Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Appendice 4: differenze tra le versioni

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La storia della guerra elettronica è uno dei temi più difficili e riservati della tecnologia bellica. Durante o immediatamente prima della II Guerra mondiale apparvero quasi tutte le branche che sono state poi la colonna portante di questo settore tecnologico. '''[[w:Radar|Radar]]''' aeroportati, di scoperta aerea, ECM e altro ancora, per non parlare dei sonar, delle radio, delle apparecchiature cifrate e di calcolo, delle spolette radar di prossimità (inizialmente, dal '42, per i 127 mm americani che ne fecero ottimo uso con la S.Dakota nell'ottobre del '42 abbattendo ben 26 aerei giapponesi, poi con i pezzi da 76 mm, mentre non si fece in tempo a miniaturizzarle per armi da 40 mm che rimasero con i tipi a tempo o impatto), che meriterebbero un ulteriore capitolo, ma su cui le informazioni sono anche meno disponibili. La qual cosa è aggravata dal fatto che l'elettronica 'd'annata' non suscita usualmente alcun interesse del grande pubblico. Mentre armi, aerei, navi sono spesso preservati e conseraticonsiderati in musei, acquisendo anche grande popolarità, le attrezzature radiotecniche, allora come oggi, sono rottamate senza che ci si sia posti il dubbio se conservarle come testimoni della tecnologia dell'epoca, una perdita di conoscenza per le generazioni future sugli elementi da cui si è mossa la nostra attuale civiltà tecnologica.
 
Qui sono raggruppate molte delle informazioni apparse su enciclopedie e riviste specializzate, che sperabilmente diano un quadro coerente e credibile della storia della guerra elettronica fino al 1945. Difficilmente sarà completo, o le informazioni del tutto collimanti tra di loro (dopotutto come si può stabilire con precisione chi abbia ragione sulla portata massima di un radar? Non è certo altrettanto agevole che parlare di un aereo o delle prestazioni di un altro oggetto materiale), ma in generale non ho trovato grosse differenze nelle informazioni disponibili. Che per la prima volta sono raggruppate in un'unica pagina, colmando e intergrandointegrando le lacune dei singoli, sia pur corposi articoli che ho consultato. Data l'importanza dei sistemi radar ed elettronici nel decidere le sorti della II GM, è fondamentale cercare di capirne il più approfonditamente possibile genesi, sviluppo e capacità, dati che oltretutto sono stati fino a non molti anni fa afflitti da lacune ed errori, solo recentemente rimediati da ricerche più approfondite e coerenti. Ragion per cui, per quanto consapevole della complessità e dello scarso 'appeal' dell'argomento, auguro a chi ne sia interessato una buona lettura.
 
