Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-4: differenze tra le versioni

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{{Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale}}
 
==Armi aeree==
===L'Hs 129 e le sue armi<ref>Pizzo e Sgarltato: ''Le strane armi dell'Hs 129'' Aerei nella Storia n.5</ref>===
Sebbene quest'aereo non potesse essere considerato particolarmente moderno, non va dimenticata la varietà di armi che ebbe in dotazione. Velivolo bimotore fatto per l'attacco al suolo, con un parabrezza piccolo e pesantemente blindato e corazze difensive per l'abitacolo, motorizzato da motori francesi da 700 hp come quelli dei Breguet Br 693, era pesante 5.100 kg al massimo e volava a 407 km, con un'autonomia di circa 690 km.
 
Tra le armi previste c'era una varietà impressionante, che comprendeva il Pak 40 a riarmo pneumatico, con un caricatore da 12 colpi sistemato dietro l'abitacolo e automatizzato a mò di giostrina, era davvero un'impresa del resto mettere un cannone tanto potente dentro un monoposto tanto piccolo, che il collimatore era addirittura esterno all'abitacolo, sistemato sul muso (e presumibilmente vulnerabile al tiro nemico). La versione con tale 'supercannone' era la B-3/Wa, sperimentato dal maggio del '43 con anche due MG 131 con 500 cp totali. La versione B-2 aveva invece il cannone MK 103, e quella base B-1 il meno potente e più pesante MK 101 con la modifica R-2; altre riguardavano 4 armi da 50 kg o una da 250. Non mancarono i cannoni da 37 mm che richidevano al B-2 di togliere le due MG 131, o cannoni sia da carro che contraerei calibro 50 mm, i lanciafiamme offensivi tirati dalla coda, e gli originali cannoni senza rinculo SG.113A, che erano armi davvero senza paragoni. Infatti si trattava di ben sei pezzi calibro 77 mm, allineati in fila di due, dietro l'abitacolo, che vennero sperimentati anche con un Fw-190. L'azionamento era dato da un magnetometro che sentiva la segnatura del carro armato, il che però rendeva necessario volarci sopra a non più di 10 metri. Il cannone sparava una granata che era anch'essa particolare, per avere una maggiore velocità era infatti sottocalibrata a 45 mm e sparata a 75 gradi di inclinazione verso il basso e all'indietro, perforava almeno 40-50 mm d'acciaio, avendo così facilmente ragione della protezione superiore dei carri armati. 3 Hs 129 vennero così equipaggiati, anche se francamente è difficile capire cosa ci fosse di positivo in tale applicazione, quando tirare di fianco ad un carro con un cannone da 30 o più mm era sufficiente il più delle volte, e senza doverlo letteralmente sorvolare. Inoltre i razzi Panzerblitz 1 da 70 mm e 2 da 55 erano decisamente più soddisfacenti di questo complesso e piuttosto impegnativo complesso d'armamento. In ogni caso l'Hs 129 una volta appesantito di armi era piuttosto impacciato, se è vero che la velocità già col cannone MK 101 scendeva a 320 km e l'autonomia a 560 km. in ogni caso l'Hs 129, pur essendo piuttosto oscurato dallo Ju 87, anche nel tipo specifico G controcarri, fu prodotto ugualmente in circa 880 esemplari. Del resto lo stesso Ju 87 era piuttosto impacciato nel modello G, privo degli aerofreni, con due contenitori da 37 mm che pesavano 363 kg l'uno e appena 290 kmh di velocità a bassa quota così equipaggiato (poteva anche usare bombe se necessario). Nondimeno gente come Rudel riuscì a colpire efficacemente i carri T-34 sovietici, ma se c'erano dei caccia nemici in zona il rischio d'essere abbattuti era enorme.
==Progetti non realizzati<ref>Per la maggior parte ''I progetti segreti tedeschi'', Aerei nella Storia (supplemento) gen 2004</ref>==
Tra i tanti progetti avanzati, in cui era stata riposta l'ultima speranza della Germania Nazista, oramai in rovina, vi sono stati tante di quelle idee e invenzioni, che anche elencarle tutte è difficile, se non impossibile. Quello che segue è un tentativo abbastanza completo nei limiti della conoscenza delle fonti consultate.
 
===Arado===
Iniziamo dall'Ar 234 dei tipi da caccia; il tipo base da bombardamento è ben conosciuto, se tale definizione si adatta ad un velivolo prodotto in 210 esemplari e usato per pochi mesi, e le versioni avanzate non sono certo mancate, tanto per confermare l'attività febbrile dei progettisti tedeschi, molto avanti a quello che era possibile ottenere in concreto. Già nel maggio del '43 venne proposto l'Ar 234 da caccia, che però ebbe scarsa attenzione vista la presenza del Me 262, ma gli ingegneri Van Nes e Blume riuscirono a produrre un caccia pesante e ricognitore notturno, che poteva essere un bireattore, aereorazzo, razzo e reattore insieme, ma non ebbe nessun esito in questa forma. Nel '44 si propose una soluzione più brillante, l'Ar 234C-3N, poi da far seguire dalla C-5N che venne infine ridisegnato come Ar 234C-7. Ma ancora non bastava a fugare i dubbi della LW, la disposizione dell'armamento sotto la fusoliera e l'abitacolo nel muso non erano sufficientemente convincenti. Nondimeno qualche aereo di questo tipo venne realizzato davvero e usato come caccia notturno. Nel gennaio 1945 il prog Blume, che all'epoca dirigeva l'Arado, volle sviluppare un tipo migliorato per la caccia, e il 19 del mese arrivarono ben 4 progetti da parte dei suoi progettisti: gli Ar 234P-1, 2, 3 e 4. Il P-2 venne richiesto per la produzione e disegnato Ar 234P-5. Ma la forma non era ancora definita, e forse non lo fu mai visto che vennero visti disegni con 4 BMW 003, poi l'Ar 234V16 doveva avere l'ala a freccia composita, non dissimile da quella che un giorno verrà adottata dal Victor inglese. L'Ar 23P-5, visto anche stavolta come inferiore al caccia Me 262B-2, venne sviluppato fino alla fine della guerra, ma senza che alcun prototipo venisse mai ultimato. L'abitacolo, sempre all'estremità anteriore, era leggermente sopraelevato rispetto alla fusoliera, i cannoni erano nel muso inferiore e in un pod della fusoliera, il radar Bremen era nel radome dorsale.
 
===Bombe<ref>Per questa e le altre armi aria-superficie: Armi da guerra n. 92</ref>===
*Motore: 2 HeS 011A da 1.300 kgs
Le bombe tedesche erano di diversi tipi e in numerosi formati, identificati da sigle e numeri (peso in kg): le SZ erano 'dirompenti cilindriche', ad involucro sottile: questo significa che avevano un'elevata percentuale di peso sotto forma di esplosivo e quindi una potentissima esplosione; c'erano poi le SD che erano invece di tipo 'medio' con involucro semiperforante ad involucro più spesso, e infine le PZ con una robustezza ancora superiore, considerate 'bombe controcarri' ma presumibilmente usate anche contro navi da guerra. La sigla era seguita da un numero che indicava il peso e un colore nella parte posteriore dell'ordigno lo identificava immediatamente onde evitare problemi di utilizzo pratico: giallo per le SZ, rosso per le SD e blu per le PZ. La forma di tutte le bombe tedesche di questi tipi era quella, essenzialmente, di un cilindro con punta tozza e codolo con 4 ali, spesso con montanti di irrobustimento oppure, nelle bombe più grosse, un anello di stabilizzazione che collegava queste alette posteriori. Non erano quindi altro che grossi contenitori con l'aspetto di un proiettile con la coda, e non per esempio, di forma aerodinamica 'a goccia allungata' come le bombe RAF e in generale, quelle moderne.
*Dimensioni: lunghezza 13,3 m, apertura alare 14,4 m, altezza 4,15 m
*Peso: 6,4-11 t
*Prestazioni: 820 kmh, autonomia 2,4 ore
 
Nonostante questa apparente semplicità i risultati erano comunque più che validi, grazie all'addestramento degli equipaggi, all'uso di tecniche d'attacco in picchiata e al congegno di puntamento Lofte 7 che garantiva una precisione nel bombardamento livellato paragonabile a quella del molto più rischioso attacco in picchiata. Questo congegno era paragonabile solo al sistema di puntamento Norden americano, che era un vero e proprio computer analogico, mantenuto segretissimo a lungo, giusto come fecero i Tedeschi con il sistema di richiamo automatico dei bombardieri Junkers (salvo peraltro cederlo ai Sovietici prima dello scoppio della guerra). L'esplosivo usato dai Tedeschi era ad altissimo potenziale, come scoprirono gli Inglesi: era comune l'uso di esplosivo 'alluminizzato' come carica interna, al posto dell'Amatol o della dinamite comuni nelle bombe Alleate di inizio guerra. Cosa comportava questo? Che si forniva più energia all'esplosione. L'alluminio di per se non è esplosivo, ma lo diventa se sottoposto ad un innesco adeguato, vedi gli ordigni FAE: se c'é abbastanza temperatura d'innesco la polvere d'alluminio si 'accende' in maniera violenta reagendo con l'ossigeno dell'atmosfera, il che è ovviamente inutilizzabile per una bomba di profondità, ma fondamentale per tutti gli altri impieghi. Il rapporto potenza-peso è elevato, perché il combustibile, di qualunque tipo, non ha dentro di sé atomi d'ossigeno, il quale però dev'essere fornito dall'atmosfera. Il tritolo per esempio ha una percentuale di ossigeno pari al 42% del peso. Per questo gli ordigni FAE sono tanto potenti rispetto al peso, al patto però di avere un sistema efficace di diffusione nell'atmosfera per ottimizzarne gli effetti. Una casa satura di gas è un classico esempio, ma un altro si trova sotto mano a Capodanno: se sezionate un petardo come il magnum, per esempio, scoprirete che ha polvere da sparo circondata da polvere d'alluminio, da qui la potenza della sua carica, che pure non ricorre ad esplosivi di tipo sofisticato.
Ma questo apparecchio non era l'unico di tipo avanzato ideato, ma non concretizzato dalla Arado. Nell'autunno del '44 Goring chiese alla Junkers e Messerschmitt di realizzare un Amerika Bomber, ma l'Arado aveva interesse a proporre un mezzo simile, a cui stava lavorando dall'anno precedente con gli ing Kosin e Lehmann. Era l'E 555, anche se si pensava a soli 4.000 km di autonomia, poi venne richiesto un valore di 5.000 km, ma la richiesta dell'autunno 1944 parlava di 4.000 kg a 7.800 km. Innumerevoli le configurazioni studiate, almeno 15. Tra queste v'erano l'E 555-1 con sei BMW 003A Sturm, oppure 4 HeS 011, o due potenti BMW 018 da ben 2.300 kgs, poi aumentati a 3. Aumentarono poi l'apertura alare dall' E 555-8a vennero previste anche due travi di coda, poi si arrivò a circa 8.000 km di autonomia con 4 BMW 018. I motori erano molto potenti e potevano forse farcela, e alla fine l'ala volante sembrava incamminarsi verso una struttura non dissimile da quella del Victor. Di fatto la configurazione alare a delta fu applicata con molta più difficoltà del previsto, in particolare i bombardieri Vulcan.
 
Gli inneschi erano invece per lo più in cera di pentrite (un esplosivo potentissimo, usato per proiettili di piccole dimensioni), con spolette ad impatto ad azionamento elettrico (piezoelettrico?), ma esistevano anche le spolette come la Type 17 ad orologeria per esplosioni ritardate e la Type 50 che era una trappola esplosiva, che si attivava con le vibrazioni (di eventuali artificieri). C'era anche la ZUS 40, che veniva messa talvolta dietro la spoletta normale, e come questa veniva rimossa, si attivava. Era davvero una guerra senza esclusione di colpi se si pensava di colpire anche gli artificieri, personale specializzato dalla professionalità non facilmente reperibile.
E 555-6:
*Motore: 3 BMW 018 da 2.300 kgs
*Dimensioni: lunghezza 12,35 m, apertura alare 28,4 m, altezza 3,74 m
*Peso: 40 t
*Prestazioni: 920 kmh, autonomia 5.400 km
 
Le bombe tedesche avevano anche nomi propri: se la SD 500 e la SD 1700 non l'ebbero mai, la SZ 1000 si chiamava 'Hermann', la SD 1800 'Satan', la SD 1000 'Esau', la SD 1400 'Fritz'. Solo la RAF aveva nomi propri per le grandi bombe, ma non le sigle che ne spiegano l'essenza.
 
Le bombe di maggior impiego erano quelle SD per la loro flessibilità d'uso dovuta all'equilibrio delle caratteristiche. Diciamo che una bomba di 250 kg in genere aveva il 50% di esplosivo se era di uso 'generale', il 70-80%% se era una 'bomba-mina', il 14-20% se era una semiperforante. Il colore era in genere blu chiaro, non c'era nessuna bomba che fosse color oliva o grigio scuro come nel caso delle bombe degli altri belligeranti.
 
Costruire bombe di grosse dimensione, come la SZ 2000 da 1953 kg era un conto, trasportarle un altro. I bombardieri Tedeschi, come quelli sovietici, erano essenzialmente tattici e non potevano fisicamente portare le enormi bombe britanniche che apparvero nel prosieguo della guerra. Ma, differentemente da Italiani e Giapponesi (che in pratica si fermavano alle bombe da 800 kg), i Tedeschi avevano costruito (come anche i Sovietici) ordigni anche di grandi dimensioni, e se l'He-177, l'unico bombardiere dell'asse a lungo raggio costruito in numero apprezzabile, fosse stato una macchina efficiente, se ne sarebbe di sicuro sentito parlare più spesso. Stranamente i Tedeschi non credevano nelle bombe da 100 kg, formato che a quanto pare snobbarono sistematicamente. Il carico tipico era costituito o da bombe da 50 o da 250 kg, più raro quello delle armi da 500 e ancor di più quello degli ordigni di maggiore peso. Venivano portati in fusoliera o sotto le ali, appese a staffe con sezione a T o a H. In genere si arrivava a circa 1 t di bombe per missione, su distanze massime dell'ordine degli 800-1000 km.
===Blohm und Voss===
Tra le innumerevoli proposte di caccia tattici avanzati, la Bv di Richard Vogt contribuì con il Progetto P 215, in verità l'ultimo di una serie che comprendeva i meno noti P 209 e P 212. Questo aereo era stato pensato per rispondere alla richiesta di un caccia notturno, alla fine del gennaio 1945. Si pensò ad un senza-coda con al a freccia e timoni verticali alle estremità, mentre i due motori in fusoliera erano ovviamente gli HeS 011. C'erano anche ben 5 MK 103 da 30 mm, forse anche con inclinazione variabile fino a -15 gradi, mentre nel futuro si pensava a 4 Mk 213 da 30 mm, o addirittura a 2 MK 112 da 55 mm, e ancora 24 razzi R4M in alternativa ai cannoni; più i due MK 108 inclinati per attacchi dal basso, nonché una postazione difensiva con uno o due MG 151/20 azionata dal mitragliere che era seduto rivolto all'indietro, schiena contro schiena col pilota, ma davanti alla baia dei due motori. C'era anche stato il tempo di adeguarlo con leggere modifiche, nel marzo del '45, alla specifica del 27 febbraio, per rispondere alla specifica per sostituire lo Ju 88G. Ma trasportare il carburante sufficiente per 3,5 ore o 5,2 con un solo reattore ne peggiorava eccessivamente le caratteristiche di volo. Nondimeno, questo strano aereo venne ancora incluso nei finalisti durante il marzo 1945, quando tutto stava crollando e nondimeno si facevano ancora piani per produrre macchine 'meraviglia' con cui ribaltare le sorti del conflitto. GLi altri finalisti erano il Gotha P 60C e l'Arado E 583. Questo e-o il Bv 215 influenzarono lo sviluppo del Vought F7U Cutlass, altro aereo avanzato ma senza fortuna.
 
