Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/URSS-2: differenze tra le versioni

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Per tornare brevemente ai fucili semiautomatici, che influenzeranno anche i Tedeschi, vale la pena di ricordare l'AVS 36 di Simonov, con una grossa fiammata all'atto dello sparo, molto visibile, e un eccesso di rinculo, oltre a scarsa affidabilità. Però nel '36 non c'era molto di meglio da sperare. L'STV38 di Tokarev lo rimpiazzò dal '38, ma per alleggerirlo era stato reso piuttosto delicato. Venne tolto dalla produzione nel '40, quando arrivò l'STV 40 sempre con il sistema a sottrazione di gas, ma irrobustito, anche se la vampata e il forte rinculo permanevano. Spesso venne assegnato, nondimeno, ai cecchini, oppure agli ufficiali. In ogni caso i Tedeschi presero in servizio tutti gli SVT38 e 40 catturati e il meccanismo base finì nel loro Gewher 43 e nell'insieme si può dire che si trattasse di armi valide, richieste, ma prodotte in pochi esemplari rispetto ai vecchi Mosin-Nagant. Le caratteristiche: calibro 7,62 mm, lunghezza 1,222 m di cui 625 canna, peso 3,89 kg, v.iniziale 820 m.sec, caricatore ad astuccio da 10 colpi. Un discreto equivalente del Garand, insomma. Per quanto riguarda i fucili Mosin-Nagant, si chiamano così in quanto hanno ripreso il meglio di due progetti del cap Mosin, e dei fratelli belgi Nagant. Ma questa è storia del 1891, quindi c'é poco di moderno in queste armi da 1,232 m e 4 kg di peso. La versione carabina M1938 è se non altro pesante 3,47 kg e lunga 101 cm, con v.iniziale scesa da811 a 766 m.sec, ed è rimasta più a lungo in servizio dei vecchi fucili, eclissati dai Kalashnikov.
 
Delle armi portatili sovietiche conviene nondimeno ricordare l'efficacia quando usate come fucili da cecchini: tutte e due le parti ricorsero ampiamente ai tiratori scelti, ma quelli sovietici erano reparti di numero mai visto, il miglior modo di valorizzare le armi del fante era indubbiamente questo. E in luoghi infernali come Stalingrado, i Mosin-Nagant, con il loro 'scatto' morbido e un cannocchiale da 3,5 o 4 ingrandimenti fecero il loro 'lavoro' con efficacia micidiale, in un'epoca in cui non esistevano protezioni individuali sufficienti per la minaccia (nemmeno gli elmetti d'acciaio erano sufficienti). La lezione non andò persa, e i Sovietici sono stati gli unici a mettere in servizio, nel dopoguerra, un fucile semiautomatico da cecchini: l'SDV Dragunov. Quest'arma non è niente di speciale come fucile di precisione: ma la sua qualifica di 'combattente' con tanto di predisposizione per la baionetta dà l'idea di cosa significa 'tiratore scelto' per i Sovietici: non un soldato d'elite super-addestrato quanto raro a trovarsi in zona, ma un tiratore scelto che fa parte della fanteria, partendo dal plotone in su. Poco efficace nei lavori di maggior impegno, ma presente ovunque come 'braccio' per i soldati normali, in funzione anche anti-cacciacarri (fanti), o anti-cecchini. Alle volte le parti s'invertono, può succedere, come era normale a Sarajevo, che i cecchini venissero snidati da armi controcarri. Ma normalmente accade il contrario, e lo stesso vale per mitragliatrici e mortai. Queste sono le potenzialità di persone capaci di sparare con precisione fino a 500 m, meno dei 'professionisti' capaci di tirare anche ad oltre 1.000, ma abbastanza buoni rispetto alla media che difficilmente colpisce sopra i 100 m.
 
Altri tipi di armi sono anche le mitragliatrici leggere o fucili mitragliatori come il PD, DPM, e RP46, per poi finire con l'RDP, arma da 7,1 kg e lunghezza di 1,036 m, con caricatore da 100 colpi. La carabina SKS era stata progettata durante la guerra ma entrò in produzione molto tempo dopo. Fu la prima arma progettata per la cartuccia intermedia 7,62x39 mm, arma da 3,85 kg semiautomatica, con caricatore da 20 colpi. Attualmente questo classico, copiato anche dai Cinesi come Tipo 56, è sopratutto usata da guerriglieri e da collezionisti di armi, a cui piace molto per l'equilibrio e la facilità d'uso. Ebbe il battesimo del fuoco durante la Guerra di Corea.
 
Molto diffusi, durante la guerra, invece i lanciafiamme. Il ROKS-2 sembrava un fucile, per come era camuffato bene,anche se aveva le solite bombole di gas e combustibile caricate dietro la schiena dell'operatore. La gittata, grazie alla scoperta del modo per aumentare la densità del liquido, arrivava anche a 45 m, anche se l'autonomia era di 6-8 secondi, con peso di22,7 kg e combustibile per 9 litri. I carri armati ottennero vari tipi di lanciafiamme, per i T-26, i T-34 e poi i KV-1S con l'ATO-42, con gittata di 120 metri in casamatta anteriore, al posto della mitragliatrice.
Delle armi portatili sovietiche conviene nondimeno ricordare l'efficacia quando usate come fucili da cecchini: tutte e due le parti ricorsero ampiamente ai tiratori scelti, ma quelli sovietici erano reparti di numero mai visto, il miglior modo di valorizzare le armi del fante era indubbiamente questo. E in luoghi infernali come Stalingrado, i Mosin-Nagant, con il loro 'scatto' morbido e un cannocchiale da 3,5 o 4 ingrandimenti fecero il loro 'lavoro' con efficacia micidiale, in un'epoca in cui non esistevano protezioni individuali sufficienti per la minaccia (nemmeno gli elmetti d'acciaio erano sufficienti). La lezione non andò persa, e i Sovietici sono stati gli unici a mettere in servizio, nel dopoguerra, un fucile semiautomatico da cecchini: l'SDV Dragunov. Quest'arma non è niente di speciale come fucile di precisione: ma la sua qualifica di 'combattente' con tanto di predisposizione per la baionetta dà l'idea di cosa significa 'tiratore scelto' per i Sovietici: non un soldato d'elite super-addestrato quanto raro a trovarsi in zona, ma un tiratore scelto che fa parte della fanteria, partendo dal plotone in su. Poco efficace nei lavori di maggior impegno, ma presente ovunque come 'braccio' per i soldati normali, in funzione anche anti-cacciacarri (fanti), o anti-cecchini. Alle volte le parti s'invertono, può succedere, come era normale a Sarajevo, che i cecchini venissero snidati da armi controcarri. Ma normalmente accade il contrario, e lo stesso vale per mitragliatrici e mortai. Queste sono le potenzialità di persone capaci di sparare con precisione fino a 500 m, meno dei 'professionisti' capaci di tirare anche ad oltre 1.000, ma abbastanza buoni rispetto alla media che difficilmente colpisce sopra i 100 m.
 
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