Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Siria: differenze tra le versioni

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Alla fine dei giochi tra ex- Alleati della coalizione anti-israeliana, nel 1991 la Siria e l'Egitto manderanno una divisione ciascuno contro l'Irak, assieme agli Americani e agli altri della Coalizione. Ma con la condizione che Israele non entrasse a sua volta in guerra. Cosa che, nemmeno da ex-nemici inesorabili, né l'Egitto né tantomeno la Siria sarebbero stati disposti ad accettare.
 
===1982: invasione del Libano<ref>Cooper, Tom: ''Syrian Tank Hunters in Lebanon'', ACIG Journal</ref><ref>Prosperini, Franco: ''Azioni di G.E. in ambito di Pace in Galilea'', RID Ago 1995</ref>===
Il Libano era ed è frammentato da fazioni in lotta che dal '76 lo hanno reso campo di battaglia con episodi di violenza tali, che ne hanno trasformato, e in peggio, la natura stessa. Beirut era fino agli anni '70, una città bella e prospera; poi divenne sinonimo di distruzione e disgregazione sia fisica che sociale. Nel '43 venne costituito un patto con il quale Cristiani, Falangisti e Maroniti avevano un ruolo dominante nell'aera, quando le sette musulmane come i Drusi e gli Sciiti erano già quasi la metà della popolazione; a questo si aggiungano i profughi palestinesi con relative basi dell'OLP. Poi successe che, in questa situazione, probabilmente destabilizzata anche dalla guerra del Kippur e dalla crisi energetica, un infausto 13 aprile un autobus carico di palestinesi venne assaltato dai Falangisti e i suoi occupanti uccisi barbaramente. I Cristiani erano la destra dello schieramento politico libanese, gli arabi tendevano invece per la Sinistra. L'OLP ebbe un'incursione in un suo campo profughi e si unì a quella che era diventata una guerra civile. La Lega araba incaricò la Siria di riportare la pace in Libano, l'ex-Svizzera del Medio Oriente, e di lì a poco venne eletto con una votazione popolare il Maronita Sarkis come presidente, sostenuto da Siria, USA, Israele e Arabia Saudita. Ma non riuscì a tenere il Paese unito, anzi nel '77 questo si divise in due, di cui il Sud controllato dai Cristiani con le relative 'isole' musulmane sotto controllo dell'OLP, e il Nord controllato dai Siriani. I Siriani di Assad presto ebbero a che fare con i militari Cristiani del Libano e dopo alcuni scontri bombardarono Beirut nel suo settore cristiano. Il 14 marzo 1978, dopo un attacco terroristico sul proprio territorio, Israele si lanciò in un'occupazione del Libano meridionale fino al fiume Litani
e poi si ritirarono dopo una condanna ufficiale dell'ONU, sostituite da truppe ONU per controllare il Libano meridionale. I Siriani nel frattempo erano diventati 30.000 nel 1980 e avevano istallato nel Libano centrale, nella Valle della Bekaa, una rete di sistemi contraerei su cui riponevano fiducia, visti i risultati dati nella precedente guerra del '73. Ma le cose non si erano affatto agiustate e nonostante la loro forza, i Siriani di Assad vennero sfidati apertamente dai Cristiani con un l'occupazione di Zahle, vicino all'autostrada Damasco-Beirut, e le truppe di Damasco reagirono violentemente; nel frattempo, dai i continui lanci di razzi contro i kibbuz e le città del nord di Israele, la sua aviazione lanciò attacchi contro i settori musulmani di Beirut (in pratica, nulla di diverso da quello che è successo ancora 25 anni dopo, nel 2006). Vi fu anche una tregua del 24 luglio 1981 messa a punto dagli altri stati arabi, ma durò poco. I lanci di razzi continuarono e allora gli Israeliani attaccarono ancora il Libano. Nonostante la perizia dei loro aviatori e le armi moderne di cui disponevano, i loro attacchi navali e aerei del 4 e 5 giugno fecero centinaia di vittime civili sui 25 km di costa tra Tiro e Damur, poi il 6 giugno iniziò l'operazione Pace in Galilea, per annientare o quantomeno allontanare dai propri confini i molesti nuclei dell'OLP che continuavano a tirare razzi. Presto 20.000 soldati entrarono il Libano con centinaia di carri (alla fine saranno oltre 1.200, usati senza risparmio in quanto capaci di risparmiare molte vite ai soldati di Israele) che riuscirono a vincere la resistenza dei Fedayin e dei gruppetti della Sinistra libanese. I Siriani intervennero nella zona della Bekaa ma vennero respinti, mentre dall'8 giugno iniziavano combattimenti aerei violentissimi in cui l'aviazione siriana perse grossomodo l'equivalente dell'intera linea di caccia dell'AM italiana (circa 80 aerei), e gli Israeliani occuparono Tiro e Nabatieh. Mentre i Siriani erano costretti a ridimensionarsi al rango di osservatori, gli Israeliani assediavano Beirut, tra le proteste internazionali per i massacri commessi. Infatti la capitale libanese venne bombardata in maniera spietata dalle truppe di Sharon, con migliaia di vittime civili sotto un assedio devastante, e i massacri di Sabra e Chatila, durati giorni da parte dei Falangisti, mentre le truppe d'occupazione israeliane, ufficialmente, non erano al corrente di quanto stava accadendo (quando le testimonianze oculari parlavano chiaramente di come i check point israeliani fossero a non più di qualche centinaio di metri di distanza dai campi palestinesi).
 
