Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Francia 3: differenze tra le versioni

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===Le Dunquerke<ref>http://www.warship.get.net.pl/Francja/Battleships/1937_Dunkerque_class/_Dunkerque_class.html</ref>===
[[File:Dunkerque-206a4020.jpg|330px|right|thumb|]]
La Marina francese ebbe l'onore e anche l'onere di mettere in cantiere le prime vere corazzate veloci nate in Europa, se non nel mondo. Questi incrociatori da battaglia iniziarono una corsa agli armamenti in cui ognuno cercò di superare gli eventuali avversari, nate per contrastare le corazzate tascabili tedesche, che erano del resto il massimo concesso alla Germania nel dopoguerra. Dato che la Francia era rimasta troppo a lungo ferma nella sua evoluzione tecnica, iniziò dai primi anni '30 a riequipaggiarsi con navi moderne (e lo stesso valse per i carri armati, del resto). Durante la prima guerra mondiale il meglio che venne costruito fu la classe 'Bretagne', non disprezzabile per l'armamento da 340 mm, ma non certo all'avanguardia, mentre i 5 'Normandie' parimenti armati ma molto superiori, non ebbero completamento. Solo una di queste navi venne costruita nel dopoguerra, ma come portaerei, la Bearn, che nacque grazie ad un aiuto tecnico britannico (con i disegni della Eagle). Tanto meno ebbero completamento i 4 'Lyon' del 1915 ebbero completamento, lasciando in campo solo 5 corazzate progettate nel periodo prebellico, data l'assenza di minacce concrete da parte dei Tedeschi ora disarmati, e dato il costo delle navi di grandi dimensioni moderne, si cominciava a pensareripensare alle teorie sulle piccole e ben armate navi nate dalla 'Jeune Ecole' del tardo 1800: cannoniere, siluranti e incrociatori leggeri. La cosacrisi dei programmi navali venne aggravata, ovviamente, dal Trattato di Washington, che lasciava solo 175.000 t corazzate ai Francesi, e la possibilità di varare due sole nuove navi nei tardi anni '20. Ma il dislocamento libero era solo di 35.000 t, così si pensò ad un incrociatore da battaglia da 17.500 t, 33-36 nodi e dotato di due torri quadruple da 305 mm. Il suo compito non era quello di combattere le corazzate, dalle quali dovevano semmai scappare, ma affrontare gli incrociatori pesanti con i 203 mm, che avessro magari tentato di attaccare i convogli marittimi, con la relativa protezione necessaria. Dato il compito di inseguimento 'corsari', non stupirà che tutti i cannoni venissero concentrati a prua, il che riduceva la lunghezza della cittadella corazzata. Ma le 'Panzerschiffe' avevano il 280 mm, e questo si sapeva essere un grosso problema data la fine di molti battlecruiser inglesi quando affrontati dalle navi da battaglia con cannoni similari. Allora si migliorò il disegno delle navi e rapidamente si raggiunsero le 23.300 t, che avrebbero sfruttato le 70.000 t costruibili entro il 1936. Inizialmente si trattava di un progetto con 8 pezzi da 305 in torri quadrinate (che erano discendenti concettualmente dai Normandie) più 12 pezzi da 130 mm in torri triple, tutte a poppavia. Presto però il dislocamento salì a 26.000 t data la necessità di proteggersi dal fuoco dei pezzi da 280 mm tedeschi e finalmente, nell'aprile del '32 si giunse a 26.500 t, che comportava anche i nuovi cannoni da 330 mm ad altissima velocità iniziale. Con 16 pezzi da 130 e cintura da 250 mm, la velocità calava a 29,5 nodi. Già dal '31 l'autorizzazione era giunta per la prima delle due navi, ancora come si è visto in definizione, mentre la seconda era prevista per il '34. Il 10 giugno di quell'anno, esattamente 6 anni prima della sua entrata in guerra, l'Italia dichiarò la sua volontà di costruire le prime due nuove corazzate da 35.000 t, e i Francesi, che non avevano cantieri abbastanza grandi per simili unità navali, dovettero per il momento decidersi (il 25 giugno) a costruire solo la