Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Appendice 3: differenze tra le versioni
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===L'Atomica di Mosca<ref>Dimitrov V: ''Il prodotto 501'', Eserciti nella Storia agosto 2000</ref>===
Gli occidentali oramai se l'aspettavano, se è vero che attorno alla 'Cortina di ferro' volavano aerei speciali con compiti di ricognizione speciale. E il 29 agosto 1949 successe davvero: un B-29, con attrezzature di ricognizione radioattiva, localizzò degli isotopi
La storia dell'atomica sovietica era ed è piuttosto oscura, data la segretezza, persino maggiore dei soliti standard sovietici. Già negli anni '30 gli scienziati sovietici avevano fatto progressi nella comprensione del mondo della fisica delle particelle, come '''Piotr Kapitza''', studioso dei fenomeni della superconduttività e futuro premio Nobel. Tra i suoi benemeriti '''Kurciatov''' e '''Chariton''', i futuri padri della bomba atomica sovietica. Il primo era interessato alla fisica nucleare e dal 1930 faceva esperimenti importanti, fino a che nel '43 fondò l'Istituto dell'Energia Atomica e in futuro meritò il nome del 104imo elemento della tavola degli elementi. Chariton nel '39 enunciò la teoria del disgregamento a catena dell'uranio. In sostanza i due riuscirono a formulare la teoria secondo cui qualche decina di kg di uranio 235 potessero causare un'enorme esplosione, e Chariton pensò anche a come eseguire la centrifugazione delle miscele gassose per ottenere l'elemento necessario. Un altro era '''Anatoli Alexandrov''', che iniziò nel '37 a occuparsi della smagnetizzazione delle navi militari e poi della separazione degli isotopi di Uranio, in seguito sarà anche artefice della creazione dei primi sottomarini nucleari sovietici. '''Lev Landau''' e '''Igor Tamm''' (che scoprì il contenimento del plasma con campi magnetici e futuro Nobel) e altri ancora parteciparono con compiti importanti nella preparazione del programma sovietico, eppure quasi tutti non erano iscritti nel Partito, per esempio Kurciatov ci entrò solo nel '48, e altri anche più tardi, mentre Landau era stato addirittura arrestato con l'accusa di essere nemico del popolo il 27 aprile 1938 per poi essere liberato su pressione di Kapitza il giorno dopo. Pure Landau ebbe il Nobel, nel '62 (gli altri due rispettivamente nel '78 e '58), morendo nel '68 (ma il processo contro di lui durò fino al 1990).
L'avanzata delle truppe tedesche comportò l'evacuazione dei centri di Kiev, Leningrado e Mosca nel '42 però si riprese raggruppati a Kazan. Nel frattempo i servizi segreti, ovvero l'INO e l'NKVD stavano indagando sui progressi ad Occidente in campo anche nucleare, e uno dei responsabili, Kvansikov, era uno scenziato che si rese conto che la ricerca oramai era indirizzata nel settore militare. Ne discusse con il superiore Pavel Fitin e questi con il terribile Lavrenti Beria, un burocrate dal potere enorme capo dal 1938 dell'NKVD e poi commissario generale per la sicurezza dello Stato, il che gli diede modo di causare danni enormi alla nazione di cui doveva curare la salute. Ma anche se fu buona parte colpa sua delle purghe che funestarono l'URSS prima dell'Operazione Barbarossa, nel '44 venne ancora incaricato anche del Comitato Statale per la Difesa o CSD, inclusa anche la ricerca missilistica e nucleare, grazie anche al fatto che l'NKVD era in possesso di centinaia di migliaia di lavoratori coatti (prigionieri politici). Inizialmente i rapporti sull'attività militare nucleare non vennero presi sul serio né da Beria né da Stalin, ma poi le cose cambiarono e gli scenziati dichiararono la serietà della situazione. Alla fine, grazie all'attività di spie come Klaus Fuchs, tedesco ma perseguitato dal nazismo e pertanto esule negli USA, le cose divennero sempre più chiare. E lo furono anche di più quando i Sovietici seppero della missione segreta Alsoss, che gli Americani, pure in vantaggio, stavano facendo per trovare informazioni utili sui programmi nucleari tedeschi. I sovietici fecero lo stesso nell'aprile 1945 con una commissione che comprendeva molte persone di quelle già citate. ▼
