Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele-2: differenze tra le versioni

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[[File:Merkava 1-Lesany-1.jpg|330px|right|thumb|Merkava Mk 1]]
Per implementare tutti i miglioramenti, però, serviva un carro moderno e nuovo. Nacque così il Merkava, disegnato dal gen. Tal, che era un carro innovativo come pochi altri. Il nome, per la cronaca, significa cocchio, o carro da battaglia, o anche Trono di Dio secondo l'Antico Testamento. Esso nacque sul fallimento del programma Chieftain del quale Israele voleva comprare una flotta numerosa. Nel '66 venne firmato l'accordo, e due carri inviati in Israele per le valutazioni del caso. Ma nel dicembre del '69 il governo inglese, forse per via del continuare della guerra d'attrito, mise fine al programma. Per questo il 20 agosto 1970 venne avviato dal ministero della Difesa il nuovo programma. Obiettivo, realizzare un carro armato capace anzitutto di sopravvivere e proteggere così la vita dei suoi carristi, così importanti per uno Stato piccolo e sensibile alle perdite umane. Per questo la percentuale della massa dedicata alla protezione, tipicamente del 50%, divenne pari a circa il 70%, come un carro pesante della II GM tipo il Matilda. Il motore anteriore serviva a migliorare la protezione, a scapito ovviamente di quella posteriore; questa soluzione, comune negli APC e IFV, non lo era per i carri, anche per via della massa e volume del motore stesso, qui a destra del guidatore. Il portellone posteriore però era utile: si poteva imbarcare in emergenza anche 10 soldati, serviva per i rifornimenti addizionali, ma anche per alleviare il lavoro dell'equipaggio. Così era semplice rifornire di armi il mezzo, mentre diversamente sarebbe stato necessario far passare una tonnellata di proiettili dai portelli superiori della torretta. A parte questo, in caso di necessità d'abbandonare il mezzo era difficile farlo, sotto il tiro nemico, senza essere colpiti. Alcuni carri avevano un portello inferiore allo scafo, per quanto difficile da usare e soggetto ad eventuali esplosioni di mine sotto il mezzo. Ma con il portello posteriore, proprio come gli APC, era facile scappare senza essere massacrati, mentre il conduttore poteva abbandonare il suo posto e andare in torretta, per poi scappare dal retro. Differentemente, se il cannone era bloccato sopra il suo portello, rischiava di essere intrappolato al suo posto. Ugualmente utile era il comparto posteriore per trasportare barelle con dei feriti a bordo, che altrimenti dovevano essere trasportati o da vulnerabili M113 oppure sul tetto della torretta, esposti ad ogni avversità. Questo portellone, con tanto di feritoie di tiro, è stato poi usato recentemente anche per sparare da parte dei cecchini israeliani, sia semi-aperto, che chiuso con l'uso delle posizioni di tiro ricavatevi. Il carro ebbe fin da subito l'eliminazione dei materiali infiammabili ove possibile (non lo fu per il circuito di rotolamento torretta) e sistemi anti-esplosione, come contenitori protettivi per le munizioni.
Per implementare tutti i miglioramenti, però, serviva un carro moderno e nuovo. Nacque così il Merkava, disegnato dal gen. Tal, che era un carro innovativo come pochi altri. Il nome, per la cronaca, significa cocchio, o carro da battaglia, o anche Trono di Dio secondo l'Antico Testamento. Il progetto presentato da Tal era stato approvato il 13 maggio del '77. Esso aveva il motore anteriore, come i mezzi corazzati da trasporto truppe. La torretta con cannone da 105 mm era a forma molto allungata e sfuggente, quasi a cuneo. La corazza era spaziata, ma non pare avesse una struttura composita, almeno non inizialmente, come si vede dal frontale dello scafo, incurvato (mentre le piastre di materiali compositi sono generalmente piane). Il carro che ne risultava, pesante ben 62 tonnellate, era un mezzo imponente e con un livello di protezione eccellente, anche sui lati, forse la parte più vulnerabile di tutto il mezzo (data la loro lunghezza e la possibilità di sparare sui lati da entrambi i lati: contro una larghezza della piastra anteriore di circa 2 m, la lunghezza complessiva dei lati del Merkava è di circa 13 metri). Il motore diesel americano è di circa 900 hp. Il Merkava, inizialmente nella versione Mk.1, venne distribuito ai reparti nel '79 e per il 1982 ce n'erano almeno 200-250 disponibili, anche se non è certo che il motore AVDS-1790-5E fosse da subito presente; può essere che inizialmente vi fosse ancora il -2C o -2D, da appena 700-760 hp, quello degli M60A1. In ogni caso c'era trasmissione automatica, cannone M68 con 62 colpi (aumentabili), mortaio da 60 mm con 30 cp (forse non da subito, altre fonti dicono che questo avvenne solo con l'Mk 3), 3 MAG.58 con 10.000 cp calibro 7,62. Il Merkava, insomma, di fatto era una sorta di involucro nuovo per il motore e il cannone degli M60.
 
