Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-77: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: apostrofo dopo l'articolo indeterminativo
Riga 123:
===Harrier nel Golfo, 1991<ref>Trouchet, Lucio:''VSTOL nel Golfo'',JP-4 Novembre 1991, p.28-35</ref>===
[[Immagine:AV-8B Harrier formation VMA-513.JPG|300px|right|thumb|Il VMA-513 quasi al completo]]
Dei 2.790 aerei ad ala fissa impiegati durante Desert Storm, 86 erano AV-8B Harrier dell'USMC. Il Corpo dei Marines ha sempre guardato con interesse all'Harrier ed era naturale che lo usasse per quella che fin'allora fu la sua più importante partecipazione bellica dalla guerra del Vietnam. Così, già il 15 agosto 1990 i cacciabombardieri del VMA-311 'Tomcats' decollarono al completo lasciando Yuma e dirigendosi a Cherry Point. Da lì, 3 giorni dopo sarebbe partito per un volo notturno sull'Atlantico. Destinazione Rota, Spagna. Riforniti in volo dai formidabili KC-10, i 20 caccia riuscirono a percorrere tutta la distanza in 8 ore. Poi, dopo appena 15 ore di riposo decollarono per un' altro 'balzo' di 8 ore fino in Barhaim, con la completa dotazione per autodifesa: missili AIM-9 e 300 colpi di cannone per gli aerei, la Beretta 92 per i piloti. Il moltiplicatore di forze costituito dalle aerocisterne, anzi dai KC-10 Extender anche qui dimostrò tutto il suo valore, come la preparazione dei piloti per missioni globali che già allora era in loro possesso, in un'epoca in cui attraversare l'Atlantico di corsa significava andare a fronteggiare il Patto di Varsavia: capacità che sarebbe tornata buona per altri incarichi. A questa prima dimostrazione della determinazione americana ne sarebbero seguite altre: da Cherry Point, dove erano basati ma inizialmente non mobilitati, giunsero così il VMA-542 'Tigers' e il VMA-331 'Bumblebees', il primo dei due partito con la stessa rotta e la stessa meta del 311, il 19 agosto. L'altro era invece imbarcato direttamente sulla USS Nassau della classe 'Tarawa', le gigantesche portaelicotteri d'assalto anfibio capaci di operare anche con aerei VSTOL. Nel frattempo il VMA-311 venne trasferito sulla King Abdul Aziz AB, 170 km appena dal confine, con il Kuwait. Successe il 20 agosto, per ottenere un tempo d'intervento estremamente ridotto contro eventuali avanzate irakene: circa 15 minuti se non meno. Certo che questo era vero anche dal punto di vista opposto: l'aviazione irakena avrebbe potuto colpire questa base senza trovare molti ostacoli, anche perché si trattava di una semplice striscia d'asfalto di dubbia qualità da 2.100 m, collegata ad un campo di calcio con un parcheggio. Questo era tutto quello che c'era alla King Abdul Aziz, solo una struttura civile riattata per ospitare gli Harrier. Di sistemi difensivi o di hangar non c'era traccia, mentre il sole e la sabbia dominavano il paesaggio e mettevano a dura prova uomini e macchine. I Genieri dei Marines sistemarono la zona a mò di base aerea e con il passare del tempo, mentre la guerra non era ancora scoppiata, aumentarono gli ospiti e gli apprestamenti. Arrivò in particolare il VMA-542 a novembre, il VMA-231 a fine dicembre, che seguì la rotta pacifica facendo scalo in Giappone dopo essere decollato da Cherry Point; il detachement B del VMA-513 di Yuma, con sei apparecchi arrivati con la USS Tarawa, ma sbarcati a gennaio per servire a terra. A quel punto nella sola base avanzata per Harrier c'erano qualcosa come 66 AV-8B e 20 OV-10 dei VMO-1 e -2, più elicotteri e qualche volta KC-130 o C-130 Medevac. Nel contempo questo campo avanzato ha visto aumentare il personale da 400 a 3.500 militari. Molto potere e poco spazio facevano di questo aeroporto un nemico temibile e al tempo stesso un bersaglio invitante, nonché una struttura palesemente affaticata. Vale la pena ricordare che l'Iran, a suo tempo, era stato dotato di super-basi aeree dimensionate per ospitare tutti gli apparecchi mobilitati per Desert Storm, chiaramente in funzione anti-sovietica. Ma l'Arabia Saudita, nonostante le ingenti somme di denaro e l'alleanza con gli USA non ha mai fatto altrettanto e la carenza di basi aeree è stato un problema grave per tutta la durata della crisi. Gli Harrier decollavano utilizzando circa 600 metri di pista e atterrando verticalmente: era possibile fare atterrare qualcosa come 24 aerei in 2 minuti e mezzo, ma poi i rifugi a terra erano solo dei piazzali lungo la pista. Il FOD era un vero problema per gli Harrier e non da meno il logorio inevitabile dell'asfalto, specie con gli atterraggi verticali. I motori sostituiti per gli 'oggetti estranei' ingurgitati sono stati piuttosto pochi ma solo con molte precauzioni per limitare il problema. Per decongestionare la base principale e per avvicinarsi al fronte è stata costruita dai genieri dell'USMC anche la base di Tanajib, ad appena 60 km dal confine, capace di far operare fino a 10 Harrier. Con la stagione 'fredda' le cose sono migliorate e l'addestramento ha visto operazioni simulate con F-18 e Prowler EA-6B in attacchi coordinati. Oramai si faceva sul serio, e gli equipaggi si sono abituati alla mancanza di punti di riferimento utilizzando l'INS e prendendo confidenza con i loro settori d'operazioni, cosa che ha permesso di acquisire la capacità di scoprire dall'ampio tettuccio del caccia obiettivi piccoli anche a media quota, ma la vera soluzione è stato mandare in azione gli Harrier assistiti dagli F-18D come FAC.
 
Quando è scoppiata la guerra gli AV-8 hanno cominciato la loro attività sopratutto in funzione 'anti-artiglieria' nel Kuwait, poi, dopo questo primo periodo in cui hanno sopratutto svolto il servizio d'allarme 'a chiamata' con decollo dalle basi, hanno cominciato a volare le missioni CAS, ma in ogni caso il Kuwait meridionale è stato il loro campo di battaglia per quasi tutta la guerra. Solo negli ultimi 10 giorni hanno attaccato obiettivi a Nord di Kuwait City. Le missioni sono state volate di giorno per la maggior parte; ma anche la notte c'é stata attività, restando in allerta per eventuali necessità d'appoggio e partecipando con gli OV-10 come 'laseratori' ad attacchi di precisione. Gli OV-10 avevano il sistema laser ANGLICO su di una speciale torretta inferiore e gli Harrier usavano i missili Maverick a guida laser semiattiva, ovvero i C, che erano stati voluti sopratutto dall'USMC per compiti d'appoggio ravvicinato.