===Radar ed elettronica Tedeschi<ref>Brescia, M: ''Radar navali 1939-45'', Storia militare apr 2005</ref><ref>Mondini, Alberto: ''Anche i Tedeschi avevano ottimi radar nella II GM'', RID gen 2003</ref><ref>Greco F: guerra elettronica nei cieli d'Europa'', Aerei nella Storia feb 1999</ref><ref>Piva G: ''I radar tedeschi 1939-45'', Aerei nella Storia apr-mag 2004</ref><ref>Pedriali F: ''Guerra elettronica sulla Germania'', Storia militare nov 2008</ref>===
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Il radar ha avuto particolare fortuna in Gran Bretagna e negli USA, ma non bisogna dimenticare mai la 'terza potenza' in questo settore, la Germania. Questa accusò un certo ritardo nel campo dei radar durante la guerra, ma riuscì ad installarlo per la prima volta sulle navi, attorno al 1936.
[[Immagine:Limber_Freya_radar_illustration.png|200px|right|thumb|Il Freya in una delle sue versioni]]
Ma era già da Hertz dell'Università di Karlsruhe, che venne notato come le onde radio venissero riflesse da oggetti metallici. Era il 1886. 18 anni dopo un altro tedesco, Christian Hulsmeyer di Dussendorf, che brevettò il 'Telemobilescopio' per la navigazione, e pare che il brevetto era DRP 165546 del 30 aprile 1904 (si parla anche del 1906). La sua dimostrazione avvenne nel 1904, sul ponte di Hoenzollern, localizzando un rimorchiatore in navigazione sul Reno. Era un momento in cui si sarebbe stati in tempo per sviluppare tale tecnologia entro il 1914, se non anche nel 1912, quando il Titanic andò incontro al suo destino per via del famoso icesberg incontrato sul suo tragitto. Ma questo apparato elettrotecnico, che lui definiva 'misura radiofonica' (per il segnale acustico generato), non aveva che una bassa frequenza, come possibile per le tecnologie disponibili all'epoca. Questo non poteva essere superato perché c'era ancora da inventare il triodo del 1907, di Lee de Forest, quando per la prima volta fu possibile disporre di un oscillatore ad alta frequenza. Questo aiutò, ma l'idea non venne applicata per i radar. Del resto, con una portata di poche centinaia di metri, effettivamente l'apparato di Hulsmeyer non avrebbe avuto molte possibilità pratiche e le Compagnie di navigazione non seppero che farsene. Ma sarebbe stato semplicemente necessario continuarne lo sviluppo che fino al 1922 non parve interessare molto. In ogni caso resta il primato storico: sebbene alle volte si sia addirittura detto che i Tedeschi non conoscessero il radar, in realtà furono proprio loro a capirne per primi i principi e a costruire un sistema capace di valorzzarnevalorizzarne le possibilità di scoperta a distanza. Anche se, come spesso accade, si è trattato di un primato storico slegato da applicazioni pratiche.
 
Durante la I Guerra mondiale Richard Scherl e Hans Dominik misero a il prototipo del cosidettocosiddetto '''Strahlenzier''', radar che funzionava, incredibilmente data l'epoca, con onde di appena 10 cm. Venne presentato alla Marina ma nel 1916, ma questa lo trovò 'inutile' per lo sforzo bellico.
Nel primo dopoguerra lo studio delle onde di ogni tipo aumentò e si estese a vari campi. Nel '22 Marconi riprese l'idea nella famosa conferenza all'I.R.E., lo stesso anno ci pensarono gli americani Taylor e Young dell'USN, nel '25 Breit e Tve del Carnengie Institute di Washington realizzarono un vero radiotelemetro, sistema che serviva solo per la misurazione della distanza e non anche per la scoperta.
 
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Nel '43, all'inizio dell'anno, si consumò quindi un notevole scadimento della competitività tedesca nel settore elettronico, forse anche perché, per molte applicazioni, si era partiti da un livello superiore a quello inglese, il che aveva scoraggiato l'innovazione. I Wurzburg venivano del resto prodotti circa uno al giorno, e i Freya erano sostituiti dai Wassermann e Mammut, quindi a terra non c'erano apparentemente problemi.
 
Ma se si considera che le 96 stazioni di guida caccia attive nell'agosto 1942 avevano un personale totale di 30.000 unità, aumentato poi a 40.000 nel '43, e che servivano non meno di 140 persone per guidare un singolo caccia sull'obiettivo, ci si può immaginare lo sforzo richiesto per la difesa notturna del Reich. E quando apparvero le azioni da 1.000 bombardieri, come quelli diretti su Colonia, già dalla primavera del '42, il comodo Himmelbett mostrò non pochi limiti. La situazione dei radar tedeschi non era poi così buona come potrebbe sembrare. Anzitutto le potenzialità di ricerca e sviluppo, valutabili in circa un decimo di quelle Alleate, non lasciavano molti dubbi sull'esito finale della competizione. Poi la struttura stessa, che era costituita da circa 100 piccole aziende isoltateisolate tra di loro e con difficoltà di comunicazione e scambio dati per ragioni di segretezza; infine l'assenza di manuali e persino di corsi specialistici per i radaristi, tutto dovuto, più che ad incoscienza, alla segretezza dei sistemi usati.
 
