Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-5: differenze tra le versioni

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===Fucili<ref>Armi da guerra 65</ref><ref>Ludi G: ''I Fucili automatici di Hitler'' Eserciti nella Storia dic 2001</ref>===
I Tedeschi entrarono in guerra con armi per la fanteria che costituivano un mix di tradizione e di modernità, ma in generale non erano particolarmente avanti nella tecnica, cosa che potrà stupire, ma del resto erano in questo erano in buona compagnia. Il fucile principale era ancora il Mauser 98, spesso con la sua versione corta, la Karabiner 98k. Era un'arma normaleconvenzionale, ad azionamento manuale, che sparava una cartuccia potente da 7,92 mm.
[[Immagine:Sturmgewehr 44.jpg|360px|right|L'Stg-44]]
 
Il tipo base, che risaliva ad un prodotto di dieci anni più vecchio, era lungo 1,25 m di cui 74 cm della sola canna, pesava 4,2 kg e avevacon caricatore ad astuccio da 5 colpi. La carabina aveva peso dipesava 3,9 kg, lunghezza di 1,075 m e canna da 60 cm, per cui non era un gran miglioramentoalleggerimento rispetto al fucile base, giudicato troppo lungo e pesante dopo il 1918. Atroppo tuttilungo glie effetti,pesante. ilIl Mauser ebbe accessori di ogni sorta, tra cui cannocchiali di puntamento per cecchini, e; anche se era grossomodo all'altezza dei vari tipi analoghi in servizio nel mondo, il suo meccanismo di ricarica non era particolarmente morbido da azionare, il che non agevolava la mira di precisione se si doveva sparare colpi ripetuti (il Mosin-Nagant russo era molto migliore in tal senso molto migliore).
 
Nel 1940 l'Esercito giunse alla conclusione che un sistema semiautomatico erafosse necessario per i soldati, e indisse un concorso a cui parteciparono la Walhter e la Mauser, con modelli molto simili. Utilizzavano il 'sistema Bang' con i gas prelevati dalla volata, il che si dimostrò decisamente complesso e macchinoso. Dopo che il Mauser, sorprendentemente, non si dimostrò adatto, venne adottato il Walther come Gewher 41(W) da 7,92 mm. Ma nemmeno quest'arma era ben riuscita,: complessa e inaffidabile sul campo, pesante da portare e complessa da fabbricare e persino da caricare nel suo astuccio da 10 colpi. Come spesso accaduto (lo Chaucat francese), pensare ad armi avanzate per la fanteria era un conto, realizzarle un altro e spesso lo si faceva con criteri del tutto irrealisticiinadatti per i soldati al fronte. Nonostante questo, ne vennero prodotti decine di migliaia di esemplari, ma eranoancora ben poca cosa rispetto alle masse di Mauser a caricamento ordinario.
 
Al dunque, iI Tedeschi scoprirono di essere stati battuti dai Sovietici quando vennero catturati i fucili semiautomatici Tokarev vennero catturati; essi avevano un meccanismo di ripetizione molto migliore e semplificato, e si scoprì che era adattabile al Gewher 41: subito ne nacque il '''Gewher 43''', che accompagnò i Tedeschi nella fase discendente della loro disgraziata guerra sul Fronte Orientale. Fu un compagno fedele per il soldato tedesco, anche come arma per tiratori scelti; i fanti che ln'ebbero ne ottennero una un'alta impressione, a tutti gli effetti si trattava del sistema sovietico adattato alla produzione tedesca. Si cercò di semplificare al massimo la produzione, fino al Karabiner 43 del 1944, accorciato tra l'altro di 5 cm; erano spesso presenti calci in plastica o legno compensato. Per dare una differenza tra il mod 41 e il 43 ecoecco i dati: nel primo caso, lunghezza di 1,124 m e canna da 54,9 cm,; nel secondo 1,117 e 54,9 cm; ma il peso era di 5,03 contro 4,4 kg. Il caricatore era ad astuccio sotto la canna, da 10 colpi.
 
Ma in quel mondo strano ch'era la Germania nazista, le forze armate tedesche erano divise da inimicizie che difficilmente si potevano sospettare a vederle tutte unite nelle campagne della Blitzkrieg. Eppure, la peggior rivalità che si sviluppò fu proprio quella tra Luftwaffe e Wermarcht. Ora, la prima era venuta a sapere che la seconda stava costruendo un fucile semiautomatico, e naturalmente non volle essere da meno. Così dallala Rheinmetall fece progettareprogettò un'arma che fossecapacefosse capace di erogare fuoco automatico, ma attenzione, questo significa tiro a raffica e non a colpo singolo. Per resistere alle sollecitazioni delle raffiche, in genere si adotta una munizione di medimedia potenza, anche se l'esempio di armi come l'M14 e il 'fratello' BM59 (entrambi derivati dal Garand: è abbastanza facile trasformare qualunque arma semiautomatica in automatica) dimostra che volendo la cosa 'si può fare', ma non è certo l'ideale anche per la dotazione di munizioni ad alta velocità che normalmente il fante porta con sé, piuttosto bassa se si tratta di proiettili ad alta velocità iniziale.
Come si è detto il fucile semiautomatico divenne presto un'arma molto richiesta e apprezzata, anche se pesava qualcosa di più ed era nominalmente soggetto a malfunzionamenti, fino a che 'ibridato' con il sistema Tokarev divenne un formidabile strumento bellico.
 
In ogni caso, il proiettile venne scelto ancora scelto tra quelli ad alta velocità, sempre la solita munizione da 7,92 mm. Nonostante questo, nonostante il contemporaneo requisito di fuoco automatico e nonostante la richiesta per le unità paracadutiste, interessate a materiale leggero, il risultato fu uno dei più interessanti fucili della II GM: il Fallschirmjagergewehr 42 o '''FG 42'''. Appena più grande di un normale fucile a ripetizione, anzi decisamente più corto, con impugnatura inclinata a pistola (simile a quella della P.08 Luger), calcio di plastica nera, bipiede come dotazione standard, baionetta triangolare, sistema d'alimentazione a recupero indiretto del gas. Ebbe ordini per un gran numero di esemplari, che peraltro non vennero mai consegnati nel numero richiesto. Pesante grossomodo come i fucili d'assalto automatici, anzi anche meno dei StG, venne prodottaprodotto anche con calcio in legno e altre semplificazioni pur di produrne il maggior numero possibile. Ma al dunque solo 7.000 esemplari circa vennero prodottifabbricati per la LW. ILIl disegno di quello che potrebbe anche essere definito un fucile mitragliatore o una mitragliatrice leggera, interessò molte nazioni nel dopoguerra. Eccetto il caricatore da 20 colpi messo lateralmente, che tendeva a sbilanciare l'arma nel fuorofuoco, molte altre cose di quest'arma vennero riprese, come il meccanismo di sottrazione gas capace di funzionamento semiautomatico con otturatore chiuso o automatico, con otturatore aperto.
Ma in quel mondo strano ch'era la Germania nazista, le forze armate tedesche erano divise da inimicizie che difficilmente si potevano sospettare a vederle tutte unite nelle campagne della Blitzkrieg. Eppure, la peggior rivalità che si sviluppò fu proprio quella tra Luftwaffe e Wermarcht. Ora la prima era venuta a sapere che la seconda stava costruendo un fucile semiautomatico, e naturalmente non volle essere da meno. Così dalla Rheinmetall fece progettare un'arma che fossecapace di erogare fuoco automatico, ma attenzione, questo significa tiro a raffica e non a colpo singolo. Per resistere alle sollecitazioni delle raffiche in genere si adotta una munizione di medi potenza, anche se l'esempio di armi come l'M14 e il 'fratello' BM59 (entrambi derivati dal Garand: è facile trasformare qualunque arma semiautomatica in automatica) dimostra che volendo la cosa 'si può fare', ma non è certo l'ideale anche per la dotazione di munizioni che normalmente il fante porta con sé, piuttosto bassa se si tratta di proiettili ad alta velocità iniziale.
 
In ogni caso il proiettile venne ancora scelto tra quelli ad alta velocità, sempre la solita munizione da 7,92 mm. Nonostante questo, nonostante il contemporaneo requisito di fuoco automatico e nonostante la richiesta per le unità paracadutiste, interessate a materiale leggero, il risultato fu uno dei più interessanti fucili della II GM: il Fallschirmjagergewehr 42 o FG 42. Appena più grande di un normale fucile a ripetizione, anzi decisamente più corto, con impugnatura inclinata a pistola (simile a quella della P.08 Luger), calcio di plastica nera, bipiede come dotazione standard, baionetta triangolare, sistema d'alimentazione a recupero indiretto del gas. Ebbe ordini per un gran numero di esemplari, che peraltro non vennero mai consegnati nel numero richiesto. Pesante grossomodo come i fucili d'assalto automatici, anzi anche meno dei StG, venne prodotta anche con calcio in legno e altre semplificazioni pur di produrne il maggior numero possibile. Ma al dunque solo 7.000 esemplari circa vennero prodotti per la LW. IL disegno di quello che potrebbe anche essere definito un fucile mitragliatore o una mitragliatrice leggera,interessò molte nazioni nel dopoguerra. Eccetto il caricatore da 20 colpi messo lateralmente, che tendeva a sbilanciare l'arma nel fuoro, molte altre cose di quest'arma vennero riprese, come il meccanismo di sottrazione gas capace di funzionamento semiautomatico con otturatore chiuso o automatico, con otturatore aperto.
 
Queste le caratteristiche: cal. 7,92 mm, lunghezza 94 cm, canna 50,2 cm; peso 4,53 kg, astuccio da 20 colpi, v.iniziale 761 ms e cadenza teorica 750-800 c.min.
 
Essendo costosa da produrre, come si capisce dai numeri complessivi, era chiaro che , nonostante il funzionamento eccellente (con cartucce ad alta potenza!), c'era bisogno di qualcos'altro. Qualcos'altro che passava attraverso una nuova munizione chedestinata ,attenzione, èad stataessere la pietra miliare della tecnologia del settore per i decenni a venire. Si pensi che anche il Kalashikov ne usa una versione adattata al 7.62 mm.
 
Questa nuova cartuccia nasceva dalla constatazione che le distanze di tiro dei fucili, balisticamente parlando, superavano grandemente la capacità di mirare attentamente da parte dei soldati medi (ma non dei cecchini). Ora questo significava proiettili troppo pesanti e costosi, armi parimenti troppo pesanti e costose, e difficili da maneggiare., Pochepoche le munizioni trasportabili al seguito diper ciascun fante. Era inutile dire che il fucile 98 era troppo pesante se poi non c'era modo di concepire qualcosa di funzionale ma di più leggero.
 
Ora gliGli scontri a fuoco avvenivano, anche in campo aperto, a distanze che spesso erano inferiori a 400 m. Perché non pensare a cartucce 'ritagliate' su questa constatazione? Ma i proiettili come anche l'eccellente 9x19 mm Parabellum (il primo numero significa il calibro, il secondo la lunghezza del bossolo) erano troppo deboli per tali distanze, e certamente non avevano la precisione per colpire tanto lontano. Andavano bene per i mitra, per le pistole, ma mai sono state pensatenon per i reparti di fanteria ordinaria. Se questiAll'opposto v'erano i limiti inferiori, quelli maggiori erano per proiettili di minor calibro (max 8 mm) ma con cartucce lunghe anche oltre i 50 mm. Tra munizioni capaci di mach 0,8-1 e quelle da 2,5 ci poteva tuttavia esserec'era un notevole spazio vuoto da riempire con un terzo, e più equilibrato calibro che consentisse anche di realizzare armi semiautomatiche o automatiche abbastanza leggere e facili da costruire. I Tedeschi cominciarono già nel '34 a lavorarci e soloed anni dopo apparvero due tipi, la carabina-mitragliatrice42mitragliatrice 42(W) della Walther, e un simile modello 42(H) della Hanael, che vinse la competizione, stavolta a scapito della Walther (che a sua volta aveva battuto la Mauser). La cartuccia che venne costruita per tali armi era la 7,92x33 mm (derivata da una precedente 7,92x30 mm), costruita dalla Polte, che pesava un terzo in meno della 7,92x57 standard. Sarebbe stata nota con vari nomi, alla fine quello rimasto era il Kurz Patrone 43, delnate nel '43, ma derivata dagli studi realizzati già nel '41.
 
Ordunque, aA questo punto ci si mise Hitler, che vietò tali armi: perché magazzini e industrie erano pienamente occupati dalle cartucce da 7,92 mm normali e la 7,92 mm 'Kurtz' avrebbe causato problemi di logistica. In un certo senso Hitler aveva ragione, ma allora cosa si sarebbe dovuto dire di tutte le armi catturate eal ancoranemico ed ampiamente usate, o della situazione logistica dell'Esercito dell'Alleato Italiano, che avrà avuto una buona decina di tipi di munizioni tra il 6,5, 7,7, l'8 e il 9 mm? Al dunque, quest'introduzione non era tanto grave e non richiedeva tecnologie esotiche e di difficile attuazione. Lo Stato Maggiore tedesco fece quindi le classiche 'orecchie da mercante'; assecondò il dittatore, ma autorizzò ugualmente l'introduzione della nuova arma, che contro le masse sovietiche di fanteria sovietica ebbe subito un successo strepitoso. Eppure l'arma era ancora considerata una MP, ovvero una Maschinen-Pistole, mitra insomma, con la designazione di= MP-43 (+ l'anno).I risultati furono molto interessanti, perché leLe cartucce intermedie erano abbastanza potenti per quasi tutti gli usi (un pò meno per il cecchinaggio), e Hitler, ritrovatosi a cose fatte, autorizzò l'arma ma con il più corretto nome di Sturmgewher 44 o '''StG44''', ancora pressoché identico al 'mitra'suo predecessore.
 
Anche se era chiamato 'mitra', l'MP43 fu chiaramente il primo fucile d'assalto del mondo, capace di sparare a tiro singolo o raffica,. Questo era un risultato che non poteva essere meno importante della tecnica vera e propria: primaPrima i fanti armati di fucile erano dipendenti, nell'azione tattica, dal fuoco di supporto di mortai leggeri, mitragliatrici o fucili mitragliatori; ora, sebbene queste armi potessero essere (come si scoprirà nel dopoguerra) ancora molto utili, i fanti stessi potevano erogare fuoco di copertura ai loro compagni, sia pure con dei limiti. La cadenza di tiro pratica restava infatti inficiata dal caricatore da 30 colpi, che a tiro automatico si svuotava molto prima di quello da 10 di un'arma normale, mentre la canna non era rimpiazzabile e quindi si surriscaldava col tiro troppo prolungato. L'unica versione dell'MP 43 fu la /1 con tromboncino lanciagranate, ma molti furono i sistemi, anche molto avanzati, usati come accessori esterni. Uno dei più impressionanti data l'epoca, era il congegno di puntamento notturno. All'epoca era appena stato possibile dotate alcuni carri di sistemi di visionevisori all'IR, e subito questi vennero usati addirittura su alcuni deisui fucili; ma più strano ancora fu il Krummlauf, che permetteva di sparare con angoli di 30-45 gradi contro bersagli defilati, e c'era anche un periscopio a specchio per il puntamento. Al dunque quest'idea di far 'spinnare' i proiettili per una traiettoria a curva era utile nei combattimenti ravvicinati, ma la canna ricurva che si usava era ben poco pratica pernon tuttopotendo iltirare resto'dritto', e l'idea non ha avuto molto seguito (ma venne usata dagli Americani in Corea). L'alimentazione era a gas recuperati dallo sparo etramite auna camma. A parte qualche differenza di dettaglio non è facile distinguere tra un StG44 e un AK-47, anche se quest'ultimo ebbe una genesi diversa, con in comune solo la cartuccia tedesca che venne 'sovietizzata' e adattata alle armi, prima il fucile SKS e poi il Kalashikov. Molti MP 43 o Stg vennero usati nel dopoguerra dalla Cecoslovacchia e nei conflitti arabo-israeliani; ce neci sono persino alcune testimonianze degli anni '80 sul loro impiego nei movimenti di guerriglia, forse riattati al 7,62 russo, visto che la munizione originaria dovrebbe essere oramai irreperibile.
 
StG-44:
Le caratteristiche dell'StG-44: calibro 7,92 mm, lunghezza 94 cm, canna 42 cm, peso 5,22 kg, v.iniz 650 ms, cadenza 500 c.min, caricatore ad astuccio inferiore da 30 colpi.
*calibro 7,92 mm
*lunghezza 94 cm, canna 42 cm
*peso 5,22 kg
Le*Prestazioni caratteristichedi dell'StG-44fuoco: calibro 7,92 mm, lunghezza 94 cm, canna 42 cm, peso 5,22 kg, v.iniz 650 ms, cadenza 500 c.min, caricatore ad astuccio inferiore da 30 colpi.
 
Quale fu la produzione di questi fucili? Di dati certi non ve ne sono, data la confusione dell'ultima parte della guerra. Dall'agosto al dicembre 1943 vennero costruiti 13.000 MP 43, e della StG 44, praticamente uguale a parte una canna allungata di 5 cm, ne vennero prodotti 55.000 solo nel mese di novembre 1944. Era molto, ma era anche troppo tardi per capovolgere le sorti della guerra. Infine, v'é da segnalare il Gerat 06, poi '''StG 45''' della Mauser, che venne presentato nel 1943 ma venne respinto perché troppo complicato. La produzione pilota era stata di 30 esemplari, che non avevano una presa di gas ma una chiusura metastabile. ANcheAnche la Haenel ebbe un suo StG 45, ma di esso non si sa nulla, tranne che era più leggero dell'altro.che Quest'ultimogià era pesantepesava appena 3,5 kg, davvero poco per un'arma del genere.
 
Questi fucili non sono certo molto noti; esteticamente somigliano (per i tipi dell'esercito) ad un incrocio tra due celebri armi: i mitra MP 40 e gli AK-47. E questo era in definitiva l'MP-43/StG-44. La sua discendenza, con la cartuccia sovietica da 7,62 mm, è stato direttamente l'AK-47, passando attraverso l'efficiente carabina semiautomatica SKS del 1946. Questa cartuccia era stata sviluppata già nel 1943 ed era leggermente più potente (7,62x39 mm)., Poie quindi non è statachiarissimo lase voltasia didavvero altrediscendente armi,dall'arma puretedesca. benLa note: l'FG42 è stata la base in larga misura della famosa mitragliatrice M60, mentre l'StG-45 è stato la base di un fucile secondo solo per diffusione agli AK e agli M16 per diffusione, ovvero il HK G.3 e il cugino spagnolo CETME Mod 58; dal primo è derivataderivato anche il famoso mitra MP-5; con il che si è ritornati al punto di partenza (stavolta a ragione), la definizione di 'mitra', quella usata nelfino al 1943 per queste armi.
 
