Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Appendice 3: differenze tra le versioni
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La storia dell'atomica sovietica era ed è piuttosto oscura, data la segretezza, persino maggiore dei soliti standard sovietici. Già negli anni '30 gli scienziati sovietici avevano fatto progressi nella comprensione del mondo della fisica delle particelle, come '''Piotr Kapitza''', studioso dei fenomeni della superconduttività e futuro premio Nobel. Tra i suoi benemeriti '''Kurciatov''' e '''Chariton''', i futuri padri della bomba atomica sovietica. Il primo era interessato alla fisica nucleare e dal 1930 faceva esperimenti importanti, fino a che nel '43 fondò l'Istituto dell'Energia Atomica e in futuro meritò il nome del 104imo elemento della tavola degli elementi. Chariton nel '39 enunciò la teoria del disgregamento a catena dell'uranio. In sostanza i due riuscirono a formulare la teoria secondo cui qualche decina di kg di uranio 235 potessero causare un'enorme esplosione, e Chariton pensò anche a come eseguire la centrifugazione delle miscele gassose per ottenere l'elemento necessario. Un altro era '''Anatoli Alexandrov''', che iniziò nel '37 a occuparsi della smagnetizzazione delle navi militari e poi della separazione degli isotopi di Uranio, in seguito sarà anche artefice della creazione dei primi sottomarini nucleari sovietici. '''Lev Landau''' e '''Igor Tamm''' (che scoprì il contenimento del plasma con campi magnetici e futuro Nobel) e altri ancora parteciparono con compiti importanti nella preparazione del programma sovietico, eppure quasi tutti non erano iscritti nel Partito, per esempio Kurciatov ci entrò solo nel '48, e altri anche più tardi, mentre Landau era stato addirittura arrestato con l'accusa di essere nemico del popolo il 27 aprile 1938 per poi essere liberato su pressione di Kapitza il giorno dopo. Pure Landau ebbe il Nobel, nel '62 (gli altri due rispettivamente nel '78 e '58), morendo nel '68 (ma il processo contro di lui durò fino al 1990).
L'avanzata delle truppe tedesche comportò l'evacuazione dei centri di Kiev, Leningrado e Mosca nel '42 però si riprese raggruppati a Kazan. Nel frattempo i servizi segreti, ovvero l'INO e l'NKVD stavano indagando sui progressi ad Occidente in campo anche nucleare, e uno dei responsabili, Kvansikov, era uno
Il 16 luglio 1945 scoppiò la prima 'atomica' americana e mondiale, e il giorno dopo iniziò la conferenza di Potsdam con Stalin, Churchill e Truman. L'esplosione dell'atomica non venne tenuta segreta e lo stesso Truman lo disse a Stalin il 24 luglio e che era intenzionato ad usarla contro il Giappone. La conferenza finì il 2 agosto, e Stalin, che apparentemente non aveva capito di che Truman stava parlando, in realtà lo aveva ben compreso e dopo l'esplosione di Hiroshima capì anche meglio di che cosa quest'arma era capace. Accelerò il programma e per farlo si servì di '''Boris Vannikov''', persona di valore che aveva difeso molti suoi quadri dalle accuse dell'entourage di Beria. Ma era stato anch'egli arrestato appena prima dell'invasione tedesca per le solite accuse diffamatorie. Ma Stalin lo liberò, data la sua importanza e competenza. Dal '42 si ritrovò come commissario del popolo per il munizionamento. Nell'agosto ebbe da Stalin l'incarico di realizzare l'Atomica anche se non sapeva bene di che si trattasse. Beria voleva realizzarla con l'NKVD, ma lui non era d'accordo: troppo importante per tutta l'URSS, doveva essere una cosa partecipata nella maniera più ampia. Stalin approvò e gli diede l'incarico. Il Consiglio per la creazione dell'Atomica era stato suggerito da Beria, ma Stalin approvò sì, ma mise Vannikov a comandarlo e non ci mise certo Beria. Vannikov divenne presto l'artefice materiale del programma nucleare sovietico, ovviamente segreto, assieme agli
La bomba atomica sarebbe stata realizzata con il [[w:plutonio|plutonio]], per varie ragioni tra cui il fatto che il 2 dicembre 1942 Fermi aveva fatto la prima reazione controllabile nel '''Progetto Manhattan''', con la sua pila atomica. Venne trovato il posto giusto per fare l'impianto per il plutonio, in zona di '''Celiabinsk''', a Zaveniaghin, dove sorse l'Impianto N.817, dove lavorarono 70.000 detetuti di 12 campi, provenienti dell'NKVD.
