Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-4: differenze tra le versioni

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===Fucili<ref>Armi da guerra 65</ref><ref>Ludi G: ''I Fucili automatici di Hitler'' Eserciti nella Storia dic 2001</ref>===
I Tedeschi entrarono in guerra con armi per la fanteria che costituivano un mix di tradizione e di modernità, ma in generale non erano particolarmente avanti nella tecnica, cosa che potrà stupire, ma del resto erano in questo in buona compagnia. Il fucile principale era ancora il Mauser 98, spesso con la sua versione corta la Karabiner 98k. Era un'arma normale, ad azionamento manuale, che sparava una cartuccia potente da 7,92 mm.
[[Immagine:Sturmgewehr 44.jpg|360px|right|L'Stg-44]]
 
==Progetti non realizzati==
Il tipo base, che risaliva ad un prodotto di dieci anni più vecchio, era lungo 1,25 m di cui 74 cm della sola canna, pesava 4,2 kg e aveva caricatore ad astuccio da 5 colpi. La carabina aveva peso di 3,9 kg, lunghezza di 1,075 m e canna da 60 cm, per cui non era un gran miglioramento rispetto al fucile base, giudicato troppo lungo e pesante dopo il 1918. A tutti gli effetti, il Mauser ebbe accessori di ogni sorta tra cui cannocchiali di puntamento per cecchini, e anche se era grossomodo all'altezza dei vari tipi analoghi in servizio nel mondo, il suo meccanismo di ricarica non era particolarmente morbido da azionare, il che non agevolava la mira di precisione se si doveva sparare colpi ripetuti (il Mosin-Nagant russo era molto migliore in tal senso).
Tra i tanti progetti avanzati, in cui era stata riposta l'ultima speranza della Germania Nazista, oramai in rovina, vi sono stati tante di quelle idee e invenzioni, che anche elencarle tutte è difficile, se non impossibile. Quello che segue è un tentativo abbastanza completo nei limiti della conoscenza delle fonti consultate.
 
===Ar 234 da caccia===
Nel 1940 l'Esercito giunse alla conclusione che un sistema semiautomatico era necessario per i soldati, e indisse un concorso a cui parteciparono la Walhter e la Mauser, con modelli molto simili. Utilizzavano il 'sistema Bang' con i gas prelevati dalla volata, il che si dimostrò decisamente complesso e macchinoso. Dopo che il Mauser, sorprendentemente, non si dimostrò adatto, venne adottato il Walther come Gewher 41(W) da 7,92 mm. Ma nemmeno quest'arma era ben riuscita, complessa e inaffidabile sul campo, pesante da portare e comlessa da fabbricare e persino da caricare nel suo astuccio da 10 colpi. Come spesso accaduto (lo Chaucat francese) pensare ad armi avanzate per la fanteria era un conto, realizzarle un altro e spesso lo si faceva con criteri del tutto irrealistici per i soldati al fronte. Nonostante questo ne vennero prodotti decine di migliaia di esemplari, ma erano ben poca cosa rispetto alle masse di Mauser a caricamento ordinario.
Il tipo base da bombardamento è ben conosciuto, se tale definizione si adatta ad un velivolo prodotto in 210 esemplari e usato per pochi mesi, e le versioni avanzate non sono certo mancate, tanto per confermare l'attività febbrile dei progettisti tedeschi, molto avanti a quello che era possibile ottenere in concreto. Già nel maggio del '43 venne proposto l'Ar 234 da caccia, che però ebbe scarsa attenzione vista la presenza del Me 262, ma gli ingegneri Van Nes e Blume riuscirono a produrre un caccia pesante e ricognitore notturno, che poteva essere un bireattore, aerorazzo, razzo e reattore insieme, ma non ebbe nessun esito in questa forma. Nel '44 si propose una soluzione più brillante, l'Ar 234C-3N, poi da far seguire dalla C-5N che venne infine ridisegnato come Ar 234C-7. Ma ancora non bastava a fugare i dubbi della LW, la disposizione dell'armamento sotto la fusoliera e l'abitacolo nel muso non erano sufficientemente convincenti. Nondimeno qualche aereo di questo tipo venne realizzato davvero e usato come caccia notturno. Nel gennaio 1945 il prog Blume, che all'epoca dirigeva l'Arado, volle sviluppare un tipo migliorato per la caccia, e il 19 del mese arrivaron ben 4 progetti da parte dei suoi progettisti: gli Ar 234P-1, 2, 3 e 4. Il P-2 venne richiesto per la produzione e disegnato Ar 234P-5. Ma la forma non era ancora definita, e forse non lo fu mai visto che vennero visti disegni con 4 BMW 003, poi l'Ar 234V16 doveva avere l'ala a freccia composita, non dissimile da quella che un giorno verrà adottata dal Victor inglese. L'Ar 23P-5, visto anche stavolta come inferiore al caccia Me 262B-2, venne sviluppato fino alla fine della guerra, ma senza che alcun prototipo venisse mai ultimato. L'abitacolo, sempre all'estremità anteriore, era leggermente sopraelevato rispetto alla fusoliera, i cannoni erano nel muso inferiore e in un pod della fusoliera, il radar Bremen era nel radome dorsale.
 
*Motore: 2 HeS 011A da 1.300 kgs
Al dunque, i Tedeschi scoprirono di essere stati battuti dai Sovietici quando i fucili semiautomatici Tokarev vennero catturati; essi avevano un meccanismo di ripetizione molto migliore e semplificato, e si scoprì che era adattabile al Gewher 41: subito ne nacque il Gewher 43 che accompagnò i Tedeschi nella fase discendente della loro disgraziata guerra sul Fronte Orientale. Fu un compagno fedele per il soldato tedesco, anche come arma per tiratori scelti; i fanti che l'ebbero ne ottennero una alta impressione, a tutti gli effetti si trattava del sistema sovietico adattato alla produzione tedesca. Si cercò di semplificare al massimo la produzione, fino al Karabiner 43 del 1944, accorciato tra l'altro di 5 cm; erano spesso presenti calci in plastica o legno compensato. Per dare una differenza tra il mod 41 e il 43 eco i dati: nel primo caso, lunghezza di 1,124 m e canna da 54,9 cm, nel secondo 1,117 e 54,9 cm; ma il peso era di 5,03 contro 4,4 kg. Il caricatore era ad astuccio sotto la canna, da 10 colpi.
*Dimensioni: lunghezza 13,3 m, apertura alare 14,4 m, altezza 4,15 m
*Peso: 6,4-11 t
*Prestazioni: 820 kmh, autonomia 2,4 ore
 
===Bv P 215===
Come si è detto il fucile semiautomatico divenne presto un'arma molto richiesta e apprezzata, anche se pesava qualcosa di più ed era nominalmente soggetto a malfunzionamenti, fino a che 'ibridato' con il sistema Tokarev divenne un formidabile strumento bellico.
Tra le innumerevoli proposte di caccia tattici avanzati, la Bv di Richard Vogt contribuì con il Progetto P 215, in verità l'ultimo di una serie che comprendeva i meno noti P 209 e P 212. Questo aereo era stato prensato per rispondere alla richiesta di un caccia notturno, alla fine del gennaio 1945. Si pensò ad un senza-coda con al a freccia e timoni verticali alle estremità, mentre i due motori in fusoliera erano ovviamente gli HeS 011. C'erano anche ben 5 MK 103 da 30 mm, forse anche con inclinazione variabile fino a -15 gradi, mentre nel futuro si pensava a 4 Mk 213 da 30 mm, o addirittura a 2 MK 112 da 55 mm, e ancora 24 razzi R4M in alternativa ai cannoni; più i due MK 108 inclinati per attacchi dal basso, nonché una postazione difensiva con uno o due MG 151/20 azionata dal mitragliere che era seduto rivolto all'indietro, schienta contro schiena col pilota, ma davanti alla baia dei due motori. C'era anche stato il tempo di adeguarlo con leggere modifiche, nel marzo del '45, alla specifica del 27 febbraio, per rispondere alla specifica per sostituire lo Ju 88G. Ma trasportare il carburante sufficiente per 3,5 ore o 5,2 con un solo reattore ne peggiorava eccessivamente le caratteristiche di volo. Nondimeno, questo strano aereo venne ancora incluso nei finalisti durante il marzo 1945, quando tutto stava crollando e nondimeno si facevano ancora piani per produrre macchine 'meraviglia' con cui ribaltare le sorti del conflitto. GLi altri finalisti erano il Gotha P 60C e l'Arado E 583. Questo e-o il Bv 215 influenzarono lo sviluppo del Vought F7U Cutlass, altro aereo avanzato ma senza fortuna.
 
*Dimensioni: lunghezza 11,6 m, apertura alare 14,4 m, altezza 5 m
Ma in quel mondo strano ch'era la Germania nazista, le forze armate tedesche erano divise da inimicizie che difficilmente si potevano sospettare a vederle tutte unite nelle campagne della Blitzkrieg. Eppure, la peggior rivalità che si sviluppò fu proprio quella tra Luftwaffe e Wermarcht. Ora la prima era venuta a sapere che la seconda stava costruendo un fucile semiautomatico, e naturalmente non volle essere da meno. Cosìdalla Rheinmetall fece progettare un'arma che fossecapace di erogare fuoco automatico, ma attenzione, questo significa tiro a raffica e non a colpo singolo. Per resistere alle sollecitazioni delle raffiche in genere si adotta una munizione di medi potenza, anche se l'esempio di armi come l'M14 e il 'fratello' BM59 (entrambi derivati dal Garand: è facile trasformare qualunque arma semiautomatica in automatica) dimostra che volendo la cosa 'si può fare', ma non è certo l'ideale anche per la dotazione di munizioni che normalmente il fante porta con sé, piuttosto bassa se si tratta di proiettili ad alta velocià iniziale.
*Peso: 7,4-14,7 t
*Prestazioni: 870 kmh a 8.500 m, autonomia 2.340 km
 
In ogni caso il proiettile venne ancora scelto tra quelli ad alta velocità, sempre la solita munizione da 7,92 mm. Nonostante questo, nonostante il contemporaneo requisito di fuoco automatico e nonostante la richiesta per le unità paracadiste, interessate a materialeleggero, il risultato fu uno dei più interessanti fucili della II GM: il Fallschirmjagergewehr 42 o FG 42. Appena più grande di un normale fucile a ripetizione, anzi decisamente più corto, con impugnatura inclinata a pistola (simile a quella della P.08 Luger), calcio di plastica nera, bipiede come dotazione standard, baionetta triangolare, sistema d'alimentazione a recupero indiretto del gas. Ebbe ordini per un gran numero di esemplari, che peraltro non vennero mai consegnati nel numero richiesto. Pesante grossomodo come i fucili d'assalto automatici, anzi anche meno dei StG, venne prodotta anche con calcio in legno e altre semplificazioni pur di produrne il maggior numero possibile. Ma al dunque solo 7.000 esemplari circa vennero prodotti per la LW. IL disegno di quello che potrebbe anche essere definito un fucile mitragliatore o una mitragliatrice leggera,interessò molte nazioni nel dopoguerra. Eccetto il caricatore da 20 colpi messo lateralmente, che tendeva a sbilanciare l'arma nel fuoro, molte altre cose di quest'arma vennero riprese, come il meccanismo di sottrazione gas capace di funzionamento semiautomatico con otturatore chiuso o automatico, con otturatore aperto.
 
===Focke-Wulf===
Queste le caratteristiche: cal. 7,92 mm, lunghezza 94 cm, canna 50,2 cm; peso 4,53 kg, astuccio da 20 colpi, v.iniziale 761 ms e cadenza teorica 750-800 c.min.
Uno dei più noti tra i caccia 'non nati' è stato quello del '''FW Ta.183 Huckebein'''. Era un progetto con una notevole evoluzione alle sue spalle. Era cominciato già nell'agosto del' 41 che la FW, che pure aveva appena immesso in servizio i primi '190 (aerei eccezionali, ma ancora difficili da mettere a punto), che subito si cominciò a pensare di farci una versione a turbogetto centrifugo. Si passò a configurazioni che somigliavano necessariamente allo Yak-15, poi però nel giugno 1943 si volle cambiare totalmente la configurazione con carrello triciclo anteriore, per poi sistemare il turbogetto sul dorso a dicembre, con deriva sdoppiata; era nato il 'Flitzer', che però non venne portato avanti data l'impossibilità di ottenere le prestazioni previste. Nel dicembre del '44 si arrivò al quinto stadio, con il Ta 183 vero e proprio, un sostituto futuribile del Me.262. L'Huckebein (nome della ditta, mentre per l'RLM era solo il Ta 183) avebbe avuto 4 MK 108 e anche una bomba da 500 kg, e il 18 febbraio 1945 venne redatto un progetto dettagliato. Sarebbe diventato poi il IAME.33 Pulqui II argentino, realizzato nel '50 da Tank nel suo esilio argentino (ma senza successo). Iniziò ad essere realizzato, ma non ebbe modo di volare, cosa prevista ottimisticamente nel giugno 1945 con produzione da ottobre. Pare che per il prototipo venne pensato ad un turbogetto Jumo 004 da 900 kgs, mentre si pensava all'Heinkel HeS 011A da 1.300 kgs. La configurazione era prevista simile a quella del MiG-15 che a lungo gli si disse ispirato (cosa che potrebbe essere vera, ma non ci sono prove). L'ala era a freccia, presa d'aria nel muso, piani di coda orizzontali con una lunga coda verticale a freccia marcata.
 
