Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele: differenze tra le versioni

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L'attacco doveva essere svolto senza intoppi, senza segnalare eventuali incidenti, senza interrompere la missione, in assoluto silenzio radio. Il briefing finale ebbe luogo alle 5 del mattino e i decolli iniziarono alle 7,10 su ordine del gen. Hod, capo della HHA all'epoca dei fatti. Ogni bersaglio era accuratamente pianificato dall'intelligence israeliana, al solito molto attiva e fondamentale per la riuscita. Gli aerei con il raggio d'azione più corto erano gli Ouragan e i Mystère IV, quindi vennero inviati sul Sinai; gli altri cacciabombardieri andarono nel delta del Nilo e l'Alto Egitto venne colpito dai Vautour. Possibilmente gli aerei più vecchi venivano tenuti lontano dalle zone dove potevano incontrare i MiG-21, ma non sempre fu possibile, così 4 Mirage vennero usati per la copertura ai meno recenti cacciabombardieri, rinunciando ai mitragliamenti. La localizzazione dei bersagli e i risultati dei danni inflitti erano compito del Mossad e dei ricognitori, ma a tutt'oggi si tratta di operazioni poco o nulla note. Per certo, persino gli spostamenti dei caccia egiziani di pochi giorni prima erano stati puntualmente segnalati. Però la mattina del 5 giugno si presentò un inconveniente non previsto: la foschia sul Delta del Nilo, che rischiò di far fallire l'azione. I piloti israeliani volarono ugualmente con ben pochi errori di navigazione, usando il tradizionale metodo prua-bussola-tempo, visto che non c'era modo di trovare nemmeno un appiglio tattico (una montagna, per esempio) che aiutasse ad orientarsi e l'INS era tutt'altro che diffuso. I cambi di obiettivo furono spesso fatti all'ultimo momento, e ai piloti arrivarono fino a 3 jeep con contrordini prima del decollo. Quanto allo schieramento egiziano, ad Abu Sueir, nella Air Base 229, c'erano i 21 Il-28 Beagle della No.61 Air Brigade, nonché uno squadrone di MiG-21. A Beni Suef c'erno alcuni Tu-16; a Meliz-Bir Gafgafa invece i MiG-19 del No.20 Sqn, un altro con i MiG-21, l'OTU dei Su-7 e forse alcuni MiG-17. A Bir Tmada il No.25 Sqn aveva i MiG-17, assieme ad alcuni Su-7 del No.55 sqn. L'aeroporto internazionale del Cairo venne attaccato ma per errore dato che non era un obiettivo pianificato; Cairo Ovest aveva invece i Tu-16 del No.65 sqn, di cui la 95a squadriglia con i missili AS-1 e forse AS-5; ad El-Arish c'erano i MiG-17F del No.18 Sqn, 2a Brigata aerea; base di El Fayid, No.40 Sqn della 5a A.B con i Mig-21, e i Su-7 della 1a AB con il No.55 sqn. Inchas aveva invece una brigata su MiG-21, a Jabel Libni c'era il No.23 Sqn con i MiG-15 bis, e a Karit i MiG-17F equipaggiavano il No.31 Sqn della 12a AB.
 
La prima ondata era costituita da circa 120 aerei più circa 50-60 dei 65 Mirage III all'epoca in servizio. Essa vide attacchi multipli iniziati quasi contemporaneamente dalle 7,45, cogliendo successi clamorosi e sparando 'nel mucchio' degli argentei MiG e Tupolev allineati lungo le piste. L'azione era stata fatta con rotte diverse, per esempio alcuni velivoli entrarono in Egitto dopo essersi allontanati sul Mediterraneo e scendendo da Nord-Ovest, una direzione inattesa per i difensori. Questa prima ondata, però, non colpì tutti i bersagli, che vennero poi colpiti nella seconda, come Abu Sueir, o Al-Minayah con gli Il-14, mentre a Luxor vennero distrutti 8 Tu-16 e altrettanti An-12. Ad Abu Sueir due MiG-21 scapparono al primo attacco (non è chiaro se questa base venne colpita o no nella prima ondata), erano del 45° reggimento. All'ondata successiva uno venne distrutto da una bomba, l'altro decollò e tenne a bada gli attaccanti, per poi tuttavia spezzarsi in due all'atterraggio a causa del cratere di un ordigno israeliano. A dire il vero, secondo altre fonti invece il MiG decollò e abbatté un MystereMystère, poi venne distrutto da un Mirage, come anche altri due compagni di lì a poco.
 
