Divina Commedia/Inferno/Canto III: differenze tra le versioni

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{{quote|risonavan per l'aere sanza stelle,}}
*23.'''sanza stelle''':così è la volta infernale, priva di ogni luce che sulla terra conforta gli uomini (cfr. ''Aen.'' III 204:«notti senza stelle»); e dalla luce sarà sempre definita la terra (cfr. VII 122; ''ne l'aere dolce che dal sol s'allegra''; X 69: ''non fiere li occhi suoi lo dolce lume?''; XVI 83: ''e tornai a riveder le belle stelle''; ecc.).
*23.
 
 
{{quote|per ch'io al cominciar ne lagrimai.}}
*24.'''ne lagrimai''':già è posto, fin dal principio, l'atteggiamento con cui Dante reagirà al dolore infernale: questo primo pianto è emblematico della ''pietate'' (II 5) che lo accompagnerà per tutta la cantica.
*24.
 
 
{{quote|Diverse lingue, orribili favelle,}}
*25.'''Diverse lingue...'''(25-30):le due terzine riprendono e dispiegano con maggiore ampiezza il motivo della precedente: i pianti si precisano in varie forme, con una progressione discendente (lingue-favelle-parole-accenti-voci), come sopra in progressione ascendente (sospiri-pianti-guai).
*25.
*'''Diverse''':differenti fra loro (''giacché tutti convegnon qui d'onge paese'', v.123). Preferiamo questa interpretazione, già molto diffusa fra gli antichi commentatori, all'altra:«strane», «disumane» (che si richiama a VI 13; VII 105; ecc.), perché la pluralità delle lingue per Dante è di per sé segno della decadenza dell'uomo dalla sua primitiva condizione, e anche perché l'altro concetto -dell'orrido e disumano- è espresso dalla copia seguente: ''orribili favelle''.
*'''favelle''':pronunzie; ''favella'' è il modo di pronunziare le parole, come a II 57.