Si cercarono di migliorare i radar disponibili in vari modi, tra cui quello di mezzi assegnati direttamente ai caccia. Per la guida si sarebbe preferito usare il sistema Egon, con un Freya Gemse (con capacità IFF) e l'IFF FuG 25; ma siccome era ancora considerato non del tutto affidabile come funzionamento, si pensò ad un sistema alternativo, l'Y, che costituiva una specie di integrazione alle comunicazioni radio, nelle quali era inserito un debole segnale che consentiva di individuare l'aereo; tuttavia era un sistema facile a disturbarsi e anche a farlo diventare un radiofaro per un caccia notturno nemico in cerca di prede.
 
Poi si arrivò finalmente a definire il radar aeroportato, che avrebbe potuto consentire ai caccia tedeschi una maggiore autonomia di azione. Era il successivo passo dopo che lo Spanner Anlage (l'IRST) era fallito come sistema operativo, in quanto rivelatosi troppo sensibile per i reparti da caccia. Il '''FuG 202 Lichtestein B/C''' era capace di ricercare obiettivi su angoli di 70 gradi, con portata 500-3.500 m e frequenza di 490 MHz. La sua massa era di appena 24 kg, più le 4 antenne, ciascuna con due coppie di dipoli, trasmittente e ricevitore. La ragione di questo 'palco di cervo' era che ciascuna di esse serviva per osservare un quadrante: alto-basso, destra-sinistra. Naturalmente queste sistemazioni, sul muso del velivolo, non giovavano né all'estetica né alle prestazioni, che diventatavanodiventavano malamente sufficienti per raggiungere i bombardieri.
 
Ma c'era di peggio; sebbene questo sistema fosse stato approntato nell'agosto 1941, la sua efficienza non era alta perché le maestranze non erano sufficientemente esperte nella lavorazione delle valvole e altri sistemi, il che rese l'80% dei radar consegnati ai reparti per il montaggio sugli aerei difettosi e alcuni dovettero anche essere rimandati in fabbrica. E questo accadeva a metà del '43. Nel settembre del '42 c'erano solo due reparti da caccia notturna con tali radar, i gruppi I/NGJ 1 e II/NGJ 2, mentre ancora nella primavera del '43 mancavano alla stessa scuola da caccia notturna, la NJ Schule 1. Insomma, non era certo una situazione accettabile.
 
Come sistemi di ricerca aeroportatiaereoportati di tipo aria-superficie, vennero prodotti almeno due tipi: uno era il '''Rostock''', da 2,5 m di lunghezza d'onda e 40 km di portata massima, che tuttavia non ebbe successo pratico e venne limitato a 15 esemplari. Nel suo tubo Braun (catodico) da 70 mm di diametro i dati apparivano per angoli di ricerca di 110° (elevazione) e 80° (azimuth). Il successivo '''Hoentwiel''' venne invece realizzato in non meno di 550 unità e adottato sia dai sommergibili che nella versione '''FuG 200''', dagli aerei, iniziando la carriera sperimentale dal tardo 1942. La portata era di 90 km, la lunghezza d'onda di 50 cm, buona resistenza alle ECM, 24 dipoli suddivisi in 3 antenne, e un piccolo sistema catodico semplificato rispetto al Rostock.
 