L'attacco della seconda ondata colpì El Arish, Gebel Libni, Bir Gifgafa e parecchie altre basi. I piloti avevano un tempo sul bersaglio di 7-10 minuti, dopo averlo raggiunto in 22-30. Tornati alla base venivano riforniti in 7-10 minuti e rimandati in azione, fino a che alcuni di loro non volarono in quel primo giorno ben 8 sortite. Le ondate di incursori si spostarono su tutti gli obiettivi: 8,15 ad El Fayun e Ben Sueif, 9,32-11,15 diversi attacchi sul Cairo; alle 10, Alessandria, e poi altri obiettivi nel Delta fino alle 12. Luxor e Ghardaka vennero colpite dopo le 12,15 dai Vautour che in teoria non potevano raggiungerle a bassa quota. Infatti nemmeno la loro notevole autonomia di 1.600 km con 8 bombe da 250 kg era sufficiente. Per volare i 2.000 km necessari usarono un motore solo. Così assieme ai Tu-16 delle due squadriglie di Luxor vennero eliminate le ultime risorse strategiche egiziane. La loro grossa sagoma era protetta da schermi paraschegge laterali, ma questo non li salvò dai razzi tirati con precisione. Per gli Israeliani era normale, dopo mesi di addestramento, centrare bersagli anche solo di 3-5 m2. A Luxor erano presenti anche i MiG-17F, 4 dei quali investiti da un Vautour abbattuto dalla contraerea. Gli attacchi continuarono nonostante la reazione dei pochi caccia nemici ancora efficienti. Alle 17,45 per esempio, venne colpita Elyopolis e alle 18 Ras Banias. La UARAF (United Arab Republic's Air Force), come all'epoca si chiamava la EAF (in ricordo dell'epoca in cui esisteva la Repubblica Araba Unita tra Egitto e Siria) era pressoché distrutta e i pochi superstiti vennero allontanati verso i confini sudanesi. Sembrava infatti che non ci fossero difese pratiche contro i jet israeliani. Nondimeno, non mancarono duelli aerei, come quello che vide 4 perdite egiziane e 2 israeliane durante un furibondo duello tra dozzine di caccia. La confusione era altissima, anche perché gli Israeliani trasmettevano sulle frequenze egiziane delle false informazioni di comando, che talvolta causarono la perdita dei velivoli egiziani o comunque li confusero. Su 27 decollati, 17 caccia andarono abbattuti o persi, e anche la rete di radar e postazioni missilistiche era gravemente danneggiata.
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===L'era francese e i cloni israeliani: dall'Ouragan allo Kfir===
[[File:SuperMystereB2SuperMystèreB2.JPG|330px|right|thumb|Un raro Super Mystère B2, sui nei colori francesi]]
Il primo aereo a reazione israeliano era il Gloster Meteor, consegnato in una serie completa di versioni a Siria, Israele ed Egitto, e grossomodo nelle stesse quantità. Ma Israele ebbe anche la volontà di equipaggiarsi con macchine più moderne: vennero scelti 24 MystereMystère II e 24 F-86 di costruzione Canadair. Questi ultimi ponevano un grave problema politico e il governo canadese, per non incentivare la corsa al riarmo in M.O. non diede il benestare. I MystereMystère, con la loro ala a freccia, erano ancora di là dall'essere disponibili, mentre gli Arabi erano in procinto di ricevere i MiG-15 e 17. L'unica soluzione, per il momento, fu prendere in carico il meglio disponibile, anche se non sufficiente. Nel '55 arrivarono così 24 Ouragan nell'ottobre-novembre 1955, ex-A de l'A. Dato che la Dassault era stata fondata da un ebreo (era la vecchia Bloch) tale decisione fu presumibilmente facilitata. Nel 1961-64 ne giunsero altri 41, in teoria completando così l'esigenza di ottenere 5 squadroni completi (se con una dozzina di macchine l'uno). Esordirono nella guerra del '56, pur essendo ancora pochi, e sebbene non siano mai stati velivoli eccezionali, si comportarono abbastanza bene. La loro sorte ultima fu il Salvador.
 
