Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Anglosassoni: differenze tra le versioni
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Fin da quando le [[w:Americhe|Americhe]] vennero scoperte, oramai oltre 500 anni fa, si delineò per loro un destino diverso. Sebbene l'America settentrionale fosse più vicina al continente europeo, la mancanza di civiltà evolute e delle conseguenti ricchezze da depredare non sembravano costituire un'attrattiva sufficientemente valida per gli conquistatori europei. La loro azione si spinse così entro l'odierno Messico, scendendo poi via via all'America meridionale vera e propria.
Gli USA vinsero l'avversione all'isolamento nel 1917, e si ripeterono con molta più efficacia nel 1941, ritrovandosi
I Britannici, da sempre più 'angloamericani' che europei, sono un pò l'anello di congiunzione tra Washington e Bruxelles. Anche se costretti da motivazioni d'opportunità ad allearsi con i Francesi
Nell'insieme, pur seguendo una propria storia tecnica ed operativa, i Britannici hanno testimoniato sia la loro decadenza, iniziata dalla crisi economica postbellica (il razionamento andò avanti persino più che in Italia, fino al '54) e proseguita con la decadenza dell'Impero, da cui se non altro si districarono con stile e poche perdite (specie se comparati ai Francesi). Nemmeno lo schiaffo diplomatico rimediato da Washington per l'attacco all'Egitto (militarmente eseguito a regola d'arte, ma politicamente un disastro) ha allontanato Londra dalla sua linea politica vicina a Washington. Le decisioni dei governi, sopratutto laburisti, di privarsi dei caccia e poi delle portaerei, hanno portato in grave crisi le sue Forze armate e la ricca e avanzata industria bellica, che ha subito drastici ridimensionamenti. Alle volte con risvolti beffardi, come accadde nel dopoguerra con l'Alleato sovietico. Oggi quasi non ci si ricorda più di quest'episodio, ma la fornitura di decine di motori Derwent e Nene rese possibile il salto in avanti dei sovietici, che ci misero pochissimo a recuperare il gap con gli occidentali nel settore motori, coniugandolo agli studi aerodinamici di provenienza tedesca. Il risultato fu il MiG-15 e i suoi discendenti.
I Britannici, tecnologicamente leader in Europa (specie nel settore motori, dove erano i fornitori di tutti i tipi di aerei italiani), si sono ritrovati costretti a reinventare la ruota con escamotage (Sea Harrier) o collaborazioni europee (Tornado, quando oltre 10 anni prima si poteva ottenere il TSR.2). L'efficienza e professionalità degli uomini sul campo, tutti professionisti (come anche gli Americani, eccetto che ai tempi del Vietnam) non sono mai stati in discussione, e anzi hanno fatto indubbiamente scuola per scaltrezza e attitudine a combattere in ogni ambito, vincendo con poche perdite, dalle Falklands al Golfo.
Quanto agli altri, i Canadesi sono 'anglosassoni', ma non in maniera completa (il francese è la loro seconda lingua)e certo ambigua: di fatto sono sia molto polemici con i vicini di casa, sia, per forza di cose, necessariamente legati a loro e ai Britannici nei programmi e decisioni politiche (tra cui il grosso delle loro forze tattiche mandato in Europa durante il confronto tra i Blocchi). Quindi nell'insieme fanno parte di quello che si può definire il 'mondo anglosassone'.
Gli Australiani sono un altro caso a sé, ma come parte del Commonwealth e come nazione di lingua e cultura anglosassoni (ma in una versione molto 'costumized'), sono distinti nettamente dall'area geografica in cui si trovano, così come i vicini neozelandesi, a suo tempo ben rappresentati anche militarmente (i 'Kiwi' furono ottimi combattenti, come anche gli Australiani, durante i conflitti mondiali, e nell'ultimo di questi fornirono ben 50.000 piloti, e numerosi reparti di volo), ma attualmente pressoché disarmati.
Vi sono anche altre nazioni che si potrebbero definire 'anglosassoni', ma in maniera ben più sfumata, sia per ragioni etniche, che politiche, che storiche. Il Sudafrica, per esempio, è un caso-limite, ma pur essendo legatissimo alla Gran Bretagna, nel dopoguerra la sua politica di Apartheid lo ha portato ad un lungo isolamento e a scelte ed evoluzioni sostanzialmente autoctone, per cui definirlo un Paese 'anglosassone' (quando né la sua gente, né la sua lingua si potrebbero totalmente definire in tal senso) è una forzatura e verrà quindi trattato nel libro dedicato all'Africa, dove è la sua ragion d'essere e il senso delle sue vicissitudini dal secondo dopoguerra in poi.
Buona lettura.
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