Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iraq-Iran: differenze tra le versioni

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Come di tanti conflitti, anche della guerra Irak-Iran o della Prima guerra del Golfo (in termini storici, anche se poi il termine è stato scippato nel 1991 dai mass-media per descrivere Desert Storm) si sa di quando sono cominciate in grande stile le operazioni militari, ma molto meno di quando cominciò la tensione che sfociò nell'invasione irakena. Sebbene gli Iraniani considerino giustamente la data d'inizio come il 22 settembre, in realtà gli Irakeni sono ancora più nel giusto parlando del 4 settembre. Ecco cosa avvenne all'epoca. Quella mattina, i villaggi di frontiera irakeni ebbero una tremenda grandinata di colpi da parte dei semoventi M107 da 175 mm. Erano Khanquin, Mendeli, Naft Khana e Zurbatiyan, che erano sulla direttrice che, in meno di 160 km, portava direttamente a Baghdad. Da allora gli scontri ebbero un crescendo tutt'altro che trascurabile come mezzi e come effetti, con battaglie a terra e aeree. Ma prima ancora vi erano stati problemi. Tornando indietro nel tempo, nel 1937 la maggiore estensione dei campi petroliferi dello Shatt-al Arab, ovvero la zona dove i fiumi Tigri ed Eufrate confluiscono, venne assegnata in massima parte all'Irak. Ma nel '69 il sempre più potente regime della Persia imperiale dello Sha denonciò il trattato. Visto che gli Irakeni erano più deboli, e alle prese sia con la ribellione kurda e in contrasto con i Siriani per una vertenza sulle acque del fiume Eufrate, impose un nuovo trattato firmato nel 1975 ad Algeri. Così, aumentando a circa la metà la demarcazione della zona, si annessero le isolette di Majinoom lasciando agli Irakeni il porto di Umm Qar e la penisola di Al-Faw: era tutto qui il suo sbocco al mare, alla portata delle artiglierie iraniane anche senza disturbare l'aviazione. Ma al regime iraniano ancora non bastava, non almeno a quello rivoluzionario. Tanto che dal solo giugno 1979 la pur falcidiata aviazione iraniana aveva violato, secondo gli irakeni, 249 volte il suo spazio aereo, mentre sulla frontiera era un continuo scontro con 244 incidenti di confine. Nel frattempo S.Hussein, dal '68 capo del partito Baath, il 15 luglio 1979 divenne presidente a scapito dell'anziano e debole Hassan al Bakr. Saddam era già l'artefice del (necessario, data la situazione) riarmo irakeno, ma al dunque, a parte la Giordania, Baghdad non aveva praticamente amici, nemmeno la Siria con cui aveva combattuto assieme contro Israele appena fino a qualche anno prima.
 
Ora che lo Sha se n'era andato in esilio il 15 gennaio e che le Forze armate iraniane risultavano indebolite dalle politiche del clero, che prese presto le redini della situazione visto che i rivoluzionari, per quanto numerosi e di grande volontà, non avevano altre organizzazioni forti alle loro spalle (infatti lo Shah aveva oppresso ogni forza politica non riuscendo ad imporsi solo contro il clero).
 
L'Irak si stava riarmando con l'URSS dal '72 e dal '76 stava trattando con l'Europa, e come capo delle forze armate ebbe l'allora 43 enne Gen al-Khazraji, che era una persona di fiducia di Hussein, cosa che da un lato non dava certo una sicurezza nella professionalità dello svolgimento della sua funzione (durata fino al 1991) ma dall'altro aiutava molto ad assicurare che le F.A. irakene non ordissero qualche altro colpo di stato o rivolta contro il potere politico, come è purtroppo nella tradizione della regione. Così si arrivò alla crescente tensione sui confini, che lasciava temere agli Irakeni, e non senza ragioni, di rischiare un'offensiva nemica che se attuata per primi, avrebbe potuto annientarne le meno forti forze armate. Per quanto ci si sarebbe limitati 'solo' agli scontri di fontine? L'Iran aveva già quello che voleva, mentre l'Irak, con un accesso al mare pressoché inesistente, stretto tra l'Iran e l'alquanto artificioso stato del Kuwait (altra conseguenza delle spartizioni post-colonialiste, del resto per capire con quale sensibilità vennero fatte basta vedere che confini rettilinei sono stati tracciati per le nazioni della regione, fonte sicura di problemi sul campo. Alla fine si decise di agire: se l'influenza degli Sciiti iraniani avesse aumentato la sua presa, la parte meridionale dell'Irak avrebbe potuto insorgere. Del resto i Sunniti sono solo il 20% della popolazione e nondimeno controllavano lo Stato e le sue forze armate, mentre per il resto c'erano un 20% di Kurdi, trattati più o meno come guerriglieri ostili, e il 60% di Sciiti a Sud, certamente influenzati dal regime di Khomeini, ch'era appunto basato sull'islam sciita. Solo il fatto che gli Iraniani non sono arabi rendeva le cose più difficili, ma per quanto ancora? Così si passò all'azione, giusto come del resto fece Israele nel '67 contro i suoi vicini Arabi, che avrebbero certamente vinto in una guerra d'attrito ma che furono neutralizzati in pochi giorni di combattimenti ad altissima intensità.
 