 
Poi nacquero dei sistemi migliorati per la ricerca aria-aria, il primo dei quali fu il '''FuG 212 Lichtstein C-1''', più leggero del B/C con una massa totale di 60 kg. Ma gli schermi erano ben tre, come nel precedente, per azimuth, elevazione e distanza; dall'agosto 1943 vennero ridotti a due e questo aiutò l'operatore, come anche la frequenza, che da 490 MHz divenne variabile nel settore 420-480 MHz. Nel frattempo il '''FuG 213''', della Telefunken, da 3,3 m di lunghezza d'onda, venne sconfitto dal già visto FuG 200 come radar di ricerca antinave, e a quel punto si pensò di usarlo come mezzo di intercettazione aerea. Peccato che, adottato con la sigla Lichtestein SN-1, si sia rivelato un fallimento: la portata minima era di 700-1.200 m, la capacità d'interferenza con gli altri radar, a causa dei lobi laterali, arrivava fino a 50 km. Poi apparve il '''FuG 212 C-1 'Weitwinkel'''' da 2 km di raggio, direzione di osservazione di ben 120 gradi, che sarebbe stato poco utile da solo, ma che divenne un'accoppiata vincente assieme all'SN-2. Questo aveva tra le sue antenne ai lati del muso tale sistema a prua, che ne sembrava una riproduzione su scala ridotta. Ma non finì qui, perché poi apparvero anche i piccoli radar '''FuG 216''', 217 e 218. Il primo era noto come Neptun V, pensato nel '44 per i caccia notturni monoposto Fw-190; 125 MHz, 1,2 kW, 500-3.500 m, 100° di visuale. Aveva 4 antenne Yagi oppure 17 a sbarretta, e venne seguito dal '''FuG 217 Neptun''' J-1 e J-2, simile ma pesante appena 27 kg, usato dai Fw-190 e dai Bf-109G; il sottotipo V/R operava su 158-187 MHz, 400-4000 m e 120 gradi di osservazione, peso 35 kg. Era possibile usare sia antenne a sbarretta che yagi, si trattava di un radar di allerta posteriore. Da notare che tutti questi tipi avevano un unico schermo per la presentazione dei dati, un vantaggio non indifferente per l'uso pratico, specie con un solo pilota in un abitacolo angusto. Il '''FuG 218 Neptun J-3''' era sviluppato dalla FFO e anche dalla Siemens, ebbe varie versioni successive di cui la G/R raggiungeva i 30 kW, previsti poi in 100, sei frequenze nel solito range dei precedenti, ricerca 120°, raggio 120-5.000 m, vari tipi di antenne Yagi o a sbarretta. Non mancò il '''FuG 218 R-3''' e '''il FuG 220 Lichenstein SN-2d''' con antenna yagi caudale, simile a quella del normale radar di intercettazione di prua.
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La LW otteneva nel frattempo un notevole sfoltimento dei bombardieri britannici, aumentando la percentuale di successo delle intercettazioni dal 65% del 1942 al 76% a metà del '43, quando venne ottenuto l'abbattimento n. 1.700. Ma la notte del 25 luglio 1943, proprio in concomitanza con la caduta di Mussolini, 791 bombardieri inglesi distrussero Amburgo con la perdita di soli 5 apparecchi (o a seconda delle fonti, una dozzina). I 92 milioni di windows avevano permesso di ottenere tale risultato a 'buon prezzo', accecando i Wurzburg, inclusi i Riese, e i Lichtenstein, mentre i Freya, dalla lunghezza d'onda maggiore, vennero contrastati dai Mandrel. Fu uno shock e i Tedeschi reagirono con vari metodi, come lo 'Zahme Sau' per guidare gli aerei da caccia con la radiocronaca di quanto accadeva in Germania, caccia libera ('Wilde Sau', ovvero cinghiale selvaggio, mentre Zahme Sau è 'Cinghiale addomesticato'). Poi giunsero i radar leggeri FuG 217 e 218, e in effetti già nel mese di agosto arrivarono per la caccia notturna oltre 200 vittorie.
 
Appena 3 giorni dopo la prima incursione su Amburgo, il 28 luglio, venne già messa a punto la '''Wurzlaus''', che era un sistema doppler per permettere di capire se si trattasse di windows o di aerei. Non era mica perfetto, dato che applicato ai radar ne riduceva la portata e bastavano appena 40 kmh di vento in quota per rendere le windows e i bombardieri indistinguibili, però ebbe un discreto successo. Arrivarono anche le ECCM, come il WISMAR, per variare le frequenze del Wurzburg tra i 53 e i 67 cm (quindi questo cambiamento sarebbe stato parecchio successivo al 'rapimento' del radar da parte dei parà inglesi), oppure il '''K-Laus''', capace di capire la modulazione d'ampiezza dati dalla velocità delle eliche aumentando il fattore di disturbo sopportrabilesopportabile da 3:1 del precedente, a ben 20:1. Infine v'era il '''Taunus''', filtro per radar capace di eliminare gli echi spuri in gran parte dei casi.
 
