Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Armi: differenze tra le versioni

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Gli USA avrebbero potuto dare un sostituto all'eccellente cannone automatico da 76,2/50 mm messo a punto. Ad un certo punto accadde davvero, ma questo sviluppo anglo-americano finì per presentare troppi problemi e apparentemente segnò il disimpegno da tali artiglierie leggere, mentre continuò quello sulle armi di medio calibro, più che altro intese come lotta anti-superficie (ma il 127/54 mm Mk 42 è stato il primo cannone di tale calibro capace di arrivare a 40 c.min). In Italia si prese atto che il cannone da 76/50 era valido, ma in prospettiva ci si attendeva di meglio. Per il programma navale del 1950 erano comprese 4 corvette classe Centauro e si volle qualche cosa di meglio. Il cannone da 76/62 mm SOVRAPPOSTO, divenuto operativo nel 1957. Dato che succedeva di una dozzina d'anni l'arma americana non stupisce che ebbe anche prestazioni migliorate, cadenza di tiro portata da 45-50 c.min a 60, gittata da 13.700 a 15-16 km. Era un cannone curioso, in quanto la torre per ospitarne i sistemi di caricamento aveva le canne sovrapposte, mentre per il resto era totalmente chiusa. Non ebbe in verità grande successo, se presto comparve il modello MMI, arma singola, che comparve nel 1962 sulle fregate 'Bergamini' e sul GARIBALDI ammodernato, poi in 6 pezzi sulle due 'Alpino', in 4 sui due 'Impavido' (che avevano ancora una torre binata americana da 127, non essendo l'OTO di quel calibro ancora disponibile), 8 per ciascuna delle tre navi portaelicotteri a livello di incrociatore (Doria, Duilio e V.Veneto) e altre ancora, per un totale di ben 82 cannoni. Ma nessuno all'estero si curò di tale arma, e non senza ragione perché l'efficienza era lontana dall'ottimale. In effetti, ci si può solo meravigliare di tale consistente armamento artiglieresco delle navi italiane, tanto che, ricorda Annati, forse tali numeri erano dovuti semplicemente alle pressioni dell'industria e della 'categoria' dei direttori di tiro. Non che tutto andasse bene, allora. Si dice che c'era di che complimentarsi con tanto di brindisi se uno di questi cannoni MMI, per quanto più semplici rispetto ai Sovrapposto, sparasse una serie di 10 colpi senza incepparsi, per cui forse anche per questo ce n'erano così tanti sulle navi, sulle quali occupavano poco spazio del resto.
 
La loro sostituzione avrebbe però dovuto essere stata fatta almeno con il VENETO, che inspiegabilmente, piuttosto che rimpiazzarli con 8 'Compatto' preferì integrarli con 3 cannoni DARDO da 40 mm, facendo diventare tale incrociatore in possesso di ben 14 artiglierie su 11 torrette diverse, un caso assolutamente unico nella storia postbellica, eccetto per la portaerei Kutzentsov sovietica che arriva a 22 bocche da fuoco sempre su 14 armi, e i vecchi incrociatori di progetto postbellico come gli 'Sverdlov'. L'MMI è stato poi sistemato anche su navi come le corvette 'Da Cristofaro', 'S.Marco', 'Stromboli' e le stesse 'Centauro' che presto cambiarono le loro poderose ma inaffidabili torri da 120 c. min l'una (due cannoni).
 
