Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/USA-6: differenze tra le versioni

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[[Immagine:HMS Hermione gun.jpg|350px|right|thumb|Ecco invece un solitario Oerlikon su di una nave inglese]]
In ogni caso, nel '43 un sistema di mira con doppio giroscopio aumentò l'efficacia del cannone, si trattava dell'Mk 14 sviluppato dal MIT, che poteva essere utilizzato dieci secondi dopo l'accensione. In seguito venne usato anche come base per migliorare l'apparato Mk 51 dei cannoni da 40 mm, come è accaduto con i 'Gearing' che hanno rinuciatorinunciato alle Oerlikon per affidarsi solo ai calibri superiori. Forse la cosa più 'ironica' è che nel 1935 la Oerlikon quasi andò in bancarotta quando l'USN ne respinse il Model 1934, per via del ridotto rateo di fuoco che era di 265 colpi-min; fu la Marina Giapponese che tolse dai guai gli svizzeri ordinando alcuni di questi cannoni: si trattò di un 'autogol' inconsapevole, perché qualche tempo dopo la Oerlikon riuscirà a farsi accettare dall'USN la sua mitragliera, migliorata grazie ai soldi guadagnati con i Giapponesi (che tra l'altro ne fecero un uso scarsissimo, andando piuttosto sulle armi da 25 mm di tipo francese).. Le versioni erano varie: Mk 1, 2, 3, 4 'migliorati', tutti raffreddati ad aria con sistema di rinculo 'blow-back'. Ma sopratutto nei tipi migliorati venne reso possibile la produzione in grande serie dell'arma: prima, per costruire la canna da 2,7 kg c'era bisogno di un blocco di 56 kg di acciaio; gli americani ridussero tale valore ad appena 6,5 kg. La semplificazione fu tale da far scendere il numero di ore-lavoro per cannone da 428,4 a 76,2.
 
Il cannone Oerlikon dell'USN era lungo 70 calibri e pesava 68,04 kg, sparava 450 c.min, con caricatori da 60 colpi, i proiettili da 120 gr circa erano sparabili fino a 4.389 m, in quota a 3.048 m. L'affusto era di pesi tra 254 e 769 kg per l'USN, l'alzo fino a 87 gradi. In genere erano affusti singoli scudati, ma c'erano anche impianti binati e alcuni quadrinati erano stati installati a bordo di alcune navi Alleate. Le corazzate e le portaerei americane erano arrivate ad averne a bordo anche 40-44.
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Usato da tutti i belligeranti (eccetto probabilmente l'Italia), pesava
462 kg del tipo 'esercito', o raffreddato ad aria, 522 del tipo water-cooled (per la Marina). Sparava, a seconda dell'inclinazione, 120-160 colpi al minuto, valore teorico ma anche pratico, con 'clip' di 4 colpi; la cadenza aumentava anche a 180 c.min, se c'era un kit speciale, però la cosa non riguarda questa storia visto che divenne disponibile solo dal 1970. Nel frattempo i Bofors di nuova generazione, con spolette di prossimità e canna da 70 calibri (dunque grandemente superiori) avevano raggiunto cadenze di 230-300 c.min, ma anche questa è un'altra storia, essendo iniziata poco dopo la guerra. Le munizioni sono da 900 gr circa, il colpo completo 2,15 kg, di cui non più di 92 grammi della carica HE. Le navi avevano agevolmente oltre 1.000 colpi per canna. Il raggio era di 9.830 m sull'orizzonte, 7.160 in aria, ma la gittata pratica era circa la metà, anche per via del tempo di autodistruzione delle munizioni, che all'epoca non erano ancora di tipo VT, ovvero di prossimità: queste apparvero dopo qualche anno la fine della guerra. I proiettili, tirati a circa 900 m.sec perforavano, nel caso degli AP, fino a 69 mm a 0 metri, 30 mm a 1.829 m, 11 a 5.486 m (grossomodo come un 7,62 mm AP a circa 100 m). Gli affusti pesavano da 4.445 a 11.137 kg. Da ricordare, tra gli innumerevoli affusti, il Boffin, impianto binato da 20 mm con i cannoni sostituiti da un 40 mm, anche se con alzo limitato a 70 gradi. Eppure i Canadesi li hanno usati almeno fino al 1990. Oppure il sistema Hazemeyer, sussidiaria della Siemens, che costruì un affusto triassiale computerizzato prima della guerra, e questo sistema avanzato venne subito messo in produzione in Gran Bretagna. Questo sistema venne installato sui grossi caccia tipo 'Tromp' olandesi, o almeno un tipo simile per il controllo del tiro dei cannoni da 75 mm. I Tedeschi fabbricarono i cannoni nel Kongsberg Arsenal norvegese, e tra l'altro lo usarono per gli incrociatori Hipper ed Eugen dal '43. I Giapponesi invece provarono a costruirne un certo numero, grazie ad un sistema catturato agli Inglesi nel '42, a Singapore. Era chiamato Type 5, ma riuscirono a produrne solo pochi esemplari al mese dal tardo 1944, perciò quest'arma, indubbiamente utile, ebbe un impiego del tutto trascurabile. In effetti i Bofors un limite ce l'avevano: il peso non era irrilevante e ci volle un certo tempo per adattarli ai cacciatorpediniere, specie quelli prebellici che di fatto dovettero accontentarsi di rimpiazzererimpiazzare le Browning con gli Oerlikon. Per le navi maggiori non c'erano invece problemi, come per i 10 impianti quadrinati delle 'Essex' o i 20 binati delle 'Iowa'.
 