Nel 1982 gli Israeliani attaccarono il Libano del Sud e sconfissero duramente l'OLP e la Siria. Quest'ultima ebbe prima le batterie SAM (19 in tutto) della Bekaa distrutte da attacchi aerei ben programmati: prima usare drones come 'esche', poi attacco con i missili HARM, poi distruzione delle batterie con bombe e missili. Delle centinaia di carri armati impiegati, circa 130 vennero messi KO, ma solo 40-50 totalmente distrutti. Pare che i Merkava, pur essendo stati colpiti ripetutamente, non ebbero alcuna perdita totale mentre i suoi carristi ebbero solo 9 vittime (ma inizialmente si negava che ne avessero avute tout-court, vedi JP-4 speciale MBT del 1990). I carri armati con le corazze ERA vennero spesso salvati dal tiro di sistemi missilistici Sagger, Spigot, MILAN e HOT, ma alcuni vennero distrutti o catturati, come gli M48 che i Siriani consegnarono ai Sovietici (che ne approfittarono per realizzare le proprie corazze K-1, e per stabilire che i loro T-72 necessitavano di una corazza extra per il loro scafo anteriore, cosa fatta con una piastra da 16 o 20 mm). I cannoni da 105 erano stati di recente equipaggiati con la nuova M111 da 105 mm, granata APFSDS con nucleo in tungsteno, molto affusolata (con rapporto diametro: lunghezza di oltre 1:10) e quindi con capacità di perforazione elevate, ben 150 mm a 60° (300 mm RHA equivalente) a 2 km, e questo senza considerare che, a differenza delle granate precedenti (capaci di perforare 100-120 mm nelle stesse condizioni) l'M111 restava stabile anche se impattava con corazze ben inclinate, su cui molti tipi di APDS semplicemente rimbalzavano, mentre le HEAT spesso non attivavano la spoletta nella loro appuntita ogiva (anche le M111, per l'appunto, finirono in mano ai Sovietici). Questa munizione era già stata messa in servizio almeno dai Tedeschi e dall'US Army, che presto ne trasse anche un tipo potenziato con nucleo in DU. Munizione molto efficace e precisa, entrata in servizio nei tardi anni '70 e poi migliorata da Israeliani, USA e Germania, clonata da altri clienti, ha rappresentato un salto generazionale, nonché la capacità di aumentare la distanza pratica di perforazione di un T-55 da circa 2 a almeno 3 km, peggiorandone la situazione. Sopratutto, rappresentava una minaccia sufficiente anche per il T-72, nonostante la sua corazza anteriore composita.
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[[File:Merkava-3-latrun-3.jpg|330px|right|thumb|L'Mk 3 si distingue subito per il cannone più tozzo del pezzo da 105/51 mm]]
I Merkava ebbero successo in Libano, ma la messa a punto della meccanica non era del tutto accettabile e il sistema di controllo del tiro computerizzato presentava dei problemi. CosìLe due brigate ebbero tutto sommato un risultato minore delle aspettative, il che diede delle polemiche. La 7a avanzò sul confine Siria-Libano, per occupare l'autostrada Beirut-Damasco, ma subì un'impasse quando un carro venne centrato tra la torretta e lo scafo da un HOT tirato da un Gazelle (con due morti); la 211a Brigata ebbe un altro tipo di perdita: il COl. Eli Geva che ne era il comandante si dimise perché non riteneva legittima la scelta del Governo Israeliano di iniziare l'invasione. All'epoca le cose erano molto diverse e i pacifisti israeliani non erano la risicata minoranza di oggi, ma un movimento forte e coeso. Proprio allora, in cui la guerra era ancora una realtà concreta, almeno sul fronte libanese e siriano. Ma le previsteguerre corazzate su larga scala con l'impiego anche di 20.000 mezzi non si sarebbero più verificate. Il sistema di puntamento computerizzato era di tipo digitale, largamente superiore rispetto ai tipi elettro-meccanici degli altri mezzi (solo dagli anni '80 gli M60 Magach -'Carro di combattimento degli eroi'- ebbero sistemi digitali), ma il salto in avanti presentava dei problemi e la precisione risultò molto meno brillante di quanto era stato preventivato, e largamente inferiore rispetto a mezzi come gli M1 Abrams e Leopard 2 coevi. La mobilità era sfavorevolmente afflitta da un rapporto potenza-peso ridotto, anche se cambio e sospensioni erano così avanzati che il mezzo era più mobile degli altri, più leggeri carri israeliani dell'epoca. La protezione era convenzionale, anche se molto spessa; dopo il 1982 apparvero delle catene sotto la controcarena della torre per migliorarla nella 'nuca'.

