Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Vietnam-3: differenze tra le versioni

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====F-111:l'aereo di vetro in azione<ref>Thornboroug-Davies ''F-111: successo in azione'', Melita Editori</ref>====
[[File:F-111 SCNA.jpg|350px|right|]]
Quando il primo F-111 uscì dalla linea di produzione, l'aereo di McNamara fece davvero impressione, come pochi in quegli anni pur ricchi di novità. La sagoma appuntita del muso, le ali a geometria variabile, per la prima volta in un aereo di serie, e non meno importante, la rifinitura della superficie. Era talmente liscia, rispetto ai soliti apparecchi ricchi di rivetti, che l'impressione era che fosse di vetro, tanto era liscia. Solo pochissimi altri aerei potevano vantare lo stesso tipo di 'pelle', per esempio l'A-5 Vigilante era un'altra macchina molto 'slick'. Ma il grande e potente F-111 era destinato a stabilire nuovi standard operativi.
 
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Così, 8 giorni dopo l'arrivo in Thailandia, il primo aereo andò in missione al comamdo di Dethman. Dopo tre giorni avvenne però qualcosa che ruppe la routine presto stabilitasi, allorché decollò l'aereo di Palgrem e Cooley (quest'ultimo dell'USN). Era il 66-0022, equipaggiato con ben 24 bombe da 227 kg (5,4 t) e due pod aggiuntivi ALQ-87 esterni per migliorare ancora la sua capacità di autodifesa, se anche qualche radar nemico lo avesse visto mentre si avvicinava a circa 800-1.000 kmh a 60-300 m di quota. Ma quest'aereo sparì senza lasciare tracce. Un secondo aereo, il 66-0024, andò in azione il 30 marzo. Ma ancora una volta, sparì senza lasciare tracce. Dato che volava da solo, non c'era stato alcun testimone di quello che gli era successo, anche se si presume che sia stato colpito mentre circuitava per aspettare l'autorizzazione ad entrare in Vietnam, il che significava prendere prima contatto radio con il centro di comando.
 
[[File:F-111As Combat Lancer 1968.jpg|330px|right|thumb|]]
Il 22 aprile un altro F-111 partì per il Nord del Vietnam, ma non andò lontano, schiantandosi al suolo ancora in Thailandia, dopo un'avaria disastrosa allo stabilizzatore di coda. L'equipaggio però si salvò e venne recuperato a circa un miglio dalla zona di atterraggio, anche se erano convinti che avessero fatto molta più strada. Il fatto è che temevano d'essere caduti in Laos, dove era spesso l'obiettivo da colpire. La forza degli aerei di Combat Lancer era calata della metà. Lo stretto abitacolo a posti affiancati era dotato di una capsula di salvataggio che in teoria sarà stata anche buonissima, tanto che poteva far salvare l'equipaggio anche da lanci supersonici e subaquei, e persino galleggiare come scialuppa (le cloche potevano diventare pompe di sentina), ma di fatto non ha mai convinto i suoi utilizzatori del suo valore, sebbene evitasse dei sedili troppo ingombranti e le imbracature del paracadute (del resto con un abitacolo largo circa 1,4 m non c'era molto da fare). Del resto, poco tempo dopo, un F-111A cadde a Nellis per lo stesso motivo (era l'8 maggio) dopo questa perdita venne dato l'alt alla missione, e gli equipaggi dovettero rassegnarsi a volare sugli EB-66 del 355th Wing fino che tornarono a Nellis il 22 novembre. In tutto erano state volate 55 missioni delle quali il 60% fu considerato positivamente svolto. Certo la situazione delle perdite non fu lusinghiera, ma gli equipaggi si erano resi conto che entrare in Vietnam era possibile senza dover necessitare di alcuna scorta e aerocisterna al seguito, differentemente dai 'circhi volanti' delle tipiche formazioni americane: senza farsi vedere e a bassa quota, sotto la cortina dei radar. La quota minima è tra 60 e 300 m a seconda del terreno e della modalità del TFR automatico (disponibile in tre 'livelli'). Anche a causa delle montagne aguzze del Laos e delle difficoltà poste dalla pioggia dei monsoni (che attutiva il segnale radar) era praticamente impossibile usare le modalità più dure, ma anche così i Nordvietnamiti non riuscivano a localizzare e a colpire gli apparecchi finché stavano così bassi di quota, oppure in Laos, dopo che avevano picchiato da media quota per bombardare (con il sistema CCIP di calcolo del punto previsto di caduta).
 
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L'altro aereo incursore presente era l'Intruder, ma esso venne usato molto più spesso come aereo da bombardamento da media quota, e solo dopo dure perdite vennero dirottati più che altro come interdittori a bassa quota, visto che erano quasi all'altezza, come capacità complessive, dell'F-111; ovviamente per un aereo subsonico e totalmente disarmato per l'autodifesa era al contrario molto più imperativo volare a bassa quota; quando per esempio due A-6A vennero sorpresi da J-6 cinesi, in uno degli scontri al confine, non ebbero scampo né modo di difendersi o scappare.
 
 
====Aerocannoniere====
 
====Firebee<ref>Fassari, Giuseppe: ''Firebee: il papà degli UAV'', Aerei nov-dic 2003 p.60-62</ref>====