Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele: differenze tra le versioni

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* 24 CL-13B Sabre (non consegnati, da qui l'ordine per gli Ouragan)<ref>Sgarlato, Aerei lu-ago 1991</ref>
 
==Il 1967 e la [[w:Guerra dei Sei Giorni|Guerra dei Sei Giorni]]==
==1967==
HHA:
* 25 SNCASO Vautour IIA/IIBR/IIN
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* 59 Dassault Mystéere IVA
* 51 Dassault Ouragan
* 45 IAI (Fouga/Heinkel) Magister<ref>Sgarlato, Aerei Nov 1991, come anche per parte delle informazioni sottostanti</ref>
 
Quest'anno fu di cruciale importanza per l'intero Medio Oriente. La ragione fu la famosa guerra 'preventiva' che consentì ad Israele di sconfiggere nazioni coalizzate contro di lui e molto superiori nel loro complesso. Un attacco preventivo altamente efficace rese possibile tale successo: l'Operazione Moked<ref> vedi sopratutto Huertas, S.M.: ''Operation Moked'', Aerei luglio 1997</ref>.
 
L'ostilità tra Israele e gli stati arabi, che continuavano a vederlo come un 'corpo estraneo' nel tessuto socio-politico mediorientale, non era affatto passata con la guerra del '56, che anzi aumentò il risentimento arabo verso Tel Aviv. Nell'autunno 1966, Egitto e Siria unirono i loro sforzi contro il nemico comune, in maniera finalmente coordinata, con un patto di mutua assistenza. Israele era più forte della Siria, ma non necessariamente dell'Egitto. Per mantenere un vantaggio strategico decisivo venne portato avanti il programma nucleare, che proprio attorno al '67 permise di realizzare le prime 'atomiche' di Tel Aviv. Il 7 aprile ricominciarono gli scontri con la Siria, che perse sul lago di Tiberiade, nel maggio successivo, sei dei suoi nuovissimi MiG-19 ai Mirage israeliani. Damasco si appellò con durezza all'Egitto, il quale venne informato da Mosca (in maniera falsa) che delle brigate israeliane stavano avanzando vicino alle alture del Golan.
 
A quel punto Nasser decise di mandare i suoi soldati nel Sinai, che era sotto controllo dall'ONU, come essenziale cuscinetto tra i due Stati. Infatti nel '56 Israele aveva sì conquistato la penisola, ma dovette lasciarla al controllo delle Nazioni Unite, ritirandosi entro il 4 marzo 1957 dalla Striscia di Gaza e dalle isole del Golfo di Aqaba, le ultime zone che controllava grazie alla guerra dell'anno precedente. Purtroppo, gli attriti tra Israele e Siria, nazioni inesorabilmente a contatto reciproco, trascinarono anche l'Egitto in questo vortice che non consentì più una soluzione politica. Il segretario dell'ONU, U Thant, riconobbe il 18 maggio la richiesta di Nasser di rimpiazzare le forze internazionali del Sinai con reparti corazzati egiziani. Già il 19 Nasser bloccò il golfo di Aqaba, e con esso il 50% del traffico israeliano.
 
Questo fu l'innesco della guerra dei Sei Giorni, spesso descritta nel suo svolgimento, mentre i prodromi generalmente sono ignorati, come se fosse un evento nato nel vuoto pneumatico e non in una precisa catena di eventi infausti (come tutte le guerre). Il 20 maggio, i paracadutisti egiziani vennero lanciati a Sharm El Sheikh, sì da bloccare il traffico mercantile israeliano nello stretto di Tiran. Era lo stesso casus belli del '56, e gli Israeliani, stavolta soli dopo che GB e Francia vennero umiliate dalla condanna congiunta USA/URSS 11 anni prima, dovettero sbrigarsela con le loro forze. Tra l'ignavia americana ed europea, e l'ostilità del blocco comunista e delle nazioni arabe finì uno dei più lunghi periodi di pace del Medio Oriente. Il piccolo stato di Israele sembrava una facile preda tra nazioni arabe che potevano attaccarlo su più fronti e con forze soverchianti.
 
Eppure, gli Israeliani non si persero d'animo. I riservisti vennero mobilitati per 3 settimane, mentre si cercava di risolvere la questione per via diplomatica. Il 2 giugno USA e URSS tentarono di portare avanti, ma invano, un'iniziativa per liberare il golfo di Aquaba dalla morsa egiziana, mentre il 3 giugno Nasser annunciò la formazione di una vera coalizionie antiebraica, che ebbe adesioni da Siria, Giordania, Iraq, Libano, Arabia, Kuwait, più l'appoggio di Libia, Marocco, Algeria, Yemen, Tunisia e Sudan. Inoltre, a questa lista si iscrisse direttamente l'URSS. Oramai, mentre si richiamava in servizio anche l'eroe della precedente guerra, Moshe Dayan, si temeva un attacco egiziano contro Beersheba.
 
