Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iraq-Iran: differenze tra le versioni

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===L'attaccoGli aopposti terraschieramenti===
Dopo che la situazione era degenerata e priva di sbocchi politici, gli irakeni attaccarono in grande stile, sperando in una rapida vittoria. Erano le 14 del 22 settembre 1980, e i primi ad entrare oltreconfine furono i T-62 della 6a Divisione corazzata.
 
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Quanto alle basi, queste potevano ospitare anche 3.000 aerei messe tutte insieme ed erano riccamente dotate di hangar, anche sotterranei, e depositi di ogni sorta, con una tale quantità di armi che continuarono a servirsene persino durante la metà degli anni '80, dopo 5-6 anni di guerra.
 
La Marina era la 'Cenerentola' della situazione. Ma lo Shah stava facendo piani interessanti anche per questa forza. C'erano in ballo ben 6 cacciatorpediniere 'Spruance migliorati' ovvero i 'Kouroush'. Questi erano chiaramente i più potenti cacciatorpediniere multiruolo dell'epoca. Gli 'Spruance' americani erano navi-contenitore decisamente capieni, ma anche criticate perché inizialmente poco armate: 2 cannoni da 127, 2 lanciasiluri ASW, due elicotteri, 2 lanciamissili (uno ASW e un Sea Sparrow antiaerei). Non molto per navi da 7.000 tonnellate e oltre 170 m di lunghezza. Sembravano quasi dei 'giganti dai piedi d'argilla', ma i 31 vascelli di questo tipo, immessi nell'US Navy, avevano anche una grande capacità di accogliere miglioramenti. Due lanciamissili quadrupli Harpoon, due CIWS Phalanx, su alcuni esemplari anche due lanciamissili corazzati quadrupli per i Tomawhak, e infine un lanciamissili Mk 41 da 61 colpi al posto del lanciamissili ASW. Nel contempo, gli 'Spruance' ebbero l'autorizzazione per l'Iran, che ne ordinò la versione antiaerea-multiruolo, che praticamente aveva il sistema d'arma degli incrociatori nucleari 'Virginia', i più potenti e moderni dell'USN, inclusi i due modernissimi lanciamissili Mk 26, capaci di 12 c.min l'uno (contro i 4 degli Mk 10) e di portare diversi tipi di missili nei depositi.

Questo piano era quindi formidabile, e se le cose fossero andate avanti per un altro pò di tempo senza rivoluzione, avremmo forse visto qualche memorabile battaglia tra queste navi e le 4 'Lupo' Irakene e-o le 6 corvette missilistiche. Quel che gli Irakeni nemmeno tentarono di fare fu invece la creazione di una forza subacquea, che invece gli Iraniani volevano. Tra questi progetti c'erano 3 GUPPY americani in attesa di 6 Type 209-1.400 Tedeschi. I cacciatorpediniere effettivamente in servizio erano peraltro poca cosa, un 'Battle' e due 'Sumner' residuati della II guerra mondiale. Ma nonostante questo, essi erano mezzi interessanti in quanto modificati pesantemente negli anni '70. I caccia, almeno quelli americani, ebbero tra l'altro nuovi radar, apprestamenti per un elicottero e pure missili antinave, che non erano gli Harpoon, ma gli Standard SM-1MR modificati per compiti superficie-superficie, in appositi lanciatori. A parte questo, c'erano 4 fregate 'Saam', velocissime unità da 1.500 t e 39 nodi, con un cannone da 114 mm e 5 missili Sea Killer (acquistati in 120 esemplari), gli antenati dei successivi Marte. Non erano missili molto potenti (15 km di gittata per 30 kg di carica) e in seguito sarebbero stati sostituiti da missili cinesi C-802. A parte queste due soluzioni estemporanee per i missili antinave, un adattamento il primo, un'arma troppo piccola il secondo tipo, chi invece non aveva problemi erano le motocannoniere 'Combattante II' (progetto tedesco e costruzione francese), armate con i cannoni da 76 italiani Compatto e non meno importante, 4 missili Harpoon, il che significava che proprio le navi più piccole (270 t) erano le uniche con un sistema missilistico potente nel settore antinave). Le basi militari erano Bandar Abbas, Busher, Kharg, Bandar eòAzhali, Bandar Khomeini, Chah Bahar.
 
In tutto c'erano 3 cacciatorpediniere, 4 fregate, 10 motocannoniere (senz'altro le più avanzate tecnologicamente), 4 corvette ASW, 10 cannoniere, varie vedette, dragamine, posamine, 2 LST e 2 rifornitori. Era una forza consistente per la zona, ma d'altra parte controllare migliaia di km di coste era un compito notevolmente impegnativo.
 
