Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iraq: differenze tra le versioni

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*5 dragamine T-43
*3 mezzi da sbarco mezzi corazzati
 
 
===La crisi con il Kuwait atto secondo: l'invasione del 1990===
Ma la crisi successiva, nel 1990, gli Irakeni avevano ben altre intenzioni. Il Kuwait, circa 1,6 milioni di abitanti e 14.000 km2, era diventato uno sceiccato indipendente della famiglia Al-Sabbath, ma la sua gestione politica era britannica fin dal tardo '800 e nel '61 il Kuwait divenne indipendente a tutti gli effetti, ma appena una settimana dopo l'Irak era già a dichiarare il Kuwait come sua 25ima provincia. D'altro canto il Kuwait era proprio messo apposta lì, per ridurre quasi a niente l'accesso al mare di Baghdad. Nel frattempo la scoperta di abbondante petrolio lo aveva reso ricco e questo sollecitò l'intervento britannico quando gli irakeni lo minacciarono di annessione.
 
Dopo la crisi i britannici cominciarono a fornire armi ai Kuwaitiani, non molto, ma pur sempre 4 elicotteri Whirlwind e 6 Jet Provost T.51 e poi nel '69 11 Hunter F.57 e poi i possenti Lighting F.53 multiruolo, che però erano inefficaci se usati da una forza aerea del genere, così poco organizzata ed efficiente. Così l'assistenza britannica fu sempre utile per mantenerli in efficienza. In tutto 12 .Mk.53 e due T.55, ma nel '68 i ben più ragionevoli Strikemaster Mk.83 aiutarono finalmente i Kuwaitiani ad avere una maggiore preparazione aerea per la loro aviazione. Di fatto, l'affare Lighting fu un fallimento per i britannici. Dopo che questi quasi obbligarono Sauditi e Kuwaitiani a comprare i loro aerei bisonici, con l'obiettivo di ottenere i soldi per finanziare i 50 F-111K, di fatto successe che poi, per mantenere efficienti gli aerei i britannici si dovettero impegnare spendendo soldi e così assistendo gli arabi del Golfo finirono per annullare i guadagni ottenuti. Quanto ai rapporti con gli Irakeni, questi furono molto difficili anche negli anni successivi, tanto che nel marzo del '73 vi furono dei conflitti di frontiera perché gli Irakeni volevano maggiore spazio per la loro base navale di Omm ol-Qasr, cogestita coi sovietici. Anche per questo i Kuwaitiani ordinarono nel '74 18 Mirage F.1CK e due BK, più 24 SA.342K Gazelle e 30 A-4KU (più 6 TA-4KU) e missili HAWK. I primi A-4 Kuwaitiani , autorizzati il 20 gennaio 1975 dal governo americano, con motori potenziati ma senza sistemi eletrronici avanzati come quelli per armi nucleari, missili Walleye e Shrike. Essi volarono il 14 dicembre 1976 e poi consegnati tramite la Gran Bretagna e poi con due squadroni servirono nella KAF, ma nel 1984 erano talmente poco usati che si voleva anche venderli. I 'serial' erano 500-530.
 
I primi Mirage F.1 ebbero i primi serials 701-718 consegnati nel 1977-79 e poi i BK erano i 771-772; assieme vennero consegnati i missili R.530 e R.550, poi aggiornati negli anni '80 allo standard F.1CK-2 con i missili Super R.530F e infine attorno al 1980 erano stati persino aggiornati con i Super R.530D come l'ultimo lotto di Mirage F.1 irakeni. Altri aerei vennero consegnati nel 1983, 13 più 4 BK e 6 AS.332F Puma con i missili Exocet. Scartati degli Alpha Jet costruiti in Egitto, chiesero 12 Hawk T.Mk 64 e poi aumentarono i rapporti di cooperazione con gli USA, tanto da ordinare nel 1989 32 F-18C e 8 D. I Mirage F.1CK-2 vennero anche muniti di missili Magic Mk.2 nei tardi anni '80, di cui pare che gli Irakeni avrebbero catturato 50 esemplari, cosa che causò qualche preoccupazione per gli americani, visto che i Mirage Irakeni avevano a loro volta tale armi ma nella versione Mk.1, e che gli Irakeni ebbero cura di catturare i Mirage F.1 Kuwaitiani e metterli poi in servizio per la propria aviazione. Nonostante tutti gli aggiornamenti, il sistema militare del Kuwait era inteso più che altro per la difesa della famiglia reale.
 
