Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-8: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 1:
{{Forze armate mondiali}}
===Cannoni automatici<ref>Po, Enrico: ''Le mitragliere russe cal 23 e 30 mm'', RID nov 1997 p.56-66; altamente 'raccomandato' anche il sito internet dello studioso Tony Williams per ulteriori dettagli su armi e, sopratutto, munizioni sovietiche</ref>===
Dopo decenni che se ne parlava, finalmente delle armi pesanti sovietiche si è riusciti ad ottenere, negli anni '90, particolari inediti che hanno gettato molta luce e sconfitto molte certezze. Per esempio, che i Mi-35 e i Su-25 avessero un cannone bicanna da 23 mm, o che i MiG-27 avessero un'arma gatling a canne rotanti da 23 mm. In realtà, per ottenere sufficiente potenza anche contro i carri armati, questi velivoli erano stati equipaggiati con una ben più potente arma da 30 mm. Non ci sono state altre nazioni come l'URSS che hanno sviluppato così tanti cannoni automatici, anche senza considerate calibri superiori al 30 mm, differentemente si potrebbe arrivare fino al 57 mm incluso (diciamo che i cannoni automatici o mitragliere sono tali fino a quando vi è un sistema d'alimentazione a nastro o a caricatore, senza elevazione di proietitli dal sottostante magazzino, altrimenti si dovrebbe arrivare a calibri ben superiori).
[[File:Zu-23-2-bw.jpg|300px|right|thumb|Leggero, semplice e potente, lo ZU-23 è un'arma che ha conosciuto una larghissima diffusione negli ultimi 45 anni]]
 
Per quanto riguarda la nostra storia, una figura importante quanto quella di Kalahsnikov è qui tale Vassily P. Gryazev, inaricato assieme a Shipunov di progettare quasi tutte queste armi sovietiche. Bisogna dire che si tratta di armi pensate per mezzi terrestri e aerei piuttosto piccoli, quindi sono armi leggere, piccole, compatte, che potevano essere messe per esempio dentro un MiG-21 e assicurare ancora una cadenza di tiro paragonabile a quella di un aereo armato di Vulcan. Naturalmente c'era un prezzo d pagare, quello di una ridotta dotazione di munizioni, anche per via del calibro usato, e quindi, con la cadenza di tiro elevata, una ridotta autonomia di fuoco. In ogni caso, lo sviluppo iniziò dopo la II Guerra mondiale basandosi sulle mitragliere aeronautiche ShVAK da 20 mm camerata per il 20x99 mm, ottima arma della sua epoca, ma per attacco al suolo e anti-bombardiere si scelse poi la NS-23, da 23 mm con maggiore potenza, progettata da Nudelmann e Souranov, omologata nel '44 e poi usata anche per i primi jet, come i MiG-9 e 15. La potenza necessaria per affrontare i corazzati era però maggiore, e così si studiò l'VYa-23 di Volkov e Yeartsev del KPB Bureau di Tula. C'erano delle differenze importanti tra le due armi paricalibro. La prima delle due era una versione ridotta del cannone da 37 mm NS-37, la seconda una versione ingrandita della 12,7 mm (o forse l'esatto contrario, o forse ancora rispettivamente derivate dal 20 e dal 37 mm, a seconda delle fonti usate; il sottoscritto ritiene che la derivazione della prima dalla 12,7 o 20 mm, e della seconda dal 37 mm, siano le ipotesi più plausibili). L'NS-23 era una buona arma da 550 c.min, ma era una cadenza di tiro troppo bassa, e così la velocità iniziale. Per migliorare le cose, a scapito dell'autonomia di fuoco, venne presto approntata nel 1949 con l'NR-23 (di Nudelmann-Richter) da 850 c.min, impiegata nei MiG-15bis. Quest'arma usava proiettili da 23 mm, cartuccia di 198,6 mm di lunghezza totale, peso 300 gr. Il diametro del bossolo alla base era di 26,97 m.
 
Riga 14:
 
Quanto ai 23 mm antiaerei, essi erano destinati ad integrare le armi DShK 38/46 o KPV da 14,5 mm, ma Aphanasiev nella metà degli anni '50 cominciò a progettare una potente arma contraerei. La designazione industriale era 2A14 per il complesso binato ZU-23 e la 2S7 per lo Shilka semovente, capace di sparare meglio grazie al raffreddamento ad acqua e a caricatori da 500 colpi anziché 50 dei tipi trainati (con un volume di fuoco pratico di 400 c.min anziché 200). I proiettili da 23x152B, con bossolo in acciaio laccato, avevano proiettili HEI-T da 188,5 gr o API-T da 190 gr, v.iniziale 970 m.sec e propellente di ben 76 grammi. Gli ZU-23 vennero ampiamente distribuiti nell'esercito; pesanti appena 950 gr, erogavano un forte volume di fuoco. I parà avevano 24 sistemi di cui 4 per reggimento di fanteria e 12 per quello di difesa aerea della divisione aeroportata. Era trainato da mezzi come i GAZ-69 o UAZ-469. Quanto allo ZSU-23-4, esso venne sviluppato dall'Astrov DB su base del carro leggero PT-76, producendolo in oltre 6.000 esemplari tra la fine degli anni '50 e il 1983, e vari miglioramenti progressivi, come il tipo 'M' con computer digitale. Ben oltre 800 vennero esportati in 27 Stati. Semplice e robusto, dalla potenza di fuoco micidiale a breve raggio e largamente descritta come superiore ai coevi sistemi occidentali, fino all'arrivo dei Gepard tedeschi, peraltro ben più pesanti e complessi. Recentemente i francesi hanno prodotto proiettili FAPDS decalibrati, capaci di arrivare a 1.180 m.sec, tempo di volo 2,1 sec su 2 km.
[[File:UPK-23-250 Waw 2.jpg|300px|right|thumb|]]
 