seconda nave con protezione aumentata, ovvero la Strasbourg. Alla fine, già la Dunquerke, la prima e più leggera della sua classe, dislocava 26.500 t standard e ben 35.500 a pieno carico; una nave dall'aspetto imponente, con una grande e alta torre di controllo, e un singolo fumaiolo poppiero. La sua protezione comprendeva una cintura da 225 mm alta 5,75 m e inclinata di 11,3 gradi, capace di fermare (ma qui non è chiaro cosa si intenda, dato che la cintura principale era dentro lo scafo e inclinata di 21 gradi) contro i colpi da 280 mm oltre i 18.000 m. Dietro la cintura interna c'erano 60 mm di legno duro (teak), e davanti ad essa, dentro lo scafo, un materiale gommoso (crema di ebonite) con funzioni anti-allagamento. Questa cintura corazzata aveva base sul ponte protetto inferiore, da 50 mm, inclinato verso l'esterno; c'era poi un doppio fondo, una paratia longitudinale da 40 mm antisiluri, e due paratie da 210 e 180 mm alle estremità della corazza della cittadella. Queste paratie e la cintura erano chiuse da due ponti corazzati che erano decisamente spessi: quello inferioresuperiore era anche quello principale, e raggiungeva ben 115 mm sulla sala macchina e 125 mm sopra i depositi munizioni, mentre; quello inferiore era di 40 mm, 50 mm nella parte inclinata. Oltre laalla cittadella corazzata il ponte blindato era di circa 100 mm, 150 sopra la sala timone poppiera. La torre di controllocomando arrivava a 270 mm, ma le armi erano anche più protette. La torre principale da 330 mm era sostenuta da una barbetta di 310 mm, la parte anteriore della torre era di 330 mm, lati 250 mm, dietro da 345 mm (torre 1) o 335 mm (Torre 2), separazione dei due gruppi di cannoni da 40 mm; mentre il tetto era di circa 100-130 mm. In tutto c'erano ben 11.040 t di corazza, il 35,9% del peso totale (presumibilmente riferito al dislocamento 'normale', che era valutato di circa 30.000 t; questo significa che le 'Richelieu', con il 39% del peso in corazza, calcolato su 41.000 t normali, arrivavano a ben 16.000 t). La Strasbourg era anche superiore, con cintura di 283 mm, e paratie trasversali di 260 e 210 mm, 360 mm per le torri anteriori, 342 o 352 posteriore, 10 mm extra per il tetto, 340 mm per le barbette. Si trattava dunque di navi estremamente ben protette, eccetto che per la protezione della cintura della capoclasse, ma armi e ponti erano bendecisamente robusti e tali da reggere bene i 280 mm delle navi protettitedesche.
 
Quanto ai motori c'erano 6 caldaie in tre locali, con due locali turbina separati tra di loro (dalle sale 2 e 3 delle caldaie), e ciascun gruppo motori era del tutto indipendente. Aveva 340 psi di pressione per le caldaie tipo Parsons, costruite dalla Indret e dai Chantiers de l'Atlanticque per la capoclasse, solo da questi per la sorella. La potenza era, grazie alla temperatura di 617° F, di 112.500 hp, sufficienti per 29,5 nodi, ma durante le prove si misurarono 135.585 hp per 31 nodi su due ore di corsa a piena potenza della Dunquerke, e 114.000 hp circa per 30,75 knts su 8 ore di moto. Anche la sorella raggiunse risultati simili. Le torri da 330/50 mm Model 1931 dimostrarono presto dei problemi di dispersione del tiro data l'eccessiva vicinanza dei cannoni tra di loro; in ogni caso erano spaziate bene per evitare che colpi singoli le mettessero KO insieme. La dotazione proiettili era di 800 colpi, più 7.865 per i 130 mm, e 20.700 per i 37 mm; infine c'era una catapulta. Le torri da 130 mm con i cannoni Model 1935 avevano armi lunghe 45 calibri. Pesavano 80 o 200 t se erano binate (2) o quadrinate (3), queste ultime messe verso poppa. Se le torri da 330/50 mm erano capaci di superare i 41 km ad appena 35 gradi, le armi dai 130 potevano arrivare, a 45 gradi°, fino a 20 km, con proiettili da 32 kg e colpi da 53 kg totali. L'alzo arrivava a 75°, ma in generale questi cannoni erano