Durante la guerra con l'Iran, il Kuwait supportò proprio il regime irakeno, data la minaccia potenziale che la minoranza sciita nel Paese era in grado di porre al dispotico regime; a maggior ragione, dopo l'inizio ufficiale della guerra, l'Iran attaccò direttamente il piccolo stato regionale il 12 e il 16 novembre 1980 contro obiettivi di frontiera con la sua indebolita ma ancora temibile aviazione (da parte del Phantom E del TBF.6 di Bushehr con vari missili Maverick) e poi ancora nell'aprile del 1981 da tre Phantom. Per evitare perdite civili o comunque non necessarie, prima i caccia sorvolavano gli obiettivi e così facendo, davano tempo a chi avesse gambe di scappare dagli edifici obiettivi degli attacchi e nonostante le dichiarazioni di avere abbattuto almeno uno degli attaccanti, nemmeno venne aperto il fuoco contro di loro, data l'assenza di difese aeree efficienti in zona sia irakene che le stesse kuwaitiane. Ma nonostante le intimidazioni i Kuwaitiani continuarono a finanziare l'Irak, per esempio nell'autunno del 1981 con un prestito di 2 miliardi di dollari. Già il 1 ottobre 1981 i Phantom iraniani ritornarono colpendo la raffineria di Umm Aayash, senza reazioni. Di fatto ci si rendeva conto di come questi attacchi erano l'inevitabile effetto delle scelte del regime del Kuwait, specie nel 1986-87 quando venne catturata la penisola di Faw tagliando fuori l'accesso al mare dell'Irak e che lo costrinse ad usare i porti sauditi e kuwaitiani e di usare dal 1986 il loro spazio aereo per le proprie operazioni di volo, e persino l'uso degli aeroporti per gli atterraggi d'emergenza, purché non armati. Così spesso i piloti irakeni atterravano di proposito dopo che erano intercettati dai caccia iraniani che si gettavano al loro inseguimento. Altre volte i caccia irakeni atterrarono fino a Dharhan dopo avere avuto problemi di rifornimento in volo durante le loro azioni a lungo raggio fino al golfo di Hormuz.
 
Questo supporto era in teoria una doppia garanzia, quella della difesa contro le eventuali mire dell'Iran e quelle dell'Irak stesso, che era sempre interessato ad annettersi il piccolo Paese, ma che così poteva forse essere 'tenuto buono'. Poi le cose andarono male verso la fine degli anni '80: la guerra era finita e il Kuwait rivoleva indietro i suoi 'prestiti di guerra' che ovviamente Saddam considerò 'pagati' con il sangue dei suoi soldati. Nel luglio 1989 volarono accuse grosse sull'uso che il Kuwait stava facendo del petrolio che riceveva dall'Irak rivendendolo a basso prezzo. La situazione si stava complicando e c'erano le avvisaglie di eventuali problemi, mentre l'indebitato Irak continuava la sua corsa al riarmo. Una combinazione fatale, ma la USS Indipendence, presente nel Golfo, venne mandata fuori dal Golfo Persico, lasciando a quel punto mano libera agli irakeni, o così loro interpretarono tale gesto. Fino a che, il pomeriggio del 1 agosto, fecero la mossa fatale.
 