La RAF attaccò Peenemunde con ben 597 bombardieri, nella notte del 17-18 agosto 1943. 41 vennero abbattuti, portando le perdite nuovamente alle stelle. Però è anche vero che si trattò di un'incursione tremendamente efficace. Ma i Tedeschi erano tornati pericolosi e la vita di centinaia d'aviatori non era un prezzo accettabile per la pur potente RAF. La soluzione almeno parziale si ebbe con i caccia di scorta con l'ESM ''''Serrate'''' che si sintonizzava sul Lichtenstein e localizzava così i caccia tedeschi. Nel frattempo venne anche avviata l'operazione 'Corona' in cui, con una trasmittente basata nel Kent gli Inglesi cominciarono a mandare falsi messaggi ai piloti tedeschi, cercando di confonderli negli ordini ricevuti. In pratica l'utilità fu piuttosto ridotta perché i Tedeschi cominciarono a usare sia donne che uomini, con accenti regionali e con le frequenze variate di continuo, così che i tentativi inglesi ne rimasero frustrati. Durante l'incursione su Kassel il sistema mostrò la corda, e in quella notte del 22-23 ottobre 1943 la RAF perse 43 aerei su 569.
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Un esempio di dotazione elettronica del '44 per un caccia tedesco poteva essere, nel caso degli efficienti Ju 88G: SN-2,C-1 (o C-22), comunicazioni FuG 10P, FuG 16 e 16Y in VHF, radar d'allarme posteriore SN-2R, Neptun o altri tipi, e non mancavano nemmeno un radioaltimetro FuG 101 e un sistema per atterraggio e navigazione strumentali Fu BI 2, l'IFF FuG 25a, il FuG 227 e (oppure) il FuG 350. I risultati, malgrado la relativa modestia dei radar di bordo erano stati tali da permettere la distruzione di 1.077 bombardieri RAF nel solo periodo 19 novembre 1943/31 marzo 1944.
 
Ma le incursioni aeree avevano comunque causato danni notevoli, tanto che idee quali l'uso di comunicazioni televisive tra i vari comandi vennero cancellate e l'approntamento del '''FuG 240 Berlin''' venne parecchio ritardato, era questo il primo radar aeroportatoaereoportato che i Tedeschi fossero riusciti a realizzare con onde centimetriche.
 
Un'altra cosa riguardo i radar: i Tedeschi usarono per lo più per i loro tipi aerei, le antenne Yagi. Queste erano semplici, installabili senza copertura (ma con un prezzo in velocità tutt'altro che insignificante) e con una buona definizione longitudinale. Ma certo, è anche vero che presentavano problemi, come i lobi laterali troppo stretti e un'inefficienza sia in termini di portata che di quota: se il bersaglio era a 3 km, anche la portata non eccedeva tale valore, perché i lobi laterali andavano a disturbare, riflessi sul terreno, i sistemi radar. Per cui era possibile scoprire il bersaglio solo se questo era ad una distanza inferiore dall'aereo rispetto a quella che aveva dal suolo, un problema che era poco sentito se si trattava di respingere attacchi in quota ma non era certo vero se si fosse trattato di azioni portate a volo radente, come quelle del resto utilizzate dalla RAF per attaccare le dighe della Rhur.
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====L'inganno del Vallo Atlantico====
Per superare le difese tedesche, preparando una sorpresa adatta per lo sbarco in Normandia, gli Alleati studiarono tattiche che fossero qualcosa di più e di diverso dalla pura e semplice ostentazione della forza, che pure avevano. Era necessario anche l'inganno e il disturbo dei sistemi radar tedeschi che proteggevano le coste europee. Per farlo si studiarono delle soluzioni molto elaborate, un pò come ad El Alamein, e come qui, esse contribuirono molto al successo dell'operazione, anche se non poterono impedire pesanti perdite umane e materiali nei momenti fatidici degli sbarchi. Per dare un'idea di quello che comunque si tentò, e che fu determinante per guadagnare tempo e lasciar credere ai Tedeschi che il posto destinato allo sbarco fosse un altro, si allestirono ben due flotte 'fantasma'. Il 5 giugno, di notte, davanti alle coste francesi c'erano delle motolance, normalmente usate dalla RAF per il soccorso in mare, che usavano dei generatori di echi radar. In sostanza, il loro problema era quello di simulare grosse navi, e farlo da una motolancia, così bassa sul mare, non era facile. Allora si studiò un sistema molto intelligente: si prese un riflettore metallico, sufficiente per simulare (grazie alla sua sagoma piatta) una nave da circa 10 mila tonnellate, lo si inserì in un pallone, e questo, galleggiando a pochi metri di quota nell'aria, veniva attaccato ad un galleggiante portato a traino dalla motolancia. Le due flotte operarono davanti a Boulogne e a Capo d'Antifer, e sopra di esse i Lancaster, caricati di Windows, gettavano una pioggia di queste striolinestriscioline metalliche. I Tedeschi, che non erano riusciti a capire cosa stesse succedendo, quando seppero degli sbarchi in Normandia pensarono che si trattasse di un'azione diversiva e solo il pomeriggio del 6 giugno capirono lo sbaglio, ma nel frattempo 50.000 soldati erano scesi dai loro mezzi da sbarco e dagli alianti. Non sarebbero stati più sloggiati, nonostante la tenace difesa e i contrattacchi dei tedeschi. Una cosa simile accadde anche ad El Alamein, allorché gli Alleati simularono con cortine fumogene, amplificatori di rumore e zattere con bidoni di olio incendiato un'azione di sbarco alle spalle dello schieramento dell'Asse, cosa che in effetti era pericolosa per le immobilizzate truppe italo-tedesche, e che richiese lo spostamento di parecchie forze per assicurare la difesa costiera. Ma in Africa c'erano ben pochi radiolocalizzatori e così non venne fatto uso di sistemi elettronici sofisticati, ma solo di tecniche tradizionali astutamente rielaborate.
 