troppo pesanti per l'impiego a.a. essendo armi a doppio ruolo e i sistemi afflitti da problemi meccanici. Per il resto c'erano 4 o 5 (per la capoclasse) in impianti binati semiautomatici da 37 mm, e 22 armi Hotchkiss da 13,2 mm, in affusti quadrinati, oltre a tre aerei dotati di un hangar a due livelli (uno per aereo) con ascensore. Prima c'erano i Loire 130, ma erano previsti gli idrocaccia Loire 210 (che però non si dimostrarono efficaci e non vennero imbarcati). Durante la loro carriera prebellica, le navi ebbero deimolti miglioramenti: la capoclasse ebbe per esempio più fari (fino a 7 da 120 cm) e sei impianti quadrinati da 13,2 mm, mentre i cannoni da 37 Model 25 vennero sbarcati nel '38, tanto che vennero invece installati altri 2 impianti quadrinati da 13,2 mm. Seguirono anche 4 impianti Model 1937 da 37 mm nel 1938, e ancorapoi altri due impianti da 13 e poi un pezzo da 37 mm aggiuntivo. I cannoni da saluto calibro 47 mm vennero successivamente sbarcati, mentre il telemetro ottico da 12 m della torre telemetrica inferiore venne rimpiazzato con uno da ben 15 metri di lunghezzabase. Entrambe le navi ebbero anche un cappuccio per il loro fumaiolo, e la Strasbourg ebbe benaltri 5 impianti aggiuntivi da 13,2 mm nell'autunno del '38. Seguiranno 4 impianti binati Model 1933 da 37 mm, due dei quali sulla sovrastruttura del fumaiolo, più un sesto impianto da 13 mm. Vennero infine installati anche schermi di protezione blindata e un sistema di smagnetizzazione. In seguito la Strasbourg ebbe anche, durante il '42, il primo radar sperimentale francese, e altre modifiche ebbero luogo, come l'aggiunta di altri 3 impianti da 13 mm. Nemmeno queste modifiche bastarono a sfidare la minaccia degli aerei tedeschi, se è vero che poi le unità francesi di Tolone vennero sabotate dagli stessi equipaggi. In seguito andarono mestamente demolite dagli italiani dall'anno successivo, sorte che anticipò quella delle due 'Littorio' nel dopoguerra.
La Marina francese ebbe l'onore e anche l'onere di mettere in cantiere le prime vere corazzate veloci nate in Europa, se non nel mondo. Questi incrociatori da battaglia iniziarono una corsa agli armamenti in cui ognuno cercò di superare gli eventuali avversari, nate per contrastare le corazzate tascabili tedesche, che erano del resto il massimo concesso alla Germania nel dopoguerra. Dato che la Francia era rimasta troppo a lungo ferma nella sua evoluzione tecnica, iniziò dai primi anni '30 a riequipaggiarsi con navi moderne (e lo stesso valse per i carri armati, del resto). Durante la prima guerra mondiale il meglio che venne costruito fu la classe 'Bretagne', non disprezzabile per l'armamento da 340 mm, ma non certo all'avanguardia, mentre i 5 'Normandie' parimenti armati ma molto superiori, non ebbero completamento. Solo una di queste navi venne costruita nel dopoguerra, ma come portaerei, la Bearn, che nacque grazie ad un aiuto tecnico britannico (con i disegni della Eagle). Tanto meno i 4 'Lyon' del 1915 ebbero completamento, lasciando in campo solo 5 corazzate progettate nel periodo prebellico, data l'assenza di minacce concrete da parte dei Tedeschi ora disarmati, si cominciava a pensare alle teorie sulle piccole e ben armate navi nate dalla 'Jeune Ecole' del tardo 1800: cannoniere, siluranti e incrociatori leggeri. La cosa venne aggravata, ovviamente, dal Trattato di Washington, che lasciava solo 175.000 t corazzate ai Francesi, e la possibilità di varare due sole nuove navi nei tardi anni '20. Ma il dislocamento libero era solo di 35.000 t, così si pensò ad un incrociatore da battaglia da 17.500 t, 33-36 nodi e dotato di due torri quadruple da 305 mm. Il suo compito non era quello di combattere le corazzate, dalle quali dovevano semmai scappare, ma affrontare gli incrociatori pesanti con i 203 mm, che avessro magari tentato di attaccare i convogli marittimi, con