Ma gli ordigni tedeschi non erano solo quelli 'convenzionali'. A suo tempo, fino a che non sono state prodotte quantità di bombe a grappolo (di fatto spezzoniere a perdere), lo spezzone, esplosivo o incendiario, era un'arma ampiamente utilizzata, per i suoi effetti di 'bombardamento a tappeto' contro obiettivi vari. Nel caso tedesco ce n'era uno in particolare, la '''SD-2''' 'a farfalla', ordigno costituito da un anello metallico con dentro esplosivo, e con alette che ne stabilizzavano la caduta con effetto rotatorio tipo il seme del sicomoro: esse coprivano una vasta superficie e con effetti devastanti, per via della frammentazione. Furono uno dei protagonisti dell'attacco Tedesco del 22 giugno 1941, distruggendo molti aerei sovietici al suolo. Inizialmente erano usate dai bombardieri -fino a 360- poi anche dai caccia -tipicamente 20 ordigni-, e infine si realizzò una bomba a grappolo da 250 kg che conteneva dozzine di SD-2, con il vantaggio di essere facilmente trasportabile anche dai caccia privi di vano portabombe.
*Dimensioni: lunghezza 11,6 m, apertura alare 14,4 m, altezza 5 m
*Peso: 7,4-14,7 t
*Prestazioni: 870 kmh a 8.500 m, autonomia 2.340 km
*Armi: 4 t e alcune armi difensive in torretta.
 
La panoplia comprendeva anche bombe incendiarie (le bombe 'a petrolio') e combinazioni di bombe esplosive con attaccato anche un grappolo di incendiarie. Le bombe a petrolio avevano, anziché la termite, un mix di fosforo e olio combustibile. Le 'mine terrestri' erano invece delle potenti bombe che scendevano appese ad un paracadute, in quanto era previsto che esplodessero appena a terra, senza penetrazione nel terreno, e avevano un involucro sottile per contenere molto esplosivo. Gli effetti demolitori erano impressionanti. A proposito dell'involucro, che ve ne fosse la necessità lo aveva intuito persino Ruggero Bacone, che studiava anche la polvere da sparo. Bisogna costringere l'esplosivo dentro un ambiente chiuso per fargli raggiungere un processo esplosivo ottimale. Per ottimizzare il peso, e sopratutto per evitare che volino pericolosissime schegge, si usano le 'bombe carta' dette così perché l'involucro è costituito da carta a strati, al posto del metallo. In sostanza, per quanto si poteva fare, non era possibile costruire una bomba con il 100% di esplosivo a meno di non prevederne un'efficacia che, paradossalmente, sarebbe stata nettamente minore di un ordigno classico. Un'alternativa, che venne talvolta usata (ma in genere si ricorreva all'acciaio o alla ghisa) erano gli involucri nel leggero ma costoso alluminio, o in tempi recenti, in fibra di carbonio.
Tra i bombardieri era importante il progetto P 188, concorrente di E 555 e EF 130. Un aereo non tanto diverso dallo Ju 288, ma con un'ala a W con ala a freccia negativa di 20 gradi e positiva di altrettanti nel tronco interno, carrello monotraccia (due elementi principali in tandem, sotto la fusoliera), abitacolo pressurizzato, 3 t di bombe, 4 Jumo 004C-1 da 1,3 t di spinta nella configurazione P188.01, mentre la seconda versione aveva armi difensive e doppia deriva, il P 188.03 con due t di carico e alcune modifiche strutturali. Ma nel febbraio 1945 venne di sicuro eliminato tale programma dato che per allora non se ne faceva più menzione.
 
*Dimensioni: lunghezza 17,45 m, apertura alare 27 m, altezza 4,1 m
*Prestazioni: 820 kmh, autonomia 4800 km
 
===Fritz-X===
===Daimler-Benz Projekt A, B e C===
[[Immagine:Fritz_X_side.jpg|350px|right|]]
Questo era niente di meno che un aereo portaerei, via via formatosi in termini progettuali dal 42, relativo ad un bombardiere con 6 DB609 e motori e un piccolo bombardiere veloce, per portare un altro bombardiere, un velivolo veloce chiamato A II o anche in altri modi. L'aereo madre, l'A I, poteva essere, secondo i successivi studi, dotato di 4 turboeliche DB 021 o addirittura l'A II con un singolo DB 016, un motore da 12.000-13.000 kg di spinta, che era di gran lunga al di fuori della capacità tecnologica dell'epoca. Aveva anche un carico bellico, in tal caso, di 30 tonnellate. Pare che la versione Project B aveva anche questo ala a W, come il Bv 188, armato di aerei semisuicida definito come Project E, armati con una carica cava da 2.500 kg, trasportabili fino a 5 per aereo sotto l'ala, e lanciabili sul bersaglio con un turbogetto o un pulsogetto sopra la coda. Infine il Projekt C con 6 bombardieri Projekt F da 3 t di esplosivo l'uno, con il pilota salvatosi con un sedile ribaltabile verso il basso. A tutti gli effetti era un pensiero precursore di quello che poi saranno i bombardieri lanciamissili 'cruise'.
Tornando alle bombe tedesche, il loro impiego fu presto evoluto in azioni di precisione, ma piuttosto che arrischiare l'aereo e l'equipaggio con i soliti attacchi in picchiata, ben presto si preferì l'impiego di un sistema di guida per tiri come si direbbe oggi 'stand off'. La bomba volante era già stata pensata durante la I GM da Americani, Italiani e Tedeschi (questi ultimi con i veri bombardieri strategici dell'epoca: i dirigibili Zeppelin) ma i tempi non erano maturi.
 
Ma questo cambiò molto negli anni successivi. Uno dei risultati fu la bomba '''Fritz-X''', nome con cui è diventata particolarmente nota ma che originariamente era la Ruhrsthal/Kramer X-1. Quest'ordigno divenne improvvisamente noto quando affondò la poderosa corazzata ROMA e danneggiò l'ITALIA il 9 settembre del '43, mentre stavano dirigendosi a consegnarsi agli Alleati. Fu una prova terribile della loro efficacia, e dell'inadeguatezza persino delle navi da battaglia moderne alle nuovi armi teleguidate. Del resto le navi italiane non avevano certo ECM e CIWS moderni, ma in ogni caso restò il concetto che persino una nave ben protetta non poteva essere difesa da bombe del genere. Di lì a poco toccherà all'incrociatore Savannha americano e alla veterana Warspite subirne l'efficacia. Quest'ultima rimase menomata al punto che, per ripararla in fretta, parte della falla fu riempita con cemento.
*Motori: 6 DB 603E da 2.700 hp o 4 turboeliche DB 021 da 6.800 hp e 600 kgs
*Peso: 48,5-122 t
*Dimensioni: lunghezza 35 m, apertura alare 54 m, altezza 11,2 m
*Prestazioni: autonomia 17.000 km
 
La Fritz-X non era altro che l'antisignana delle 'bombe intelligenti'. Si trattava di una SZ1400, ordigno perforante, trasformata con un kit che consentiva di guidarla tramite un comando radio e l'uso del collimatore Lofte 7, con una serie di alette anteriori (4) e una coda ad anello, ma di tipo diverso dal solito anello cilindrico. Gli attuatori elettrici trasmettevano i comandi alla bomba, ma questa era considerata poco manovrabile, tanto da essere definita non 'teleguidata' ma 'teledeviata'. Si cercò di sostituire il sistema elettrico con uno pneumatico ad aria compressa, ma le variazioni di temperatura causavano problemi e l'idea venne abbandonata. Curiosamente le prove vennero fatte nel '42 prima in Germania e poi in Italia, ma a quanto pare gli Italiani non ne seppero nulla.
===Focke-Wulf===
Uno dei più noti tra i caccia 'non nati' è stato quello del '''FW Ta.183 Huckebein'''. Era un progetto con una notevole evoluzione alle sue spalle. Era cominciato già nell'agosto del' 41 che la FW, che pure aveva appena immesso in servizio i primi '190 (aerei eccezionali, ma ancora difficili da mettere a punto), che subito si cominciò a pensare di farci una versione a turbogetto centrifugo. Si passò a configurazioni che somigliavano necessariamente allo Yak-15, poi però nel giugno 1943 si volle cambiare totalmente la configurazione con carrello triciclo anteriore, per poi sistemare il turbogetto sul dorso a dicembre, con deriva sdoppiata; era nato il 'Flitzer', che però non venne portato avanti data l'impossibilità di ottenere le prestazioni previste. Nel dicembre del '44 si arrivò al quinto stadio, con il Ta 183 vero e proprio, un sostituto futuribile del Me.262. L'Huckebein (nome della ditta, mentre per l'RLM era solo il Ta 183) avrebbe avuto 4 MK 108 e anche una bomba da 500 kg, e il 18 febbraio 1945 venne redatto un progetto dettagliato. Sarebbe diventato poi il IAME.33 Pulqui II argentino, realizzato nel '50 da Tank nel suo esilio argentino (ma senza successo). Iniziò ad essere realizzato, ma non ebbe modo di volare, cosa prevista ottimisticamente nel giugno 1945 con produzione da ottobre. Pare che per il prototipo venne pensato ad un turbogetto Jumo 004 da 900 kgs, mentre si pensava all'Heinkel HeS 011A da 1.300 kgs. La configurazione era prevista simile a quella del MiG-15 che a lungo gli si disse ispirato (cosa che potrebbe essere vera, ma non ci sono prove). L'ala era a freccia, presa d'aria nel muso, piani di coda orizzontali con una lunga coda verticale a freccia marcata.
 
Funzionava così: il bombardiere, in genere un Do.217, arrivava sulla verticale del bersaglio, a circa 6-7 km di quota. Poi sganciava la bomba e la seguiva tramite un bengala di segnalazione in coda alla bomba, trasmettendole i comandi di correzione. Nel mentre, riduceva i giri e si portava ancora più in alto. La bomba, con un aspetto piuttosto aggressivo con le alette anteriori leggermente inclinate verso l'avanti a mò di tridente, continuava ad accelerare e quando impattava aveva raggiunto o superato la velocità del suono. L'ordigno conteneva 320 kg di esplosivo, dietro uno spesso muso anteriore che serviva a sfondare obiettivi pesantemente protetti sia terrestri che navali. Poi esplodeva ben dentro il bersaglio. L'attacco era pressoché verticale così l'efficacia della corazza veniva ridotta il più possibile. Lo spessore d'acciaio anteriore era tale che forse nemmeno un moderno CIWS sarebbe stato in grado di fermarlo (parliamo di 10-20 cm almeno), mentre il disturbo del segnale radio era una possibilità più pratica. Quando questi ordigni caddero sulle navi italiane, ricorda un superstite di averne seguito uno con il suo binocolo di puntamento, senza capire cosa fosse quell'oggetto argenteo che veniva giù ad alta velocità. Le navi italiane avevano appena subito l'attacco di bombardieri Ju-88, senza risultato, per cui non era facile capire cosa facessero quegli aerei tedeschi ad almeno 6.000 m di quota. Fu una sorpresa disastrosa. Non fu la prima corazzata affondata da aerei, ma un conto era il turbinio di velivoli giapponesi armati di siluri e bombe attorno alle navi inglesi nel '41, un conto quest'azione da distanza, con armi micidiali e precise.
Ecco le caratteristiche previste:
*Dimensioni: lunghezza 9,2 m, apertura alare 10 m, altezza 3,86 m
*Peso: 2.980-5.100 kg (4.300 normali)
*Prestazioni: 962 kmh a 7.000 m, autonomia 990-2.150 o 1,1-4,25 ore
 
In ogni caso, anche le Fritz-X avevano dei limiti. Uno era il disturbo radio, un altro era la limitata controllabilità, con scarti ammessi di appena 2,4 km dopo lo sgancio. Il bombardiere era costretto a volare quasi verticalmente sull'obiettivo e questo lo rendeva vulnerabile, specie perché era costretto, per mirare meglio, a ridurre la velocità. Ma certo, come risultati e sicurezza si trattava di un progresso enorme, si immagini se i B-17 avessero avuto tali ordigni quando si trattava di colpire obiettivi industriali sulla Germania anziché colpire a tappeto intere zone.
Quanto all''''Entwurf 6''', il 'Flitzer' vero e proprio, venne realizzato solo come simulacro e ricordava molto da vicino il Vampire, con la stessa formula propulsiva, ma ala a leggera freccia e piano orizzontale alla sommità della coda. Nondimeno c'era molta influenza piuttosto dall'Fw-189 anche perché il caccia inglese non era presumibilmente ancora noto. Nacque come Projekt IV del dicembre 1943, con turbogetto e razzo ausiliario ad ossigeno liquido. Venne costruito non solo un modello, e poi un simulacro in legno a grandezza naturale, di cui esistono anche delle foto. Rinunciato nel settembre '44 al razzo, sviluppato l'aereo secondo la specifica Nr 280 (15 settembre 1944), ma il peso previsto arrivava a 3,66 t con due soli cannoni da 30 MK 108, mentre con due MK 103 e due MG151 riduceva la velocità a 830 kmh con un peso di 4.350 kg. L'ala venne ridotta da 17 a 14 m2 per provare a ridurre il peso e migliorare la velocità, ma come si sarebbero accorti anche gli inglesi, le prestazioni erano ridotte da questo tipo di configurazione, paradossalmente proprio scelta per ridurre lo 'spreco' di spinta con un condotto dentro una fusoliera normale. Il 3 ottobre 1944 venne abbandonato anche questo tentativo, e Tank si concentrò sul solo Ta 183.
 
