Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Pakistan: differenze tra le versioni

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Per reagire a queste azioni la IAF mandò all'attacco i suoi aerei su Sargodha, prima i Camberra nella notte del 6-7 settembre; poi i Mystère, che dovevano essere 12, poi ridotti ad appena 7. Il percorso era al limite delle loro capacità, ben 300 km dal confine. Volando a bassa quota riuscirono ad eludere i radar e a colpire un F-86 e un F-104. Almeno uno o due Starfighter decollarono in allarme, e uno di essi attaccò il Mystère di Devayya, che tuttavia evitò due AIM-9 e poi distrusse l'F-104 con i cannoni DEFA. Purtroppo non sopravvisse a lungo schiantandosi poco dopo, forse per errore di manovra o perché a corto di carburante. I Mystère del No.1 Sqn ebbero successo, e così 8 dell'8th, che colpirono Bahngwala distruggendo due F-86. Dopo pochi minuti giunsero anche gli Hunter del 7th e 27th sqn, che colpirono Sorgodha dopo il decollo da Halwara (il cui comandante era anche il leader della formazione d'attacco). In quella prima mattina giunsero 4 Hunter con un quinto di scorta (un altro dovette abortire la missione), del 27th, subendo l'abbattimento di un aereo e il danneggiamento di altri due da parte di due F-86, uno dei piloti era Alam, già abbattitore di un Hunter e qui 'bissò' il successo. Sargodha venne attaccata ancora da 5 Hunter di una seconda sezione, e vennero attaccati da vari F-86. Stranamente, il vincitore fu ancora Alam, che distrusse 2 Hunter rimasti indietro a proteggere i compagni, e che reclamò anche altre due vittorie per un totale, in quei pochi minuti, di 5 successi. Alam era una figura leggendaria. Nato a Calcutta, all'epoca era comandante dell'11st Sqn alla cui guida era giunto proprio quell'anno; nella PAF era arrivato nel '54 e in tutto vantava 1.400 ore di volo sui soli F-86 (e certamente altre con apparecchi più vecchi). In tutto dichiarò 11 successi, più precisamente 9 vittorie e 2 danneggiamenti, durante la guerra di quel settembre 1965, e venne promosso da Maggiore a T.Colonnello. Ma negli anni '70 ebbe una crisi religiosa e riposti i suoi Ray-ban e i gradi di militare, divenne un fervente islamista; dal '79 aiutò i Mujaheeden contro i Sovietici. Infine alle 9.45 altri 6 Mystère colpirono Sargodha alle 9.45, distruggendo un F-86 e un deposito di carburante, oltre a colpire due F-104 e 4 F-86. L'ultimo attacco, francamente insensato, vide verso le 16 due soli aerei dello stesso tipo, ma uno venne abbattuto da un AIM-9. In tutto 33 sortite per un totale di 9 aerei distrutti al suolo e un F-104 in aria, contro non meno di 5 aerei. Finita la fase più calda della guerra, si ritornò all'appoggio delle forze terrestri. Del resto il tentativo di annientare i rispettivi aeroporti era fallito, o quanto meno non ebbe risultati del tutto soddisfacenti. Gli F-104 durante il periodo 8-20 settembre distrussero uno o due Camberra, ma la perdita di uno di essi causa maltempo, 6 F-86, 3 B-57 (incluso uno abbattuto per errore), più altri velivoli minori o danneggiati, fu comunque piuttosto pesante. Gli Indiani avrebbero perso non meno di 5 Hunter, 2 Gnat, 5 Mystère, un Camberra e un altro Vampire, più altri distrutti al suolo. Pochi piloti da entrambi i lati vennero uccisi, feriti o catturati (per i Pakistani si ebbero 6 vittime e 3 prigionieri). Una delle ultime battaglie vide 4 Sabre contro una mezza dozzina di Hunter e poi, 4 Gnat. Era il 20 settembre e andarono perduti un Sabre e due Hunter. Nelle missioni CAS i Sabre si destreggiarono