Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Germania Ovest: differenze tra le versioni

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La 25a Brigata Aeroportata di base a Calw era stata sciolta dopo che il 30 settembre 1996 venne costituita la nuova struttura dell'Heer, ma dall'Aprile di quello stesso anno venne creato il comando forze Speciali o KSK, sulla stessa caserma. Entro il 2000 avrebbe avuto 1.000 elementi e la struttura completa. Naturalmente, questo consente di raggruppare in maniera razionale le varie unità speciali, e di far loro compiere le solite missioni ad esse spettanti con maggiore efficienza: ricognizione, protezione VIP, evacuazione civili, combattimento.
 
 
===Leopard 2<ref>Po, Eugenio: ''Il Leopard 2 oggi'', RID Mar 2005</ref>===
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Le novità sul Leopard 2 però sembrano non finire mai. Tra le ultime esistono Leopard 2 con corazze laterali costituite da skirts di spessore superiore alla norma (già i Leo 2 avevano degli skirts decisamente spessi), ma ultimamente, come anche altri carri, è accaduto che per proteggere il mezzo dai razzi controcarri più moderni. Il Leopard 2 PSO ha mitragliatrice esterna finalmente telecomdandata (prima era tra i pochi a non averla, invece) con lanciatori di granate fumogene e telecamera sopra la torretta, lama apripista anteriore e mimetizzazione 'squadrata' tipica dei mezzi per la guerra urbana (ideata dagli Inglesi), ed è pensato per il combattimento urbano, probabilmente con tutti i kit di corazza installati (prima vennero quelli per la parte anteriore della torretta contro il tiro diretto, poi quello contro munizioni con attacco dall'alto, poi per le mine e infine per i fianchi dello scafo). Infine, l'infaticabile Singapore ha pensato bene di essere il primo utente asiatico del mezzo, con un lotto di Leopard 2A4, non ammodernati particolarmente, ma più che sufficienti per garantire la difesa del piccolo stato da 626 km2, prima dotato, come principali mezzi da combattimento, dei vecchi AMX-13 da 13 tonnellate.
 
Leopard 1 e 2 a confronto (versioni basiche):
*Peso: 40 t vs 55
*Dimensioni: 7,09 (9,543 con il cannone) x 3,25 x 2,61 m vs 7,72 (9,668) x 3,7 x 2,78 m
*Motore: MTU 838 da 830 hp vs MTU MB 873 da 1.500 hp; serbatoio da 995 l vs 1.200
*Prestazioni: 65 kmh vs 72; autonomia max su strada 600 km vs 550; gradino 1,15 m, trincea 3 m e guad 2,25-4 m per entrambi.
*Armi: 1 x 105 mm (60 cp) e 2 x 7,62 (5.500) vs 1x120 (42) + 2 x 7.62 (4.750).
 
