Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-7: differenze tra le versioni

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L'arma di per sé era tutto sommato semplice. DueUn corpo affusolato con due serie di alette cruciformi, concentrate nella parte posteriore del corpo, cruciformi, con capacità di manovra (posteriori) e di controllostabilizzazione (anteriori, di forma trapezioidale). Il sistema di guida, naturalmente, era quello più difficile da realizzare: nella prua si riuscì a sistemare il Dassault ADAC (Auto Directeur Anti Clutter), di tipo monopulse e in banda I e J, INS Thompson RE 576, elaboratore EOG della Aérospatiale, e un elemento fondamentale, come il radar-altimetro Thomson AHV-7, necessario per permettere al missile di volare a pelo d'acqua, la sua principale capacità operativa. Dietro c'era la testata semiperforante da Luchraire GP1A da 165 kg oppure una carica a frammentazione, con spoletta capace di funzionare fino a 70° di angolo d'impatto o settata a 0,015 secondi dal contatto radar, per un effetto di prossimità; poi seguiva il motore. Attorno al sottile ugello di scarico poteriore c'erano gli attuatori di controllo e la batteria termica. Il lanciatore ITS di tiro 'standard' come dice la sigla, è fatto in leghe metalliche, mentre quello leggero ITL è in vetroresina, con una tipica installazione di 4 armi angolate per 12° rispetto alla prua della nave, a ventaglio, per coprire un settore di tiro anteriore fino a circa 120°. Spesso sono sistemati in gruppi di due per lato della nave, orientati verso l'avanti, alle volte tutti a prua. In effetti, dopo il lancio il missile non accetta correzioni di tiro particolarmente elevate e quindi non può, per esempio, ingaggiare bersagli a poppavia. Il peso di due coppie di lanciatori, dalla caratteristica struttura corrugata, è 13,5 t oppure, con la ITL, 9.500 kg (e quindi adatti alle navi minori). I lanciatori scatolati sono lunghi 5,4 m e pesanti 1.750 kg, carichi. Una consolle Aérospatiale si occupa del controllo del lancio; vengono attivate le batterie, si riscalda per 1 minuto la valvola a magnetron, si tira il missile o i missili selezionati, e in due secondi il booster l'accelera e lo porta in alto fino a 60-70 metri, dopo avere consumato i 100 kg di propellente. Poi ritorna subito a 9-15 m di quota fino a mare forza 7, e vola a mach 0,93 per un massimo di 93 secondi di autonomia (questo il dato riportato, ma appare incorretto visto che per 42 km a 300 m.sec sono necessari 140 sec), fino a quando a 12-13 km dal bersaglio comincia ad azionare il suo 'occhio' costituito dal radar Aérospatiale ADAC (angolo di visione 32°, alzo 20°), portandosi all'attacco ad appena 8 m di quota, scendendo fino a 2,5 se il mare è calmo. L'arma, capace di virare subito dopo il lancio di circa 30° a destra o sinistra, normalmente è trattata come un sistema piuttosto semplice, quasi un grosso pezzo d'artiglieria. Ogni giorno però va controllata la pressione nei lanciatori sigillati e il giroscopio, ogni settimana un test completo della durata di 2 ore, ogni anno deve essere controllato il missile a terra.
 
I motori sono capaci di far raggiungere al missile i 42 km; l'MM 38 ha booster Vautour e motore da crociera Eole V; diversamente, la combinazione per l'AM 39 è Condor-Tristan, SM 39 con il Narval e Tristan, l'MM 40 il Gerfault e l'Aither. L'entrata in servizio dell'MM 38 Block 0 avvenne nel '75.
 
Dell'MM 38 ne sono stati prodotti non meno di 1.262 esemplari per 18 marine, alcuni anche per difesa costiera (Argentina e poi la Gran Bretagna per Gibilterra).
 
 
[[File:Exocet_MM38_Schnellboot_S78.jpg|300px|right|]]
Nel '75, 10 anni dopo l'inizio dei lavori, si poteva pensare ad un missile migliore, e nel gennaio 1981 entrò in produzione l''''MM 40''', frutto di una rapida maturazione, che ha maggiore gittata grazie ad un motore a razzo molto più lungo. Questo è stato il primo della nuova generazione degli Exocet Block 1, con radar Super ADAC in banda J, migliori ECCM e traiettoria di volo anche più bassa. Il giroscopio, poi, consente un lancio entro i 90° rispetto ai 30 dell'MM 38, piuttosto pochi. Così ogni lanciatore è capace di coprire un angolo di 180° complessivi (si pensi che l'OTOMAT arrivava invece da 200° di deviazione possibile). Questo ha fatto sì che i lanciamissili non siano più sul ponte prodiero delle grandi navi, ma sistemati a mezza nave, orientati perpendicolarmente allo scafo: ogni gruppo di lancio controlla un emicerchio. Entro il 1993 530 missili sono andati a 13 marine e alle batterie su 4 lanciamissili autocarrati per il Qatar (sarebbero poi seguiti altri ordini per la difesa costiera, come le 10 batterie thailandesi). Parlando di lanciamissili, l'MM.40 ha un sistema di ripiegamento alette migliorato, che permette l'uso di contenitori-lanciatori tubolari, simili a quelli degli Harpoon e molto più compatti dei precedenti: in teoria, pur pesando di più (850 kg anziché 750) questo consente di raddoppiare il numero di missili trasportabili da una rampa di lancio standard, perché il peso totale ammonta a soli 1.150 kg.
 
== Note ==