Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Armi: differenze tra le versioni

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Gli effetti cumulativi di un'arma con maggiore volume di fuoco, un sistema di controllo del tiro dedicato come il NA-30, maggiore precisione e una munizione specifica per il compito antimissile hanno in ogni caso aumentato notevolmente l'efficacia del cannone. Nondimeno, le 8 armi dei due caccia 'Audace', sostitute di altrettanti Compatto, non hanno nessun campo di tiro direttamente a prua e a poppa, come del resto accade anche ad altre navi italiane, tutt'altro che provviste di un'artiglieria ben disposta per coprire meglio l'orizzonte, il che è dovuto ai compromessi necessari per ospitare impianti d'artiglieria molto pesanti e voluminosi, ma non è certo rimasto scevro dalle critiche. Sui 'De la Penne', per esempio, si è riuscito a porre una difesa su soli tre 76 mm SR che tuttavia coprono tutto l'orizzonte, anche se con un prezzo in termini di sicurezza non minore: a prua, i due 76 mm sono affiancati al lanciamissili Aspide e dietro il 127 mm, tutti compresi in una sezione di ponte di circa 20 metri (in cui sono racchiuse decine di t di munizioni), a poppa, sulla sovrastruttura il cannone è letteralmente incastrato dentro l'hangar e immediatamente dietro il lanciamissili Standard (per un totale di circa 50 t di munizioni), una concentrazione di esplosivi molto pericolosa in caso di colpi a segno (per esempio, alle Falklands un Exocet distrusse proprio l'hangar di un caccia inglese, ma i danni furono limitati perché non c'erano cariche esplosive e missili da far detonare per 'simpatia'). La scommessa della MM è quindi quella di evitare del tutto di far colpire le proprie navi, e in tal caso sperare che la compartimentazione e il numeroso equipaggio di bordo possa estinguere il fuoco di armi o incidenti avvenuti a bordo.
 
 
Il Super Rapido ha la stessa affidabilità del Compatto, ma i sistemi meccanici hanno minore coppia perché le masse mobili sono più leggere e ciò aumenta la precisione, non propriamente il suo punto forte. Comparso attorno al 1985, come prima applicazione, come si è detto, il SR ha avuto il possente OTOMATIC, che era basato su di una torretta corazzata con due radar di tiro e un sistema di alimentazione compatto, con una sessantina di colpi, il tutto su scafo OF-40 o Palmaria. Il cannone era peraltro più pesante, per resistere alle 5.200 atm necessarie per tirare le granate APFSDS dalla velocità di 1.580 m.sec per 'autodifesa', e il sistema d'alimentazione è del tipo a 'serpente' piuttosto che a giostrina, con una doppia alimentazione per passare dai colpi HE a quelli AP. L'OTOMATIC non ha avuto successo di vendita, per il peso, il costo e la concorrenza dei missili, pur avendo tecnicamente una sua validità.
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Quanto alle munizioni e ai sistemi di controllo del tiro, anche questi hanno fatto molti progressi.I tipi degli anni '90 erano queste: la munizione MOM (antimissili) con peso di 6,35 kg, palline di tungsteno e 745 gr di HE, nonché una sofisticata spoletta di prossimità e impatto; la SAPOM con 455 gr di HE e 6,5 kg di peso semiperforante di tipo APC, e la SAPOM-ER con 480 gr di HE e gittata aumentata a 20 km. In sviluppo già negli anni '90 c'erano i proiettili AMATORF che è na munizione alleggerita ma con velocità aumentata da 910 a 1.150 m.sec, per ridurre il tempo di volo sul bersaglio; e il proiettile a correzione di traiettoria CCS, radioguidato con le apposite alette di controllo, con traiettoria deviabile fino a 400 m, uno sviluppo che all'epoca tentavano gli americani con un cannone calibro 60 mm per rimpiazzare il Phalanx.
[[File:File:Durand_de_la_Penne_D560.jpg|330px|right|thumb|Il De la Penne offre un campionario completo di armi di produzione OTO]]
Le spolette sono sistemi decisamente critici, specie se c'é da ingaggiare bersagli supersonici, che persino il Super Rapido può ingaggiare con appena una decina di colpi. Ora era successo anche in tal senso un decadimento dell'affidabilità dei colpi impressionante. Agli inizi degli anni '90 vennero condotte delle verifiche sulle spolette da 40 mm dei colpi dei Dardo. Queste spolette erano valutate con un'affidabilità del 90%, ma dopo 5 anni dalla loro fabbricazione erano crollate al 25%: come dire che il cannone era ridotto, eccetto per impatti diretti, da 300 a 75 c.minuto! Così negli anni '90 si rilavorarono le spolette, a parte le spolette originali Bofors (le altre erano della Borletti) che non erano state afflitte da tale scadimento, e che vennero passate agli incrociatori Veneto e Garibaldi, i bersagli di maggiore interesse. Questo significa che le fregate, fino alla rilavorazione delle spolette, erano dotate di armi antimissile praticamente inefficienti; la spoletta mono-banda Mk 404 della Kodak e usata dall'US Navy venne valutata, ma non adottata dato che a bassa quota non discriminava bene il calore del bersaglio dal riflesso del sole sull'acqua. La spoletta delle munizioni è stata lungamente dibattuta, ma alla fine si è arrivati ad un tipo sufficientemente intelligente da essere usata per assicurare una detonazione efficace contro bersagli alle più varie velocità e anche a bassa quota. Ci sono voluti non meno di 15 anni e vari tentativi dalla metà degli anni '80.
 
