Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-7: differenze tra le versioni

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Poi seguiranno i '''Type VII''' di cui i primi dieci erano il mod. A, da appena 626-745 t, ma di cui il B e sopratutto il C erano i più importanti, con 66,5 m di lunghezza per 769-871 t si potevano considerare battelli di media crociera. Vennero costruiti in quantità enormi (quasi 700) e per anni furono i principali marcatori di vittorie della marina tedesca, appoggiati dai '''Type IX''' a lunga autonomia da 1.120-1.232 t, 76 m, cannone da 105 mm e 6 tls con 22 siluri. Questo era modello 'IXC', 25.000 km a 10 nodi in superficie, 115 km a 4 nodi immerso: ma c'erano anche i primi IX, i 14 Type IXB del '39, che avevano 22.250 km, e gli D2, 29 unità (che si aggiungevano ai 149 IXC) avevano 58.400 km di autonomia; il D2-42 perfezionato ebbe un solo esemplare completato (peccato non conoscerne l'autonomia, già eccezionale con gli altri tipi). Spesso c'erano dei piccoli autogiri per esplorazione a bordo dei IX. Gli IXD arrivavano a 87,5 m.
 
 
[[Immagine:VII_y_IX_en_Trondheim_color.jpg|350px|right|thumb|Type VII e IX assieme, davanti ad un enorme rifugio corazzato tedesco a Trondheim]]
Caratteristiche VIIC e IX C
*'''Dislocamento''': 769/871 t---1.120/1.232
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====Le basi degli U-Boote====
[[Immagine:VII_y_IX_en_Trondheim_color.jpg|350px|right|thumb|Type VII e IX assieme, davanti ad un enorme rifugio corazzato tedesco a Trondheim]]
Non fa parte delle 'armi' vere e proprie, ma parlare delle basi dei sommergibili tedeschi è decisamente interessante, data la realizzazione di grandi rifugi e scali per questi mezzi navali, che divennero presto delle realizzazioni di grande complessità e con un'identità propria, anche se con caratteristiche base standardizzate. Nel '39 la Marina tedesca aveva solo 57 sommergibili e solo 2 scali protetti, oltretutto in realizzazione. Questo significa che nessun sommergibile tedesco era mai totalmente al sicuro, nemmeno nelle basi. Presto divenne chiaro che i sommergibili erano da proteggere se si voleva aiutarli a sopravvivere. Così avvenne, con una quantità di cemento e calcestruzzo di milioni di tonnellate, e strutture di dimensioni enormi. Del resto tutte le infrastrutture precedenti erano state demolite nel primo dopoguerra e qualcosa bisognava fare per proteggere queste preziose unità navali. Ben presto le basi di U-Boote divennero a prova di bombe, che la RAF cercava di realizzare in formati sempre più pesanti. Per esempio, la base di Helgoland (costruzione Nordsee III) aveva un tetto sostenuto da 32 piloni di cemento armato in doppia fila, con tre vani che contenevano 2 sommergibili l'uno; sul tetto c'erano anche il radar e alcuni cannoni da 37 mm. Lungo 156 m per 88 di larghezza, aveva tetto spesso 3 metri, pareti anch'esse necessariamente spesse (2 metri) e venne costruito nel 1940-41. Nel '47 venne distrutto con una enorme esplosione nell'operazione 'Big Bang'. La base di Amburgo era la Elbe II, una base di raddobbo e costruzione, 2.500 piloni, 1.800 metri quadrati, 137x62 m, anch'esso demolito dagli Alleati. Ma solo per parte, data la sua robustezza, tanto che a tutt'oggi due Type XXI giacciono tra le sue macerie, precisamente l'U-3596 e 3506.