Ecco le caratteristiche previste:
Essendo costosa da produrre, come si capisce dai numeri complessivi, era chiaro che ,nonostante il funzionamento eccellente (con cartucce ad alta potenza!), c'era bisogno di qualcos'altro. Qualcos'altro che passava attraverso una nuova munizione che ,attenzione, è stata la pietra miliare della tecnologia del settore per i decenni a venire. Si pensi che anche il Kalashikov ne usa una versione adattata al 7.62 mm.
*Dimensioni: lunghezza 9,2 m, apertura alare 10 m, altezza 3,86 m
*Peso: 2.980-5.100 kg (4.300 normali)
*Prestazioni: 962 kmh a 7.000 m, autonomia 990-2.150 o 1,1-4,25 ore
 
Quanto all''''Entwurf 6''', il 'Flitzer' vero e proprio, venne realizzato solo come simulacro e ricordava molto da vicino il Vampie, con la stessa formula propulsiva, ma ala a leggera freccia e piano orizzontale alla sommità della coda. Nondimeno c'era molta influenza piuttosto dall'Fw-189 anche perché il caccia inglese non era presumibilmente ancora noto. Nacque come Projekt IV del dicembre 1943, con turbogetto e razzo ausiliario ad ossigeno liquido. Venne costruito non solo un modello, e poi un simulacro in legno a grandezza naturale, di cui esistono anche delle foto. Rinunciato nel settembre '44 al rzzo, sviluppato l'aereo secondo la specifica Nr 280 (15 settembre 1944), ma il peso previsto arrivava a 3,66 t con due soli cannoni da 30 MK 108, mentre con due MK 103 e due MG151 riduceva la velocità a 830 kmh con un peso di 4.350 kg. L'ala venne ridotta da 17 a 14 m2 per provare a ridurre il peso e migliorare la velocità, ma come si sarebbero accorti anche gli inglesi, le prestazioni erano ridotte da questo tipo di configurazione, paradossalmente proprio scelta per ridurre lo 'spreco' di spinta con un condotto dentro una fusoliera normale. Il 3 ottobre 1944 venne abbandonato anche questo tentativo, e Tank si concentrò sul solo Ta 183.
Questa nuova cartuccia nasceva dalla constatazione che le distanze di tiro dei fucili, balisticamente parlando, superavano grandemente la capacità di mirare attentamente da parte dei soldati medi (ma non dei cecchini). Ora questo significava proiettili troppo pesanti e costosi, armi parimenti troppo pesanti e costose, e difficili da maneggiare. Poche le munizioni trasportabili al seguito di ciascun fante. Era inutile dire che il fucile 98 era troppo pesante se poi non c'era modo di concepire qualcosa di funzionale ma di più leggero.
 
*Dimensioni: lunghezza 10,55 m, apertura alare 8 m, altezza 2,35 m
Ora gli scontri a fuoco avvenivano, anche in campo aperto, a distanze che spesso erano inferiori a 400 m. Perché non pensare a cartucce 'ritagliate' su questa constatazione? Ma i proiettili come anche l'eccellente 9x19 mm Parabellum (il primo numero significa il calibro, il secondo la lunghezza del bossolo) erano troppo deboli per tali distanze, certamente non avevano la precisione per colpire tanto lontano. Andavano bene per i mitra, per le pistole, ma mai sono state pensate per i reparti di fanteria ordinaria. Se questi erano i limiti inferiori, quelli maggiori erano per proiettili di minor calibro (max 8 mm) ma con cartucce lunghe anche oltre i 50 mm. Tra munizioni capaci di mach 0,8-1 e quelle da 2,5 ci poteva tuttavia essere un notevole spazio vuoto da riempire con un terzo, e più equilibrato calibro che consentisse anche di realizzare armi semiautomatiche o automatiche abbastanza leggere e facili da costruire. I Tedeschi cominciarono già nel '34 a lavorarci e solo anni dopo apparvero due tipi, la carabina-mitragliatrice42(W) della Walther, e un simile modello 42(H) della Hanael, che vinse la competizione stavolta a scapito della Walther (che a sua volta aveva battuto la Mauser). La cartuccia che venne costruita per tali armi era la 7,92x33 (derivata da una precedente 7,92x30 mm), costruita dalla Polte, che pesava un terzo in meno della 7,92x57 standard. Sarebbe stata nota con vari nomi, alla fine quello rimasto era il Kurz Patrone 43, del '43 ma derivata dagli studi realizzati già nel '41.
*Peso: 2.730-4.350 kg
*Prestazioni: 830 kmh a 7.000 m, autonomia 1,25 ore
 
Più o meno contemporaneamente venne anche pensato all''''Entwurf 7''', apparecchio che cominciò a prendere forma attorno al giugno 1941: è del 24 di quel mese il progetto per un'aereo a doppia trave di coda ed elica spingente con motore BMW 803 a 28 cilindri, un radiale e al contempo raffreddato a liquido (cosa estremamente rara e difficilmente spiegabile in termini pratici, visto che uno dei vantaggi del radiale è proprio quello di essere un robusto motore raffreddato ad aria). Rielaborato nell'aprile del '43 con tanto di radiatore nel muso, restava probabilmente con la doppia elica già prevista per la prima stesura, e alla fine questa forma diede due risultati specifici: l'Entfurt 6 'Flitzer' a reazione e l'Entfurt 7 con un motore di tipo inedito, una turboelica DB 021 da 2.000 hp più 770 kg di spinta residua: c'era l'elica traente, ma la turbina dietro l'abitacolo che fungeva anche da scarico.
Ordunque, a questo punto ci si mise Hitler, che vietò tali armi: perché magazzini e industrie erano pienamente occupati dalle cartucce da 7,92 mm normali e la 7,92 mm 'Kurtz' avrebbe causato problemi di logistica. In un certo senso Hitler aveva ragione, ma allora cosa si sarebbe dovuto dire di tutte le armi catturate e ancora usate, o della situazione logistica dell'Esercito dell'Alleato Italiano, che avrà avuto una buona decina di tipi di munizioni tra il 6,5, 7,7, l'8 e il 9 mm? Al dunque, quest'introduzione non era tanto grave e non richiedeva tecnologie esotiche e di difficiel attuazione. Lo Stato Maggiore tedesco fece le classiche 'orecchie da mercante'; assecondò il dittatore ma autorizzò ugualmente l'introduzione della nuova arma, che contro le masse di fanteria sovietica ebbe subito un successo strepitoso. Eppure era ancora considerata una MP, ovvero una Maschinen-Pistole, mitra insomma, con la designazione di MP-43 (anno).I risultati furono molto interessanti, perché le cartucce intermedie erano abbastanza potenti per quasi tutti gli usi (un pò meno per il cecchinaggio), e Hitler, ritrovatosi a cose fatte, autorizzò l'arma ma con il più corretto nome di Sturmgewher 44 o StG44, ancora pressoché identico al 'mitra'.
Quest'aereo sarebbe stato sopratutto un 'attacker' e armato con 2 nuovi MG 213 C/20 nel muso e altrettanti nelle ali, forse anche in alternativa 2 MK 103 e 2 MG 151/15, due armi molto interessanti balisticamente, ma con dei problemi di rendimento pratico (l'una troppo pesante, l'altra troppo leggera) quando installati sugli aerei da caccia. Infine nel novembre apparve l'ultima variante sul tema: 1 MK 103 e 2 MG213. Non se ne fece nulla, ma in ogni caso queste sono le caratteristiche previste:
 
*Dimensioni: lunghezza 9 m, apertura alare 8 m, altezza 2,65 m
Anche se era chiamto 'mitra' l'MP43 fu chiaramente il primo fucile d'assalto del mondo, capace di sparare a tiro singolo o raffica, Questo era un risultato che non poteva essere meno importante della tecnica vera e propria: prima i fanti armati di fucile erano dipendenti, nell'azione tattica, dal fuoco di supporto di mortai leggeri, mitragliatrici o fucili mitragliatori; ora, sebbene queste armi potessero essere (come si scoprirà nel dopogurra) ancora molto utili, i fanti stessi potevano erogare fuoco di copertura ai loro compagni. La cadenza di tiro pratica restava infatti inficiata dal caricatore da 30 colpi, che a tiro automatico si svuotava molto prima di quello da 10 di un'arma normale, mentre la canna non era rimpiazzabile e quindi si surriscaldava col tiro troppo prolungato. L'unica versione dell'MP 43 fu la /1 con tromboncino lanciagranate, ma molti furono i sistemi, anche molto avanzati, usati come accessori esterni. Uno dei più impressionanti data l'epoca, era il congegno di puntamento notturno. All'epoca era appena stato possibile dotate alcuni carri di sistemi di visione all'IR, questi vennero usati addirittura su alcuni dei fucili; ma più strano ancora fu il Krummlauf, che permetteva di sparare con angoli di 30-45 gradi contro bersagli defilati, e c'era anche un periscopio a specchio per il puntamento. Al dunque quest'idea di far 'spinnare' i proiettili per una traiettoria a curva era utile nei combattimenti ravvicinati, ma la canna ricurva che si usava era ben poco pratica per tutto il resto e l'idea non ha avuto molto seguito (ma venne usata dagli Americani in Corea). L'alimentazione era a gas recuperati dallo sparo e a parte qualche differenza di dettaglio non è facile distinguere tra un StG44 e un AK-47, anche se quest'ultimo ebbe una genesi diversa, con in comune solo la cartuccia tedesca che venne 'sovietizzata' e adattata alle armi, prima il fucile SKS e poi il Kalashikov. Molti MP 43 o Stg vennero usati nel dopoguerra dalla Cecoslovacchia e nei conflitti arabo-israeliani; ce ne sono persino alcune testimonianze degli anni '80 nei movimenti di guerriglia, forse riattati al 7,62 russo visto che la munizione originaria dovrebbe essere oramai irreperibile.
*Peso: 3.585-5.000 kg
*Prestazioni: 910 kmh a 10.000 m, autonomia 1.460 km
 
Ma la Focke-Wulf continuò ad escogitare gli aerei per quanto poteva con due ulteriori progetti, il '''P03-10''' e il FW 250. Il primo era sempre un aereo simile al Do.335 Pfeil, con progetto datato 30 agosto 1944, seguito da una variante del 2 ottobre 1944, stavolta con un potente Jumo 211E da 2.500 hp, poi con un Argus As 413 24H (ovvero ad 'H'), da ben 4.000 hp. Alla fine si era arrivati al culmine dei motori a pistoni, così il 4 gennaio 1945 apparve il concetto di un velivolo con due BMW 003A Sturm da 800 kgs, nelle ali a freccia, e uno Jumo 222C o D da 3.000 hp, se non l'Argus. Armi previste: 4 MK 108 e due bombe da 500 kg. A parte questo, il progetto, noto con molte sigle come (nell'ultima versione) P 13-10-151-13/II. Era un caccia notturno ognitempo, che somigliava, o meglio, avrebbe somigliato all'XB-42 Mixmaster.
Le caratteristiche dell'StG-44: calibro 7,92 mm, lunghezza 94 cm, canna 42 cm, peso 5,22 kg, v.iniz 650 ms, cadenza 500 c.min, caricatore ad astuccio inferiore da 30 colpi.
 
*Dimensioni: lunghezza 16,65 m, apertura alare 20,4 m, altezza 4,99 m
Quale fu la produzione di questi fucili? Di dati certi non ve ne sono data la confusione dell'ultima parte della guerra. Dall'agosto al dicembre 1943 vennero costruiti 13.000 MP 43, della StG 44, praticamente uguale a parte una canna allungata di 5 cm, ne vennero prodotti 55.000 solo nel mese di novembre 1944. Era molto, ma era anche troppo tardi per capovolgere le sorti della guerra. Infine v'é da segnalare il Gerat 06, poi StG 45 della Mauser, che venne presentato nel 1943 ma venne respinto perché troppo complicato. La produzione pilota era stata di 30 esemplari che non avevano una presa di gas ma una chiusura metastabile. ANche la Haenel ebbe un suo StG 45, ma di esso non si sa nulla, tranne che era più leggero dell'altro. Quest'ultimo era pesante appena 3,5 kg, davvero poco per un'arma del genere.
*Peso: 8.800-11.755 kg
*Prestazioni: 850 kmh a 10.500 m
 
Il '''Fw 250''' era un altro tentativo di dare al Me 262 un successore, pensato nel novembre 1944. C'era da pensare all'apparato motore per quest'aereo, e siccome si prevedeva un velivolo piuttosto grosso, si poteva pensare solo a due dei più potenti motori, gli Heinkel HeS 011 da 1.300 kgs con presa d'aria frontale simile a quella di un F-100, ma con un'aerodinamica non tanto diversa, specie posteriormente, da quella dell'XF-88 Vodoo, quello che poi divenne l'F-101. L'ala era in effetti con 40° di freccia medio-alta, 3-4 MG 213 e 1.000 kg di carburante aggiuntivo in un serbatoio esterno. In effetti era un velivolo da caccia a lungo raggio. Poi si seguirono altre vie di elaborazione: lo sviluppo venne interrotto per proseguire con un progetto noto come Ta 283, forse un'evoluzione del piccolo Ta 183. Ma non venne buttato nulla nemmeno stavolta, perché arrivarono i Projekt III e IV, i cui disegno hanno data del 19 marzo 1945. Caddero nelle mani dei sovietici e questi bireattori da caccia notturna furono forse alla base di due grossi prototipi sovietici, che in effetti gli somigliavano, gli I-320 e il La-200. Ma quanto e come questo accadde, non è chiaramente facile da stabilire, in fondo si era detto per anni anche dei MiG-15 la loro discendenza dal '183.
Questi fucili non sono certo molto noti; esteticamente somigliano (per i tipi dell'esercito) ad un incrocio tra due celebri armia: i mitra MP 40 e gli AK-47. E questo era in definitiva l'MP-43/StG-44. La sua discendenza, con la cartuccia sovietica da 7,62 mm, è stato direttamente l'AK-47, passando attraverso l'efficiente carabina semiautomatica SKS del 1946. Questa cartuccia era stata sviluppata già nel 1943 ed era leggermente più potente (7,62x39 mm). Poi è stata la volta di altre armi, pure ben note: l'FG42 è stata la base in larga misura della famosa mitragliatrice M60, mentre l'StG-45 è stato la base di un fucile secondo solo agli AK e agli M16 per diffusione, il HK G.3 e il cugino spagnolo CETME Mod 58; dal primo è derivata anche il famoso mitra MP-5; con il che si è ritornati al punto di partenza, la definizione di 'mitra', quella usata nel 1943.
 