Quanto ai lanciafiamme tedeschi, i tipi più avanzati furono montati sui carri Panzer III e sui semicingolati Mod. 251, che avevano 2-3 lanciafiamme capaci di 35 m di gittata e con 700 litri di carburante, sufficienti per circa 80 dardi da due secondi l'uno. I lanciafiamme della fanteria invece erano modelli come il Flammengewer 35 da 35,8 kg, con portata fino a 30 m,; ma c'era anche un sistema portatile monocolpo, capace di raggiungere con una fiammata di mezzo secondo, i 27 m. Era, usato dai paracadutisti. C'era anche il tipo rimpicciolito del mod. 35, alleggerito, il mod. 41. EInfine infineesistevano i lanciafiamme per due soldati, e tipi pesanti statici modello 42, predisposti per tirare in direzioni prefissate all'avvicinarsi del nemico. L'efficacia di queste terribili armi venne sopratutto apprezzata nelle operazioni offensive, specie contro i bunker e postazioni statiche varie. Peraltro l'Asse non riuscì a produrre un tipo di liquido abbastanza denso per valorizzarne appieno la gittata, come invece fecero gli Alleati con apposite miscele.
 
 
Le mitragliatrici e i mitra erano un altro capitolo ancora. Gli MP 38, presto migliorati come MP40, erano tra le armi più prodotte e più usate della categoria, calibro 9 para, erano state concepite per una produzione in grande serie, con lamiere stampate ed ebbero una grandissima diffusione. La cadenza di tiro arrivava a circa 600 c.min e il disegno era molto funzionale e moderno, rimasto come standard per molti anni.
 
Le 'Spandau' tedesche erano ben note durante la I GM, e la loro efficienza, ma sopratutto il sangue freddo dei loro mitraglieri, fu pagato con perdite umane enormi. Per dare alle vecchie e pesanti mitragliatrici dell'epoca un degno successore, comparve negli anni '30 la '''MG 34''', che era un progetto snello e non tanto dissimile dalle varie MG 15 e 17 dei tipi d'aviazione. La cadenza di tiro era robusta, dell'ordine dei 900 c.min. Ma la vera arma 'definitiva' fu la MG 42, detta anche 'la sega di Hitler', tirava non meno di 1.200 c.min, persino troppi, a dire il vero (circa il doppio di un'arma normale: buono per l'uso da parte di elicotteri o di aerei, ma tale arma non era usata se non a terra, dove il volume di fuoco di dieci colpi al secondo era considerato ottimale), per non consumare rapidamente le munizioni e surriscaldare la canna, protetta da una struttura tubolare. Arma assolutamente bivalente (forse la prima a superare la distinzione tra fucile mitragliatore e mitragliatrice da posizione), era una mitragliatrice leggera, poco più di un fucile mitragliatore, se usata con il bipiede classico (peso complessivo circa 11 kg), oppure arma pesante se usata con il trippiede. Anche se apparve a metà guerra e non ebbe forse la diffusione della precedente e diffusissima MG 34, ha segnato la storia della specialità. Assieme alla M2 Browning e al fucile mitragliatore Bren inglese (in realtà l'elaborazione di un'arma cecoslovacca, con ogni probabilità in ogni caso è il migliore fucile mitragliatore della storia, per cui merita un cenno anche se certo non era particolarmente 'avanzato' tecnicamente, solo molto affidabile ed efficiente), è un'arma 'immortale' che ha continuato fino ai giorni nostri ad esistere, alle volte ancora nella sua forma originale. Lo scrivente può dire che alcuni anni fa, durante una raccolta di metalli per beneficenza, dalle cantine di una casa venne fuori una MG 42, purtroppo talmente arrugginita che solo la canna era ancora in buono stato. Era il segno del 'passaggio del Fronte' o della lotta partigiana. La MG 42, rivitalizzata come MG 42/59 o MG 3, ha ricevuto il munizionamento NATO 7,62 al posto di quello tedesco da 7,92 mm, e continua ad esistere in migliaia di esemplari a bordo di corazzati o come arma da fanteria. Alcune sono state anche ritubate per il calibro 5,56 mm, come arma ad interim in attesa di vere e più costose armi in tale calibro. Stranamente, la Rheinmetall non ha pensato ad una versione scalata dell'arma, con il calibro da 5,56 mm NATO.
 
===Armi controcarri<ref>Armi da guerra 105 e Ludi G: ''Panzerfaust'' Eserciti nella Storia nov dic 2004</ref>===
Ovviamente queste hanno avuto la maggiore evoluzione rispetto ad altri tipi di equipaggiamenti, dato che il loro 'target' è stato a sua volta soggetto a pesanti (nel senso più letterale) cambiamenti, specie in protezione. I tempi dei fucili controcarri, per quanto validi, erano agli sgoccioli. I Tedeschi stavanoiniziarono a produrre il Panzerfaust, ma nei primi tipi esso era davvero un'arma a corto raggio, oltre che di maneggio talvolta pericoloso (per la 'suscettibilità' dell'esplosivo), e non era ricaricabile. Ma c'era il modo di usare anche i razzi da tubi ricaricabili. Oramai dimenticato, v'era un lanciarazzi chiamato 'Puppchen', bambola, che era una sorta di lanciarazzi per calibro 88 mm, anzi 8,8 cm. Esso era però simile ad un minuscolo cannone, quasi un giocattolo (da qui il nome), pernoto ilcome Racketenwerfer 43 8,8 cm. Si trattava di un affusto scudato e a ruote, un vero e proprio mini-cannone, con caricamento a retrocarica. Aveva se non altro una buona gittata massimo di 700 m, ma controcarri era di appena 230 (un terzo di tale valore); poteva sparare fino a 10 razzi al minuto ed era scomponibile in sette carichi per il trasporto, le ruote stesse erano smontabili per abbassare l'affusto. Era persino possibile metterle degli sci per muoversi nella neve ,e c'erano sullo scudo interno delle istruzioni stampate per il suo impiego, dal lato interno chiaramente, per poter usare questa nuova arma controcarrianche da parte di personale non necessariamente del tuttoben addestrato. Ma dopo i primi esemplari di questo ingegnoso ma complicato mezzo ci si rese conto che si trattava di un sistema inusitatamente complesso per i razzi di fanteria; catturando alcuni bazooka in Tunisia i Tedeschi si resero conto che era quellapresero la via dadel percorrere,tubo edi cosìlancio feceroportatile. Spesso iI pochi Puppchen prodotti vennero spesso usati in Italia, in quanto i Tedeschi, specie in fronti secondari, non 'buttavano via nulla' che servisse ai loro scopi. Gli Alleati furono a loro volta molto interessati a questo vero e proprio 'cannone lanciarazzi', a cui dedicarono una valutazione d'impiego apposita.
 
 
*Calibro: 88 mm
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*Gittata: max 700 m, tiro c.c. 230 m
 
I Tedeschi usarono anche un'altra arma, la '''Panzerwurfmine (L= che era''', un'arma poi ripresa dai Sovietici e persino dagli Egiziani, che l'hanno trovata adatta all'impiego tattico della loro fanteria. Era una grossa bomba a mano con il classico manico, ma con una carica HEAT sferica-conica all'estremità contenente una testata HEAT. La particolarità però non era nemmeno questa, ma il fatto che una volta lanciata la bomba descriveva una traiettoria arcuata, fino a che dei governali in tela si aprivano e a mò di ombrello, e la facevano ricadere ad alto angolo, ma sempre nella direzione desiderata, proprio quello che ci voleva per colpire un carro dalsul tetto; la gittata massima, con un abile lanciatore, era di circa 30 m. L'arma piacque molto, essendo perfettamente in grado di mettere KO un carro, anche se non l'avesse centrato in pieno sul tetto: la carica interna era di ben 520 grammi, una quantità inusitata per una bomba a mano, costituita per pari parti da RDX e TNT. Il tiratore non doveva applicare così la solita mina magnetica al carro, evitando l'avvicinamento finale che nei combattimenti era il più pericoloso; inoltre la sicura non si attivava fino a che l'arma non era lanciata, perché sensibile all'accelerazione. Gli Alleati non copiarono la bomba in parola, ma riutilizzarono tutti gli esemplari catturati; anzi gli Americani pensarono ad utilizzarla come fosse un 'grosso dardo' da tirare a mò di giavellotto; poi, quando si accorsero che era un'arma a 'parabola', corressero l'errore di valutazione con appositi bollettini. I Sovietici nel dopoguerra ne produrranno l'evoluzione,sistemi come la RKG-3M, capace di perforare 165 mm d'acciaio (40 in più didei tipiprimi precedentimodelli), vista in azione anche in Cecenia. Se si considera che il tetto e la torre dei carri hanno spessori di circa 30 e -40 mm, ci si può ben rendere conto che in assenza di corazze ERA o di sacchi di sabbia (che possibilmente evitino anche la detonazione dell'ordigno) ogni carro armato è in gravi difficoltà ad nell'incassare colpi del genere.
 
I dati: diametro bomba 114,3 mm, lunghezza 533 mm, bomba 280 mm (tutte misure anglosassoni, non è chiaro perchéstranamente), peso 1,35 kg di cui 520 gr di testata.
 
Un'arma più potente e a lungo raggio erano i fuciloni tedeschiPzB 38 e 39, che avevano calibro da 7,92 mm ma i PzB 38 e 39 risultarono presto superati. Erano comunque armi interessanti balisticamente parlando, solo che il primo era costoso e somigliava ad un pezzo d'artiglieria (di costruzione Rheinmetall), di cui 1.600 ne vennero costruiti; ma il verotipo armamentodefinitivo fu piuttosto il PzB 39, molto più semplice, con otturatorre scorrevole. Le munizioni avevano nucleo di acciaio e poi di tungsteno, sulla scorta dell'esperienza questa subita dai Tedeschi controcon i fucili controcarri Mrosczek polacchi del '39. Vennero prodotti anche dei successori per questo fucile, e persino una 'super mitragliatrice' controcarri, la MG 141. Non solo, ma vennero adottati i fucili svizzeri MSS 41 della Solothurn, fabbrica quest'ultima nota anche in Italia; infatti era la stessa che produsse un fucilone davvero potente, noto in Germania come '''PzB 785 (s) 2 cm''', una specie di cannoncino controcarri con tanto di affusto a biga. Furono probabilmente proprio gli esemplari tedeschi che fin dal '40 finirono, in buona parte (dei non molti prodotti) in Italia. AvevaAvevano alcune notevoli caratteristiche, che con ogni probabilità risentivano dell'esperienza della Solothurn nel settore cannoni contraeri (di cui esso eraerano una specie di arma 'portatile'), aveva infatticon caricamento semiautomatico, contramite caricatori da 5 o anche da 10 colpi. Però nell'insieme pesava oltre 50 kg e quindi era superata solo dall'arma giapponese paricalibro, che era però trasportata con una specie di barella, molto più facile da portare vistononostante chei oltretutto pesavasuoi 70 kg. ILIl Solothurn perforava molto: 30 mm a 500 m, persino più dei fuciloni sovietici; ma era però anche molto più pesante e costoso di questi.
 
Ma iI fucili tedeschi controcarri veri e propri erano in effetti delle armi molto particolari, quasi dei fucili da caccia grossa. Infatti il loro calibro e aspetto eraerano quello di un grosso fucile, con bipiede ripiegabile e anche con un voluminoso freno di bocca,. conEcco le seguenti caratteristiche (per il PzB 38):
 
Calibro: 7,92 mm
*Dimensioni e psei: 1,615 m, canna 1,085 m, peso 16,2 kg
*Prestazioni: v.iniziale: 1.210 m.sec, perforazione corazza 25 mm a 30300 mmm.
 
PzB 39: quasi analogo, solo 1,62 m di lunghezza, 12,6 kg di peso, v.iniz. 1265 m.sec con le stesse prestazioni.
 
Da notare l'enorme velocità iniziale, degna di un proiettile subcalibrato, e data da un bossolo di inusitate dimensioni.
Da notare l'enorme velocità iniziale, degna di un proiettile subcalibrato, e data da un bossolo di inusitate dimensioni. Colpisce il calibro, ancora quello dei fucili standard, che certamente non era garanzia di effetti 'behind the armour' elevati ergo molti colpi dovevano penetrare prima di mettere KO un mezzo nemico; ma in pratica la capacità perforante, ancorché elevata (il Boys britannico da 13,97 mm perforava alla stessa distanza solo 21 mm, la Browning sa 12,7 25 mm a 100 m, la Vickers 18 mm, una mitragliatrice normale circa 10 mm a 100 m), non era ancora del tutto sufficiente contro i carri, specie quelli sovietici. Ma era certo un pericolo contro i carri leggeri e le blindo.
 
Da notare l'enorme velocità iniziale, degna di un proiettile subcalibrato, e data da un bossolo di inusitate dimensioni. Colpisce il calibro, ancora quello dei fucili standard, che certamente non era garanzia di effetti 'behind the armour' elevati ergo molti colpi dovevano penetrare prima di mettere KO un mezzo nemico; ma in pratica la capacità perforante, ancorché elevata (il Boys britannico da 13,97 mm perforava alla stessa distanza solo 21 mm, la Browning sa 12,7 25 mm a 100 m, la Vickers 18 mm, una mitragliatrice normale circa 10 mm a 100 m), non era ancora del tutto sufficiente contro i carri, specie quelli sovietici. Ma era certo un pericolo contro i carri leggeri e le blindo. Di fatto questa piccola arma perforava lo stesso valore dei tipi russi da 14,5 mm, solo a 300 anziché 500 m.
Per migliorare le cose contro i carri armati c'erano anche le granate da fucile a carica cava, teoricamente sufficienti per consentire al fante di mettere KO un carro armato. La cosa danneggiava spesso l'arma di per sé, ma è più una considerazione da tempo di pace. Per avere un sistema apposito per tali granate i tedeschi ebbero anche un PzB 39 con trombombcino a bicchiere, chiamato Granatbuchse, ovvero fucile lanciagranate: una speciale cartuccia a bassa potenza attivava il lancio della granata su di un certo raggio, con la perforazione dipendente dal tipo di testata.
 
Per migliorare le cose contro i carri armati c'erano anche le granate da fucile a carica cava, teoricamente sufficienti per consentire alad un fante di mettere KO un carro armato. La cosa danneggiava spesso l'arma di per sé, ma è più una considerazione da tempo di pace. Per avere un sistema apposito per tali granate i tedeschi ebbero ancheusarono un PzB 39 con trombombcino a bicchiere, chiamato Granatbuchse, ovvero fucile lanciagranate: una speciale cartuccia a bassa potenza attivava il lancio della granata su di un certo raggio massimo, con la perforazione dipendente dal tipo di testata HEAT.
Ma questa non era certo l'unica modalità per tirare granate. I PzB 39 erano derivati dai precedenti fucili, appositamente trasformati; il soldato tedesco aveva anche il fucile Mauser 98k con tromboncino lanciagranate a picchiere in volata, capace di sparare granate, anche controcarri, su di una gittata di 200 m al massimo, con tanto di mirino a bolla specifico. Per il combattimento ravvicinato, c'era anche la tecnica della 'Carica concentrata' ovvero prendere un certo numero di Stielgrenate (granate con il manico) senza manico, legarle attorno ad una con il manico tramite filo di ferro, e tirarle come armi anti-bunker e controcarri.
 
Ma questa non era certo l'unica modalità per tirare granate. I PzB 39 erano derivatiderivavano dai precedenti fucili controcarri, appositamente trasformati; il soldato tedesco aveva anche il fucile Mauser 98k, che se modificato con tromboncino lanciagranate a picchierebicchiere in volata, capace dipoteva sparare granate, ancheHE controcarri,e HEAT su di una gittata di 200 m al massimo, con tanto di mirino a bolla specifico. Per il combattimento ravvicinato, c'era anche la tecnica della 'Carica concentrata', ovvero prendere un certo numero di Stielgrenate (granate con il manico) senza manico, legarle attorno ad una con il manico tramite filo di ferro, e tirarle come armi anti-bunker e controcarri.
Un'arma diversa era la Kampfpistole da 27 mm, che derivava da un congegno di segnalazione a bengala, per la quale gli ingegnosi tedeschi ben pensarono di usare anche razzi a carica cava o HE, ma certo, anche provvista di canna rigata e calcio ripiegabile, sparava solo fino a una gittata utile di 90 m una bomba da 51 mm di lunghezza con una minuscola carica di TNT. Decisamente questa 'Sturmpistole' (nome definitivo) costava molti soldi per quello che offriva. Eppure con la Panzerpatrone 326LP perforava 50 mm fino a 300 m. Verso la fine della guerra i tromboncini lanciagranate dei fucili e dei PzB potevano sparare varie Panzergranate, e ben tre tipi di grandi dimensioni, per 'venire incontro' ai carri più potenti: la 46 e la 61 e un'altra senza nome. Erano armi teoricamente capaci di trasformare un fante in un cacciatore di carri, ma non si sa bene quanto in pratica fossero efficaci. Eppure la loro minaccia, data anche la mobilità della 'piattaforma' di lancio non andrebbe mai sottovalutata, tanto che vi sono testimonianze di un uso efficace contro carri medi anche in conflitti postbellici, tipo quelli Israelo-Arabi.
 
Un'arma diversa era la Kampfpistole da 27 mm, che derivava da un congegno di segnalazione a bengala, per la quale gli ingegnosi tecnici tedeschi ben pensarono di usare anche razzi a carica cava o HE,. ma certo,Era anche provvista di canna rigata e calcio ripiegabile, ma sparava solo fino a una gittata utile di 90 m una bomba da 51 mm di lunghezza con una minuscola carica di TNT. Decisamente questa 'Sturmpistole' (nome definitivo) costava molti soldi per quello che offriva., Eppurema con la Panzerpatrone 326LP perforava 50 mm fino a 300 m. Verso la fine della guerra i tromboncini lanciagranate dei fucili e dei PzB potevano sparare varie Panzergranate, e ben tre tipi di grandi dimensioni, per 'venire incontro' ai carri più potenti: la 46 e la 61, e un'altra senza nome. Erano armi teoricamente capaci di trasformare un fante in un cacciatore di carri, ma non si sa bene quanto in pratica fossero efficaci. Eppure la loro minaccia, data anche la mobilità della 'piattaforma' di lancio non andrebbe mai sottovalutata, tanto che vi sono testimonianze di un uso efficace contro carri medi anche in conflitti postbellici, tipo quelli IsraeloArabo-ArabiIsraeliani.
Le mine tedesche erano invece le famose Tellermine: la 29, 35, 42 e 43. La Tellermine 42 pesava 7,8 kg e con diametro di 324 mm, spessore 102 mm, e faceva esplodere la carica di Amatol se veniva calpestata da almeno 340 kg di peso; divennero presto più sofisticate, con tanto di mini-mine (antiuomo) collegate ad esse, e che avevano la brutta tendenza ad esplodere colpendo l'ignaro geniere che le avesse rimosse.
 
