Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Appendice 3: differenze tra le versioni

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Chiaramente, al di là degli orrori del regime nazista, certe azioni non potevano essere giustificabili e spesso nemmeno all'epoca lo furono. Gli Americani se ne tennero per lo più al di fuori, giocando una scommessa alla fine vincente per restare in gioco durante il giorno, con la visualizzazione del bersaglio da colpire.
 
Ma in Giappone le cose cambiarono. Gli Americani ottennero alcuni risultati dalle prime missioni dei B-29, ma non quanto si aspettavano: l'la cosidetta 'Operazione Matterhorn' non avrebbe mai dato loro la vittoria sui Giapponesi, troppe tribolazioni e pochi risultati, mentre il nemico messo sul chi vive stava rinforzandosi in maniera significativa. Ben presto si passò sia all'accorciamento delle distanze con la presa delle Marianne, sia con i bombardamenti notturni e a bassa quota. Gli attacchi erano diventati indiscriminatamente contro i civili e le città, tutte colpite eccetto una (l'antica capitale del Giappone) con incursioni devastanti. Era oramai l'era del fire-bombing, perché le case giapponesi erano fatte con criteri antisismici, ma quei materiali così flessibili erano anche infiammabili (legno e carta) e i B-29 andavano in azione con 6 e passa tonnellate di napalm l'uno. Il napalm è un'altra invenzione terribile della guerra, si tratta di benzina opportunamente trattata per aumentare la sua densità e il suo potere distruttivo, tanto da sostituire i tradizionali ordigni caricati 'solo' con fosforo, magnesio o termite.
 
Il 'firebombing' assunse toni drammatici in parecchie occasioni, con le città giapponesi anche insignificanti a livello militare colpite e distrutte, perché oramai il concetto era quello di uccidere la popolazione civile (per gli inglesi valeva invece il concetto del 'de-Housing', ovvero distruggere le case, chiaramente un'arrampicata sugli specchi dato che solo ad Amburgo, in pochi giorni di incursioni morirono circa 40 mila persone), senza troppi giri di parole. A Tokyo, nella terribile primavera del '45, in una sola incursione si stima che morirono 80.000 persone. Gente che talvolta veniva bollita dai canali dentro cui cercava scampo dal calore, ma che non bastavano a proteggerla. Scene che chi ha vissuto non potrà mai dimenticare.