Dati utili per wargamers/Armi sovietiche 1: differenze tra le versioni

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Un altro caso vide un F-105F che riuscì a colpire con entrambi gli Shrike (altra arma non famosa per la sua affidabilità) dei siti SAM (gli SA-2 avevano una gittata maggiore degli Shrike antiradar, così era necessario entrare nel loro raggio d’azione prima di sparare, oppure correre il rischio del volo a bassissime quote, dove la contraerea leggera era in attesa), nel mentre venne sottoposto al lancio di 10 missili e il settimo di questi danneggiò con le schegge i serbatoi dell'aereo, tanto che esso cadde appena prima del rifornimento in volo che l’avrebbe salvato.
 
Durante la 'guerra degli undici giorni', l'Operazione Linebacker II, circa 1200 SA-2 vennero tirati contro gli aerei americani e in particolare i B-52. Nonostante l'abbondanza di ECM 15 bombardieri vennero abbattuti e parecchi altri danneggiati (1-2 aerei sono stati rivendicati dai MiG-21). Gli SA-2 avevano un basso PK (ovvero Probabilità of Kill), ma nondimeno causarono un danno che non ebbe precedenti per la storia del SAC nè avrebbe avuto seguiti. I missili SA-2, come del resto gli Styx erano armi ben disegnate e basicamente affidabili, e con le loro dimensioni offrivano ampi spazi per l’aggiornamento. Le copie cinesi chiamate HQ-2 erano inizialmente largamente inferiori agli originali sovietici, come dimostrato dall’insoddisfazione degli iraniani che le comprarono per difendersi dalle incursioni dei Foxbat irakeni (e sovietici). Attualmente gli SA-2 cinesi sono armi altamente evolute, come le FT-2000. Avendo il 50% in più di massa rispetto ad un SA-10 si può capire come, a parità di tecnologie, gli SA-2 potrebbero offrire prestazioni molto superiori (l’esatto equivalente potrebbe essere l’SA-12B Giant), cominciando con un motore a propellente solido ed elettronica transistorizzata. Vari aggiornamenti sovietici vennero tentati per l’SA-2, il più recente dei quali diede vita ad un 'arma potente, l’SA-2F dotata anche di capacità ECCM.
 
Per quello che riguarda l’Operazione Linebacker II, nessuno sa cosa sarebbe successo se i sistemi di guida degli SA-2, fossero stati drasticamente modificati, adottando per esempio i sistemi di guida dell’SA-6 o del fratello maggiore SA-4, ovvero un sistema semiattivo contro il quale all’epoca non vi erano contromisure disponibili, oppure un sistema ARM per usare le emissioni ECM come faro-guida, oppure le teste di ricerca di missili come gli AA-3/5/6, disponibili anche con sistemi IR, molto più insidiosi da contrastare degli apparati radar, essendo del tutto passivi ed essendo difficile per un bombardiere a 8 turbogetti assiali in volo nella stratosfera rendersi ‘irreperibile’alla localizzazione infrarossa. Elevare il rateo di colpi a segno da circa il 2 anche soltanto al 5% avrebbe provocato perdite disastrose alle formazioni del SAC inviate in azione, ma per loro fortuna le tecnologie disponibili per attaccarli al meglio non erano applicate ai SAM nordvietnamiti. Da notare, infine, che gli SA-2 e 3 hanno ricevuto nel tempo una telecamera per gli ingaggi diurni senza radar di tiro. Questa gli consente anche tiri contro bersagli in superficie, anche se non vi è molto che possa valere un missile di questo tipo da colpire sul terreno questo ha vari significati: per esempio la capacità di funzionare (solo di giorno, non si tratta di una telecamera notturna) anche senza i radar accesi, la possibilità di uso in azioni di difesa costiera (antinave) e la capacità di ingaggio anche di bersagli in volo radente. Nonostante la loro età e le immense difficoltà, questi missili hanno continuato ad operare con efficacia in conflitti recenti: nel 1991 un Tornado inglese, un F-14, almeno un F-16 sono stati abbattuti dagli SA-2, mentre nel 1999 l’F-16 e l’F-117 distrutti vennero abbattuti da SA-3. Questi ultimi sono abbastanza efficaci da poter ingaggiare missili AA-7 Aphex lanciati a mò di bersagli, nonostante siano piccoli ed estremamente veloci rispetto ad un aereo.
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I missili ‘two digit’ sovietici hanno avuto poco tempo per sostituire i vecchi ‘single digit’. Gli SA-10 sono stati i primi ad entrare in servizio -o almeno ad esserne rilevati- e ingenti quantità sono state costruite già entro il 1986, quando si contavano non meno di 60 siti di lancio. Essi sono i sostituti degli SA-2, possono ingaggiare bersagli molto difficili ed eseguire fino a sei ingaggi simultaneamente. Anche se le prime versioni non erano sofisticate come le successive, si tratta di un enorme miglioramento rispetto agli SA-2, ma è un miglioramento costoso di cui pochi hanno potuto beneficiare. Ancora più costoso è l’SA-12, sostituto mobile dell’SA-4. Per quanto sia il sistema più sofisticato tra tutti (l’SA-10 era già comparabile al Patriot, che entrò in servizio qualche anno dopo), il suo costo lo ha reso assai impopolare rispetto alla versione semovente dell’SA-10, che ha l’unico svantaggio di avere autocarri a trazione integrale piuttosto che cingolati. Vale comunque ricordare che l’SA-12, nonostante sia stato pensato come arma campale, può ingaggiare fino a 12 bersagli in simultanea con 2 o 3 missili l’uno, ed è efficace pure contro missili balistici a medio raggio. Altri SAM di nuova generazione sono stati l’SA-11 pensato in sostituzione dell’SA-6, con capacità molto superiori in termini di guida, ma anche qui, prodotto in un numero molto inferiore, e l’SA-15, successore del Gecko, arrivato in servizio solo nel 1990 circa (ma la versione navale venne introdotta molto tempo prima). Infine vi è il 2S6 (dove 2S significa artiglieria semovente, 6 è il numero del modello) Tunguska, sistema con cannone e missili SA-19 combinati, entrato in servizio attorno al 1986. Esso è un eccellente sistema, il migliore della categoria, ma ben lungi dal rimpiazzare gli oltre 6.000 ZSU-23-4 distribuiti in dozzine di nazioni e movimenti di guerriglia.
 