'''Fw 250''':
===Armi controcarri<ref>Armi da guerra 105 e Ludi G: ''Panzerfaust'' Eserciti nella Storia nov dic 2004</ref>===
*Dimensioni: lunghezza 12,75 m, apertura alare 12,5 m, altezza 4,06 m
Ovviamente queste hanno avuto la maggiore evoluzione rispetto ad altri tipi di equipaggiamenti, dato che il loro 'target' è stato a sua volta soggetto a pesanti (nel senso più letterale) cambiamenti, specie in protezione. I tempi dei fucili controcarri, per quanto validi, erano agli sgoccioli. I Tedeschi stavano a produrre il Panzerfaust, ma nei primi tipi esso era davvero un'arma a corto raggio, oltre che di maneggio talvolta pericoloso (per la 'suscettibilità' dell'esplosivo), e non era ricaricabile. Ma c'era il modo di usare anche i razzi da tubi ricaricabili. Oramai dimenticato, v'era un lanciarazzi chiamato 'Puppchen', bambola, che era una sorta di lanciarazzi per calibro 88 mm, anzi 8,8 cm. Esso era però simile ad un minuscolo cannone, quasi un giocattolo (da qui il nome) per il Racketenwerfer 43 8,8 cm. Si trattava di un affusto scudato e a ruote, un vero e proprio mini-cannone, con caricamento a retrocarica. Aveva se non altro una buona gittata massimo di 700 m, ma controcarri era di appena 230 (un terzo di tale valore); poteva sparare fino a 10 razzi al minuto ed era scomponibile in sette carichi per il trasporto, le ruote stesse erano smontabili per abbassare l'affusto. Era persino possibile metterle degli sci per muoversi nella neve ,e c'erano sullo scudo delle istruzioni stampate per il suo impiego, dal lato interno chiaramente, per poter usare questa nuova arma controcarri da parte di personale non necessariamente del tutto addestrato. Ma dopo i primi esemplari di questo ingegnoso ma complicato mezzo ci si rese conto che si trattava di un sistema inusitatamente complesso per i razzi di fanteria; catturando alcuni bazooka in Tunisia i Tedeschi si resero conto che era quella la via da percorrere, e così fecero. Spesso i pochi Puppchen prodotti vennero usati in Italia, in quanto i Tedeschi, specie in fronti secondari, non 'buttavano via nulla' che servisse ai loro scopi. Gli Alleati furono molto interessati a questo vero e proprio 'cannone lanciarazzi', a cui dedicarono una valutazione d'impiego apposita.
*Peso: 7.400-8.850 kg
*Prestazioni: 1.078 kmh, autonomia 1.370-2.440 km
 
Non mancarono nemmeno i pesanti plurimotori. L'RLM indicava come '''Focke-wulf Fw 261''' un grosso quadrimotore che doveva sostituire il precedente Fw 200 Condor, che dopo qualche anno di impiego efficace, cominciava a denunciare i suoi limiti. Aveva al solito una struttura piuttosto originale, che era al tempo stesso quadrimotore e a doppia coda, totalmente separata in quanto era attaccata alla navicella del motore della coppia esterna. Era possibile considerarlo simile ad un Beverley da trasporto inglese del dopoguerra, ma questo era un bombardiere, anche se capace di portare a 4 bombe da 2.500 kg nella stiva, con motori BMW 801D da 1.700 hp, per prestazioni tutt'altro che disprezzabili. Il progetto venne cancellato per dedicarsi al più tradizionale ma pur sempre avanzato Ju 290.
 
*Calibro: 88 mm
*Dati: lunghezza 2.87 m, di cui 1,6 tubo; peso 146 in asetto di marcia, 100 in combattimento, razzo 2,66 kg
*Alzo: -18/+15°
*Gittata: max 700 m, tiro c.c. 230 m
 
Il successivo tipo, e il più grande era il '''Ta-400'''. Originariamente inteso come trasporto civile, sempre per rimpiazzare il Fw 200 Condor, era prima noto come Fw 300 (1942), poi l'RLM chiese da questo una versione da ricognitore strategico, con 4 potenti Jumo 222 da 2.500 hp. Prima fu eliminato per la concorrenza dello Junkers EF-100, ma poi anche questo venne tolto di mezzo già alla fine del 1941. Sembrava la fine di questi grandi progetti, senonché si chiese poi un Amerika Bomber che avrebbe dovuto trasportare fino negli USA niente di meno che 10 t di bombe. Subito venne esaminato il Me 264 che non poteva certo raggiungere i requisiti adatti per tale impegno, per cui ne venne pensato un tipo con 6 motori, e poi vi furono le proposte Junkers e FW. Pare che questa specifica, la seconda (la prima aveva visto la realizzazione del Me 264) era del 16 maggio 1942, ma già il 14 marzo successivo venne cancellata. Nel frattempo si era subito approntata una lista di bombardieri, in particolare il Me 264B, lo Ju 390A, e pare che entrambi i tipi raggiunsero lo stadio di prototipo. Il FW 400, che vide anche il coinvolgimento della Fiat e dell'ing Gabrielli, non vi fu seguito in termini di realizzazione. Se fosse stato costruito, presumibilmente il Ta 400 avrebbe avuto i seguenti dati:
I Tedeschi usarono anche un'altra arma, la Panzerwurfmine (L= che era un'arma poi ripresa dai Sovietici e persino dagli Egiziani, che l'hanno trovata adatta all'impiego tattico della loro fanteria. Era una grossa bomba a mano con il classico manico, ma con una carica sferica-conica all'estremità contenente una testata HEAT. La particolarità però non era nemmeno questa, ma il fatto che una volta lanciata la bomba descriveva una traiettoria arcuata, fino a che dei governali in tela si aprivano e a mò di ombrello, la facevano ricadere ad alto angolo, ma sempre nella direzione desiderata, proprio quello che ci voleva per colpire un carro dal tetto; la gittata massima, con un abile lanciatore, era di circa 30 m. L'arma piacque molto, essendo perfettamente in grado di mettere KO un carro, anche se non l'avesse centrato in pieno sul tetto: la carica interna era di ben 520 grammi, una quantità inusitata per una bomba a mano, costituita per pari parti da RDX e TNT. Il tiratore non doveva applicare così la solita mina magnetica al carro, evitando l'avvicinamento finale che nei combattimenti era il più pericoloso; inoltre la sicura non si attivava fino a che l'arma non era lanciata, perché sensibile all'accelerazione. Gli Alleati non copiarono la bomba in parola, ma riutilizzarono tutti gli esemplari catturati; anzi gli Americani pensarono ad utilizzarla come fosse un 'grosso dardo' da tirare a mò di giavellotto; poi, quando si accorsero che era un'arma a 'parabola', corressero l'errore di valutazione con appositi bollettini. I Sovietici nel dopoguerra ne produrranno l'evoluzione, come la RKG-3M, capace di perforare 165 mm d'acciaio (40 in più di tipi precedenti), vista in azione anche in Cecenia. Se si considera che il tetto e la torre dei carri hanno spessori di circa 30 e 40 mm, ci si può ben rendere conto che in assenza di corazze ERA o di sacchi di sabbia (che possibilmente evitino la detonazione dell'ordigno) ogni carro armato è in gravi difficoltà ad incassare colpi del genere.
 
*Dimensioni: lunghezza 28,7 m, apertura alare 45,8 m
I dati: diametro bomba 114,3 mm, lunghezza 533 mm, bomba 280 mm (tutte misure anglosassoni, non è chiaro perché), peso 1,35 kg di cui 520 gr di testata.
*Motori: 6 BMW 801D e due turbogetti Jumo 004B da 1.050 kg/s.
*Peso: 60.000 kg
*Prestazioni: 720 kmh, autonomia 9.000 km
*Armamento: 10 t di bombe (su lunghe distanze) e forse sei torri binate
 
L'aereo era in sostanza la riedizione dal punto di vista europeo del B-36 e come questo aveva sei motori; lo precedeva per l'impiego anche di turbogetti aggiuntivi, mentre la deriva, doppia, era non tanto diversa da quella di un Whitley o di un Lancaster.
Un'arma più potente e a lungo raggio erano i fuciloni tedeschi, che avevano calibro da 7,92 mm ma i PzB 38 e 39 risultarono presto superati. Erano comunque armi interessanti balisticamente parlando, solo che il primo era costoso e somigliava ad un pezzo d'artiglieria (costruzione Rheinmetall), di cui 1.600 vennero costruiti; ma il vero armamento fu piuttosto il PzB 39 molto più semplice, con otturatorre scorrevole. Le munizioni avevano nucleo di acciaio e poi di tungsteno, esperienza questa subita dai Tedeschi contro i fucili controcarri Mrosczek polacchi del '39. Vennero prodotti anche dei successori per questo fucile, e persino una 'super mitragliatrice' controcarri, la MG 141. Non solo, ma vennero adottati i fucili svizzeri MSS 41 della Solothurn, fabbrica quest'ultima nota anche in Italia; infatti era la stessa che produsse un fucilone davvero potente, noto in Germania come PzB 785 (s) 2 cm, una specie di cannoncino controcarri con tanto di affusto a biga. Furono probabilmente proprio gli esemplari tedeschi che fin dal '40 finirono, in buona parte (dei non molti prodotti) in Italia. Aveva alcune notevoli caratteristiche, che con ogni probabilità risentivano dell'esperienza della Solothurn nel settore cannoni contraeri (di cui esso era una specie di arma 'portatile'), aveva infatti caricamento semiautomatico, con caricatori da 5 o anche da 10 colpi. Però nell'insieme pesava oltre 50 kg e quindi era superata solo dall'arma giapponese paricalibro, che era però trasportata con una specie di barella, molto più facile da portare visto che oltretutto pesava 70 kg. IL Solothurn perforava molto: 30 mm a 500 m, persino più dei fuciloni sovietici; ma era anche molto più pesante e costoso.
 
Ma i fucili tedeschi controcarri veri e propri erano in effetti delle armi molto particolari, quasi dei fucili da caccia grossa. Infatti il lroo calibro e aspetto era quello di un grosso fucile,con bipiede ripiegabile e anche con un voluminoso freno di bocca, con le seguenti caratteristiche (per il PzB 38):
 
===Gotha 60===
Calibro: 7,92 mm
Sviluppo ulteriore degli Ho IX, con struttura del tutto riprogettata, con un abitacolo inedito di tipo prono, per ben due piloti. Avrebbe dovuto essere un caccia notturno con abitacolo pressurizzato e possibilità di ricognizione. Era stato preceduto dai progetti P 52 e P 53, ma senza molto seguito. Questo tipo invece, progettato non dai fratelli Horten ma dall'Ing. Hunenjager, venne criticato dai due giovani progettisti, e prevedeva due motori HeS 011 da 1.300 kgs, uno dorsale e uno ventrale, tanto che poteva dare l'idea di essere un tipo monoreattore. La struttura era prevista in legno e tubi d'acciaio, e persino l'uso della plastica. Venne poi richiesto il 28 febbraio 1945 da parte del comando della caccia alcune modifiche che dovevano dare origine al P60B, leggermente ingrandito e con un paio di derive alle estremità alari. Non si sa se ne sia stata iniziata la costruzioe, e nonostante questo venne anche prevista la versione P60C per rispondere ad una specifica del 27 gennaio 1945, con un radar di prua. L'armamento della versione A era di due MK 103 con 350 colpi o 4 MK 108 con 670 colpi, ma la versione B era armata con 4 Mk 213C da 20 mm o altrettanti MK 108. Tutto molto teorico, come del resto le prestazioni totali previste:
*Dimensioni e psei: 1,615 m, canna 1,085 m, peso 16,2 kg
*Dimensioni (dati per il P 60B): apertura alare 13,5 m, lunghezza 9,9 m, altezza 3,5 m.
*Prestazioni: v.iniziale: 1.210 m.sec, perforazione corazza 25 mm a 30 mm.
*Peso: 5.161-9953 kg
*Velocità: 980 kmh a 6.000 m
 
Si sarebbe trattato, se realizzato di un aereo dall'aspetto davvero unico, leggermente meno originale nel caso del modello C triposto. Si segnalava anche per la reintroduzione delle derive orizzontali, sia pure piccole, abbandonando la concezione purista dei caccia Horten.
PzB 39: quasi analogo solo 1,62 m di lunghezza, 12,6 kg di peso, v.iniz. 1265 m.sec con le stesse prestazioni.
 
===Heinkel===
Da notare l'enorme velocità iniziale, degna di un proiettile subcalibrato, e data da un bossolo di inusitate dimensioni. Colpisce il calibro, ancora quello dei fucili standard, che certamente non era garanzia di effetti 'behind the armour' elevati ergo molti colpi dovevano penetrare prima di mettere KO un mezzo nemico; ma in pratica la capacità perforante, ancorché elevata (il Boys britannico da 13,97 mm perforava alla stessa distanza solo 21 mm, la Browning sa 12,7 25 mm a 100 m, la Vickers 18 mm, una mitragliatrice normale circa 10 mm a 100 m), non era ancora del tutto sufficiente contro i carri, specie quelli sovietici. Ma era certo un pericolo contro i carri leggeri e le blindo.
Nel gennaio del '44 iniziò un rapido lavoro dell'Heinkel per un caccia di emergenza, sotto la direzione di Sigrfied Gunter, e il risultato fu il progetto P 1078 in tre versioni, la A, B e C. Il primo aveva ala a gabbiano con freccia di 40 gradi, al solito i due motori HeS da 1,3 t di spinta, due o tre cannoni da 30 mm MK 108, poi nell'agosto arrivò la versione B con due gondole anteriori asimmetriche, con i cannoni da 30 mm in quella di destra e il pilota in quella di sinistra. Poi vi fu una rielaborazione con il C, simile al P 212 della B&V, ala in legno e fusoliera metallica, con dimensioni di 9 m di apertura alare, lunghezza 6,1 m, altezza di 2,35 m, peso 2400-4.000 kg circa, velocità prevista 1010 kmh a 7.000 m (dari riferiti al tipo C).
 
===Henschel P 135===
Per migliorare le cose contro i carri armati c'erano anche le granate da fucile a carica cava, teoricamente sufficienti per consentire al fante di mettere KO un carro armato. La cosa danneggiava spesso l'arma di per sé, ma è più una considerazione da tempo di pace. Per avere un sistema apposito per tali granate i tedeschi ebbero anche un PzB 39 con trombombcino a bicchiere, chiamato Granatbuchse, ovvero fucile lanciagranate: una speciale cartuccia a bassa potenza attivava il lancio della granata su di un certo raggio, con la perforazione dipendente dal tipo di testata.
Era un caccia senza coda, con due cannoni alla radice alare e due sotto il muso, senza coda eccetto che il timone verticale. L'ala era in legno con freccia a 42 gradi iniziale, 38 a mezza struttura, 15 all'estremità, vagamente simile a quella del caccia J 29 Tunnan svedese, ma anche a quella dell'XF 85 Goblin. Si pensava per questo caccia d'emergenza progettato dall'ing Nicolaus nell'autunno del '44, di usare un motore BMW 003 e poi magari l'HeS 011. I cannoni erano gli MK 108 e fino a 500 kg di carico. Ma nel tardo febbraio 1945 venne scartato in favore del Me P1112. Non si sa se i lavori, che nondimeno continuarono, portarono all'impostazione di un prototipo, che apparentemente aveva una sola presa d'aria nel muso e motore dietro l'abitacolo (carenato leggermente sopra la fusoliera con una costola dorsale della struttura), similmente ai caccia immediatamente postbellici come l'F-84 o l'Aerfer Sagittario.
 