Le mine tedesche erano invece le famose Tellermine: la 29, 35, 42 e 43. La Tellermine 42 pesava 7,8 kg e con diametro di 324 mm, spessore 102 mm, e faceva esplodere la carica di Amatol seche venivaesplodeva se calpestata da almeno 340 kg di peso; divennero presto più sofisticate, con tanto di mini-mine (antiuomo) collegatesotto addi esseloro, e che avevano la brutta tendenza ad esplodere colpendo l'ignaro geniere che le avesse rimosse.
Tornando ai razzi controcarri veri e propri, dopo l'esordio della Puppchen si ebbero sistemi decisamente più pratici e sopratutto, economici e portatili.
 
Tornando ai razzi controcarri veri e propri, dopo l'esordio delladel Puppchen si ebbero sistemi decisamente più pratici e sopratutto, economici e portatili.
[[Immagine:1668 - Salzburg - Festung Hohensalzburg - Panzerschreck und Panzerfaust.JPG|360px|left|thumb|Panzerfaust e Panzerschreck a confronto]]
Ecco quindi i due derivati terribili, i '''Panzerfaust''' e i '''Panzerschrek''', (Pugno corazzato e Terrore dei carri). Ora cominciamo dal secondo, anche se apparve dopo l'altro. Il 'fucile a razzo controcarri' come veniva chiamato, era del '43 e adottava praticamente il razzo del Puppchen, con sistema d'accensione elettrica anziché a percussione. Ebbe successo e fu l'antesignano del 'Super Bazooka', apparso versoanni la fine della guerradopo in calibro 89 mm perché si temeva fosse inefficace il vecchio 60 mm contro i nuovi carri pesanti (come in effetti si dimostrò),; la gittata era di circa 150 m, ma l'inconveniente era che il razzo era ancora acceso quando partiva dal tubo, da qui la necessità di una apposita visiera per il lanciatore; inoltre era meglio se c'erano anche indumenti protettivi e una maschera antigas, e infine i detriti e gli scarichi del razzo erano pericolosi fino a 4 m, rendendo inadatta l'arma dalloallo sparo da luoghi chiusi, e troppo visibile (=nuvole di polvere) se sparava dall'esterno. Inoltre era piuttosto pesante e ingombrante. Ma del resto non c'erano al momento altri modi di coprire le distanze tra 40 e 100 e passa metri, perché il Panzerfaust era troppo impreciso in tal caso. Fu l'RPzB 54 con scudo antivampa che eliminò la necessità delle protezioni per il soldato lanciatore;, ma non certo il resto dei problemi;. ill' RPzB 54/1 arrivava a 180 m con una granata migliorata; e gli ultimi razzi prodotti perforavano 160 mm, mentre i vecchi mod. 43 venivano passati alla seconda linea. Erano popolari tra le truppe, maanche se con i problemi di cui sopra.
 
RPzB 43:
*Dimensioni e pesi: tubo 9,2 kg, razzo 3,27 kg di cui 650 gr per la testata; lunghezza 1,638 m e gittata di 150 m;
 
I*RPzB dati54: RPzB 43, tubo 9,211 kg, razzo 3,2725 kg di cui 650 gr per la testata; lunghezza 1,638 m e gittata di 150 m; l'RPzB 54 pesava 11 kg e il razzo 3,25; per il resto non c'erano molte novità, se non che la cadenza di tiro indicata era di 4-5 colpi al minuto.
 
Le cariche di demolizione con ogiva HEAT erano state usate dal 1940, quando questi sistemi da 3 kg con 750 gr di TNT erano, capaci di perforare 110 mm di acciaio e, vennero usateusati per far saltare i bunker del forte belga di Eben Emael.
 
[[Immagine:Captured panzerfaust.jpg|360px|right|thumb|Quest'oggetto dalla forma di bastone è il Panzerfaust standard, osservato con curiosità da un giovane soldato americano, mentre la testata sembra smontata dal razzo stesso]]
Quanto al Panzerfaust, esso apparve ai primi del '42 come pratico sistema per tirare un'ogiva di grosse dimensioni controcarri; arma all'epoca unica, venne pensata dal dott. Langweiter e venne prodotta dalla HASAG di Lipsia e; non era un vero e proprio lanciarazzi ma una specie di cannone senza rinculo portatile, però con razzo sovracalibro, come negli RPG e a differenza dei più ingombranti Bazooka e Panzerschrek, nessuno dei quali all'epoca era ancora disponibile. In sostanza era un tubo con del propellente azionato prima dell'uscita della granata, da qui la mancanza di protezioni per il servente; la gittata era ridotta, specie nel tipo Panzerfaust 30 klein, il primo, chetipo avevacon una gittata pratica di 30 m e una testata da 100 mm, capace nondimeno di perforare 140 mm a 30 gradi° d'impatto. Il tubo di lancio doveva essere messo sotto il braccio prima dello sparo, non sopra la spalla come il Bazooka; malgrado la corta gittata, la caduta della traiettoria era tale da rendere necessario un alzo abbassabileretrattile, che non apparve subito. Presto arrivarono i più potenti Panzerfaust 60 e 100, e ed erano persino in programma i tipi '150' e '250', pure ricaricabili, praticamente gli antenati diretti degli RPG-2 sovietici del dopoguerra.
 
Le loro caratteristiche:
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*Panzerfaust 30: gittata 30 m, peso totale 1,475 kg (klein), 3,2 kg totale, lunghezza 98,5 cm, 76cm di tubo, diametro 40 mm, testata lunga 36 cm, carica HE da 400 gr di TNT e Trihezogene; carica di lancio 54 grammi di polvere nera; velocità 28 m.sec, perforazione 140 mm a 30°.
 
proiettoProietto 100 e 140 mm rispettivamente, dalpeso pesorispettivamente di 680 gr e 3 kg; v.iniziale 30 m.sec e perforazione massima 140 e 200 mm a 30°.
 
*Panzerfaust 60: gittata 60 m, proiettile da 3 kg e totale 6,8 kg; v.iniziale 45 m.sec.
 
Questo modello aveva la testata dei Panzerfaust 30, ma con motore di maggior potenza.
 
Descrivendo nel dettaglio l'arma, il tubo del klein era lungo 76,2 mm dal, diametro di 50 mm, con struttura finale a 'calice' per contenere l'ogiva. I tipi con maggiore capacità avevano motori a razzo vero e proprio, mentre il Panzerfaust 100, ancora con il sistema a rapida combustione (a mò di cannone SR) arrivava a 62 m.sec.
 
Il razzo Klein 30 era limitato, ma i primi 500 vennero mandati nell'agosto 1943 sul fronte Russo. Non c'erano sistemi di puntamento, le dimensioni erano di 44 mm di diametro per il tubo, 14 cm di diametro e 49,5 cm di lunghezza del razzo, peso 5,1 kg del razzo di cui 800 gr di HE, propellente da 95 grammi per una velocità di 30 m.sec, perforazione di 200 mm a 30 gradi fino a 30 metri.
Il razzo Klein 30 era limitato ma i primi 500 vennero mandati nell'agosto 1943 sul fronte Russo. Ma non c'erano i sistemi di puntamento, che non c'erano, avevano 44 mm di diametro, con 14 cm di diametro, 49,5 cm di lunghezza del razzo e 800 gr di HE, propellente da 95 grammi e 30 m.sec, perforando 200 mm a 30 gradi fino a 30 metri. Peso del proiettile da 5,1 kg. Nell'agosto del '43 ne arrivarono 6.300 esemplari, con cui venne passato un ordine per 50.000 pezzi dal settembre 1943. Stranamente la produzione del 'Klein' era proseguita fino all'aprile 1945. La produzione del Panzerfaust 60 m, invece, arrivò entro il dicembre 1944 a oltre 1.400.000 esemplari. In tutto il peso di quest'arma era di 6,1 kg, diametro del loro tubo di lancio di 50 mm, 134 grammi di polvere nera, v.iniziale 45 m.sec.Venne prodotto dal settembre 1944. Ma nell'estate 1944 era stato pensato ad un sistema a doppio stadio con motore a razzo aggiuntivo, 190 gr di propellente iniziale e poi del razzo di per sé. v.iniz. 60 m.sec, raggio 100 m, diametro 6,2 cm, peso 6,8 kg, alzo fino a 150 metri, entrò in servizio dal novembre 1944. Poi vennero i razzi ricaricabili Panzerfaust 150, tubo capace di sostenere fino a 10 tiri, per rendere più economico il tiro con queste armi e con impugnatura anteriore anatomica, 100.000 esemplari ordinati, ma pochi entrarono in servizio prima della fine della guerra. Ma non era finita, la HASAG progettò i razzi Panzerfaust 250 con velocità di 150 m.sec, ma non entrò in servizio: era nel settembre 1945 che si prevedeva di metterlo in produzione. Infine, si pensò a razzi capaci di perforare ben 400 mm, e infine ad un 'Grosse Panzerfaust' e un Hecth da 10,5 cm.
 
Nell'agosto del '43 ne arrivarono 6.300 esemplari, e venne passato un ordine per 50.000 pezzi dal settembre 1943. Stranamente la produzione dell'inefficiente 'Klein' proseguì fino all'aprile 1945. La produzione del Panzerfaust 60 arrivò, entro il dicembre 1944, a oltre 1.400.000 esemplari. Il peso di quest'arma era di 6,1 kg, diametro del tubo di lancio 50 mm, 134 grammi di polvere nera, v.iniziale 45 m.sec. Venne prodotto dal settembre 1944. Questo era uno dei migliori risultati con quel tipo di sistema di propulsione.
Il Panzerfaust era un'arma potenziata da un esplosivo chiamato ciclonite, che talvolta si dimostrava piuttosto instabile. Il Panzerfaust era arma capace di suscitare una certa diffidenza anche in chi l'usava dato che era pericoloso farlo: per questo, era necessario tirare da distanza, magari mancando il bersaglio, ma non essendo subito sottoposto al fuoco di ritorno. I carri sovietici spesso avanzavano coperti di fanteria armata con mitra PPhS, e appena vedevano un soldato tedesco sbucare dietro un muro o da una buca, non esitavano a sparargli. Spesso vennero fornite protezioni aggiuntive perché il Panzerfaust era capace di dare ad un singolo fante la capacità controcarri, sia pure senza ricarica e da distanze minime, di un carro Tiger. La velocità del razzo era piuttosto bassa, nulla a che vedere con i quasi 300 m.sec degli RPG; l'arma veniva inserita solo prima del lancio per motivi di sicurezza nel tubo; il grilletto era protetto dall'alzo, che si elevava per mirare meglio; il tutto mentre c'era il rischio che la granata, una volta aperto l'alzo, liberata dai ganci che la trattenevano, scivolasse fuori dal tubo e forse esplodesse. Una volta lanciata, era stabilizzata da 4 superfici ripiegabili. Insomma, un sistema rudimentale, ma se si faceva centro, per il carro nemico era la fine. Negli ultimi giorni di Berlino era normale vedere civili e ragazzini della gioventù Hitleriana andare verso il fronte in bicicletta, armati con un paio di Panzerfaust per mettere KO qualche T-34 o Stalin. Il Panzerfaust era semplice e se non altro venne prodotto in quantità di centinaia di migliaia di esemplari, dimostrandosi molto pericoloso per i mezzi nemici, sopratutto negli scontri urbani o tra la vegetazione.
 
Il razzo Klein 30 era limitato ma i primi 500 vennero mandati nell'agosto 1943 sul fronte Russo. Ma non c'erano i sistemi di puntamento, che non c'erano, avevano 44 mm di diametro, con 14 cm di diametro, 49,5 cm di lunghezza del razzo e 800 gr di HE, propellente da 95 grammi e 30 m.sec, perforando 200 mm a 30 gradi fino a 30 metri. Peso del proiettile da 5,1 kg. Nell'agosto del '43 ne arrivarono 6.300 esemplari, con cui venne passato un ordine per 50.000 pezzi dal settembre 1943. Stranamente la produzione del 'Klein' era proseguita fino all'aprile 1945. La produzione del Panzerfaust 60 m, invece, arrivò entro il dicembre 1944 a oltre 1.400.000 esemplari. In tutto il peso di quest'arma era di 6,1 kg, diametro del loro tubo di lancio di 50 mm, 134 grammi di polvere nera, v.iniziale 45 m.sec.Venne prodotto dal settembre 1944. Ma nell'estate 1944 era stato pensato ad un sistema a doppio stadio con motore a razzo aggiuntivo, 190 gr di propellente iniziale e poi del razzo di per sé.: v.iniz. 60 m.sec, raggio 100 m, diametro 6,2 cm, peso 6,8 kg, alzo per calcolare tiri fino a 150 metri, entrò in servizio dal novembre 1944. Poi vennero i razzi ricaricabili Panzerfaust 150, tubo (probabilmente sempre in ferro) capace di sostenere fino a 10 tiri, per rendere più economico il tiro coneconomiche queste armi, edotate condi una impugnatura anteriore anatomica, 100.000 esemplari ordinati, ma pochi entrarono in servizio prima della fine della guerra. Ma non era finita, la HASAG progettò i razzi Panzerfaust 250 con velocità di 150 m.sec, mache nonerano entròprevisti in servizio: eraproduzione nel settembre 1945 che si prevedeva di metterlo in produzione. Infine, si pensò a razzi capaci di perforare ben 400 mm, e infine ad un 'Grosse Panzerfaust', e a un 'Hecth' da 10,5 cm.
 
Il Panzerfaust era un'arma potenziata da un esplosivo chiamato ciclonite, che talvolta si dimostrava piuttosto instabile. Il Panzerfaust eraEra arma capace di suscitare una certa diffidenza anche in chi l'usava datodati chei erapericoli pericolosopotenziali farlo: per questo, era necessario tirare da distanza, magari mancandoe il bersaglio, ma non essendo subito sottoposto al fuoco di ritorno della fanteria. I carri sovietici spesso avanzavano coperti di fanteria armata con mitra PPhS, e appena vedevano un soldato tedesco sbucare dietro un muro o da una buca, non esitavano a sparargli. Spesso vennero forniteinstallate protezioni aggiuntive perché il Panzerfaust era capace di dare ad un singolo fante la capacità controcarri, sia pure senza ricarica e da distanze minime, di un carro Tiger, ma la carica HEAT era sensibile al tipo di blindatura installata, se c'erano delle reti o delle piastre distanziate. La velocità del razzo era piuttosto bassa, nulla a che vedere con i quasi 300 m.sec degli RPG-7; l'arma veniva inserita nel tubo solo prima del lancio, per motivi di sicurezza nel tubo; il grilletto era protetto dall'alzo, che si elevava per mirare meglio e lo scopriva; il tutto mentre c'eracon il rischio che la granata, una volta aperto l'alzo, liberata dai ganci che la trattenevano, scivolasse fuori dal tubo e forse esplodesseesplodendo. Una volta lanciata, essa era stabilizzata da 4 superfici ripiegabili. Insomma, un sistema rudimentale, ma se si faceva centro, per il carro nemico era la fine. Negli ultimi giorni di Berlino era normale vedere civili e ragazzini della gioventù Hitleriana andare verso il fronte in bicicletta, armati con un paio di Panzerfaust per mettere KO qualche T-34 o JS Stalin. Il Panzerfaust era semplice e se non altro venne prodotto in quantità di centinaia di migliaia di esemplari, dimostrandosi molto pericoloso per i mezzi nemici, sopratutto negli scontri urbani o tra la vegetazione.
Venendo invece al Panzerschreck, la sua efficacia era elevata sì, ma non senza limiti vari. Eccoli<ref>Ludi G ''Panzerschreck, il Bazooka di Hitler'', Eserciti nella Storia mar apr 2006</ref>. Mentre il Panzerfaust era da distribuirsi alla fanteria comune, il 'Bazooka' era per team specifici controcarri, dato anche che l'arma pesava 9,25 kg per 1,6 m di lunghezza. La testata aveva 660 g di esplosivo. Era disponibile in versioni estive e invernali, ovvero rispondenti a differenti 'range' di temperatura. Servito da un team di due uomini, sparava il razzo dopo l'azionamento di un grosso grilletto a 105 m.sec. Dopo poche centinaia di pezzi prodotti del mod. 43, che si era dimostrato davvero pericoloso per il lanciatore e anche per il caricatore, lo scudo metallico di 36x47 cm con finestra trasparente aiutava finalmente a 'sopravvivere' allo sparo, e inoltre il nuovo proiettile da 180 m di gittata Gr.4992 era capace di esser usato a tutte le temperature pratiche. Dal dicembre del '43 i piani erano per 382.000 esemplari e 4 milioni di razzi, e a gennaio si era già arrivati a quasi 51 mila e 173.000 rispettivamente, dei primi in prima linea ce n'erano 21.141. Organizzati in plotoni di tre lanciarazzi, erano potenzialmente pericolosissimi per i tank nemici. Ma i tiratori tendevano a sparare troppo da lontano e i risultati non erano dei migliori: ma già prove comparative con i Panzerfaust avevano dimostrato, contro un T-34 fermo e da 100 m, che solo il25% dei PzB colpiva l'obiettivo, contro 5 centri su 5 dei Panzerfaust 30 (naturalmente da 30 m). C'era da riflettere quindi sulla portata massima dichiarata di 120 m contro carri in movimento. Le capacità perforanti erano di 230 mm a 90 gradi e 150 a 30, ma i Finlandesi nel dopoguerra rilevarono solo 100 mm a 30 gradi, del resto l'ogiva era minore di quella del Panzerfaust. Nel '44 arrivò un lanciatore corto da 1,35 m da 9,5 kg, che era l'RPzB.54./1; ai 289.151 del tipo base mod. 54, se ne sarebbero aggiunti altri 25.744 su 48.000 ordinati. I colpi arrivarono a 2.218.400 almeno. C'erano armi speciali ancora più corti da 107 cm, o addirittura con lanciatore in cartone compresso pesante 5,5 kg, e infine lo sperimentale da 105 mm, lungo 2,4 m e pesante 18 kg, rimasto a livello di prototipi, mentre le altre due tipologie vennero prodotte in piccola quantità. Ma non finì mica qui: la Fliegerschreck era un bazooka antiaereo con razzo munito di testata da 17,4 cm, e 144 munizioni incendiarie; non venne mai usato.
 