In seguito arrivarono altri proiettili, come il CORRETTO, poi DAVIDE, e il DART. Il CCS o Corretto cominciò già nel 1985 con un programma della BAe e della OTO, ma era un sistema con la disponibilità di un solo comando che azionava dei piccoli motori a razzo, un pò come con i missili Dragon americani controcarri. Il DAVIDE (o DART, o Strales), arriva a 1.200 m.sec, è decalibrato, arriva a 5 km in 5 secondi, e a 4-5 km riesce a manovrare fino a 25 g, con un proiettile posteriore da 2,5 kg che ha un raggio utile di 10 m, una guida con radar che controlla sia il bersaglio che i proiettili in volo, e che vengono radiocomandati sul bersaglio azionando le alette canard anteriori al proiettile vero e proprio, un pò come nelle Paveway. Così si suppone che i colpi per ingaggio si ridurrebbero da 10-12 a 3-4 per ingaggio tipico. I primi tiri sono avvenuti nel 2003 e si supponeva di finire il programma entro il 2007. Questo proiettile iperveloce è un gioello della tecnologia (e anche molto costoso, chiaramente, visto che è praticamente un missile guidato), ma non è un'eccezione. Il primo ordigno di questo tipo potrebbe essere considerato lo Stastreak britannico, il missile portatile che ha tre 'freccette' sottocalibrate, guidate dal fascio laser (quindi non c'é bisogno del radar di controllo del tiro) che accelerano a velocità fino a mach 4 (ma in maniera più morbida rispetto ad un cannone, fatto che ha causato molti problemi storicamente allo sviluppo di un proiettile guidato per cannoni ad alta velocità) e su portate di circa 7 km, praticamente eguagliando in velocità una salva di proiettili da 76 mm del tipo DAVIDE, con l'unica limitazione che non possiedono spolette di prossimità.
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[[File:DN-ST-87-09864.jpg|300px|right|thumb|Una concentrazione di fuoco notevole, sempre a bordo di una 'Lupo': lanciamissili SAM, missili OTOMAT, hangar telescopico, lanciasiluri e in bella mostra, il cannone binato del sistema DARDO]].Scendendo a livelli minori, il primo CIWS italiano e forse occidentale è stato il DARDO, che ha due cannoni Bofors-Breda da 300 c.min, che raggiunge una gittata massima di 4 km nel ruolo a.a. e circa 2-3 nel tiro antimissile, con la centrale di tiro RTN-20X con radar e due telecamere diurna e notturna, capace di colpire obiettivi anche difficili. Dal 1982 i proiettili svedesi di nuova generazione sono stati i Bofors PFF con 650 sferette da 3 mm e 0,22 g in tungsteno, capaci di perforare fino a 8 mm di alluminio a 3 metri grazie a circa 100 gr di esplosivo. Contro un missile in volo a 5 metri, la distanza utile d'attivazione era di 0,5 m se il colpo passava sotto il bersaglio, 1,5 se passava al di sopra, 3-4 m se era un bersaglio in quota. La spoletta venne ripresa dalla Francia e dall'Italia con modelli prodotti su licenza. Anche se la gittata era maggiore, il proiettile da 40 mm presentava dei problemi, a meno che non impattasse direttamente verso il bersaglio (in fondo aveva una cadenza di tiro appena 5 volte inferiore rispetto a quella del Phalanx). La distanza di tiro ottimale era di 1-2,5 km e si mirava a danneggiare il missile più che a distruggerlo, ma sotto il km avrebbe forse continuato nella traiettoria e a colpire il bersaglio anche se danneggiato nei suoi sistemi di controllo del volo. Il tutto venne abbinato ai sistemi Sea Sparrow e Aspide, che avevano una limitata capacità antimissile. Le 'Maestrale' avrebbero dovuto avere, a lato dell'hangar, anche il VANESSA, un sistema di lancio multiplo per missili che erano derivati da un tipo di arma controcarri in sviluppo per l'esercito (forse era il MAF), con lanci multipli contro i missili attaccanti, ma questo curioso sistema venne poi abbandonato e per questo le 'Maestrale' sono praticamente disarmate da attacchi provenienti esattamente a poppavia.
[[File:DN-ST-87-09867.jpg|300px|right|thumb|Il 127 Compatto nella sua più diffusa installazione: sul ponte di una 'Lupo', la nave più piccola (112 m e 2.500 t) che di fatto ha dimostrato di poterlo portare]]
Il DARDO, con la sua torretta rotondeggiante, è stato anche esportato, anche se spesso solo come torretta (nel senso che solo con il sistema di tiro apposito diventa un vero CIWS antimissile). La sua efficacia, contro missili con attacco in picchiata, è piuttosto ridotta a dire il vero, poiché la manovra d'attacco di armi come gli Harpoon o gli OTOMAT di produzione francese, che consiste in una cabrata e poi in una picchiata, manda in rovina le soluzioni di tiro elaborate per le armi con spoletta di prossimità; per questo i cannoni da altissima cadenza di tiro come il Phalanx hanno continuato ad essere in auge, dato che pur se con una minore gittata utile, sono più affidabili contro i missili che nella fase finale dell'attacco, non possono più manovrare se vogliono colpire la nave.
I problemi dei vari sistemi non sono di poco conto. Le munizioni da 40 mm PFF costavano qualcosa come, attualizzando, 1.000 euro l'una, per esempio, anche se erano certo un buon investimento per salvare una nave. In ogni caso, questo significa che ai tempi delle Falklands le navi italiane avevano i Dardo caricati ancora con le munizioni con spoletta di prossimità di vecchia generazione, molto meno efficaci.
 