*Dimensioni: lunghezza 7,75 m, apertura alare 9,2 m, altezza 4,2 m
Ma questa non era certo l'unica modalità per tirare granate. I PzB 39 erano derivati dai precedenti fucili, appositamente trasformati; il soldato tedesco aveva anche il fucile Mauser 98k con tromboncino lanciagranate a picchiere in volata, capace di sparare granate, anche controcarri, su di una gittata di 200 m al massimo, con tanto di mirino a bolla specifico. Per il combattimento ravvicinato, c'era anche la teccnica della 'Carica concentrata' ovvero prendere un certo numero di Stielgrenate (granate con il manico) senza manico, legarle attorno ad una con il manico tramite filo di ferro, e tirarle come armi anti-bunker e controcarri.
*Peso: 4,1 t
*Prestazioni: 984 kmh a 7.000 m, autonomia 1.000 km o 1 ora
 
===Horten<ref>I progetti segreti Tedeschi</ref><ref>Sgarlato N: ''Gli ultimi Horten'', Aerei nella Storia N.47</ref>===
Un'arma diversa era la Kampfpistole da 27 mm, che derivava da un congegno di segnalazione a bengala, per la quale gli ingegnosi tedeschi ben pensarono di usare anche razzi a carica cava o HE, ma certo, anche provvista di canna rigata e calcio ripiegabile, sparava solo fino a una gittata utile di 90 m una bomba da 51 mm di lunghezza con una minuscola carica di TNT. Decisamente questa 'Sturmpistole' (nome definitivo) costava molti soldi per quello che offriva. Eppure con la Panzerpatrone 326LP perforava 50 mm fino a 300 m. Verso la fine della guerra i tromboncini lanciagranate dei fucili e dei PzB potevano sparare varie Panzergranate, e ben tre tipi di grandi dimensioni, per 'venire incontro' ai carri più potenti: la 46 e la 61 e un'altra senza nome. Erano armi teoricamente capaci di trasformare un fante in un cacciatore di carri, ma non si sa bene quanto in pratica fossero efficaci. Eppure la loro minaccia, data anche la mobilità della 'piattaforma' di lancio non andrebbe mai sottovalutata, tanto che vi sono testimonianze di un uso efficace contro carri medi anche in conflitti postbellici, tipo quelli Israelo-Arabi.
In teoria questa piccola ditta poteva fare ben poco rispetto ai colossi dell'industria tedesca. Invece grazie ai fratelli Horten si specializzò in una serie di progetti incredibilmente avanzati sui caccia tutt'ala senza alcun piano di coda, cosa che nemmeno Lippisch alla Messerchmitt si era azzardato a tentare. Il primo di questi avveniristici velivoli con motori a reazione doveva essere l'Ho VII che era un banco prova per i motori Argus a pulsogetto del dr. Gunther Diedrich, ma il programma venne cancellato. Il successivo jet fu l'Ho.IX o Go 229 (la ragione di questo doppio nome è che la realizzazione venne affidata alla Gotha, ma il progetto era pur sempre realizzato dai fratelli Horten, che stavano già costruendo il prototipo V1, senza motori per prove librate, quando all'inizio del '44 proposero il progetto a Goering), per rispondere alla specifica 1000x1000x1000 (1 t per mille km a mille km/h), poi 'rilassata a 800 km. Ora bisogna dire che questo cacciabombardiere era sì in compagnia di progetti quali i Northrop YB-35, ma un conto è il volo rettilineo, un conto accettare un apparecchio da caccia e quindi da combattimento aereo. Un generale si lamentò dicendo in merito che ci doveva essere una ragione se gli uccelli avevano una coda, e valeva anche per gli aerei (date anche le difficoltà); inutilmente si cercò di ottenere l'unanimità tra i due fratelli parlando di eventuali piani di coda, che avrebbero sporcato di poco l'aerodinamica ma avrebbero consentito di assicurare quella controllabilità che mancava. E qui si parla di aerei da bombardamento di grosse dimensioni e intrinseca stabilità, che di fatto sono diventati realtà solo con i sistemi computerizzati di pilotaggi moderni. Invece qui si trattava di un caccia da duello, e per giunta come cacciabombardiere c'era ancora da trovare un modo di puntare le armi in maniera efficace. Così con tutte le sue caratteristiche notevoli, il caccia rimase solo a impressionare i vincitori della guerra, che lo trovarono giusto come prototipi in approntamento visto che il V2, volato non si sa bene se il 18 dicembre 1944 o il 2 febbraio 1945, andò in ogni caso distrutto l 18 febbraio uccidendo il collaudatore Ziller, a causa dello spegnimento di uno dei motori. Dei 7 prototipi e 20 esemplari di preserie solo alcuni erano in lavorazione, tra cui gli A-01 con il prototipo V3, munito del modernissimo FuG 244 Bremen, il V6 con i cannoni MK 103 ma ancora come caccia diurno (per inciso, il fatto che quasi tutti i progetti avanzati tedeschi volevano gli MK 103 al posto dei 108, dà l'idea di come le loro capacità balistiche erano maggiormente apprezzate, con l'unico ostacolo di dover disporre di abbastanza potenza per portarle in aria senza troppe penalizzazioni). Ancora il 12 marzo 1945 Goring voleva confermare la produzione del Go 229, ma il 14 aprile Friedrichsorda venne occupata e con essa preso in carico dagli americani il V3, quasi completo e quindi portato negli USA. Ma se questo fu l'epilogo dei caccia tutt'ala Go IX, dal '43 si lavorava già a mezzi ancora più avanzati, in particolare ai tutt'ala con ala a freccia, gli Ho IIIb erano gli alianti usati per il loro collaudo. Si trattava di un mezzo pensato per velocità supersoniche, almeno per quanto riguarda la capacità teorica di tale configurazione, da concretizzare ovviamente con turbogetti. Il primo volo fu il 27 novembre 1944, ma venne distrutto da ex-prigionieri sovietici appena liberati. Il suo obiettivo era realizzare l'Ho XIIIb, il caccia supersonico con abitacolo in alcune ricostruzioni annegato in una deriva verticale (come sul Lippisch DM-13). Con il motore HeS 011-A-9 da 1.300 kgs avrebbe raggiunto eventualmente circa 1.195 kmh a 6.000 m, appena 1,05 mach. Presumibilmente le dimensioni sarebbero state 9,2 m di apertura alare, 10 di lunghezza, 4,2 di altezza, peso di 6,8 t e autonomia di 2.000 km, ma solo con il motore potenziato da 1.500 kgs, armato con 3-4 cannoni MK 108 o Mk 213C. Magari non era molto, ma superare la barriera del suono era un passo fondamentale, che sarà possibile solo con l'F-100 e il MiG-19 nei primi anni '50 (se si considera il volo orizzontale). Gli Inglesi trovarono alcune parti costruite, e forse le usarono come ispirazione per l'ala a mezzaluna crescente del Victor, anche se l'XIIIb era un velivolo con ala a freccia semplice, non composita. In ogni caso questo mise fine alla genia della Horten da caccia.
 
Ma non fu certo la fine dei progetti dei fratelli Horten, che parteciparono al concorso per un Amerika Bomber con 4.000 kg di carico e raggio d'azione di oltre 5.500 km, tanto che il 12 marzo 1945, oramai a guerra persa, Goering parlò di un ordine formale per tale aereo che sarebbe stato imminente, e in aprile venne anche iniziata materialmente la costruzione di tale avanzatissimo apparecchio, naturalmente un tutt'ala simile all' XB-35, o forse sarebbe più giusto dire all'XB-49, visto che avrebbe eventualmente avuto 6 Jumo 004, ma raccapezzarsi sui tipi e le dimensioni di questi velivoli, di cui esistono vari disegni e 'versioni'. Tra queste c'era un grande aereo da trasporto civile, perché ai due fratelli interessava molto anche, e forse sopratutto, tale settore. Del resto nel '44 era già pressoché certo che la guerra sarebbe stata persa e difficilmente i due pensavano che anche il loro caccia IX sarebbe riuscito a capovolgere la situazione militare, specie dopo lo sbarco in Normandia. Questo bombardiere era nacque dalla visita di un ufficiale dell'TLR (Ufficio tecnico per gli armamenti aeronautici) che all'inizio del '44 era interessato all'aereo da addestramento Ho VII. Fu così che quando capitò al loro Sonderkommando 9 i due fratelli gli presentarono questo grande bombardiere di cui il dimostratore in scala Ho VIII era già in costruzione; il 25 febbraio 1945 si sarebbe aggiunta la collaborazione certamente preziosa della ben più grande Junkers, ma oramai era davvero troppo tardi. Era l'epoca in cui von Braun, per intenderci, stava facendo le valigie per consegnarsi agli Americani. Tra le configurazioni studiate c'era quella del tutto priva di timoni verticali (come i B-2 e differentemente dalle ali volanti di Northrop) e una con le turboeliche e con dei timoni ventrali che erano usati anche per i carrelli. A complicare le cose c'era anche la configurazione Xo XVIIIB-2 che differentemente dalle B-1 di cui sopra era più simile ai primi alianti, con una coda bassa e allungata e prese d'aria ventrali per i motori. Naturalmente tutto questo era ben lungi dall'essere sviluppabile in un efficiente aereo da combattimento, come alla Northrop apprenderanno negli anni successivi, e i disegni dei fratelli Horten dimostrano solo che loro conoscevano molto bene l'aerodinamica (con vari tipi di veleggiatori pensati e anche realizzati), ma mettere in un piano pratico tali formule era un problema ben più spinoso che disegnarle o che realizzarci un aliante leggero. In teoria l'Ho XVIII avrebbe dovuto dare vita ad un progetto da 41,8 di apertura alare, 19 di lunghezza, 5,8 di altezza, con 6 Jumo 006H da 1.160 kgs, peso di 41,8 tonnellate e prestazioni di 910 kmh con autonomia massima fino a 12.000 km (prestazione davvero ottimistica, come dimostrano i risultati dell'YB-49 a turbogetto comparati a quelli dell'XB-35 ad elica). Interessante anche vedere quali concorrenti erano ipotizzati, ovvero il Messerchmitt P 1107 e lo Junkers Ju 287S. C'é poi il mistero del suo predecessore Xo VIII o H VIII, che sarebbe stato un banco prova volante dell'H XVIII, oppure un pattugliatore marittimo (proposta avvenuta in un secondo tempo), in ogni caso la costruzione del prototipo era al 50% quando gli americani occuparono Gottinga. I motori sarebbero stati sei Argus da appena 236 hp l'uno, che poi erano gli stessi usati in due esemplari sull' Ho VII (ma pare che in generale la definizione corretta fosse solo 'H' e non Ho, anche qui c'é molta confusione nelle fonti e nei libri su di esse basati). In ogni caso le dimensioni previste erano di 40 m di apertura alare, davvero notevole per un mezzo con meno di 1.500 hp. Nel dopoguerra gli americani, impressionati da questo velivolo, credettero addirittura -stando ad un loro rapporto- che i sovietici ne stessero costruendo 1.600, muniti stavolta di sei reattori. In realtà i sovietici provavano lo Ju 287, ma questa è un'altra storia. L'Ho X (H X?) era invece un progetto di 'caccia del popolo' con un motore Heinkel-Hirth HeS 011 per 1.150 kgs o la versione HeS 011A da 1.300, con velocità di punta dell'ordine dei 1.500 kmh in picchiata, ma poi cambiarono la designazione in Ho XIII (aliante di prova) e XIIIb (motorizzato); liberatasi la sigla H X essa venne adattata ad un più modesto ma pur sempre avveniristico caccia da 14 m di apertura alare e 7,2 m di lunghezza, con due MG 131 e un MK 108 nel muso. Ma non è nemmeno chiaro se piuttosto (come più logico) questa fosse la prima forma del successivo H XIIIb. Quest'ultimo era previsto ad un certo punto con un abitacolo pressurizzato con il pilota prono e, particolare decisamente interessante, immerso in una vera e propria vasca d'acqua per sopportare meglio le accelerazioni. Non si sa bene nemmeno quando volò l'H XIII, visto che a quanto pare i ricercatori aeronautici di recente hanno deciso di fare ricerche finalmente più approfondite di quello che erano riusciti a fare appena qualche anno fa. Così l'aliante sarebbe stato in volo già dal '43, e la sua superficie a timone era necessaria per mantenere la controllabilità visto che con la sua ala a freccia di 70 gradi avrebbe potuto superare in picchiata i 500 kmh. A parte questo l'Ho XIIIb avrebbe potuto avere, secondo le fonti più recenti, un motore BMW 003R da 1 tonnellata di spinta e un razzo BMW 718 da 400 kgs, per tirare fino a 1.120 kmh in orizzontale, in alternativa al motore HeS 011A da 1.300 kgs e 1.100 kmh. Questo è quanto dice Sgarlato in 'edizione' 2006, come si può apprezzare è diverso dal paragrafo relativo agli Ho XIII ricavato dall'opera del 2004, quando tra l'altro i progetti apparivano ancora siglati Ho e non semplicemente H, come a quanto pare era in realtà.
Le mine tedesche erano invece le famose Tellermine: la 29, 35, 42 e 43. La Tellermine 42 pesava 7,8 kg e con diametro di 324 mm, spessore 102 mm, e faceva esplodere la carica di Amatol se veniva calpestata da almeno 340 kg di peso; divennero presto più sofisticate, con tanto di mini-mine (antiuomo) collegate ad esse, e che avevano la brutta tendenza ad esplodere colpendo l'ignaro geniere che le avesse rimosse.
 