Venendo invece al Panzerschreck, la sua efficacia era elevata sì, ma non senza limiti vari. Eccoli<ref>Ludi G ''Panzerschreck, il Bazooka di Hitler'', Eserciti nella Storia mar apr 2006</ref>. Mentre il Panzerfaust era da distribuirsi alla fanteria comune, il 'Bazooka' era per team specifici controcarri, dato anche che l'arma pesava 9,25 kg per 1,6 m di lunghezza. La testata aveva 660 g di esplosivo. Era disponibile in versioni estive e invernali, ovvero rispondenti a differenti 'range' di temperatura per i suoi propellenti. Servito da un team di due uomini, sparava il razzo dopo l'azionamento di un grosso grilletto a 105 m.sec. Dopo poche centinaia di pezzi prodotti del mod. 43, che si era dimostrato davvero pericoloso per il lanciatore e anche per il caricatore, lo scudo metallico di 36x47 cm con finestra trasparente aiutava finalmente a 'sopravvivere' allo sparo, e inoltre il nuovo proiettile da 180 m di gittata Gr.4992 era capace di esser usato a tutte le temperature pratiche. Dal dicembre del '43 i piani erano per 382.000 esemplari e 4 milioni di razzi, e a gennaio si era già arrivati rispettivamente a quasi 51 mila e 173.000 rispettivamente, dei primi in prima linea ce n'erano 21.141. Organizzati in plotoni di tre lanciarazzi, i cacciacarri tedeschi erano potenzialmente pericolosissimi per i tank nemici. Ma i tiratori tendevano a sparare troppo da lontano e i risultati non erano dei migliori: ma già prove comparative con i Panzerfaust avevano dimostrato, contro un T-34 fermo e da 100 m, che solo il25il 25% dei PzB colpiva l'obiettivo, contro 5 centri su 5 dei Panzerfaust 30 (naturalmente da 30 m). C'era quindi da riflettere quindi sulla portata massima dichiarata di 120 m contro carri in movimento. Le capacità perforanti erano di 230 mm a 90 gradi° e 150 mm a 30°, ma i Finlandesi nel dopoguerra rilevarono solo 100 mm a 30 gradi°, del resto l'ogiva era minore di quella del Panzerfaust. Nel '44 arrivò un lanciatore corto da 1,35 m da 9,5 kg, che era l'RPzB.54./1; ai 289.151 del tipo base mod. 54, se ne sarebbero aggiunti altri 25.744 susui 48.000 ordinati. I colpi arrivarono almeno a 2.218.400 almeno. C'erano armi speciali ancora più corticorte da 107 cm, o addirittura con lanciatore in cartone compresso pesante 5,5 kg, e infine lo sperimentale razzo da 105 mm, lungo 2,4 m e pesante 18 kg, rimasto a livello di prototipi, mentre le altre due tipologie citate vennero prodotte in piccola quantità. Ma non finì mica qui: la Fliegerschreck era un bazooka antiaereo con razzo munito di testata da 17,4 cm, e 144 munizioni incendiarie;. Quest'intereressante ordigno non venne mai usato in azione.
Sebbene i RPzB fossero più avanzati e riutilizzabili circa 100 (poi 200 col /1) volte, non vennero mai amati davvero dagli utilizzatori, tanto che nel primo quadrimestre 1944 i Panzerfaust misero KO 262 carri e i Panzerschreck 88, meno anche dei 167 distrutti dalla fanteria tedesca usando mine del tipo Teller. Costando però solo 70 marchi contro 5.730 del misero cannone da 37 mm Pak 36, non fu una cattiva idea e nell'insieme costituì un pericolo. ifurono anche dei blindati che ebbero lanciatori trinati di questi lanciarazzi, i Panzerjager 731 Bren, in pratica dei Bren Carrier catturati; ne seguirono anche altri con sei razzi in posizione brandeggiabile. E alfine, dopo la guerra, questi razzi tedeschi ebbero uso con i Finlandesi e poi Svizzeri e Belgi produssero dei derivati in uso fino agli anni '90, ovviamente perfezionati, ma ancora simili ai tipi bellici. La produzione (315.000 bazooka e oltre 2 milioni di colpi) per quanto inferiore, non lo è stato di molto rispetto ai 467.000 Bazooka, anche se con oltre 15.600.000 proiettili.
 
Sebbene i RPzB fossero più avanzati e riutilizzabili circa 100 (poi 200 colcon il modello /1) volte, non vennero mai amati davvero dagli utilizzatori, tanto che nel primo quadrimestre 1944 i Panzerfaust misero KO 262 carri e i Panzerschreck 88, meno anche dei 167 distrutti dalla fanteria tedesca usando mine del tipo Teller. Costando però solo 70 marchi contro 5.730 del misero cannone da 37 mm Pak 36, non fu una cattiva idea eusare questo sistema che nell'insieme costituì un pericolo serio, come del resto il Bazooka da cui derivava. Vi ifuronofurono anche dei blindati che ebbero lanciatori trinati di questi lanciarazzi, i Panzerjager 731 Bren, in pratica dei Bren Carrier catturati; ne seguirono anche altri con sei razzi in posizione brandeggiabile. E alfine, dopo la guerra, questi razzilanciarazzi tedeschi ebbero uso con i Finlandesi e, poi Svizzeri e Belgi produssero dei derivati in uso fino agli anni '90, ovviamente perfezionati, ma ancora simili ai tipi bellici. La produzione (315.000 bazookalanciatori e oltre 2 milioni di colpi) per quanto inferiore, non lo è stato di molto rispetto ai 467.000 Bazooka, anche se con oltre 15.600.000 proiettili.
 
===Cannoni Senza Rinculo<ref>Cantamutto A: 'I cannoni S.R.' Eserciti nella Storia set-ott 08</ref>===
I cannoni senza rinculo cominciarono la loro esistenza con gli studi di tecnici Tedeschi, ma il primo riscontro documentato è del 1911, da parte di un certo Davis, comandante dell'US Army, che preparò un sistema messo a punto nel 1912. Il suo bossolo aveva una massa rinculante che consentiva di d'eliminare gran parte del rinculo, mentre la munizione eraaveva dotataalette di alettestabilizzazione, essendo la bocca da fuoco a canna liscia. I Britannici ne studiarono addirittura l'impiego per dirigibili, abbinato ad un'arma Lewis, ma non ci furono riscontri in grande scala. Nel '23 i Sovietici continuarono a sviluppare tale armamento, e poi realizzarono armi tra il 37 e il 305 mm, di cui un tipo da 76 venne messo iin produzione e usato contro la Finlandia nel 1940. I Tedeschi ebbero i cannoni SR da 75 mm Mod. 40 per i paracadutisti: con un ordine per 193 armi e 120.000 colpi, seguirono poi le truppe alpine che contribuirono a totalizzare una produzione di almeno 632 unità. Era un cannone in alluminio che pesavada 145 kg e tirava colpi da 5,9 kg a 6.700 m. Poi si pensò anche ad armi da 105 e 150 mm, con molti tipi, specie da 105mm105 mm, di cui il mod 42 è stato il più diffuso. In tutto venne prodotta di quest'arma, da 8 km di gittata e almeno 430 kg, costruito in un totale di 528 pezzi e 452.000 colpi. I prototipi Rheinmetall LG240 e 290 da 150 mm vennero realizzati nel 1943, ma non entrarono in produzione. Gli inglesi iniziarono su di un modello svedese lo sviluppo di un'arma di questo tipo: dal 1942 comparvero pezzi da 87, 94 e 95 mm, con sistema di sfogo dei gas Burney con tubi obliqui, con bossolo in metallo con fori laterali con leggera pellicola in ottone che saltava all'atto dello sparo. Venne usato in Birmania il pezzo da 87 mm, che pesava solo 25 kg e tirava ad appena 914 m un proiettile da 4,9 kg (274 m.sec). C'era anche un pezzo da ben 183 mm, con 2.700 m di gittata, venne approntato però dopo lo sbarco in Normandia quando oramai non c'era più bisogno; il 94 mm ebbe limitatissimo impiego e il 95 mm nessuno. Negli USA venne approntato nel novembre 1943 il T15E1, il futuro M18, che venne messo in produzione un anno dopo e omologato nel '45, anche se venne sperimentata in Europa prima di allora. Pesava 20,4 kg con proiettili da 1,25 kg; è rimasta in servizio per molto tempo grazie ad una velocità iniziale di 366 m.sec e gittata di 3.976 m, ma come arma controcarri (i cannoni SR sono ideali per le HEAT) non era all'altezza nemmeno di affrontare il T-34, e in generale non era valida oltre i 160 m nel tiro controcarri. L'M20 si avvalse delle esperienze dell'M18 ed entrò in servizio nel giugno 1945, dopo poco tempo dall'inizio del programma. Anziché portatile era arma da treppiede, pesante 51 kg e con proiettile da 6,53 kg a 305 ms e 6.400 m. La gittata utile ufficiale contro i corazzati era di 350 m. I Tedeschi usarono molto di più i loro cannoni durante la guerra, già nel '41 nell'invasione di Creta. Nel dopoguerra, prima dei missili controcarri, i cannoni SR avranno un intenso momento di gloria, sopratutto con l'M40 da 105 mm, ma non mancò nemmeno il Davy Crockett con calibro da 120 mm e testata esterna al tubo di sparo con testata nucleare, fino ad un raggio di qualche migliaio di metri.
 
Gli inglesi iniziarono lo sviluppo basandosi su di un modello svedese: dal 1942 comparvero pezzi da 87, 94 e 95 mm con sistema di sfogo dei gas Burney a tubi obliqui, bossolo in metallo con fori laterali con leggera pellicola in ottone che saltava allo sparo. Venne usato in Birmania uno di questi cannoni: il pezzo da 87 mm, che pesava solo 25 kg e tirava ad appena 914 m un proiettile da 4,9 kg (274 m.sec). C'era anche un pezzo da ben 183 mm, con 2.700 m di gittata, approntato però dopo lo sbarco in Normandia, quando oramai non c'era (apparentemente) più bisogno; il 94 mm ebbe limitatissimo impiego e il 95 mm nessuno. Negli USA venne approntato il T15E1 nel novembre 1943, era il futuro M18, messo in produzione un anno dopo e omologato nel '45, anche se sperimentato in Europa prima di allora. Pesava 20,4 kg con proiettili da 1,25 kg; è rimasto in servizio per molto tempo grazie ad una velocità iniziale di 366 m.sec e gittata di 3.976 m, ma come arma controcarri (i cannoni SR sono ideali per le HEAT), pur perforando circa 100 mm, non era all'altezza nemmeno del T-34, e in generale non era valida oltre i 160 m. L'M20 si avvalse delle esperienze dell'M18 ed entrò in servizio già nel giugno 1945. Anziché portatile, era arma con treppiede, pesante 51 kg e proiettile da 6,53 kg, 305 ms e 6.400 m di gittata massima, 350 c.c. I Tedeschi usarono molto di più di chiunque altro i loro S.R., iniziando già nel '41 con l'invasione di Creta. Nel dopoguerra, prima dei missili controcarri, i cannoni SR avranno un intenso momento di gloria, sopratutto con l'M40 da 105 mm, ma non mancò nemmeno il Davy Crockett con calibro da 120 mm e testata esterna al tubo di sparo, con che era di tipo nucleare (a bassa potenza), e veniva sparata su di un raggio di qualche migliaio di metri.
 
 
==Artiglierie<ref>Armi da guerra 70 e 44</ref>==
In generale, dato che la Germania era stata praticamente azzerata dopo i trattati di Versailles, la sua componente d'artiglieria era tutta moderna e recente; con il che non significa che fosse anche 'avanzata' nel senso più concreto del termine, ovvero con soluzioni tecniche particolarmente all'avanguardia. Era interessante piuttosto considerare che i Tedeschi, per le loro artiglierie divisionali, avevano stabilito che il 75 mm era troppo poco e lo avevano piuttosto rimpiazzato con i pezzi da 105 mm, mentrerelegando il '75calibro mm era piuttostoben consideratopresto come arma controcarri o per carro armato. Quanto ai cannoni contraerei, il Flak da 88 mm era l'arma principe, ma non mancavano nemmeno i Flak da 105 e 128 mm. Erano più potenti, ma più costosi e fecero meno notizia, oltre che per il minor numero (oltretutto erano apparsi anche più tardi), perché non erano armi abbastanza mobili per ruoli campali e quindi il loro doppio ruolo contraerei- controcarri ebbero ben poche occasini per esercitarlo: erano troppo pesanti anche per ilo semicingolatiesercitarono tedeschiraramente.
 
Le armi contraerei leggere erano da 20, da 37 ma anche da 50 mm. Le prime erano la '''Flak 30''' e 38. La prima era un'arma piuttosto efficace, sostituta dei pochi Flak 28 (gli Oerlikon) relegati ben presto all'addestramento; entrata in servizio nel '35, era piuttosto complessa, costosa, e inspiegabilmente prone ad inceppamenti delle scatole serbatoio da 20 colpi. Sparava piuttosto celermente, 280 c.min (più delle armi italiane come le Breda), proiettili da 119 gr a 900 m.s, raggiungendo i 2.200 m di quota effettivapratica per il compito a.a. Ma pesava ben 450 kg, troppi per il suo calibro e; appena fu possibile si fu ben lieti di sostituirla con il Flak 38, mache questoperò entrò in produzione solo nel tardo 1940. Questo cannone era della Mauser e sostituiva il precedente, prodotto dalla Rheinmetall. Con un peso appena inferiore -420 kg- era dotato di, analoge capacità balistiche, ma tirava almeno 420-480 c.min e questo, assieme ad un sofisticato congegno di puntamento con previsore di posizione futura (come nel Flak 30 modernizzato), consentiva di distruggere facilmente gli aerei dell'epoca. Ma poi ci si rese conto che i colpi da 20 mm erano poco efficaci contro aerei disempre elevatepiù capacità e caratteristicherobusti, come quelli della guerra inoltrata. Ma già dalDal 1940 apparve la risposta, il Flakvierling, 4 canne da 20 mm Flak 38 con alzo fino a 100 gradi (anziché 'solo ' 90), che concentrava nei suoi 1.514 kg un volume di fuoco di 1.800 c. min. La sua efficacia fu micidiale e non ve ne furono mai abbastanza in servizio rispetto alle richieste, usateusati dall'esercito, marina e aviazione. Gli Alleati temettero a ragione l'efficacia di questa contraerea leggera, apparentemente presente ovunque sul campo di battaglia e nelle retrovie, specie se era a bordo dei semicingolati e infine da parte di carri armati modificati (su scafo P. IV); gli Alleati riutilizzarono tutte le armi Flak 38 e Flak 38 Vierling che trovarono, con tanto di manuali d'istruzione. La loro cadenza di tiro, anche se inficiata dai caricatori da 20 colpi, era paragonabile a quella di un sistema binato moderno Rh-202 da 20 mm, il che spiega la loro efficacia.
 
A livello superiore, questii cannoni contraerei erano inquadrati in unità reggimentali: il Flakregiment aveva 2 battaglioni pesanti e 3 leggeri, oppure battaglioni misti con 3 batterie da 88 Flak 18 o 36, e 3 leggere da 20 mm Flak 38, di cui una di tipo Vierling (12 pezzi da 88 e 48 da 20). Interessante che, nonostante il peso notevole, non si sia pensato a impianti da 20 mm diversi dal quadrinato, ovvero a quelli binati che pure avrebbero garantito una discreta efficacia. La potenza di questi cannoni contraerei era spesso usata contro bersagli a terra, e con effetti devastanti: i 20 mm contro veicoli non protetti o leggermente corazzati, gli 88 mm contro ogni tipo di bersaglio.
 
Sopra il 20 mm c'era il 37 mm: i '''Flak 18''', 36 e 37. I primi erano stati sviluppati dalla Rheinmetall in Svizzera dalla Rheinmetall per aggirare i trattati di Versailles, eranocannoni armibalisticamente potenti ma con vari inconvenienti: si inceppavano spesso, erano pesanti, costosecostosi e lentelenti da mettere in azione;. ilIl Flak 36 apparve 3 anni dopo, anche se non sostituì mai totalmente il precedente in servizio (era stato prodotto in numerosi esemplari dal '33 e anche esportato in Cina); la sua balistica era identica, ma era più semplice, rapido e facile da muovere in azione, ed erae più affidabile. Il Flak 37 aveva il goniotachiometro per la previsione di posizione futura dei bersagli. Prodotti in numerosi esemplari, ordinati in genere in batterie di 9 o 12 pezzi, erano alimentati da caricatori a piastra da 6 colpi. Nel '44 ce n'erano talmente tanti che la sola LW ne contava 4.211. Sparavano colpi da 640 grammi a 160 c.min, su gittata massima di 4.800 (quota massima), e pesavano 1.500 kg circa in batteria.
 
Ma erano armi ancora piuttosto difficili da produrre, nonostante tutto. E alloraAllora venne fuori il '''Flak 43''' 3,7 cm, progetto Rheinmetall vincitore contro una proposta Krupp. Aveva sopratutto il pregio di essere prodotto con criteri simili a quelli delle armi portatili e questo la rendeva più facile da costruire. Inizialmente sembrava favorito il modello Krupp, ma questo ebbe dei problemi: edopo cosìla vinsevittoria laRheinmetall, concorrente:vi questofurono però generò contrasti tra fazioni, che causarono un ritardo notevole nella preparazione della produzione della nuova arma. Fatta con materiali stampati in larga misura con materiali stampati, saldature e altre procedure per ridurre i tempi di realizzazione, richieserichiedeva un tempo di appena un quarto rispetto ai precedenti Flak 3,7 cm. Alla fine, solo dal primo 1944 fu possibile realizzarlo in serie a Durkopp, e oramai era davvero tardi per salvare la situazione della Germania, pressata da decine di migliaia di aereoplani. Usato contro aerei sempre più veloci, aveva ancora le munizioni e la canna del Flak 36/37, ma poteva contare su di una cadenza di tiro teorica aumentata a ben 250 c.min, molto elevata anche se ovviamente era un dato teorico. Per migliorare la sua efficacia fu previsto anche il Flakwilling 43 3,7 cm. Esso era, un impianto binato, in cui i cannoni erano erano sistemati su di un telaio a 4 ruote, e sopratutto erano binati, con eiettori dei bossoli sulla destra. Presente, al solito per le armi tattiche (eccetto il Flak 30), la scudatura. I cannoni erano sistemati in posizione sovrapposta, perché così era facile costruirli, senza dover mettere mano a riprogettazioni estese per due armi gemellate con alimentazione su lati opposti (era una soluzione simile al sistema binato Breda da 20 mm navale). Ma nonostante il volume di tiro aumentato a 500 c.min, era un'arma scomoda da mettere in posizione e sbilanciata verso l'alto. Nonostante limiti e inconvenientiNondimeno, si trattava pur sempre di armi formidabili nel settore contaerei, anche see non ve ne furono mai abbastanza per le richieste. Nel '45 ce nc'erano 1032, di cui 280 binati1. Ad n certo punto queste armi, che richiedevano 6 serventi per ciascuna, erano state pensate anche come installazioni quadrinate e binate appaiate. Il peso era, nel032 Flak 43, di 1392cui kg,280 alzo da -7binati.5 a 90 gradi, lunghezza del cannone 3,3 m (anima).
 