Israele aveva vinto chiaramente la sua campagna militare. All'incontrario della sua capacità bellica, risaltò invece la sua totale incapacità politica alienandosi le simpatie residue (difficilmente rilevabili dopo la strage di civili, specie nella capitale) che potevano avere, tanto che dovettero ritirarsi nel 1984 dopo avere subito dalla guerriglia perdite sempre più dolorose. In patria le contestazioni alla violenta invasione non mancarono fin da subito, con manifestazioni di piazza numerose (molto di più di quanto si è visto nel 2006, per esempio). Così ritiratisi gli Israeliani i lanci di razzi continuarono come prima. A parte questo i Marines americani intervennero massicciamente come truppe di pace. Ebbero i loro problemi, e sopratutto la distruzione delle basi da parte di attaccanti kamikaze, che causarono oltre 200 morti. Anche i Francesi ebbero problemi analoghi perdendo 50 soldati. Le altre forze d'interposizione, mobilitate dopo i massacri di Sabra e Chatila, erano i britannici e gli italiani, che ebbero un morto dovuto alle ferite e la prima esperienza di una massiccia operazione di peace-keeping della loro storia postbellica.
 
Gli americani non difettavano di potenza di fuoco; intervennero i caccia ricognitori F-14, l'incrociatore USS Ticonderoga con il suo modernissimo sistema AEGIS e i cannoni da 127 mm, e la corazzata NEW JERSEY che intervenne spesso con i suoi cannoni da 406 mm contro le posizioni nemiche. La mobilitazione avvenne dall'ottobre 1982, dopo le stragi dei campi profughi. Nei monti dello Chouf, a SE di Beirut, i falangisti cristiani e i drusi musulmani iniziarono a massacrarsi prendendo in mezzo gli occupanti israeliani. Gli americani spararono colpi da 127 mm a centinaia sulle posizioni druse a Souk al-Gharb, prevenendone l'attacco finale alle posizioni Maroniti.
 
Durante gli scontri armati a terra i Siriani pare che persero circa 400 carri di cui 270 T-62 e il resto T-54, 55,72. Gli Israeliani ebbero perdite elevate a propria volta, meno di 150 carri di cui un terzo circa totalmente distrutti. Per quanto si provò non si riuscì a catturare i carri T-72.
 
La battaglia a Beirut fu violentissima, con l'OLP che usò largamente i propri mezzi, anche blindati. Oltre ai lanciarazzi MLR BM-14 e BM-21, vennero usati carri T-34 e moderni semoventi ZSU-23-4, BRDM-1 e 2, carri T-54 e 55. Durante i bombardamenti l'Esercito israeliani sperimentò i suoi nuovi razzi da 160, 240 e 290 mm. I Palestinesi avevano
 
 
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La SyAAF era nei primi anni '80 dotata di una brigata di elicotteri controcarri con 4 squadroni di Gazelle SA.342L e M, le unità 976, 977, 98 e 989, più uno stormo con i Mi-25, gli squadroni 765, 766 e 767. Queste brigate erano basate a Marj al Sultan e Jadeydeh.