Gli Irakeni avevano pianificato l'attacco con le esperienze degli ultimi 18 mesi di guerra contro l'Iran e l'uso di vecchi piani britannici degli anni '50 debitamente aggiornati. L'unica cosa che venne omessa fu l'uso di armi chimiche, che erano parte della dottrina irakena almeno dal 1987. In sostanza, occupare il Kuwait sarebbe stata una questione di un breve attacco aereo, bombardamenti d'artiglieria a lungo raggio e poi l'assalto via terra. Questo avrebbe comportato l'uso di commandos e un elisbarco sul Kuwait City che avrebbe dovuto fare prigionieri i membri della Famiglia reale, cosa che se attuata avrebbe cambiato in effetti il corso degli eventi. Come se non bastasse, 4 divisioni della Guardia Repubblicana, la migliore parte dell'esercito irakeno, sarebbero entrati dentro il territorio di cui due verso la capitale Kuwait City e due per tagliare fuori la capitale dal confine saudita.
 
Alle 2 di notte del 2 agosto iniziò il bombardamento delle basi aeree come Ali al-Salim, mentre 3 delle divisioni entravano nel confine. Con le basi dei Mirage colpite direttamente, le forze armate kuwaitiane, nonostante gli allarmi delle settimane precedenti, erano state colte ancora del tutto impreparate, malgrado l'ammassarsi di 50.000 soldati ai confini segnalato, tra l'altro, anche dai satelliti. Cosa che del resto si potrebbe dire anche della presidenza Bush, che era rimasta inerte, se non connivente, nonostante gli sviluppi del caso. All'alba di quel giorno le televisioni mostravano in diretta l'arrivo di forse 50 elicotteri Mi-8 che filavano giù dalle loro fusoliere i commandos irakeni, in una vera e propria blitzkrieg ben eseguita. Scortati da elicotteri Mi-25 e BO-105. Ma a quel punto reagirono alcune difese aeree. Mentre è stato detto che i Mirage eseguirono giusto un breve passaggio a fuoco sulle colonne nemiche prima che queste occupassero le loro basi, due batterie o più di HAWK migliorati iniziarono a sparare contro gli elicotteri, bersagli facili in quanto privi di ECM e di copertura da parte di un territorio che aveva solo gli edifici come parte in rilievo. Numerose pare siano state le perdite degli aerei, ma non è chiaro per quali ragioni. Vi sono fonti che dicono che la maggior parte dei velivoli sia stata abbattuta dai missili, altre che parlano dell'intervento dei Mirage F.1 che cominciarono la caccia ai velivoli irakeni. Il piano d'attacco per catturare la famiglia reale fu in ogni caso rovinato e di lì a poco i superstiti dei 25 Mirage F.1 e 29 A-4KU efficienti, più 12 Hawk T.Mk.64, iniziarono il contrattacco. Ai 14 elicotteri dichiarati abbattuti dalle difese aeree si aggiunsero altre 5 vittorie rivendicate contro i grossi Mi-8 e 24 da parte degli Skyhawk (9 e 25th sqn) e i Mirage del 18 e del 61 ne dichiararono altri 13, più 2-3 da parte degli Hawk da addestramento del 12th Sqn. Le vittime furono colpite per lo più mentre tentavano di nascondersi tra gli edifici della città e sia dai cannoni che dai missili Magic Mk.2. Nel frattempo i potenti Chieftain di una brigata fermarono una divisione meccanizzata irakena diretta verso la capitale. I caccia irakeni erano troppo lontani per intervenire e proteggere i loro elicotteri e truppe terrestri. Poi arrivarono i MiG-23BN (alcuni aggiornati allo standard BK) e Su-22 che causarono danni limitati ai campi d'aviazione kuwaitiani, dato che questi erano ben protetti sia passivamente che dalle difese antiaeree, che reclamarono 12 abbattimenti. I caccia di scorta MiG-29 e Mirage F.1 irakeni incontrarono gli Skyhawk, ma senza che vi fossero combattimenti aerei. Al suolo rimasero distrutti due-tre aerei kuwaitiani da combattimento tra bombardamenti d'artiglieria e attacchi aerei.
 