Ad un certo punto per queste armi, che richiedevano 6 serventi per ciascuna, erano state pensate anche installazioni quadrinate e binate appaiate. Il peso era, nel Flak 43, di 1.392 kg, alzo -7.5/ 90 gradi, lunghezza del cannone 3,3 m (anima).
Ma i Tedeschi non erano ancora del tutto convinti che i cannoni da 37 mm, che pure si dimostrarono efficaci, fossero ancora sufficienti per affrontare quel corridoio tra i 1.500 e i 3.000 m, troppo alti o troppo bassi per le armi leggere e pesanti. Obiettivamente, c'era un grosso gap tra i 37 mm e gli '88', ma come riempirlo? Si pensò al Flak 41 5 cm, che in realtà venne prodotto già nel 1936 come progetto Rheinmetall, una specie di versione pantografata delle armi da 37 mm, anche se il progetto dovette vincere contro la concorrenza Krupp. Ma ancora nel 1941 si aspettava l'entrata in servizio dei pezzi, che poi saranno prodotti in appena 60 esemplari, da qui l'irrilevanza di questo cannone. Il problema erano le munizioni: da un lato producevano allo sparo uno scoppio enorme, con una forte vampata capace -nonostante il tromboncino alla volata- di impressionare gli occhi del puntatore persino in pieno giorno. Dall'altro canto, non avevano abbastanza efficacia come carica di scoppio. Inoltre l'affusto era troppo pesante e lento da brandeggiare. Eppure ebbe un limitato uso, per esempio come arma da difesa per le dighe della Rhur. Alla fine della guerra ce n'erano ancora 24 in servizio, azionati da 7 serventi, che dovevano caricarlo tra l'altro con clip da 5 colpi, deciamente pesanti. I colpi potevano essere perforanti, ma il problema era che questo cannone non venne mai installato con affusto su mezzi corazzati o motorizzati. Il peso era di 3.100 kg, il cannone aveva anima lunga 4,686 m, ma la quota massima di efficacia era di soli 3050 m. La cadenza di tiro era se non altro interessante, 180 colpi al minuto, tirando proiettili da 2,2 kg a 840 m.sec. In seguito è possibile che questo cannone abbia influenzato il 50 mm controcarri o meglio ancora, il cannone da 50 mm montato su aerei. Ma la soluzione venne trovata nel Gerat 56, ultimo sviluppo logico delle armi tattiche tedesche. Esso era da 55 mm, ma non venne mai messo in servizio: piuttosto fu la base del 57 mm S-60 sovietico, arma di notevole successo postbellico. Da tutto questo può sorprendere come i Tedeschi non avessero armi del tutto adeguate per la difesa a bassa quota, anche se in giro c'erano cannoni come gli Oerlikon e Bofors. Nondimeno, i loro reparti antiaerei leggeri, dal 1940 in poi, vennero usati con un'efficacia micidiale contro ogni sorta di aerei, dai Battle ai Typhoon, rendendo molto difficile la sopravvivenza degli aerei tattici Alleati e la loro attività nelle azioni a bassa quota.<ref>Armi da guerra 88</ref>.
 
Ma i Tedeschi non erano ancora del tutto convinti che i cannoni da 37 mm, che pure si dimostrarono efficaci, fossero ancora sufficienti per affrontare quel corridoio tra i 1.500 e i 3.000 m, troppodi altiquota odifficile da coprire con i calibri disponibili perché gli aerei a tale livello sono troppo bassialti per le armi leggere eo troppo bassi per quelle pesanti. Obiettivamente, c'era un grosso gap tra i 37 mm e gli '88', ma come riempirlo? Si pensò così al Flak 41 5 cm, che in realtà venne prodotto già nel 1936 come progetto Rheinmetall, una specie di versione pantografata delle armi da 37 mm, anche se il progetto dovette vincerevincente contro la concorrenza Krupp. Ma ancora nel 1941 si aspettava l'entrata in servizio dei pezzicannoni calibro 5 cm, che poi saranno prodotti in appena 60 esemplari, e da qui l'irrilevanza storica di questo cannone. Il problema erano le munizioni: da un lato producevano allo sparo uno scoppio enorme, con una forte vampata capace -nonostante il tromboncino alla volata- di impressionare gli occhi del puntatore persino in pieno giorno. Dall'altro canto, non avevano abbastanza efficacia come carica di scoppio. Inoltre l'affusto era troppo pesante e lento da brandeggiare. Eppure ebbe un limitato uso, per esempio come arma da difesa per le dighe della Rhur. Alla fine della guerra ce n'erano ancora 24 in servizio, azionatiche darichiedevano 7 serventi, chee dovevano caricarlo tra l'altro conpesanti clip da 5 colpi, deciamentedecisamente pesanti. I colpi potevano essere perforanti, ma il problema era che questo cannone non venne mai installato con affusto su mezzi corazzati o motorizzati. Il peso era di 3.100 kg, il cannone aveva anima lunga 4,686 m, ma la quota massima di efficacia era di soli 3050 m. La cadenza di tiro era, se non altro, interessante, 180 colpi al minuto, tirando proiettili da 2,2 kg a 840 m.sec. In seguito è possibile che questo cannone abbia influenzato il 50 mm controcarri o meglio ancora, il cannone da 50 mm montato su aerei. Ma laLa soluzione per il problema delle medie quote venne trovata nel Gerat 56, ultimo sviluppo logico delle armi tattiche tedesche. Esso era da 55 mm, ma non venne mai messo in servizio: piuttosto fu la base del 57 mm S-60 sovietico, arma di notevole successo postbellico. Da tutto questo ci si può sorprendere di come i Tedeschi non avessero armi del tutto adeguate per la difesa a bassa quota, anchee seil inloro girodisinteresse c'eranoper cannonii comevalidi glicannoni Oerlikon e Bofors. Nondimeno, i loro reparti antiaerei leggeri, dal 1940 in poi, vennero usati con un'efficacia micidiale contro ogni sorta di aerei, dai Battle ai Typhoon, rendendo molto difficile la sopravvivenza degli aerei tattici Alleati e la loro attività nelle azioni a bassa quota.<ref>Armi da guerra 88</ref>.
 
===Supercannoni===
La tecnica di sparare proiettili ad altissima velocità e superare la fascia bassa dell'atmosfera, riducendo poi l'attrito, era già nota durante la I Guerra mondiale. Il Cannone di Parigi era un esempio da 132 km, replicato poi nella II Guerra mondiale. Ma si andò oltre, come dimostrato dai supercannoni di tre tipi diversi: il 210 mm ferroviario, rielaborazione del cannone del 1918; il 'Dora' da 800 mm, e il Cannone di Londra, ulteriore passo in avanti. Adesso parliamo di quest'ultimo. Il concetto non era nuovo: la 'Pompa ad alta pressione' nascondeva un'idea vecchia del 1880, che era in sostanza un cannone a più stadi: il concetto era quello di costruire una b.d.f. che superasse il limite di pressione che anche i migliori acciai non potevano superare, attorno alle 7.000 atmosfere. E dal fatto che oltre i 60 calibri è praticamente inutile 'allungare' un cannone normale, con carica singola, perché non avrebbe avuto nessun modo di raggiungere le pressioni necessarie per lanciare i proiettili a velocità altissime, di circa 1.500 m.sec. A dire il vero, il 'cannone di Parigi' era un mezzo a camera di scoppio singola, però era costituito da due cannoni di grosso calibro uniti, e con un'usura tale da consumarsi in appena 50 spari, e non solo: i proiettili erano di 3 calibri diversi: 210, 240 e 260 mm, per compensare l'usura. Non era certo un compito facile rendere utile in termini pratici un pezzo ferroviario da 278 t, che aveva anche un nome proprio: il 21 cm L170 EisenbahnKanone 'Keiser Wilhelm', che tirava colpi da 100 kg a 1.600 m. sec. Questo cannone era chiamato anche 'Bertha', e una batteria di tre di questi cannoni, usati contro Parigi dal 23 marzo al 1 ottobre, tiravano da 112 km dalla capitale, e tirarono 898 colpi in tutto, uccidendo 402 persone ferendone altre 800. Il colpo peggiore fu certamente aver centrato una cattedrale con una messa al suo interno. Il cannone venne costruito in tutto in 10 esemplari, quindi il 'Cannone di Parigi' era un modo di dire, non certo un'entità unica. L'alto costo tra le due guerre fece sì che da un lato vennero fatte molte esperienze, anche in Italia, con armi come il 'Cannonissimo'. Ma furono i Tedeschi a realizzare dei cannoni di prestazioni eccezionali, e di costo parimenti astronomico. Erano intesi per l'attacco alla Gran Bretagna e contro la Maginot.
 
Il concetto non era nuovo: la 'Pompa ad alta pressione' (soprannome) nascondeva un'idea vecchia del 1880, che era in sostanza un cannone a più stadi: il concetto era quello di costruire una b.d.f. che superasse il limite di pressione dei migliori acciai, attorno alle 7.000 atmosfere. E dal fatto che oltre i 60 calibri è praticamente inutile 'allungare' un cannone normale, con carica singola, perché non avrebbe avuto nessun modo di raggiungere le pressioni necessarie per lanciare i proiettili a velocità altissime, di circa 1.500 m.sec, che erano richiesti. A dire il vero, il 'cannone di Parigi' era un mezzo a camera di scoppio singola, però era costituito da due cannoni di grosso calibro uniti: esso aveva peraltro un'usura tale da consumarsi in appena 50 spari. Poi c'é da dire che i proiettili erano di 3 calibri diversi: 210, 240 e 260 mm, per compensare l'usura. Non era certo un compito facile rendere utile un tale pezzo ferroviario da 278 t, noto come 21 cm L170 EisenbahnKanone 'Keiser Wilhelm', e che tirava colpi da 100 kg a 1.600 m. sec. Questo cannone era chiamato anche 'Bertha'. Una batteria di tre di essi, usati contro Parigi dal 23 marzo al 1 ottobre, tirava da 112 km di distanza dalla capitale, per un totale di 898 colpi in tutto che uccisero 402 persone ferendone altre 800. Il colpo peggiore fu certamente aver centrato una cattedrale durante una messa, che provocò decine di vittime. Il cannone venne costruito in tutto in 10 esemplari, quindi il 'Cannone di Parigi' era un modo di dire, non certo un'entità unica. Tra le due guerre fece vennero fatte molte esperienze, anche in Italia, con il 'Cannonissimo', ma senza esiti. Furono ancora i Tedeschi a realizzare dei cannoni di prestazioni eccezionali, e di costo parimenti astronomico. Erano intesi per l'attacco alla Gran Bretagna e contro la Maginot. I cannoni offrivano precisione e capacità ognitempo rispetto ai bombardieri, ma che fossero migliori di essi era ampiamente dibattuto, a maggior ragione quando apparvero gli Stuka e le prestazioni, in generale, miglioravano di anno in anno. La soluzione erano i missili balistici e da crociera, per avere un sistema economico ma efficace, però non era ancora il momento per realizzarli.
Ma il più potente di tutti era il progetto conosciuto come 80 cm Kanone (Eisenbahn). Alla Krupp, questo studio voluto per capire come superare le difese della Linea Maginot sembrò una perdita di tempo, e nel '35 c'erano tante altre cose da fare, come produrre gli '88'. Ma Hitler era affascinato dalle opere immani, di stile 'Wagneriano'. Ordinò pertanto nel '36 di andare avanti con questo progetto per disporre di questo supercannone. Fu molto difficile realizzare quest'arma, la prima delle quali doveva essere pronta per il 1940, che invece passò senza che ciò accadesse. I primi tiri vennero fatti sul poligono di Rugewalde nell'anno successivo.
 
Ma per ottenere questa prestazione, sufficiente per circa 120 km, era necessario un cannone estremamente costoso, ai limiti della fattibilità. Inoltre, rispetto ai bombardieri era ben dubbia l'utilità di una tale ,costosissima arma. Per superare il problema il dott. Conders, pensò a una specie di lungo tubo, con varie camere di scoppio laterali, che imprimevano al proiettile, mano a mano che percorreva il tubo, una continua accelerazione. Questo permetteva di usare tubi non molto spessi e molto lunghi, mentre la rigatura per stabilizzare il proiettile in volo, utile ma costosa in termini di attrito e di consumo di energia, era rimpiazzabile con alette speciali per il proiettile stesso, da estendersi in volo. Il risultato era un colpo di soli 150 mm di calibro, ma lungo ben 210 cm. Il guaio fu che il proiettile, realizzato con insufficiente esperienza, si dimostrò instabile in volo e questo pregiudicò il progetto. Inoltre, mentre Hitler aveva voluto subito una batteria sperimentale nel Baltico, affascinato dall'idea, si scoprì che la struttura da 132 m della canna era fragile, essendo troppo scarsa la qualità dei metalli usati. Inoltre, tra un'esplosione e l'altra, si era riusciti a produrre una v.iniziale di appena 10951.095 ms anziché 1.500 ms. La situazione era oramai drammatica, sopratutto c'erano 20.000 colpi (molto costosi rispetto ad un pezzoproiettile d'artiglieria 'normale') e che non si sapeva come utilizzare. Ora c'erano tante cose che non andavano in questo programma, chee venne messo in mano ad un team con i migliori esperti di balistica, come Betz e Walchner, e questi, mobilitati per non dispiacere la volontà di Hitler di possedere questo cannone a lungo raggio. I calcoli dimostrarono che i proiettili erano difettosi, e che l'unico modo di ottenere 1.500 m.sec era di ridurre il peso del colpo daa 80 kg, troppo poco per giustificarne l'uso. Vennero raggiunti, con i nuovi colpi,proiettili i 44 km, e poi con un tipo leggero 90 km. Si stimava con la massima carica di raggiungere i 150 km. Ma gli incidenti continuavano, e ilcon 14l'avanzata novembre, oramaiAlleata il cannone era oramai inutilizzabile per colpire la Gran Bretagna. Ne venne sparata un'ultima carica davanti alla commissione militare con il cannone ridotto a 60 calibri. Poi si continuò a sparare con quest'arma, fino a che vennero tirati 10 colpi consecutivi con successo, anche se la cadenza di tiro era al massimo un colpo ogni 5 minuti. Alla fine non venne realizzato nulla di operativo. L'unica cosa che sopravvisse fu il concetto di cannone a stadi multipli, che venne tentato da S.Hussein con il calibro aumentato a ben 500 mm, con sezioni di tubo realizzate in Italia e Corea. Il 'Supercannone' era quasi pronto nel 1991, ma non venne mai completato. Al solito, si trattava di un'idea oramai superata dai missili: quale vantaggio, se non quello di una precisione maggiore (in verità non disprezzabile) per un cannone enorme, costosissimo e totalmente fisso, quindi vulnerabile agli attacchi aerei e missilistici fin dal primo giorno di combattimenti <ref>Gibertini G: ''Un cannone per Londra'' Eserciti nella Storia nov 1999</ref>
Venne costruito in soli due esemplari 'Dora' e 'Schwere Gustav', questi costituivano una sfida tecnologica senza precedenti, almeno nel settore delle artiglierie. Prodotto tra il 1941 e il 1942, normalmente viaggiava smontato in 60 vagoni ferroriari. Quando era rimontato, si rivelava una super-arma con un calibro di 800 mm, e la canna di lunghezza 32,5 m. Sparava due tipi di colpi: quello perforante e quello esplosivo. Il primo era pesante 7.100 kg (!), tirabile a 38 km di distanza. Il secondo, con pareti più sottili, era di appena 4,8 tonnellate, e sparabile a 47 chilometri. L'affusto poggiava su di una doppia rotaia costruita ad hoc, si trattava di ben 4 binari. Non era possibile insomma usare l'affusto su ferrovie normali. Il peso del complesso, molto alto e dalla sagoma inconfondibilmente imponente, era di circa 1.330 tonnellate. Servivano 4.120 uomini per movimentarlo e gestirlo, 250 solo per caricarlo e totalmente 1.500 per gestirlo in azione e difenderlo. il 'Grande Gustav' come spesso era chiamato il primo dei due cannoni, sparava al massimo 2-4 colpi all'ora.
 