===Il PUMA e l'evoluzione del panzergrenadiere<ref>Po, Eugenio: ''PUMA'', RID giu 2006</ref>===
I Tedeschi furono antisignani della meccanizzazione della fanteria, sia pure con i limiti dei mezzi disponibili negli anni '30 e '40. La meccanizzazione dell'Esercito tedesco, in realtà, era inferiore a quanto si potrebbe immaginare: per tutta la guerra, l'uso di cavalli, muli e ogni sorta di mezzo civile e militare catturati fu la prassi (i quadrupedi non furono usati solo nel teatro africano), e anzi verso la fine, con le crescenti carenze di carburante, i Tedeschi usarono ancora di più gli animali da soma. I quali non solo non consumavano idrocarburi, ma potevano all'occorrenza anche essere macellati per ottenerne cibo. Ma l'impressione di modernità data dall'esercito tedesco era dovuta non alla superiorità di mezzi, ma al loro uso tatticamente moderno. Mentre i Francesi, per esempio, avevano migliaia di cingolette porta-armi e materiali, ma non riuscirono a scostarsi dalla pratica di rallentare i carri alla velocità della fanteria. I Tedeschi, invece, resero la fanteria veloce quanto i carri. Per farlo c'erano due vie. Una era il mezzo interamente cingolato, ma si trattava di un lusso. L'altra erano rimedi che spaziavano dall'uso degli stessi carri per portare i fanti (del tutto esposti alle offese nemiche), all'uso di mezzi semicingolati. La mobilità era fondamentale sul campo di battaglia, e gli scafi a ruote multiple e a trazione integrale, molto costosi, vennero piuttosto dati ai reparti da ricognizione. Alla fine restavano solo i semicingolati, complessi da produrre ma non molto costosi. Il Mod. 251 fu il classico mezzo della categoria fin dal '39, offuscato in parte solo dai mezzi americani, dalla sagoma meno inclinata (specie fui fianchi). Questo semicingolato, per quanto più lento dei tipi americani era un eccellente veicolo, anche se esposto sul tetto alle offese nemiche, perché era a cielo aperto. Nel dopoguerra l'uso tattico della fanteria meccanizzata non fu certo dimenticato e la NATO si dotò di numerosi mezzi della categoria. I Tedeschi, ripartito il loro esercito dalla metà degli anni '50, adottarono l'HS-30 o Spz-12-3. Si trattava di un veicolo di progettazione francese, che aveva varie innovazioni per l'epoca. Una era la sagoma bassa e assai sfuggente; un'altra era la corazza piuttosto spessa; ma forse era particolarmente degna di nota la torretta armata di una mitragliera calibro 20 mm, un tipo sensibilmente più potente delle armi da 12,7, anche se molto più costoso. Tant'é che ben presto ci si è orientati verso il 20 mm ad alte prestazioni e poi verso un più decisivo sistema da 25 mm. L'Spz-12 non era privo di difetti, per esempio il motore a benzina che garantiva una buona, ma non eccezionale autonomia su strada di 400 km. Al suo interno c'erano solo 6 fanti più l'equipaggio, anche se erano in grado di combattere anche da dentro il mezzo. Nell'insieme era un veicolo non del tutto soddisfacente, ma pur sempre un mezzo confrontabile concettualmente con l'IFV piuttosto che un semplice APC. Mezzi coevi all'epoca erano l'AMX-13 VCI e L'Pbv 302 svedese. L'HS-30 venne prodotto in oltre 1.800 esemplari ed era concepito per operare assieme ai carri M48. Ma il Leopard era un veicolo più veloce e, forse sopratutto, con motore diesel. Per operarvi assieme il 1 gennaio 1960 venne dato origine al programma MARDER, sviluppato con l'aiuto svizzero. Di questo possente mezzo vennero prodotti 2.136 esemplari dal 1970 al 1976, ma altre fonti parlano di circa 3.000, forse riferendosi al totale della famiglia, che non comprendeva solo l'IFV ma anche i carri armati leggeri TAM, i blindati antiaerei con i missili Roland 2 ecc. I carri, tra l'altro, diedero origine all'IFV sullo stesso scafo, noto come LTCP. Il Marder era un veicolo ammirato e valido, ma sebbene ideale per operare con i Leopard di fatto non venne mai esportato al di fuori della Germania. Per gli altri utenti, come anche per i Tedeschi (nelle unità di seconda linea) c'erano i più semplici M113. Il costo del Marder era troppo alto, anche per il motore da 600 hp. Del resto il derivato del TAM ne aveva uno del 20% più potente, ma ironicamente doveva operare con il carro più leggero della produzione europea.
 
Il Marder aveva un'elevata mobilità, un'ottima corazzatura e un armamento ridotto, di una torretta Kuka di tipo 'senza equipaggio', con la mitragliera da 20 mm Rh-202, con un'alzo sufficiente anche per il tiro a.a. C'erano due mitragliatrici telecomandate esterne e i fanti potevano usare le armi di bordo dall'interno, mentre molti mezzi hanno ottenuto nel corso degli anni un lanciamissili MILAN, per poter ingaggiare anche i carri armati (ma entro un raggio limitato a 2 km). Per la Guerra fredda andava molto bene e solo il Bradley americano e il Warrior britannico erano paragonabili per prestazioni. Il Marder, con le sue 27 t era il più pesante della classe e sacrificava alla protezione (molto elevata, specie nella piastra frontale superiore) la capacità di galleggiare di molti altri mezzi della categoria. A cominciare dal BMP e dall'AMX-10P, entrambi pesanti sulle 13-14 t.
 