Così dal 1983 i nuovi mezzi vennero leggermente migliorati con l'Mk 2 (praticamente un kit di sopravvivenza fu l'unica cosa che cambiò dall'Mk 1), che avrebbe avuto l'AVDS-1790-6A, il mortaio spostato all'interno della torretta e una 12,7 mm aggiuntiva (anche i Centurion hanno avuto fino a 3 mitragliatrici tra pesanti e leggere in torretta, del resto, durante la guerra dell'82); il modello Mk.2A è stato poi seguito dall'Mk2B con il costoso periscopio ad immagine termica (prima c'era solo un apparato IL), l'Mk.2C con protezione rinforzata in torretta, l'Mk.2D con nuova corazza sia sullo scafo che in torretta per un totale di 300-600 Mk.2 nel periodo tra il 1983 e il 1989. Detto tutto questo, le prospettive del carro armato israeliano erano sì buone, ma non ancora del tutto soddisfacenti. Il mezzo, grazie a delle sospensioni simili a quelle del Centurion e alla trasmissione automatica americana sfrutta bene la potenza disponibile, ma rispetto ai vicini M1 egiziani non si può certo dire che sia un 'fulmine di guerra', anche nelle capacità di sparare in movimento, dove l'Abrams, dalla marcia più morbida, è considerato assai superiore. Sopratutto, il cannone da 105 non era del tutto all'altezza di affrontare altri carri moderni, per esempio gli ultimi T-72, anche se questi ultimi non sono mai stati affrrontati da questo carro nell'82. In ogni caso, nel 1990 fu la volta dell'uscita del possente Mervaka Mk 3, che introdusse molti miglioramenti: finalmente il cannone da 120 mm, FCS migliorato con sistemi meteo e laser all'ND-Yag. Il motore, almeno dopo i primi esemplari, arrivò ai 1.200 hp del Teledyne V-12 (altre fonti danno il Continental AVDS-1790-9AR), con un MTBO aumentato di oltre il 100% rispetto alle 400 ore originarie di quello del modello Mk 1, e la trasmissione israeliana Ashot Ashkelon. Totalmente riprogettato, il nuovo Merkava aveva il cannone IMI da 120 mm provvisto di un grosso manicotto termico. L'Mk 3 è un grosso mostro corazzato, con protezione di tipo modulare, che costituisce l'altra innovazione (con piastre asportabili dallo chassis per riparazioni e ammodernamenti rapidi) similmente al Leclerc, vernice con capacità assorbenti nel settore IR, sistema optronico di tiro ElOp Knight Mk.3 per attaccare bersagli anche sparando in movimento. una 'treccina' di catene a protezione della parte posteriore della torretta, con una funzione di far esplodere anticipatamente le cariche cave in arrivo. In tutto, poi, vi sono state almeno 26 modifiche principali, solo considerando gli esemplari di produzione più recente rispetto a quelli Mk 3 iniziali, passate attravarso l'Mk.2B con protezione aggiuntiva in torretta e l'Mk.3D con protezione ulteriormente migliorata. Una di queste ulteriori fasi di crescita è l'aggiunta di un sistema di tracking automatico per il sistema di mira ad immagine termica, che permette di mantenere sotto tiro il bersaglio da parte del sistema FCS stesso, una volta che esso sia stato designato. Il canale d'osservazione del cannoniere ha un 5x per l'immagine termica e 12x per quella diurna, più telemetro laser. Tuttavia non pare che vi sia alcun visore panoramico per il capocarro, probabilmente perché giudicato troppo grande, costoso e vulnerabile per le esigenze manifestate. Una rudimentale 'intelligenza artificiale', insomma. Infine c'é un sistema di alimentazione automatico con un piccolo caricatore meccanico, però dato lo spazio interno (dentro il grosso scafo) e le necessità di manutenzione ed efficienza, il quarto uomo non è stato sostituito, ma semplicemente aiutato da questo dispositivo a movimentare i proiettili lunghi oltre un metro del nuovo cannone. in tutto sono stati prodotti circa 200 Mk.3 entro il 2 febbraio 2003. Dal 24 giugno dello stesso anno è arrivato l'Mk.4, in servizio poi dal marzo del 2003, in produzione al ritmo di una cinquantina l'anno, circa 1 alla settimana. Del resto già nel 1992 i Merkava e gli M60 aggiornati avevano quasi fatto sparire tutti gli altri carri israeliani, Centurion inclusi.
 