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Usato nell'unica situazione di guerra statica in cui poteva servire quest'enorme cannone tirò pochi colpi, che fecero sentire la sua presenza nell'assedio di Sebastopoli. Per esempio, tirò un colpo che distrusse un deposito sotterraneo di munizioni, protetto da 30 metri di terreno e uno strato di cemento armato. Anzi, volendo tracciare un quadro completo, bisogna dire che quest'assedio fu l'ultimo di tipo 'classico' con concentrazioni di artiglierie tali da distruggere anche pesanti fortificazioni. I supercannoni tedeschi avrebbero dovuto servire a demolire la Linea Maginot, ma arrivarono troppo tardi. Si pensò allora a Gibilterra, da attaccare da tergo con l'autorizzazione a passare concessa dal Gen. Franco. Ma il Caudillo non sentiva affatto l'impellenza di trascinare il suo Paese martoriato dalla guerra civile in un'altra guerra ancora peggiore, e volle rimanere neutrale. Così l'Operazione 'Felix', che se attuata avrebbe potuto cambiare le sorti della II Guerra mondiale, mai ebbe luogo e tutti i materiali, i carri, le artiglierie e le truppe (inclusi i paracadutisti e gli alianti d'assalto) vennero a quel punto radunati invano. Poi, quando sembrava che gli obiettivi dei cannnoni da 80 cm non esistessero più, vi fu l'assedio a Sebastopoli. Qui i Tedeschi vollero dare una prova propagandistica della loro efficienza e potenza. I forti sovietici erano numerosi e proteggevano l'importantissimo porto, e per superarli si pensò ad un'azione di artiglieria che era un riverbero delle epoche precedenti, specie della I Guerra mondiale. Vennero portati pezzi d'artiglieria, per lo più pesanti, da tutta Europa, tra cui molte artiglierie pesanti francesi. Per quando il 1 luglio la città cadde, erano stati tirati in poche settimane oltre 560.000 colpi. Sono circa la metà di quelli sparati ad El Alamein, ma in questo caso si trattò di armi quasi sempre di grosso calibro. 48 di quei colpi vennero tirati dallo Schwere Gustav, giunto in treno, suddiviso in numerosi vagoni, qualche settimana prima. Uno scalo di 1,2 km venne costruito appositamente, venne assemblato con gru capaci di sollevare 110 tonnellate. Ci vollero settimane, ma all'inizio di giugno il supercannone era pronto per sparare. E lo fece solo contro obiettivi militari. Il primo bersaglio furono alcune batterie costiere a 25 km; con l'aiuto di uno speciale stormo di Fi-156 da osservazione, bastarono 8 proiettili per distruggerle. Entro sera fu la volta del forte Stalin, in macerie dopo 6 colpi. Il 6 giugno altra serie di colpi per distruggere con 7 granate il Forte Molotov, e poi contro il suddetto deposito sottomarino nella baia di Severnaja, prendendo come punto di riferimento la 'Scogliera bianca' lì vicino. Nell'azione, che venne eseguita con 9 colpi, affondò anche una piccola nave a vela. Seguirono, fino al 17 giugno, 7 colpi contro una fortificazione, poi 6 contro il Forte Siberia, poi 5 contro il forte M.Gorkij.
 
Ma ilIl più potente di tutti i cannoni mai prodotti era il progetto conosciuto come '''80 cm Kanone''' (Eisenbahn). Alla Krupp, a cui venne commissionato, questo studio voluto per capire come superare le difese della Linea Maginot sembrò una perdita di tempo, e nel '35 c'erano tante altre cose da fare, come produrre gli '88'. Ma Hitler era affascinato dalle opere immani, di stile 'Wagneriano'. Ordinò pertanto nel '36 di andare avanti con questo progetto per disporre di questoil supercannone. Fu molto difficile realizzare quest'arma, la prima delle quali doveva essere pronta per il 1940, che invece passò senza che ciò accadesse. I primi tiri vennero fatti sul poligono di Rugewalde nell'anno successivo.
In seguito il Gustav e il Dora vennero trattenuti solo in Germania. Si pensò anche ad una canna da 52 cm per aumentare la gittata ma non se ne fece nulla. Alla fine i pezzi di questi cannoni vennero smontati e sparsi per tutta la Germania e l'Europa, a costituire meraviglia per gli eserciti che li trovarono nelle loro avanzate. Era stato addirittura pensato ad un semovente per questo cannone, idea rimasta ovviamente sulla carta. Purtroppo nessuno dei due supercannoni è sopravvissuto per testimoniare tale incredibile epigono delle artiglierie di grandi dimensioni. Un terzo supercannone di questo tipo era in costruzione, ma venne distrutto durante l'ennesimo bombardamento sulla Ruhr<ref>Armi da guerra 10, vale anche per le altre super-artiglierie ferroviarie</ref>.
 
Venne costruito in soli due esemplari, il 'Dora' e lo 'Schwere Gustav', questi costituivano una sfida tecnologica senza precedenti, almeno nel settore delle artiglierie. ProdottoProdotti tra il 1941 e il 1942, normalmente viaggiava smontatoviaggiavano in 60 vagoni ferroriari. Quando era rimontato, si rivelava una super-arma con un calibro di 800 mm, e la canna di lunghezza pari a 32,5 m. Sparava due tipi di colpi: quello, perforante eed quello esplosivo. Il primo era pesante 7.100 kg (!), e tirabile a 38 km di distanza. Il secondo, con pareti più sottili, era di 'appena' 4,8 tonnellate, e sparabile a 47 chilometri. L'affusto poggiava su di una doppia rotaia costruita ad hoc, siper trattavaun ditotale bendi 4 binari. Non era possibile insomma usare l'affusto su ferrovie normali. Il peso del complesso, molto alto e dalla sagoma inconfondibilmente imponente, era di circa 1.330 tonnellate. Servivano 4.120 uomini per movimentarlo e gestirlo, 250 solo per caricarlo e totalmente 1.500 per gestirlo in azione e difenderlo. il 'Grande Gustav' come spesso era chiamato il primo dei due cannoni, sparava al massimo 2-4 colpi all'ora.
 
Usato nell'unica situazione di guerra statica in cui poteva servire quest'enorme cannone tirò pochi colpi, che fecero sentire la sua presenza nell'assedio di Sebastopoli. Per esempio, tirò un colpo che distrusse un deposito sotterraneo di munizioni, protetto da 30 metri di terreno e uno strato di cemento armato. Anzi, volendo tracciare un quadro completo, bisogna dire che quest'assedio fu l'ultimo di tipo 'classico' con concentrazioni di artiglierie tali da distruggere anche pesanti fortificazioni. I supercannoni tedeschi avrebbero dovuto servire a demolire la Linea Maginot, ma arrivarono troppo tardi. Si pensò allora a Gibilterra, da attaccare da tergo con l'autorizzazione a passare concessa dal Gen. Franco. Ma il Caudillo non sentiva affatto l'impellenza di trascinare il suo Paese martoriato dalla guerra civile in un'altra guerra ancora peggiore, e volle rimanere neutrale. Così l'Operazione 'Felix', che se attuata avrebbe potuto cambiare le sorti della II Guerra mondiale, mai ebbe luogo e tutti i materiali, i carri, le artiglierie e le truppe (inclusi i paracadutisti e gli alianti d'assalto) vennero a quel punto radunati invano. Poi, quando sembrava che gli obiettivi dei cannnoni da 80 cm non esistessero più, vi fu l'assedio a Sebastopoli. Qui i Tedeschi vollero dare una prova propagandistica della loro efficienza e potenza. I forti sovietici erano numerosi e proteggevano l'importantissimo porto, e per superarli si pensò ad un'azione di artiglieria che era un riverbero delle epoche precedenti, specie della I Guerra mondiale. Vennero portati pezzi d'artiglieria, per lo più pesanti, da tutta Europa, tra cui molte artiglierie pesanti francesi. Per quando il 1 luglio la città cadde, erano stati tirati in poche settimane oltre 560.000 colpi. Sono circa la metà di quelli sparati ad El Alamein, ma in questo caso si trattò di armi quasi sempre di grosso calibro. 48 di quei colpi vennero tirati dallo Schwere Gustav, giunto in treno, suddiviso in numerosi vagoni, qualche settimana prima. Uno scalo di 1,2 km venne costruito appositamente, venne assemblato con gru capaci di sollevare 110 tonnellate. Ci vollero settimane, ma all'inizio di giugno il supercannone era pronto per sparare. E lo fece solo contro obiettivi militari. Il primo bersaglio furono alcune batterie costiere a 25 km; con l'aiuto di uno speciale stormo di Fi-156 da osservazione, bastarono 8 proiettili per distruggerle. Entro sera fu la volta del forte Stalin, in macerie dopo 6 colpi. Il 6 giugno altra serie di colpi per distruggere con 7 granate il Forte Molotov, e poi contro il suddetto deposito sottomarino nella baia di Severnaja, prendendo come punto di riferimento la 'Scogliera bianca' lì vicino. Nell'azione, che venne eseguita con 9 colpi, affondò anche una piccola nave a vela. Seguirono, fino al 17 giugno, 7 colpi contro una fortificazione, poi 6 contro il Forte Siberia, poie 5 contro il forte M.Gorkij.
Poi c'erano i cannoni da 28 cm Kz.Br.K. (E), costruito in 5 esemplari e suato sul fronte russo. Aveva una canna da 29 m, l'affusto pesava 178 t. Era certamente un'arma meno impegnativa, che necessitava solo di 10 uomini per gestirlo, e la gittata arrivava a 58 km. Poi c'era il 'Gamma', mortaio da 420 mm, era un solo esemplare prodotto nel 1940, capace di tirare a 14 km un proiettile da 923 kg. Necessitava di 235 artiglieri ed era un'evoluzione del 'Gamma' da 355 mm, prodotto in 8 esemplari nel 1939-44, e usato durante la guerra sia all'Ovest che ad Est. Poi c'era il cannone semovente Karl da 60, poi anche da 54 cm. Perforava anche 2,5 metri di cemento armato con il calibro minore e necessitava di 109 serventi e artiglieri vari, con cingolati Mk IV portamunizioni, con braccio di sollevamento da 2,5 tonnellate. Erano necessari perché il semovente poteva essere mosso fuori dalle linee ferroviarie (dove veniva portato su un carrello da 180 tonnellate), ma portavano ciascuno solo 3 colpi. Sotto a questo calibro c'erano anche gli obici campali da 21 cm, di cui 711 vennero costruiti nel 1939-45<ref>Ludi G, Eserciti nella Storia gen-feb 2004</ref>.
 
In seguito il Gustav e il Dora vennero trattenuti solo in Germania. Si pensò anche ad una canna da 52 cm per aumentare la gittata, ma non se ne fece nulla. Alla fine i pezzi di questi cannoni vennero smontati e sparsi per tutta la Germania e l'Europa, a costituire meraviglia per gli eserciti che li trovarono nelle loro avanzate. Era stato addirittura pensato ad un semovente per questo cannone, idea rimasta ovviamente sulla carta. Purtroppo nessuno dei due supercannoni è sopravvissuto per testimoniare tale incredibile epigono delle artiglierie di grandi dimensioni. Un terzo supercannone di questo tipo era in costruzione, ma venne distrutto durante l'ennesimo bombardamento sulla Ruhr<ref>Armi da guerra 10, vale anche per le altre super-artiglierie ferroviarie</ref>.
Ma per ottenere questa prestazione, sufficiente per circa 120 km, era necessario un cannone estremamente costoso, ai limiti della fattibilità. Inoltre, rispetto ai bombardieri era ben dubbia l'utilità di una tale ,costosissima arma. Per superare il problema il dott. Conders, pensò a una specie di lungo tubo, con varie camere di scoppio laterali, che imprimevano al proiettile, mano a mano che percorreva il tubo, una continua accelerazione. Questo permetteva di usare tubi non molto spessi e molto lunghi, mentre la rigatura per stabilizzare il proiettile in volo, utile ma costosa in termini di attrito e di consumo di energia, era rimpiazzabile con alette speciali per il proiettile stesso, da estendersi in volo. Il risultato era un colpo di soli 150 mm di calibro, ma lungo ben 210 cm. Il guaio fu che il proiettile, realizzato con insufficiente esperienza, si dimostrò instabile in volo e questo pregiudicò il progetto. Inoltre, mentre Hitler aveva voluto subito una batteria sperimentale nel Baltico, affascinato dall'idea, si scoprì che la struttura da 132 m della canna era fragile, essendo troppo scarsa la qualità dei metalli usati. Inoltre, tra un'esplosione e l'altra si era riusciti a produrre una v.iniziale di appena 1095 ms anziché 1.500 ms. La situazione era oramai drammatica, sopratutto c'erano 20.000 colpi (molto costosi rispetto ad un pezzo d'artiglieria 'normale') che non si sapeva come utilizzare. Ora c'erano tante cose che non andavano in questo programma, che venne messo in mano ad un team con i migliori esperti di balistica, come Betz e Walchner, e questi, mobilitati per non dispiacere la volontà di Hitler di possedere questo cannone a lungo raggio. I calcoli dimostrarono che i proiettili erano difettosi, e che l'unico modo di ottenere 1.500 m.sec era di ridurre il peso del colpo da 80 kg, troppo poco per giustificarne l'uso. Vennero raggiunti, con i nuovi colpi, 44 km, e poi con un tipo leggero 90 km. Si stimava con la massima carica di raggiungere i 150 km. Ma gli incidenti continuavano, e il 14 novembre, oramai il cannone era inutilizzabile per colpire la Gran Bretagna. Ne venne sparata un'ultima carica davanti alla commissione militare con il cannone ridotto a 60 calibri. Poi si continuò a sparare con quest'arma, fino a che vennero tirati 10 colpi consecutivi con successo, anche se la cadenza di tiro era al massimo un colpo ogni 5 minuti. Alla fine non venne realizzato nulla di operativo. L'unica cosa che sopravvisse fu il concetto di cannone a stadi multipli, che venne tentato da S.Hussein con il calibro aumentato a ben 500 mm, con sezioni di tubo realizzate in Italia e Corea. Il 'Supercannone' era quasi pronto nel 1991, ma non venne mai completato. Al solito, si trattava di un'idea oramai superata dai missili: quale vantaggio, se non quello di una precisione maggiore (in verità non disprezzabile) per un cannone enorme, costosissimo e totalmente fisso, quindi vulnerabile agli attacchi aerei e missilistici fin dal primo giorno di combattimenti <ref>Gibertini G: ''Un cannone per Londra'' Eserciti nella Storia nov 1999</ref>
 
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I cannoni su rotaia erano di parecchi tipi. C'erano dei mezzi che erano a tutti gli effetti dei corazzati su rotaia, e c'erano dei cannoni su rotaia di tipo classico, usati solo per il tiro indiretto. Polacchi, Sovietici, Tedeschi e anche Italiani costruirono molti treni armati, ma anche dei veri e propri treni da combattimento, quando non anche versioni su rotaia delle loro autoblindo. I Tedeschi ebbero spesso torri corazzate brandeggiabili con impianti quadrupli da 20 mm, o obici da 105 mm, oppure ancora cannoni controcarri da 75 mm, con sistemi molto sofisticati e una completa blindatura anche per la torretta.
 
Poi c'erano i cannoni da '''28 cm Kz.Br.K.''' (E), costruito in 5 esemplari e usato sul fronte russo. Aveva una canna da 29 m, l'affusto pesava 178 t. Era certamente un'arma meno impegnativa, che necessitava solo di 10 uomini, e la gittata arrivava a 58 km.
L'argomento è complesso ed affascinante, ma forse quello che è più noto riguarda l'uso dello spostamento su rotaia dei cannoni di grosse dimensioni concepiti per il tiro a distanza piuttosto che per il combattimento indiretto. I cannoni su rotaia da 88 contraerei venivano spesso spostati da una zona all'altra della Germania quando si trattava di reagire ad un attacco in massa su certe zone. Altri pezzi erano quelli da 150 e 170 mm, prodotti in quantità limitata per via del loro costo rispetto alle capacità relativamente modeste. I due tipi, prodotti dal 1937, erano pesanti rispettivamente 74 e 80, t con gittata di 22,5 km per proiettili da 43 kg o di 26 km per quelli da 63 kg (per il pezzo da 170 mm).
 
Poi c'era il 'Gamma', mortaio da 420 mm, un solo esemplare prodotto nel 1940, capace di tirare a 14 km un proiettile da 923 kg. Necessitava di 235 artiglieri ed era un'evoluzione del 'Gamma' da 355 mm, prodotto in 8 esemplari nel 1939-44 e usato durante la guerra sia all'Ovest che ad Est.
Dopo questa decina di cannoni su rotaia, vennero fuori i pezzi da 210 mm, armi da ben 158 calibri di lunghezza che erano la riedizione del 'cannone di Parigi'. Si trattava di emulazione: era stata la Marina a costruire tale supercannone nella I GM; e l'esercito voleva eguagliare tale invenzione con un suo nuovo progetto. Esso era più un sistema sperimentale, che un'arma operativa, e venne realizzato nel 1938. Tenuto da parte per essere una specie di 'arma segreta' non ebbe tuttavia molto modo di dimostrarsi utile, come del resto temevano gli specialisti dell'esercito. Basti dire che il rinculo che aveva era tale da rendere necessario, durante i piazzamenti, scavare una buca sotto il sedime della ferrovia per fare rincular bene il cannone. Era un mezzo sperimentale impressionante, ma anche la disperazione dei soldati che dovevano operarci. I 21 cm K 12 (E) spararono più che altro contro la Gran Bretagna, e il tiro più a lungo raggio arrivò a 88 km, ma era un dato ben dentro le sue potenzialità di 120 km circa. I dati raccolti in termini balistici erano notevoli, ma non ebbero molta utilità in termini pratici, specie dopo che vennero realizzati i missili veri e propri, come le V2. La vita utile del cannone era inoltre di appena 90 colpi. Nell'insieme un pezzo d'artiglieria impressionante, di bell'aspetto data la lunghezza del cannone rispetto al calibro. Ma era operativamente un fallimento. Il peso era di 309 t e la granata di 107,5 kg. La versione migliorata che non aveva più la necessità di una buca sotto la ferrovia era stata approntata in un unico esemplare e al solito operò con la 701a batteria. Alla fine ai tedeschi rimase una mole impressionante di dati balistici, piuttosto inutili dato l'avvento dei missili balistici veri e propri.
 
PoiNon c'erano i cannoni da 28 cm Kz.Br.K. (E), costruito in 5 esemplari e suato sul fronte russo. Aveva una canna da 29 m, l'affusto pesava 178 t. Era certamentemancò un'arma menosemovente impegnativacingolato, che necessitava solo di 10 uomini per gestirlo, e la gittata arrivava a 58 km. Poi c'era il 'Gamma', mortaio da 420 mm, era un solo esemplare prodotto nel 1940, capace di tirare a 14 km un proiettile da 923 kg. Necessitava di 235 artiglieri ed era un'evoluzione del 'Gamma' da 355 mm, prodotto in 8 esemplari nel 1939-44, e usato durante la guerra sia all'Ovest che ad Est. Poi c'era il cannone semovente Karl da 60, poi anche da 54 cm. Perforava anche 2,5 metri di cemento armato con il calibro minore e necessitava di 109 serventi e artiglieri vari, con cingolati Mk IV portamunizioni, con braccio di sollevamento da 2,5 tonnellate. Erano necessari perché il semovente poteva essere mosso fuori dalle linee ferroviarie (dove veniva portato su un carrello da 180 tonnellate), ma portavano ciascunoportava solo 3 colpi con sé. Sotto a questo calibro c'erano anche gli obici campali da 21 cm, di cui 711 vennero costruiti nel 1939-45<ref>Ludi G, Eserciti nella Storia gen-feb 2004</ref>.
 
