Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele: differenze tra le versioni

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Quanto ai carri armati, gli M48 continuarono ad affluire, come anche i Centurion. Alla guerra del 1967, quella 'preventiva', Israele era pronto a combattere anche le rafforzate armate arabe. Ora aveva aerei quasi esclusivamente francesi, inclusa la sessantina di Mirage IIIC che diede origine al successo internazionale dei caccia francesi, di lì a poco ordinati in massa. Ma gli Israeliani riuscirono anche a clonarli dando origine ai vari Nesher, Dagger, Kfir. Questa però, è un'altra storia. Tornando ai carri, Israele oramai ne aveva 800 tra Super Sherman, M48 e Centurion. Gli M48 vennero usati sopratutto nel Sinai: le loro sospensioni erano capaci di prestazioni elevate, ma troppo fragili nel fronte montagnoso del Golan. Invece i robusti Centurion vennero mandati proprio qui, ma vennero anche usati nel Sinai operando sopratutto dalle strade, per non restare indietro rispetto agli M48, che invece tendevano a viaggiare sulla sabbia. Le battaglie contro gli Egiziani furono violentissime, e ad un certo punto gli M48 vinsero con una manovra aggirante una compagnia di carri sovietici JS-3M, mezzi davvero 'duri a morire', che inizialmente ebbero successo nel contrastare gli israeliani, ma che con la loro posizione statica finirono per essere presi sui fianchi.
[[File:Centurion 1.jpg|350px|left|thumb|Il Centurion fu spesso equipaggiato con corazze ERA, di cui questo esemplare ha le predisposizioni sulla sua corazza]]
I Centurion erano oramai in buona parte riarmati col pezzo da 105 mm L7, il che ne aumentava le capacità di combattimento. La pesante corazza protettiva e le munizioni protette erano un buon argomento a favore del pur lento Centurion, di cui solo 11 vennero distrutti durante la guerra, e solo 4 a causa dei carri o cannoni controcarri. I carri AMX-13, invece, vennero giudicati negativamente per via della corazza leggera e la vulnerbilità alle mine. I vecchi M4 e M50 vennero impiegati sopratutto in Cisgiordania, dove batterono in una dura battaglia gli M47 e M48 Patton Giordani occupando di lì a poco Gerusalemme. In tutto circa 394 carri israeliani vennero messi KO, inclusi presumibilmente anche i mezzi riparabili (e-o anche mezzi diversi dai carri), contro 1.109 arabi, per lo più T-34 e i nuovi T-54 e 55. Ma c'erano anche i carri americani serie Patton e quelli britannici Centurion(egiziani).
 
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Durante la guerra i mezzi israeliani, impiegati con troppa spregiudicatezza nei contattacchi, subirono un tiro intensissimo di razzi e missili sovietici, che non solo li perforavano, ma spesso ne causavano la distruzione colpendo le munizioni e il carburante con il 'jet' HEAT. Stranamente, seppure i carri americani se non anche britannici avessero nominalmente apparati di tiro IR, questi apparentemente non erano forniti agli Israeliani. Durante gli scontri con i carri sovietici, tutti forniti di tali, seppur rudimentali, sistemi, gli israeliani si trovavano spesso in svantaggio, tanto che dovevano mirare aiutandosi con le vampe dei cannoni. Del resto gli arabi erano troppo stanchi per combattere di giorno e poi di notte e questo causava problemi notevoli di efficienza in combattimento, in quel caldo ottobre del '73. I carri israeliani erano circa 800-1.000 Centurion, circa 300 M60, un mezzo migliaio di M48, 300 T-54/55, 250 Sherman. Le cifre, non facili da fissare precisamente, parlano di 1.800-2.400 carri armati. Grossomodo quanti ne aveva all'epoca l'Esercito Italiano, di cui 200 Leopard 1 e 300 M60, ma per il resto antidiluviani M47 praticamente privi di qualunque ammodernamento (mentre gli M48 e i Centurion ammodernati erano efficienti almeno quanto i più grossi e costosi M60).
 