In ogni caso la Fritz-X venne prodotta solo in 66 esemplari al mese e la metà erano usati per l'addestramento. Non c'era modo di cambiare molto le cose con tale ridotto gettito, anche se le corazzate erano obiettivi importanti e che avrebbero richiesto pochi ordigni per essere messe KO.
*Dimensioni: lunghezza 10,55 m, apertura alare 8 m, altezza 2,35 m
*Peso: 2.730-4.350 kg
*Prestazioni: 830 kmh a 7.000 m, autonomia 1,25 ore
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,262 m, apertura alare 1,352 m, diametro 562 mm.
Più o meno contemporaneamente venne anche pensato all''''Entwurf 7''', apparecchio che cominciò a prendere forma attorno al giugno 1941: è del 24 di quel mese il progetto per un'aereo a doppia trave di coda ed elica spingente con motore BMW 803 a 28 cilindri, un radiale e al contempo raffreddato a liquido (cosa estremamente rara e difficilmente spiegabile in termini pratici, visto che uno dei vantaggi del radiale è proprio quello di essere un robusto motore raffreddato ad aria). Rielaborato nell'aprile del '43 con tanto di radiatore nel muso, restava probabilmente con la doppia elica già prevista per la prima stesura, e alla fine questa forma diede due risultati specifici: l'Entfurt 6 'Flitzer' a reazione e l'Entfurt 7 con un motore di tipo inedito, una turboelica DB 021 da 2.000 hp più 770 kg di spinta residua: c'era l'elica traente, ma la turbina dietro l'abitacolo che fungeva anche da scarico.
*'''Peso''': 1.570 kg complessivi.
Quest'aereo sarebbe stato sopratutto un 'attacker' e armato con 2 nuovi MG 213 C/20 nel muso e altrettanti nelle ali, forse anche in alternativa 2 MK 103 e 2 MG 151/15, due armi molto interessanti balisticamente, ma con dei problemi di rendimento pratico (l'una troppo pesante, l'altra troppo leggera) quando installati sugli aerei da caccia. Infine nel novembre apparve l'ultima variante sul tema: 1 MK 103 e 2 MG213. Non se ne fece nulla, ma in ogni caso queste sono le caratteristiche previste:
 
*Dimensioni: lunghezza 9 m, apertura alare 8 m, altezza 2,65 m
*Peso: 3.585-5.000 kg
*Prestazioni: 910 kmh a 10.000 m, autonomia 1.460 km
 
===Razzi===
Ma la Focke-Wulf continuò ad escogitare gli aerei per quanto poteva con due ulteriori progetti, il '''P03-10''' e il FW 250. Il primo era sempre un aereo simile al Do.335 Pfeil, con progetto datato 30 agosto 1944, seguito da una variante del 2 ottobre 1944, stavolta con un potente Jumo 211E da 2.500 hp, poi con un Argus As 413 24H (ovvero ad 'H'), da ben 4.000 hp. Alla fine si era arrivati al culmine dei motori a pistoni, così il 4 gennaio 1945 apparve il concetto di un velivolo con due BMW 003A Sturm da 800 kgs, nelle ali a freccia, e uno Jumo 222C o D da 3.000 hp, se non l'Argus. Armi previste: 4 MK 108 e due bombe da 500 kg. A parte questo, il progetto, noto con molte sigle come (nell'ultima versione) P 13-10-151-13/II. Era un caccia notturno ognitempo, che somigliava, o meglio, avrebbe somigliato all'XB-42 Mixmaster.
I Tedeschi furono attivi anche nel settore razzi, ma la mancanza di successi che inizialmente ottennero i sovietici e l'imprecisione dei razzi da 210 mm valutati nel '42 come armi aria-terra con il JG 54, usati contro mezzi navali sul lago Ladoga, posero fine all'interesse per questi ordigni. Curiosamente, mentre la traiettoria dei razzi da 210 mm calava rapidamente dopo il lancio da parte dei caccia (che non erano i FW 190 ma i Bf-109F) rendendo il puntamento impossibile, i razzi di questo tipo sarebbero poi risultati molto utili nel '43 contro i ben più difficili bersagli costituiti da aerei. Questi razzi erano gli stessi tipi usati dall'Esercito, e pesavano ben 112 kg di cui 40 di testata. Dopo il lancio, a circa 1 km, esplodevano generando scompiglio negli stormi di bombardieri americani e costringendoli a diradare le formazioni, cosa che li rendeva vulnerabili agli attacchi dei tedeschi. Ma per l'impiego contro bersagli a terra ci si mise molto di più a capire l'utilità dei razzi, che inizialmente vennero dati ai FW-190 con il Panzerschrek da 88 mm, la copia tedesca dei Bazooka (n.b. all'epoca i Bazooka erano da 60 mm, il Super-bazooka forse deriverà proprio dalle copie tedesche ingrandite). I Razzi erano portati in sei esemplari, poi seguirono i Panzerblitz da 88 mm ma con testata di peso raddoppiato, pesante 6,9 kg, lungo 70 cm. Ma nessuno dei due venne usato dai Tedeschi in azione. Invece un ulteriore sviluppo fu quello dei razzi da 5,5 cm, gli '''R4M''', finalmente dei razzi veloci da oltre mach 2, con traiettoria tesa e piccoli (4,5 kg) a sufficienza per portarne, in comode rotaie di lancio, numerosi esemplari. La testata da 450 gr e l'alta velocità consentivano attacchi abbastanza precisi e letali. La dotazione di questi razzi venne data sopratutto ai Me.262, già formidabili, armati con 24 ordigni sotto le ali e usati con successo contro i bombardieri Alleati. Ma ebbero anche un altro sviluppo, stavolta contro bersagli a terra con testate HEAT. Si ritornò insomma a copiare i Sovietici utilizzando, invece di pochi e grossi razzi, un maggior numero di armi. I razzi R4M modificati per l'attacco controcarri erano trasportati da un certo numero di FW 190 in 14 esemplari, sempre ripartiti sotto le ali. Ci volevano 3-4 centri pieni per distruggere un T-34, e anche di più contro un JS-2, ma la cosa, con tiri a distanza ravvicinata, era fattibile e i successi ci furono. Ma era ormai tardi, visto che la guerra nel '45 era inesorabilmente persa.
 
*Dimensioni: lunghezza 16,65 m, apertura alare 20,4 m, altezza 4,99 m
*Peso: 8.800-11.755 kg
*Prestazioni: 850 kmh a 10.500 m
 
===Hs-293 e 294===
Il '''Fw 250''' era un altro tentativo di dare al Me 262 un successore, pensato nel novembre 1944. C'era da pensare all'apparato motore per quest'aereo, e siccome si prevedeva un velivolo piuttosto grosso, si poteva pensare solo a due dei più potenti motori, gli Heinkel HeS 011 da 1.300 kgs con presa d'aria frontale simile a quella di un F-100, ma con un'aerodinamica non tanto diversa, specie posteriormente, da quella dell'XF-88 Vodoo, quello che poi divenne l'F-101. L'ala era in effetti con 40° di freccia medio-alta, 3-4 MG 213 e 1.000 kg di carburante aggiuntivo in un serbatoio esterno. In effetti era un velivolo da caccia a lungo raggio. Poi si seguirono altre vie di elaborazione: lo sviluppo venne interrotto per proseguire con un progetto noto come Ta 283, forse un'evoluzione del piccolo Ta 183. Ma non venne buttato nulla nemmeno stavolta, perché arrivarono i Projekt III e IV, i cui disegno hanno data del 19 marzo 1945. Caddero nelle mani dei sovietici e questi bireattori da caccia notturna furono forse alla base di due grossi prototipi sovietici, che in effetti gli somigliavano, gli I-320 e il La-200. Ma quanto e come questo accadde, non è chiaramente facile da stabilire, in fondo si era detto per anni anche dei MiG-15 la loro discendenza dal '183.
[[Immagine:Deutsches_Technikmuseum_Berlin_February_2008_0096.JPG|350px|right|thumb|Foto, di pessima qualità, della Hs-293. Sono nondimeno visibili la maggior parte delle sue caratteristiche basiche]]
Unendo sistemi di guida, bombe e razzi i Tedeschi misero finalmente insieme un vero missile aria-superficie. Gli studi, iniziati nel 39, vennero inizialmente ostacolati dalla mancanza di un idoneo motore a razzo, che nondimeno non ostacolerà i primi lanci dato che l'ordigno aveva un paio di ali e di piani di coda (ma senza timone verticale). Per il resto c'era un radiocomando a 18 canali per ovviare ai disturbi nemici, e l'aspetto dell'arma finale era piuttosto aggraziato, con forme insolitamente rotondeggianti, una lunga spoletta anteriore, un generatore di fiamma (flare) posteriore che sembrava un motore a razzo, mentre invece il motore vero era sotto la fusoliera, in un'unità separata. La cosa ricordava l'SSN-14 Silex, solo che qui è il carico (siluro ASW) ad essere portato sotto la fusoliera e il motore dentro la stessa. La base su cui erano costruite le bombe era la SZ500 con i suoi 295 kg di esplosivo. Era un missile vero e proprio, pensato per attaccare sopratutto le navi con poca protezione, ma al pari della Fritz-X era anche idonea a colpire obiettivi a terra.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,58 m, apertura alare 3,14 m, diametro 48 cm, superficie alare 1,92 m2
'''Fw 250''':
*'''Peso''': 1.095 kg, HE 295 kg
*Dimensioni: lunghezza 12,75 m, apertura alare 12,5 m, altezza 4,06 m
*Peso: 7.400-8.850 kg
*Prestazioni: 1.078 kmh, autonomia 1.370-2.440 km
 
Il motore si accendeva solo 90 m dopo lo sgancio, per ragioni di sicurezza. La combustione de razzo Walter 109 dava 600 kgs e una velocità max di 900 kmh. La bomba Hs-293A-1 venne messa in produzione già nel '42 e la prima unità a riceverla fu, dopo oltre un anno, il KG 100 che operava con i Do.217 in azioni antinave dal golfo di Biscaglia. In effetti l'azione delle Hs-293 era tesa a causare danni alle navi mercantili, ma inizialmente non avvenne in maniera diretta, ma attaccando le navi dei gruppi d'impiego ASW che pattugliavano il Golfo di Biscaglia, alla ricerca degli U Boote in partenza o in arrivo. Le bombe HS-293 vennero tirate dai Do-217E-5 contro il gruppo di impiego comandato dalla corvetta britannica Egret, nave da 1.200 t al comando del 1° Support Group, che dava il cambio al 40°. Era il 25 agosto 1943, ma le bombe tirate andarono a vuoto. Usare le Hs-293 non era facile: dopo il lancio bisognava mettersi in rotta divergente rispetto alla bomba lanciata e tenere d'occhio sia questa che il bersaglio, che veniva raggiunto dalle spezzate che la bomba faceva a seconda dei comandi radio ricevuti, approssimandosi al suo obiettivo mentre l'operatore guardava la scena da un lato del muso e controllava la situazione con un joy-stick. Insomma, grossomodo era la situazione che poi si sarebbe ripresentata con i primi missili controcarri. La HS-293, una volta passati i 12 secondi di funzionamento del motore, passava a planare perdendo circa 1.400 m ogni 3 km di quota, per cui era ancora più una bomba a razzo che un missile.
Non mancarono nemmeno i pesanti plurimotori. L'RLM indicava come '''Focke-wulf Fw 261''' un grosso quadrimotore che doveva sostituire il precedente Fw 200 Condor, che dopo qualche anno di impiego efficace, cominciava a denunciare i suoi limiti. Aveva al solito una struttura piuttosto originale, che era al tempo stesso quadrimotore e a doppia coda, totalmente separata in quanto era attaccata alla navicella del motore della coppia esterna. Era possibile considerarlo simile ad un Beverley da trasporto inglese del dopoguerra, ma questo era un bombardiere, anche se capace di portare a 4 bombe da 2.500 kg nella stiva, con motori BMW 801D da 1.700 hp, per prestazioni tutt'altro che disprezzabili. Il progetto venne cancellato per dedicarsi al più tradizionale ma pur sempre avanzato Ju 290.
 
Il 27 agosto vi un ancora un altro scontro tra il KG 100 e il 1° Gruppo. Stavolta i Tedeschi avevano capito come usare meglio le bombe, e nonostante il tiro dei cannoni inglesi, riuscirono a tenere sotto controllo (pur dovendo mantenere una rotta costante, vulnerabile alla reazione nemica in quanto prevedibile, per osservare la situazione in maniera continua) le bombe volanti/missili che dir si voglia. Le navi britanniche rollavano, viravano e sparavano per evitare il peggio. La HMS Egret sembrava un giocattolo vista dall'alto, con i cannoni da 101 mm che sparavano a pieno ritmo, ma che non potevano proteggerla dai missili tedeschi: in 90 secondi sia questa che il caccia Atabaskan canadese vennero colpiti, e l'esplosione delle munizioni a bordo della nave inglese ne causò la distruzione oltre che la perdita di circa 240 vite umane. In seguito le navi inglesi miglioreranno le tecniche di difesa, sparando contro le HS293 da distanza ravvicinata con le armi leggere (una sorta di CIWS artigianale) da 20 mm, e successivamente, ricevendo apparati di disturbo radio. Nel frattempo il KG 100 mandò il mese successivo la sua II squadriglia ad operare contro le navi del Mediterraneo, trasferendosi da Cognac a Istres. In seguito le Hs293 vennero usate direttamente contro le navi in Atlantico con gli He-177 del II/KG 40, che attaccarono in massa il 21 novembre, in condizioni meteo difficili, ma che persero vari aerei senza ottenere risultati sufficienti allo sforzo. Naturalmente se non si riusciva a vedere bene le bombe si doveva serrare le distanze e allora la nave poteva sparare meglio all'aereo attaccante. Le Hs293, spesso dirette non tanto contro le sovrastrutture, ma sulla linea di galleggiamento, sarebbero state responsabili della perdita di 5 cacciatorpediniere e di varie altre unità, oltre che i mercantili. Ma non vennero usate contro navi più grandi, pur avendo una potenza distruttiva non indifferente.
 
La versione '''Hs-293D''' era dotata di guida televisiva, che avrebbe risolto parecchi problemi di utilizzo pratico, ma non fece in tempo ad entrare in servizio. In sostanza, avrebbe trasmesso all'operatore l'immagine di quello che vedeva e senza che l'aereo fosse costretto a volare in maniera prevedibile, l'arma stessa sarebbe stata guidata a segno, grossomodo come una AGM-62 Walleye di 20 anni dopo.
Il successivo tipo, e il più grande era il '''Ta-400'''. Originariamente inteso come trasporto civile, sempre per rimpiazzare il Fw 200 Condor, era prima noto come Fw 300 (1942), poi l'RLM chiese da questo una versione da ricognitore strategico, con 4 potenti Jumo 222 da 2.500 hp. Prima fu eliminato per la concorrenza dello Junkers EF-100, ma poi anche questo venne tolto di mezzo già alla fine del 1941. Sembrava la fine di questi grandi progetti, senonché si chiese poi un Amerika Bomber che avrebbe dovuto trasportare fino negli USA niente di meno che 10 t di bombe. Subito venne esaminato il Me 264 che non poteva certo raggiungere i requisiti adatti per tale impegno, per cui ne venne pensato un tipo con 6 motori, e poi vi furono le proposte Junkers e FW. Pare che questa specifica, la seconda (la prima aveva visto la realizzazione del Me 264) era del 16 maggio 1942, ma già il 14 marzo successivo venne cancellata. Nel frattempo si era subito approntata una lista di bombardieri, in particolare il Me 264B, lo Ju 390A, e pare che entrambi i tipi raggiunsero lo stadio di prototipo. Il FW 400, che vide anche il coinvolgimento della Fiat e dell'ing Gabrielli, non vi fu seguito in termini di realizzazione. Se fosse stato costruito, presumibilmente il Ta 400 avrebbe avuto i seguenti dati:
 
*Dimensioni: lunghezza 28,7 m, apertura alare 45,8 m
*Motori: 6 BMW 801D e due turbogetti Jumo 004B da 1.050 kg/s.
*Peso: 60.000 kg
*Prestazioni: 720 kmh, autonomia 9.000 km
*Armamento: 10 t di bombe (su lunghe distanze) e forse sei torri binate
 
La bomba Hs-293 era, come si è detto, largamente usata come arma per colpire sulla linea di galleggiamento le navi, ma questo significava spesso un'entrata in acqua infelice, che portava a modificare significativamente la traiettoria finale, magari mancando il bersaglio. Si pensò a varie soluzioni, con l'affinamento progressivo della prua per migliorare l'entrata in acqua (eppure vennero anche usate bombe HS293 che al contrario avevano una prua piatta per non penetrare in profondità negli obiettivi prima dell'esplosione, difficile capire la ratio di scelte tanto diverse). C'erano diverse versioni in sviluppo e ad un certo punto si cominciò a pensare ad un'arma riprogettata in maniera profonda. La '''Hs-294''', che era molto simile nella progettazione generale, senonché aveva anche delle differenze. Per consentire l'entrata in acqua con angoli di 15-30° venne provvista di prua molto appuntita, mentre la parte posteriore della fusoliera e le ali erano a frattura prestabilita, per cui si rompevano nell'entrare in acqua e non ostacolavano la traiettoria della testata, che colpiva lo scafo ed esplodeva con una spoletta di prossimità da siluri oppure una a contatto, che avrebbe consentito di ridurre il tempo di sviluppo se fosse stata adottata subito.
L'aereo era in sostanza la riedizione dal punto di vista europeo del B-36 e come questo aveva sei motori; lo precedeva per l'impiego anche di turbogetti aggiuntivi, mentre la deriva, doppia, era non tanto diversa da quella di un Whitley o di un Lancaster.
 