Venne scelto un reattore a grafite, che richiedeva una purezza sia di uranio che di grafite elevatissima, cosa inizialmente impossibile per i sovietici. Il reattore nucleare vero e proprio venne chiamato F-1 o '''Anushka''', costruito verso la fine del' 45, sottoterra, in un vano di 1.000 mc. Vennero quindi fornite 300 t di grafite e 24 di uranio. La sera del 25 dicembre 1946 'Anuschka' iniziò la sua attività con successo
Ovviamente non fu creduto. Ma intanto si preparava l'esplosione nel poligono di Addestramento N.2 del Ministero della Difesa, approntato appositamente. La bomba venne trasportata in zona, ma solo l'8 luglio 1949 partì anche il plutonio. Montato rapidamente, vi fu tuttavia bisogno di tre giorni di tempo per preparare l'ordigno, pronto entro il 22 agosto, poi seguirono tre esercitazioni generali perché non si poteva sbagliare. E non ci si sbagliò. Il 29 agosto alle 6.20 il cielo venne illuminato dalla prima esplosione atomica sul territorio dell'URSS. Gli stessi
===I programmi americani<ref>Caiti G: ''la Tragedia dell'indianapolis''</ref><ref>Ghergo F: ''Hiroshima era necessaria?'', I bombardamenti e i civili'', ''Il Terror Bombing'' e ''Firebombing sul Giappone'', Storia Militare dic 2006, gen 05, giu 06</ref>===
A parte l'esperimento di [[w:Alamogordo|Alamogordo]] (dove dal '43 si riunirono i migliori
[[Immagine:Little Boy Internal Components.png|380px|left|thumb|Ecco l'interno della 'Little Boy']]
E non fu un caso, forse fin dall'inizio si pensò ad essi come unico vettore pratico, dotati di abbastanza velocità e quota per sfuggire agli effetti delle bombe. A dire il vero, questi effetti si sarebbero potuti ovviare in vari modi: uno era quello di usare un paracadute che ritardasse la discesa alla quota prefissata per l'esplosione, ma forse si temeva che il vento portasse fuori traiettoria l'ordigno facendogli mancare parte dell'obiettivo (ma una grande città sarebbe stata comunque un bersaglio troppo difficile da mancare), l'altro di fornire di una spoletta a scoppio ritardato la bomba, senonché l'impatto sarebbe stato forse tale da distruggerla prima di esplodere. Un parziale rimedio sarebbe stato cercare il mare, ma forse questo non sarebbe stato considerato 'soddisfacente' quanto ad effetti distruttivi sul porto di Hiroshima.
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Nella II GM le cose, inizialmente, non procedettero in tal modo. Gli Inglesi ebbero cura di non attaccare se non navi militari in mare aperto o quantomeno ormeggiate, perché non volevano arrecare danno a persone o proprietà private. Questo era molto gentile, ma la guerra non è fatta per le buone maniere, e dopo che gli Inglesi fallirono con gravi perdite le prime missioni, cominciarono ad attaccare di notte le principali città tedesche, anche Berlino. I Tedeschi risultarono notevolmente infastiditi da tale sviluppo e se fin'allora si erano guardati dall'attacco ad obiettivi civili, cominciarono anche loro gli attacchi alle città britanniche, essenzialmente dal settembre 1940, dopo che avevano quasi azzerato la potenza aerea inglese, perdendo poi una settimana a bombardare Londra. In seguito continueranno a colpire la Gran Bretagna, prima con la guerra notturna del 1940-41, poi con le incursioni Baedecker, del '42, che erano mirate a distruggere città d'arte e storicamente importanti. Del resto tale iniziativa non nasceva da pura barbarie: gli Inglesi avevano semidistrutto Lubecca, una delle più belle città tedesche.
Al dunque i britannici, spazzati via dai cieli di giorno, abbandonarono l'idea di colpire obiettivi militari e si diedero al 'carpet bombing', distruggendo intere città con il loro potente Bomber Command. Gli Americani invece tentarono nei limiti del possibile di farsi valere in pieno giorno con attacchi mirati ad obiettivi militari o industriali. Quasi sempre si tennero fuori dai massacri che gli inglesi stavano facendo, il più clamoroso e gratuito a [[w:Dresda|Dresda]], che toccò davvero il fondo, anto che Hartur Harris e il suo comando bombardieri non vennero nemmeno menzionati nel bollettino della vittoria. In verità un mesto congedo per un'organizzazione che scientificamente distrusse la Germania, ma perse anche quasi 8.000 aerei con 50.000 aviatori, una grossa fetta di tutte le perdite subite dai Britannici durante la guerra. La capacità inglese di causare danni immensi alle pur robuste città germaniche era dovuta al bombardamento concentrato con ordigni sia incendiari che esplosivi, e alla generazione dell'effetto camino, che si trasformava in una spaventosa
Chiaramente, al di là degli orrori del regime nazista, certe azioni non potevano essere giustificabili e spesso nemmeno all'epoca lo furono. Gli Americani se ne tennero per lo più al di fuori, giocando una scommessa alla fine vincente per restare in gioco durante il giorno, con la visualizzazione del bersaglio da colpire.