come poterono, con oltre 500 sortite senza perdite ulteriori da parte della flak, anche se 58 risultarono danneggiati. Il 32° Stormo, su due squadroni con 12 aerei l'uno venne costituito appositamente per le operazioni sul Kashmir ed operava con razzi da 70 mm HVAR con lanciatori a 7 colpi. I risultati furono positivi, almeno stando alle rivendicazioni del 10-11 settembre, quando si parlava di 19 carri e un centinaio di veicoli vari distrutti, mentre il 19° Sqn avrebbe eseguito, dopo l'8 settembre, ben 571 missioni reclamando ben 20 aerei, 150 carri, 150 veicoli e 16 cannoni, cifre largamente superiori alla realtà. Ma non fu solo CAS: colpire ben all'interno la base radar di Armitsar era senz'altro una valida possibilità visto che all'epoca non c'erano caccia con radar di ricerca autonomo. Ma il 10 settembre 12 Sabre e due F-104 di scorta non riuscirono che a causare danni leggeri, e l'11 uno venne abbattuto dalla flak. Sebbene possa sembrare inopportuno che le missioni furono ripetute in maniera prevedibile, al dunque stavolta -nonostante la flak e la perdita dell'F-86- il centro radar venne seriamente danneggiato. Questo permise di usare i B-57 per un'azione notturna con 12,7 t di bombe, la quale riuscì a colpire ancora il radar e a distruggerlo totalmente. Effettivamente, i B-57 eseguirono 20 delle loro 195 sortite proprio contro i radar, perdendo in tutto 4 aerei e tre equipaggi. Ma i grossi C-130 non furono meno pericolosi, iniziando sopratutto dall' 11 settembre. Potrà sembrare strano che i grossi Hercules fossero usati con successo in tale ruolo, eppure riuscirono a rendersi utili. Nella notte dell'11-12 attaccarono un ponte a Kathua, il 15 altri due aerei fecero rotolare 18 t di bombe dalle stive su reparti meccanizzati a Ramgarh, sempre volando di notte, e causando pesanti danni; poi altre missioni, come quella in difesa di Lahore del 21-22 che distrusse varie postazioni d'artiglieria con 30 t di armi. Ma non erano i soli, i Pakistani, ad eseguire azioni d'attacco pesante, perché anche i Camberra indiani fecero altrettanto (e nel '71 vennero usati anche gli An-12), tanto che il 21 settembre si mossero verso il centro radar di Badin, un sistema da 350 miglia di portata del tipo FPS-6, per ritorsione dopo gli attacchi pakistani ad analoghi sistemi radar. Era uno dei due radar di questo tipo giunti con il sistema ADGE e giestio da tecnici americani. L'attacco venne pianificato volando ad appena 90 metri di quota per farsi 'ombra' con le montagne e piombare sull'obiettivo con bombe da 454 e 1814 kg, più razzi francesi da 68 per un totale di 14 t portate da 5 aerei. Risultato, un successo pieno. Il 22 settembre arrivò un primo cessate il fuoco e poi quello definitivo il 23. Ma il 10 gennaio 1966 un altro accordo politico, quello di Tashkent, rimandò i vecchi confini al 30 giugno 1965. Il Pakistan si era fatto valere per la professionalità dei suoi piloti, ma l'India aveva dimostrato di reggere l'urto di un agguerrito sistema militare come quello del vicino, e che il 'suo' Kashmir non era propenso alla rivolta. Sprecò malamente, nondimeno, la possibilità di colpire il Pakistan orientale, contro il quale aveva uno squadrone di Camberra, 3 di Hunter e 4 con Ouragan e Vampire, forse più intesi in funzione anticinese che per l'impiego contro i Pakistani, che là avevano solo un reparto di Sabre. Nondimeno vi furono attacchi come quello dei Camberra a Chittanong il 7 settembre, e poi su Jessore. La PAF reagì con alcune azioni di attacco agli aeroporti, con risultati non noti ma giudicati positivi.