La Hs294 aveva queste caratteristiche:
*'''Dimensioni''': lunghezza 6,12 m, apertura alare 4 m, diametro 65 cm, superficie alare 5,3 m
*'''Peso''': 2.170 kg di cui 656 HE
*'''Motori''': 2 Walter 109da 1.300 kgs, v. max 860 kmh
 
Si trattava di un'arma che pesava il doppio della precedente e aveva una carica più che doppia. La versione A era radiocomandata, la B filoguidata, in seguito si pensò di mettere una guida televisiva alloggiata sul pod del motore destro. Il programma partì nel '43 e non fece in tempo a produrre i suoi effetti in guerra, cosa che sarebbe stata pericolosissima anche per le grandi navi da battaglia. In ogni caso solo un bombardiere piuttosto prestante avrebbe potuto arrivare ad alta quota con un ordigno del genere, sistemato in posizione asimmetrica necessariamente sotto un'ala, e solo un bombardiere pesante ne avrebbe potute portare due.
 
===GothaBombe 60plananti===
Un ordigno molto meno impegnativo era il '''Bv143''', che tuttavia ebbe le sue criticità: si trattava di un veleggiatore che portava una specie di siluro a razzo. L'origine fu il veleggiatore L1 con apertura alare di 2 m, e poi anni dopo l'L10 con siluro appeso sotto del tipo LT-1. In pratica quest'ordigno planava con un giroscopio, ad un angolo di 15 gradi dopo lo sgancio da parte dell'aereo, per poi all'impatto rilasciare il siluro. Questo aiutava molto ad allungare il raggio d'azione utile degli aerosiluranti, efficaci ma vulnerabili al fuoco contraereo nemico. Le numerose prove, però, non portarono ad un utilizzo che pure sarebbe stato vantaggioso. Il Bv143 era diverso: si trattava anche qui di un veleggiatore con alettoni e ali al centro della fusoliera e superfici cruciformi dietro. Planando si avvicinava al mare, e con un braccio telescopico estensibile, ad appena 2 m di quota, una volta che tale 'sensore' avesse toccato il mare, si attivava un motore a razzo che provocava il sostentamento dell'aliante bruciando per 40 secondi, erogando 1.500 kgs di spinta, poi riducendosi con il tempo fino a 700 kgs, con propellenti Z-STOFF e T-STOFF, quest'ultimo era perossido d'idrogeno, ma l'innesco era fatto dalla tossicissima idrazina. 4 BV 143 vennero provati nel '43 ma come prevedibile non c'era abbastanza tempo per modificare la traiettoria prima dell'impatto con il mare. Meglio sarebbe stato filare un cavo che potesse far chiudere un circuito toccando l'acqua del mare, ma in attesa di un sistema aneroide a tempo o di un radar altimetro venne bloccato il programma. Per la cronaca, ecco le caratteristiche:
Sviluppo ulteriore degli Ho IX, con struttura del tutto riprogettata, con un abitacolo inedito di tipo prono, per ben due piloti. Avrebbe dovuto essere un caccia notturno con abitacolo pressurizzato e possibilità di ricognizione. Era stato preceduto dai progetti P 52 e P 53, ma senza molto seguito. Questo tipo invece, progettato non dai fratelli Horten ma dall'Ing. Hunenjager, venne criticato dai due giovani progettisti, e prevedeva due motori HeS 011 da 1.300 kgs, uno dorsale e uno ventrale, tanto che poteva dare l'idea di essere un tipo monoreattore. La struttura era prevista in legno e tubi d'acciaio, e persino l'uso della plastica. Venne poi richiesto il 28 febbraio 1945 da parte del comando della caccia alcune modifiche che dovevano dare origine al P60B, leggermente ingrandito e con un paio di derive alle estremità alari. Non si sa se ne sia stata iniziata la costruzioe, e nonostante questo venne anche prevista la versione P60C per rispondere ad una specifica del 27 gennaio 1945, con un radar di prua. L'armamento della versione A era di due MK 103 con 350 colpi o 4 MK 108 con 670 colpi, ma la versione B era armata con 4 Mk 213C da 20 mm o altrettanti MK 108. Tutto molto teorico, come del resto le prestazioni totali previste:
*Dimensioni (dati per il P 60B): apertura alare 13,5 m, lunghezza 9,9 m, altezza 3,5 m.
*Peso: 5.161-9953 kg
*Velocità: 980 kmh a 6.000 m
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 5,95 m, ap. alare 3,13 m, diametro 58 cm, ap alare 2,45 m2
Si sarebbe trattato, se realizzato di un aereo dall'aspetto davvero unico, leggermente meno originale nel caso del modello C triposto. Si segnalava anche per la reintroduzione delle derive orizzontali, sia pure piccole, abbandonando la concezione purista dei caccia Horten.
*'''Motore''': BV ATO da 700 kgs per 40 s, v.max 415 kmh
*'''Peso''': 1.055 kg di cui 180 di esplosivo
 
===Heinkel===
Nel gennaio del '44 iniziò un rapido lavoro dell'Heinkel per un caccia di emergenza, sotto la direzione di Sigrfied Gunter, e il risultato fu il progetto P 1078 in tre versioni, la A, B e C. Il primo aveva ala a gabbiano con freccia di 40 gradi, al solito i due motori HeS da 1,3 t di spinta, due o tre cannoni da 30 mm MK 108, poi nell'agosto arrivò la versione B con due gondole anteriori asimmetriche, con i cannoni da 30 mm in quella di destra e il pilota in quella di sinistra. Poi vi fu una rielaborazione con il C, simile al P 212 della B&V, ala in legno e fusoliera metallica, con dimensioni di 9 m di apertura alare, lunghezza 6,1 m, altezza di 2,35 m, peso 2400-4.000 kg circa, velocità prevista 1010 kmh a 7.000 m (dari riferiti al tipo C).
 
Ma la Blohm un Voss fu capace di fare anche di meglio nel campo dei progetti avanzati, come dimostrano i casi della''' Bv 226''' e '''Bv246 Hagelkorn'''. Queste erano bombe plananti di tipo davvero inconsueto. La Bv226 aveva ali ad altissimo allungamento che nel '45 vennero trovate, non senza stupore, dagli inglesi come aventi tali ali in cemento armato.La Bv226 aveva anche doppio timone di direzione a lato delle superfici orizzontali di coda. La Bv246 no, aveva invece impennaggi cruciformi. L'arma aveva due paia d'ali ad altissimo allungamento, e veniva guidata tramite un giroscopio e segnali radio emessi dall'aereo lanciatore. Per incredibile che possa sembrare, pare che da alta quota si potevano raggiungere i 210 km di portata, quasi quanto una V-1. La versione A aveva portata 'ridotta' ma non venne prodotta, la B era invece quella operativa, ma non mancarono anche le bombe con radioricevitore Rieschen, pensato per trasformarle in veri missili antiradar. Le bombe erano abbastanza piccole per lanciarle anche da un FW 190F.
L'Heinkel P 1068 o He 343 era stato pensato per rispondere ad un requisito operativo del Ministero dell'Aria per un bombardiere che fosse molto veloce -800 kmh, biposto, carico di 2 t e autonomia di 2.200 km, praticamente un antenato dei jet postbellici, fino ad arrivare al Tornado IDS. La Heinkel proposte il P 1068, che l'RLM ribattezzò He 343, che in base ai disegni sarebbe stato il solito bombardiere tedesco con abitacolo a 'gabbia' di montanti metallici, con fusoliera avviata, 4 HeS 011, 3 t di bombe. Sarebbe stato possibile raggiungere 910 kmh e 2.800 km. La versione A aveva una coda singola, la B una doppia con timoni triangolari e torretta con 2 MG 131 difensive. Quest'aereo si dice che abbia ispirato poi apparecchi come gli XB-51 della Martin.
 
Questi ordigni, che potrebbero avere diciamo un equivalente giusto nelle JDAM attuali (ma ovviamente queste sono molto più precise) erano davvero un progetto eccezionale, anche se al dunque la guerra non riusciranno a cambiarla. La versione antiradar non ebbe successo per le difficoltà tecniche dovute ai sistemi di bordo, contenuti nel muso modificato; stupisce piuttosto che armi del genere non siano state poi replicate, con tecnologie migliori, nei decenni successivi: lanciare da 200 km di distanza una bomba planante antiradar è decisamente un sistema molto pericoloso e dai costi ridotti per attaccare una rete di radar nemici, una sorta di incrocio tra una JDAM e un missile HARM, espresso in termini moderni (e si tratta di due delle armi aviolanciate più pericolose e moderne esistenti).
*Motori: 4 HeS 011A da 1.300 kgs
*Dimensioni: lunghezza 16,5 m, apertura alare 18 m, altezza 5,35 m
*Peso: 19,5 t
*Prestazioni: 910 kmh, autonomia 2.800 km
 
In ogni caso, ecco le caratteristiche:
Quanto ai bombardieri in picchiata Hs 132, essi erano il frutto degli studi iniziati sui posti di pilotaggio proni. L'Hs 132 venne realizzato solo come prototipo V1 con bomba da 500 kg, ma dei sei prototipi erano due Hs 132A e 4 Hs 132B, i primi con una bomba da 500 kg soltanto, i secondi con uno Jumo 004B e con due cannoni da 20 mm e 500 colpi, per l'attacco al suolo, mentre l'Hs 132C era con il soliti Hs 132 armata con due MG 151 e due MK 103 con 120 colpi, più la bomba da 500 kg o una da 1000 kg se si rinunciava ai pesanti pezzi da 30 mm. Infine c'era l'Hs 132D con ala aumentata a 16 m2. Dei vari Hs previsti, c'erano praticamente completi i prototipi V1, 2, 3. I primi due volarono in seguito nell'URSS.
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,53 m, apertura alare 6,41 m, diametro 54 cm, superficie alare 1,47 m2.
*'''Prestazioni''': vmax 450 kmh, gittata fino a 210 km
*'''Peso''': testata 730 kg di cui 435 HE
 
Un'altro ordigno era stato sviluppato, ma pare poco usato o forse per nulla a livello operativo: era una '''bomba sferica''' che accelerata con un motore a razzo sganciabile all'impatto con l'acqua, rimbalzava varie volte fino a impattare sul fianco di una nave e quindi esplodere scendendo di quota. Era simile ad altri ordigni sviluppati dagli Inglesi, ma non pare entrò mai in azione anche se ne esistono filmati di prove da parte di FW 190.
===Henschel P 135===
Era un caccia senza coda, con due cannoni alla radice alare e due sotto il muso, senza coda eccetto che il timone verticale. L'ala era in legno con freccia a 42 gradi iniziale, 38 a mezza struttura, 15 all'estremità, vagamente simile a quella del caccia J 29 Tunnan svedese, ma anche a quella dell'XF 85 Goblin. Si pensava per questo caccia d'emergenza progettato dall'ing Nicolaus nell'autunno del '44, di usare un motore BMW 003 e poi magari l'HeS 011. I cannoni erano gli MK 108 e fino a 500 kg di carico. Ma nel tardo febbraio 1945 venne scartato in favore del Me P1112. Non si sa se i lavori, che nondimeno continuarono, portarono all'impostazione di un prototipo, che apparentemente aveva una sola presa d'aria nel muso e motore dietro l'abitacolo (carenato leggermente sopra la fusoliera con una costola dorsale della struttura), similmente ai caccia immediatamente postbellici come l'F-84 o l'Aerfer Sagittario.
 
===SAM e AAM<ref>Armi da guerra 142</ref>===
*Dimensioni: lunghezza 7,75 m, apertura alare 9,2 m, altezza 4,2 m
[[Immagine:Schmetterling_missile_20040710_151825_1.4.jpg|320px|right|thumb|L'Hs-117]]
*Peso: 4,1 t
I missili tedeschi però erano anche di tipo difensivo. La Luftwaffe non riusciva a tenere testa alla superiorità aerea Alleata, mentre al contempo doveva pure contrastare i Sovietici ad Est. Troppi incarichi per un'arma oramai spuntata come quella comandata da Goering. Vennero previsti molti dispositivi e missili di tecnologia avanzata. Per esempio, i missili '''Hs-117''', Enzian, e Wasserfall. I primi erano ordigni dall'aspetto delicato, dovuto ai due motori sistemati a fianco di una sottile fusoliera. Avrebbe avuto un raggio d'azione ridotto e quota di circa 6.000 m. L''''Enzian''', genziana, era invece un missile ben più grosso, pesante circa 2 t e mosso da propellente liquido. La sua testata pesava circa 450 kg ed era radioguidato, l'effetto sarebbe stato devastante contro le compatte formazioni Alleate da contrastare. Vennero provati vari sistemi di guida tra cui quello a guida radar semiattiva che però rischiava di colpire l'antenna emittente piuttosto che il bersaglio illuminato, e varie le spolette radio o acustiche. Il '''Wasserfall''' (cascata) era un grande missile che si potrebbe considerare parente della V-2 o antenato del SA-2. Aveva prestazioni previste supersoniche come anche l'Enzian 5 (con le 4 alette, le uniche che aveva l'Enzian, di coda di tipo a freccia), e gittata di 48 km.
*Prestazioni: 984 kmh a 7.000 m, autonomia 1.000 km o 1 ora
 
Per l'impiego tattico i tempi per i missili contraerei portatili non erano maturi, ma si provò a dare una specie di cannone portatile ai soldati, il '''Fliegerfaust''' ovvero Pugno volante: una specie di bazooka che sparava 5 colpi da 20 mm con minuscoli motori a razzo seguiti un secondo dopo da altri 4. Era un sistema ingegnoso, ma ben lontano dall'efficacia di un missile SAM come gli SA-7 o gli Stinger, e ovviamente solo efficace a basse quote. L'idea era forse quella di usare una tecnologia simile a quella del Panzerfaust per l'impiego controcarri.
===Horten<ref>I progetti segreti Tedeschi</ref><ref>Sgarlato N: ''Gli ultimi Horten'', Aerei nella Storia N.47</ref>===
In teoria questa piccola ditta poteva fare ben poco rispetto ai colossi dell'industria tedesca. Invece grazie ai fratelli Horten si specializzò in una serie di progetti incredibilmente avanzati sui caccia tutt'ala senza alcun piano di coda, cosa che nemmeno Lippisch alla Messerchmitt si era azzardato a tentare. Il primo di questi avveniristici velivoli con motori a reazione doveva essere l'Ho VII che era un banco prova per i motori Argus a pulsogetto del dr. Gunther Diedrich, ma il programma venne cancellato. Il successivo jet fu l'Ho.IX o Go 229 (la ragione di questo doppio nome è che la realizzazione venne affidata alla Gotha, ma il progetto era pur sempre realizzato dai fratelli Horten, che stavano già costruendo il prototipo V1, senza motori per prove librate, quando all'inizio del '44 proposero il progetto a Goering), per rispondere alla specifica 1000x1000x1000 (1 t per mille km a mille km/h), poi 'rilassata a 800 km. Ora bisogna dire che questo cacciabombardiere era sì in compagnia di progetti quali i Northrop YB-35, ma un conto è il volo rettilineo, un conto accettare un apparecchio da caccia e quindi da combattimento aereo. Un generale si lamentò dicendo in merito che ci doveva essere una ragione se gli uccelli avevano una coda, e valeva anche per gli aerei (date anche le difficoltà); inutilmente si cercò di ottenere l'unanimità tra i due fratelli parlando di eventuali piani di coda, che avrebbero sporcato di poco l'aerodinamica ma avrebbero consentito di assicurare quella controllabilità che mancava. E qui si parla di aerei da bombardamento di grosse dimensioni e intrinseca stabilità, che di fatto sono diventati realtà solo con i sistemi computerizzati di pilotaggi moderni. Invece qui si trattava di un caccia da duello, e per giunta come cacciabombardiere c'era ancora da trovare un modo di puntare le armi in maniera efficace. Così con tutte le sue caratteristiche notevoli, il caccia rimase solo a impressionare i vincitori della guerra, che lo trovarono giusto come prototipi in approntamento visto che il V2, volato non si sa bene se il 18 dicembre 1944 o il 2 febbraio 1945, andò in ogni caso distrutto l 18 febbraio uccidendo il collaudatore Ziller, a causa dello spegnimento di uno dei motori. Dei 7 prototipi e 20 esemplari di preserie solo alcuni erano in lavorazione, tra cui gli A-01 con il prototipo V3, munito del modernissimo FuG 244 Bremen, il V6 con i cannoni MK 103 ma ancora come caccia diurno (per inciso, il fatto che quasi tutti i progetti avanzati tedeschi volevano gli MK 103 al posto dei 108, dà l'idea di come le loro capacità balistiche erano maggiormente apprezzate, con l'unico ostacolo di dover disporre di abbastanza potenza per portarle in aria senza troppe penalizzazioni). Ancora il 12 marzo 1945 Goring voleva confermare la produzione del Go 229, ma il 14 aprile Friedrichsorda venne occupata e con essa preso in carico dagli americani il V3, quasi completo e quindi portato negli USA. Ma se questo fu l'epilogo dei caccia tutt'ala Go IX, dal '43 si lavorava già a mezzi ancora più avanzati, in particolare ai tutt'ala con ala a freccia, gli Ho IIIb erano gli alianti usati per il loro collaudo. Si trattava di un mezzo pensato per velocità supersoniche, almeno per quanto riguarda la capacità teorica di tale configurazione, da concretizzare ovviamente con turbogetti. Il primo volo fu il 27 novembre 1944, ma venne distrutto da ex-prigionieri sovietici appena liberati. Il suo obiettivo era realizzare l'Ho XIIIb, il caccia supersonico con abitacolo in alcune ricostruzioni annegato in una deriva verticale (come sul Lippisch DM-13). Con il motore HeS 011-A-9 da 1.300 kgs avrebbe raggiunto eventualmente circa 1.195 kmh a 6.000 m, appena 1,05 mach. Presumibilmente le dimensioni sarebbero state 9,2 m di apertura alare, 10 di lunghezza, 4,2 di altezza, peso di 6,8 t e autonomia di 2.000 km, ma solo con il motore potenziato da 1.500 kgs, armato con 3-4 cannoni MK 108 o Mk 213C. Magari non era molto, ma superare la barriera del suono era un passo fondamentale, che sarà possibile solo con l'F-100 e il MiG-19 nei primi anni '50 (se si considera il volo orizzontale). Gli Inglesi trovarono alcune parti costruite, e forse le usarono come ispirazione per l'ala a mezzaluna crescente del Victor, anche se l'XIIIb era un velivolo con ala a freccia semplice, non composita. In ogni caso questo mise fine alla genia della Horten da caccia.
 