Ma in Giappone le cose cambiarono. Gli Americani ottennero alcuni risultati dalle prime missioni dei B-29, ma non quanto si aspettavano: la
Il 'firebombing' assunse toni drammatici in parecchie occasioni, con le città giapponesi anche insignificanti a livello militare colpite e distrutte, perché oramai il concetto era quello di uccidere la popolazione civile (per gli inglesi valeva invece il concetto del 'de-Housing', ovvero distruggere le case, chiaramente un'arrampicata sugli specchi dato che solo ad Amburgo, in pochi giorni di incursioni morirono circa 40 mila persone), senza troppi giri di parole. A Tokyo, nella terribile primavera del '45, in una sola incursione si stima che morirono 80.000 persone. Gente che talvolta veniva bollita dai canali dentro cui cercava scampo dal calore, ma che non bastavano a proteggerla. Scene che chi ha vissuto non potrà mai dimenticare.
Con questo 'retroterra' culturale, con l'idea della guerra totale in mente, le 'atomiche' erano solo viste come una bomba più potente delle altre, 'più efficiente'. E come gli stessi componenti dell'equipaggio dei bombardieri mandati in azione hanno raccontato, c'era ben radicata la
Data la situazione, si sarebbe potuto dare tempo e modo alla diplomazia di lavorare e convincere la leadership giapponese, che la guerra era persa e che non aveva nessun senso continuare. Ma per varie ragioni, non accadde nulla di simile. Forse uno dei motivi fu quello che si intendeva far capire a Stalin che sarebbero stati gli USA a comandare nel 'nuovo mondo' postbellico, in quanto dotati di capacità nucleari. E forse la rapidissima successione con cui si fece seguire la seconda bomba alla prima, dopo appena 3 convulsi giorni, era imputabile alla fretta con cui si voleva collaudare dal vero anche la bomba al plutonio, peraltro dello stesso tipo della carica esplosa il 12 luglio. Ecco i tipi di armi escogitate durante la guerra.
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Qualcuno si ricorderà di un film d'azione ambientato tra le fredde montagne della Norvegia, con Richard Harris e R.Burton, uno dei film bellici più famosi. Esso, al solito, non era del tutto corretto rispetto alla verità storica, ma di essa ne conservava una grande parte. E la fine del film è sostanzialmente quella che i libri di storia ricordano.
I Nazisti erano molto interessati alle armi più avanzate, pensarono persino agli aerospazioplani (del tutto irrealizzabili all'epoca, ma gli studi sulla propulsione di Sanger erano davvero importanti), e naturalmente, anche ai progressi della fisica sub-atomica. Già '''Einstein''', del resto, aveva affermato nel '39, con una lettera a Roosvelt che era possibile fabbricare armi all'uranio e che i Tedeschi avevano bloccato la vendita dell'uranio delle miniere cecoslovacche. Ora in Germania c'erano ancora
Questa fabbrica della zona di Telemark interessava moltissimo per tale produzione, e c'era da muoversi in fretta per eliminare il rischio che cadesse nelle mani dei Tedeschi. Joliot si mosse in fretta, comprando i 165 litri di acqua pesante che vennero portati segretamente in Francia giusto prima dell'
Haukelid riuscì a far posporre, assieme ai tecnici della fabbrica, di far muovere il carico ad una domenica. Era l'occasione per ridurre al massimo le perdite della popolazione civile dall'inevitabile affondamento del traghetto. Mise una carica di 9 kg sotto la chiglia, dato che i Tedeschi non sorvegliavano il piccolo traghetto. Alle 10.45 del 9 febbraio 1944 la carica esplose quando la nave era nel punto più profondo del lago Tinnsjo, mandando a picco la nave e il carico. Se e come questa azione abbia prevenuto la costruzione dell'atomica tedesca non si sa bene nemmeno oggi. Del resto pare che i Tedeschi non avessero affatto l'arma a portata di mano, come invece stavano facendo gli Americani, e quindi era difficile che in ogni caso sarebbero riusciti a fare molto. Forse semplicemente avrebbero sprecato risorse per cercare di andare avanti con un programma che non avrebbe consentito di arrivare all'obiettivo. Gli Americani riuscirono ad usare le 'atomiche' solo dal 6 agosto 1945, per allora i Tedeschi erano già sconfitti da mesi. Le sorti della guerra non sarebbero certo state stravolte dall'acqua pesante norvegese. E tuttavia, data la paura che effettivamente i Tedeschi dessero vita alle armi nucleari prima degli Alleati, con tanto di bombardiere He 177 appositamente preparato (il prototipo V38), è chiaro che difficilmente non si sarebbe tentato di fare quello che venne fatto per togliere ai Tedeschi anche la remota possibilità di realizzare le 'armi definitive' per antonomasia.
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