Un piano arabo era stato messo a punto, e non era una cosa da poco per il piccolo e vulnerabile (in certi punto largo appena 15 km!) stato ebraico. In Sinai c'erano forze equivalenti a 7 divisioni egiziane, davvero troppe per una semplice forza 'difensiva'. C'erano commandos palestinesi disposti ad attaccare Tel Aviv, mentre da Aqaba due divisioni saudite sarebbero risalite verso Eilat. Da Gaza si sarebbero mosse due brigate palestinesi, per impegnare le forze israeliane in un attacco diversivo. Gli Israeliani, anche se non è noto, la guerra 'informalmente' la cominciarono già nelle tenebre del 4-5 giugno, quando parà israeliani vennero infiltrati con elicotteri dietro le linee nemiche, catturando anche reparti corazzati minori (sorpresi dal loro attacco), e i subacquei cercarono di danneggiare la marina egiziana nei porti.
 
Gli Arabi uniti sapevano di essere più forti, ma questa loro certezza cozzava con la determinazione israeliana a sferrare un attacco decisivo, che potesse replicare il successo tedesco durante l'Operazione Barbarossa. Allora era stato possibile organizzare un'azione talmente clamorosa da distruggere tra i 1.200 e i 1.800 aerei sovietici in un solo giorno, per lo più al suolo. E nella guerra aerea la superiorità aerea è fondamentale. Qualunque aereo a terra è vulnerabile, solo un involucro di alluminio ripieno di carburante, una bomba potenziale. E gli aeroporti dell'epoca non avevano shelters, solo piazzole di parcheggio e di dispersione, cosa però difficile da realizzare in un paesaggio senza appigli tattici. Gli Egiziani stavano spiando con i loro 'Ephroakh', polli, come gli Israeliani chiamavano i MiG-21R, volando sopra il Negev dopo avere accelerato sopra il territorio giordano. Non ci fu niente da fare per i Mirage IIICJ, privi del razzo ausiliario SEPR 844. Molto interessante è invece la proposta di usare il MiG-21F-13 ex-iracheno, portato da un disertore in Israele. Evidentemente l'aereo sovietico, pur nella relativamente poco potente versione iniziale, era valutato superiore al Mirage, se persino questo velivolo, sottoposto a prove tecniche, era considerato valido per impieghi in prima linea, nonostante la settantina di Mirage III disponibili. L'altro elemento è che il velivolo avrebbe dovuto avere armi israeliane. Forse quando arrivò non aveva i suoi missili. In ogni caso questo MiG, codice di chiamata 007 (attualmente ancora conservato nel museo della HHA), era stato armato con due dei nuovi Shafir, ancora in valutazione. Certo, i timori di un fuoco fratricida erano alti, tanto che si chiese 'finché possibile' la scorta di due Mirage (fino a quando, cioé, il MiG non li staccava nella salita) e vistose bande colorate. In ogni caso il MiG venne approntato per il 5 giugno 1967, che era il giorno dopo la fine delle ricognizioni egiziane. Né sarebbero riprese: proprio il 5 giugno scattava l'Operazione Moked, la sistematica distruzione delle aviazioni arabe sui loro aeroporti.
 
L'idea non era recente, visto che se ne cominciò a parlare nel '63, specificatamente contro l'Egitto. Lo stesso Douhet aveva teorizzato di distruggere le aviazioni nemiche al suolo, già nel '21. Ma per realizzare in concreto tale proposito ci volle un piano dettagliato e altamente segreto. Già con gli S.199 si era pensato ad un'azione che ripetesse i successi tedeschi (incluso quello della 'Bodenplatte' del gennaio '45), contro El-Arish e gli aerei della EAF ivi basati. Nel '56 si tornò sul tema, ma in concreto furono gli Alleati europei a fare 'il lavoro'. Poi, il piano Moked vero e proprio, che oltre ad un nome ha anche un padre: tale Rafi Harlev, Responsabile ufficio operazioni della HHA, aiutato da Rafi Savron e Yak Nevo.
 
Le forze arabe all'epoca dell'attacco erano stimate in 105.000 soldati, 550 carri e 120 aerei per la Siria, 12.000 uomini, 130 carri e 35 aerei per il Libano, 75.000 uomini, 630 carri e 200 aerei per l'Irak; 58.000 uomini, 200 carri e 30 aerei per la Giordania; 50.000 uomini, 100 carri, 40 aerei per l'Arabia Saudita, e sopratutto 240.000 per l'Egitto, assieme a 1.180 carri e 450 aerei da combattimento. Israele aveva 264.000 uomini con i riservisti, 800 carri e 400 aerei in tutto (inclusi quelli non da combattimento). Da qui l'esigenza di colpire immediatamente con la massima forza, perché in uno scontro di logoramento la vittoria sarebbe stata impossibile: un vero gioco d'azzardo, giocando tutto per tutto.
 
==1973==