Nel dopoguerra gli Horten se ne andarono in Argentina e qui fecero alcuni altri lavori che, al solito, non ebbero seguito alcuno, se non confermare la difficoltà di una formula tutt'ala, il che portò al delta caudato simile a quello dei progetti di Lippisch. Il risultato furono l'aliante IAe.37P, il caccia IAe.37 equipaggiato con un RR Derwent 5 da 1.630 kgs, ma ancora con prestazioni subsooniche, e l'IA3.48 supersonico che avrebbe dovuto avere due RR Avon A.22 da 3.245 kgs. Le loro caratteristiche erano, nel caso del primo, il pilota in posizione prona dentro un muso ampiamente vetrato, con le ali troncate nel bordo d'entrata per formare le prese d'aria. Volò dal primo ottobre del '54 per complessive 100 ore, trainato prima da uno Ju-52 e poi da un'altra gloria del trasporto aereo, il DC-3. Alla fine gli Horten arrivarono all'idea che era meglio l'abitacolo di tipo normale, cosicché ne nacque l'IAe.37 Pulqui III, di cui però solo alcuni pezzi vennero approntati. La versione supersonica da mach 1,9 venne cancellata nel '59. Poi c'erano i trasporti, in particolare l'enorme H XV da 70 t nominali e apertura alare di 80 metri, gigante che venne pensato per trasportare le arance di una regione dell'Argentina non molto servita da strade e ferrovie. Prima si pensava ad un aliante trainato da un Lancaster con un carico di 10 t, poi però Reimar Horten fece presente al gen. Ojeda che ne era il committente a nome del ministero dell'aviazione, che una versione motorizzata sarebbe stata meglio, e così nacque il DINFIA IAe.38 El Naranjero, dopo il 1950. A dire il vero si era nel frattempo assai ridotto, ad appena 32 metri di apertura alare, ma era ancora un grosso aereo, stavolta con superfici di controllo alle estremità alari e un grosso vano di carico; i motori erano nazionali, 4 IAe.19 El Indio, configurazione radiale e 650 hp di potenza, poi gli IAe.16 da soli 450 hp per ovviare alle mancanza di messa a punto dei primi. Questi erano giusto una copia dei Wright Whirlwind, ma non molto riuscita. Dell'aereo così configurato si iniziò la costruzione nel '53 e il prototipo volò nel '60 ma risultò non casualmente sottopotenziato. Di esso Spielberg ha rifatto una quasi copia visibile nel primo film di Indiana Jones. Ma l'originale venne demolito e la DINFIA di lì a poco divenne la FMA, la fabbrica nazionale di aerei argentini. Gli Horten ebbero un grande talento nell'innovazione, ma sia la Germania del crepuscolo, sia l'Argentina non permettevano certo a loro di fare quello che avrebbero potuto se fossero andati negli USA come tanti altri loro compatrioti. Reimar si occupò ancora di ultraleggeri negli anni '80, stando sempre in Argentina dove morì nel '93, mentre Walter era tornato in Germania dove visse fin al '98. Nel bene e nel male, la loro opera è adesso ricordata come una delle avventure aeronautiche più audaci e innovative, anche se al pari decisamente poco concrete quanto a risultati.
Tornando ai razzi controcarri veri e propri, dopo l'esordio della Puppchen si ebbero sistemi decisamente più pratici e sopratutto, economici e portatili.
[[Immagine:1668 - Salzburg - Festung Hohensalzburg - Panzerschreck und Panzerfaust.JPG|360px|left|thumb|Panzerfaust e Panzerschreck a confronto]]
Ecco quindi i due derivati terribili, i '''Panzerfaust''' e i '''Panzerschrek''', (Pugno corazzato e Terrore dei carri). Ora cominciamo dal secondo, anche se apparve dopo l'altro. Il 'fucile a razzo controcarri' come veniva chiamato, era del '43 e adottava praticamente il razzo del Puppchen, con sistema d'accensione elettrica anziché a percussione. Ebbe successo e fu l'antisignano del Super Bazooka, apparso verso la fine della guerra in calibro 89 mm perché si temeva fosse inefficace il vecchio 60 mm contro i nuovi carri pesanti (come in effetti si dimostrò), la gittata era di circa 150 m, ma l'inconveniente era che il razzo era ancora acceso quando partiva dal tubo, da qui la necessità di una apposita visiera per il lanciatore; inoltre era meglio se c'erano anche indumenti protettivi e una maschera antigas, e infine i detriti e gli scarichi del razzo erano pericolosi fino a 4 m, rendendo inadatta l'arma dallo sparo da luoghi chiusi, e troppo visibile (=nuvole di polvere) se sparava dall'esterno. Inoltre era piuttosto pesante e ingombrante. Ma del resto non c'erano al momento altri modi di coprire le distanze tra 40 e 100 e passa metri, perché il Panzerfaust era troppo impreciso in tal caso. Fu l'RPzB 54 con scudo antivampa che eliminò la necessità delle protezioni per il soldato lanciatore; ma non certo il resto dei problemi; il RPzB 54/1 arrivava a 180 m con una granata migliorata; gli ultimi razzi prodotti perforavano 160 mm, mentre i vecchi mod. 43 venivano passati alla seconda linea. Erano popolari tra le truppe, ma con i problemi di cui sopra.
 
===Junkers===
I dati: RPzB 43, tubo 9,2 kg, razzo 3,27 kg di cui 650 gr per la testata; lunghezza 1,638 m e gittata di 150 m; l'RPzB 54 pesava 11 kg e il razzo 3,25; per il resto non c'erano molte novità, se non che la cadenza di tiro indicata era di 4-5 colpi al minuto.
Aereo di cui restano solo i disegni e presumibilmente mai nemmeno iniziato nella costruzione. Era inteso come un velivolo per sostituire l'Hs-129, con punti di contatto con il moderno A-10, perché doveva rispondere a requisiti simili. Avrebber avuto fusoliera a pancia 'piatta', due turbogetti alla radice delle ali, cannone Mk 103 sotto il muso, 2 MG 151 (per 'bersagli morbidi') alla radice alare, carrello in fusoliera di cui l'elemento anteriore sarebbe stato un semplice slittino azionato con aria compressa. Pare che le dimensioni di massima calcolate fossero 11,85 m di lunghezza, 14,6 m di apertura alare, altezza 3,85 m<ref>Sgarlato N, ''Schlachtflugzeug'', Aerei nella storia dic-gen 2005</ref>.
 
===Messerschmitt===
Le cariche di demolizione erano state usate dal 1940 quando questi sistemi da 3 kg con 750 gr di TNT erano capaci di perforare 110 mm di acciaio e vennero usate per far saltare i bunker di Eben Emael.
Lippisch, che lavorava all'Abteilung L della BFW sviluppò parecchie idee su come migliorare il Me 163 o meglio, di estrapolarne tipi anche radicalmente diversi, più che altro nel sistema di propulsione, ma anche nell'aereodinamica. Il P 09 aveva motorizzazione diversa dal Komet basico perché era stato studiato in due configurazioni diverse, due turboreattori o uno più un razzo. Il P 10 avrebbe avuto due motori Jumo 004 e una bomba da 1.000 kg in apposita stiva, 2 MG 151/20 di prua e due difensivi (fissi?) sparanti all'indietro. Il disegno era datato 26 novembre 1941. Il 20 maggio del '42 apparve un tipo simile ma con un DB 606, come concorrente del Me 410, l'elica inoltre era spingente, con stiva interna per le bombe. Nulla di fatto, come anche per il P 11 che divenne un vero bombardiere veloce; era stato presentato dall'ing Heindrick il 13 settembre 1942, come si vede anche qui non si trattava di un progetto pensato sotto la spinta della disperazione, ma quando la Germania era ancora in fase offensiva, seguito da un altro tipo il dicembre simile all'Ho IX, forse già in competizione con esso (difficile da credere perché all'epoca l'aereo era tutt'altro che 'ufficializzato' e tantomeno messo a punto), poi nel maggio 1943 Lippisch riprese il concetto con il P 11 in versione caccia pesante , oppure bombardiere, ma con due Jumo 004. Il successivo P 12 si riferiva invece ad un'alta famiglia di aerei da combattimento, con vari tipi di ali da 11 o 14,1 m, riprogettato dopo anni, nel maggio del '44,con un'ala a delta. Venne soppiantato dal P 13 dell'ing Hubert, con due motori DB 605, uno in coda spingente e l'altro a prua traente, seguito dal P 13A con statoreattore e configurazione delta puro. Il motore era alimento a lignite e paraffina, la camera di combustione era di tipo rotante e forma esagonale. Tanto per cambiare non se ne fece niente, mentre il P 15 Diana era un altro apparecchio da caccia pensato stavolta come alternativa all'He 162, una cellula riprogettata di Me 163 con turbogetto HeS 011 o un meno potente BMW 003 da 800 kgs, due cannoni da 20 mm. Niente di fatto, come del resto il P 20 di Lippisch, un altro Me 163B evoluto, ma niente di fatto oltre a pochi disegni.
 
Passata questa generazione che si potrebbe definire, con la logica d'oggi, di progettazione 'mecha', si cercò infine di portare a compimento un ultimo interessante tipo di caccia con ala a delta e piano di coda con abitacolo incassato. Questa specie di 'freccetta volante' era frutto degli studi di Lippisch, che nel maggio del '43 divenne il direttore dell'istituto di ricerca aeronautica di Vienna, dove realizzà un aereo a delta supersonico, il P13a, che avrebbe dovuto essere preventivamente testato da un apposito aliante, il DM-1, che dopo molte tribolazioni e peregrinaggi per sfuggire ai bombardamenti aerei, venne trovato nel maggio del '45 dagli Americani. Mai sperimentato in volo indipendente, fu molto utile per sperimentare la configurazione del successivo XP-92, che divenne poi l'XF-92A. Per prudenza non venne fatto volare, ma venne sperimentato nella galleria del vento. Era un piccolo velivolo da 6,32 m di lunghezza e 6 di apertura alare, alto 3,25 m e psante al massimo 375 kg, con velocità di 560 kmh e carrello triciclo retrattile a carreggiata molto stretta.
[[Immagine:Captured panzerfaust.jpg|360px|right|thumb|Quest'oggetto dalla forma di bastone è il Panzerfaust standard, osservato con curiosità da un giovane soldato americano, mentre la testata sembra smontata dal razzo stesso]]
Quanto al Panzerfaust, esso apparve ai primi del '42 come pratico sistema per tirare un'ogiva di grosse dimensioni controcarri; arma all'epoca unica, venne pensata dal dott. Langweiter e venne prodotta dalla HASAG di Lipsia e non era un vero e proprio lanciarazzi ma una specie di cannone senza rinculo portatile, però con razzo sovracalibro, come negli RPG e a differenza dei più ingombranti Bazooka e Panzerschrek, nessuno dei quali all'epoca era ancora disponibile. In sostanza era un tubo con del propellente azionato prima dell'uscita della granata, da qui la mancanza di protezioni per il servente; la gittata era ridotta, specie nel tipo Panzerfaust 30 klein, il primo, che aveva una gittata pratica di 30 m e una testata da 100 mm, capace nondimeno di perforare 140 mm a 30 gradi d'impatto. Il tubo di lancio doveva essere messo sotto il braccio prima dello sparo, non sopra la spalla come il Bazooka; malgrado la corta gittata, la caduta della traiettoria era tale da rendere necessario un alzo abbassabile. Presto arrivarono i più potenti Panzerfaust 60 e 100, e ed erano persino in programma i tipi 150 e 250, pure ricaricabili, praticamente gli antenati diretti degli RPG-2 sovietici del dopoguerra.
 
Non bisogna dimenticare poi lo sviluppo che partì dal Bf 109T (T sta per Trager, portaerei), per poi andare a usare, qualche anno dopo, per il Bf-109G per ottenere il Bf-109ST, e poi Me 409A con i motori DB 605, oppure nel tipo B con il DB 628 (il DB 603 con turbocompressore TKL 15), per poi andare al Me 409C con lo Jumo 213. E se questo non bastasse, si ha notizia anche di un Me 409 che in realtà erano due fusoliere di Me 209 V5 dotato di DB 603G. Non solo, ma poi il 20 maggio 1942 l'RLM chiese un caccia d'alta quota che venne chiamato Me 155, una settimana prima si era chiesto di riaprire i lavori sulla portaerei 'Zeppelin', inizialmente interrotta. Così venne fuori il Me 155A navale, e il 155B era il tipo terrestre. I lavori vennero fatti da Woldemar Voigt con il nome di P 1091, ma all'inizio del '43 il tipo navale venne definitivamente annullato (Hitler aveva voluto la sospensione delle attività sulle grandi navi della flotta). Non mancarono poi le varianti del Me 155B, con una specie di presa d'aria integrata dentro l'ogiva e motori come il DB 605A, DB 628, e altro ancora, mentre l'armamento era di 2 MG 151 e 1 MK 108, almeno a livello previsto. Dopo i voli di alcuni aerei sperimentali chiamati Me 109H, su base Bf-109G-5 con il DB 628, il primo volò nel novembre 1943, si passò il tutto alla B&V.
Le loro caratteristiche:
 
*Dimensioni: lunghezza 9,6 m, apertura alare 13 m, altezza 4,1 m
*Panzerfaust 30: gittata 30 m, peso totale 1,475 kg (klein), 3,2 kg totale, lunghezza 98,5 cm, 76cm di tubo, diametro 40 mm, testata lunga 36 cm, carica HE da 400 gr di TNT e Trihezogene; carica di lancio 54 grammi di polvere nera; velocità 28 m.sec, perforazione 140 mm a 30°.
*Peso: 3,2-3,86 t
*Prestazioni: 708 kmh a 12.000 m, autonomia 75 min
 
proietto 100 e 140 mm rispettivamente, dal peso di 680 gr e 3 kg; v.iniziale 30 m.sec e perforazione massima 140 e 200 mm a 30°.
 
Il protipo di quest'aereo disegnato da R. Vogt, e avrebbe dovuto volare coem Bv 155B il 1 settembre 1944, con fusoliera di Me 109 e ala da 20,5 m, motore DB 603A da 1.450 hp turbocompressore TKL 15, cannone MK 103 (60 cp), due MG 151/15 (400 cp totali), o anche 3 MK 108 (180 cp), o altro ancora. Per quanto è difficile da comprovare, la data sarebbe stata rispettata con una decina di voli prima della demolizione nel gennaio 1945. Non è chiaro se l'aereo V2 fosse stato o meno completato e se abbia volato o meno. Di sicuro era incompleto il V3 e il V4. Poi finì tutto con la fine della guerra.
*Panzerfaust 60: gittata 60 m, proiettile da 3 kg e totale 6,8 kg; v.iniziale 45 m.sec.
 
*Dimensioni: lunghezza 8,95 m, apertura alare 20,5 m, altezza 2,98 m
Questo aveva la testata dei Panzerfaust 30 ma con motore di maggior potenza.
*Peso: 4,87-5,125 t
 
*Prestazioni: 690 kmh a 16.000 m, autonomia 458-1.348 km
Descrivendo nel dettaglio l'arma, il tubo del klein era lungo 76,2 mm dal diametro di 50 mm, con struttura finale a 'calice' per contenere l'ogiva. I tipi con maggiore capacità avevano motori a razzo e il Panzerfaust 100 arrivava a 62 m.sec.
 
