Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Italia 1: differenze tra le versioni

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*'''Armamento''': 5 (fino a 7) MG-151 da 20 mm, teoricamente 1.640 kg di bombe o un siluro.
 
Molto simile al P-38 americano, di fatto era quindi molto più grande e della categoria piuttosto di un bombardiere medio-distrutture, qualcosa di simile al Do.217 o al P-61 Black Widow. Era armato pesantemente, per la prima volta omettendo del tutto le armi da 12,7 mm, ma non ebbe fortuna nonostante una lunghissima e tribolata gestazione. Un' altro aereo arrivato troppo tardi per la R.A., e anche per l'ANR.
 
Ora parliamo dell''''[[w:S.M.92|S.M.92]]'''. Qui la situazione era ancora più estremizzata: a parità di motori, qui si cercò una vera macchina bifusoliera. Al solito, alla richiesta della R.A. per un nuovo apparecchio di questo tipo, tutte le industrie aeronautiche italiane risposero disperdendo ancora una volta le loro capacità progettuali in mille rivoli. Così si ebbe il Fiat G.58 (in precedenza, per il concorso del 1938, i CR.50 e 55, tra gli altri), il Caproni Ca.380, il Re.2005 bifusoliera. Nessun risultato materiale, eccetto che con l'S.M.92. Questo aveva un abitacolo particolare: anziché essere sospeso all'ala centrale, esso era direttamente nella fusoliera di sinistra. Venne ordinato l'MM.531 il 15 dicembre 1942, ma non venne completato in tempo e volò solo il 12 novembre 1943 a Varese, pilotato dal solito duo Moggi-Balzarini. Durante i collaudi di quest'aereo, il 17 marzo 1944, vi fu un attacco da parte di un Macchi 205V che lo scambiò per un P-38, nonostante le insegne crociate tedesche. Dopo un atterraggio d'emergenza dovuto ai danni subiti, rimase in riparazione per 3 mesi. Dall'estate del '44 fu ancora disponibile per attività di volo, ma era destino che non sopravvivesse alla guerra: il 27 dicembre 1944 venne distrutto a Vergiate assieme al secondo S.M.91.
 
Come era nel dettaglio l'SM.92? Il posto di pilotaggio sulla fusoliera sinistra ovviamente dava minore resistenza aerodinamica, ma questo era pagato con una visuale meno completa del settore destro. Le due travi di coda avevano altrettanti timoni verticali, uno orizzontale invece le collegava e in mezzo c'era una carenatura che comprendeva una Breda da 12,7 mm telecomandata, forse l'unico tipo di arma caudale su di un aereo italiano. Come armi offensive c'erano due Breda in ciascun muso, due cannoni a metà ala, un altro sulla fusoliera destra (mentre la sinistra aveva il doppio abitacolo in tandem). Per il resto era un' aereo capace di prestazioni superiori al precedente, ma ancora di pochissimo inferiori ai 620 kmh richiesti. Sarebbe stato un bombardiere-silurante e caccia pesante impressionante, ma come il '91, non ebbe alcuna fortuna data la situazione critica che si viveva all'epoca.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 13,7 m, apertura alare 18,55 m, altezza 4,15 m, superficie alare 38,52 m2