Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Vietnam-3: differenze tra le versioni

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Ma tornando all'F-111A, il primo e più numeroso degli Aardwark e destinato in seguito (in 42 esemplari) a diventare l'EF-111A Raven, la maturazione delle varie tecnologie fu rapida. Il prototipo volò il 21 dicembre 1964. La prima unità fu pronta al combattimento già 4 anni dopo. Era quella l'operazione 'Combat Lancer', al comando del col Ivan H.Dethman, un veterano dal cognome significativo per un reparto di bombardieri (con una a ulteriore diverrebbe Deathman, l'uomo della morte). Il suo squadrone era il 428th TFS e trasferì 6 aerei da Nellis, centro sperimentale del Nevada, a Takhli, Thailandia. Qui gli aerei giunsero il 17 marzo 1968, e vennero inquadrati nel 355° TFW, già esperto nell'uso degli F-105D. C'era ancora in corso la campagna 'Rolling Thunder', che avrebbe costato all'USAF quasi 1.000 aerei per risultati pressoché trascurabili. L'F-111, figlio della richiesta TF-X di circa 7 anni prima, e 10 dall'inizio dello sviluppo, era già pronto. Ci si aspettava davvero molto da quest'aereo: i primi turbofan con postbruciatore TF-30 da 3,4 t/spinta, un'autonomia di trasferimento di 6.743 km, un raggio d'azione effettivo di circa 2.000 km, sistema di navigazione e attacco Litton LND-21/A, capacità di carico bellico massima di ben 14.424 kg (esattamente due volte un Phantom) per un peso di 41 t al decollo come massimo, ECM interni ALQ-94, sistema d'allarme radar ALR-22, persino un apparato di allarme ottico antimissili AAR-34 in coda, lanciatori di chaff ALE-288, radar d'attacco APQ-113, sistema avionico integrato Mk.1; TFR APQ-110, calcolatore AJQ-20A, un vano interno per ospitare due bombe H o un cannone Vulcan con oltre 2.000 colpi. Quest'aereo era un vero 'lupo solitario', non aveva bisogno di caccia di scorta, aerei ECM, e persino con un pesante carico di bombe e senza serbatoi esterni poteva volare a bassa quota tra Tahkli e Hanoi senza nemmeno necessitare delle aerocisterne. Per quanto potessero sembrare possenti gli F-105 e i Phantom, l'F-111 era un qualcosa di ancora superiore.
 
 
Così, 11 giorni dopo l'arrivo in Thailandia, il primo aereo andò in missione. Era il 66-0022, equipaggiato con ben 24 bombe da 227 kg (5,4 t) e due pod aggiuntivi ALQ-87 esterni per migliorare ancora la sua capacità di autodifesa, se anche qualche radar nemico lo avesse visto mentre si avvicinava a circa 800-1.000 kmh a 60-100 m di quota. Ma quest'aereo sparì senza lasciare tracce. Un secondo aereo, il 66-0024, andò in azione il 22 aprile, dopo quasi un mese. Ma ancora una volta, sparì senza lasciare tracce. Dato che volava da solo, non c'era stato alcun testimone di quello che gli era successo. Verso la fine del mese, un altro F-111 partì per il Nord del Vietnam e non fece ritorno. Tre tentativi, e tre fallimenti. La forza degli aerei di Combat Lancer era calata della metà e data la bassa quota, era sicuro che cadendo al suolo non c'era possibilità di salvezza, anche perché lo stretto abitacolo a posti affiancati era dotato di una capsula di salvataggio che in teoria sarà stata anche buonissima, tanto che poteva far salvare l'equipaggio anche da lanci supersonici e subaquei, e persino galleggiare come scialuppa (le cloche potevano diventare pompe di sentina), ma di fatto non ha mai convinto i suoi utilizzatori del suo valore, sebbene evitasse dei sedili troppo ingombranti e le imbracature del paracadute (del resto con un abitacolo largo circa 1,4 m non c'era molto da fare).
 
Il quarto tentativo fu fatto prima dell'alba del 28 aprile 1968. Gli equipaggi, che già non amavano molto l'F-111, erano scossi dalle perdite subite. Il numero 4, per giunta, in Asia simboleggia la sfortuna. Ma invece tutto andò bene: l'aereo decollò e si diresse sul complesso ferroviario di Hai Duong. Volando basso e veloce, fu capace di eludere i sistemi radar e di arrivare senza essere sentito e visto sul bersaglio, colpendolo con devastante precisione. Altre 51 missioni seguirono senza perdite. Che cosa era successo, poi, lo si sarebbe scoperto analizzando i piani di coda: nelle manovre a bassa quota, il pilota automatico doveva essere molto rapido nel dare comandi all'aereo e le guglie calcaree delle montagne erano una sfida per i sistemi. L'F-111 ha tre modalità di navigazione, le più dure consentono di volare più bassi, ma anche sballottano come sacchi di patate i piloti e se qualcosa va storto, non c'é modo di fare nulla per salvarsi, nemmeno il tempo di riprendere il controllo manuale del velivolo. A maggior ragione se con le manovre, una saldatura difettosa causa il cedimento dei grossi piani di coda di tipo totalmente mobile, che si è scoperto poi, hanno causato la perdita di almeno 2 F-111. L'altro forse ebbe la stessa sorte, o forse estrasse il cannone Vulcan per sparare contro un obiettivo al suolo, ma esso avrebbe sparato senza essere totalmente estratto, 'sbudellando' letteralmente l'aereo (il cannone è dietro l'abitacolo). In ogni caso Combat Lancer era finita il 31 ottobre, quando Nixon diede l'alt a Rolling Thunder. Gli equipaggi, per quanto scossi dall'affidarsi ad un sistema automatico di volo e dal navigare 'senza mani' di notte a quasi mach 1, avevano imparato a dare fiducia all'aereo, capace di superare le difese aeree più dense del mondo.
 
====Firebee<ref>Fassari, Giuseppe: ''Firebee: il papà degli UAV'', Aerei nov-dic 2003 p.60-62</ref>====