Gli arabi erano certamente rafforzati durante quel periodo e più esperti di prima. L'Egitto da solo vantava 260.000 soldati più 500.000 riservisti, non meno di 2.000 carri tra cui parecchi T-62, e oltre 1.000 artiglierie; più 650 aerei, 180 elicotteri, 5 caccia , 12 sommergibili, 20 motovedette missilistiche. I Siriani avevano invece 120.000+200.000 uomini, 1.500 carri, 400 artiglierie campali, 320 aerei e 50 elicotteri, più 9 navi missilistiche e una dozzina di motosiluranti<ref>Storia dei Mezzi corazzati tomo 3</ref>..
 
L'esercito di Israele era invece di 300.000 soldati, ma solo dopo la mobilitazione, che grossomodo triplicava il numero degli uomini in armi. Era indispensabile, del resto, data l'impossibilità di mantenere un esercito molto numeroso per una nazione tanto piccola. In tutto c'erano 12 brigate corazzate, 8 meccanizzate, 9 di fanteria, 5 di paracadutisti più artiglieria e supporti.
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I carri T67 Tiran, T-54/55 modificati, piacquero, sopratutto sul Golan. Ebbero altre migliorie, come manicotto antidistorsione, sistema di controllo del tiro computerizzato Matador, stabilizzazione dell'armamento Cadillac-Cage, motore Continental diesel da 605 hp, mortai fumogeni o illuminanti da 51 o 60 mm, sistema automatico ad Halon, oltre ad accorgimenti come quello dei serbatoi di acqua da 60 litri per dissetare l'equipaggio. Infine ebbero luogo le predisposizioni per le piastre ERA del tipo Blazer. Questa era una novità, anche se nata in Germania, che ebbe modo di essere messa in opera dagli Israeliani nel 1982, in Libano.
 
[[File:Merkava 1-Lesany-1.jpg|330px|right|thumb|Merkava Mk 1]]
Per implementare tutti i miglioramenti, però, serviva un carro moderno e nuovo. Nacque così il Merkava, disegnato dal gen. Tal, che era un carro innovativo come pochi altri. Esso aveva il motore anteriore, come i mezzi corazzati da trasporto truppe. La torretta con cannone da 105 mm era a forma molto allungata e sfuggente, quasi a cuneo. La corazza era spaziata, ma non pare avesse una struttura composita, almeno non inizialmente, come si vede dal frontale dello scafo, incurvato (mentre le piastre di materiali compositi sono generalmente piane). Il carro che ne risultava, pesante ben 62 tonnellate, era un mezzo imponente e con un livello di protezione eccellente, anche sui lati, forse la parte più vulnerabile di tutto il mezzo (data la loro lunghezza e la possibilità di sparare sui lati da entrambi i lati: contro una larghezza della piastra anteriore di circa 2 m, la lunghezza complessiva dei lati del Merkava è di circa 13 metri). Il motore diesel americano è di circa 900 hp.
 
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Questo è vero al punto che, di recente, hanno cominciato ad apparire i carri armati modificati come APC.
 
[[File:Merkava-3-latrun-3.jpg|330px|right|thumb|L'Mk 3 si distingue subito per il cannone più tozzo del pezzo da 105/51 mm]]
I Merkava vennero leggermente migliorati con l'Mk 2 (praticamente un kit di sopravvivenza fu l'unica cosa che cambiò dall'Mk 1), ma fu l'Mk 3 che introdusse molti miglioramenti: finalmente il cannone da 120 mm, FCS migliorato con sistemi meteo e laser all'ND-Yag. Il motore, almeno dopo i primi esemplari, arrivò ai 1.200 hp del Teledyne V-12, con un MTBO aumentato di oltre il 100% rispetto alle 400 ore originarie di quello del modello Mk 1. L'Mk 3 è un grosso mostro corazzato, con protezione di tipo modulare, che costituisce l'altra innovazione (con piastre asportabili dallo chassis per riparazioni e ammodernamenti rapidi) similmente al Leclerc, cannone da 120 mm provvisto di un vistoso manicotto termico, una 'treccina' di catene a protezione della parte posteriore della torretta, con una funzione di far esplodere anticipatamente le cariche cave in arrivo. In tutto, poi, vi sono state almeno 26 modifiche principali, solo considerando gli esemplari di produzione più recente rispetto a quelli Mk 3 iniziali. Una di queste ulteriori fasi di crescita è l'aggiunta di un sistema di tracking automatico per il sistema di mira ad immagine termica, che permette di mantenere sotto tiro il bersaglio da parte del sistema FCS stesso, una volta che esso sia stato designato. Il canale d'osservazione del cannoniere ha un 5x per l'immagine termica e 12x per quella diurna, più telemetro laser. Tuttavia non pare che vi sia alcun visore panoramico per il capocarro, probabilmente perché giudicato troppo grande, costoso e vulnerabile per le esigenze manifestate. Una rudimentale 'intelligenza artificiale', insomma. Infine c'é un sistema di alimentazione automatico con un piccolo caricatore meccanico, però dato lo spazio interno (dentro il grosso scafo) e le necessità di manutenzione ed efficienza, il quarto uomo non è stato sostituito, ma semplicemente aiutato da questo dispositivo a movimentare i proiettili lunghi oltre un metro del nuovo cannone.
 
