Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: differenze tra le versioni

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La Marina aveva anche un piccolo ma ben addestrato nucleo di fanteria di marina, il battaglione S.Marco, con compiti relativamente convenzionali e con una parte dei numerosi elicotteri impiegati per le loro azioni di sbarco quando necessario. A parte questo c'era il CONSUBIN, ancora più piccolo e ancora più d'elite, che manteneva la tradizione nel campo delle azioni subacquee d'assalto, come il sabotaggio e minamento, con armi ed equipaggiamenti altamente specifici e spesso segreti, tra cui minisommergibili. Almeno 3 navi potevano supportarne l'azione.
 
La difesa dalle mine non era invece altrettanto brillante, visto che i vecchi dragamine erano non moltissimi, specie considerando che il 90% delle importazioni avveniva via mare, e solo all'epoca stavano entrando in servizio i primi cacciamine 'Lerici' con scafo resistente e amagnetico al tempo stesso grazie ad un' unico stampo in GRP (che peraltro, deve avere creato un problema d'inquinamento non indifferente data la tossicità delle resine sintetiche), sonar americano AN/SQQ-14, un MIN di realizzazione nazionale (il Pluto, pesante 1.300 kg) più grosso e capace dei due soliti PAP-104 francesi imbarcati nei cacciamine NATO (ma il problema era che, forse proprio per questo, ne era disponibile solo uno..) e un team di 6 sommozzatori, che fanno parte di un altro nucleo della Marina, differente dagli incursori e dai marò. Certo che si trattava di poca cosa, assieme 32 navi di vecchio tipo, in 7 casi si trattava (classe 'Castagno' di dragamine modificati in cacciamine), ma per lo più erano navi litoranee o costiere di tipo del tutto obsoleto. Si pensava ad altri 6 'Lerici', ma poi sarebbero state costruite addirittura 8 'Gaeta', assai più grandi e capaci. Peraltro questo sarebbe avvenuto non senza prima radiare dal servizio praticamente tutte le altre navi fino a che, tolti di mezzo anche i 'Castagno', la MM rimase con una forza di 12 moderni, ma piuttosto pochi, cacciamine. Era la fine degli anni '90, peraltro, e obiettivamente non c'erano molti nemici all'orizzonte intenti a minare le acque italiane: la flotta russa del Mediterraneo era solo un ricordo, e anzi può stupire che questo programma sia andato avanti ugualmente benché per l'appunto non vi fossero più molte ragioni per attuarlo. Assai più attuali sarebbero diventate, con la loro relativa economicità, le corvette e i pattugliatori, tanto che una serie di questi ultimi, da 1.500 t, avrebbero rimpiazzato gli aliscafi 'Sparviero' pensati come navi d'attacco. La dotazione d'armamento per le nuove navi ha visto essenzialmente i cannoni da 76 mm e un paio di mitragliere. A proposito dei primi, se le 'Minerva' hanno avuto ancora i 'Compatto' e le prime 4 NUMC da 1.500 t i 'Super Rapido', molte navi sono state in realtà armate con cannoni di vecchio tipo. La sagoma squadrata delle torri tipo MM da 76 mm si è così stagliata, dando un effetto piuttosto battagliero, sul ponte di coperta dei 'Cassiopea', ma anche delle 'S.Marco' (le prime due quantomeno) e persino delle 'Stromboli' da rifornimento in mare. Questo armamento non era particolarmente moderno e capace di offrire difesa antimissile valida, anche se indubbiamente era qualcosa; ma venne adottato in quanto si trattava di rimanenze di magazzino proveniente da vecchie navi dismesse, forse anche i due vecchi caccia 'Impavido'. Del resto i due cannoni da 127 mm 'Compatto' tolti dagli 'Audace' aggiornati sono stati ammodernati e poi messi sui 'De la Penne' nei primi anni '90.
 
== Note ==