Italia/Letteratura: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Dante Luca.jpg|thumb|right|200px|[[Dante Alighieri]] è considerato il poeta italiano di maggior peso culturale nella [[Storia della letteratura italiana]]]]
{{U|Storia della letteratura italiana|letteratura|agosto 2008}}
Gli storici della [[http://it.wikipedia.org/wiki/Letteratura|letteratura]] individuano l'inizio della tradizione letteraria in [[lingua italiana]] nella prima metà del [[XIII secolo]] con la [[Scuola siciliana]] di [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]] di Svevia Re di [[Sicilia]] e Imperatore del [[Sacro Romano Impero]], anche se il primo documento letterario è considerato il [[Cantico delle Creature]] di [[san Francesco di Assisi]]. La diffusione del messaggio poetico partì dunque dalla corte, e quando uscì dai suoi ristretti confini per diffondersi in maggiore libertà nei comuni toscani e a [[Bologna]], fu per molto tempo il privilegio di una ricca, benché sempre più vasta [[borghesia]] comunale. Anche quando la Sicilia passò il testimone ai grandi poeti toscani, coloro che scrivevano d'amore vi associarono, seppure in maniera fresca e nuova, i contenuti filosofici e retorici assimilati nelle prime grandi università, prima di tutto quella di Bologna, prima università per antichità e respiro culturale. I primi poeti italiani provenivano dunque da un alto livello sociale, e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio, Lucano. Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la [[Lingua (idioma)|lingua]], e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua, pur nata verso il X secolo D.C., si emancipa completamente dalla promiscuità col latino solo nel duecento.
 
La '''letteratura italiana''' si compone di tutte quelle opere poetiche manoscritte e a stampa in [[lingua italiana]] che si sviluppano a partire dall' XI secolo circa fino ai nostri giorni, ma è solo dal Duecento che ha inizio la tradizione letteraria in lingua italiana, cioè in un linguaggio che pur arricchito dai più diversi apporti dialettali, prende per la prima volta le distanze dai singoli idiomi locali.
 
==Le origini e il Duecento==
 
[[Immagine:MarcoPoloStatueInHangzhou.JPG|thumb|right|200px|Statua di [[Marco Polo]] a [[Hangzhou]], in [[Cina]]]]
 
La letteratura italiana affonda dunque le sue radici in tempi recenti in rapporto alle altre letterature europee, seguendo il ritardo di quasi due secoli della lingua. Come per tutte le lingue neolatine o romanze ([[lingua italiana|italiano]], [[lingua francese|francese]], [[lingua spagnola|spagnolo]], [[lingua portoghese|portoghese]], [[lingua rumena|rumeno]], dialetti e lingue [[Lingua ladina|ladini]] del [[Friuli]], del [[Trentino]] e dei Grigioni, [[Linguail sarda|Sardo]]), discende dal latino, con cui ha legami molto stretti più stretti delle altre lingue romanze proprio in virtù della prolungata permanenza della lingua madre in tutte le fasce sociali italiane. Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla conservazione del latino, lingua della Chiesa, dei tribunali e delle corti, ma anche delle scuole e delle università. A questo fattore si aggiunge però anche il perdurare della tradizione provenzale e francese nel nostro paese e l'uso della lingua d'oc e della lingua d'oïl nelle corti italiane del centro-nord, che produsse, tra i tanti rimaneggiamenti e imitazioni pedestri, anche alcune opere letterarie di un certo pregio, dal ''Tresor'' di Brunetto Latini, maestro del Sommo Poeta al ''[[Il Milione|Milione]]'' che [[Marco Polo]] dettò a [[Rustichello da Pisa]] in francese, ai canti d'amore di Sordello da Goito, la cui voce risuona ancora nel Paradiso di Dante. Questo almeno fino al momento in cui il Canzoniere siciliano si diffuse in Toscana, principalmente ad opera di Guittone d'Arezzo, da cui trasse spunti linguistici e poetici, sotto l'influenza di quel pre-umanesimo che avrebbe portato il travaso della letteratura e retorica classica nel toscano e nel bolognese riavvicinando la poesia italiana ai contenuti classici e distanziandola dal mondo cavalleresco franco-normanno che aveva fino allora cercato di copiare.
 