 
====Sistemi navali====
Quanto ai radar navali, i tedeschi ebbero il '''Seetakt''' del '36 da 6-10 miglia di portata, il '''FuMo 21''' del '39 con portata di 10 miglia su bersagli di superficie e 60 km aerei, antenna da 2x4 m; il '''FuMO 22''' del '40 per la scoperta di superficie (13 mg) e aerei per le navi da battaglia; il '''FuMO 24''' del '41 con portate da 12 miglia e 80 km per caccia e incrociatori leggeri, antenna rotante, '''FuMO29''' del '42 con impiego da sommergibili con portata di 2,5-3,5 miglia e anenne fisse sulla torretta; '''FuMO 61''' de l'42 con portata di 4-6 miglia, diemo, ma con antenna rettangolare; il '''FuMO63''' de l'43 da 7-12 mg e 50 km su aerei, per caccia e torpediniere, con antenna rettangolare da 1,5x1,6 m.
 
Non mancarono poi i sistemi ECM passivi: per esempio, i ricevitori radar passivi che vennero ampiamente usati anche dai sommergibili, e che consentivano d'immergersi in tempo quando venivano rilevati i segnali radar; ma quando vennero messi a punto i radar centimetrici questi intercettatori passivi vennero posti fuori gioco, e solo verso la fine della guerra fu possibile riequibirareriequibilibrare tale mancanza, ma troppo tardi.
 
====Consuntivi====
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====Radar navali====
La Gran Bretagna ebbe i suoi radar di scoperta aerea a terra prima che in mare e per quanto possa sembrare bizzarro, nei fatti la RN fu battuta largamente dalla Kriegsmarine nella corsa al radar, come si accorsero già nella battaglia del Rio de la Plata; i suoi radar navali erano i Type 79 e Type 279, che cominciarono a far capolino dalle torri delle navi nel 1940. Il secondo era utile anche per il tiro antiereiantiaerei. Gli Inglesi dovettero far fronte a carenze economiche che per esempio, erano tali da far ripiegare l'uso dei primi radar con manovelle per il brandeggio al posto dei motori elettrici che fossero sufficientemente leggeri ed affidabili (compito non facile). Tra le altre cose 'elettroniche' inventate dai Britannici un intercettatore, poi preso anche dalla USN, per le onde radio e radar ad alta frequenza o HF/DF.
 