 
In tutto i Pakistani rivendicarono 110 aerei indiani di cui 35 in azione aria-aria, 32 incidentati o abbattuti, e 43 distrutti al suolo; gli Indiani ne rivendicarono 73 tra cui 40 Sabre e 3 F-104. Le perdite ammesse dai Pakistani erano invece di appena 19 aerei, l'India 35 con 16 piloti. In tutto, le ricerche postbelliche hanno smontato tali pretese, riconoscendo la distruzione di non meno di 2 F-104, 13 F-86 e 4 B-57 oltre a un L-19; 9 sarebbero state le vittorie indiane in azioni aria-aria, 5 successi per la flak, 6 da bombardamenti. La IAF avrebbe perso 9 Mystère, 13 Hunter, 3 Gnat, 1 Camberra, Un Ouragan e 5 Vampire per un totale di 22 piloti uccisi; dei 32 aerei 23 vennero persi per azioni aria-aria, e 9 per la flak, poi un'altra ventina andarono distrutti al suolo assieme alle vite di due piloti. Anche questo valore è discusso, visto che le perdite qui non tengono conto degli incidenti di volo. In ogni caso, la IAF aveva 700 aerei da combattimento, mentre la PAF solo 280 includendo tutti i tipi. Con una guerra di logoramento più lunga l'India avrebbe vinto il Pakistan, ma nessuna delle due parti poteva durare più di quello che durò, dato l'embargo prontamente e saggiamente dichiarato (a differenze di altre guerre, invece alimentate in maniera continuativa) da parte di GB e USA, il che portò le due parti ad un cessate il fuoco senza ulteriori danni. La prima delle 'Guerre dei poveri' era finita, e sarebbe stata ampiamente studiata per la sua importanza tecnica e militare. Sebbene la maggior parte degli aerei coinvolti era oramai della vecchia generazione di jet subsonici, il loro armamento 'tutto denti' con batterie di cannoni e mitragliere si dimostrò efficace in molteplici situazioni (specie considerando che nelle missioni a lungo raggio era quasi impossibile portare carichi bellici oltre ai cannoni interni), così come la loro agilità e affidabilità. I missili AAM ottennero pochi successi, ma erano comunque una risorsa efficace per i caccia, e l'utilità dei velivoli supersonici, poco agili e scarsi ad autonomia, non fu per il momento dimostrata. Altre prove attenderanno i due contendenti, ma stavolta nella guerra del '71, la seconda di quelle note come 'le Guerre dei Poveri'. L'esperienza di questo conflitto sarà molto utile per 'oliare' adeguatamente lo strumento militare di entrambi i contendenti. Resta l'interesse indubbio per una generazione di aerei da combattimento, oramai già superati, che si affrontarono nondimeno in quantità e con valore: F-86 contro Vampire e Mystère, Mystère contro F-104, Hunter e Gnat vs F-86.
 
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Se questa è stata la storia della guerra aerea, per quel che è possibile ricostruire, con le incertezze del caso, a tutt'oggi, il discorso sulla guerra di terra è diverso. Si Sa che l'India vantava 1.450 carri ttra AMX-13, M.3, M.4, PT-76, M48, Centurion Mk.5-7, T-54 e T-55. C'erano anche jeep con cannoni da 106 SR, mezzi controcarri del tipo Unimog con missili, armi da 76 mm canadesi migliorate per almeno alcuni dei carri Sherman. Quanto al Pakistan, era inferiore, ma non tanto quanto nel settore aereo. Peraltro, qui la differenza di professionalità appariva meno percettibile e quindi l'India continuava ad essere avvantaggiata. In ogni caso, con 1.100 carri tra M24, M41, M4, M47, M48, più semoventi M7 e M36, il Pakistan era tra i Paesi extraeuropei meglio armati, sebbene solo circa 150 carri ebbero modo di scontrarsi, per ciascuna delle due parti, nella difficile e montagnosa zona del Kashmir. Già il 14 agosto i Pakistani entrarono in contatto con gli Indiani con un'offensiva nella direzione di Bhimbar a cui seguì una battaglia durata circa una giornata. Gli Indiani