In ogni caso, altri attacchi avrebbero avuto luogo mettendo fuori uso la base di al-Jaber e gli A-4 continuarono gli attacchi aerei operando dalla vicina autostrada, ma essa era piuttosto sottile per le operazioni di volo di questi pur piccoli aerei. In seguito almeno 6 scapparono in Barhain. I Mirage scapparono in Arabia Saudita e pochi aerei ed elicotteri rimasero a combattere, assieme a piccole unità di mezzi terrestri. Ma tutto questo aiutò la famiglia reale a scappare all'estero.
I MiG-29 erano stati usati da una delle due unità che all'epoca li avevano, forse una trentina in tutto rispetto ai 130 in ordine; lo squadrone che li usava operava da Tallil. Non ottennero tuttavia vittorie aeree (né i Mirage), forse perché preoccupati di non avvicinarsi troppo ai siti di missili HAWK kuwaitiani. Al tramonto, era già bell'e finita. I reparti irakeni entrarono a Kuwait City e all'aeroporto internazionale, dove tra le vittime vi fu un 747 della British Airways. Altri mezzi vennero catturati, come 6 Hawk, 5 A-4 e 6-8 Mirage nonché un L-100 (il C-130 civile). Ancora durante la notte tra il 2 e il 3 agosto alcuni Super Puma vennero usati per rifornire di munizioni le unità terrestri isolate, che combattevano ancora. Ma oramai era la fine, tanto che anche le 4 o 5 batterie di HAWK presenti vennero catturate dagli Irakeni, che poi le avrebbero usate limitatamente contro gli Alleati, nella successiva guerra contro la Coalizione. I 3 elicotteri Super Puma ancora presenti in azione andarono perduti per varie cause, mentre 3 dei 4 L-100 scapparono (il quarto sarebbe stato distrutto da un Buccaneer con una LGB, durante Desert Storm).
 
Gli ultimi combattimenti ebbero luogo nel pomeriggio del 4 agosto, quando i possenti carri Chieftain e i piccoli A-4 vennero catturati o costretti a scappare in Arabia Saudita. La KAF aveva perso in tutto solo il 20% della sua forza, circa 8 Mirage, 3 A-4, 2-3 elicotteri distrutti. Il resto, tra cui Mirage F.1, A-4 ed Hawk, formò poi la 'Free Kuwait Air Force' o FKAF. Invece la Marina Kuwaitiana andò persa praticamente al completo, incluse le moderne motocannoniere missilistiche armate di Exocet e cannoni OTO da 76 e Breda-Bofors da 40. In seguito queste navi vennero distrutte dagli attacchi aerei alleati, tanto che la marina dovette ricominciare con le piccole motovedette armate di Sea Skua del tipo superficie-superficie.
 
Così la battaglia era finita in circa 3 giorni, ma le conseguenze politiche di avere lasciato scappare i Reali Kuwaitiani innescò poi un processo politico devastante per l'Irak di S.Hussein, che per quanto reclamasse la sua 25ima provincia irredenta, non era in grado di giustificare la sua azione di fronte alla comunità internazionale, molto preoccupata dagli strepiti degli emiri della zona, ricchi per quanto privi di democrazia, ma che avevano ragione di temere per la propria incolumità dopo l'aggressione che improvvisamente fece diventare Saddam un 'cattivo assoluto' agli occhi dell'opinione pubblica, dopo che per anni era stato considerato il campione dell'Occidente contro il male rappresentato dalla teocrazia di Khomeini.
 
Ci si potrebbe chiedere come combatterono i Kuwaitiani. Al di là della dichiarazione di vittorie della contraerea e della caccia (contro elicotteri), per un totale di 32 elicotteri e 12 aerei (ma sono dati piuttosto difficili da confermare, a dire il minimo; per esempio, stabilire chi abbia abbattuto cosa non è mai facile).
 