Salendo verso calibri maggiori, i cannoni da 76/50 mm vennero urgentemente usati nelle versioni Mk 27, 33 e 34. Per fermare del tutto i giapponesi c'era bisogno di un cannone più potente anche dei 40 mm, e questo all'epoca era il calibro minimo per usare le spolette VT. L'Mk 27 venne ricavato dall'Mk 22, ma il primo esemplare venne testato solo il 1 settembre 1945. Quanto all'Mk 22, esso era simile ad un impianto da 40 mm come ingombri; durante la guerra venne migliorato diventando un'arma antiaerea efficace e si stima che potesse sostituire 3 pezzi da 40 mm. La sua versione automatica, la Mk 27, era ovviamente ancora più potente a motivo del tiro automatico, e si caratterizzava da molloni di recupero esterni simili a quelli dei Bofors. Ne sono state prodotte le munizioni fino agli inizi del 2001, anche dalla Simmel italiana. L'Mk 22 pesava 798 kg, era lungo 4,055 m, cadenza 45-50 c.min, colpi da 10,9 kg di cui 5,9 del proiettile VT, 240 gr di TNT (decisamente poco, a causa della spoletta non abbastanza 'compattata'), quota 9.266 m, gittata 13.350 m. Il peso dell'affusto era di 14.259 kg per l'Mk 27, alzo 30°/sec, 24°/sec di rotazione.
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il peso era, per gli impianti trinati, 250 t, 314 o 303 t a seconda delle classi delle navi.
 
L'Mk 16 era un cannone da 203 mm automatico, che con il suo affusto pesava il 50% in più, ma era una delle poche grosse armi automatiche funzionanti davvero; i 'Salem' sono stati anche per questo gli incrociatori più potenti mai costruticostruiti tra quelli col 203 mm. La capacità era tale da far sparare 10 salve al minuto e persino in tiro contraereo era possibile fare qualcosa, con appositi proiettili spolettabili prima del fuoco. La massa degli impianti trinati, anche per via della loro protezione, era di 458 t, con alzo massimo di 41 gradi. Al solito la gittata non era eccezionale, ma consentiva di sparare proiettili a 27,5 km capaci di perforare alla massima distanza 102 mm di ponte corazzato, oppure 254 mm a 10 km. Il peso degli affusti arrivava a ben 458 t, da confrontarsi con le 200 di un impianto binato della generazione precedente. In parte era anche dovuto alla corazza più spessa, ma sopratutto al sistema d'alimentazione. L'unico incidente di rilievo avvenne nel '72 quando una spoletta mal registrata fece esplodere una torre dell'USS Newport News (CA-148), che causò 20 vittime. I cannoni vennero poi utilizzati per formare i primi esemplari della bomba antibunker GBU-28 americana (riempiendoli di esplosivo e trasformando le sezioni di canna in LGB da oltre 2 t). L'ultimissimo cannone da 203 navale al mondo fu quello automatico, che consentiva circa 12 salve al minuto, ma quest'arma degli anni '70 (simile ad un grosso cannone Mk 45) non ebbe sfortunatamente seguito pur essendosi dimostrata efficace. Inizialmente, per superare le difese sovietiche costiere, troppo pericolose per i pezzi da 127 mm dal raggio e distruttività insufficienti, si pensò al 175 mm dell'M107 dell'esercito, poi venne fuori quest'arma provata sull'unico caccia (l'USS Hull) che ha mai avuto un 203 mm. Capace di una gittata di 29 km e con un peso di appena 78 t, con una torre dal design molto moderno, era addirittura previsto, per supportare gli assalti anfibi, di dotarne gli Spruance e i Ticonderoga. I proiettili sperimentali a guida laser colpirono 5 volte su 5 test, un risultato eccellente. Ma nel '78 il programma venne cancellato, lasciando a dire il vero strascichi di polemiche e incertezze a non finire, specie dopo la messa in riserva delle ultime 'Iowa'. Il 203 mm, sebbene costoso e privo di una pratica capacità antiaerei, era certamente un'arma da adottare almeno su alcune navi americane. Da allora, il quesito su cosa usare per supportare gli sbarchi anfibi è rimasto pressoché senza risposta (eccetto ovviamente gli aerei, che però non sono sempre disponibili quando servono).
 
 
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I cannoni da corazzata erano tantissimi, ma quelli moderni, successori dei pezzi da 305 e 356 mm, erano gli '''Mk 6''' da 406/45 mm e poi un altro tipo da 406/50 mm. I primi da 406 erano quelli delle navi classe 'Colorado', ma questi erano cannoni di nuova generazione, usati per le 'Washington' e le 'South Dakota'; disegnati nel 1936, servizio dal '41, peso 97.231 kg per 18,694 m, proiettili AP da 1.225 kg e HE da 862 kg. I proiettili AP erano più lenti e quindi meno efficaci vs corazze verticali, ma marginalmente migliori dei pezzi da 406/50 quando usati contro i ponti, data la loro traiettoria maggiormente arcuata. La carica HE dei due tipi APC e HC era rispetivamenterispettivamente di 18,4 e 69,9 kg, mentre la carica di lancio era di 247 kg, sufficiente per 701 ms o 803 msec; il raggio era di 36.750 m con l'APC, la perforazione di 755 mm a 0 m, 382 a 22.860 m, mentre alla stessa distanza i ponti perforabili erano di 146 mm. Le installazioni pesavano 1.460 t.
 
[[Immagine:16in Gun Turret.jpg|380px|right|thumb|La torre Mk 7]]