Ma non fu certo la fine dei progetti dei fratelli Horten, che parteciparono al concorso per un Amerika Bomber con 4.000 kg di carico e raggio d'azione di oltre 5.500 km, tanto che il 12 marzo 1945, oramai a guerra persa, Goering parlò di un ordine formale per tale aereo che sarebbe stato imminente, e in aprile venne anche iniziata materialmente la costruzione di tale avanzatissimo apparecchio, naturalmente un tutt'ala simile all' XB-35, o forse sarebbe più giusto dire all'XB-49, visto che avrebbe eventualmente avuto 6 Jumo 004, ma raccapezzarsi sui tipi e le dimensioni di questi velivoli, di cui esistono vari disegni e 'versioni'. Tra queste c'era un grande aereo da trasporto civile, perché ai due fratelli interessava molto anche, e forse sopratutto, tale settore. Del resto nel '44 era già pressoché certo che la guerra sarebbe stata persa e difficilmente i due pensavano che anche il loro caccia IX sarebbe riuscito a capovolgere la situazione militare, specie dopo lo sbarco in Normandia. Questo bombardiere era nacque dalla visita di un ufficiale dell'TLR (Ufficio tecnico per gli armamenti aeronautici) che all'inizio del '44 era interessato all'aereo da addestramento Ho VII. Fu così che quando capitò al loro Sonderkommando 9 i due fratelli gli presentarono questo grande bombardiere di cui il dimostratore in scala Ho VIII era già in costruzione; il 25 febbraio 1945 si sarebbe aggiunta la collaborazione certamente preziosa della ben più grande Junkers, ma oramai era davvero troppo tardi. Era l'epoca in cui von Braun, per intenderci, stava facendo le valigie per consegnarsi agli Americani. Tra le configurazioni studiate c'era quella del tutto priva di timoni verticali (come i B-2 e differentemente dalle ali volanti di Northrop) e una con le turboeliche e con dei timoni ventrali che erano usati anche per i carrelli. A complicare le cose c'era anche la configurazione Xo XVIIIB-2 che differentemente dalle B-1 di cui sopra era più simile ai primi alianti, con una coda bassa e allungata e prese d'aria ventrali per i motori. Naturalmente tutto questo era ben lungi dall'essere sviluppabile in un efficiente aereo da combattimento, come alla Northrop apprenderanno negli anni successivi, e i disegni dei fratelli Horten dimostrano solo che loro conoscevano molto bene l'aerodinamica (con vari tipi di veleggiatori pensati e anche realizzati), ma mettere in un piano pratico tali formule era un problema ben più spinoso che disegnarle o che realizzarci un aliante leggero. In teoria l'Ho XVIII avrebbe dovuto dare vita ad un progetto da 41,8 di apertura alare, 19 di lunghezza, 5,8 di altezza, con 6 Jumo 006H da 1.160 kgs, peso di 41,8 tonnellate e prestazioni di 910 kmh con autonomia massima fino a 12.000 km (prestazione davvero ottimistica, come dimostrano i risultati dell'YB-49 a turbogetto comparati a quelli dell'XB-35 ad elica). Interessante anche vedere quali concorrenti erano ipotizzati, ovvero il Messerchmitt P 1107 e lo Junkers Ju 287S. C'é poi il mistero del suo predecessore Xo VIII o H VIII, che sarebbe stato un banco prova volante dell'H XVIII, oppure un pattugliatore marittimo (proposta avvenuta in un secondo tempo), in ogni caso la costruzione del prototipo era al 50% quando gli americani occuparono Gottinga. I motori sarebbero stati sei Argus da appena 236 hp l'uno, che poi erano gli stessi usati in due esemplari sull' Ho VII (ma pare che in generale la definizione corretta fosse solo 'H' e non Ho, anche qui c'é molta confusione nelle fonti e nei libri su di esse basati). In ogni caso le dimensioni previste erano di 40 m di apertura alare, davvero notevole per un mezzo con meno di 1.500 hp. Nel dopoguerra gli americani, impressionati da questo velivolo, credettero addirittura -stando ad un loro rapporto- che i sovietici ne stessero costruendo 1.600, muniti stavolta di sei reattori. In realtà i sovietici provavano lo Ju 287, ma questa è un'altra storia. L'Ho X (H X?) era invece un progetto di 'caccia del popolo' con un motore Heinkel-Hirth HeS 011 per 1.150 kgs o la versione HeS 011A da 1.300, con velocità di punta dell'ordine dei 1.500 kmh in picchiata, ma poi cambiarono la designazione in Ho XIII (aliante di prova) e XIIIb (motorizzato); liberatasi la sigla H X essa venne adattata ad un più modesto ma pur sempre avveniristico caccia da 14 m di apertura alare e 7,2 m di lunghezza, con due MG 131 e un MK 108 nel muso. Ma non è nemmeno chiaro se piuttosto (come più logico) questa fosse la prima forma del successivo H XIIIb. Quest'ultimo era previsto ad un certo punto con un abitacolo pressurizzato con il pilota prono e, particolare decisamente interessante, immerso in una vera e propria vasca d'acqua per sopportare meglio le accelerazioni. Non si sa bene nemmeno quando volò l'H XIII, visto che a quanto pare i ricercatori aeronautici di recente hanno deciso di fare ricerche finalmente più approfondite di quello che erano riusciti a fare appena qualche anno fa. Così l'aliante sarebbe stato in volo già dal '43, e la sua superficie a timone era necessaria per mantenere la controllabilità visto che con la sua ala a freccia di 70 gradi avrebbe potuto superare in picchiata i 500 kmh. A parte questo l'Ho XIIIb avrebbe potuto avere, secondo le fonti più recenti, un motore BMW 003R da 1 tonnellata di spinta e un razzo BMW 718 da 400 kgs, per tirare fino a 1.120 kmh in orizzontale, in alternativa al motore HeS 011A da 1.300 kgs e 1.100 kmh. Questo è quanto dice Sgarlato in 'edizione' 2006, come si può apprezzare è diverso dal paragrafo relativo agli Ho XIII ricavato dall'opera del 2004, quando tra l'altro i progetti apparivano ancora siglati Ho e non semplicemente H, come a quanto pare era in realtà.
 
Ma visto che i Tedeschi stavano facendo tutti gli sforzi possibili, dalla metà del '43 almeno, per lottare contro i bombardieri americani, che avevano la sfrontatezza di sfidare le difese tedesche in pieno giorno, si cominciò a pensare anche ad armi speciali per i caccia. Venne provato un pò di tutto, bombe da 250 kg spolettate per l'impiego aria-aria (scoppiavano a quote prefissate o forse a tempo), razzi da 210 mm, cannoni da 20, 30, 37 e persino 50 mm (per i Me.262 e altri tipi). I missili potevano essere funzionali, ma doveva essere realizzato un tipo di guida adatto.
Nel dopoguerra gli Horten se ne andarono in Argentina e qui fecero alcuni altri lavori che, al solito, non ebbero seguito alcuno, se non confermare la difficoltà di una formula tutt'ala, il che portò al delta caudato simile a quello dei progetti di Lippisch. Il risultato furono l'aliante IAe.37P, il caccia IAe.37 equipaggiato con un RR Derwent 5 da 1.630 kgs, ma ancora con prestazioni subsooniche, e l'IA3.48 supersonico che avrebbe dovuto avere due RR Avon A.22 da 3.245 kgs. Le loro caratteristiche erano, nel caso del primo, il pilota in posizione prona dentro un muso ampiamente vetrato, con le ali troncate nel bordo d'entrata per formare le prese d'aria. Volò dal primo ottobre del '54 per complessive 100 ore, trainato prima da uno Ju-52 e poi da un'altra gloria del trasporto aereo, il DC-3. Alla fine gli Horten arrivarono all'idea che era meglio l'abitacolo di tipo normale, cosicché ne nacque l'IAe.37 Pulqui III, di cui però solo alcuni pezzi vennero approntati. La versione supersonica da mach 1,9 venne cancellata nel '59. Poi c'erano i trasporti, in particolare l'enorme H XV da 70 t nominali e apertura alare di 80 metri, gigante che venne pensato per trasportare le arance di una regione dell'Argentina non molto servita da strade e ferrovie. Prima si pensava ad un aliante trainato da un Lancaster con un carico di 10 t, poi però Reimar Horten fece presente al gen. Ojeda che ne era il committente a nome del ministero dell'aviazione, che una versione motorizzata sarebbe stata meglio, e così nacque il DINFIA IAe.38 El Naranjero, dopo il 1950. A dire il vero si era nel frattempo assai ridotto, ad appena 32 metri di apertura alare, ma era ancora un grosso aereo, stavolta con superfici di controllo alle estremità alari e un grosso vano di carico; i motori erano nazionali, 4 IAe.19 El Indio, configurazione radiale e 650 hp di potenza, poi gli IAe.16 da soli 450 hp per ovviare alle mancanza di messa a punto dei primi. Questi erano giusto una copia dei Wright Whirlwind, ma non molto riuscita. Dell'aereo così configurato si iniziò la costruzione nel '53 e il prototipo volò nel '60 ma risultò non casualmente sottopotenziato. Di esso Spielberg ha rifatto una quasi copia visibile nel primo film di Indiana Jones. Ma l'originale venne demolito e la DINFIA di lì a poco divenne la FMA, la fabbrica nazionale di aerei argentini. Gli Horten ebbero un grande talento nell'innovazione, ma sia la Germania del crepuscolo, sia l'Argentina non permettevano certo a loro di fare quello che avrebbero potuto se fossero andati negli USA come tanti altri loro compatrioti. Reimar si occupò ancora di ultraleggeri negli anni '80, stando sempre in Argentina dove morì nel '93, mentre Walter era tornato in Germania dove visse fin al '98. Nel bene e nel male, la loro opera è adesso ricordata come una delle avventure aeronautiche più audaci e innovative, anche se al pari decisamente poco concrete quanto a risultati.
[[Immagine:Ruhrstahl X-4 missile.jpg|350px|right|thumb|L'X-4, il primo AAM]]
 
L'ing. Kramer era già l'autore della Fritz-X, prodotta in 1.396 esemplari di cui 602 usati solo per l'addestramento al tiro, ebbe autorizzato il suo progetto, che assieme all'ancor meno conosciuto Hs298 era il primo missile aria-aria. Nel febbraio del '45, oramai a guerra persa, venne autorizzata la produzione dell'X-4, ma oramai era tardi per gli esiti della guerra. La produzione avrebbe dovuto essere in Turingia, dato che la Polonia, dove c'erano fabbriche e poligoni di tiro per le V-2, era oramai persa ai Sovietici.
===Junkers===
Aereo di cui restano solo i disegni e presumibilmente mai nemmeno iniziato nella costruzione. Era inteso come un velivolo per sostituire l'Hs-129, con punti di contatto con il moderno A-10, perché doveva rispondere a requisiti simili. Avrebber avuto fusoliera a pancia 'piatta', due turbogetti alla radice delle ali, cannone Mk 103 sotto il muso, 2 MG 151 (per 'bersagli morbidi') alla radice alare, carrello in fusoliera di cui l'elemento anteriore sarebbe stato un semplice slittino azionato con aria compressa. Pare che le dimensioni di massima calcolate fossero 11,85 m di lunghezza, 14,6 m di apertura alare, altezza 3,85 m<ref>Sgarlato N, ''Schlachtflugzeug'', Aerei nella storia dic-gen 2005</ref>.
 
La storia dell'X-4 però inizia molto prima, nel '42 già l'RLM (il ministero dell'aria) aveva espresso interesse per i missili guidati e questo consentì alla BMW di partire con un endoreattore BMW 109-548 a propellenti liquidi anziché solidi come sarebbe stato pensabile al giorno d'oggi. Gli studi di Kramer alla Ruhrsthall, successivi alla messa a punto della Fritz-X, erano tali da pensare che il miglior sistema di propulsione fosse questo, e per realizzarlo ci volle molto sforzo dato che era l'endoreattore a propellenti liquidi più piccolo del mondo e doveva funzionare in qualunque assetto e temperatura pratica. Dalla fine del '43 alla metà del '44 vennero prodotti 225 prototipi che però vennero prodotti con un motore a razzo con propellenti solidi capace di 150 kgs per 8 secondi. Dall'agosto del '44 il nuovo motore era disponibile e così si poté completare il missile. L'11 agosto del '44, a campagna di Normandia avviata e completata, vi fu il primo lancio da parte di un FW-190, che così fu il primo caccia con missili AAM. Ma se si considera che in Normandia gli Alleati avevano impiegato 12.000 aerei contro 300 tedeschi, ci si può rendere conto di come anche il miglior Sidewinder oramai sarebbe stato insufficiente: non c'era nemmeno il carburante per mandare in aria gli aerei in quantità sufficienti e i bombardieri erano oramai scomparsi dalla linea di produzione.
 