indietreggiarono sotto un diluvio di cannonate, ma poi contrattaccarono e il 24 agosto conquistarono le alture di Dir Schuba, il che costrinse a far saltare il ponte di Micpur per frenare l'avanzata delle truppe di Nuova Delhi. Ma già qualche giorno dopo i Pakistani conquistarono il passo di Haji Pir e con una manovra alle spalle delle forze indiane, le chiusero in una mortale sacca. Poi, dalle 4 del 1 settembre arrivò un bombardamento d'artiglieria di grande intensità e due brigate corazzate con gli M47 tentarono un accerchiamento bloccando le principali linee di comunicazione per il Kashmir, laddove sarebbero rimasti intrappolati 100 mila soldati indiani. Nel frattempo, i fanti pakistani sferrarono 3 attacchi alla brigata indiana di testa (presumibilmente la 191a) e il 2 settembre questa lasciava Chamb, anche se il nemico pagò caro tale successo, perdendo tra l'altro 16 carri. Obiettivo successivo era il fiume Chenab e un importantissimo ponte. Fu allora che le forze di terra chiesero l'intervento dell'aviazione, perché una simile catastrofe avrebbe sconfitto clamorosamente l'esercito indiano, già in crisi per via degli esiti non positivi contro la Cina. Non bastò ancora, e i Pakistani conquistarono la città di Akhnur. Gli Indiani allora attaccarono Lahore a partire dal 6 settembre, dal 7 Sialkot, usando 3 divisioni di fanteria più reparti corazzati. L'offensiva dovette superare una resistenza pakistana feroce, che durò fino al 18 settembre. Le truppe di Islamabad che difendevano Lahore distrussero 70 ponti e misero in opera ostacoli controcarri, ma non riuscirono a frenare facilmente l'iniziativa degli Indiani, troppo sottovalutati all'inizio della guerra. Invece le battaglie furono tali e tante che l'ONU si preoccupò seriamente di un'escalation internazionale. Nel mentre, dalla notte del 7 settembre la 1a Divisione corazzata con i suoi M47 e 48 attaccò il fianco sinistro indiano, con un totale di 5 assalti che durarono 36 ore, fino a vincere le resistenze indiane. Ma il nemico non era affatto vinto, e dopo essersi ritirato, il 10 settembre la 5a Brigata corazzata pakistana e la 2a Divisione fanteria attaccarono ancora, si trovarono di fronte al tiro dei Centurion e delle jeep con i pezzi da 106 sui fianchi, e cannoni c.c. frontalmente. Come i Pakistani per la difesa di Lahore, anche gli Indiani usarono Sherman interrati con le torrette sporgenti dal terreno, come postazioni controcarri. Alla fine i Pakistani, dopo essersi disimpegnati dalla trappola e dalle paludi vicine, lasciarono 30 carri distrutti e 10 danneggiati o abbandonati, oltre a parecchi morti, dopo una intera giornata di scontri. Poi toccò a Phillora e Chawnda, attaccate dagli Indiani e con altre battaglie tra corazzati. Gli Indiani dovettero usare come apripista i carri, ma i loro leggeri AMX-13 si trovarono spesso sotto tiro dei pakistani e alla fine molti vennero distrutti o abbandonati. In ogni caso, il 12 settembre Phillora era in mano indiana. Chawnda venne invece difesa dai Pakistani contro gli attacchi dei Centurion e Sherman.
 
Così si arrivò alla fine della guerra, costata, secondo le ammissioni indiane dell'epoca, 2.226 morti e 7.870 feriti, rivendicando 5.880 pakistani uccisi. Le perdite furono stimate in 180 carri e 200 danneggiati per l'India, 200 e 150 per il Pakistan. Come si vede l'India era leggermente in vantaggio come perdite, in termini assoluti ne ebbe forse di più, ma l'attrito giocava a suo favore. Però la guerra non poteva più andare avanti per la pressione internazionale, e non risolse i problemi lasciati sul campo di battaglia e sulla questione dei confini<ref>Questa parte: Pignato, Nicola: ''Storia dei mezzi corazzati'', 644-647)</ref>.
 
==1971==