*Dimensioni: lunghezza 10,74 m, apertura alare 13,39 m,
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Per superare l'impasse, Israele continuò con i prodotti francesi. Nel '55 era oramai sfumato l'acquisto dei MystereMystère IIC e degli F-86 Mk 6, ma si orientò su 24 MystereMystère IVA, con fusoliera allungata, ala con freccia maggiore ma più sottile, motore più potente. Erano diventati, sia pure evolvendosi da un caccia mediocre come l'Ouragan (grossomodo della classe F-84, ma arrivato piuttosto in ritardo), dei velivoli di tutto rispetto e le consegne, avvenute nell'aprile-giugno 1956, consentirono di far sentire per la prima volta un bang sonico in Terrasanta, dato che erano capaci in picchiata di superare mach 1. Questo e i cannoni DEFA da 30 mm consentirono di contrastare i caccia MiG arabi nella guerra scoppiata appena qualche mese dopo. Oltre ai 24 aerei della prima fornitura, verso la fine dell'estate del '56 pare che ne giunsero altri 37 (ma non è sicuro che presero parte ai combattimenti) per un totale di 3 squadroni. Passati da compiti di intercettazione a quelli di attacco al suolo, nel '67 subirono 10 perdite e in seguito finirono anche loro nel Centro america, negli anni '70.
 
 
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Il progresso tecnico fu molto rapido durante gli anni '50, e in particolare iniziò l'era supersonica. Per gli americani e sovietici si trattò di un traguardo battuto pressoché in simultanea, attorno al '53, con gli F-100 e i MiG-19, entrambi nati dalla rielaborazione delle esperienze con i tipi precedenti (tanto che gli F-100 erano noti come Super Sabre). I Francesi ci arrivarono anch'essi con un progetto chiaramente derivato dai precedenti e anzi, più simile che mai ai MystereMystère. Esso era il Super Mystère B.2, con prestazioni leggermente supersoniche. Era un risultato di scarso rilievo operativo, ma pur sempre il primo caccia supersonico europeo. Gli Israeliani ne ebbero 36, che grazie al motore con postbruciatore erano in grado di volare a mach 1,15 in volo orizzontale. Il S.M. B.4 era un progetto da 1,4 mach, con motore Atar. Ma si troverà miglior applicazione con il Mirage III a delta. E così i Super Mystère, ancora attivi negli anni '70, vennero seguiti anche nella HHA da questi loro successori, finendo, come gli altri, in Honduras o in Salvador la loro carriera.
 
[[File:MIRAGE IIIC 0003.jpg|360px|right|]]
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Fu un'azione degna di un aereo da interdizione di categoria ben diversa e ci si potrebbe chiedere perché non l'affidarono ai soliti F-4 o agli F-15. Chiamati 'Netz', falco, questi primi aerei erano ben superiori alle pur più grosse macchine di vecchia generazione quanto ad autonomia; ma pare, anche rispetto agli stessi F-15 senza i serbatoi conformal, almeno nel profilo di volo tenuto (per lo più a bassa quota). Nondimeno una tale autonomia operativa stupisce e i dubbi che questi F-16 siano stati riforniti sullo spazio aereo di qualche stato arabo 'chiudente un occhio' ci sono sempre stati. La velocità media non fu molto alta e questo potrebbe sia far pensare ad una velocità relativamente economica sia al tempo perso per rifornirsi in volo. In ogni caso l'F-16 aveva dimostrato un'efficacia formidabile specie per le sue dimensioni. L'impianto era stato costruito con l'aiuto francese e l'attacco venne fatto di domenica per limitare i rischi che personale 'occidentale' ne rimanesse coinvolto. Ma gli F-16, oltre a questa capacità extra, che non era prevista per il loro ruolo di dog-fighters, si sarebbero poi messi in luce nell'82 con l'abbattimento di almeno 44 aerei siriani, sebbene i meno numerosi F-15 quasi equivalsero questo valore pur essendo meno numerosi.
 
 
Il successivo 'Peace Marble II' ha visto 51 C-30 e 24 D-30, questi ultimi molto numerosi perché evidentemente si stava pensando ad un loro uso operativo. La successiva fornitura di ben 75 aerei venne effettuata nel 1986-88 e vennero chiamati 'Barak', folgore. In tutto quindi, due lotti di 75 aerei che rappresentarono la prima generazione di F-16 israeliani. Ma non finì qui, nel successivo Peace Marble III vennero anche forniti 30 C-40 e 30 D-40 nel (agosto) 1991-93. Questo contratto 'ammortizzava' il fallimento dell'indigeno IAI Lavi, da produrre in 300 esemplari. Poi venne il 'Peace Marble IV' ha avuto il compito di rimpiazzare le perdite o comunque fornire i rimpiazzi: 30 A e 14 B, il tutto entro il 1994.