Le forze armate del Kuwait, come quelle saudite che ne erano quasi la versione 'scalata' in alto (per esempio con i Lighting, usciti dal servizio negli anni '80), godevano delle ricchezze derivate dal petrolio, che erano tuttavia più in grado di accrescere le ricchezze materiali che formare una componente numerosa di soldati esperti e ben addestrati (per i Sauditi non fu diverso, in fondo: al 1990 continuavano ad avere una drastica carenza di uomini in armi, cosa anche peggiorata con il successivo aumento degli armamenti richiesti con mega-ordini del 1990-92). L'organizzazione della KAF era la seguente:
 
* 9 Sqn: A-4KU/TA-4KU Ahmed al-Jaber AB
* 12 Sqn: Hawk T.Mk.64 Ahmed al-Jaber AB
* 18 Sqn: Mirage F.1CK/F.1BK Ali al-Salem AB
* 25 Sqn: A-4KU/TA-4KU Ahmed al-Jaber AB
* 61 Sqn: Mirage F.1CK-2/F.BK-2 Ali al-Salem AB
* ? Sqn: SA.342K Gazelle
* ? Sqn: SA.330H Puma/SA.330F Super Puma
* ? Transport Sqn: L-100-30
 
Quanto al settore terrestre, anch'esso era senza dubbio a sua volta, ben armato ed equipaggiato (e lo è stato anche dopo con gli M1 Abrams e i Desert Warrior, decisione salomonica per 'ricompensare' i due principali alleati: M1 Abrams anziché Challenger per i carri, i britannici Warrior anziché i Bradley come IFV).
 
In tutto c'erano complessivamente ben 165 carri Chieftain di ultimo modello (secondo altre fonti 150), del tipo Chieftain Mk 5/5K, ordinati nel 1971, potenti carri armati con un cannone L11 rigato e il sistema IFCS computerizzato e con telemetro laser della Marconi britannica. Erano mezzi all'altezza quantomeno dei T-72 e superiori agli altri tipi irakeni, a parte semmai i Chieftain Mk 5 catturati agli iraniani; per il resto c'erano anche 70 Vickers Mk.1, 45 carri leggeri Scorpion per un totale di 280 carri circa.
 
La componente leggera comprendeva 231 M113, 130 APC Saracen, 100 blindo Saladin, 20 blindo Ferret e 56 potenti cacciacarri M901 con torre binata per i missili TOW; le artiglierie comprendevano 18 M109, i missili c.c. i TOW, HOT e Vigilant. C'erano 200 carri M84A yugoslavi in ordine, alcune decine dei quali consegnati poi alle forze del Kuwait libero, di cui sono stati i principali carri armati del dopo-invasione.
 
Insomma, un totale di 280 carri, 120 blindo, 56 cacciacarri, 361 APC, una forza tutt'altro che disprezzabile anche se non sufficiente per affrontare tutta la forza d'invasione nemica, che peraltro ebbe un appoggio effettivo molto ridotto per la propria componente terrestre. Nell'insieme avrebbero potuto offrire maggiore resistenza anziché cedere la capitale in un giorno, e non c'era la scusa della 'sorpresa' che teoricamente non doveva avere luogo data la tensione in atto da mesi. Di fatto gli Irakeni travolsero le difese, e nonostante l'azione di unità isolate (per esempio, un Saracen respinse 3 carri T-55 mettendone KO uno con le granate HESH del suo 76 mm), vinsero senza troppi patemi. A quel punto però la partita passava alla politica e qui non fu possibile archiviare un successo. La marina kuwaitiana, più potente e moderna della componente irakena (rimasta priva della flotta ordinata alla Fincantieri, le famose 4 fregate e 6 corvette, più il rifornitore di squadra del tipo 'Stromboli', rimasto a languire in Egitto), non ebbe ruolo alcuno e venne catturata.
 
Tra i materiali presi figuravano anche delle sorprese. Alcuni prototipi del blindato ruotato Steyr Pandur austriaco erano in Kuwait all'epoca per le prove e vennero catturati. Anche più notevole fu che, oltre alle batterie HAWK, erano presenti anche delle batterie a corto raggio ASPIDE, comprate praticamente senza che se ne sapesse nulla. Tant'é che ha fatto notizia solo che i Kuwaitiani hanno richiesto batterie sostitutive di tali armi dopo la guerra, armi di cui non si sa assolutamente niente né dell'impiego né del destino.
 
 
 
 
 
 
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