 
===L'attacco a terra===
Dopo che la situazione era degenerata e priva di sbocchi politici, gli irakeni attaccarono in grande stile, sperando in una rapida vittoria. Erano le 14 del 22 settembre 1980, e i primi ad entrare oltreconfine furono i T-62 della 6a Divisione corazzata.
 
L'ordine di battaglia dell'epoca era, per gli Irakeni, il seguente:
'''I Corpo d'Armata'''(zona di Rawanduz-Marivan)
- 1a Divisione fanteria
- 4a Divisione fanteria (o meccanizzata?)
- 11a Divisione fanteria
 
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'''IV Corpo d'Armata''' (HQ al-Kut, tra Mehran e Dezful)
- 9a Divisione corazzata (brigate corazzate 35a e 43a)
- 10a Divisione corazzata (17a e 42a)
 
'''III Corpo d'Armata''' (HQ al-Qurnah, tra Dezful e Abadan)
- 3a Divisione corazzata (6a e 12a corazzate, 8a meccanizzata)
- 6a Divisione corazzata
- 12a Divisione corazzata (in reservariserva)
- 1a Divisione meccanizzata (43a carri e 1 e 17a meccanizzate)
- 5a Divisione meccanizzata (26a carri e 15a e 20a meccanizzate)
- 32a Divisione fanteria
- 33a Divisione fanteria
-12a brigata corazzata
-31a e 44a brigate forze speciali (su 3 btg)
 
Un totale di forze impressionante, circa 15 divisioni di cui 5 corazzate, 3 meccanizzate, e 7 fanteria (motorizzata).
 
Questa armata era equipaggiata con materiali sovietici, ma organizzata in maniera non dissimile da quella britannica. Le divisioni corazzate avevano due brigate corazzate su T-62, più una meccanizzata su BMP-1 e una d'artiglieria con sistemi semoventi. Almeno questo sulla carta, dato che i T-62 probabilmente non bastavano per tutte le unità, che in tutto ne avrebbero ricevuto, ma non subito, un totale di circa 1.600 unità, mentre un primo carico di T-72 era ancora in viaggio, ma venne sottoposto ad immediato embargo per lo scoppio della guerra. Quelle meccanizzate erano divisioni con una brigata su T-54 e 55, una meccanizzata su BTR-50, BTR-60 e OT-64 (i migliori APC del Patto di Varsavia, per molti aspetti superiori ai BTR sovietici), una d'artiglieria e vari elementi di supporto, tra cui, come anche nelle unità corazzate, un reggimento contraerei su S-6, SA-9 e ZSU, in seguito integrati dagli efficienti SA-13. Pare che tutte le brigate avessero circa 150 carri di forza per le unità corazzate e 200 per quelle meccanizzate.
 
L'aviazione dell'esercito o IrAAC era su due stormi compositi di combattimento e trasporto, il 1 e il 2°. In tutto c'erano 8 squadroni su diverse squadriglie l'uno, con vari tipi di mezzi nella stessa unità, come i Gazelle, Alouette III e Mi-8, poi anche Mi-25. Il 4° squadrone d'addestramento e operazioni speciali aveva i 17 Mi-25 Hind disponibili all'inizio delle operazioni. Un'altra unità, il 3°, aveva pochi Wessex HU.Mk.52. Base principale: al-Taji.
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I trasporti aerei, eccetto gli An-12, erano ufficialmente civili, con le insegne della Irak Airways.
 
In tutto, ad agosto 1980 c'erano in servizio 212.000 militari con 2.000 carri, 1.000 artiglierie campali, 370 aerei e 230 elicotteri vari, più la piccola marina dal ruolo e capacità sostanzialmente irrilevanti, ma pur sempre equipaggiata con una fregata yugoslavia del 1978 per addestramento, due squadriglie unità missilistiche 'Osa' con 12 navi, 3 unità ASW, 20 vedette, 3 unità anfibie 'Polnocny' e 5 dragamine litoranei. Con l'aggiunta di una squadriglia di Super Frelon GV e reparti di incursori anfibi, era tutto quello che c'era, mentre le basi erano Bassora e Umm Qasr. Poco, ma con 58 km di costa, pari a 4 minuti di volo per un caccia tattico, era davvero difficile fare di meglio (eppure ci si provò con l'ordine per le fregate tipo 'Lupo' e le corvette da combattimento, più la nave rifornitrice per un totale di 11 unità ordinate in Italia).
 