Il '''Type 79''' comparve nel 1938 a bordo della Rodney e dello Sheffield, ma il servizio operativo iniziò almeno 2 anni dopo. Erano 4 antenne yagi, simili a quelle televisive, fisse e inclinate opportunamente per coprire l'orizzonte. Avevano una portata di almeno 60 km, ma dal 1942 il Type 79B era capace di 144 km a 6.000 m di quota. Il '''Type 279''' era appena più evoluto, con una migliore definizione, tanto che era utilizzabile anche per il tiro contraereo. Servizio dal 1940.
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Dopo Matapan, si cominciò a pensare anche a sistemi di disturbo radar, che portarono a sistemi capaci di disturbare onde tra 40 cm e 12 m di lunghezza. Prima erano solo intercettatori, poi divennero anche disturbatori, in servizio dai primi mesi del 1942. Vennero usati in Egeo, Sicilia (con obiettivo Malta, operando da alte colline), e Tirreno. In seguito arrivò un disturbatore che al posto del sistema a 'superreazione' usava un apparato supereterodina monocamandato, usato per disturbare sopratutto i radar dei bombardieri Alleati. Uno era a Ischia, dove funzionò fino all'8 settembre 1943. Disturbare i radar era chiaramente più semplice che costruirli, ma servivano anche questi sistemi e con l'aiuto dei Tedeschi venne pensato un programma per 50 apparati Folaga a lunga portata (teoricamente di circa 200 km), 200 Vespa, 100 sistemi tedeschi e 1000 IFF Fu.25, nonché 300 sistemi di disturbo radar. Ma era già il 21 luglio 1943, troppo tardi per essere concretizzato. Degli 85 radar usati sull'Italia 84 erano Tedeschi, e solo con la RSI fu possibile organizzare una difesa aerea degna di questo nome contro i bombardieri Alleati.
 
Quanto ai radar di bordo, venne pensato solo nel 1943 a Guidonia ad un nuovo radar, l'RTD Arghetto o Vespa, 300 mhz (1 metro di lunghezza d'onda) con antenne tipo Yagi una ricevente e una trasmittente, nelle estremità alari. VenenVenne sperimentato su di un S.79 e un Z.1018, e si ritenne che questo apparato di ricerca dovesse essere messo in produzione; il LEPRE RTD 8 era invece un radar da intercettazione, mai messo a punto.
 
Poi c'era il discorso degli IFF: gli Inglesi ne avevano un tipo che rispondeva all'interrogazione fatta da un radar, ogni volta che veniva inquadrato dal radar rispondeva con un segnale in codice; i Tedeschi avevano invece un Fu.Ge.25 che emetteva, in maniera senz'altro meno discreta, continuamente segnali di riconoscimento in codice, trasmessi via radio. Questo apparato era presente anche nei Bf-109 ceduti agli Italiani, ma non venne spiegato a che serviva. Un IFF inglese venne invece analizzato da un aereo abbattuto, ma a Guidonia impiegarono un anno a capire di che si trattava (non avendo idea di quello che era un sistema radar di difesa aerea, il riconoscimento di aerei 'amici' era ancor meno immaginabile), e per quando riuscirono a capirlo e a costruire un prototipo IFF, la guerra era bell'e persa. Alla fine l'Italia aveva i fondamentali per i vari compiti della guerra elettronica; ma non fece in tempo a metterli in servizio che la guerra finì. Se si considera che la Gran Bretagna aveva IFF, radar e VHF da anni, tale ritardo si dimostrò di importanza capitale. Gli Italiani nel corso del conflitto riuscirono solo ad allestire centri di ascolto e di disturbo radio-radar; troppo poco per prendere l'iniziativa in guerra.
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Quanto alle applicazioni pratiche della tecnologia radar, quelle su navi furono le più importanti. Il radar E.C.3 ter 'Gufo' era costituito da due antenne a tromba, una per l'emissione e l'altra per la ricezione. Il prototipo apparve nel novembre del '42 sulla LITTORIO, ma in precedenza c'era stato, sempre sul suo torrione, un radar prototipico, l'E.C.2 bis, con funzionamento sperimentale. Inizialmente molti radar non avevano antenne rotanti, ma più apparati di emissione che coprivano ciascuno un certo settore, per esempio 4 sensori a 90 gradi l'uno dall'altro. Il brandeggio dell'antenna rappresentava un' ovvio miglioramento, a patto che si trovasse un posto dove metterlo che avesse sufficiente visuale. Il 'Gufo' ebbe per l'appunto il motore di rotazione. Le prestazioni erano di almeno 80 km contro bersagli aerei e 15 contro navi, il che era apparentemente più che valido. Ma di fatto, pur sembrando simile al Fu.MO 21 tedesco, le frequenti avarie lo rendevano alquanto inaffibabile, e con la nave in velocità e-o forte vento, accadeva che il motore elettrico non fosse abbastanza potente da far girare l'antenna. Altri tipi erano in studio, ma non vennero adottati.
 
