Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Giappone: differenze tra le versioni

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In sostanza, se vi è l'esigenza di comprare 100 aerei, non è che li si ordini subito e tutti e poi li si paghi anno per anno; li si paga anno per anno, ma in base alle possibilità date dal bilancio annuale della Difesa, il che significa che non c'é modo di sapere quando e con che numero finale verranno comprati quei 100 aerei programmati. Quello che è certo è che la programmazione di questo tipo è già ben poco efficiente negli USA, anche se si può in genere contare su numeri piuttosto congrui date le dimensioni di tale apparato bellico. Nel caso di nazioni medio-piccole, la cosa tende ancora di più ad alzare il costo unitario, rendendo inefficiente la produzione con linee aperte per decenni, come è successo per gli F-15: alla fine ne sono stati comprati oltre 200, ma tra il 1981 e il 1999. Chiaramente, sarebbe stato ben più economico se si fosse accettato di comprare tali aerei ordinandoli in modo tale da produrli in 5-6 anni. Evidentemente questa inefficienza ha anche altre cause: al Giappone è stato proibito di vendere armamenti, mentre non vi sono problemi se li importa (cosa che getta più di un'ombra sulla reale necessità di questo obbligo che dura dal 1945, visto che certamente il punto non è quello di impedire al Giappone di riarmarsi), per cui eccetto veicoli a trazione integrale utilizzabili anche nel settore militare con poche modifiche, il Giappone non ha nessun modo di suddividere i costi di sviluppo e produzione con l'acquisizione di commesse estere, e d'altro canto non può ordinare alle proprie industrie per le sole esigenze interne tutto quello che gli consentirebbe di tenerle aperte e farle funzionare a pieno ritmo: per giunta, eccetto che con le produzioni di materiale estero su licenza è praticamente inattivo nel settore delle collaborazioni internazionali.
 
Tutto questo rende probabilmente un' affare prettamente politico la produzione a ritmi lenti dei sistemi giapponesi, sostenendo l'industria bellica con commesse minuscole ma costanti negli anni, ma il risultato è quello di costruire mezzi puntualmente più costosi del previsto e di ogni altro sistema analogo nel mondo. Il Mitsubishi F.2 ha avuto vari contrattempi e il costo ha raggiunto e superato, al 1992, i 250 miliardi di yen/2.300 miliardi di lire per una produzione di sole 130 macchine che doveva ancora iniziare. Tutto questo per avere una sorta di clone dell'F-16, sia pure maggiormente versato nell'attacco a bassa quota, da produrre dopo 20 anni dall'entrata in servizio del modello base negli USA.
 
L'unica eccezione a questo stato di cose sono i cantieri navali, che lavorano con ritmi piuttosto sostenuti anche per le commesse militari e possono costruire navi in serie con relativa efficienza: ogni anno un paio di cacciatorpediniere, un sottomarino, e altre anvi minori. I Giapponesi hanno stabilito che gli servono circa 16 sottomarini, così si permettono una età media di 10 anni circa per la flotta, dopo di ché 'buttano via' navi che in altre parti del mondo terrebbero ben volentieri per 25-30 anni, destinandole alla riserva, come navi scuola o per le proverbiali lamette da barba.