 
 
Riga 50:
Infine l'arma aeronautica di maggiore potenza, degna contraltare dell'Avenger americano: la GSh-6-30 prodotta dal '70, e destinata peraltro ai soli MiG-27. Era un'arma -designazione industriale 9A621- da 160 kg, spesso data (ma incorrettamente) anche a bordo dei Su-27, lunga 2,04 m e con un volume di fuoco di 6.000 c.min. Era appena meno potente come proiettili, ben più come cadenza, dei cannoni degli A-10. Ma è stato un insuccesso sostanziale. In effetti, era semplicemente troppo grossa per un caccia monomotore. Lo sparo causava danni all'aereo, faceva persino allentare il cruscotto e in generale la potenza di fuoco necessaria per distruggere un carro armato era pagata cara. In effetti, è difficile spiegare come mai il Su-25 abbia avuto per lo stesso compito il bicanna, che assieme alla maggiore massa del velivolo, non ha dato problemi di rilievo. Eppure i proiettili sono gli stessi: per quel che vale, un bicanna o addirittura un paio di monocanna sarebbero stati adattissimi allo scopo senza sovraccaricare il MiG, tanto che nemmeno la riduzione della cadenza di tiro a 4.000 c.min è stata sufficiente. Uno dei problemi era il fatto che il cannone era sotto la fusoliera, non nel muso, quindi l'onda d'urto affliggeva la struttura del ventre del velivolo. La manutenzione, nonostante la struttura aperta, era molto complessa. Nell'insieme un diavolo di cannone, ma da usare praticamente solo in caso di guerra: i piloti erano addestrati a sparare solo brevi raffiche (del resto non c'erano che 260 cp a bordo) di 30-40 colpi, e la cadenza era ridotta, anche a vantaggio della durata; ma anche così era difficile non causare danni all'aereo durante lo sparo. Indubbiamente, il precedente bicanna da 23 avrebbe trovato migliore sostituto in un cannone come quello del Su-25, ma per qualche ragione la cosa non è mai stata rettificata. Buon per i MiG e i piloti se davvero il '27 fosse stato equipaggiato, come la NATO credeva, di una gatling da 23 mm.
 
[[File:GSh-301 cropped.jpg|300px|right|thumb| Il GSh-301]]
*NR-30: progettato Nudelmann-Richter, 30x154 mm, 1955, 66 kg, 900 c.min, usato su MiG-19, 21, Yak-9, Su-7-22
 
Line 70 ⟶ 71:
*6K30GSh, idem, idem, 1990, Kasthan e Palma
 
Le armi sovietiche si sono caratterizzate nel concentrare il massimo della potenza di fuoco in pesi e volumi limitati, ricorrendo a principi di funzionamento forse azzardati, ma a quanto pare, funzionali, come il sistema Gast. Se i cannoni americani sono stati per lo più gatling, quelli sovietici hanno quasi raggiunto lo stesso livello di potenza di fuoco con appena due canne anziché sei e di tipo rotante: il Vulcan, per esempio, ha una cadenza di tiro di 6.000 c.min, ma il tempuscolo d'accelerazione fà sì che in una raffica di 1 secondo riesca difficilmente a superare i 3.600 c.min, ovvero quanto riesce a fare un bicanna da 23 mm. Quest'ultimo ha una velocità iniziale più bassa, ma un proiettile quasi due volte più pesante, il che gli dà una notevole potenza distruttiva (sebbene, forse, né così eclatante nel tiro aria-superficie, né così preciso balisticamente nel tiro aria-aria). Questo con un cannone molto più piccolo e pesante meno della metà. Quando i Sovietici sono passati al gatling a 6 canne, sono riusciti a raggiungere non meno di 8.000 c.min, persino troppi per la ridotta riserva di munizioni di bordo, in genere 260 colpi. Questo significa circa 3 secondi di fuoco, se non meno. Data la compattezza di molti aerei sovietici, se sulle armi si è fatto molto, sui proiettili (voluti di grande potenza e calibro), non si sono potuti fare miracoli: essendo di calibro rilevante, se ne sono installati pochi. Il problema non ha riguardato invece molte installazioni navali e terrestri. Tra queste ultime, gli ZU-23 e ZSU-23 sono tra i cannoni di maggior successo di ogni epoca, probabilmente inferiori storicamente solo agli Oerlikon e ai Bofors.
 