Il Dardo ha dato origine anche a varie altre evoluzioni, come il complesso singolo o binato Breda da 30 mm con cannoni Mauser, e il Fast Forty di cui si è parlato sopra.
 
I dati:
*Peso: circa 7,3 t carico (con 736 colpi dell'stallazione A) o 6,3 (444 cp per il tipo B)
*Cadenza: 600 c.min
*GIttata: fino a 4 km
 
Il Mauser da 30 mm invece ha munizioni API ed HEI simili a quelle del cannone dell'A-10, ha dimensioni e pesi minori, cadenza di 1.600 c.min per l'arma binata, e un elevato numero di proiettili di pronto impiego, anche qui sufficienti per oltre un minuto di fuoco con nastri per 2.000 colpi.
[[File:DN-ST-87-09864.jpg|300px|right|thumb|Una concentrazione di fuoco notevole, sempre a bordo di una 'Lupo': lanciamissili SAM, missili OTOMAT, hangar telescopico, lanciasiluri e in bella mostra, il cannone binato del sistema DARDO]].
 
Un'altra arma o sistema ECM che dir si voglia è l'originale tipo '''SCLAR''', praticamente un lanciarazzi multiplo elevabile e orientabile secondo necessità, con centralina di tiro remota, realizzato in varie versioni anche con razzi di diverso calibro, da 51 e 105 mm. Con entrambi ha 32 e 10 colpi, con i secondi ne ha 20, fabbricati dalla SNIA Viscosa o BPD, con razzi da 12 km di gittata per lancio di chaff del tipo LR-C, o gli MR-5 da 5 km o gli LR-1 da 4 km illuminanti, o anche tipi HE per bombardamento costiero (in pratica però affidato ai cannoni di bordo).
 
[[File:DN-ST-87-09867.jpg|300px|right|thumb|Il 127 Compatto nella sua più diffusa installazione: sul ponte di una 'Lupo', la nave più piccola (112 m e 2.500 t) che di fatto ha dimostrato di poterlo portare]]
Quanto al cannone da 127/54 mm, esso venne sviluppato dl '65 al '70 e venne adottato prima sugli 'Audace', poi sulle 'Lupo' e 'MEKO 360', nonché in seguito sulle navi Giapponesi, Coreane e più di recente sulle F-125 Tedesche e le LCF Olandesi. Peraltro Corea e Giappone sono passate all'Mk 45 Mod.4 da 127/62, meno potente ma entrato in servizio prima.
 
Negli anni '90 venne messo mano ad un tipo alleggerito, che pesava circa 25 t, molto meno delle 34-40 t originali e con un volume sottocoperta ridotto alla metà, perch non vi sono più le 3 giostrine da 22 colpi l'una e i colpi sono adesso posti in maniera separata in cassette, con cariche di lancio e proiettili. Vi sono riduzioni di prestazioni, come la disponibilità di base di una cadenza di 20-25 c.min e 20 colpi disponibili a ltiro, mentre l'alzo è ridotto a 70° (a parte il -15 sempre tenuto). Infine il volume della torretta è ridotto di circa la metà, ovviando all'eccessiva voluminosità per un cannone che tra l'altro non aveva nemmeno un operatore dentro la sua grossa torretta.
 
Più di recente, è stato sviluppato il cannone da 127 mm con canna da 64 calibri che assieme al proiettile guidato Vulcano rivitalizza il concetto, prima piuttosto caduto in disuso. Il 127 mm, infatti, era pensato per ottenere il massimo di prestazioni da un cannone di medio calibro contro bersagli aerei, ma oramai per tali necessità vi sono armi di calibro minore e i missili. Così invece si usa l'arma come sistema di bombardamento costiero a lungo raggio o anche antinave. Le 'Orizzonte', contrariamente a quello che si proponeva inizialmente, non l'hanno avuto (piuttosto hanno ricevuto i cannoni SR da 76, lasciando il ponte di prua libero per i missili Aster), ma è previsto per le 'Bergamini' e per le F-125, oltre che per altri clienti esteri se si realizzeranno altre vendite per quest'arma di nuova generazione.