 
 
Un altro elemento della Marina era l'aviazione navale, equipaggiata con un gruppo ASW su AB-212 e SH-3 (anche con missili antinave, forse del tipo AS-12), uno antimine con gli MH-53D (e quindi simili a quelli che poi catturarono agli americani nel 1980, con l'Operazione Eagle Claw) e poi il gruppo logistico con AB205 e 206, più alcuni aerei Falcon 20 e F-27.
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===L'inizio===
L'attacco principale scattò il 22 settembre con la fase di maggior sforzo durò sopratutto fino al 30 settembre 1980. Le direttive erano l'occupazione del Khuzestan al Sud, mentre a Nord e al centro si sarebbero usate forze meno mobili ma pur sempre utili per fermare gran parte dello schieramento nemico impedendogli di concentrarsi solo sulle punte avanzate dell'azione irakena. Si sperava erroneamente che gli Iraniani si sarebbero mossi contro il loro regime, in particolare al Sud, dove c'erano molti arabi; un'adeguata cooperazione tra aviazione ed Esercito; di evitare i combattimenti nelle zone urbane; di concludere in poco tempo. In Khuzestan gli Iraniani erano deboli, con la 92a divisione corazzata che era la principale unità e nondimeno, incompleta per circa la metà dei suoi organici, dovendo difendere circa 400 km di confine, e appena rinforzato dalla 37a brigata carri e unità minori; per il resto c'erano un battaglione di marine nella base di Khorramshahr. Questa città era vicino al confine e presidiata dal 151° btg da fortezza con 1.300 uomini pesantemente armati con missili TOW e Dragon, e persino 80 carri Sherman e M-24 in bunker protettivi (2 per struttura). Altri rinforzi giunsero in tempo entro l'inizio della guerra, il pomeriggio del 22 settembre. Alle 14 gli Irakeni attaccarono numerose basi, sulla scorta delle azioni israeliane del '67 e anche delle esperienze indiane del '71: persino a Teheran, oltre 500 km dal confine, si videro le sagome dei MiG-23BN e dei Tu-22; per il resto vennero colpiti 6 aeroporti, due centri radar e altri obiettivi importanti, ma senza causare danni definitivi. Ma già poche ore dopo i Phantom cominciarono a rispondere a queste azioni e colpirono duro. Nel frattempo vennero colpiti anche aerei irakeni in aria, con 5 Su-20 e 22 e due MiG-23 che si aggiunsero alle 11 vittorie del periodo 7-22 settembre, quando 'ufficialmente' non si era già in guerra. Da parte irakena vi furono un paio di vittorie il 23 settembre da parte di un MiG-21 ma la contraerea abbatté per errore uno Il-76 (il primo di circa 15 casi del genere, non è chiaro se con o senza gli analoghi casi iraniani, che verterono anche il alcuni F-14 colpiti per errore). In tutto, nelle prime settimane un gran numero di aerei irakeni vennero abbattuti con quasi un centinaio di vittorie entro l'anno dalla sola IRIAF, per non dire di quelli ottenuti dalla contraerea e ai velivoli colpiti al suolo. Il 'top gun' della IRIAF sarebbe stato tale Zandi, dell'82° Sqn, con 9 vittorie e 3 probabili dichiarte. In tutto le vittorie aeree rivendicate dall'IRIAF sono 231 più 28 elicotteri e altri 6 velivoli e una quarantina di vittorie probabili; gli Irakeni dichiararono 58 vittorie su aerei e 8 su elicotteri più 3 aerei da trasporto; più il Gulfstream con il ministro degli esteri Algerino, 3 MiG-21 siriani e un F-100 Super Sabre turco (nel 1983).
 
 
Il primo Corpo d'armata mandò le divisioni 1a e 11a che operavano per la maggior parte contro i Kurdi, mentre la 4a, anche questa di fanteria, catturò Panjwin dopo due giorni di combattimento al confine contro le varie unità di Basij e Pasdaran, mentree il suo compito finale era di catturare Orumiyeh e Sandandaj.
 
Il II Corpo d'Armata andò verso Qassre-Shirin con la 7a divisione, per poi avanzare verso Kermanshah con la settima divisione di fanteria meccanizzata mentre la 2a di fanteria motorizzata catturava Mehran e tagliò le comunicazioni con l'Iran settentrionale occupando le strade vitali, tra cui la strada per Dezful.
 