La prima azione di lancio da parte del prototipo V69 (il FW190) venne seguita da tiri con Ju88G e Ju-388, eseguiti fino al febbraio 1945, mentre ben 1.000 missili (dato approssimativo) uscirono dalle linee di produzione entro il dicembre. Erano certamente molti, ma i bombardamenti sulla BMW di Stargard distrussero gran parte dei motori destinati a questi missili e alla fine non ci fu più il tempo di rimediare e di portare all'operatività quest'arma, primariamente intesa per i Me.262.
Un altro filone era quello dei bombardieri pesanti, ce n'erano ben 2 tipi: l'EF 100 e EF 130. Il primo era nato come trasporto per la Lufthansa con 6 Jumo 223 da 2.500 hp, e ben presto questo progetto che venne pensato dal '40, venne poi trasformato in un bombardiere, con un carico di 5 t di bombe o siluri, un aereo valido e moderno, di cui rimase però solo un modellino per prove aerodinamiche, modellino che indicava un aereo con 6 Jumo da 2.500 hp, apertura alare 65 m, 49,8 m, altezza 9 m, autonomia 9.000 km. L'EF 132 era basato sul vecchio Ju 287, con sei motori Jumo 012 da 15 t di spinta totali, e freccia positiva di 35 gradi, che li conteneva al suo interno. Un punto di base per il successivo M-4 Bison. Aera un aereo da 30,8 m di lunghezza, 32,4 m di apertura alare, altezza 8,4 m, peso 31,3-65 t, velocità 930 kmh e autonomia fino a 9.000 km.
 
L'X-4 era un missile diverso da quelli a cui siamo abituati oggi, e più simile ad un'arma controcarri o meglio, al missile AA-1 Alkali sovietico degli anni '50. In effetti quest'ultimo fu forse sviluppato con questo tipo di tecnologia, mentre i missili controcarri furono un'altro dei ritrovati Tedeschi del tempo di guerra, ma non passati in produzione.
===Messerschmitt===
Lippisch, che lavorava all'Abteilung L della BFW sviluppò parecchie idee su come migliorare il Me 163 o meglio, di estrapolarne tipi anche radicalmente diversi, più che altro nel sistema di propulsione, ma anche nell'aerodinamica. Il P 09 aveva motorizzazione diversa dal Komet basico perché era stato studiato in due configurazioni diverse, due turboreattori o uno più un razzo. Il P 10 avrebbe avuto due motori Jumo 004 e una bomba da 1.000 kg in apposita stiva, 2 MG 151/20 di prua e due difensivi (fissi?) sparanti all'indietro. Il disegno era datato 26 novembre 1941. Il 20 maggio del '42 apparve un tipo simile ma con un DB 606, come concorrente del Me 410, l'elica inoltre era spingente, con stiva interna per le bombe. Nulla di fatto, come anche per il P 11 che divenne un vero bombardiere veloce; era stato presentato dall'ing Heindrick il 13 settembre 1942, come si vede anche qui non si trattava di un progetto pensato sotto la spinta della disperazione, ma quando la Germania era ancora in fase offensiva, seguito da un altro tipo il dicembre simile all'Ho IX, forse già in competizione con esso (difficile da credere perché all'epoca l'aereo era tutt'altro che 'ufficializzato' e tantomeno messo a punto), poi nel maggio 1943 Lippisch riprese il concetto con il P 11 in versione caccia pesante , oppure bombardiere, ma con due Jumo 004. Il successivo P 12 si riferiva invece ad un'alta famiglia di aerei da combattimento, con vari tipi di ali da 11 o 14,1 m, riprogettato dopo anni, nel maggio del '44,con un'ala a delta. Venne soppiantato dal P 13 dell'ing Hubert, con due motori DB 605, uno in coda spingente e l'altro a prua traente, seguito dal P 13A con statoreattore e configurazione delta puro. Il motore era alimento a lignite e paraffina, la camera di combustione era di tipo rotante e forma esagonale. Tanto per cambiare non se ne fece niente, mentre il P 15 Diana era un altro apparecchio da caccia pensato stavolta come alternativa all'He 162, una cellula riprogettata di Me 163 con turbogetto HeS 011 o un meno potente BMW 003 da 800 kgs, due cannoni da 20 mm. Niente di fatto, come del resto il P 20 di Lippisch, un altro Me 163B evoluto, ma niente di fatto oltre a pochi disegni.
 
La guida dei missili X-4 avveniva con criteri particolari, si trattava, per prevenire disturbi, di un missile AAM di tipo filoguidato, con un cavo lungo 5,5 km e spesso 0,2 mm, eppure perfettamente isolato. Il solito bengala posteriore aiutava a tenerlo d'occhio mentre si collimava con il sistema standard a riflessione su distanze pratiche di circa 3 km dall'obiettivo. La sezione con la testata esplosiva arrivava a 20 kg con spessori delle pareti di 10 mm, dietro c'era il motore con i serbatoi spiraliformi, e infine i sistemi di guida. Per fare con semplicità maggiore venne pensato ad un missile con una stabilizzazione a rotazione di un giro al secondo, grazie alla trimmatura delle alette cruciformi in legno di metà fusoliera, a due delle quali era attaccato un fuso con il cavo di guida, che a quanto pare era doppio. I fusi erano lunghi 48,6 cm e larghi 76 mm al massimo. La spoletta era acustica, con due possibili tipi, uno da 7 m di raggio e l'altro da 15. Era scelta la spoletta di questo tipo perché era semplice e compatta. Erano rispettivamente il Kranich o il Meise. Come per il grosso Fritz-X erano previsti un trasmettitore FuG 510 e un ricevitore FuG 238, anche se questo era un missile filoguidato e non radiocomandato.
Passata questa generazione che si potrebbe definire, con la logica d'oggi, di progettazione 'mecha', si cercò infine di portare a compimento un ultimo interessante tipo di caccia con ala a delta e piano di coda con abitacolo incassato. Questa specie di 'freccetta volante' era frutto degli studi di Lippisch, che nel maggio del '43 divenne il direttore dell'istituto di ricerca aeronautica di Vienna, dove realizzà un aereo a delta supersonico, il P13a, che avrebbe dovuto essere preventivamente testato da un apposito aliante, il DM-1, che dopo molte tribolazioni e peregrinaggi per sfuggire ai bombardamenti aerei, venne trovato nel maggio del '45 dagli Americani. Mai sperimentato in volo indipendente, fu molto utile per sperimentare la configurazione del successivo XP-92, che divenne poi l'XF-92A. Per prudenza non venne fatto volare, ma venne sperimentato nella galleria del vento. Era un piccolo velivolo da 6,32 m di lunghezza e 6 di apertura alare, alto 3,25 m e psante al massimo 375 kg, con velocità di 560 kmh e carrello triciclo retrattile a carreggiata molto stretta.
 
I propellenti erano il Tonka (xilidina e trielamina) e l'acito nitrico, ed erano autoaccendenti, venendo nondimeno usati anche per raffreddare la camera di combustione del motore, che aveva 3 fori di iniezione per la prima e 6 per il secondo, e con un diametro di 76 mm per una lunghezza di 29 cm appena. Era possibile usare, per una spinta di 16 secondi e 100 kgs (come picco, poi calava) appena 8,5 kg di propellente, ma il missile era usabile solo da 6.000 m di quota a quanto se ne sa. Ogni caccia ne poteva avere fino a 4 esemplari.
Non bisogna dimenticare poi lo sviluppo che partì dal Bf 109T (T sta per Trager, portaerei), per poi andare a usare, qualche anno dopo, per il Bf-109G per ottenere il Bf-109ST, e poi Me 409A con i motori DB 605, oppure nel tipo B con il DB 628 (il DB 603 con turbocompressore TKL 15), per poi andare al Me 409C con lo Jumo 213. E se questo non bastasse, si ha notizia anche di un Me 409 che in realtà erano due fusoliere di Me 209 V5 dotato di DB 603G. Non solo, ma poi il 20 maggio 1942 l'RLM chiese un caccia d'alta quota che venne chiamato Me 155, una settimana prima si era chiesto di riaprire i lavori sulla portaerei 'Zeppelin', inizialmente interrotta. Così venne fuori il Me 155A navale, e il 155B era il tipo terrestre. I lavori vennero fatti da Woldemar Voigt con il nome di P 1091, ma all'inizio del '43 il tipo navale venne definitivamente annullato (Hitler aveva voluto la sospensione delle attività sulle grandi navi della flotta). Non mancarono poi le varianti del Me 155B, con una specie di presa d'aria integrata dentro l'ogiva e motori come il DB 605A, DB 628, e altro ancora, mentre l'armamento era di 2 MG 151 e 1 MK 108, almeno a livello previsto. Dopo i voli di alcuni aerei sperimentali chiamati Me 109H, su base Bf-109G-5 con il DB 628, il primo volò nel novembre 1943, si passò il tutto alla B&V.
 
*Dimensioni: lunghezza 9,6 m, apertura alare 13 m, altezza 4,1 m
*Peso: 3,2-3,86 t
*Prestazioni: 708 kmh a 12.000 m, autonomia 75 min
 
Dati:
*'''dimensioni''': lunghezza 1,9 m, diametro 22,2 cm, apertura alare 57,5 cm
*'''Peso''': 60 kg di cui 8,5 propellente e 20 testata
*'''Prestazioni''': gittata 3,2 km a 6.000 m, velocità max 1.100 kmh circa, spunto iniziale del motore 140 kgs, poi 8 secondi a 100 kgs, poi altri 8 decadendo a 30 kgs, utilizzabilità +10/-40 gradi centigradi.
 
==Mistel<ref>Sgarlato N e Tanzi G: ''Mistel'' Aerei nella Storia apr mag 2007</ref>==
Il prototipo di quest'aereo disegnato da R. Vogt, e avrebbe dovuto volare coem Bv 155B il 1 settembre 1944, con fusoliera di Me 109 e ala da 20,5 m, motore DB 603A da 1.450 hp turbocompressore TKL 15, cannone MK 103 (60 cp), due MG 151/15 (400 cp totali), o anche 3 MK 108 (180 cp), o altro ancora. Per quanto è difficile da comprovare, la data sarebbe stata rispettata con una decina di voli prima della demolizione nel gennaio 1945. Non è chiaro se l'aereo V2 fosse stato o meno completato e se abbia volato o meno. Di sicuro era incompleto il V3 e il V4. Poi finì tutto con la fine della guerra.
Il concetto dell'aereo 'composito' è stato poco applicato, ma in certe occasioni non si è evitato di considerarlo come un valido sistema per compiere alcune missioni di particolare impegno. La prima delle poche applicazioni venne fatta già nel 1916 con un idrovolante Porte Baby e un caccia Bristol Scout C. Seguirono altri studi, come quello del 1931 sovietico (progetto Sveno) che venne davvero usato negli anni successivi; ed è strano che in genere si dica che l'antenato del Mistel sia stato il composito Mayo Composite inglese, combinazione nata solo nel 1938 e in cui, in buona sostanza, si trattava di far decollare un grosso idrovolante con un piccolo aereo di piccole dimensioni ad alte prestazioni, per compiti di trasporto postale. Ma nel 1942 Fritz Stamer riprese l'idea, stavolta per cercare di ottenere un modo migliore per far salire in aria un aliante senza usare il pericoloso cavo di traino. Si sarebbe trattato di far decollare un aliante (l'Istituto tedesco di ricerca per il volo a vela, che si chiamava appunto DFS, come gli alianti d'assalto DFS 230). Dal settembre 1942 si sperimentò quest'aliante con 'in groppa' un Klemm Kl 25, che ovviamente non aveva sufficiente potenza pre il compito. In seguito si pensò ai Bf-109E, ma dal 1941 si cominciò a parlare di un impiego offensivo dell'aereo composito, iniziando già dall'anno prima a pensare addirittura ad un sistema composito costituito da bireattori. Non era un'idea da far maturare subito, ma nel '41 venne messo a punto un pilota automatico ad alta precisione, il che consentiva di mantenere molto meglio la rotta. E Sigfried Holzbaur, collaudatore della Junkers, già autore dell'idea del bigetto, si fece nuovamente sotto, chiedendo a Goering di usare per l'attacco al suolo degli aerei di vecchio tipo. Anziché aerei a reazione vennero considerati vecchi Ju-88 con i Bf-109, in un complesso che ebbe vari nomi, ma che è rimasto noto sopratutto come 'Mistel'. Iniziò lo sviluppo nell'estate del '43, sull'aeroporto di Airing, ma il decollo avvenne solo dal 24 maggio 1944. Vennero usati vecchi Ju-88A-4, ma in seguito non mancheranno nemmeno gli Ju-88G-1, G-10 e H. La testata bellica era da sola una caratteristica degna di nota. Essa non veniva usata sugli aerei usati per l'addestramento, ma quando installata era al posto dell'abitacolo, con un peso di 3.500 kg, di cui la metà di HE, precisamente 70% di Hexogen e il 30% di TNT. Ma non era una testata 'normale', ma a carica cava, (HEAT), così potente, con il suo calibro di quasi due metri, che poteva perforare 18,5 m di cemento e decine di centimetri di acciaio, e anche oltre perché queste furono le prove, superate con un certo margine. Una testata così era capace di perforare qualunque cosa, anche un moderno carro armato non avrebbe avuto scampo. C'era una lunga sonda di azionamento e 4 detonatori indipendenti per l'uso pratico.
 
I comandi di volo erano duplicati, nel pur angusto abitacolo dei caccia. Non era facile, con vari servomotori e aste meccaniche per i motori e le superfici di controllo. C'erano anche altre cose interessanti, infatti il caccia era collegato al bombardiere anche con un tubo per il carburante, il che era in grado di ripianare il consumo del caccia, con due serbatoi della fusoliera con benzina a 95 ottani anziché 87 del bombardiere. Questo accadeva in particolare con il FW-190A-8 o F-8, che permetteva maggiore autonomia, potenza e spazio nell'abitacolo rispetto al Bf-109G. In pratica, i due aerei decollavano, su di una pista in cemento in perfette condizioni (un problema non da poco), e poi dirigevano sul bersaglio, dopo avere sfruttato appieno la potenza combinata dei loro tre motori per salire in quota. Inquadrato il bersaglio ci si buttava in picchiata e si sganciava il caccia con bulloni esplosivi, per poi lasciare che il bombardiere si dirigesse stabilmente sull'obiettivo, ovviamente di valore. Si pensava a colpire centrali elettriche, ponti, e navi da battaglia. Le combinazioni erano varie, come il Mistel 1, Ju-88A-4/Bf-109F-4, costruita in almeno 15 esemplari, l'S1 con compiti d'addestramento, Mistel 2 con lo Ju-88G-1/FW-190A-6 o successivi, e poi altri tipi come il Mistel 3b con Ju-88H-4/FW-190A6 o A8. In tutto vennero costruiti almeno 200 Mistel (vischio), ma c'erano parecchi altri progetti: lo Ju 287/Me.262, Ju 268/He-162, He-177/FW-190A-8, Ju-188/Me.262, Ta-154/Fw-190A-8 per compiti aria-aria, Fi-103/FW-190A, Me.262/Me.262 e altri ancora. L'impiego cominciò coon il La2/KG 101 di Nordhausen, aprile-maggio 1944 e poi venne usata con i suoi 12 Mistel nella notte del 24-25 giugno contro la testa di sbarco americana in Normandia, ma sopratutto il II./KG 200 che era in addestramento per attaccare a Scapa Flow la Home Fleet, ma non andò così perché l'affondamento della TIRPITZ del 12 novembre liberò finalmente la flotta dalla sua presenza nell'ancoraggio in funzione di contrasto alla sua minaccia. Altrimenti circa 60 aerei si sarebbero diretti contro la flotta inglese con effetti probabilmente devastanti. Un altro attacco era previsto contro 11 centrali elettriche vicino a Mosca, ma nel frattempo il fronte era arretrato e così non c'erano più le basi sufficientemente vicine per quest'azione. Vi furono missioni contro i ponti dell'Oder, della Vistola, come quello di Queisse l'11 aprile con sei aerei (fallito), 12 aprile a Kustrin, e altri ancora. Ovviamente non mancò l'attacco a Remagen per distruggere il famoso ponte, che il 15 marzo venne tartassato da 5 Mistel, ma senza successo. Alla fine del mese do aprile vennero trovati non meno di 50 Mistel sugli aeroporti tedeschi, oramai inutili per una guerra persa, in cui c'era persino carenza di carburante. E nondimeno i Tedeschi stavano sacrificando aerei da bombardamento o da caccia praticamente nuovi per una singola missione, spesso da farsi di notte e con la luna, pilotando caccia a doppio comando, stando attenti ovviamente ai caccia, perché il Mistel se scoperto era ovviamente molto vulnerabile. La combinazione sarebbe stata ovviamente molto migliore se il caccia 'lanciatore' fosse stato provvisto di un sistema di radioguida ed è strano che non ci sia pensato, mentre l'uso di ordigni come le Fritz-X o le Hs-293 era ovviamente molto più efficiente, anche perché i Do.217 erano ben più veloci rispetto ai Mistel. In ogni caso, di questa tecnica d'attacco disperata restano due dati: la potenza senza presumibilmente altri paralleli storici della carica HEAT usata, e che questo modo di 'trasporto' di aerei è rimasta nel dopoguerra per i carichi eccezionali, come lo Shuttle 'in groppa' ad un Jumbo o l'equivalente Buran su M-4 o An-225, ovviamente senza sgancio in aria, che invece fu praticato con aerei-razzo come l'X-1 e successivi.
*Dimensioni: lunghezza 8,95 m, apertura alare 20,5 m, altezza 2,98 m
*Peso: 4,87-5,125 t
*Prestazioni: 690 kmh a 16.000 m, autonomia 458-1.348 km
 
