Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele: differenze tra le versioni

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In tutto le infrastrutture in qualche modo coinvolte nei programmi WMD erano a Tirosh, Eilabun, Yodefat, Dimona(settore nucleare), Haifa (nucleare e missilistica), Be'er Yaakov, Kfar Zeharya (missili), Nes Ziyyona o Ziona (chimica e biologia), sparse praticamente in tutto il Paese, dal Lago di Tiberiade (Eilabun, Yodefat) a Dimona nel Negev. Poi veniamo ai vettori veri e propri.
 
Anzitutto i missili JERICHO 1, oramai ritirati dal servizio attivo, ma ancora presenti in circa 150 esemplari. Essi hanno gittata di 500-750 km, carico 500-650 kg o carica nucleare di 20 kT, con un CEP discreto di circa 1.000 m. Qualcosa meglio, insomma, degli 'Scud' dei tipi più evoluti. Pare che i primi 14 di questi missili vennero costruiti direttamente in Francia come MD-600 o MD-620 (il progetto in effetti è francese), entrati in servizio nel '73 (già prima del Kippur), mentre la linea di produzione venne chiusa 5 anni dopo; da notare che quelli costruiti in Israele avrebbero aumentato la carica trasportabile a 800 kg, per una testata nucleare più potente. Questa è certo portata dai JERICHO 2, 50-90 esemplari in servizio. Stavolta si tratta non di una specie di missile 'Scud', ma di un vero IRBM, capace di raggiungere 1.500 km di gittata, con 1 t di carica che potrebbe essere una bomba 'H' da 1 MT. Trattasi di un missile bistadio a propellente solido, come del resto il predecessore, a propellente solido e forse con guida terminale; ma è possibile che abbia anche un sistema di guida terminale per assicurare una precisione simile al Pershing 2, quindi in tal caso con un radar di ricerca che trova un equivalente dell'immagine che ha in memoria, e che rappresenta l'obiettivo. Pare che questo missile sia stato co-sviluppato con il Sudafrica negli anni '70 (con somiglianze con il vettore Arniston), ma potrebbe esser al contrario un tipo francese oppure il lanciatore per satelliti 'Shavit'. Non ci sono pozzi di lancio per questi missili balistici, mentre invece vi sarebbero lanciatori TEL mobili o postazioni in caverna. Pare che vi siano due versioni del Jericho 2, una 'tattica' da 800 km e quella strategica mod. IIB, che ha il raggio d'azione superiore. Sarebbero schierati a Sedot Mikha in Giudea, 23 km a E di Gerusalemme e poco oltre i 40 da Tel Aviv, su tre gruppi, il 150, 199 e 248° Tayeset (gruppo), ma non è chiaro dove siano. Forse in caverne calcaree e di tufo, dove sono sistemati i sistemi TEL. Il primo test avvenne attorno al 1986 o 1987, nel segreto più assoluto<ref>Fassari, Giuseppe: ''I vettori balistici Israeliani'', Aerei set ott 2005</ref>.

Ma il programma israeliano non è finito qui, perché, quarta nazione al mondo, Israele si sta interessando anche agli ICBM ovvero ai missili intercontinentali. IL JERICHO 3 ha una discendenza dal vettore spaziale NEXT, e potrebbe avere una gittata di 4.800-6.500 km, quando verrà schierato. Il fatto che una nazione che ufficialmente non ha dichiarato alcunché nel settore nucleare sia in procinto di dotarsi di missili intercontinentali non ha suscitato alcuna lamentela. Il carico utile sarebbe di 1.000-1.300 kg e forse comprende addirittura cariche nucleari multiple (MIRV). Non si sa bene come le testate nucleari israeliane siano ripartite: forse ben 200 sono per i Jericho 2, e l'altro centinaio per i più vecchi Jericho 1 e i missili Lance a corta gittata (160 disponibili con 20 lanciatori), che peraltro sono posti in riserva, nonché proiettili nucleari da 203 e forse 175 mm (in tal caso sarebbe un prodotto specifico israeliano), dato che esistono ancora 140 M107 e 35 M110, oppure per le artiglierie da 155 mm (anche queste già da decenni 'nuclearizzate') e i missili cruise. Resta però da dire delle bombe nucleari da aerei, molto probabilmente anch'esse presenti. Quanto ai 'Cruise', il tentativo prolungato di comprare 50 BGM-109 dagli USA, che però hanno rifiutato. Il fatto è stato superato da sistemi indigeni come l'IMI DELILAH e il POPEYE. Quest'ultimo, ordigno per aerei, sarebbe disponibile anche per i sottomarini Dolphin Israeliani, 3 in servizio e due ordinati, il che spiega i tubi di lancio da 650 mm anziché i soli e soliti da 533. Apparvero attorno al 2002 come mezzi operativi, derivati dall'AGM-142. Con due sottomarini in Mediterraneo e in Mar Rosso, Israele avrebbe in tal caso una 'triade' di armi nucleari, anche se non è del tutto corretto paragonabile i sottomarini SSK a dei veri SSBN. Tra le tante altre ipotesi non manca la nuclearizzazione dei missil harpoon americani, uno dei quali nel 2000 avrebbe percorso una gittata di 1.500 km. Ma sono congetture, così come l'esistenza dei missili Popeye in versione 'turbo' ovvero con motore a turbina piuttosto che a razzo, con accrescimento della gittata. Se queste modifiche bastino per un missile 'cruise' da 1.500 km non è chiaro, e poi il diametro dei Popeye è di 533 mm (adatto quindi ai tubi di lancio standard, se le alette sono del tutto retrattili), ma del resto questo tipo di armi non ha nulla di esoterico in termini di tecnologia. Per esempio, i Tomawhak e gli Harpoon hanno lo stesso motore Williams da circa 300 kgs, solo che i primi hanno abbastanza carburante da portare una testata nucleare da 113 kg a 2.400 e passa km, i secondi hanno una testata HE da 227 kg e gittata di circa 110-130 km. La differenza la fa la presenza dei serbatoi maggiorati per i Tomawhak che pesano 1.300-1-500 kg, contro i circa 600 degli Harpoon, che sono anche gravati dal peso del radar di ricerca. Ma il vero problema per i missili d'attacco terrestre è l'accuratezza del sistema di guida. Con l'introduzione del GPS, però, anche questo problema è sostanzialmente risolto, mandando in soffitta i sistemi a memorizzazione della rotta, decisamente sofisticati, del tipo TERPROM (quelli tipici dei Tomawhak).
 
Poi v'é da dire che caccia disponibili sono in larga misura 'nucleari', e in particolare i 24 F-15I e le dozzine di F-16I in fase di consegna. Con un raggio d'azione di circa 2.000 km, non è chiaro se contando o meno il rifornimento in volo, si tratta di vettori di indubbia pericolosità. Questo anche considerando che le distanze, nella regione, non sono particolarmente impegnative: dal sud di Israele è possibile raggiungere Tabuk, importante base saudita, con appena 200 km di percorso, mentre la grande base H-3 irakena era raggiungibile con una distanza di 400 km, maggiore ma ben dentro le capacità di un cacciabombardiere tattico, anche senza rifornimento in volo.