▲L'avanzata delle truppe tedesche comportò l'evacuazione dei centri di Kiev, Leningrado e Mosca nel '42 però si riprese raggruppati a Kazan. Nel frattempo i servizi segreti, ovvero l'INO e l'NKVD stavano indagando sui progressi ad Occidente in campo anche nucleare, e uno dei responsabili, Kvansikov, era uno scenziato che si rese conto che la ricerca oramai era indirizzata nel settore militare. Ne discusse con il superiore '''Pavel Fitin''' e questi con il terribile '''Lavrenti Beria''', un burocrate dal potere enorme capo dal 1938 dell'NKVD e poi commissario generale per la sicurezza dello Stato, il che gli diede modo di causare danni enormi alla nazione di cui doveva curare la salute. Ma anche se fu buona parte colpa sua delle purghe che funestarono l'URSS prima dell'[[w:Operazione Barbarossa|Operazione Barbarossa]], nel '44 venne
Il 16 luglio 1945 scoppiò la prima 'atomica' americana e mondiale, e il giorno dopo iniziò la conferenza di Potsdam con Stalin, Churchill e Truman. L'esplosione dell'atomica non venne tenuta segreta e lo stesso Truman lo disse a Stalin il 24 luglio e che era intenzionato ad usarla contro il Giappone. La conferenza finì il 2 agosto, e Stalin, che apparentemente non aveva capito di che Truman stava parlando, in realtà lo aveva ben compreso e dopo l'esplosione di Hiroshima capì anche meglio di che cosa quest'arma era capace. Accelerò il programma e per farlo si servì di '''Boris Vannikov''', persona di valore che aveva difeso molti suoi quadri dalle accuse dell'entourage di Beria. Ma era stato anch'egli arrestato appena prima dell'invasione tedesca per le solite accuse diffamatorie. Ma Stalin lo liberò, data la sua importanza e competenza. Dal '42 si ritrovò come commissario del popolo per il munizionamento. Nell'agosto ebbe da Stalin l'incarico di realizzare l'Atomica anche se non sapeva bene di che si trattasse. Beria voleva realizzarla con l'NKVD, ma lui non era d'accordo: troppo importante per tutta l'URSS, doveva essere una cosa partecipata nella maniera più ampia. Stalin approvò e gli diede l'incarico. Il Consiglio per la creazione dell'Atomica era stato suggerito da Beria, ma Stalin approvò sì, ma mise Vannikov a comandarlo e non ci mise certo Beria. Vannikov divenne presto l'artefice materiale del programma nucleare sovietico, ovviamente segreto, assieme agli scenziati visti prima.
La bomba atomica sarebbe stata realizzata con il [[w:plutonio|plutonio]], per varie ragioni tra cui il fatto che il 2 dicembre 1942 Fermi aveva fatto la prima reazione controllabile nel '''Progetto Manhattan''', con la sua pila atomica. Venne trovato il posto giusto per fare l'impianto per il plutonio, in zona di '''Celiabinsk''', a Zaveniaghin, dove sorse l'Impianto N.817, dove lavorarono 70.000 detetuti di 12 campi, provenienti dell'NKVD. Venne scelto un reattore a grafite, che richiedeva una purezza sia di uranio che di grafite elevatissima, cosa inizialmente impossibile per i sovietici. Il reattore nucleare vero e proprio venne chiamato F-1 o '''Anushka''', costruito verso la fine del' 45, sottoterra, in un vano di 1.000 mc. Vennero quindi fornite 300 t di grafite e 24 di uranio. La sera del 25 dicembre 1946 'Anuschka' iniziò la sua attività con successo pruducendo il primo plutonio sovietico, anche se inizialmente era regolato solo per 100 watt. Beria il giorno dopo venne a vedere l'impianto ma gli fu detto da Kurciatov che c'erano troppe radiazioni, e Ovviamente non fu creduto. ===I programmi americani<ref>Caiti G: ''la Tragedia dell'indianapolis''</ref><ref>Ghergo F: ''Hiroshima era necessaria?'', I bombardamenti e i civili'', ''Il Terror Bombing'' e ''Firebombing sul Giappone'', Storia Militare dic 2006, gen 05, giu 06</ref>===
[[Immagine:Little Boy internal diagram.svg|250px|left|thumb|Ecco l'interno della 'Little Boy']]