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Naturalmente il Me 262 non sfuggiva a questi processi di continuo miglioramento dei progetti, per quanto avanzato fosse. Qui bisogna ricordare un fatto di notevole interesse: Hitler in persona aveva tenuto una riunione con i vertici delle industrie tedesche, con tutti i principali progettisti. A loro chiese una serie di nuovi progetti e aerei, e Willy Messerschmitt preparò nel settembre un completo dossier del Me 262, che includeva varie versioni da caccia e cacciabombardiere, ricognitori, bombardieri puri, addestratori biposto. Mancava qualcosa? Sì, un caccia notturno, che venne estrapolato poi, con notevole ritardo, dal biposto Me 262B-1 (eppure all'inizio del '43 già si pensò di montare il radar sul progetto iniziale, ma era stato abbandonato tale proposito prima ancora di farne la relazione a Hitler e così anche il P 1092E alleggerito, radarizzato e con coda a farfalla), ma pur essendo un formidabile apparecchio da combattimento, era inteso solo come versione provvisoria per la difesa di Berlino in attesa del 'vero' Nachtjager, il Me 262B-2a, con un radar FuG 218 Neptun e fusoliera allungata con altro carburante. Venne costruito un simulacro in legno già nel dicembre del '44, poi si tentò di costruire un prototipo che non venne mai completato. Ma non era finita nemmeno con questo passo, perché il 17 marzo 1945 Messerschmitt propose il motore HeS 011, e varie altre modifiche. Era questo un Me 262B-2 modificato, e con un derivato chiamato Me 262 HG II che aveva finalmente i motori affiancati in fusoliera, con una presa d'aria ovale, tre posti in fila, e due cannoni MK 108 inclinati verso il basso, più un radar FuG 218, ala riprogettata con maggiore inclinazione, e alla fine anche motori HeS 011B da 1.500 kgs più 4 razzi Rheinmetall-Borsig da 1 t di spinta l'uno. C'era anche un paio di bombe da 500 kg, almeno in opzione. Gli americani occuparono infine anche la fabbrica a Oberammergau. Al solito, nessun nuovo aereo era stato realizzato, ma per gli Alleati fu molto utile ispirarsi a quei disegni per il loro intercettori notturni postbellici.
 
Un altro tipo interessante era stato presentato già nell'agosto del '43 come bombardiere veloce, un Me 262 con l'abitacolo spostato in avanti tipo il Meteor inglese, poi messo a punto con una nuova configurazione P 1099 del gennaio 1944, e ovviamente in seguito sviluppato ancora, per esempio il P 1099A con due Jumo 004C da 1.015 kgs, che erano armate a seconda delle proposte con 4 MK 108 o 2 MK 108 e 2 MK 103, o un MK 108 e un MK 112 da 55 mm o un MK 214 da 50 mm. Il P 1099B era un caccia pesante e il P 1100 un bombardiere veloce, entrambi presentati sempre all'inizio del '44. Con tutto questo magmatico accavallarsi di proposte, nel frattempo i piloti avevano ancora da aspettare il tipo base che oltretutto, si rivelò tutt'altro che scevro di difetti. Era dunque un grande salto quello che si doveva spiccare pur di passare dalla carta alla realtà operativa. Se vincere la guerra fosse stato il risultato di un concorso tecnologico tra chi presentava i tipi più avanzati e ingegnosi, allora i Tedeschi avrebbero sicuramente sconfitto gli Alleati. Ma la realtà è fatta spesso di macchine poco appariscenti, ma disponibili nei tempi, numeri e modi più opportuni, e che si dimostrano affidabili e robuste. Il resto furono solo idee che vennero razziate dai vincitori per svilupparle con comodo negli anni successivi.
 
Me 262 versione '17 marzo 1945':
*Motori: 2 HeS 011A da 1.300 kgs o HeS 011B da 1.500 kgs
*Dimensioni: lunghezza 12,57 m, apertura alare 13,06 m, altezza 3,58 m
*Peso: 5,54-9,176 t
*Prestazioni: 948 kmh a 6.000 m, autonomia 2,5-3,4 ore
 
==V-1 e V-2==
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[[Immagine:Memorial_V1.jpg|360px|right|thumb|La Fi-103 aveva una forma arrotondata e aggraziata, pur essendo un'arma da guerra]]
Un altro progetto era il P 1101, per un caccia d'emergenza, specifica del 15 luglio 1944, motore HeS 011 e 1.000 kmh di velocità massima. Già il 24 luglio l'ing Hornburg presentò il P 1101, coda a farfalla e prese d'aria ai lati del muso, poi modificato il 30 agosto con le semiali del Me 262 ma angolate a ben 40 gradi, e al solito le armi potevano essere 2-3 MK 103 o i più leggeri MK 108, mentre nn mancavano anche opzioni come quella del cannone MK 112 da 55 mm, e oscure armi come le due SG 500 Jagdfaust calibro 50 mm o una bomba da 500 kg. Nulla che però interessò le autorità tedesche che nel settembre successivo già lo cestinarono. Ne venne però fuori il P 1101L dove per Le si intende lo statoreattore Lorin che stando dentro la fusoliera, le dava un notevole diametro. Non passò molto tempo che lo statoreattore venne sostituito da un più complesso ma più compatto turbogetto, prima un HeS 011 e poi, in attesa uno Jumo 004B. Il progetto venne in tale forma finalizzato il 10 novembre 1944, e si costruì poi a Oberammergau un primo (e ultimo) prototipo, che aveva la caratteristica di possedere semiali variabili a 35 o 45 gradi, perché al momento della costruzione non era stato ancora stabilito quale fosse il miglior angolo (poi trovato a 40 gradi) per il nuovo aereo. L'angolo era variabile solo a terra, anche così si trattava di un velivolo impregnativo perché variare l'angolo significa anche spostare il baricentro e questo non era certo facilmente ovviabile con le conoscenze dell'epoca. In ogni caso l'aereo non volò mai e venne spedito negli USA. La Bell lo usò come base per realizzare il molto simile X-5, il primo aereo a freccia variabile in volo, mentre il prototipo originario venne demolito senza troppi complimenti, dato che aveva subito danni per il trasporto e per questo venne deciso di costruire un mezzo similare del tutto nuovo. Il prototipo aveva, in base ai disegni, un paio di cannoni con predisposizione per altri due, e serbatoi da dietro l'abitacolo fino a poppa, sopra il motore, da 190, 260 e 500 litri, mentre quelli alari erano da 210 l l'uno.
Questi missili tedeschi erano i più famosi e influenti, anche più delle Hs-293 e Fritz-X, e certamente le più usatee più potenti. Erano molto diverse tra di loro: la prima, in realtà era la Fieseler Fi-103, il prototipo dei moderni missili 'Cruise'; la seconda era invece 'il più grande balzo nell'ignoto nella storia della tecnologia' citando 'Armi da guerra 85', il prototipo di tutti i missili balistici.
 
I Fi-103 erano armi semplici, inizialmente pensate come armi telecomandate con bomba sganciabile sugli obiettivi, mentre poi la cosa, troppo complicata (era praticamente un bombardiere teleguidato), venne lasciata perdere in favore di un sistema più semplice e leggero, non riutilizzabile. Posto che negli USA volò già nel 1916 il bombardiere 'senza pilota' Buck, più le bombe teleguidate dagli Zeppelin tedeschi, tipi ideati in Italia nel '18, in Gran Bretagna e anche Francia, in buona sostanza i missili 'da crociera' esistevano da pochi anni dopo l'avvento dei bombardieri veri e propri<ref>Per le V-1, ''Armi da guerra 85'' e Sgarlato, Nico: ''V-1: arma di rappresaglia'' Aerei nella Storia apr-mag 2001</ref>. La cosa venne fatta decadere nel tempo successivo fino a che negli anni '30 in molte nazioni iniziarono le prove di vari aeromodelli, spesso usati come macchine bersaglio per l'antiaerea. Il Dr. Ing Fritz Gosslau, impiegato nella Argus, realizzò il drone As.292 o FZG.43. Questo era un bersaglio per l'artiglieria contraerea, ma ben presto si pensò anche a ruoli offensivi: il 9 novembre 1939 fu presentato il progetto per un 'proiettile alato', capace di portare 1000 kg a 500 km, il cosiddetto 'Fernfeure' (fuoco lontano). La definizione di missile da crociera era ancora lontana nel tempo, e si preferiva chiamare le armi 'bombe volanti' o con altre definizioni ora cadute nell'oblio.
*Dimensioni: lunghezza 8,98 m, apertura alare 8,06 m, altezza 3,5 m
*Peso: 2,2-3,2 t
*Prestazioni: 860 kmh
 
Da notare che ancora si pensava all'uso di un aereo riutilizzabile, teleguidato da un aereo volante nelle vicinanze. Venne tuttavia respinta definitivamente da parte di Ernst Udet nel giugno 1941. Era lo stesso mese dell'Operazione Barbarossa, e le esigenze non erano più quelle di piegare la Gran Bretagna, ma di supportare l'esercito in avanzata ad Est. Anche così, l'ing. Gosslau ricominciò il lavoro, stavolta con un velivolo non riutilizzabile, munito di pulsogetto come il tipo pensato dai Francesi oltre 20 anni prima. Ad un certo punto il lavoro passò all'ing. Lusser, della Fieseler Flugzeugbau. Era il P.35 Erfurt, del 27 aprile 1942 e presentato all'RLM il 5 giugno. Visto che la Gran Bretagna aveva cominciato ad usare efficacemente i bombardieri contro il territorio tedesco, Hitler fu contento di quest'idea e Milch autorizzò lo sviluppo il 19 giugno, e il 30 agosto venne completato il prototipo del missile. Infine, il primo volo planato venne fatto il 28 ottobre. Il pulsogetto venne provato invece il 10 dicembre 1942, portato in aria dal Fw.200 appositamente modificato.
Infine, sempre che non spunti qualche altro progetto segreto o semplicemente dimenticato, va ricordato il filone P 1106-P 1112, aereo da caccia che ha avuto, tanto per cambiare, una gestazione lenta, incerta e senza frutto. Il primo (12 dicembre 1944) era un velivolo dell'ing Voigt, un caccia leggero in alternativa al P 1101, per costruire attorno all'HeS 011 un caccia che fosse il più leggero possibile. Sulle prime ebbe un abitacolo molto arretrato, tanto da essere incluso del bordo d'entrata della deriva, poi siccome venne criticato per questo, venne rielaborato con coda a farfalla, ma nemmeno questo piacque per l'abitacolo e il carico alare di 300 kg.m2, che era all'epoca ritenuto eccessivo. Poi fu la volta del P 1110 con migliore visibilità, ma tale e quale per il carico alare, il P 1110E con alette canard, il P1110 rielaborato con ali in legno (22 febbraio 1945), poi il P 1111 da appena 150 kg per m2, un 'senzacoda' da 28 m2 d'ala. Ovviamente non finì nemmeno a questo stadio perché il 16 marzo Hornung ne riprese il progetto facendolo diventare grossomodo un Me 163, e sempre (come il P 1110) armato con un pezzo da 50 mm MK 214 o alcuni MK 108. Appena 14 giorni dopo era diventato un caccia ancora una volta con ali a farfalla, e quest'ultima evoluzione fu, apparentemente, l'ultimo dei tanti passi percorsi dai caccia di Messerschmitt. Dell'epigono della prestigiosa dinastia venne solo iniziata la costruzione di un simulacro dell'abitacolo.
 
Pensata per costare poco, pur non essendo un'arma di piccole dimensioni, essa portava una carica da 830 kg di esplosivo ad alto potenziale (Amatol, ovvero tritolo e nitrato d'ammonio, ma alle volte si usava un tipo di esplosivo economico, il Danarit) per 240 km a 580 o più kmh, specie quando i serbatoi di oltre 600 litri si svuotavano via via. Veniva accelerato da un pistone ad azionamento chimico e una catapulta di 35 m fino a 300 kmh, quello che serviva per azionare il pulsoreattore Argus As.104 da 300 kgs. Questo era sufficiente per fargli raggiungere velocità tali da rendere problematica l'intercettazione del missile, in volo tra 300 e 2.100 m, proprio alle quote in cui era un bersaglio difficile per la contraerea leggera e troppo basso per quella pesante.
*Dimensioni: lunghezza 9,24 m, apertura alare 8,16 m, altezza 2,84 m
 
*Peso: 2,29-4,67 t
Le V-1 vennero costruite in circa 32.800 esemplari dalla Fieseler, VW e dal campo di lavoro forzato di Mittelwerke. Il tempo di lavoro era di appena 280 ore per missile. La designazione di copertura era FZG 76.
*Prestazioni: 1.015 kmh
 
La costruzione era in materiali non strategici, ali di legno con un longherone metallico; sezione di legno con bussola, il GPS dell'epoca, assieme all'anemometro; la sezione di guida era dietro la testata, il serbatoio da circa 600 litri e le bombole d'aria compressa per attuare i comandi. Sopra c'era il pulsogetto Argus-Schmidt 109-014 da 300 kgs, con valvole oscillanti a 47 Hz (il che vuol dire 47 'flash' di carburante incendiato ogni minuto), sistema semplice e affidabile, molto meno vulnerabile contro la contraerea. Il pulsogetto era di due tipi (c'era anche un modello Schmitt), e a tal proposito il primo aereo che volò esclusivamente con questo motore era un aliante DFS 230 d'assalto, usato nell'estate del '41 come banco prova con due motori sotto le ali.
 
Un tipo di V-1 aerolanciata fu la Fi.103R, ovvero il Reichemberg, avviato nel '43 e realizzato in circa 175 esemplari in ben 4 versioni (addestramento mono e biposto, biposto con motore, e infine la Fi.103Re.4 monoposto d'attacco e senza slitta d'atterraggio). Era un missile d'attacco pilotato, il cui pilota avrebbe dovuto puntare verso l'obiettivo e poi lanciarsi col paracadute. Ma con il motore alle sue spalle non sarebbe stato un compito facile. La soluzione poteva essere eventualmente quella di far sganciare il pulsogetto, davanti a cui stava incassato l'abitacolo (come se fosse una specie di 'racer' o di auto da F.1); in ogni caso l'Alto comando tedesco si rifiutò di prenderlo in considerazione data la caratteristica semi-suicida che comportava. Sarebbe stato un velivolo ideale per i kamikaze Giapponesi, i 'Betty' portarono senza successo le Ohka di pari peso, ma di gittata molto minore. Quando essi avessero posseduto armi da 300 km di gittata (anziché circa 30-40), le cose sarebbero certamente andate meglio, ma piuttosto che puntare sul pulsogetto si pensò alla Ohka Mod 22 con motoreattore, che causò problemi e ritardi oltre che una decisa riduzione delle capacità complessive, a parte la gittata aumentata a 130 km.
 