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Quest'ultima versione del carro del gen. Tal, apparso dagli ultimi anni '90, ha migliorato il sistema di tiro e la protezione balistica, anche superiore e inferiore. L'evoluzione finale, l'Mk 5, non ha avuto invece esito.
 
[[File:Merkava mk iv084.jpg|330px|right|thumb|L'Mk 4 è caratteristico per le linee squadrate, piuttosto che quelle arcuate tipiche dei modelli precedenti]]
Questo nuovo carro ha un frontale piatto anziché rigonfio al centro, dato che il diesel tedesco MTU da 1.500 hp è più compatto dell'originario motore americano. Grossomodo si tratta dello stesso tipo di motore del Leopard 2. Alle unità di prima linea i primi sono giunti in tempo per renderle operative dal novembre 2003, mentre i 50-70 esemplari costruiti all'anno sarebbero stati prodotti fino a raggiungere in tutto attorno ai 400 esemplari. Pesante non meno di 65 tonnellate, Il Merkava eguaglia il Tiger II della II GM, ma è un concentrato di tecnologia moderna che con il carro tedesco in parola non ha nulla in comune. Il cannone è l'MG-251 da 120/44 mm della IMI, con maggiore potenza in quanto capace di reggere pressioni interne maggiori del vecchio tipo da 120. Infatti la pressione massima arriva a 1.200 MPa, e nonostante questo riesce a garantire 1.000 colpi. Vi sono dati tecnici disponibili che parlano di un pezzo lungo 5,56 m totali, corsa rinculo 300 mm normale, 340 massim; peso 1.200 kg per la canna lunga 5,3 m. Spara proiettili di nuova generazione e il missile LAHAT, arma controcarri e antielicottero tirabile dal cannone, come fanno i mezzi russi da decenni. Anche stavolta si tratta di un ordigno più costoso rispetto ai proiettili, ma compensa tale problema con una gittata doppia. Data la precisione dei 120 mm occidentali, questo significa 8 km anziché 4-5. I colpi disponibili sono, pronti nei due caricatori a tamburo, 10. Il servente ne trae indubbiamente beneficio, dato che deve anche usare il mortaio da 60 mm con una trentina di granate HE e illuminanti. Naturalmente anche la vetronica del mezzo è di nuova generazione, data la velocità del progresso in questo settore. Il sistema di tiro e osservazione vede un monitor TV collegato al KNIGHT Mk 3, sistema FCS integrato che ha un periscopio stabilizzato su due assi per il cannoniere e un visore panoramico per il capocarro. Quest'ultimo opera nel campo 3-5 micron di lunghezza d'onda, ed è una prima assoluta rispetto ai precedenti Merkava, nessuno dei quali con un tale importante sistema d'osservazione. Ha un sistema ATS di seconda generazione per l'inseguimento dei bersagli. Quanto alle munizioni, quella di importanza apparentemente maggiore, almeno come realizzazione tecnologica (meglio qui non entrare nelle diatribe che da sempre accompagnano l'introduzione dei missili come armi per carri armati) è certo il LAHAT. Questo è un missile pesante 19 kg, lungo circa 95 cm, disponibile dato il calibro, anche per i pezzi da 105 mm. Ha doppia testata HEAT e può seguire un attacco dall'alto contro carri, o traiettoria diretta contro elicotteri. Poi vi sono anche i proiettili APAM, antipersonale, che sono speciali sistemi a frammentazione, con schegge capaci di perforare anche i giubbotti antiproiettile. Le corazze del Merkava Mk 4 sono di tipo modulare avanzato, e con la loro sagoma squadrata contribuiscono a rendere simile il carro all'M1 Abrams. Il portello del servente è stato eliminato, così è possibile ottenere una protezione maggiormente omogenea. Vi è anche un sistema LWS-2 laser d'allarme con una componente attiva, di tipo non noto nei dettagli (forse granate a frammentazione anti-missile), ma che fa capo al