A parte l'esperimento di [[w:Alamogordo|Alamogordo]] (dove dal '43 si riunirono i migliori scenziati e tecnici) del 16 luglio 1945, gli americani realizzarono altri due ordigni entro la fine della guerra, praticamente prototipi, anche se destinati a fare 'scuola'. Essi erano i risultati ultimi di tante cose, degli studi di Einstein sul rapporto tra massa ed energia (E=MC<small>2</small>), della sintesi del plutonio da parte di Fermi, della lettera di Einstein a Roosvelt sulla possibilità che i Tedeschi costruissero una bomba all'uranio, della fuga di Fermi e di vari altri importanti scenziati negli USA, degli enormi investimenti che, a seguito della prima pila atomica azionata nel '42, vide un programma da miliardi di dollari, che faceva il paio con quello dei bombardieri B-29. E non fu un caso, forse fin dall'inizio si pensò ad essi come unico vettore pratico, dotati di abbastanza velocità e quota per sfuggire agli effetti delle bombe. A dire il vero, questi effetti si sarebbero potuti ovviare in vari modi: uno era quello di usare un paracadute che ritardasse la discesa alla quota prefissata per l'esplosione, ma forse si temeva che il vento portasse fuori traiettoria l'ordigno facendogli mancare parte dell'obiettivo (ma una grande città sarebbe stata comunque un bersaglio troppo difficile da mancare), l'altro di fornire di una spoletta a scoppio ritardato la bomba, senonché l'impatto sarebbe stato forse tale da distruggerla prima di esplodere. Un parziale rimedio sarebbe stato cercare il mare, ma forse questo non sarebbe stato considerato 'soddisfacente' quanto ad effetti distruttivi sul porto di Hiroshima.
In ogni caso, il programma è stato ricchissimo di risvolti, molti dei quali poco noti. Io lascio, almeno per il momento, all'abbondante bibliografia la scoperta di tali elementi, anche perché non nutro alcuna 'simpatia' (se così si può dire) per le armi 'atomiche', capaci come sono di annientare, persino nella loro forma più primitiva, una intera città. Perché il dramma di tali armi è anche questo: sebbene gli americani dissero che con tali bombe potevano fare il lavoro di 2.000 B-29, in realtà omettevano di considerare che i B-29 non possono certo fare un bombardamento istantaneo se attaccano in tal numero; il singolo scoppio nucleare invece sorprende la gente per strada, non le dà scampo alcuno, né spesso un singolo aereo è sufficiente per dare l'allarme, specie se vi sono esemplari abitudinariamente in volo di ricognizione. E poi, naturalmente, c'é la radioattività. Della quale, sorprendentemente, non pare che Hiroshima e Nagasaki attualmente soffrano, per qualche ragione, a parte gli individui direttamente colpiti, il territorio si è 'depurato' abbastanza in fretta.
Ma il programma nucleare non fu certo improvvisato nemmeno dal punto di vista dell'aviazione. Tra i tanti risvolti poco noti, c'é quello dell'impiego di bombe 'normali' fatte a guisa di ordigni atomici. Questo per studiarne la traiettoria e la precisione. Queste armi, poco note, sono state in realtà le bombe più pesanti usate dall'USAAF durante la guerra. E il loro impiego fu consistente, con circa 50 ordigni lanciati che si stima uccisero oltre mille persone
Le prime bombe 'atomiche' erano fatte in due modi diversi, rimasti a lungo in auge. Il primo era quello del 'cannone'. Ovvero, un pezzo di uranio veniva sistemato dentro un tubo, un altro all'estremità: detonando una piccola carica esplosiva poteva far sì che l'uno si scontrasse con l'altro, provocando per reazione la fissione. L'altro sistema, più elaborato e meno brutale, sopratutto meno ingombrante e pesante, è quello ad 'implosione', con dei panetti di esplosivo sistemati tutt'attorno al nocciolo di uranio o plutonio, e che esplodono contemporaneamente, provocando lo stesso effetto. Vedi per esempio 'The Peacekeeper' con Clooney e Kidman, la scena di disinnesco mostrava per l'appunto la carica nucleare di tipo implodente. Infatti, anche per le moderne bombe H si usa una piccola bomba a fissione per fornire abbastanza potenza, per cui in realtà si tratta di ordigni di tipo misto. Si chiamano a fusione perché la potenza esplosiva viene di gran lunga fornita dall'idrogeno.