I cannoni sovietici hanno potuto godere di una esasperazione nella cadenza di tiro, con una massa ridotta al contempo e un ingombro contenuto. Nonnon hanno mai avuto un tipo 'revolver', e nessun tipo ad alimentazione esterna, come i cannoni 'a motore' (chain gun) americani, che in cambio di una affidabilità di funzionamento data da una fonte esterna, sono però più pesanti, ingombranti, costosi e con minore cadenza di tiro. C'é mancato poco che il GSh-301 non diventasse il cannone del JSF, facendo risparmiare preziosi chili, specie per nella versione VSTOL, che poi ha ottenuto il BK-27 tedesco, altro ottimo cannone, ma pesante 100 kg anziché 42.
 
 
 
Vi sarebbe da parlare anche delle armi pesanti di minor calibro; queste sono mitragliatrici, pertanto non rientrano in questa sezione. In ogni caso vale la pena ricordare come, sebbene non vi siano stati sistemi diffusi come i 'minigun' americani, i sovietici hanno realizzato una valida arma da 12,7 mm a 4 canne per i Mi-24, capace di circa 4.000 c.min, anche se inevitabilmente meno potente del Vulcan da 23 mm dei Cobra americani, almeno contro bersagli corazzati e forse in duello aereo. Il fatto che i Mi-24 sono presto diventati utenti di gunpod da 23 mm e poi del potente cannone bicanna da 30 mm, con notevole soddisfazione dei piloti (il GSh-302 era chiamato 'Singer' per la sua affidabilità ed efficienza), pur senza torretta brandeggiabile, dà l'idea di come la ricerca della potenza sia stata esasperata. Forse l'unico limite della munizione da 30x165 mm è stato proprio il fatto che, per un elicottero, essa sia un pò troppo potente e pesante, almeno per una torretta mobile. Così, il fatto che il Mi-28 abbia un 30 mm mobile, come l'AH-64, non deve ingannare, perché nel caso dell'arma americana essa è un debole 30x113 mm, rivitalizzato dall'impiego di munizioni speciali con capacità HEAT, dato che balisticamente sarebbero state troppo deboli per perforare i mezzi corazzati. Gli sforzi di rinculo che il Mi-28 deve sostenere sono molto maggiori. Forse l'unica installazione davvero sbagliata è stata quella sul MiG-27, che ha causato troppi problemi. Stranamente, nessuno ha pensato di rimpiazzarla con una ragionevole bicanna da 30 oppure due cannoni singoli dello stesso calibro. Questo, specialmente dopo la necessaria riduzione della cadenza da 6 a 4 mila c.min, che aveva reso poco conveniente la soluzione gatling. Quanto ai cannoni da 30 mm navali, essi sono stati i primi veri CIWS navali, fin dai tipi AK-230 delle motocannoniere missilistiche, armi molto potenti per il calibro e con un sistema automatizzato concettualmente molto avanzato. Le navi sovietiche, riccamente armate di artiglierie, hanno poi ottenuto gli AK-630 a sei canne rotanti, che dall'inizio degli anni '70 hanno costituito dei CIWS di alta potenza, superati solo dai Goalkeeper (armati con il cannone dell'A-10) anni dopo. Ogni caccia e incrociatore sovietico era armato di 4 torrette, alle volte 6, mentre le navi americane avevano solo 2 CIWS Phalanx, molto precisi ma pur sempre solo da 20 mm. Lo sviluppo finale, il Kasthan, è diventato il sistema CIWS più potente del mondo, paragonabile al Myriad, che però non è mai entrato in servizio e che, pur tirando 10.000 colpi, sparava con munizioni da 25x137 mm, balisticamente dotate di circa la metà dell'energia dei 30 mm sovietici. Inoltre il Kasthan, nato per gli stessi compiti, integrava anche radar, optronica e una batteria di missili a corto raggio iperveloci. Con lo stesso criterio nacque il Tunsugksa, solo con armi bicanna anziché gatling e anche in questo caso, si tratta della più potente realizzazione della categoria (anche qui c'era un concorrente, l'OTOMATIC, che nonostante le tante buone promesse non è mai stato posto in produzione). Il massimo livello di difesa antimissile-ravvicinata lo ha raggiunto la portaerei Kutzetsov, che tra Kasthan e AK-630 ha totalizzato 132 canne da 30 mm, un valore mai avvicinato da nessuna nave moderna e comparabile solo con realizzazioni della II GM, come l'armamento previsto per la portaerei 'Aquila', con 22 impianti sestupli aventi funzione analoga, ma si trattata di HS-404 da 20 mm; o come la 'Shinano' giapponese, armata con 145 armi da 25 mm. Tale attenzione sovietica per la difesa non era del resto ingiustificata, e come nel caso dell'Asse, dovuta alla superiorità aeronavale americana; da qui la necessità di proteggere il più possibile le proprie navi, specie se si poteva fare con sistemi relativamente semplici e compatti.
 
===Il cannone da 130 mm nella Marina Russa Po, Enrico: ''Il cannone da 130 mm nella Marina Russa'', RID lu 2006===