Il Merkava è diventato presto un mezzo standard dell'Esercito israeliano. Con la sua massiccia sagoma e la mole di oltre 60 t non si può certo definire un veicolo inteso per i combattimenti di movimento, ma il suo scopo è sopratutto quello di sopravvivere alle offese nemiche. Certo è che, nonostante tutte le innovazioni, non si trattava di un carro eccezionale al suo esordio. Ancora armato col 105 mm, capace di appena 46 kmh, lento anche se ragionevolmente agile, la sua motorizzazione non aveva nessuno dei sistemi moderni a turbina o turbodiesel della contemporanea generazione dei mezzi presenti a livello internazionale. Inoltre la corazza era spaziata, ma non di tipo composito. Nondimeno dev'essere stata considerata efficace, se non sono mai stati implementati i sistemi ERA, del resto pericolosi se c'é da cooperare con la fanteria (esposta alla proiezione delle lastre d'acciaio delle mattonelle esplosive). In ogni caso la reale efficacia di questi carri rispetto ai paricategoria è rimasta un'incognita, al di là del fatto oggettivo di una inferiore velocità massima. Del resto i carri israeliani hanno anche una riserva di munizioni superiore, ben 85 colpi da 105 mm oppure 55 da 120 mm (NB le munizioni da 120 sono ben più grosse delle altre, tanto che l'M1 Abrams passò da 55 colpi da 105 a 40 da 120). Anche il confronto ipotizzato con i T-72 siriani non pare sia mai avvenuto: i pochi messi KO sono stati colpiti da altri tipi di carri e sopratutto da missili TOW. I Merkava erano già circa 250 al 1982, quando facevano la loro parte del dispositivo che penetrò in Libano durante l'Operazione Pace per la Galilea, assieme a centinaia di Centurion, M48 e M60 (stime che arrivano ad un totale fino a 1.200 mezzi). Certamente, il Merkava Mk 3 è un mezzo ben diverso dai primi della serie, anche se apparentemente molto simile. Ma date le sue peculiarità e la sua massa, non ha mai avuto successo all'export.
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*Prestazioni: Mk 1, 46 kmh, 500 km, gradino 1 m, trincea 3 m. Mk 4, 65 kmh, 500 km, 1 e 3,56 m (guado fino a 1,4 m senza preparazione, 2,4 con preparazione)
*Armamento: 1 cannone da 105 mm e 3 mtg da 7,62 mm; Mk 4, cannone da 120/44 mm (settore -7/+20°, 48 cp), 2 MAG da 7,62 mm (10.000), mortaio da 60 mm (30).
 