Detto questo, chiaramente la prima bomba giapponese, Little Boy, era 'a cannone', la seconda, come si evince dalla forma 'obesa', era a implosione. Per questo si chiamava '
Le bombe vennero portate in volo dai B-29 e tirate su città giapponesi. Questo fatto, al di là della mera enunciazione, merita chiaramente una spiegazione. Anzitutto come si è arrivati a concepire la distruzione di intere città. Premetto che Hiroshima e anche Nagasaki erano obiettivi militarmente legittimi, nel senso che avevano effettivamente un'industria militare sviluppata. Ma questo non è sufficiente per comprendere tutta la storia. In verità gli storici sono ancora in pesante disaccordo sul senso e l'opportunità di colpire obiettivi con bombardamenti indiscriminati, e in ogni caso tutto si fa risalire a molti anni prima, da dove potrebbe nascere la nostra storia.
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Nella II GM le cose, inizialmente, non procedettero in tal modo. Gli Inglesi ebbero cura di non attaccare se non navi militari in mare aperto o quantomeno ormeggiate, perché non volevano arrecare danno a persone o proprietà private. Questo era molto gentile, ma la guerra non è fatta per le buone maniere, e dopo che gli Inglesi fallirono con gravi perdite le prime missioni, cominciarono ad attaccare di notte le principali città tedesche, anche Berlino. I Tedeschi risultarono notevolmente infastiditi da tale sviluppo e se fin'allora si erano guardati dall'attacco ad obiettivi civili, cominciarono anche loro gli attacchi alle città britanniche, essenzialmente dal settembre 1940, dopo che avevano quasi azzerato la potenza aerea inglese, perdendo poi una settimana a bombardare Londra. In seguito continueranno a colpire la Gran Bretagna, prima con la guerra notturna del 1940-41, poi con le incursioni Baedecker, del '42, che erano mirate a distruggere città d'arte e storicamente importanti. Del resto tale iniziativa non nasceva da pura barbarie: gli Inglesi avevano semidistrutto Lubecca, una delle più belle città tedesche.
Al dunque
Chiaramente, al di là degli orrori del regime nazista, certe azioni non potevano essere giustificabili e spesso nemmeno all'epoca lo furono. Gli Americani se ne tennero per lo più al di fuori, giocando una scommessa alla fine vincente
Ma in Giappone le cose cambiarono. Gli Americani ottennero alcuni risultati dalle prime missioni dei B-29, ma non quanto si aspettavano: l'
Il 'firebombing' assunse toni drammatici in parecchie occasioni, con le città giapponesi anche insignificanti a livello militare colpite e distrutte, perché oramai il concetto era quello di uccidere la popolazione civile (per gli inglesi valeva invece il concetto del 'de-Housing', ovvero distruggere le case, chiaramente un'arrampicata sugli specchi dato che solo ad Amburgo, in pochi giorni di incursioni morirono circa 40 mila persone), senza troppi giri di parole. A Tokyo, nella terribile primavera del '45, in una sola incursione si stima che morirono
Con questo 'retroterra' culturale, con l'idea della guerra totale in mente,
Data la situazione, si sarebbe potuto dare tempo e modo alla diplomazia di lavorare e convincere la leadership giapponese, che la guerra era persa e che non aveva nessun senso continuare. Ma per varie ragioni, non accadde nulla di simile. Forse uno dei motivi fu quello che si intendeva far capire a Stalin che sarebbero stati gli USA a comandare nel 'nuovo mondo' postbellico, in quanto dotati di capacità nucleari. E forse la rapidissima successione con cui si fece seguire la seconda bomba alla prima, dopo appena 3 convulsi giorni, era imputabile alla fretta con cui si voleva collaudare dal vero anche la bomba al plutonio, peraltro dello stesso tipo della carica esplosa il 12 luglio. Ecco i tipi di armi escogitate durante la guerra.
[[Immagine:Fatman inner1.png|350px|right|thumb|Fat_Man_Internal_Components.png]]
*'''Mark 1''': "Little Boy" , la bomba di Hiroshima (13-16 Kt, 1945-1950)
*Mark 2: "Thin Man", una differente progettazione, che non ebbe seguito
*'''Mark 3''': "Fat Man" (21 Kt, 1945-1950) la bomba di Nagasaki, al plutonio.