Il razzo Klein 30 era limitato ma i primi 500 vennero mandati nell'agosto 1943 sul fronte Russo. Ma non c'erano i sistemi di puntamento, che non c'erano, avevano 44 mm di diametro, con 14 cm di diametro, 49,5 cm di lunghezza del razzo e 800 gr di HE, propellente da 95 grammi e 30 m.sec, perforando 200 mm a 30 gradi fino a 30 metri. Peso del proiettile da 5,1 kg. Nell'agosto del '43 ne arrivarono 6.300 esemplari, con cui venne passato un ordine per 50.000 pezzi dal settembre 1943. Stranamente la produzione del 'Klein' era proseguita fino all'aprile 1945. La produzione del Panzerfaust 60 m, invece, arrivò entro il dicembre 1944 a oltre 1.400.000 esemplari. In tutto il peso di quest'arma era di 6,1 kg, diametro del loro tubo di lancio di 50 mm, 134 grammi di polvere nera, v.iniziale 45 m.sec.Venne prodotto dal settembre 1944. Ma nell'estate 1944 era stato pensato ad un sistema a doppio stadio con motore a razzo aggiuntivo, 190 gr di propellente iniziale e poi del razzo di per sé. v.iniz. 60 m.sec, raggio 100 m, diametro 6,2 cm, peso 6,8 kg, alzo fino a 150 metri, entrò in servizio dal novembre 1944. Poi vennero i razzi ricaricabili Panzerfaust 150, tubo capace di sostenere fino a 10 tiri, per rendere più economico il tiro con queste armi e con impugnatura anteriore anatomica, 100.000 esemplari ordinati, ma pochi entrarono in servizio prima della fine della guerra. Ma non era finita, la HASAG progettò i razzi Panzerfaust 250 con velocità di 150 m.sec, ma non entrò in servizio: era nel settembre 1945 che si prevedeva di metterlo in produzione. Infine, si pensò a razzi capaci di perforare ben 400 mm, e infine ad un 'Grosse Panzerfaust' e un Hecth da 10,5 cm.
 
Il Panzerfaust era un'arma potenziata da un esplosivo chiamato ciclonite, che talvolta si dimostrava piuttosto instabile. Il Panzerfaust era arma capace di suscitare una certa diffidenza anche in chi l'usava dato che era pericoloso farlo: per questo, era necessario tirare da distanza, magari mancando il bersaglio, ma non essendo subito sottoposto al fuoco di ritorno. I carri sovietici spesso avanzavano coperti di fanteria armata con mitra PPhS, e appena vedevano un soldato tedesco sbucare dietro un muro o da una buca, non esitavano a sparargli. Spesso vennero fornite protezioni aggiuntive perché il Panzerfaust era capace di dare ad un singolo fante la capacità controcarri, sia pure senza ricarica e da distanze minime, di un carro Tiger. La velocità del razzo era piuttosto bassa, nulla a che vedere con i quasi 300 m.sec degli RPG; l'arma veniva inserita solo prima del lancio per motivi di sicurezza nel tubo; il grilletto era protetto dall'alzo, che si elevava per mirare meglio; il tutto mentre c'era il rischio che la granata, una volta aperto l'alzo, liberata dai ganci che la trattenevano, scivolasse fuori dal tubo e forse esplodesse. Una volta lanciata, era stabilizzata da 4 superfici ripiegabili. Insomma, un sistema rudimentale, ma se si faceva centro, per il carro nemico era la fine. Negli ultimi giorni di Berlino era normale vedere civili e ragazzini della gioventù Hitleriana andare verso il fronte in bicicletta, armati con un paio di Panzerfaust per mettere KO qualche T-34 o Stalin. Il Panzerfaust era semplice e se non altro venne prodotto in quantità di centinaia di migliaia di esemplari, dimostrandosi molto pericoloso per i mezzi nemici, sopratutto negli scontri urbani o tra la vegetazione.
 
 
Venendo invece al Panzerschreck, la sua efficacia era elevata sì, ma non senza limiti vari. Eccoli<ref>Ludi G ''Panzerschreck, il Bazooka di Hitler'', Eserciti nella Storia mar apr 2006</ref>. Mentre il Panzerfaust era da distribuirsi alla fanteria comune, il 'Bazooka' era per team specifici controcarri, dato anche che l'arma pesava 9,25 kg per 1,6 m di lunghezza. La testata aveva 660 g di esplosivo. Era disponibile in versioni estive e invernali, ovvero rispondenti a differenti 'range' di temperatura. Servito da un team di due uomini, sparava il razzo dopo l'azionamento di un grosso grilletto a 105 m.sec. Dopo poche centinaia di pezzi prodotti del mod. 43, che si era dimostrato davvero pericoloso per il lanciatore e anche per il caricatore, lo scudo metallico di 36x47 cm con finestra trasparente aiutava finalmente a 'sopravvivere' allo sparo, e inoltre il nuovo proiettile da 180 m di gittata Gr.4992 era capace di esser usato a tutte le temperature pratiche. Dal dicembre del '43 i piani erano per 382.000 esemplari e 4 milioni di razzi, e a gennaio si era già arrivati a quasi 51 mila e 173.000 rispettivamente, dei primi in prima linea ce n'erano 21.141. Organizzati in plotoni di tre lanciarazzi, erano potenzialmente pericolosissimi per i tank nemici. Ma i tiratori tendevano a sparare troppo da lontano e i risultati non erano dei migliori: ma già prove comparative con i Panzerfaust avevano dimostrato, contro un T-34 fermo e da 100 m, che solo il25% dei PzB colpiva l'obiettivo, contro 5 centri su 5 dei Panzerfaust 30 (naturalmente da 30 m). C'era da riflettere quindi sulla portata massima dichiarata di 120 m contro carri in movimento. Le capacità perforanti erano di 230 mm a 90 gradi e 150 a 30, ma i Finlandesi nel dopoguerra rilevarono solo 100 mm a 30 gradi, del resto l'ogiva era minore di quella del Panzerfaust. Nel '44 arrivò un lanciatore corto da 1,35 m da 9,5 kg, che era l'RPzB.54./1; ai 289.151 del tipo base mod. 54, se ne sarebbero aggiunti altri 25.744 su 48.000 ordinati. I colpi arrivarono a 2.218.400 almeno. C'erano armi speciali ancora più corti da 107 cm, o addirittura con lanciatore in cartone compresso pesante 5,5 kg, e infine lo sperimentale da 105 mm, lungo 2,4 m e pesante 18 kg, rimasto a livello di prototipi, mentre le altre due tipologie vennero prodotte in piccola quantità. Ma non finì mica qui: la Fliegerschreck era un bazooka antiaereo con razzo munito di testata da 17,4 cm, e 144 munizioni incendiarie; non venne mai usato.
 
Sebbene i RPzB fossero più avanzati e riutilizzabili circa 100 (poi 200 col /1) volte, non vennero mai amati davvero dagli utilizzatori, tanto che nel primo quadrimestre 1944 i Panzerfaust misero KO 262 carri e i Panzerschreck 88, meno anche dei 167 distrutti dalla fanteria tedesca usando mine del tipo Teller. Costando però solo 70 marchi contro 5.730 del misero cannone da 37 mm Pak 36, non fu una cattiva idea e nell'insieme costituì un pericolo. ifurono anche dei blindati che ebbero lanciatori trinati di questi lanciarazzi, i Panzerjager 731 Bren, in pratica dei Bren Carrier catturati; ne seguirono anche altri con sei razzi in posizione brandeggiabile. E alfine, dopo la guerra, questi razzi tedeschi ebbero uso con i Finlandesi e poi Svizzeri e Belgi produssero dei derivati in uso fino agli anni '90, ovviamente perfezionati, ma ancora simili ai tipi bellici. La produzione (315.000 bazooka e oltre 2 milioni di colpi) per quanto inferiore, non lo è stato di molto rispetto ai 467.000 Bazooka, anche se con oltre 15.600.000 proiettili.
 
===Cannoni Senza Rinculo<ref>Cantamutto A: 'I cannoni S.R.' Eserciti nella Storia set-ott 08</ref>===
I cannoni senza rinculo cominciarono la loro esistenza con gli studi di tecnici Tedeschi, ma il primo riscontro documentato è del 1911 da parte di un certo Davis, comandante dell'US Army, messo a punto nel 1912. Il suo bossolo aveva una massa rinculante che consentiva di eliminare gran parte del rinculo, mentre la munizione era dotata di alette essendo la bocca da fuoco a canna liscia. I Britannici ne studiarono addirittura l'impiego per dirigibili, abbinato ad un'arma Lewis, ma non ci furono riscontri in grande scala. Nel '23 i Sovietici continuarono a sviluppare tale armamento, e poi realizzarono armi tra il 37 e il 305 mm, di cui un tipo da 76 venne messo i produzione e usato contro la Finlandia nel 1940. I Tedeschi ebbero i cannoni SR da 75 mm Mod. 40 per i paracadutisti: con un ordine per 193 armi e 120.000 colpi, seguirono poi le truppe alpine che contribuirono a totalizzare una produzione di almeno 632. Era un cannone in alluminio che pesava 145 kg e tirava colpi da 5,9 kg a 6.700 m. Poi si pensò anche ad armi da 105 e 150 mm, con molti tipi, specie da 105mm, di cui il mod 42 è stato il più diffuso. In tutto venne prodotta di quest'arma da 8 km di gittata e almeno 430 kg, un totale di 528 pezzi e 452.000 colpi. I prototipi Rheinmetall LG240 e 290 da 150 mm vennero realizzati nel 1943 ma non entrarono in produzione. Gli inglesi iniziarono su di un modello svedese lo sviluppo di un'arma di questo tipo: dal 1942 comparvero pezzi da 87, 94 e 95 mm, con sistema di sfogo dei gas Burney con tubi obliqui, con bossolo in metallo con fori laterali con leggera pellicola in ottone che saltava all'atto dello sparo. Venne usato in Birmania il pezzo da 87 mm, che pesava solo 25 kg e tirava ad appena 914 m un proiettile da 4,9 kg (274 m.sec). C'era anche un pezzo da ben 183 mm, con 2.700 m di gittata, venne approntato però dopo lo sbarco in Normandia quando oramai non c'era più bisogno; il 94 mm ebbe limitatissimo impiego e il 95 mm nessuno. Negli USA venne approntato nel novembre 1943 il T15E1, il futuro M18, che venne messo in produzione un anno dopo e omologato nel '45, anche se venne sperimentata in Europa prima di allora. Pesava 20,4 kg con proiettili da 1,25 kg; è rimasta in servizio per molto tempo grazie ad una velocità iniziale di 366 m.sec e gittata di 3.976 m, ma come arma controcarri (i cannoni SR sono ideali per le HEAT) non era all'altezza nemmeno di affrontare il T-34, e in generale non era valida oltre i 160 m nel tiro controcarri. L'M20 si avvalse delle esperienze dell'M18 ed entrò in servizio nel giugno 1945, dopo poco tempo dall'inizio del programma. Anziché portatile era arma da treppiede, pesante 51 kg e con proiettile da 6,53 kg a 305 ms e 6.400 m. La gittata utile ufficiale contro i corazzati era di 350 m. I Tedeschi usarono molto di più i loro cannoni durante la guerra, già nel '41 nell'invasione di Creta. Nel dopoguerra, prima dei missili controcarri, i cannoni SR avranno un intenso momento di gloria, sopratutto con l'M40 da 105 mm, ma non mancò nemmeno il Davy Crockett con calibro da 120 mm e testata esterna al tubo di sparo con testata nucleare, fino ad un raggio di qualche migliaio di metri.
 
 
 
==Artiglierie==
In generale, dato che la Germania era stata praticamente azzerata dopo i trattati di Versailles, la sua componente d'artiglieria era tutta moderna e recente; con il che non significa che fosse anche 'avanzata' nel senso più concreto del termine, ovvero con soluzioni tecniche particolarmente all'avanguardia. Era interessante piuttosto considerare che i Tedeschi, per le loro artiglierie divisionali, avevano stabilito che il 75 mm era troppo poco e lo avevano piuttosto rimpiazzato con i pezzi da 105 mm, mentre il '75 mm era piuttosto considerato come arma controcarri o per carro armato. Quanto ai cannoni contraerei, il Flak da 88 mm era l'arma principe, ma non mancavano nemmeno i Flak da 105 e 128 mm. Erano più potenti, ma più costosi e fecero meno notizia oltre che per il minor numero (oltretutto apparsi anche più tardi), perché non erano armi campali e quindi il loro doppio ruolo contraerei- controcarri ebbero ben poche occasini per esercitarlo: erano troppo pesanti anche per i semicingolati tedeschi.
 
Le armi contraerei leggere erano da 20, da 37 ma anche da 50 mm. Le prime erano la Flak 30 e 38. La prima era un'arma piuttosto efficace, sostituta dei pochi Flak 28 (gli Oerlikon) relegati ben presto all'addestramento; entrata in servizio nel '35, era piuttosto complessa, costosa, e inspiegabilmente prone ad inceppamenti delle scatole serbatoio da 20 colpi. Sparava piuttosto celermente, 280 c.min (più delle armi italiane come le Breda), proiettili da 119 gr a 900 m.s, raggiungendo i 2.200 m di quota effettiva. Ma pesava ben 450 kg, troppi per il suo calibro e appena fu possibile si fu ben lieti di sostituirla con il Flak 38, ma questo entrò in produzione solo nel tardo 1940. Questo cannone Mauser sostituiva il precedente Rheinmetall. Con un peso appena inferiore -420 kg- era dotato di analoge capacità balistiche, ma tirava almeno 420-480 c.min e questo, assieme ad un sofisticato congegno di puntamento con previsore di posizione futura (come nel Flak 30 modernizzato), consentiva di distruggere facilmente gli aerei dell'epoca. Ma poi ci si rese conto che i colpi da 20 mm erano poco efficaci contro aerei di elevate capacità e caratteristiche, come quelli della guerra inoltrata. Ma già dal 1940 apparve la risposta, il Flakvierling, 4 canne da 20 mm Flak 38 con alzo fino a 100 gradi (anziché 'solo ' 90), che concentrava nei suoi 1.514 kg un volume di fuoco di 1.800 c. min. La sua efficacia fu micidiale e non ve ne furono mai abbastanza in servizio, usate dall'esercito, marina e aviazione. Gli Alleati temettero a ragione l'efficacia di questa contraerea leggera, apparentemente presente ovunque sul campo di battaglia e nelle retrovie, specie se era a bordo dei semicingolati e infine da parte di carri armati modificati (su scafo P. IV); gli Alleati riutilizzarono tutte le armi Flak 38 e Flak 38 Vierling che trovarono, con tanto di manuali d'istruzione. La loro cadenza di tiro, anche se inficiata dai caricatori da 20 colpi, era paragonabile a quella di un sistema binato moderno Rh-202 da 20 mm, il che spiega la loro efficacia.
 