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Come spesso accade in questi casi, l'offensiva esterna non demolì, ma compattò il sostegno al regime, persino i curdi iraniani presero parte alla difesa del Paese sotto attacco. Di fatto, salvò da una decadenza probabile e rapida il regime di Teheran. Il patriotismo iraniano aiutò molto a difendere le città, ma le divisioni irakene vennero fermate sopratutto in campo aperto grazie all'aviazione iraniana, che devastò assieme alle unità dell'esercito (specie con i missili TOW e i carri Chieftain), ben 3 divisioni corazzate. Un singolo squadrone di F-14 permise di stabilire una superiorità aerea tale da consentire poi ai cacciabombardieri di distruggere le batterie antiaeree (come gli SA-6) e poi colpire le truppe e le linee di comunicazione. Alla fine gli irakeni non distrussero il regime guidando l'attacco dentro una nazione immensa e difficile da controllare. Alla fine di un'offensiva diretta fino al crollo di Teheran, venne catturata solo la città confinaria di Khoramshahr, catturata dopo una battaglia estremamente violenta nelle sue strade. Ma anche qui le perdite erano state elevate e così non ci fu modo di replicare tale successo. Alla fine arrivarono le piogge di novembre che contribuirono a spegnere definitivamente lo slancio l'avanzata irakena.
 
===La campagna aerea===
Insomma, come si è detto precedentemente l'Irak stava investendo molti denari per costruire la sua potenza militare, che fosse almeno in parte in grado di contrastare i Persiani o Iraniani che di si voglia. L'Iran era amico degli USA e la sua IIAF aveva la precedenza nelle priorità delle forniture militari e dei fondi corrispondenti. Non solo, ma era chiaro anche che gli aeroporti iraniani non erano destinati solo alle proprie attività di volo, ma anche ad un'armata aerea americana di rinforzo, qualora fosse stato aperto per qualche motivo un fronte di guerra contro l'URSS, con la costruzione di una formidabile schiera di basi aeree e una rete radar di prim'ordine. Un gran numero di parti di ricambio e armi per aerei vennero pure acquisite, anche per la lezione dei conflitti arabo-israeliani, in cui ogni previsione di consumo era ampiamente superata dai risultati sul campo. Così nel 1979 c'era già un sistema di gestione computerizzato delle scorte, una novità per l'epoca, che poteva consentire di combattere per mesi una guerra ad alta intensità, oppure ospitare un'armata aerea proveniente dalla NATO e dagli USA in particolare. Queste forniture sarebbero bastate per consentire di combattere nel lungo conflitto con l'Irak. L'addestramento del personale, oltre 100.000 elementi, era ottimale e in accordo con gli standard occidentali. Dagli anni '60 lo Shah ebbe 104 F-5A e B, 32 F-4D, poi 177 'E', 165 F-5E ed F, 16 o forse 20 RF-4E, più Boeing 707 ,747, C-130. Non solo, ma nel '79 si parlava di ordinare 300 F-16, ben 7 E-3A AWACS (del resto in ordine anche per l'Arabia Saudita), pare anche altri 75 F-14 o forse 53 F-15, il concorrente battuto agli inizi degli anni '70 dopo che il Tomcat fece un'esibizione acrobatica che elettrizzò il dittatore persiano, con uno stratagemma molto semplice: tenne i motori accesi mentre l'altro si esibiva in volo consumando così gran parte del carburante a bordo, prima di esibirsi così alleggerito. Nel frattempo le esercitazioni aeree erano tali, che si pensava anche di organizzare addestramenti simili alle 'Red Flag' americane. Gli F-16 che si pensava di ordinare sarebbero diventati poi importanti, perché consentirono di avviare presto le consegne agli altri clienti, specie europei. In ogni caso, le infrastrutture iraniane erano tali da consentire di ospitare persino 3.000 aerei, più dei 2.800 del massimo schierato nel 1991 dagli Alleati durante Desert Storm. Questo dà l'idea, a fronte di circa 450 aerei da combattimento disponibili, di come l'IIAF fosse esuberantemente provvista di strutture capaci di ospitarli. Si pensi che al confronto, quanto disponibile in Arabia Saudita consentiva solo di ospitare gli aerei spesso senza alcuna protezione e assistenza preesistenti.
 
===Praying Mantis<ref>Jannetti, Fabrizio: ''Una risposta misurata'', A&D giu 1988</ref><ref>Fassari, Giuseppe: ''Operazione Prying Mantis'', Aerei lu-ago 2004</ref>===