Per il dopo-Guerra fredda andava bene, ma prima o poi sarebbe stato necessario da sostituire. Con che cosa, era un problema aperto. Il Marder 2 era destinato ad operare con il Leopard 2, con 3 uomini d'equipaggio e 7 fanti, un armamento senza missili ma con una potente (e molto costosa) arma bicalibro da 35/50 mm RH 503, corazza spessa e motore da 1.000 hp per una massa totale di 42,5 t. Il prototipo venne usato per un ciclo di prove molto intenso, ma non ebbe seguito. Così gli oltre 1.000 esemplari da costruire non vennero mai realizzati e il capostipite si trova adesso nel museo di Munster (dedicato alle truppe corazzate). Il programma, cancellato nel 1992 sull'onda della riunificazione e relativi costi, lasciò il Marder come unico mezzo della categoria nell'Heer, ma progressivamente invecchiato nel tempo, specie perché l'arma da 20 mm, sempre meno efficace contro i blindati moderni, non è stata sostituita con quelle da 25. Nel 2000 si ritornò sulla questione e all'inizio del 2002 venne stabilito a che requisiti dovesse rispondere il futuro SPz-3, diventato improvvisamente una priorità per l'Heer. Il peso doveva essere di 32, 40 o 45 t, variabile a seconda delle necessità (corazza modurale). Nondimeno, doveva essere trasportabile dagli A-400M, grazie allo smontaggio delle corazze pesanti; doveva essere ben protetto contro razzi da fanteria, cannoni automatici e mine, e possedere un sistema ECM contro i missili, dato che sarebbe stato troppo difficile resistere a questi ultimi con la sola protezione. In pratica il mezzo sarebbe stato vulnerabile solo ai cannoni dei carri armati. Poi avrebbe dovuto essere riccamente equipaggiato di elettronica (vetronica) e con un nuovo motore di tipo diesel-elettrico. In sostanza, si trattava di un mezzo ibrido, come alcune auto moderne, ma con la complicazione che si trattava di un cingolato di circa 40 t. Sviluppare questo mezzo dalla Rheinmetall e Krauss MAfferi Wegmann fu però complicato per contenere i costi, al punto che il Ministero della Difesa pensò di abbandonare il programma e comprare mezzi stranieri come il Warrior o addirittura il BMP-3 russo (del resto l'Heer ha avuto per anni centinaia di BMP-1 modificati in servizio, eredità della NVA). Il CV-90 era un altro candidato, e data la sua modernità, una scelta del tutto plausibile, sebbene meno corazzato del desiderato. Alla fine, però, il PANTHER continuò la sua avanzata, fino a chiamarsi, dopo ulteriori evoluzioni, PUMA. Dei 1.152 mezzi previsti, però, solo 400 vennero confermati. Già nella seconda metà del 2002 quasi tutte le caratteristiche finali del mezzo erano state decise, fino a che nel 2003-07 dovevano essere provati i prototipi. L'avvio del programma fu il 20 settembre 2002 con un contratto di studio da quasi 200 mln di euro per il consorzio PSM, il che comportò la nascita di un dimostratore tecnologico completato nel 2005. Era a quel punto previsto che il mezzo, nato con contributi di numerose ditte (tra cui EADS, H&K, Honeywell ecc), fosse seguito da 4 mezzi di pre-produzione costanti ben 363 mln di euro, per poi essere seguiti da altri 405 per un costo di 2,7 mld, a partire dal 2009.
 
Progettato al computer (CAD) con il lavoro di oltre 200 ingegneri, il PUMA è un mezzo apparentemente tradizionale, ma in realtà è un concentrato di tecnologie di alto valore, nato per essere compatibile con l'A-400M e le sue 31,45 t di carico utile. Nondimeno, per operare con tutti i sistemi previsti si è dovuto ridurre il peso con l'uso di leghe leggere e corazze modulari, mentre la torretta è diventata di tipo telecomandato (come sul Marder, ma con una tecnologia diversa); il volume interno, che accoglie 3+6 uomini, è stato contenuto in 10 m3.
 
Il mezzo ha dimensioni di 7,33x3,71x3,05 m, dunque un veicolo dalle misure importanti, sebbene ridotte dalla presenza di una squadra di appena 6 elementi contro i 7 dell'M2, e gli 8 del CV-90. La torretta è molto arretrata e le ruote sono solo 5 per lato.
 
Apparentemente è solo un grosso mezzo moderno della categoria. In pratica è tutto di una generazione avanti rispetto agli altri suoi predecessori. La torretta è telecomandata, il che rende possibile farla più bassa e sopratutto senza il cesto di torretta, che ingombra moltissimo dentro il vano di combattimento, già affollato da una squadra di fanteria e i tanti equipaggiamenti che attualmente sono in uso (con zaini pesanti decine di kg). Tutti i componenti della torretta sono così superiori allo scafo, eccetto ovviamente i comandi, il che evita anche l'accumulo di gas di sparo all'interno del mezzo. Grazie a studi come il VERDI inglese si è maturato negli anni '90 un modo di integrare i sistemi meccanici con quelli elettronici senza precedenti, sistemando l'equipaggio dei veicoli dentro lo scafo. Così tutti e tre gli uomini d'equipaggio sono davanti, conduttore a sinistra del motore e puntatore e capocarro dietro affiancati, più i sei fanti nella parte posteriore del mezzo. La torre è spostata a sinistra e così il capocarro ha una piccola cupola di osservazione indipendente. I sedili sono ergonomici e l'impostazione degli interni aeronautica. Vi sono sistemi NBC e antincendio dei tipi più recenti. Si pensa poi a derivati come i portamortaio da 120 mm e magari in futuro, anche un carro da battaglia, successore del Leopard 2. Come del resto accadde con il Marder divenuto TAM grazie ad una compatta torretta da 105 mm.
 