A livello superiore, questi cannoni erano inquadrati in unità reggimentali: il Flakregiment aveva 2 battaglioni pesanti e 3 leggeri, oppure battaglioni misti con 3 batterie da 88 Flak 18 o 36, e 3 leggere da 20 mm Flak 38, di cui una di tipo Vierling (12 pezzi da 88 e 48 da 20). Interessante che nonostante il peso notevole, non si sia pensato a impianti da 20 mm diversi dal quadrinato, ovvero a quelli binati che pure avrebbero garantito una discreta efficacia. La potenza di questi cannoni contraerei era spesso usata contro bersagli a terra, con effetti devastanti: i 20 mm contro veicoli non protetti o leggermente corazzati, gli 88 mm contro ogni tipo di bersaglio.
 
Sopra il 20 mm c'era il 37 mm: i Flak 18, 36 e 37. I primi erano stati sviluppati dalla Rheinmetall in Svizzera per aggirare i trattati di Versailles, erano armi potenti ma con vari inconvenienti: si inceppavano, erano pesanti, costose e lente da mettere in azione; il Flak 36 apparve 3 anni dopo anche se non sostituì mai totalmente il precedente in servizio (era stato prodotto in numerosi esemplari dal '33 e anche esportato in Cina); la sua balistica era identica, ma era più semplice, rapido e facile da muovere in azione, ed era più affidabile. Il Flak 37 aveva il goniotachiometro per la previsione di posizione futura dei bersagli. Prodotti in numerosi esemplari, ordinati in genere in batterie di 9 o 12 pezzi, erano alimentati da caricatori a piastra da 6 colpi. Nel '44 ce n'erano talmente tanti che la sola LW ne contava 4.211. Sparavano colpi da 640 grammi a 160 c.min, su gittata massima di 4.800 (quota massima), pesavano 1.500 kg circa in batteria.
 
Ma erano armi piuttosto difficili da produrre, nonostante tutto. E allora venne fuori il Flak 43 3,7 cm, progetto Rheinmetall vincitore contro una proposta Krupp. Aveva sopratutto il pregio di essere prodotto con criteri simili a quelli delle armi portatili e questo la rendeva più facile da costruire. Inizialmente sembrava favorito il modello Krupp, ma questo ebbe dei problemi e così vinse la concorrente: questo però generò contrasti tra fazioni che causarono un ritardo notevole nella preparazione della produzione della nuova arma. Fatta con materiali stampati in larga misura, saldature e altre procedure per ridurre i tempi di realizzazione, richiese un tempo di appena un quarto rispetto ai precedenti Flak 3,7 cm. Alla fine, solo dal primo 1944 fu possibile realizzarlo in serie a Durkopp. Usato contro aerei sempre più veloci, aveva ancora le munizioni e la canna del Flak 36/37, ma poteva contare su di una cadenza di tiro aumentata a 250 c.min, molto elevata anche se ovviamente era un dato teorico. Per migliorare la sua efficacia fu previsto anche il Flakwilling 43 3,7 cm. Esso era un impianto binato, in cui i cannoni erano erano sistemati su di un telaio a 4 ruote, e sopratutto erano binati, con eiettori dei bossoli sulla destra. Presente, al solito per le armi tattiche, la scudatura. I cannoni erano sistemati in posizione sovrapposta, perché così era facile costruirli, senza dover mettere mano a riprogettazioni estese per due armi gemellate. Ma nonostante il volume di tiro aumentato a 500 c.min, era un'arma scomoda da mettere in posizione e sbilanciata verso l'alto. Nonostante limiti e inconvenienti, si trattava di armi formidabili nel settore contaerei, anche se non ve ne furono mai abbastanza. Nel '45 ce n'erano 1032, di cui 280 binati. Ad n certo punto queste armi, che richiedevano 6 serventi per ciascuna, erano state pensate anche come installazioni quadrinate e binate appaiate. Il peso era, nel Flak 43, di 1392 kg, alzo da -7.5 a 90 gradi, lunghezza del cannone 3,3 m (anima).
 
Ma i Tedeschi non erano ancora del tutto convinti che i cannoni da 37 mm, che pure si dimostrarono efficaci, fossero ancora sufficienti per affrontare quel corridoio tra i 1.500 e i 3.000 m, troppo alti o troppo bassi per le armi leggere e pesanti. Obiettivamente, c'era un grosso gap tra i 37 mm e gli '88', ma come riempirlo? Si pensò al Flak 41 5 cm, che in realtà venne prodotto già nel 1936 come progetto Rheinmetall, una specie di versione pantografata delle armi da 37 mm, anche se il progetto dovette vincere contro la concorrenza Krupp. Ma ancora nel 1941 si aspettava l'entrata in servizio dei pezzi, che poi saranno prodotti in appena 60 esemplari, da qui l'irrilevanza di questo cannone. Il problema erano le munizioni: da un lato producevano allo sparo uno scoppio enorme, con una forte vampata capace -nonostante il tromboncino alla volata- di impressionare gli occhi del puntatore persino in pieno giorno. Dall'altro canto, non avevano abbastanza efficacia come carica di scoppio. Inoltre l'affusto era troppo pesante e lento da brandeggiare. Eppure ebbe un limitato uso, per esempio come arma da difesa per le dighe della Rhur. Alla fine della guerra ce n'erano ancora 24 in servizio, azionati da 7 serventi, che dovevano caricarlo tra l'altro con clip da 5 colpi, deciamente pesanti. I colpi potevano essere perforanti, ma il problema era che questo cannone non venne mai installato con affusto su mezzi corazzati o motorizzati. Il peso era di 3.100 kg, il cannone aveva anima lunga 4,686 m, ma la quota massima di efficacia era di soli 3050 m. La cadenza di tiro era se non altro interessante, 180 colpi al minuto, tirando proiettili da 2,2 kg a 840 m.sec. In seguito è possibile che questo cannone abbia influenzato il 50 mm controcarri o meglio ancora, il cannone da 50 mm montato su aerei. Ma la soluzione venne trovata nel Gerat 56, ultimo sviluppo logico delle armi tattiche tedesche. Esso era da 55 mm, ma non venne mai messo in servizio: piuttosto fu la base del 57 mm S-60 sovietico, arma di notevole successo postbellico. Da tutto questo può sorprendere come i Tedeschi non avessero armi del tutto adeguate per la difesa a bassa quota, anche se in giro c'erano cannoni come gli Oerlikon e Bofors. Nondimeno, i loro reparti antierei leggeri, dal 1940 in poi, vennero usati con un'efficacia micidiale contro ogni sorta di aerei, dai Battle ai Typhoon, rendendo molto difficile la sopravvivenza degli aerei tattici Alleati e la loro attività nelle azioni a bassa quota.<ref>Armi da guerra 88</ref>.
 
===Supercannoni===
La tecnica di sparare proiettili ad altissima velocità e superare la fascia bassa dell'atmosfera, riducendo poi l'attrito, era già nota durante la I Guerra mondiale. Il Cannone di Parigi era un esempio da 132 km, replicato poi nella II Guerra mondiale. Ma si andò oltre, come dimostrato dai supercannoni di tre tipi diversi: il 210 mm ferroviario, rielaborazione del cannone del 1918; il 'Dora' da 800 mm, il Cannone di Londra, ulteriore passo in avanti. Adesso parliamo di quest'ultimo. Il concetto non era nuovo: la 'Pompa ad alta pressione' nascondeva un'idea vecchia del 1880, che era in sostanza un cannone a più stadi: il concetto era quello di costruire una b.d.f. che superasse il limite di pressione che anche i migliori acciai non potevano superare, attorno alle 7.000 atmosfere. E dal fatto che oltre i 60 calibri è praticamente inutile 'allungare' un cannone normale, con carica singola, perché non avrebbe avuto nessun modo di raggiungere le pressioni necessarie per lanciare i proiettili a velocità altissime, di circa 1.500 m.sec. A dire il vero, il 'cannone di Parigi' era un mezzo a camera di scoppio singola, però era costituito da due cannoni di grosso calibro uniti, e con un'usura tale da consumarsi in appena 50 spari, e non solo: i proiettili erano di 3 calibri diversi: 210, 240 e 260 mm, per compensare l'usura. Non era certo un compito facile rendere utile in termini pratici un pezzo ferroviario da 278 t, che aveva anche un nome proprio: il 21 cm L170 EisenbahnKanone 'Keiser Wilhelm', che tirava colpi da 100 kg a 1.600 m. sec. Questo cannone era chiamato anche 'Bertha', e una batteria di tre di questi cannoni, usati contro Parigi dal 23 marzo al 1 ottobre, tiravano da 112 km dalla capitale, e tirarono 898 colpi in tutto, uccidendo 402 persone ferendone altre 800. Il colpo peggiore fu certamente aver centrato una cattedrale con una messa al suo interno. Il cannone venne costruito in tutto in 10 esemplari, quindi il 'Cannone di Parigi' era un modo di dire, non certo un'entità unica. L'alto costo tra le due guerre fece sì che da un lato vennero fatte molte esperienze, anche in Italia, con armi come il 'Cannonissimo'. Ma furono i Tedeschi a realizzare dei cannoni di prestazioni eccezionali, e di costo parimenti astronomico. Erano intesi per l'attacco alla Gran Bretagna e contro la Maginot.
 
Ma il più potente di tutti era il progetto conosciuto come 80 cm Kanone (Eisenbahn). Alla Krupp, questo studio voluto per capire come superare le difese della Linea Maginot sembrò una perdita di tempo, e nel '35 c'erano tante altre cose da fare, come produrre gli '88'. Ma Hitler era affascinato dalle opere immani, di stile 'Wagneriano'. Ordinò pertanto nel '36 di andare avanti con questo progetto per disporre di questo supercannone. Fu molto difficile realizzare quest'arma, la prima delle quali doveva essere pronta per il 1940, che invece passò senza che ciò accadesse. I primi tiri vennero fatti sul poligono di Rugewalde nell'anno successivo.
 
Venne costruito in soli due esemplari 'Dora' e 'Schwere Gustav', questi costituivano una sfida tecnologica senza precedenti, almeno nel settore delle artiglierie. Prodotto tra il 1941 e il 1942, normalmente viaggiava smontato in 60 vagoni ferroriari. Quando era rimontato, si rivelava una super-arma con un calibro di 800 mm, e la canna di lunghezza 32,5 m. Sparava due tipi di colpi: quello perforante e quello esplosivo. Il primo era pesante 7.100 kg (!), tirabile a 38 km di distanza. Il secondo, con pareti più sottili, era di appena 4,8 tonnellate, e sparabile a 47 chilometri. L'affusto poggiava su di una doppia rotaia costruita ad hoc, si trattava di ben 4 binari. Non era possibile insomma usare l'affusto su ferrovie normali. Il peso del complesso, molto alto e dalla sagoma inconfondibilmente imponente, era di circa 1.330 tonnellate. Servivano 4.120 uomini per movimentarlo e gestirlo, 250 solo per caricarlo e totalmente 1.500 per gestirlo in azione e difenderlo. il 'Grande Gustav' come spesso era chiamato il primo dei due cannoni, sparava al massimo 2-4 colpi all'ora.
 
Usato nell'unica situazione di guerra statica in cui poteva servire quest'enorme cannone tirò pochi colpi, che fecero sentire la sua presenza nell'assedio di Sebastopoli. Per esempio, tirò un colpo che distrusse un deposito sotterraneo di munizioni, protetto da 30 metri di terreno e uno strato di cemento armato. Anzi, volendo tracciare un quadro completo, bisogna dire che quest'assedio fu l'ultimo di tipo 'classico' con concentrazioni di artiglierie tali da distruggere anche pesanti fortificazioni. I supercannoni tedeschi avrebbero dovuto servire a demolire la Linea Maginot, ma arrivarono troppo tardi. Si pensò allora a Gibilterra, da attaccare da tergo con l'autorizzazione a passare concessa dal Gen. Franco. Ma il Caudillo non sentiva affatto l'impellenza di trascinare il suo Paese martoriato dalla guerra civile in un'altra guerra ancora peggiore, e volle rimanere neutrale. Così l'Operazione 'Felix', che se attuata avrebbe potuto cambiare le sorti della II Guerra mondiale, mai ebbe luogo e tutti i materiali, i carri, le artiglierie e le truppe (inclusi i paracadutisti e gli alianti d'assalto) vennero a quel punto radunati invano. Poi, quando sembrava che gli obiettivi dei cannnoni da 80 cm non esistessero più, vi fu l'assedio a Sebastopoli. Qui i Tedeschi vollero dare una prova propagandistica della loro efficienza e potenza. I forti sovietici erano numerosi e proteggevano l'importantissimo porto, e per superarli si pensò ad un'azione di artiglieria che era un riverbero delle epoche precedenti, specie della I Guerra mondiale. Vennero portati pezzi d'artiglieria, per lo più pesanti, da tutta Europa, tra cui molte artiglierie pesanti francesi. Per quando il 1 luglio la città cadde, erano stati tirati in poche settimane oltre 560.000 colpi. Sono circa la metà di quelli sparati ad El Alamein, ma in questo caso si trattò di armi quasi sempre di grosso calibro. 48 di quei colpi vennero tirati dallo Schwere Gustav, giunto in treno, suddiviso in numerosi vagoni, qualche settimana prima. Uno scalo di 1,2 km venne costruito appositamente, venne assemblato con gru capaci di sollevare 110 tonnellate. Ci vollero settimane, ma all'inizio di giugno il supercannone era pronto per sparare. E lo fece solo contro obiettivi militari. Il primo bersaglio furono alcune batterie costiere a 25 km; con l'aiuto di uno speciale stormo di Fi-156 da osservazione, bastarono 8 proiettili per distruggerle. Entro sera fu la volta del forte Stalin, in macerie dopo 6 colpi. Il 6 giugno altra serie di colpi per distruggere con 7 granate il Forte Molotov, e poi contro il suddetto deposito sottomarino nella baia di Severnaja, prendendo come punto di riferimento la 'Scogliera bianca' lì vicino. Nell'azione, che venne eseguita con 9 colpi, affondò anche una piccola nave a vela. Seguirono, fino al 17 giugno, 7 colpi contro una fortificazione, poi 6 contro il Forte Siberia, poi 5 contro il forte M.Gorkij.
 