Le armi più vecchie, per quanto obsolete, sono piuttosto buone e molto diffuse, pertanto meritevoli di notevole interesse. Il Patto di Varsavia aveva cannoni e mitragliatrici dal 12,7 al 130 mm, generalmente di eccellenti qualità balistiche e potenza di fuoco. Le mitragliere erano le efficaci KPV da 14,5 mm, circa il doppio più potenti delle armi da 12,7mm, e le armi da 23mm ZU-23 e semoventi ZSU, anch’esse ottime e dall’elevata potenza di fuoco. Entrambi questi sistemi, soprattutto il secondo, erano molto temuti per l’efficienza dimostrata durante la guerra del Kippur. I cannoni di maggiore calibro erano gli S-60 da 57mm, altre eccellenti artiglierie, e la versione semovente ZSU-57-2. Questo è a tutt’oggi il semovente d’artiglieria più potente entrato in servizio, ma pare che non sia riuscito molto bene e presto cedette il campo allo Shilka, nonostante il calibro molto minore. Lo stesso accadde negli Usa quando il Duster da 40mm venne sostituito dal Vulcan da 20. In Germania invece si rimase al medio calibro, e il Duster venne rimpiazzato dal Gepard da 35mm. Combinare calibri elevati con moderni sistemi di alimentazione e di controllo del tiro comportò peraltro un costo notevole e un peso di circa 45 t. Altre armi erano i vecchi cannoni da 37, 85, 100 e anche 130 mm. Nell’insieme un complesso da non sottovalutare anche in termini numerici: solo la Romania , per la sola aviazione, al 1996, deteneva 1014 ZPU-4, 1250 binate da 30mm (in Cecoslovacchia e Romania sostituivano le armi da 23mm, rispetto a cui presentavano pregi e difetti), 370 S-60 e 320 KS-19 da 100mm. La Germania Est aveva, tra l’altro, 924 impianti binati da 23mm e 128 ZSU. Per inciso, la perdita del Tornado italiano nel 1991 viene attribuita ad un 'arma da 23mm, il che parla con chiarezza sui pericoli che anche i bombardieri più avanzati correvano contro difese antiaeree tanto dense e stratificate, anche se equipaggiate con materiali non particolarmente moderni. Una missione della RAF venne annullata quando, giunti senza il vantaggio della sorpresa vicino ad un aeroporto, i piloti videro una ‘grande corona di traccianti che saliva fitta fino al cielo’, che costituiva la somma di tutte le difese antiaeree che gli irakeni avevano. Anche per questo le missioni a bassa quota vennero terminate il prima possibile in favore di quelle a quote più alte. Era possibile disturbare i radar ed eliminare i relativamente pochi ed identificabili siti SAM a lunga gittata, ma era pressoché impossibile assicurarsi che i vari sistemi a corto raggio fossero tutti neutralizzati, anche perché questi partivano dagli AK-47 del singolo fante in su. Un pilota di Jaguar si ritrovò il casco spaccato in due da una sua pallottola, durante un raid a bassa quota diurno. Due A-10 vennero abbattuti da una stessa batteria di SA-13, una delle poche presenti nell’Esercito irakeno. Un giorno infausto fu quello in cui incorsero i Lucky Devils, uno dei reparti su F-16, che vennero inviati su Baghdad. Per un errore di comunicazioni, la scorta Wild Weasel non li protesse e vari SAM iniziarono a bersagliarli, nonostante la protezione ECM che ciascun apparecchio aveva. Un F-16 venne abbattuto da un SA-2, un altro danneggiato fatalmente da un SA-3, e un terzo venne graziato da un SA-6 che gli sfiorò l’ala ma la spoletta non fece detonare i 90 kg di testata disponibili e il caccia fu ‘graziato’ dopo essere stato battuto dal SAM. Se su Baghdad in quel giorno vi fossero stati SA-10 e 11 le perdite di F-16 sarebbero state ben maggiori, o forse più correttamente, semplicemente nessun F-16 sarebbe stato inviato sopra la capitale irakena.
 