I Merkava sono stati prodotti con il coinvolgimento di un gran numero di industrie: la Ashot Ashkelon per le seospensioni e trasmissione automatica, la Elbit per il FCS, IMI per il cannone, Rafael per la corazzatura, Soltam per il mortaio, Spectronix per l'antincendio, Tadiran per le comunicazioni, Urdan per lo scafo. In tutto al 2005 lavoravano al Merkava 5.000 persone e altre 5.000 nell'indotto, con altre 200 ditte. Per questo il mezzo è stato prodotto a getto continuo: oramai è una risorsa per l'occupazione e per lo sviluppo di tecnologie. Ma è una risorsa costosa: ogni Merkava Mk.4 costa 4-5 mln di dollari. Così la produzione al Centro di Manutenzione e Ripristino 7000 della IDF comporta un costo notevole: con 50 carri (uno per settimana) prodotti all'anno, questo significa un esborso di 250 mln. Benché meno impegnativo di quelli per l'aviazione, questo programma per i carri armati è soggetto ancora a parecchie critiche. Nessun mezzo è poi mai stato esportato, nonostante le tante presentazioni all'estero. Ma non così per le tecnologie interne, che più discretamente, hanno fruttato ad Israele 200 mln di dollari nel solo 2005, in aumento del 10% rispetto al 2004. Quindi, di fatto il Merkava si autofinanzia esportando i suoi 'pezzi'. Nel 2006 era previsto di arrivare a superare il costo della produzione annuale con ben 300 mln, e nel 2007 arrivare a qualcosa come 400 mln di dollari di export per sistemi legati al programma Merkava. Anche per questo Israele è diventato uno dei principali esportatori d'armi mondiali<ref>Aloni, Shlomo: ''Merkava'' RID luglio 2006, p.48-51</ref>.
 
 
 
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Quanto alle operazioni recenti, l'Esercito ha combattuto, come del resto le altre F.A. duramente durante la guerra del 2006, riproposizione dell'invasione del Libano di 24 anni prima. All'epoca 400.000 israeliani manifestarono contro tale operazione militare, stavolta invece solo pochi sono stati i dissenzienti. Ma nonostante la generale approvazione pubblica, come si sa, le cose non sono andate bene di fronte ad una testarda difesa di Hezbollah, e all'uso di numerosi tipi di missili c.c. moderni che hanno causato perdite elevate anche ai possenti Merkava<ref>Hilmes, R: ''IFV e moderni scenari di minaccia, RID nov 2003</ref>.
 
 
 
 
==Armi di fanteria e artiglieria<ref>Armi da guerra 81, 21, 101, 38, 15, 93 e 111</ref>==