L'attacco alle due città fu molto meno lineare di quanto si può pensare. Per esempio, fu solo la copertura nuvolosa che fece decidere tra Hiroshima e Kokura. Tra la prima e la seconda bomba si lanciarono tonnellate di manifestini di propaganda per chiedere ai Giapponesi di arrendersi. Ma questi erano ancora intenti a cercare di capire quale apocalisse avesse distrutto Hiroshima, e in tre giorni non poterono prendere quelle decisioni che vennero poi prese dopo Nagasaki. Non c'era tempo ed è difficile capire la ragione dato che oramai gli americani avevano la situazione in pugno. Forse il problema era l'ammassamento di truppe sovietiche nei territori ad est dell'URSS, per prevenire l'attacco deciso da Stalin per regolare i conti con i Giapponesi. L'attacco ci fu ugualmente, a guerra finita con gli Americani, e comportò la rotta del forte esercito giapponese ancora in territorio coreano e cinese.
Una cosa è certa, che il costo della guerra moderna lo hanno pagato sempre di più popolazioni civili e inermi. A Hiroshima c'era anche un campo di prigionia americano, spazzato via dall'esplosione dell'Enola Gay di Paul Tibbets (questo nome così strano è quello della madre). Allora andò tutto perfettamente. Non così con il Bockscar e la sua Fat Man, che ad un certo punto addirittura si armò in anticipo e rischiò di esplodere ancora a bordo. Tuttavia la fine della missione è nota. Nagasaki venne distrutta, ma anche esplodendo in quota la bomba non riuscì ad uccidere quanto a Hiroshima, limitandosi a 'solo' 52.000 persone a causa del terreno più collinoso che schermò parte della città dalla distruzione. Invece a Hiroshima morirono non meno di 80.000 persone (più i dispersi), per lo più fulminate dall'onda di calore e da quella che arrivò, con un ritardo di alcuni, orribili secondi, a spegnere le loro vite. L'onda d'urto non ebbe tuttavia la stessa distanza utile di quella termica e della radiazione diretta, per cui molti sopravvissero eppure ebbero orribili ustioni o vennero contaminati dalla radioattività. Stranamente, mentre in tanti esperimenti il raggio utile di un ordigno di bassa potenza è stimato in poco più di un km, qui la distruzione si estese anche oltre i 3 km dal punto di scoppio. Gli edifici, pochi dei quali in cemento, vennero distrutti e il fumo salì fino a 17 km.
Anche dall'Enola Gay in fuga ad alta quota sentirono distintamente l'onda d'urto, e contemplarono sbigottiti quello che il loro bombardiere aveva fatto. Poi credettero che era il 'male minore', senza considerare che la resistenza giapponese era in realtà al capolinea e un minimo sforzo diplomatico avrebbe evitato facilmente l'invasione del Giappone. Dopotutto, la storia è piena di casi (come Pantelleria nel '43) in cui una piazzaforte cade per un assedio senza la presa d'assalto immaginata con lo stile di 'Olympic'. Sia come sia, l'orrore dell'alba dell'era nucleare non si esaurì ma fece da deterrente per evitare altre guerre mondiali su vastissima scala, nella consapevolezza che la tecnologia umana è troppo potente per essere usata senza limiti.
Un'appendice particolare fu però quella del trasporto delle bombe a Titian, da dove poi partirono a bordo dei due B-29. Questo trasporto venne fatto da un mezzo che doveva essere sicuro, veloce e segreto. Nulla di meglio di un incrociatore. Ma l''''USS Indianapolis''', classe 'Portland
===I programmi tedeschi e gli 'eroi di Telemark'<ref>Jones E: ''I commandos di Telemark'' Eserciti nella Storia nov 1999</ref>===
Qualcuno si ricorderà di un film d'azione ambientato tra le fredde montagne della Norvegia, con Richard Harris e R.Burton, uno dei film bellici più famosi. Esso, al solito, non era del tutto corretto rispetto alla verità storica, ma di essa ne conservava una grande parte. E la fine del film è sostanzialmente quella che i libri di storia ricordano.
