Osservare il cielo/Percorso 2: Verso il centro della Via Lattea: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
cambio avanzamento a 100% |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 170:
L'osservazione al binocolo può dimostrarsi difficoltosa, non tanto per la sua individuazione, dato che l'ammasso è molto ben evidente, quanto per la sua risoluzione: le sue stelle infatti, di nona magnitudine, appaiono molto vicine fra di loro e l'oggetto ha un aspetto prettamente nebuloso. Un telescopio di piccole dimensioni è invece sufficiente per scindere chiaramente le sue sei componenti principali, più al massimo un'altra decina più deboli, oltre le quali non vi è traccia di ulteriori addensamenti stellari.
La distanza di questo ammasso è incerta. Viene calcolata tra i 4000 anni luce e i 7200 anni luce; l'incertezza è determinata dall'enorme quantità di polvere
<div style="clear:both"></div>
Riga 190:
Al binocolo si presenta come una macchia chiara dalla forma vagamente somigliante ad un numero "8" molto compresso nei lati superiori; il campo stellare in cui si trova non è eccessivamente ricca da disturbare la sua osservazione. La sua stellina centrale è di magnitudine 13,6 e può essere utilizzata come un test della luminosità per un telescopio da 200mm di apertura sotto un cielo molto nitido e buio.
M 27 è un esempio del tipo di nebulosa che il nostro Sole produrrà quando il
<div style="clear:both"></div>
Riga 200:
Un binocolo è più che sufficiente per individuarlo: si presenta di aspetto nebuloso con un bordo molto largo e degradante nell'oscurità, mentre il centro appare di un colore lattiginoso; un telescopio da 114mm è già in grado di scorgere alcune delle sue componenti più luminose, che appaiono alcune di colore bianco ed altre marcatamente rossastre.
M 22 è poco concentrato: molte delle sue stelle appaiono già completamente risolte con un telescopio da 200mm di apertura; contiene circa 100.000 stelle racchiuse in un diametro di 97 anni luce. La distanza è stimata sui 10400 anni luce da noi, ed è infatti uno degli ammassi globulari più vicini; è anche uno dei pochi conosciuti ad ospitare al suo interno una nebulosa planetaria, sebbene molto debole non osservabile con telescopi più
<div style="clear:both"></div>
|