la relativa protezione necessaria. Dato il compito di inseguimento 'corsari', non stupirà che tutti i cannoni venissero concentrati a prua, il che riduceva la lunghezza della cittadella corazzata. Ma le 'Panzerschiffe' avevano il 280 mm, e questo si sapeva essere un grosso problema data la fine di molti battlecruiser inglesi quando affrontati dalle navi da battaglia con cannoni similari. Allora si migliorò il disegno delle navi e rapidamente si raggiunsero le 23.300 t, che avrebbero sfruttato le 70.000 t costruibili entro il 1936. Inizialmente si trattava di un progetto con 8 pezzi da 305 in torri quadrinate (che erano discendenti concettualmente dai Normandie) più 12 pezzi da 130 mm in torri triple, tutte a poppavia. Presto però il dislocamento salì a 26.000 t data la necessità di proteggersi dal fuoco dei pezzi da 280 mm tedeschi e finalmente, nell'aprile del '32 si giunse a 26.500 t, che comportava anche i nuovi cannoni da 330 mm ad altissima velocità iniziale. Con 16 pezzi da 130 e cintura da 250 mm, la velocità calava a 29,5 nodi. Già dal '31 l'autorizzazione era giunta per la prima delle due navi, ancora come si è visto in definizione, mentre la seconda era prevista per il '34. Il 10 giugno di quell'anno, esattamente 6 anni prima della sua entrata in guerra, l'Italia dichiarò la sua volontà di costruire le prime due nuove corazzate da 35.000 t, e i Francesi, che non avevano cantieri abbastanza grandi per simili unità navali, dovettero per il momento decidersi (il 25 giugno) a costruire solo la seconda nave con protezione aumentata, ovvero la Strasbourg. Alla fine, già la Dunquerke, la prima della sua classe, dislocava 26.500 t standard e ben 35.500 a pieno carico; una nave dall'aspetto imponente, con una grande e alta torre di controllo, e un singolo fumaiolo poppiero. La sua protezione comprendeva una cintura da 225 mm alta 5,75 m e inclinata di 11,3 gradi, capace di fermare (ma qui non è chiaro cosa si intenda, dato che la cintura principale era dentro lo scafo e inclinata di 21 gradi) contro i colpi da 280 mm oltre i 18.000 m. Dietro la cintura interna c'erano 60 mm di legno duro (teak), e davanti ad essa, dentro lo scafo, un materiale gommoso (crema di ebonite) con funzioni anti-allagamento. Questa cintura corazzata aveva base sul ponte protetto inferiore, da 50 mm, inclinato verso l'esterno; c'era poi un doppio fondo, una paratia longitudinale da 40 mm antisiluri, e due paratie da 210 e 180 mm alle estremità della corazza della cittadella. Queste paratie e la cintura erano chiuse da due ponti corazzati che erano decisamente spessi: quello inferiore era quello principale, e raggiungeva 115 mm sulla sala macchina e 125 mm sopra i depositi munizioni, mentre quello inferiore era di 40 mm, 50 mm nella parte inclinata. Oltre la cittadella corazzata il ponte blindato era di circa 100 mm, 150 sopra la sala timone poppiera. La torre di controllo arrivava a 270 mm, ma le armi erano anche più protette. La torre principale da 330 mm era sostenuta da una barbetta di 310 mm, la parte anteriore della torre era di 330 mm, lati 250 mm, dietro da 345 mm (torre 1) o 335 mm (Torre 2), separazione dei due gruppi di cannoni da 40 mm; mentre il tetto era di circa 100-130 mm. In tutto c'erano ben 11.040 t di corazza, il 35,9% del peso totale (presumibilmente riferito al dislocamento 'normale', che era valutato di circa 30.000 t; questo significa che le 'Richelieu', con il 39% del peso in corazza, calcolato su 41.000 t normali, arrivavano a ben 16.000 t). La Strasbourg era anche superiore, con cintura di 283 mm, e paratie trasversali di 260 e 210 mm, 360 mm per le torri anteriori, 342 o 352 posteriore, 10 mm extra per il tetto, 340 mm per le barbette. Si trattava dunque di navi estremamente ben protette, eccetto che per la protezione della cintura della capoclasse, ma armi e ponti erano ben protetti.