L'avanzata del IV Corpo con la sua 10a divisione divisione era mirato a penetrare entro l'Iran con la 9a divisione corazzata, ma questa potente unità venne fermata dagli elicotteri Cobra e degli F-5, i primi consumando un gran numero di missili TOW, i secondi bombe, napalm, CBU e razzi da 68 mm. Il che significò, nelle zone aperte e senza molti rifugi naturali, che alla fine di 5 giorni di attacchi la metà dei mezzi era stata distrutta. La 9a divsione corazzata penetrò di oltre 40 km nella prima settimana di offensiva, cattuarndo anche una stazione radar a 15 km da Dezful e poi minacciando la grande base di confine di Vahdati, che venne presto posta sotto tiro dall'artiglieria. Anche qui però, dopo un contrasto dell'artiglieria che bloccò l'avanzata, gli attacchi aerei distrussero la 9a Divisione corazzata come forza combattente, eliminando circa 200 veicoli entro il 30 settembre. Era quasi arrivata a conquistare la base di Vahdati.
 
Il III Corpo ebbe meno difficoltà del disastro del IV Corpo, attaccando nella zona dello Shatt-el Arab (il cui trattato era stato denunciato da Hussein), penetrando con la sua 1a divisione meccanizzata fino ad isolare Ahwaz con la 1a D.M., avanzando alla fine di circa 75 km dentro i confini iraniani, ma la decimazione della 10a corazzata non consentì di chiudere bene la trappola. La 6a divisione corazzata ebbe un successo simile verso il passo di Susangerd e poi ad Ahwaz, ma lungo un percorso più a sud fino a minacciare Ahwaz dopo quella stessa settimana di guerra.
 
Anche la 3a Divisione corazzata avanzò in territorio nemico di circa 40 km e poi isolò, virando verso sud, la città di Khoramshahr; tuttavia, questa fu la terza divisione corazzata praticamente distrutta dagli attacchi aerei iraniani. La città fu quasi totalmente distrutta nei combattimenti tra ottobre e novembre, diventando nota come la Stalingrado Iraniana, dato che era anche attaccata dalla 5a divisione meccanizzata. Era l'11 ottobre quando la 5a e la 6a divisione passarono il fiume Karoun, costringendo gli iraniani a ritirarsi a Khorramshahr e Dezful. Poi passarono all'attacco con la 1a DM contro la 2a brigata corazzata e un gruppo della 37a Brigata corazzata iraniane e altre unità minori. Ma entro la giornata erano riusciti ad avanzare verso Shoush. Gli Iraniani passarono al contrattacco con unità della 77a e 21a divisione il 15 ottobre. Ma si scontrarono con i vecchi Hunter usati in prima linea dai migliori istrutturi degli irakeni, che colpirono massicciamente i reparti corazzati, specie il 291o battaglione e le sue linee logistiche, mentre gli iraniani erano per una volta una carenza delle azioni aeree iraniane, sopratutto per le difese contraeree irakene molto più consistenti e ben piazzate di prima. Gli Irakeni ritornarono all'attacco il 3 novembre contro Abadan, la cui guarnigione, fatta per lo più da volo
 
Anche la 3a Divisione corazzata avanzò in territorio nemico di circa 40 km e poi isolò, virando verso sud, la città di Khoramshahr; tuttavia, questa fu la terza divisione corazzata praticamente distrutta dagli attacchi aerei iraniani. La città fu quasi totalmente distrutta nei combattimenti tra ottobre e novembre, diventando nota come la Stalingrado Iraniana, dato che era anche attaccata dalla 5a divisione meccanizzata. Assieme agli attacchi aerei, i mezzi di terra furono non meno importanti nella difesa, cominciando dai carri Chieftain, che tuttavia nel 1980 equipaggiavan solo una divisione, ma combatterono duramente nonostante i problemi causati ad armi e persone dall'anno e mezzo della rivoluzione. In effetti, nonostante molti problemi di orientamento oltreconfine, l'Esercito irakeno avanzò piuttosto celermente. Ma la mancanza di un adeguato supporto aereo e l'offensiva aerea iraniana vanificarono le sue avanzate. L'IrAF ottenne sopratutto il successo di danneggiare il sistema di rifornimento del carburante, con qualche danno anche alla logistica dell'IRIAF; ma questo causò come ritorsione attacchi aerei agli impianti di estrazione irakeni, tanto pesanti che costrinsero a bloccare le esportazioni di petrolio con effetti che perdurarono per anni, e con carenze di rifornimento ai mezzi militari irakeni. Vennero colpiti i porti di al-Faw e Basrah, i terminali di al-Faw e le stazioni di pompaggio, colpendo così anche gli oleodotti che andavano verso Turchia, Siria e Giordania.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L'attacco principale scattò il 22 settembre con la fase di maggior sforzo durò sopratutto fino al 30 settembre 1980.
 
