
*Missili ASTER 15: booster da 1,6 m e 35 cm di diameto; lunghezza 4,2 m, peso 300 kg totale; velocità max 3,5 mach, manovra fino a 15 g; controllo PIF-PAF (Pilotage en Force Aerodynamique Fort), ovvero con deviazioni del getto e sistemi aerodinamici; guida INS (con giroscopio laser della ISI, sussidiaria di Sagem e Fiat), datalink di aggiornamento, radar di aggancio attivo Dassault AD4A. Questo è un radar Pulse-doppler in miniatura, lo stesso montato nella testata del MICA. Anche il missile vero e proprio, ovvero il secondo stadio (il primo, una volta finita la carica, si sgancia naturalmente per attrito aerodinamico), somiglia molto all'ASTER, ma con alette di stabilizzazione più grandi e squadrate. La testata è di 10-15 kg. Portata max nominale 15 km, ma in pratica anche oltre 30.
*ASTER 30, come sopra ma con un booster più grande, dimensioni 4,8 m di lunghezza (il diametro del missile resta di 18 cm), peso 450 kg, il booster è lungo 2,2 m. Gittata oltre 30 km (anche 80, seconda delle situazioni).
*ARABEL: banda X, impulsi compressi co nfascio comprimibile ad appena 2°, antenna planare phased array con alzo fino a 70° (elettronico), portata 60 km contro un bersaglio di 2 m2 e inseguimento di 100 bersagli, con ingaggio di 10 (con 16 missili)
*EMPAR, ora dell'Alenia, banda C, trasmettitore TWT, alzo di 90°, fascio di 2,5°, portata max 180 km, 100 km vs bersagli di 2 m2 e 50 km vs missili, segue fino a 300 bersagli e ne impegna almeno una dozzina<ref>Gianvanni Paolo, ''FSAF-missili per il duemila'', PD feb 1992 p 62-69</ref>.
 
== Note ==