La meccanica si basa su di un motore MTU MT-892 10 V, da 1.087 hp più trasmissione Renck HSWL 256. Questo motore è parte di una nuova famiglia tra i 4 e i 12 cilindri, con alesaggio da 109-115 mm e potenze fino a1.500 hp, 4 tempi, raffreddato a liquido e un'efficienza tale da superare del 30% i motori delle automobili. Per giunta, con pesi e volumi pari alla metà di sistemi di pari potenza. Così si tratta di un degno successore del MB-837-838 del Leopard 1 e dellMB-873 del Leopard 2, nonché dell'MB-871 del K-1 e dell'MT-883 dei Leclerc arabi; va anche citato l'MT-881 del PzH-2000 e altri tipi avanzati. I motori MT-890 vennero originati dalla richiesta americana di un motore molto compatto, fatta nel 1995 e ottemperata nel 1997 con l'inizio di un programma specifico nel 2000. La versione da 10 litri venne scelta per il PUMA, capace di 1.200 kW/m3, una potenza specifica ben superiore a qualunque altro diesel e con un sistema common rail a 1.800 bar, il tutto controllato da un sistema elettronico CDS. Il risultato è un motore di appena 1,05 x 0,7 x 0,62 m. Il resto lo fa la trasmissione elettronica, che consente 70 kmh avanti e 40 indietro; pesa 1.700 kg contro gli 860 del motore e ha 6+6 marce. Vi è poi un generatore elettrico da 170 kW integrato, usabile anche per fornire energia all'esterno. In tutto il peso è di 3,6 t. Le sospensioni sono idropneumatiche e integrate esternamente al vano di combattimento in una struttura che comprende anche i serbatoi, per evitare incendi interni. La rumorosità scende da 120 dB a non più di 95, altro significativo passo avanti per i mezzi cingolati, mentre la marcia è comoda e lo spazio sotto lo scafo non scende mai sotto i 45 cm, per evitare anche danni da mine. I cingoli sono da 95 kg x metro (contro 120kg-m per il PHz-2000), larghi 50 cm e lunghi 26 m, con sistema di tensione capace di computare anche le variazioni di temperatura e quindi di lunghezza.
 
Dato che la protezione del mezzo è stata accordata alle necessità del dopo-Guerra fredda, quindi cercando di ridurre le perdite umane anche se questo significa mezzi più pesanti e costosi, quindi meno numerosi (ma per gli eserciti moderni vanno bene), il PUMA ha avuto una forte protezione, con la resistenza al 14,5 mm sui 360° e al 30 frontalmente, ma con la possibilità di aumentare la protezione fino a proteggere il mezzo con 8 t di corazze laterali e un tetto resistente alle submunizioni. Inoltre, cosa che ben difficilmente può essere fatta persino sui carri armati modificati appositamente come IFV, fin da subito è stato possibile pensare alla protezione anti-mine, anche da 10 kg sotto lo scafo e di tipo autoforgiante. I sistemi elettronici sono l'EADS-KM MUSS, con un sistema allarme laser MILTAS (con sensibilità fino a 1,65 micron di lunghezza d'onda) e un sistema AN-AAR-60 nel campo UV. La copertura dei 4 sensori è di 95° in direzione e 70° in alzo, il tutto controllato da un computer con processore AMD da 266 MhZ e 64 MB di RAM. Adesso può far sorridere, ma fino a qualche anno fa queste erano prestazioni tipiche di un PC, e poi non è facile militarizzare un processore. In ogni caso è facile che poi il sistema venga aggiornato ulteriormente. Esso controlla anche un sistema di disturbo IR con capacità di ruoare su 360° e 8 lanciagranate fumogeni, anche questi rotanti, capaci di fornire una barriera nel settore laser-IR-visibile.
 
L'armamento comprende l'MK-30-2 con munizioni 30x173 mm come quelle del GAU-8 dell'A-10 e del Goalkeeper. Essa sostituisce l'arma bicalibro da 35x288 e 50x330 mm, per ottenere un migliore bilanciamento tra prestazioni e costi nonostante che Giappone e Olanda abbiano scelto il 35 mm e Svezia e Cora il 40x365R.
 
===Gli Alpini (al 2003)<ref>Barone, Enrico: ''Gli Alpini Tedeschi'', RID Dic 2003</ref>===