Il primo Corpo d'armata mandò le divisioni 1a e 11a che operavano per la maggior parte contro i Kurdi, mentre la 4a, anche questa di fanteria, catturò Panjwin dopo due giorni di combattimento al confine contro le varie unità di Basij e Pasdaran, mentre il suo compito finale era di catturare Orumiyeh e Sandandaj.
 
Il II Corpo d'Armata andò verso Qassre-Shirin, per poi avanzare verso Kermanshah con la settima divisione di fanteria meccanizzata mentre la 2a di fanteria motorizzata catturava Mehran e tagliò le comunicazioni con l'Iran settentrionale occupando le strade vitali.
 
L'avanzata del IV Corpo con la sua 10a divisione divisione era mirato a penetrare entro l'Iran con la 9a divisione corazzata, ma questa potente unità venne fermata dagli elicotteri Cobra e degli F-5, i primi consumando un gran numero di missili TOW, i secondi bombe, napalm, CBU e razzi da 68 mm. Il che significò, nelle zone aperte e senza molti rifugi naturali, che alla fine di 5 giorni di attacchi la metà dei mezzi era stata distrutta. La 9a divsione corazzata penetrò di oltre 40 km nella prima settimana di offensiva, cattuarndo anche una stazione radar a 15 km da Dezful e poi minacciando la grande base di confine di Vahdati, che venne presto posta sotto tiro dall'artiglieria. Anche qui però gli attacchi aerei distrussero la 9a Divisione corazzata come forza combattente, eliminando circa 200 veicoli.
 
Il III Corpo ebbe meno difficoltà del disastro del IV Corpo, penetrando con la sua 1a divisione meccanizzata fino ad isolare Ahwaz, avanzando alla fine di circa 75 km dentro i confini iraniani. La 6a divisione corazzata ebbe un successo simile, ma lungo un percorso più a sud fino a minacciare Ahwaz dopo quella stessa settimana di guerra.
 
Anche la 3a Divisione corazzata avanzò in territorio nemico di circa 40 km e poi isolò, virando verso sud, la città di Khoramshahr; tuttavia, questa fu la terza divisione corazzata praticamente distrutta dagli attacchi aerei iraniani. La città fu quasi totalmente distrutta nei combattimenti tra ottobre e novembre, diventando nota come la Stalingrado Iraniana, dato che era anche attaccata dalla 5a divisione meccanizzata. Assieme agli attacchi aerei, i mezzi di terra furono non meno importanti nella difesa, cominciando dai carri Chieftain, che tuttavia nel 1980 equipaggiavan solo una divisione, ma combatterono duramente nonostante i problemi causati ad armi e persone dall'anno e mezzo della rivoluzione. In effetti, nonostante molti problemi di orientamento oltreconfine, l'Esercito irakeno avanzò piuttosto celermente. Ma la mancanza di un adeguato supporto aereo e l'offensiva aerea iraniana vanificarono le sue avanzate. L'IrAF ottenne sopratutto il successo di danneggiare il sistema di rifornimento del carburante, con qualche danno anche alla logistica dell'IRIAF; ma questo causò come ritorsione attacchi aerei agli impianti di estrazione irakeni, tanto pesanti che costrinsero a bloccare le esportazioni di petrolio con effetti che perdurarono per anni, e con carenze di rifornimento ai mezzi militari irakeni. Vennero colpiti i porti di al-Faw e Basrah, i terminali di al-Faw e le stazioni di pompaggio, colpendo così anche gli oleodotti che andavano verso Turchia, Siria e Giordania.
 
Quanto ai SA.342 Gazelle, presto avrebbero raggiunto il totale di 40 esemplari ed operavano in maniera micidiale in associazione con i Mi-24: i primi tiravano missili HOT, magari contro le postazioni contraerei e i secondi attaccavano con i razzi e cannoni a distanza ravvicinata corazzati e bersagli vari, con effetti micidiali. Non mancarono i combattimenti aerei con altri mezzi, come gli AH-1 Cobra che avrebbero già distrutto entro il 1980 un paio di Hind sui 4 persi in tutto, ma che in generale furono i primi scontri tra elicotteri cannoniera, con perdite da entrambe le parti.