I cannoni su rotaia erano di parecchi tipi. C'erano dei mezzi che erano a tutti gli effetti dei corazzati su rotaia, e c'erano dei cannoni su rotaia di tipo classico, usati solo per il tiro indiretto. Polacchi, Sovietici, Tedeschi e anche Italiani costruirono molti treni armati, ma anche dei veri e propri treni da combattimento, quando non anche versioni su rotaia delle loro autoblindo. I Tedeschi ebbero spesso torri corazzate brandeggiabili con impianti quadrupli da 20 mm, o obici da 105 mm, oppure ancora cannoni controcarri da 75 mm, con sistemi molto sofisticati e una completa blindatura anche per la torretta.
Il 28 cm Kanone 5 era un altro discorso. Progettato nel 1934, presumibilmente con la base o la parentela dei cannoni navali paricalibro, esso entrò in servizio nel 1936 e dimostrò d'essere un'arma assolutamente micidiale. I 25-28 esemplari costruiti fino a tutto il 1945 possono sembrare pochi, ma basti dire che operarono su tutti i fronti in barba ai tentativi dell'aviazione alleata di colpirli, come successe ad Anzio.8 erano i cannoni presenti al febbraio 1940, e venne spesso chiamata 'La snella Bertha'. A parte che le bocche da fuoco, ad un certo punto, andarono incontro ad una serie di avarie inspiegabili, risolte con una rigatura meno profonda, per il resto l'arma fu estremamente efficiente ed apprezzata. Abbastanza piccola da essere trasportata su di un solo grande vagone ferroriario (218 tonnellate, 21,538 m per la b.d.f), venne poi modificata con sistemi d'avanguardia. Uno fu l'uso di proiettili a razzo aggiuntivo, che permetteva un incremento di gittata. Però la precisione, anche per una certa inaffidabilità del razzo, era piuttosto aleatoria, il costo maggiore, il carico esplosivo inferiore. Dev'essere stata peraltro una prestazione davvero impressionante se si considera che già di base, il Kanone 5 tirava proiettili da 255 kg (meno pesanti di quelli navali paricalibro, di 300-330 kg) a 62.400 m. Un K 5 ebbe invece la canna liscia per tirare a grandi distanze i proiettili speciali Peenemunder, del tipo Pfiel Geschoss, a freccia balistica, stabilizzati ad alette. Solo due di questi cannoni K 5 'Glatt' (liscio, come i moderni pezzi per carri armati) vennero prodotti ed è noto che tirarono da Bonn, nel '45, su Maastricht, tanto per dare l'idea della gittata. Si pensò addirittura ad una versione semovente su strada con due scafi Tiger che gli avrebbero fatto d'affusto. Chissà se la cosa sarebbe stata fattibile, ma in ogni caso rimase sulla carta. Tra i tanti impieghi del cannone vi fu quello in Italia, allorché due pezzi erano stati inviati per partecipare addirittura ad una traversata e raggiungere la Tunisia. Non se ne fece nulla, ma tornarono molto utili di lì a pochi mesi, per contrastare lo sbarco ad Anzio. La 'Piccola Anna' come fu chiamata dagli Alleati, causò moltissimi problemi. In realtà erano due cannoni, ma sparavano sempre uno alla volta, rifugiandosi in una galleria che gli consentiva di sparire alla vista dei cacciabombardieri che tentavano di localizzarli. E questo, nonostante il fumo di giorno, e il bagliore di notte, che producevano quando tiravano: per quando si facevano vedere gli aerei, questi pezzi erano spariti. I due pezzi vennero catturati quando gli Alleati ruppero il fronte e occupando parte della ferrovia, impedirono la ritirata verso Nord dei pezzi che erano vicino ad Albano. Uno venne sabotato, l'altro portato ad Aberdeen e sottoposto, con l'aiuto delle parti intatte del cannone sabotato, a interessanti prove di tiro. Attualmente è ancora esposto nel locale museo.
 
L'argomento è complesso ed affascinante, ma forse quello che è più noto riguarda l'uso dello spostamento su rotaia dei cannoni di grosse dimensioni concepiti per il tiro a distanza piuttosto che per il combattimento indiretto. I cannoni su rotaia da 88 contraerei venivano spesso spostati da una zona all'altra della Germania quando si trattava di reagire ad un attacco in massa su certe zone. Altri pezzi erano quelli da 150 e 170 mm, prodotti in quantità limitata per via del loro costo rispetto alle capacità relativamente modeste, a parte l'eccellenza balistica. I due tipi, prodotti dal 1937, erano pesanti rispettivamente 74 e 80, t con gittata di 22,5 km per proiettili da 43 kg o di 26 km per quelli da 63 kg (per il pezzo da 170 mm).
 
Dopo questa decina di cannoni su rotaia, vennero fuori i pezzi da 210 mm, armi da ben 158 calibri di lunghezza che erano la riedizione del 'cannone di Parigi'. Si trattava di emulazione: era stata la Marina a costruire tale supercannone nella I GM; e l'esercito voleva eguagliare tale invenzione con un suo nuovo progetto. Esso era più un sistema sperimentale, che un'arma operativa, e venne realizzato nel 1938. Tenuto da parte per esserecome una specie di 'arma segreta', non ebbe tuttavia molto modo di dimostrarsi utile, come del resto temevano gli specialisti dell'esercito. Basti dire che il rinculo che aveva era tale da rendere necessario, durante i piazzamenti, scavare una buca sotto il sedime della ferrovia per fare rincular bene il cannone. Era un mezzo sperimentale impressionante, ma anche la disperazione dei soldati che dovevano operarci. I 21 cm K 12 (E) spararono più che altro contro la Gran Bretagna, e il tiro più a lungo raggio arrivò a 88 km, ma era un dato ben dentro le sue potenzialità di 120 km circa. I dati raccolti in termini balistici erano notevoli, ma non ebbero molta utilità in termini pratici, specie dopo che vennero realizzati i missili veri e propri, come le V2. La vita utile del cannone era inoltre di appena 90 colpi. Nell'insieme un pezzo d'artiglieria impressionante, di bell'aspetto, data la lunghezza del cannone rispetto al calibro., Ma erama operativamente un fallimento. Il peso era di 309 t e la granata di 107,5 kg. La versione migliorata, che non aveva più la necessità di una buca sotto la ferrovia, era stata approntata in un unico esemplare e al solito operò con la solita utente, la 701a batteria. Alla fine ai tedeschi rimase sopratutto una spesa elevata e una mole impressionante di dati balistici, piuttosto inutili dato l'avvento dei missili balistici veri e propri.
Un pezzo precedente era il 28 cm Kurze Bruno Kanone e i Lange Bruno Kanone. Vennero prodotti come programma d'emergenza, ordinati nel '36, prima progettati dalla Krupp, poi passati alla Hanomag di Hannover per ripartire meglio le quote di lavoro (la Krupp era oramai saturata di impegni). Erano armi che qui citiamo non per la loro tecnica avanzata, ma a titolo di curiosità e perché dalla loro esperienza arriverà poi il cannone K 5. In questo caso si trattava di pezzi da 280 mm navali, ed ebbero 8 installazioni ferroviarie singole entro il 1938. Per brandeggiare il cannone era però necessario, essendo di tecnologia obsoleta, una piattaforma da mettere sotto l'affusto perché esso, come tutti quelli della I GM, non consentiva brandeggio ma solo l'alzo. Vennero modificati con una piattaforma girevole portatile, più leggera, da mettere sotto l'affusto al posto di quella pesante originale. La produzione proseguì con 3 pezzi lunghi 45 anziché 40 calibri. Questi avevano un affusto di sole 123 anziché 130 tonnellate, ma tiravano granate da 302 kg a 28.500 m anziché da 240 a 29.500. In ogni caso, ben presto la preferenza passò al ben più evoluto K 5.
 
 
Il '''28 cm Kanone 5''' era un altro discorso. Progettato nel 1934, presumibilmente con la base o la parentela dei cannoni navali paricalibro, esso entrò in servizio nel 1936 e dimostrò d'essere un'arma assolutamente micidiale. I 25-28 esemplari costruiti fino a tutto il 1945 possono sembrare pochi, ma basti dire che operarono su tutti i fronti, in barba ai tentativi dell'aviazione alleata di colpirli, come successe ad Anzio. 8 erano i cannoni presenti al febbraio 1940, e vennevennero spesso chiamatachiamati 'La snella Bertha'. A parte che le bocche da fuoco, ad un certo punto, andarono incontro ad una serie di avarie inspiegabili, risolte con una rigatura meno profonda, per il resto l'arma fu estremamente efficiente ed apprezzata. Abbastanza piccola da essere trasportata su di un solo grande vagone ferroriario (218 tonnellate, 21,538 m per la b.d.f), venne poi modificata con sistemi d'avanguardia. Uno fu l'uso di proiettili a razzo aggiuntivo, che permetteva un incremento di gittata. Però la precisione, anche per una certa inaffidabilità del razzo, era piuttosto aleatoria, il costo maggiore, il carico esplosivo inferiore. Dev'essere stata peraltro una prestazione davvero impressionante se si considera che già di base, il Kanone 5 tirava proiettili da 255 kg (meno pesanti di quelli navali paricalibro, di 300-330 kg) a 62.400 m. Un K 5 ebbe invece la canna liscia per tirare a grandi distanze i proiettili speciali Peenemunder, del tipo 'Pfiel Geschoss', a freccia balistica, stabilizzati ad alette. Solo due di questi cannoni K 5 'Glatt' (liscio, come i moderni pezzi per carri armati) vennero prodotti ed è noto che tirarono da Bonn, nel '45, su Maastricht, tanto per dare l'idea della gittata. Si pensò addirittura ad una versione semovente su strada, con due scafi Tiger che gli avrebbero fatto d'da affusto. Chissà se la cosa sarebbe stata fattibile, ma in ogni caso rimase sulla carta. Tra i tanti impieghi del cannone vi fu quello in Italia,. allorchéInfatti, due pezzi erano v'erano stati inviati per partecipare addirittura ad una traversata e raggiungere la Tunisia. Non se ne fece nulla, ma tornarono molto utili di lì a pochi mesi, per contrastare lo sbarco ad Anzio. La 'Piccola Anna', come fu chiamata dagli Alleati, causò moltissimi problemi. In realtà erano due cannoni, ma sparavano sempre uno alla volta, rifugiandosi in una galleria che gli consentiva di sparire alla vista dei cacciabombardieri che tentavano di localizzarli. E questo, funzionò nonostante il fumo di giorno, e il bagliore di notte, che producevano quando tiravano: per quando si facevano vedere gli aerei, questi pezzi erano spariti. I due pezzi vennero catturati quando gli Alleati ruppero il fronte e occupando parte della ferrovia, impedironoimpedendo la ritirata verso Nord dei pezzi, che erano vicino ad Albano. Uno venne sabotato, l'altro portato ad Aberdeen e sottoposto, con l'aiuto delle parti intatte del cannone sabotato, a interessanti prove di tiro. Attualmente è ancora esposto nel locale museo.
 
 
Un pezzo precedente era il 28 cm '''Kurze Bruno Kanone''' e i Lange Bruno Kanone. Vennero prodotti come programma d'emergenza, ordinati nel '36, prima progettati dalla Krupp, poi passati alla Hanomag di Hannover per ripartire meglio le quote di lavoro (la Krupp era oramai saturata di impegni). Erano armi che qui citiamo non per la loro tecnica avanzata, ma a titolo di curiosità e perché dalla loro esperienza arriverà poi il cannone K 5. In questo caso si trattava di pezzi da 280 mm navali, ed ebbero 8 installazioni ferroviarie singole prodotte entro il 1938. Per brandeggiare il cannone era però necessario, essendo di tecnologia obsoleta, una piattaforma da mettere sotto l'affusto perché esso, come tutti quelli della I GM, non consentiva brandeggio ma solo l'alzo. Vennero poi modificati con una piattaforma girevole portatile, più leggera, da mettere sotto l'affusto al posto di quella pesante originale. La produzione proseguì con 3 pezzi lunghi 45 anziché 40 calibri. Questi avevano un affusto di sole 123 t anziché 130 tonnellate, ma tiravano granate da 302 kg a 28.500 m anziché da 240 a 29.500. In ogni caso, ben presto la preferenza passò al ben più evoluto K 5.
 
 
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Quanto alle artiglierie campali, esse erano di vari tipi, ma essenzialmente si trattava degli obici pesanti da 149 mm sFH 18, peso 6,304 t in marcia e gittata 13,33 km per proiettili da 43,5 kg. La sua versione semovente (in fornitura dal 1938) era chiamata l'Hummel, con 18 colpi al seguito.

Il Kanone 18 15 cm era un'arma poderosa, ma pesante, derivata dal progetto presentato dalla Rheinmetall, sullo stesso affusto dell'obice ma con una canna da 8,2 m. La gittata arrivava a 24,5 km. Nonostante la loro gittataessa fosse superiore a quella di tutti gli altri pezzi campali, muovere rapidamente questo cannone non fuera facile, e la cadenza di tiro non era superioresuperava aii 2 colpi al minuto. Il peso in marcia era di 18,7 tonnellate, davvero molte per questo calibro e il suo proiettile da 43 kg utilizzabile. Era un'arma eccellente, anche perché poteva permettersicon una piattaforma girevole per cambiare in fretta la direzione, al di là degli 11 gradi normali. LaMa la sua messa in opera non lo rendeva tuttavia ben accetto per gli operatori, essendo fonte di troppo duro lavoro per loro. MaLa sua gittata venne maggiormente apprezzata come arma per la difesa costiera era eccellente.
 
Un altro cannone era il K 39 15 cm, dalle prestazioni non molto diverse, era in commissione per l'esercito turco, maquando i Tedeschi decisero, allo scoppio della guerra di tenerseli per sé dopo i primi due cannoni consegnati al cliente. Questo cannone era di progetto Krupp, chee poteva essere scomposto in tre carichi anziché due come il precedente, e tutto sommato era superiore al cannone 'nazionale' e apparentemente più gradito. Aveva persino una gittata leggermente superiore, di 24,7 km. Inizialmente usò le molte munizioni preparate per i Turchi, poi vennero usate quelle tedesche.
 
Ma il 149,1 mm non era sufficiente, secondo i Tedeschi, per un'arma di lunga gittata ed efficacia. Così il '''Kanone 18 17 cm''' e il '''Morser 18 21 cm''' vennero prodotti rispettivamente dal 1942 e dal 1939. Dopo il 1942 fu data priorità di produzione solo al cannone, che eraaveva sì munito di un proiettile più leggero, ma con gittata superiore. L'affusto progettato dalla Krupp era molto stabile perché univa i soliti sistemi a doppia culla con una slitta che entrava in azione per smorzare il resto del rinculo. Le prestazioni di queste armi, indubbiamenteerano le piùmigliori di potentitutte artiglieriequelle campaliusate deidai belligeranti durante la guerra. Erano da trasportare in due carichi, ma per le brevi distanze un trattore d'artiglieria sufficientemente potente poteva farcela anche con un solo carico.
 
Ecco le caratteristiche dei due pezzi, K 18 17 cm (172,5 mm) e M 18 21 cm:
 
*Dimensioni e pesi: lunghezza 8,52 e 6,51 m; peso in marcia 23.375 e 22.700 kg, in combattimento 17.520 e 16.700 kg
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*Gittata e proiettile: 29.600 m/68 kg (925 m.sec), 16.700/121 kg (565 m.sec)
 
Come si vede, in cambio di un aumento di peso appena rilevabile, i 17 cm erano nettamente più potenti. La presenza di vari verricelli e ausili vari per la loro messa in azione era tale da renderli più graditi deidegli stessi pezzi da 149 mm a lunga gittata.
 
Ma non erano questi i cannoni più potenti dell'Esercito di campagna. La Rheinmetall nel '35 iniziò la progettazione di un nuovo cannone da campagna, chiamato '''Kanone 3 24 cm'''. Era un ottimo esempio di artiglieria moderna, anche se il peso era poco consono alla guerra di movimento. EraVeniva pertanto usato in 6 carichi diversi e c'erano numerosi dispositivi di sicurezza che impedivano il fuoco se era stato montato in maniera scorretta. Per assemblare le varie parti erano necessari 25 soldati e 90 minuti, non molto se si considera che il peso in marcia era di 84.636 kg, in combattimento 54.000 kg. Venne impiegato dal solo 83° Gruppo motorizzato di artiglieria pesante, su tre batterie di due cannoni l'una. In tutto vennero costruiti 8-10 pezzi. Ma vi furono anche tentativi di migliorarlo, analoghi a quelli dei 28 cm ferroviari: per esempio canne che erano raccordate ai proiettili sperimentali con scanalature raccordate, nella loro corona, raccordate alla rigatura dei cannoni, oppure proiettili decalibrati con il 'sabot', o addirittura cannoni a canna liscia per una gittata prolungata che dev'essere stata davvero impressionante, perché usavano sia una carica maggiore che un proiettile decalibrato. A dire il vero i cannoni progettati dalla Rheinmetall vennero poi, almeno in parte, fabbricati dalla Krupp, per un cambiamento improvviso dei programmi di produzione. Alla Krupp però non apprezzarono molto la tecnica usata dai loro concorrenti, e si arrivò anche a pensare ad un cannone K 4 semovente con affusto costituito da una coppia di scafi Tiger. Uno dei K 3 venne catturato ed è esposto a tutt'oggi ad Aberdeen, Maryland, dopo essere stato provato e studiato attentamente. Anche oggi, dipinto con un colore chiaro, con l'alzo alla massima elevazione di 56 gradi, da una notevole impressione di potenza e di eleganza difficilmente riscontrabili in altri pezzi d'artiglieria, grazie alla lunghezza della b.d.f e al compatto affusto che ne èraggruppato alla sua base.
 
