Divina Commedia/Purgatorio/Canto V: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nuova pagina: {{quote|Io era già da quell'ombre partito,}} *1.'''Io era... partito''':mi ero allontanato. Il racconto segue direttamente alla fine del canto precedente (vv.136-9); all'esortazione d...
 
Nessun oggetto della modifica
Riga 8:
 
{{quote|quando di retro a me, drizzando 'l dito,}}
*3.'''drizzando 'l dito''':indirizzando il dito verso di me, cioè additandomi; il gesto dà vita alla persona, estraendola dal gruppo.
*3.
 
 
{{quote|una gridò: «Ve' che non par che luca}}
*4.'''una''':di quelle ombre.
*'''Ve' ''':troncamento di «vedi»; indica meraviglia (cfr.''mira'' a ''Inf.''XX 37).
*'''non par che luca''':sembra che non dia luce.
 
 
{{quote|lo raggio da sinistra aquel di sotto,}}
*5.'''da sinistra''':il sole che prima, mentre lo guardavano, li feriva ''da sinistra'' (IV 57), ora che essi gli han voltato le spalle per salire la montqagna li investe da destra, e quindi l'ombra è proiettata alla sinistra di Dante.
*'''quel di sotto''':è Dante che sale per secondo, ''sotto'' a Virgilio.
 
 
{{quote|e come vivo par che si conduca!».}}
*6.'''si comporti; non solo dunque l'ombra, ma tutto l'atteggiarsi di Dante nel salire (che rivela la fatica) denota il suo esser vivo.
 
 
{{quote|Li occhi rivolsi al suon di questo motto,}}
*7.'''di questo motto''':di questa frase.
 
 
{{quote|e vidile guardar per maraviglia}}
*8.'''per maraviglia''':è lo stesso stupore di III 88 sgg., motivo che più volte tornerà lungo le balze del ''Purgatorio'', con intonazione diversa secondo le temperie dei diversi canti. Come osservò il Momigliano, nel canto III il motivo è svolto in forma elegiaca, qui con vivacità drammatica.
 
 
{{quote|pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto.}}
*9.'''pur me, pur me''':è il ''pur'' continuativo, che ripetuto sottolinea quell'insistente guardare.
 
 
{{quote|«Perché l'animo tuo tanto s'impiglia»,}}
*10.'''s'impiglia''':rimane come preso, irretito (da questo piccolo fatto).
 
 
{{quote|disse 'l maestro, «che l'andare allenti?}}
*311.
 
 
{{quote|che ti fa ciò che quivi si pispiglia?}}
*12.'''che ti fa''':che t'importa? Locuzione ancora in uso.
*'''pispiglia''':''pispigliare'' è dell'uso antico per «bibigliare», «sussurrare» (cfr.XI 111). Qui ha il senso traslato e spregiativo di dir qualcosa alle spalle di un altro, come oggi «mormorare».
 
 
{{quote|Vien dietro a me, e lascia dir le genti:}}
*13.'''Vien dietro a me...''':esortazione solenne, come tutto il seguito della terzina. Virgilio, come più volte nel poema, adempie alla sua funzione di maestro cogliendo una piccola occassione per enunciare massime che servono al cammino del suo discepolo. La spropozione tra il fatto minimo (''Li occhi rivolsi...'') e il suo discorso è evidente, ma non vi è sproporzione tra queste parole e la meta a cui Dante è diretto. E a questa soltanto guarda Virgilio. Qui nel purgatorio ogni piccolo indugio è grave (cfr.IV 37: ''Nessun tuo passo caggia...''), e tanto più in questa costa dove sono puniti i negligenti, coloro che furono moralmente pigri.
 
 
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}
{{quote|}}