Quanto alle versioni della Fi-103 usate effettivamente, vi fu la standard A-1, la B-1 con ogiva in legno e serbatoi aumentati da 602 a 689, con aumento dell'apertura alare a 5,74 m; la B-2 con l'esplosivo Trialen 105 o 106 'alluminizzato' per aumentare la potenza; la Fi-103C-1 aveva invece la testata sostituita da una bomba SC-800; la Fi.103D-1, intesa per usare aggressivi chimici, ma non venne realizzata. La E-1 aveva serbatoi per 810 l, la F-1 con testata ridotta a 530 kg e il carburante a 1.025 litri. Si pensava poi anche ad un turbogetto da 300 kgs, e se era così allora ci sarebbe stata un'autonomia di circa 1 ora per ogni 400-500 litri, ovvero 600 km percorsi ogni ora di volo e quindi la possibilità di raggiungere tutta la Gran Bretagna dalla Germania. I piccoli missili pilotati erano, a livello di prototipi, colorati prima in grigio chiaro 02 (tipico dell'industria tedesca) e poi giallo cromo 04 (per essere più facili da seguire otticamente) e magari sulle superfici inferiori in nero 22; gli ordigni operativi vennero usati colori celesti, verde scuro, nero totale, grigio-azzurro.
 
[[Immagine:Spitfire_Tipping_V-1_Flying_Bomb.jpg|300px|left|thumb|La Fi-103 'approcciata' da uno Spitfire, che la faceva rovesciare, mandandone in tilt i giroscopi]]
Il bombardamento di Londra iniziò il 15 giugno 1944, oltre una settimana dopo lo sbarco in Normandia, quando già si temeva che l'avanzata avrebbe potuto presto occupare le rampe di terra schierate nella costa belga e francese. La campagna di lancio continuò, ma il ritmo di 3.000 al giorno non fu mai raggiunto: il massimo fu 'solo' di 316 lanciate da 38 località. Il numero di missili da lanciare giornalmente (più di tutti gli Exocet antinave prodotti in decenni) dà l'idea della situazione in cui si intendeva operare, per dare risposta ai bombardamenti a tappeto americani e inglesi, parimenti micidiali (ma molto più concreti in pratica). Circa 10000 vennero lanciate sulla Gran Bretagna, 2.448 su Anversa, molte su Bruxelles. Almeno 1.200, se non 1.600 vennero tirate dagli He.111 specializzati, iniziando le prove nel '43 a Peemunde (erano il sottotipo H-22, ovvero l'H-21 modificato), e non solo 200 come si era pensato a suo tempo. In ogni caso i risultati furono deludenti, e gli Heinkel attiravano, con il bagliore di questi missili, per quanto tirati da distanza sulla costa, l'attenzione dei caccia notturni inglesi, rendendosi paradossalmente molto vulnerabili nonostante l'uso di tale arma stand-off. La missione più importante fu quella del 24 dicembre 1944, con 50 aerei che attaccarono senza successo Manchester; nel gennaio successivo il programma fu sospeso.
 
Gli Inglesi ridicolizzarono quest'arma, anche perché potevano vantare l'abbattimento di quasi 4.000 ordigni. Ma in realtà non erano affatto nella condizione di sbeffeggiare l'arma della vendetta (V sta per Vergelstungwaffe) di Hitler. La sua efficacia venne alla luce, di fatto, solo nel '94, quando documenti desecretati confermarono che i danni inflitti da queste armi da 3.450 marchi l'una, erano stati circa 5 volte maggiori di quanto costato. Non bastarono per cambiare le cose, ma erano efficaci, sebbene altamente imprecise.
 
Le V-1 cadevano quando finiva il tempo programmato, in base alla distanza segnalata dal tempo e la velocità calcolate, non certo un sistema efficiente, ma colpendo grandi obiettivi era facile colpire qualcosa. E oltre 1 milione di Londinesi costretti a lasciare la città diminuì molto le capacità produttive della Gran Bretagna. Infine gli Inglesi persero complessivamente circa 400 aerei nelle operazioni di difesa dalle V-1, non è chiaro come e quando, ma tali sono i risultati dati. Le bombe volanti come venivano allora chiamate, erano state migliorate; la gittata era di circa 320 km con serbatoio da 850 l, mentre la carica era stata ridotta a circa 500 kg, ma del tipo RDX, molto più potente. In ogni caso la popolazione e anche l'industria soffrirono: delle 22.480 lanciate, 10.492 vennero tirate contro la Gran Bretagna, e ancora di più, 11.988, in Belgio. Solo a Londra si registrarono 6.184 vittime, 17.891 feriti gravi, 31.600 abitazioni distrutte e oltre un milione danneggiate. Quasi mille le fabbriche d'interesse strategico danneggiate.
 
[[Immagine:Loon.jpg|300px|left|thumb|La LTV-A-1 'Loon', testimone dell'interesse americano per la V-1]]
La velocità delle V-1 era tale da renderle difficili da intercettare per i caccia dell'epoca, appena in grado di raggiungerle, perché queste volavano a poche centinaia o migliaia di metri di quota, dove i caccia d'alta quota non erano abbastanza veloci; abbatterle era pericoloso visto che esplodevano con violenza; la contraerea non riusciva a colpirle facilmente dato che erano piccole e veloci, e resistevano molto bene ai danni. Solo col tempo vennero adottati dei sistemi di controllo del tiro per i cannoni che consentì una notevole precisione di tiro, aumentando le vittorie.
 
La V-1 fu anche copiata da altri, per esempio dalla Marina USA che intendeva farne un sistema da bombardamento contro le coste giapponesi, la Willys-Overland JB-2/KGW/KUW/LTV-A-1/LTV-N-2 Loon, che venne sviluppata dal luglio 1944, quando i rottami di una vennero portati negli USA. La nuova bomba ci mise molti mesi per essere considerata affidabile ma l'USAAF mise in pratica un sistema di guida radio con un 'beacon' radar per aiutare a localizzare il missile e comando radio finale per la picchiata; si stimava che questo poteva migliorare la precisione, e in effetti a 160 km si ottennero 400 m, almeno un ordine di grandezza maggiore. Vennero fatti anche lanci da un B-17 e si posero ordini per 75.000 missili, ma l'invasione del Giappone non vi fu. Il 'Thunderbug' era stato chiamato così dall'USAAF, ma solo 1391 vennero completate. Nel dicembre del '44 fallirono 8 lanci su dieci; ma nel giugno ne andarono bene 128 su 164, mentre si stimava di produrne tra 1.00 e 5.000 al mese. Questo non era certo un risultato indotto da un'arma 'fallimentare' come la dipingeva la propaganda Alleata. L'US Navy invece voleva lanciarle dalle portaerei di scorta, ma in seguito le sperimetò da due sommergibili, contribuendo allo sviluppo del missile Regulus.
 
Le caratteristiche del Loon erano: peso 2.270 kg, 907 di testata, pulsogetto da 360 kgs, velocità 685 kmh.
 
Le caratteristiche della V-1 invece erano:
 
*'''Dimensioni''': apertura alare 5,3 o 5,72 m; lunghezza 7,73 o 8,32 m
*'''Peso''': 2.180 kg di cui 850 di testata o 450 kg (RDX)
*'''Prestazioni''': 580-650 kmh, gittata 240-320 km
 
La fine della guerra vedeva tali problemi rettificati, ma la difesa dai missili cruise non è mai stata facile, ancorché possibile. I missili Tomawhak, per quanto molto più precisi, sono pur sempre appena più veloci, anche se il loro vantaggio è di volare molto bassi e quindi difficilmente ingaggiabili.
 
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Ma se gli Alleati potevano ridimensionare la minaccia delle V-1, e solo con grande sforzo, la '''A-4/V-2''' era inintercettabile. Un'arma contro la quale non c'era difesa. A tutt'oggi solo uno schieramento di Patriot o SA-10 potrebbe salvare, e con costi enormi dalla minaccia di quella che era un antenato degli attuali Scud, simili in prestazioni e testata ma più precisi e con peso pari alla metà. I razzi della serie A-4 iniziarono i test dagli anni '20 con Von Braun entusiasta sperimentatore, con un beneplacito del 1934 del Reich. Se la V-1 era arma dell'Aeronautica, la V-2 era dell'Esercito, che dal '37 sperimentò l'arma a Peenemunde. Il primo lancio avvenne il 13 giugno 1942, ma esplose anzitempo. Il secondo, del 16 agosto, superò la velocità del suono; il terzo del 3 ottobre arrivò in un minuto a 190 km. Subito Hitler ne ordinò un migliaio, da costruire a Mittelwerke in una fabbrica sotterranea in cui moriranno, ufficialmente senza che von Braun ne sapesse qualcosa, decine di migliaia di lavoratori coatti. Morti per costruire strumenti di morte, di cui nemmeno loro sapevano nulla visto che quasi tutti dovevano costruire sottosistemi. Il 6 settembre, quando i missili V-1 cominciavano già a scemare, le V-2 iniziarono i lanci contro Parigi, m senza successo; l'8 invece iniziarono a colpire Londra. Il loro arrivo era privo di segni premonitori, niente allarmi e sibili. Il governo fece credere che si trattasse di fughe di gas, ma ben presto dovette ammettere la minaccia. La gente non la prese malissimo, visto che era più fatalista vedere esplodere di quando in quando un palazzo che subire il terrore di sirene e contraerea, e grappoli di bombe che cadevano dal cielo. I Londinesi continuarono a sperare nella vittoria e resistettero, anche se ebbero migliaia di vittime.
 
Quasi 10.000 missili vennero costruiti, quasi 5.000 effettivamente lanciati e 4.320 caddero in territori controllati dagli Alleati. Questi ebbero sentore della nuova arma dalle notizie e dai pezzi che portava la Resistenza polacca, perché era verso la zona orientale che venivano orientati i razzi. L'unico modo di distruggere questi missili era di bombardarli a terra, o nelle fabbriche. L'unica arma avvistata in aria venne vista salire da uno Spitfire; virò e si portò all'attacco, ma nell'arco di secondi il missile era già sparito tra le nubi. Non ci furono altri incontri del genere. Lanciare l'arma non era facile; c'erano oltre 100 tonnellate da portarsi dietro per lanciare tali armi; si dovevano erigere dopo aver montato la testata, che conteneva Amatol, esplosivo poco potente ma stabile visto che al rientro nell'atmosfera esplosivi più potenti sarebbero esplosi, come accadde inizialmente nonostante la fibra di vetro usata per isolamento.
Non mancarono nemmeno i bombardieri, con gli studi del dott. Lippisch che previde già nel settembre '41 un aereo a lunga autonomia, per il bombardamento aereo con 20 t di carico, e ben 15.000 km di autonomia, attacco antinave, tattico, ricognizione a lunghissima autonomia, di ben 27.000 km, oppure trasporto per carri armati da 22 t, o traino per alianti da 100 t. E infine, una vera cannoniera volante, con 4 pezzi da 88 mm. Per tutto questo ci volevano 4 DB 615 da 4.000 hp con eliche spingenti e attacco in picchiata, persino con angolo di 90 gradi ovvero in verticale! Davvero un velivolo singolare, di costruzione metallica e ala a freccia per passare anche attraverso gli sbarramenti dei palloni frenati, abitacolo biposto pressurizzato ma anche due torrette con 4 armi l'una, nel muso e in coda. In tutto si voleva un aereo da 50,6 m di apertura alare, 15,35 m di lunghezza, altezza 8,6 m, peso 90 t, 645 kmh a 8.500 m, autonomia 17.600 km.
 
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La successiva fase era di erigere l'arma con la testata su di una piattaforma metallica riutilizzabile (fino a una dozzina di volte), e poi rifornire l'ordigno con 4.173 kg di alcol etilico e 5533 kg di ossigeno. Era difficile, quasi come se fosse un programma sperimentale piuttosto che un'arma operativa, ed era pericoloso se c'erano problemi, per esempio se tirava un forte vento laterale. La preparazione era difficile, e richiedeva 28-30 veicoli di sostegno. Tutto un altro mondo rispetto al singolo camion ad alta mobilità dei discendenti evoluti 'Scud'.
 
Il missile era pronto dopo ore di lavoro e bisognava stare attenti anche alle incursioni aeree, con i Typhoon sempre in giro a bassa quota, visto che il raggio delle V-2 era limitato e non poteva essere aumentato molto. L'arma non era molto precisa, circa 4 km dal centro del bersaglio, ma era un pò meglio, nondimeno, della V-1. Quest'ultima era intercettabile, ma dopotutto portava grossomodo la stessa carica grossomodo sulle stesse distanze, ma con un peso e un costo molto inferiori, oltre che con un sistema più facile da produrre e usare. A tutt'oggi non è facile capire se siano 'migliori' i missili balistici o quelli da crociera, ma questi ultimi sono senz'altro più economici per quello che portano a bordo, almeno nelle loro versioni subsoniche (vedi il fallimento del Navaho americano, da mach 3,2).
 
In seguito vennero anche pensate delle V-2 lanciabili da speciali contenitori trainati da sommergibili, e addirittura a V-2 con le ali, sistema ingegnoso ma difficile da attuare per sfruttare meglio l'energia dell'arma. Al dunque, la potenzialità dell'endoreattore (azionato con una turbopompa da 730 hp che mescolava nella camera di combustione i componenti, mentre il getto veniva deviato con pannelli di grafite secondo la piattaforma stabilizzata interna che era il sistema di guida) venne sfruttata a lungo; alla fine, persino i razzi colossali del tipo R-7 Semyorka sovietici erano basati ancora su quel tipo di endoreattore, con 20 motori montati in parallelo a formarne uno più potente; e nonostante la complicazione, questo complesso usato dai Sovietici ha dimostrato di funzionare con un'affidabilità notevolissima, come continua ad essere fino ai giorni nostri.
 
*'''Propulsione''': razzo a propellenti liquidi con ossigeno liquido e alcool, con motore da 730 hp di alimentazione, 26.000 kgs di spinta al livello del mare
*'''Dimensioni''': apertura alare 3,57 m; diametro 1,68 m come massimo; lunghezza 14,05
*'''Peso''': 12.870 kg di cui 910 di testata
*'''Prestazioni''': 5790 kmh a fine combustione, gittata 320 km
 
 
Le V-2 nel dopoguerra sono diventate la base di tutte le grandi famiglie di missili balistici: vennero sviluppate in URSS, in UK, in Francia e negli USA, dove andò V.Braun come padre del programma spaziale americano.
 
==Radar==
Uno dei tipi più moderni era il FuG 200 Lichtestein SN 2, sostituito dal FuG 218 Neptun, che era apparso dall'inverno 1944. Esso era pesante solo 50 kg, aveva 30 kW di potenza, sei frequenze tra 158 e 187 MHz, portata 120-5.000 m, antenna a dipoli. Il FuG 216R1 era da 182 MHz e 1 kW con antenna a steli, usato per la direzione del tiro <ref>Aerei Ott nov 2007</ref>
 
Un altro aereo era invece il bombardiere tattico come il P 1101/101 con ala a geometria variabile con 3 t e 4 HeS da 1.300 kgs, poi vi furono l'evoluzione 1101/102 e la 1101/103 che anziché nella fusoliera aveva i motori sotto le ali, il 1101/105 aveva ala fissa e il 1102/105 ala variabile, con due motori sotto al muso e uno nella coda, in pratica un vero antenato concettuale dell'XB-51. ma era stato redatto ai primi del '45, quindi non c'era modo di concretizzarlo. La velocità era prevista di 1.010 kmh, l'autonomia di 1.900 km, l'apertura alare massima di 18,5 m.
 
==Note==
 
<references/>
 
[[Categoria:Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale|Germania-4]]