[[File:76mm gun chikuma.JPG|300px|right|thumb|Il classico cannone degli ultimi 35 anni sulla maggior parte delle navi medio-piccole, il 76 mm Compatto]].
L'MMI è stato poi sistemato anche su navi come le corvette 'Da Cristofaro', 'S.Marco', 'Stromboli' e le stesse 'Centauro' che presto cambiarono le loro poderose ma inaffidabili torri da 120 c. min l'una (due cannoni).
L'MMI aveva problemi d'affidabilità e nessuno all'estero fu interessato alle sue capacità. Nei tardi anni '60 apparve invece il nuovo COMPATTO. Non c'era quindi niente di esoterico nella sua evoluzione, semplicemente si trattava di un processo durato quasi 20 anni in cui l'OTO aveva continuato a sviluppare nuove tecnologie. I Sovietici, per esempio, fecero lo stesso e infatti furono loro a costruire il primo cannone da 76 Super Rapido, nei tardi anni '70, per le corvette 'Tarantul', diversi anni prima che apparisse il Super Rapido italiano (tra l'altro come prima applicazione era l'OTOMATIC terrestre, nella MMI entrò in servizio solo con l'ammodernamento dell'Audace nel 1989 circa). Il nuovo cannone era molto più affidabile e pesava appena 7,5 anziché circa 10 t. Dotato di notevole velocità angolare e di reazione, è diventato un cannone di grande successo. Questo sopratutto perché per le nuove motocannoniere missilistiche era impensabile sia un armamento di sole mitragliere, che di cannoni di grosso calibro. Per qualche ragione nessuno, eccetto gli Svedesi con il meno potente 57 mm (capace però di 200-220 c.min) fece altrettanto e così l'OTO si diffuse a macchia d'olio, sia come arma primaria per le motocannoniere e motocannoniere missilistiche, sia ben presto come arma secondaria per fregate che avevano per lo più spazio destinato a missili ed elicotteri, dove peraltro il cannone risultava fin troppo modesto (la MMI volle infatti il 127 mm).
 
In seguito arrivò ad oltre 40 utenti con oltre 800 cannoni, e persino gli USA, troppo a lungo disinteressati al settore, finirono per adottarlo nel '73 (per alcune navi dell'US Coast Guard, le 'Perry' e i 'Pegasus'), mentre Spagna, Australia e Giappone, come gli stessi USA, lo produssero su licenza. L'arma era un buon sistema contro i caccia a reazione, ma servivano armi di tipo migliore per contrastare i missili veri e propri. Così venne aumentata la precisione dell'arma, aumentata la velocità del sistema di ricarica che passava da 0,7 a 0,5 secondi, migliorato il munizionamento e la centrale di tiro. Da notare che il cannone da 76 mm aveva una giostrina sotto il cannone (e la sua caratteristica cupola emisferica in vetroresina di colore bianco), che poteva contenere ben 80 colpi. Il cannone di per sé, differentemente dal tipo MMI, non ha un operatore al suo internò nè alcun sistema locale di tiro, la copertura (con un portellone posteriore) è a tenuta NBC, e l'arma è raffreddata ad acqua per mantenere la velocità di tiro che parte dal colpo singolo, fino al tiro automatico tra i 10 e gli 85 c.min. In quest'ultimo caso, chiaramente, l'arma non può sparare a ritmo continuo oltre una cadenza di tiro di un certo valore, sia perché non si può rifornire i suoi colpi molto rapidamente, sia perché la canna si surriscalda. La nuova arma venne sviluppata dal '64 e divenne operativa nel '69, ma non con la MM, che la ebbe solo con i caccia Audace dal '72, ma con le motocannoniere come le 'Saar' israeliane costruite su progetto tedesco in Francia, l'utente che le ha usate più spesso in azione, contro le unità missilistiche arabe nel '73 (pressoché inefficaci dopo avere lanciato i missili, dato l'armamento di sole mitragliere), ma alle volte anche con bombardamenti che hanno massacrato inermi civili (come successe il 4 giugno 1982 e ancora negli anni scorsi, quando per esempio una cannonata uccise un'intera famiglia palestinese, e nel periodo 2006-2009 contro le coste di Gaza con altri danni contro i civili).
 
 
 
[[File:DN-ST-87-09867.jpg|300px|right|thumb|Il 127 Compatto nella sua più diffusa installazione: sul ponte di una 'Lupo', la nave più piccola (112 m e 2.500 t) che di fatto ha dimostrato di poterlo portare]].