Un altro pezzo pesante, il più pesante dell'Esercito tedesco, era certamente l'obice '''M.1 da 35,5 cm'''. Non era altro che la versione maggiorata del K 3, e pensato anch'esso attorno al 1935. Entrò in servizio nel '39 e barattava parte della gittata per una granata molto più pesante. Anche l'affusto lo era, e come l'altro aveva il sistema a doppio rinculo già visto anche sui pezzi da 17 e 21 cm, e che dava molta stabilità all'arma durante il fuoco. Come il K 3, poteva essere suddiviso in 6 carichi e la gru a cavalletto necessaria per la scomposizione e la ricomposizione funzionava a corrente elettrica. Venne usato dalla sola 1a batteria del 641° Gruppo motorizzato di artiglieria. Non si sa quanti di questi obici vennero prodotti, ma difficilmente più di sette. Erano davvero pesanti da muovere e azionare, e sopratutto non era molto prestanteprestanti quanto a gittata massima. Quale fosse il vantaggio di una tale arma, così pesante da muovere, deve essere dunque ricercato nella potenza dei proiettili, tra cui uno pesante, specifico per perforare fortificazioni in cemento. A Sebastopoli questo tipo di arma venne usato e sparò, al ritmo massimo di un colpo ogni 4 minuti, un totale di 280 proiettili. La verità, però, è che, a parte questo caso da manuale di distruzione di fortificazioni nemiche, per il resto durante la II Guerra mondiale la mobilità di tale conflitto fece sì che ben pochi fossero gli obiettivi costruiti in maniera pesante, per resistere al tiro delle artiglierie pesantie quindi che necessitavano un cannone del genere. la maggior parte degli obiettivi protetti erano poco più che trincee, davvero non l'ideale per valorizzare un cannone di questo tipo.
 
'''K 3 24 (238 mm) cm, e M.1 35,5 cm''':
*Dimensioni e pesi: lunghezza 13,104 e 10,265 m; peso in marcia 84.636 e 123.500 kg, in combattimento 54.000 e 78.000 kg
*Direzione: 360° su piattaforma abbassata, affusto 6°, alzo -1/+56° e +45/+75°
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Quanto alle artiglierie leggere e controcarri, i Tedeschi ebbero sopratutto obici da 105 mm, ma anche cannoni da 75 mm, e non solo come armi controcarri queste ultime, ma anche come armi campali. Visto che i Tedeschi erano stati autorizzati nel trattato di Versailles ad usare solo cannoni da 75 mm, da qui ripartirono. E' una storia che parteviene da molto lontano, quando nel 1896 venne adottato il calibro standard di 77 mm, che era strano, ma non più di tanto. Esso era stato scelto perché così, in caso di guerra, sarebbe stato facile riutilizzare il munizionamento catturato al nemico da 76,2 o anche da 75 mm. All'epoca era importante fare affidamento sui rifornimenti catturati. Ecco il C/96 da 77 mm, poi ammodernato come FK (FeldKanone) 16 da 7,7 cm. Vennero poi riammodernati come FK 16 nA 7,5 cm. Era un'arma piuttosto efficace, con gittata di 12,9 km e peso a 2.415 kg in marcia, 1.524 kg in combattimento. Nel 1930 venne anche iniziato il programma con i cannoni leggeri da 75 mm, gli leFK 18, pesanti appena 11201.120 kg in assetto di combattimento, che aveva doppia coda divaricabile che aumentava così il brandeggio da 4 a 30 gradi. Non era molto popolare, nondimeno, perché aveva una gittata molto minore del vecchio pezzo (9,5 km con una b.d.f. da 1,94 m anziché 2,7 m). Oramai era molto più utile l'obice da 10,5 cm.
 
Un proseguimento invece nel settore cannoni si ebbe mantenendo il calibro di 105 mm, ma forse volendo troppo. Questi cannoni del 1930, al solito presentati dalla Krupp e Rheinmetall (lo S.M. tedesco era stato scaltro abbastanza da farle competere sempre durante le competizioni per le nuove armi, ottenendo il meglio possibile da entrambe), e stavolta vi fu una soluzione inedita: cannone Rheinmetall e affusto Krupp. I primi arrivarono in servizio nel '34 come '''K 18 10,5 cm'''. Il problema era il peso, perché all'epoca l'Esercito Tedesco era totalmente ippotrainato, e queste artiglierie pesavano tanto che dovevano essere trasportate suddivise in due carichi, come cannoni molto più pesanti: quale beneficio per l'artiglieria se poi si sparava un proiettile a gittata appena maggiore, ma molto meno potente. Arrivarono nondimeno, tanto che ci si era, degli aggiornamenti, con l'allungamento della b.d.f da 52 a 60 calibri, delnel 1941. Pur essendo un'eccellente arma in termini balistici, non convinse e alla fine venne usata sopratutto come artiglieria da costa, al pari del simile pezzo da 150 mm a lunga gittata, molto simile e con la stessa sagoma elegante e allungata. Il peso di questo cannone era di 6,4 t in marcia e 5,6 in combattimento, gittata 19 km e proiettile da 15,14 kg; la velocità iniziale era di 835 m.sec, brandeggio possibile di 64 gradi. Effettivamente, talvoltaTalvolta venne usato anche come arma controcarri contro gli assalti dei T-34, con effetti micidiali.
 
Erano gli obici da 10,5 cm l'elemento base dell'artiglieria campale tedesca. Considerato che un proiettile da 10,5 cm pesava circa 2,5 volte più di uno da 7,5, il conto era presto fatto: a parità di gittata e di peso, grossomodo, era meglio il 10,5 cm di un fattore di circa 3:1. Nacque così già nella I GM il leFH 10,5 cm, su affusto del cannone FK 16. Poi vi furono, negli anni '30, altri obici paricalibro: erano quelli del tipo '''leFH 18 10,5 cm''', robusto ma piuttosto pesante. Venne anche esportato. La versione (M) ebbe il freno di bocca, ma non convinse troppo perché c'era già un proiettile sabot da 88 mm a gittata prolungata che con il freno di bocca non poteva essere più usato. Ma alla fine pare che vennero modificati con successo per avere sia il freno di bocca eche il sabot. Stranamente, mentre i Tedeschi usavano i colpi decalibrati per le artiglierie campali, cosa certo non particolarmente stringente, non li utilizzavanoutilizzarono per i cannoni per carro o controcarri, malgradopreferendo le sofisticate munizioni APCR utilizzate.
 
Ma sul fronte russo avvenne di peggio: moltissimi obici non poterono essere salvati, quando si trattò di doversi ritirare, perché erano troppotanto invischiati nel fango che nemmeno i trattori d'artiglieria, non parlando poi dei cavalli, potevano salvarli. Per ripianare le perdite e ottenere un cannone più leggero si fece ancora una volta uso dei cannoni da 75 mm adattati, stavolta si trattava del pezzo controcarri Pak 40, ovveroil cui affusto riarmato con l'obice divenne il '''leFH 18/40'''. La cosa presentò dei problemi notevoli, ma era pur sempre un rimedio. Quello definitivo doveva essere la classe di artiglieria '43', studiata dal '42. Alla fine venne usato unUn affusto a 4 code che permetteva, con un'apposita piastra, di brandeggiare il cannone su tutto l'orizzonte,: ancora una volta Krupp e Rheinmetall fecero del loro meglio per presentare progetti ancora una volta simili, ma purtroppo per i Tedeschi non c'era più tempo. Alla fine della guerra c'erano addiritturaancora in servizio alcuni leFH 10,5 cm del modello 1916. Questo criterio, simile ai cannoni britannici, verrà poi ripreso dai sovietici con il D-30 da 122 mm.
 
Il pezzo leFH 18/40 da 10,5 cm pesava 1.955 kg in marcia e in combattimento (con poco risparmio di peso rispetto al vecchio tipo), angolo di brandeggio 60°, alzo -/+42°, v.iniziale 540 msec, gittata 12.325 m, granata da 14,81 kg.
 
A proposito dell'ordinamento dell'artiglieria campale c'era un reggimento di artiglieria campale per divisione. C'erano un comando, batteria comando (meteo, trasmissione ecc), 4 gruppi di cui uno di cannoni da 75, uno di obici da 150, e due di obici da 10,5 cm. L'ordinamento era di 3 batterie, di cui ognuna con 4 o 6 obici<ref>Armi da guerra 51</ref>.
 
 
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I cannoni controcarri tedeschi si sono definiti in 3 tipi diversi e un'arma multiuso. I primi erano i Pak da 3,7 cm, i Pak 36/36, che in realtà nacquero sulla coda degli insegnamenti della I G.M. e infatti già nel '25 ne cominciò l'attività della Rheinmetall. La produzione iniziò nel '28 e per l'epoca era un piccolo, efficace pezzo d'artiglieria e ben scudato. Nel '34 apparve un affusto con gomme per il traino meccanico. La sua diffusione, favorita dall'essere apparso molto prima della guerra (e per lo stesso motivo, quando questa scoppiò si ritrovò decisamente superato), fu davvero enorme: di fatto fu il cannone controcarro standard internazionale o la base per realizzazioni autoarchiche, incluso il pezzo americano M3, prodotto in oltre 18.000 esemplari. I Pak da 3,7 cm perforavano 56 mm a 200 m, e vennero usati anche come cannoni per carri. Non ebbero tuttavia molto successo dopo il 1940, quando i carriloro armatibersagli divennero sempre meglio protetti. I piccoli PAK vennero talvolta usati per lanciare granate HEAT di grosse dimensioni, e l'affusto spesso usato per i cannoni d'appoggio fanteria da 75 mm, tutto sommato più utili.
 
La massa del cannone era di 328-440 kg in combattimento e in trasporto. L'AP aveva velocità di 760 m.sec.
 
Dopo questo cannone da 37/45 mm, fu rapidamente la volta del cannone '''Pak 38''' da 50 mm, arma entrata in servizio nell'estate del '40, dopo che era stata approntata circa 2 anni prima. Aveva una canna da 60 calibri e presto divenne il cannone dei Panzer III e delle blindo Puma. Era lungo, slanciato e sempre di produzione Rheinmetall. L'affusto era in lega leggera e quindi leggero e facile da manovrare. La lunghezza era di 3,187 m, di cui la rigatura era di 2,38 m. L'AP aveva 835 m.sec, l'HE da 550 m.sec, l'AP40 arrivava a 1.180 m.sec, l'alzo fino a 27 gradi e brandeggio di 65 gradi. Peso di 10001.000 kg in batteria. Perforava 101 mm a 740 m con l'AP40. Ad un certo punto ne venne approntato anche un tipo ad alimentazione automatica per aerei, e addirittura si tentò di usare questo potente cannone come arma contraerea. La sua produzione era piuttosto costosa, visto che era in lega leggera, ma quest'armae non era migliore del 57 mm inglese. Anche con l'AP 40 da 0,925 kg (anziché 2.06 kg del tipo normale o 1,82 kg della munizione HE), non era del tutto sufficiente dopo il 1942. Tuttavia nel '41 era una delle poche armi capaci di competere contro i T-34 e KV-1 e rimase a fare da 'gap filler' aspettando armi più potenti (e più mobili dei pezzi da 88 mm).
 
Molto meglio fu l'uso dei cannoni '''Pak 40''', che erano simili al precedente, con un aspetto quasi 'scaled up'. Stavolta l'affusto era in acciaio, per carenza di materie prime. Arma difficile da rilevare, data la sua sagoma bassa, scudata, con direzione di 45 gradi e alzo di-5/+22 gradi, peso di 1.500 kg in marcia e 1.425 in assetto di combattimento, aveva munizioni AP da 6,8 kg e 750 m.sec, AP40 da 4,1 kg e 930 m.sec, e HE da 5,74 kg a 550 m.sec. Quest'ultima granata consentiva di utilizzare il pezzo anche come arma d'artiglieria leggera, anche se la gittata era di solosoli 7.680 m. Ma il meglio era con le granate AP 40: perforava 154 mm a 500 metri, perforazione sufficiente per quasi tutti i possibili bersagli, incluso il T-34 che era affrontabile anche da 1 km. Pare che l'AP40 perforasse ancora 98 mm a 2 km. Presto venne usato anche come arma per carro e venne persino adattato all'uso da parte di alcuni tipi di aerei bimotori e quadrimotori. Sicuramente si trattò di uno dei migliori pezzi controcarri della guerra: un pò meno potente del 17 libbre inglese, ne pesava appena la metà.
 
C'era poi il famoso '88 contraerei. Questo era stato introdotto come arma contraerei, ma dalla guerra in Spagna in poi l'uso come artiglieria controcarri era diventata usuale, non solo per le doti balistiche, ma sopratutto per la mobilità (malgrado l'alta sagoma). La sua efficacia contro i blindati sovietici in Spagna fu micidiale, così come contro i carri polacchi e poi quelli francesi e britannici: l'88 fu il primo cannone a poter perforare i carri 'Matilda II'. La produzione venne iniziata già prima del 1933, e migliaia di armi vennero utilizzate in ogni fronte, tanto che addirittura molte sono rimaste in servizio, nonostante il calibro non compatibile con altre armi, anche fino ad anni recenti, per esempio in Yugoslavia. Con la sua granata HE spolettata a scoppio ritardato o con colpi semiperforanti poteva perforare i carri ed esplodere, annientando anche l'equipaggio. Ben presto venne usato da semicingolati come quelli da 12 t, leggermente protetti. La Krupp, che a suo tempo aveva sviluppato il cannone in Svezia, finanziata dall'Esercito tedesco, produsse anche la versione per carri Tiger, e poi il cannone Flak 41 da 71 anziché 56 calibri.; Lala sua versione contraerei non fu tanto efficace, perché c'erano problemi di affidabilità; anche se era un cannone assolutamente formidabile quando funzionava correttamente; il fatto è chema i Tedeschi preferirono armi meno estreme con prestazioni maggiori ma con calibro più elevato. La versione controcarri specifica apparve presto, era il Pak 43 con tanto del pezzo per carri KwK 43 8,8 cm. Il cannone era dotato di caratteristiche di rilievo, come ilaveva meccanismo di chiusura semiautomatico (che espelleva automaticamente i bossoli), congegno di sparo elettrico e piattaforma girevole, tutte caratteristiche avanzate. Per aumentare la produzione venne usato anche un cannone con affusto raffazzottato, proveniente dall'obice da 105 mm (affusto), e da quello da 15 cm (ruote). Era difficile da usare e manovrare (il soprannome era grossomodo 'grosso come un granaio'), ma poteva distruggere tutto quello che trovava nel campo di tiro. L'arma era lunga 6,61 m di cui la rigatura 5,125 m; peso 4.750 kg in marcia e 3.650 kg in combattimento, brandeggio 360 gradi, alzo -8/+40°, v.iniziale AP 1130 m.sec, HE 950 m.sec, peso AP 10,16 o 7,3 kg, 9,4 kg per l'HE. Perforava 184 mm a 2 km.
 
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Ma c'era anche un altro tipo di cannoni controcarri, quelli 'ad anima conica'. In base al principio Gerlich si sparava un proiettile con un piccolo nucleo di tungsteno, e con rivestimento a flange che si piegavano mentre il colpo percorreva l'arma, il cui calibro alla volata era inferiore di quanto fosse nellaalla culatta. Il primo cannone di questo tipo, ingegnoso ma decisamente difettosoproblematico, era il lanciagranate pesante '''sPzB 41''' da 2,8 cm di calibro all'entrataalla base e 20 mm all'uscita della canna. Lungo 1,7 m, pesante 223 kg, direzione 90 gradi, alzo -5 e +45 gradi, sparava colpi a 1.400 m.sec, per un AP da 124 grammi, perforando 56 mm a 365 m, ovvero grossomodo quanto un Pak da 37 mm.
 
Ve ne fu uno di calibro maggiore, stavolta chiamato cannone controcarri, il lePak 41 4,2 cm. Come il primo era, per il suoaveva peso ridotto,e usatoquindi sopratuttovenne comeparimenti armausato persopratutto idai paracadutisti. Era su di un affusto Pak 35/36 da 37 mm, calibro iniziale 40,3-29,4 mm (finale), lunghezza 2,25 m, peso 560 kg e perforazione con granata AP da 336 grammi (1.265 m.sec) di 72 mm a 455 m.
 
Quest'arma era paragonabile ad una da 40-47 mm, ma c'era margine per cannoni di maggiore potenza, quelli da 75 mm. OraIl pezzo di maggiore calibro c'era quindi il pezzo '''Pak 41 7,5 cm. Calibro che si riduceva a 55 mm all'uscita''. Lungo 4,32 m, peso 1.390 kg, calibro 75/55 mm, direzione 60 gradi e alzo -10/+18°, con l'AP da 2,5 kg (1.230 m.sec) arrivava a perforare 171 mm a 455 metri.
 
Ci fu un momento in cui quest'ultima sembrasse poter sostituire il cannone Pak 40, ma in cambio di un ridotto aumento di capacità di perforazione avevachiedeva un prezzo da pagare: era incapace di sparare granate HE, e inoltre aveva bisogno di un proiettile con nocciolo di Tungsteno. Ma il tungsteno era necessario per le macchine utensili per la lavorazione dell'acciaio. Scegliere tra queste e il cannone a canna conica non poteva avere che una risposta ovvia, quella dell'abbandono di questi cannoni. Paradossalmente, proprio il più piccolo ed inefficace di questi pezzi, quello da 28 mm, venissevenne mantenuto in servizio, forse perché i suoi proiettili erano tanto piccoli da non incidere molto sulle riserve di tungsteno. In ogni caso, la soluzione ovvia era quella di usare un cannone normale, ma con munizioni perforanti APDS. Questa fu la via che gli Inglesi e poi anche i RussiSovietici percorsero (gli inglesi provarono però anche il concetto del cannone 'conico' quando usarono l'adattatore Littlejohn sui pezzi da 40 e anche da 37 mm, con risultati molto interessanti, ma senza poter usare colpi HE,: soluzionemettere prestoinsieme superatacapacità di perforazione e daldoti HE divenne possibile con il cannone da 57 mm). Ma per qualche ragione, i Tedeschi non adottarono tale soluzione (mamentre lo fecero per le artiglierie a tiro indiretto, davvero un mistero), ma primapiuttosto usarono proiettili APCR per i cannoni normali, e poi tentarono con i cannoni conici consentendo velocità paragonabili a quelle dei proiettilidegli APDS. LaI differenzacolpi tradecalibrati un'armasono decalibratasimili, (oin anchediametro, dia tipoquelli conico)di emitragliere unadi normalegrosso ècalibro; pocoperò intuitiva:sono lapiù rispostalunghi èe chepesanti, see unsparati APDSa èmaggiori di calibro 20 mmvelocità, nonpertanto lopossono ècolpire ilcon cannonemaggiore cheenergia loe hasu sparato,maggiori moltodistanze piùutili. potenteUsare diproiettili qualunquespeciali pezzo da 20 mmsvincolando l'vero',arma eda anche il proiettilecompromessi è moltostata piùla pesantevia (nonseguita nelcon casoprofitto deinei cannonidecenni 'conici'), quindi più potentesuccessivi e confino maggioriad prestazioni anche a forti distanzeoggi.<ref>Armi da guerra 46</ref>.
 
==Note==