 
*Dislocamento: 26.500 t standard, 30.000 normali, 35.000 t a pieno carico
Quanto ai motori c'erano 6 caldaie in tre locali, con due locali turbina separati tra di loro (dalle sale 2 e 3 delle caldaie), e ciascun gruppo motori era del tutto indipendente. Aveva 340 psi di pressione per le caldaie tipo Parsons, costruite dalla Indret e dai Chantiers de l'Atlanticque per la capoclasse, solo da questi per la sorella. La potenza era, grazie alla temperatura di 617° F, di 112.500 hp, sufficienti per 29,5 nodi, ma durante le prove si misurarono 135.585 hp per 31 nodi su due ore di corsa a piena potenza della Dunquerke, e 114.000 hp circa per 30,75 knts su 8 ore di moto. Anche la sorella raggiunse risultati simili. Le torri da 330/50 mm Model 1931 dimostrarono presto dei problemi di dispersione del tiro data l'eccessiva vicinanza dei cannoni tra di loro; in ogni caso erano spaziate bene per evitare che colpi singoli le mettessero KO insieme. La dotazione proiettili era di 800 colpi, più 7.865 per i 130 mm, e 20.700 per i 37 mm; infine c'era una catapulta. Le torri da 130 mm con cannoni Model 1935 avevano armi lunghe 45 calibri. Pesavano 80 o 200 t se erano binate (2) o quadrinate (3), queste ultime messe verso poppa. Se le torri da 330/50 erano capaci di superare i 41 km ad appena 35 gradi, le armi da 130 potevano arrivare, a 45 gradi, a 20 km, con proiettili da 32 kg e colpi da 53 kg. L'alzo arrivava a 75°, ma in generale questi cannoni erano troppo pesanti per l'impiego a.a. essendo armi a doppio ruolo e i sistemi afflitti da problemi meccanici. Per il resto c'erano 4 o 5 (per la capoclasse) in impianti binati semiautomatici da 37 mm, e 22 armi Hotchkiss da 13,2 mm, in affusti quadrinati, oltre a tre aerei dotati di un hangar a due livelli (uno per aereo) con ascensore. Prima c'erano i Loire 130, ma erano previsti gli idrocaccia Loire 210 (che però non si dimostrarono efficaci e non vennero imbarcati). Durante la loro carriera prebellica, le navi ebbero dei miglioramenti: la capoclasse ebbe per esempio più fari (fino a 7 da 120 cm) e sei impianti quadrinati da 13,2 mm, mentre i cannoni da 37 Model 25 vennero sbarcati nel '38, tanto che vennero invece installati altri 2 impianti quadrinati da 13,2 mm. Seguirono anche 4 impianti Model 1937 da 37 mm nel 1938, e ancora altri due impianti da 13 e poi un pezzo da 37 mm aggiuntivo. I cannoni da saluto calibro 47 vennero sbarcati, mentre il telemetro ottico da 12 m della torre telemetrica inferiore venne rimpiazzato con uno da ben 15 metri di lunghezza. Entrambe le navi ebbero anche un cappuccio per il loro fumaiolo, e la Strasbourg ebbe ben 5 impianti aggiuntivi da 13,2 mm nell'autunno del '38. Seguiranno 4 impianti binati Model 1933 da 37 mm, due dei quali sulla sovrastruttura del fumaiolo, più un sesto impianto da 13 mm. Vennero infine installati anche schermi di protezione blindata e un sistema di smagnetizzazione. In seguito la Strasbourg ebbe anche, durante il '42, il radar sperimentale, e altre modifiche ebbero luogo, come l'aggiunta di altri 3 impianti da 13 mm. Nemmeno queste modifiche bastarono a sfidare la minaccia degli aerei tedeschi, se è vero che poi le unità francesi di Tolone vennero sabotate dagli stessi equipaggi.
*Dimensioni: lunghezza 215,1 m, larghezza 31,1 m, pescaggio 8,7 m
*Propulsione: 6 caldaie e 3 turbine da 115.000 per 29 nodi, in pratica fino a 136.000 per 31 nodi; 14.000 km di autonomia a velocità di crociera.
*Equipaggio: 1.381
*Protezione: cintura da 225 mm alta 5,75 m e inclinata di 11,3 gradi (Strasbourg 283 mm); ponti da 40-50 e 115-125 mm; torrione comando 270 mm max; torri principali con 330 mm, lati 250 mm, retro 335 o 345 mm e paratie da 40 mm interne; barbette da 310 mm, separazione dei due gruppi di cannoni da 40 mm, tetto 100-130 mm (Strasbourg, torri rispettivamente da 340, 360, 342-352, fino a 140 mm, e barbette 340 mm); paratia longitudinale anteriore da 210 mm e posteriore da 180 mm (Strasbourg: 260 e 210 mm).
*Armamento: 8 cannoni in torri quadruple da 330/50 mm Model 1931, 16 Model 1935 da 130/45 mm in 3 torri quadruple e due binate; 8-10 da 37 mm e 22 da 13,2 mm (800 colpi da 330, 7.865 da 130 mm e 20.700 da 37 mm), poi aumentati fino a (presumibilmente) 72 canne; 3 idro Loire 130.