Di questo fondamentale apparato della guerra moderna si occuparono la SAFAR, Galileo, Marelli e altre aziende elettriche, ma in tutto, prima dell'armistizio, ne vennero prodotti solo circa 15 esemplari, che ebbero impiego con 13 navi: le corazzate 'Littorio', 4 incrociatori leggeri ('Montecuccoli' e 'Savoia', 'Regolo' e 'Scipione'), e 6 cacciatorpeniere tra 'Navigatori' e 'Soldati'. Altre 7 unità ebbero i radar tedeschi FuMo.21G. Erano l'incrociatore 'Abruzzi' (ma non il gemello 'Garibaldi'), 3 cacciatorpediniere e anche 3 piccole torpediniere. Il ct. 'Legionario', per la storia, fu la prima nave con un radar a tutti gli effetti operativo.
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L''''Mk 27''' era un radar, al solito molto preciso, del 1944, per il controllo tiro fino a 75 km, usato dalle corazzate e dagli incrociatori pesanti con un totale di 41 esemplari costruiti<ref>Brescia, Maurizio: i radar navali 1939-45, Storia militare apr 2005</ref>.
 
 
===Radar Sovietici===
 
'''Redut-K''': operativo nel 1940, questo radar dava anche all'URSS un posto nella prima generazione di radar navali; aveva lunghezza d'onda di 4 m e potenza di 50 kW, e venne usato sulla nave 'Molotov'. Aveva un raggio utile stimato di circa 65 miglia (un centinaio di km) e derivava da un'altra 'primizia', il radar RUS-2 terrestre; quindi, sebbene avesse una lunghezza d'onda molto alta, dimostrava, sia nel tipo navale che nel progenitore terrestre, che anche i sovietici erano riusciti a concretizzare tale nuova tecnologia; purtroppo per loro, l'invasione tedesca bloccò il processo di aggiornamento e apparentemente non ebbero nessun vantaggio dalla presenza di questi primi radar, quando i Tedeschi attaccarono l'URSS.
 
'''Gyuis''': funzionante dal '44 ma non entrato in produzione, aveva lunghezza d'onda di 1,4 metri e 80 kW, raggio 40 km. Fu il progenitore di radar apparsi nel dopoguerra che facevano parte di una serie omonima del prototipo, provato su di un caccia (il ''Gromkii'') verso la fine del conflitto. Seguiranno il Gyis-1 su diversi caccia, ma nemmeno esso divenne un tipo di larga produzione, il '''Gyuis-1M''' del '45 sui caccia Pr. 30K del dopoguerra, con portata di 10 km contro bersagli di superficie e 25 km contro aerei, sperimentato sul caccia Strogyi dalla fine del '44; il '''Gyis-1B''', del '45-46, simile con portata maggiore (50 e 16 km circa) testato sul caccia 'Ognevoy' dall'autunno del '45.
 
'''Mars-1''', noto anche come Redan-1, del '45-46, era il primo radar sovietico di controllo del tiro e aveva un raggio di circa 16 km; venne sviluppato nel '45 e provato nello stesso anno sull'incrociatore 'Molotov'. Il '''Mars-2''', diventato poi Redan-2, era stato sviluppato in simultanea e anch'esso ebbe successo, passando poi alla produzione di serie.
 
'''Vympel-2''': Radar di controllo del tiro antiaerei, venne usato sui caccia Pr. 30K, con portata di circa 10 km.
 
 
==Note==