sistema TROPHY, basato su 4 antenne di torretta e due lanciatori multipli per coprire 210° l'uno (e quindi una protezione totale). Poi, i sistemi di movimentazione della torretta sono adesso elettrici il che ha eliminato il pericoloso sistema idraulico (pericoloso in quanto il liquido resta infiammabile in certe circostanze), poi vi sono un sistema antiincendio migliorato e la protezione NBC. Nondimeno, gli episodi come quelli che hanno visto due Merkava distrutti nella Striscia di Gaza da cariche sotto lo scafo da oltre 100 kg, fatte detonare al loro passaggio, non possono essere risolti senza appesantire eccessivamente il mezzo. Ci si è accontenati piuttosto di proteggere il mezzo da missili e proiettili di tipo convenzionale, come anche da normali mine militari. L'intelligenza di questo carro del XXI secolo è stata aumentata dall'apparato BMS per la gestione del campo di battaglia con l'interscambio delle informazioni tra piattaforme, vi sono anche display LCD per ciascun membro dell'equipaggio, e poi un sistema di telecamere per l'osservazione panoramica. Prima i capocarro erano molto esposti a combattere, perché spesso dovevano esporsi sopra la torretta del mezzo per vedere la situazione. Era difficile sopravvivere in una guerra ad alta intensità, e ancora di più in una guerriglia urbana diffusa. Ma stare dentro il carro era considerato più pericoloso che vedere stando fuori di esso. I caschi antibalistici hanno aiutato molto, così come i giubbotti antiproiettile (questi ultimi poco usati dai carristi per ovvie ragioni di comodità), come anche una speciale cupola estraibile verso l'alto, corazzata, per proteggere meglio il tronco. Ora vi sono varie videocamere che sorvegliano tutt'attorno, grazie ai progressi della miniaturizzazione elettronica, ed esse sono integrate nel Vector TSS (Tank Sight System). Tra queste, il periscopio panoramico e la mitragliatrice di torretta azionabile dall'interno, le possibilità di resistere all'attacco di un team di cacciacarri sono aumentate. Può sembrare strano che i carri siano tanto vulnerabili alla fanteria, ma è come il discorso degli elefanti e i topi (che li spaventano perché gli corrodono le piante dei piedi). Se un cacciatore di carri riesce ad avvicinarsi tanto da piazzare una carica HEAT sul tetto di un carro o una bomba nei cingoli, è capace di metterlo KO. E' vero oggi come lo era a Budapest o ad El Alamein. I carri Merkava Mk 4 sono capaci anche di trarsi più facilmente d'impaccio da situazioni difficili grazie al motore GD 883, che è in realtà il tedesco MTU 883, con intercooler,turbo a geometria variabile, usato anche per il Lecler degli E.A.U. Come il motore francese che è andato a sostituire, si tratta di un sistema molto compatto, da 12 cilindri. Alto 656 mm e largo 940 contro i 845 e 1.060 del motore del Leopard 2, è un prodotto di tecnologia estremamente avanzata, che ha dimostrato di funzionare in una prova durata oltre 10.000 km. Esiste anche un motore ausiliario per mantenere cariche le batterie senza azionarlo. I sistemi di sospensione sono simili, ma migliorati, rispetto a quelli del Merkava Mk 3, che già era capace di muoversi con scioltezza grazie ad un'escursione di ben 604 mm e a contraccolpi che non superavano 1 g di accelerazione (quando carri meno recenti, anche a velocità più base, potevano arrivare a 9, come in un F-16). In tutto il Merkava Mk 4 è stato aggiornato ai livelli migliori consentiti dalla tecnologia disponibile, senza compromessi in termini di capacità operative e costi<ref>Eshel D: ''Sviluppi del carro Merkava'', RID feb 1997</ref><ref>Eshel e Po: ''Merkava 4, il più moderno MBT israeliano'', RID set 05</ref>.