Tra le armi controcarro, anche qui vale la solita filosofia sovietica della produzione in massa di sistemi economici, ragionevolmente efficaci e numerosi abbastanza da essere distribuiti in larga misura alla fanteria e ai reparti d’altro tipo. Come nella maggior parte degli armamenti sovietici, non ci si deve dunque aspettare armi che i costi, le esigenze di produzione e le possibilità tecnologiche sovietiche non consentivano, ma l’ottimizzazione del rapporto costo-efficacia tenendo conto dei parametri di cui sopra. Tra queste armi, le più famose sono i lanciarazzi RPG e i missili AT-3. Entrambi sono stati sia temuti e ammirati, che accusati, non certo a torto, di essere poco precisi. L’AT-3 è apparso come sistema CLOS, anche se l’ultimo modello aveva guida SACLOS (semi-automatica). L’RPG-7 è un sistema portatile con un razzo, una sorta di incrocio tra il bazooka e il Panzerfaust: ha la munizione di calibro maggiorato rispetto al tubo di lancio, ma è riutilizzabile come nel caso del Bazooka. Spesso viene lamentata la qualità delle munizioni, poco propense ad esplodere o a perforare quanto dovuto. Eppure si tratta di un lanciarazzi popolarissimo, largamente usato e con un raggio maggiore di quello tipico delle armi della categoria. Le munizioni usate da milizie o da Paesi sotto embargo sono spesso molto vecchie, mal conservate e nell’insieme non forniscono le prestazioni per le quali sono state costruite. Inoltre le copie cinesi non si sono dimostrate all’altezza degli originali sovietici, ma sono largamente diffuse a propria volta. Il principio della carica cava richiede molta precisione e meglio la granata è realizzata, più acciaio perfora. Le munizioni comprendono anche semplici testate HE. In ogni caso, a parte i lanciarazzi successivi RPG 18/22/26/27/29, tutti molto migliorati, l’aggiornamento dell’ RPG-7 è facile: basta sostituire il razzo PG-7 con altri, il più recente dei quali è l’PG-7VR, con testata in tandem da 105 mm, con 650 mm di perforazione contro 300-400 dell’originale e del modello migliorato PG-7M. Questo è abbastanza per causare problemi ai carri sovietici moderni senza ERA e anche ai veicoli occidentali analoghi con tiri sui fianchi o angolati dall’alto, ed è grossomodo simile a quanto possibile con i costosi e pesanti sistemi occidentali monouso come il Panzerfaust 3 (700mm, raggio dichiarato 330m). I missili AT-3 sono anch’essi usati e copiati largamente (Kung Fu taiwanese, copie cinesi, Raad iraniano). Essi hanno rappresentato un’altra svolta epocale: pesavano come un missile Cobra (circa 11 kg) a medio raggio, agevoli da portare ed economici, ma raggiungevano la gittata di 3 km, come l’SS-11 (27 kg) e i primi TOW (22 kg), che ne consentiva l’uso da distanze di relativa sicurezza (la migliore precisione si otteneva tra 1 e 2,5 km) rispetto alla reazione nemica. Questo risultato, praticamente mai ripetuto in termini di peso/gittata, non era privo di punti deboli: la velocità era bassa con 27 secondi sulla distanza massima, abbastanza perché il carro armato potesse cercare di manovrare o anche sparare in direzione del lanciamissili, anche senza localizzarlo esattamente. La guida CLOS richiedeva grande concentrazione e abilità del lanciatore, anche se era a prova di ECM. Il Sagger fu l’autore della distruzione di centinaia di carri israeliani, assieme agli RPG e SPG (cannoni senza rinculo). La cosa straordinaria di quest’arma era non soltanto la gittata da ATGW pesante, ma anche il fatto che esso era tanto piccolo ed economico da essere distribuito ad ogni squadra fanteria meccanizzata con i BMP-1 (che peraltro non erano la piattaforma di tiro ideale per il loro uso, ma era pur sempre una innovazione per un mezzo da fanteria degli anni ’60, non replicata fino al M2 Bradley). Quanto alla guida manuale (con joystick) e la lentezza, entrambe erano tipiche di tutte le armi controcarro dell’epoca (anni ’60).