 
In tutto, queste corazzate veloci francesi sarebbero state degnissime avversarie delle Scharnorst e leggermente più veloci delle Bismarck e Littorio. Le uniche navi più rapide erano le 'Richelieu' che però militavano nella stessa bandiera. Mentre queste ultime, di fatto delle 'Super Dunquerke', erano eccellenti per velocità e protezione e di qualcosa manchevoli per l'armamento, le 'Dunquerke' erano al contrario veloci e ben armate, ma di qualcosa meno protette rispetto al desiderabile. La loro cintura era troppo sottile, ma questo era parzialmente risolto con la 'Strasbourg', che raggiungeva valori intermedi tra la sorella e le 'Scharnorst'. Casomai il problema era un altro, la precisione dell'armamento delle navi francesi, piuttosto lacunose in tal senso, e la scarsa potenza di fuoco a.a. Le sistemazioni degli idrovolanti erano decisamente comode, data la disponibilità della zona poppiera. In caso di confronto cone le nemiche tedesche, ci sarebbe stato poco da scegliere quanto a velocità, mentre il tiro teso di entrambi i tipi di cannoni avrebbe reso importante sopratutto la cintura corazzata, e più che abbondanti i ponti corazzati disponibili. Dato che i pezzi da 330 erano di qualcosa più potenti dei 280 mm, al dunque le distanze di perforazione reciproca erano grossomodo comparabili. Nominalmente, nell'insieme, il progetto francese, pur essendo antecedente e dello stesso dislocamento, appariva superiore. La rapidità di tiro e la precisione dei cannoni tedeschi, però, era un fattore di controbilanciamento più che temibile, così come la prematura precoce presenza dei radar. Infine, l'armamento a.a. della nave tedesca (14 efficaci pezzi da 105/68 e vari altri minori da 37 e 20 mm) appariva notevolmente superiore all'omologa francese, come anche quello secondario da 150 mm. Le navi francesi, a loro volta, avevano migliori doti nautiche di quelle tedesche, dalla prua più volte modificata per reggere meglio le tempeste dell'oceano.
 
In ogni caso tale confronto rimase pura accademia, dato che gli eventi portarono le quattro navi a non incrociare mai le armi. La robustezza delle navi fu comunque messa alla prova, ma dagli 'ex alleati'. A Mers-El Kebir una cannonata da 381 inglese colpì il tetto di una torre della Dunquerke, uccidendo gli uomini della semitorretta coinvolta, ma senza penetrare la corazza e possibilmente far esplodere le munizioni. Mentre la Dunquerke venne messa KO da almeno 3 colpi da 15 pollici, la Strasbourg riuscì a far pressione e a prendere il mare. Fu proprio l'accensione delle caldaie delle navi francesi che contribuì ad aggravare il clima delle trattative tra ex-alleati, ma del resto gli Inglesi si presentarono con una intera flotta e i Francesi, con le loro navi dai cannoni 'tutti a prua' erano letteralmente imbottigliati nella rada, pesantemente sotto la minaccia delle corazzate britanniche. In seguito la Dunquerke venne colpita anche da siluri, alcuni dei quali con gli acciarini mancanti (evidentemente nella RN non tutti si sentivano nella condizione di sparare contro i Francesi) e persino da un'azione di commandos inglesi, che portarono delle cariche di profondità sotto lo scafo della nave con una motolancia, con l'intenzione di causarle altri danni dalla loro esplosione (che però non avvenne). La Strasbourg passò sopra il campo minato steso 'preventivamente' dai Britannici e subì un attacco degli Swordfish, ma ne abbatté due e non riportò conseguenze. Sparò alcuni colpi con i 330 mm, come del resto fece la Dunquerke con almeno 40 proiettili. Le navi francesi erano, come si è detto, 'offensive', se avevano l'iniziativa potevano mostrare la prua pur sparando con tutti gli 8 pezzi da 330 mm, ma del resto se inseguite avevano il problema opposto, se attaccata dunque l'attitudine della Strasbourg sarebbe stata quella di puntare addosso ad eventuali oppositori sparando con tutti i cannoni. Non accadde, ma l'unica corazzata che poteva inseguirla, l'HMS Hood, era incapace di superare i 27 nodi a causa dell'interruzione dei lavori dovuti alla guerra contro l'Italia. Forse il massacro della rada algerina fu indirettamente anche il protagonista della fine della flotta francese, quando a Tolone, nel novembre 1942, i Francesi preferirono autoaffondare le navi piuttosto che subire perdite umane per scappare dalla Luftwaffe e dalle insidie subacquee.
 
===La 'Richelieu' e la diaspora della flotta francese <ref>Vascotto R. ''La corazzata Richelieu'', Storia Militare Dic 2008</ref>===