 
===Nascita del volgare===
Tutti i volgari neolatini provengono dalla forma del latino meno colta, il latino volgare, quello parlato dal popolo, e quindi, come ogni lingua, in corso di continuo cambiamento fin dalle sue più arcaiche origini. Il Latino, a causa della sua flessibilità linguistica, cioè la capacità della lingua di accettare e fare proprie nuovo forme logico-sintattiche e morfologiche provenienti da altre lingue, è stato oggetto di modificazioni fin da quando il popolo Romano entrò in contatto con i Greci della Magna Grecia, e con gli Etruschi dell'Italia Centro-Settentrionale, acquisendo nuove parole, o parti di parole (infissi, suffissi, prefissi) dette isoglosse. Ulteriori trasformazioni si hanno nell'età di Cesare, in cui avviene, sempre nel latino parlato, la caduta delle consonanti finali in sillaba libera [ad esempio "amat" (egli ama) si pronunciava ama; Murum (il muro) si pronunciava Muru; la forma scritta rimaneva, invece, invariata]. A queste si aggiunsero altri cambiamenti della lingua, che come se fosse viva, si evolveva e mutava. Ma ciò che determinò il punto di rottura tra latino volgare e quelli che saranno poi le lingue romanze, quindi i proto-volgari, e poi i volgari veri e propri, fu un fatto che accadde intorno al V sec. d.C., e cioè la caduta degli accenti quantitavi ( non si pronunciava più in modo diffente una "a" lunga (come quella dell'ablativo singolare delle prima declinazione) e una "a" breve (come quella del nominativo singolare della prima declinazione). Ciò fu la causa di altri due importanti eventi linguistici: il collasso delle declinazioni, e l'origine dell'articoloide, dal quale nascerà l'articolo. La lingua, che non è più latino, vive un periodo di gestazione e diversificazione che dura all'incirca fino al IX - X sec. d.C. , periodo nel quale le lingue locali, sulle quali il latino si era imposto, dopo la conquista militare romana, tendono a caratterizzare localmente la lingua, creando i proto-volgari. Questi diedero poi origine alle forme [[neolatine]], fra le quali la [[lingua italiana]]
 
Tra i più antichi [[ documento|documenti]] in volgare italiano sono da annoverare l' '''[[Indovinello veronese]]''' ritrovato nel [[1924]] nella biblioteca capitolare di [[Verona]] e datato fra i [[VII secolo|secoli VII]] e [[IX secolo|IX]] ; i ''' [[Placiti cassinesi|Placiti campani]] ''' datati [[960]]-[[963]]; l' [[Iscrizione di San Clemente]] che risale all' [[XI secolo]] e il '''Ritmo di Travale''' del [[1158]].
 
 
[[Immagine:Diego Velázquez 041.jpg|right|thumb|250 px|[[Diego Velázquez]], [[Juan Calabazas|Ritratto del buffone Juan Calabazas]]]]
 
Tra i primi documenti letterari del volgare si ricorda il testo [[Giullare|giullaresco]] nominato il '''Ritmo laurenziano''' che si fa risalire fra il il[[ 1151]] e il [[1157]], il '''Ritmo cassinese''' e il '''Ritmo di Sant'Alessio''' che risalgono alla fine del [[XII secolo]]. Ma tra i più belli è da ricordare il [[Cantico di Frate Sole]], o [[Cantico delle creature]] scritto da [[San Francesco]] intorno al [[1225]].
 
===L'influenza franco-provenzale===
La letteratura italiana delle origini risentì molto dell'influsso francese essendo considerata la [[Francia]], nei [[XI secolo|secoli XI]] e [[XII secolo|XII]], il centro della cultura d'[[Europa]]. Soprattutto la [[Lingua occitana|letteratura di lingua d'oc]] che si sviluppò in [[ Provenza]] dando l'avvio a una grande produzione di [[poesia]] d'amore ad opera dei [[amor cortese|trovatori]] che influenzarono la [[Scuola siciliana|lirica siciliana]].<br/>
Tra i più noti trovatori italiani che scrissero in lingua occitanica vi fu [[Sordello da Goito]] che scrisse il '''Compianto in morte di ser Blacatz''' nel [[1236]]. Il volgare vuole dire volgo, cioè popolo.
 
===La Scuola Siciliana===