I Nazisti erano molto interessati alle armi più avanzate, pensarono persino agli aerospazioplani (del tutto irrealizzabili all'epoca, ma gli studi sulla propulsione di Sanger erano davvero importanti), e naturalmente, anche ai progressi della fisica
Questa fabbrica della zona di Telemark interessava moltissimo per tale produzione, e c'era da muoversi in fretta per eliminare il rischio che cadesse nelle mani dei Tedeschi. Joliot si mosse in fretta, comprando i 165 litri di acqua pesante che vennero portati segretamente in Francia giusto prima dell'invasioe Tedesca, e poi questi litri verranno salvati e portati in Gran Bretagna il 20 giugno 1940, salvando per la seconda volta quest'acqua speciale, fondamentale per la realizzazione dei primi reattori atomici. Gli impianti però erano rimasti in Norvegia e i Tedeschi li fecero lavorare per i loro interessi. Gli Inglesi lo seppero e decisero di colpire tale fabbrica. La migliore possibilità era quella, teoricamente, di colpire con un attacco aereo: ma questo non era fattibile in pratica data la posizione della fabbrica, vicino ad una montagna che di fatto la proteggeva efficacemente dalle azioni d'attacco aereo, almeno all'epoca. Venne quindi programmata un'azione di commandos. Nel frattempo un gruppo di partigiani norvegesi comandati dall'ing. '''Einard Skinnarland''' arrivò con una nave norvegese catturata in Scozia, nel marzo 1942. Ma Skinnarland sarà rimandato in Norvegia, paracadutato con una piccola trasmittente. Da lì tenne i contatti con il '''SOE''', il comando delle forze speciali. Prima si tentò di attaccare l'impianto con un paio di alianti guidati da altrettanti bombardieri da trasporto: ma al momento dell'attacco del 19 novembre il primo aliante andò distrutto assieme all'aereo che lo trainava cozzando contro una montagna, e i superstiti per giunta vennero subito uccisi dall'esercito, mentre il secondo aliante si salvò ma i suoi componenti 2 giorni dopo vennero catturati. Si decise di lasciar perdere gli alianti, e di ricorrere a dei paracadutisti. Il gruppo guidato da '''Knut Haukelid''' era di sette elementi e riuscì ad arrivare via paracadute il 20 febbraio 1943. Dopo una lunga preparazione e varie traversie, riuscirono ad entrare nella fabbrica e manomisero l'impianto elettrolitico e altri sistemi, nonostante la sorveglianza di 20 soldati tedeschi, senza farsi notare e senza uccidere nessuno. Le esplosioni distrussero varie apparecchiature e i soldati Tedeschi non riuscirono a ritrovare questi incursori, anzi all'inizio era anche stato coinvolta la locale popolazione, che si temeva avesse sabotato l'impianto; ma il comandante tedesco si rese conto che un lavoro tanto professionale poteva essere solo l'opera di commandos inglesi. Questi nel frattempo erano andati al confine svedese e si salvarono dalla caccia di 3.000 tedeschi. I danni erano stati calcolati in 8 mesi di stop; invece i Tedeschi riuscirono a riprendere l'attività in appena 4 mesi. Ora la parola passò all'USAAF, che tentò il 16 novembre 1943 di distruggere gli impianti con 155 bombardieri. Gli impianti vennero danneggiati gravemente e
Haukelid riuscì a far posporre, assieme ai tecnici della fabbrica, di far muovere il carico ad una domenica. Era l'occasione per ridurre al massimo le perdite della popolazione civile dall'inevitabile affondamento del traghetto. Mise una carica di 9 kg sotto la chiglia, dato che i Tedeschi non sorvegliavano il piccolo traghetto. Alle 10.45 del 9 febbraio 1944 la carica esplose quando la nave era nel punto più profondo del lago Tinnsjo, mandando a picco la nave e il carico. Se e come questa azione abbia prevenuto la costruzione dell'atomica tedesca non si sa bene nemmeno oggi. Del resto pare che i Tedeschi non avessero affatto l'arma a portata di mano, come invece stavano facendo gli Americani, e quindi era difficile che in ogni caso sarebbero riusciti a fare molto. Forse semplicemente avrebbero sprecato risorse per cercare di andare avanti con un programma che non avrebbe consentito di arrivare all'obiettivo. Gli Americani riuscirono ad usare le 'atomiche' solo dal 6 agosto 1945, per allora i Tedeschi erano già sconfitti da mesi. Le sorti della guerra non sarebbero certo state stravolte dall'acqua pesante norvegese. E tuttavia, data la paura che effettivamente i Tedeschi dessero vita alle armi nucleari prima degli Alleati, con tanto di bombardiere He 177 appositamente preparato (il prototipo V38), è chiaro che difficilmente non si sarebbe tentato di fare quello che venne fatto per togliere ai Tedeschi anche la remota possibilità di
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