In seguito il Gustav e il Dora vennero trattenuti solo in Germania. Si pensò anche ad una canna da 52 cm per aumentare la gittata ma non se ne fece nulla. Alla fine i pezzi di questi cannoni vennero smontati e sparsi per tutta la Germania e l'Europa, a costituire meraviglia per gli eserciti che li trovarono nelle loro avanzate. Era stato addirittura pensato ad un semovente per questo cannone, idea rimasta ovviamente sulla carta. Purtroppo nessuno dei due supercannoni è sopravvissuto per testimoniare tale incredibile epigono delle artiglierie di grandi dimensioni. Un terzo supercannone di questo tipo era in costruzione, ma venne distrutto durante l'ennesimo bombardamento sulla Ruhr<ref>Armi da guerra 10, vale anche per le altre super-artiglierie ferroviarie</ref>.
 
 
Poi c'erano i cannoni da 28 cm Kz.Br.K. (E), costruito in 5 esemplari e suato sul fronte russo. Aveva una canna da 29 m, l'affusto pesava 178 t. Era certamente un'arma meno impegnativa, che necessitava solo di 10 uomini per gestirlo, e la gittata arrivava a 58 km. Poi c'era il 'Gamma', mortaio da 420 mm, era un solo esemplare prodotto nel 1940, capace di tirare a 14 km un proiettile da 923 kg. Necessitava di 235 artiglieri ed era un'evoluzione del 'Gamma' da 355 mm, prodotto in 8 esemplari nel 1939-44, e usato durante la guerra sia all'Ovest che ad Est. Poi c'era il cannone semovente Karl da 60, poi anche da 54 cm. Perforava anche 2,5 metri di cemento armato con il calibro minore e necessitava di 109 serventi e artiglieri vari, con cingolati Mk IV portamunizioni, con braccio di sollevamento da 2,5 tonnellate. Erano necessari perché il semovente poteva essere mosso fuori dalle linee ferroviarie (dove veniva portato su un carrello da 180 tonnellate), ma portavano ciascuno solo 3 colpi. Sotto a questo calibro c'erano anche gli obici campali da 21 cm, di cui 711 vennero costruiti nel 1939-45<ref>Ludi G, Eserciti nella Storia gen-feb 2004</ref>.
 
Ma per ottenere questa prestazione, sufficiente per circa 120 km, era necessario un cannone estremamente costoso, ai limiti della fattibilità. Inoltre, rispetto ai bombardieri era ben dubbia l'utilità di una tale ,costosissima arma. Per superare il problema il dott. Conders, pensò a una specie di lungo tubo, con varie camere di scoppio laterali, che imprimevano al proiettile, mano a mano che percorreva il tubo, una continua accelerazione. Questo permetteva di usare tubi non molto spessi e molto lunghi, mentre la rigatura per stabilizzare il proiettile in volo, utile ma costosa in termini di attrito e di consumo di energia, era rimpiazzabile con alette speciali per il proiettile stesso, da estendersi in volo. Il risultato era un colpo di soli 150 mm di calibro, ma lungo ben 210 cm. Il guaio fu che il proiettile, realizzato con insufficiente esperienza, si dimostrò instabile in volo e questo pregiudicò il progetto. Inoltre, mentre Hitler aveva voluto subito una batteria sperimentale nel Baltico, affascinato dall'idea, si scoprì che la struttura da 132 m della canna era fragile, essendo troppo scarsa la qualità dei metalli usati. Inoltre, tra un'esplosione e l'altra si era riusciti a produrre una v.iniziale di appena 1095 ms anziché 1.500 ms. La situazione era oramai drammatica, sopratutto c'erano 20.000 colpi (molto costosi rispetto ad un pezzo d'artiglieria 'normale') che non si sapeva come utilizzare. Ora c'erano tante cose che non andavano in questo programma, che venne messo in mano ad un team con i migliori esperti di balistica, come Betz e Walchner, e questi, mobilitati per non dispiacere la volontà di Hitler di possedere questo cannone a lungo raggio. I calcoli dimostrarono che i proiettili erano difettosi, e che l'unico modo di ottenere 1.500 m.sec era di ridurre il peso del colpo da 80 kg, troppo poco per giustificarne l'uso. Vennero raggiunti, con i nuovi colpi, 44 km, e poi con un tipo leggero 90 km. Si stimava con la massima carica di raggiungere i 150 km. Ma gli incidenti continuavano, e il 14 novembre, oramai il cannone era inutilizzabile per colpire la Gran Bretagna. Ne venne sparata un'ultima carica davanti alla commissione militare con il cannone ridotto a 60 calibri. Poi si continuò a sparare con quest'arma, fino a che vennero tirati 10 colpi consecutivi con successo, anche se la cadenza di tiro era al massimo un colpo ogni 5 minuti. Alla fine non venne realizzato nulla di operativo. L'unica cosa che sopravvisse fu il concetto di cannone a stadi multipli, che venne tentato da S.Hussein con il calibro aumentato a ben 500 mm, con sezioni di tubo realizzate in Italia e Corea. Il 'Supercannone' era quasi pronto nel 1991, ma non venne mai completato. Al solito, si trattava di un'idea oramai superata dai missili: quale vantaggio, se non quello di una precisione maggiore (in verità non disprezzabile) per un cannone enorme, costosissimo e totalmente fisso, quindi vulnerabile agli attacchi aerei e missilistici fin dal primo giorno di combattimenti <ref>Gibertini G: ''Un cannone per Londra'' Eserciti nella Storia nov 1999</ref>
 
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Naturalmente il Me 262 non sfuggiva a questi processi di continuo miglioramento dei progetti, per quanto avanzato fosse. Qui bisogna ricordare un fatto di notevole interesse: Hitler in persona aveva tenuto una riunione con i vertici delle industrie tedesche, con tutti i principali progettisti. A loro chiese una serie di nuovi progetti e aerei, e Willy Messerschmitt preparò nel settembre un completo dossier del Me 262, che includeva varie versioni da caccia e cacciabombardiere, ricognitori, bombardieri puri, addestratori biposto. Mancava qualosa? Sì, un caccia notturno, che venne estrapolato poi, con notevole ritardo, dal biposto Me 262B-1 (eppure all'inizio del '43 già si pensò di montare il radar sul progetto iniziale, ma era stato abbandonato tale proposito prima ancora di farne la relazione a Hitler e così anche il P 1092E alleggerito, radarizzato e con coda a farfalla), ma pur essendo un formidabile apparecchio da combattimento, era inteso solo come versione provvisoria per la difesa di Berlino in attesa del 'vero' Nachtjager, il Me 262B-2a, con un radar FuG 218 Neptun e fusoliera allungata con altro carburante. Venne costruito un simulacro in legno già nel dicembre del '44, poi si tentò di costruire un prototipo che non venne mai completato. Ma non era finita nemmeno con questo passo, perché il 17 marzo 1945 Messerschmitt propose il motore HeS 011, e varie altre modifiche. Era questo un Me 262B-2 modificato, e con un derivato chiamato Me 262 HG II che aveva finalmente i motori affiancati in fusoliera, con una presa d'aria ovale, tre posti in fila, e due cannoni MK 108 inclinati verso il basso, più un radar FuG 218, ala riprogettata con maggiore inclinazione, e alla fine anche motori HeS 011B da 1.500 kgs più 4 razzi Rheinmetall-Borsig da 1 t di spinta l'uno. C'era anche un paio di bombe da 500 kg, almeno in opzione. Gli americani occuparono infine anche la fabbrica a Oberammergau. Al solito, nessun nuovo aereo era stato realizzato, ma per gli Alleati fu molto utile ispirarsi a quei disegni per il loro intercettori notturni postbellici.
I cannoni su rotaia erano di parecchi tipi. C'erano dei mezzi che erano a tutti gli effetti dei corazzati su rotaia, e c'erano dei cannoni su rotaia di tipo classico, usati solo per il tiro indiretto. Polacchi, Sovietici, Tedeschi e anche Italiani costruirono molti treni armati, ma anche dei veri e propri treni da combattimento, quando non anche versioni su rotaia delle loro autoblindo. I Tedeschi ebbero spesso torri corazzate brandeggiabili con impianti quadrupli da 20 mm, o obici da 105 mm, oppure ancora cannoni controcarri da 75 mm, con sistemi molto sofisticati e una completa blindatura anche per la torretta.
 
Un altro tipo interessante era stato presentato già nell'agosto del '43 come bombardiere veloce, un Me 262 con l'abitacolo spostato in avanti tipo il Meteor inglese, poi messo a punto con una nuova configurazione P 1099 del gennaio 1944, e ovviamente in seguito sviluppato ancora, per esempio il P 1099A con due Jumo 004C da 1.015 kgs, che erano armate a seconda delle proposte con 4 MK 108 o 2 MK 108 e 2 MK 103, o un MK 108 e un MK 112 da 55 mm o un MK 214 da 50 mm. Il P 1099B era un caccia pesante e il P 1100 un bombardiere veloce, entrambi presentati sempre all'inizio del '44. Con tutto questo magmatico accavallarsi di proposte, nel frattempo i piloti avevano ancora da aspettare il tipo base che oltretutto, si rivelò tutt'altro che scevro di difetti. Era dunque un grande salto quello che si doveva spiccare pur di passare dalla carta alla realtà operativa. Se vincere la guerra fosse stato il risultato di un concorso tecnologico tra chi presentava i tipi più avanzati e ingegnosi, allora i Tedeschi avrebbero sicuramente sconfitto gli Alleati. Ma la realtà è fatta spesso di macchine poco appariscenti, ma disponibili nei tempi, numeri e modi più opportuni, e che si dimostrano affidabili e robuste. Il resto furono solo idee che vennero razziate dai vincitori per svilupparle con comodo negli anni successivi.
L'argomento è complesso ed affascinante, ma forse quello che è più noto riguarda l'uso dello spostamento su rotaia dei cannoni di grosse dimensioni concepiti per il tiro a distanza piuttosto che per il combattimento indiretto. I cannoni su rotaia da 88 contraerei venivano spesso spostati da una zona all'altra della Germania quando si trattava di reagire ad un attacco in massa su certe zone. Altri pezzi erano quelli da 150 e 170 mm, prodotti in quantità limitata per via del loro costo rispetto alle capacità relativamente modeste. I due tipi, prodotti dal 1937, erano pesanti rispettivamente 74 e 80, t con gittata di 22,5 km per proiettili da 43 kg o di 26 km per quelli da 63 kg (per il pezzo da 170 mm).
 
Dopo questa decina di cannoni su rotaia, vennero fuori i pezzi da 210 mm, armi da ben 158 calibri di lunghezza che erano la riedizione del 'cannone di Parigi'. Si trattava di emulazione: era stata la Marina a costruire tale supercannone nella I GM; e l'esercito voleva eguagliare tale invenzione con un suo nuovo progetto. Esso era più un sistema sperimentale, che un'arma operativa, e venne realizzato nel 1938. Tenuto da parte per essere una specie di 'arma segreta' non ebbe tuttavia molto modo di dimostrarsi utile, come del resto temevano gli specialisti dell'esercito. Basti dire che il rinculo che aveva era tale da rendere necessario, durante i piazzamenti, scavare una buca sotto il sedime della ferrovia per fare rincular bene il cannone. Era un mezzo sperimentale impressionante, ma anche la disperazione dei soldati che dovevano operarci. I 21 cm K 12 (E) spararono più che altro contro la Gran Bretagna, e il tiro più a lungo raggio arrivò a 88 km, ma era un dato ben dentro le sue potenzialità di 120 km circa. I dati raccolti in termini balistici erano notevoli, ma non ebbero molta utilità in termini pratici, specie dopo che vennero realizzati i missili veri e propri, come le V2. La vita utile del cannone era inoltre di appena 90 colpi. Nell'insieme un pezzo d'artiglieria impressionante, di bell'aspetto data la lunghezza del cannone rispetto al calibro. Ma era operativamente un fallimento. Il peso era di 309 t e la granata di 107,5 kg. La versione migliorata che non aveva più la necessità di una buca sotto la ferrovia era stata approntata in un unico esemplare e al solito operò con la 701a batteria. Alla fine ai tedeschi rimase una mole impressionante di dati balistici, piuttosto inutili dato l'avvento dei missili balistici veri e propri.
 
 
Il 28 cm Kanone 5 era un altro discorso. Progettato nel 1934, presumibilmente con la base o la parentela dei cannoni navali paricalibro, esso entrò in servizio nel 1936 e dimostrò d'essere un'arma assolutamente micidiale. I 25-28 esemplari costruiti fino a tutto il 1945 possono sembrare pochi, ma basti dire che operarono su tutti i fronti in barba ai tentativi dell'aviazione alleata di colpirli, come successe ad Anzio.8 erano i cannoni presenti al febbraio 1940, e venne spesso chiamata 'La snella Bertha'. A parte che le bocche da fuoco, ad un certo punto, andarono incontro ad una serie di avarie inspiegabili, risolte con una rigatura meno profonda, per il resto l'arma fu estremamente efficiente ed apprezzata. Abbastanza piccola da essere trasportata su di un solo grande vagone ferroriario (218 tonnellate, 21,538 m per la b.d.f), venne poi modificata con sistemi d'avanguardia. Uno fu l'uso di proiettili a razzo aggiuntivo, che permetteva un incremento di gittata. Però la precisione, anche per una certa inaffidabilità del razzo, era piuttosto aleatoria, il costo maggiore, il carico esplosivo inferiore. Dev'essere stata peraltro una prestazione davvero impressionante se si considera che già di base, il Kanone 5 tirava proiettili da 255 kg (meno pesanti di quelli navali paricalibro, di 300-330 kg) a 62.400 m. Un K 5 ebbe invece la canna liscia per tirare a grandi distanze i proiettili speciali Peenemunder, del tipo Pfiel Geschoss, a freccia balistica, stabilizzati ad alette. Solo due di questi cannoni K 5 'Glatt' (liscio, come i moderni pezzi per carri armati) vennero prodotti ed è noto che tirarono da Bonn, nel '45, su Maastricht, tanto per dare l'idea della gittata. Si pensò addirittura ad una versione semovente su strada con due scafi Tiger che gli avrebbero fatto d'affusto. Chissà se la cosa sarebbe stata fattibile, ma in ogni caso rimase sulla carta. Tra i tanti impieghi del cannone vi fu quello in Italia, allorché due pezzi erano stati inviati per partecipare addirittura ad una traversata e raggiungere la Tunisia. Non se ne fece nulla, ma tornarono molto utili di lì a pochi mesi, per contrastare lo sbarco ad Anzio. La 'Piccola Anna' come fu chiamata dagli Alleati, causò moltissimi problemi. In realtà erano due cannoni, ma sparavano sempre uno alla volta, rifugiandosi in una galleria che gli consentiva di sparire alla vista dei cacciabombardieri che tentavano di localizzarli. E questo, nonostante il fumo di giorno, e il bagliore di notte, che producevano quando tiravano: per quando si facevano vedere gli aerei, questi pezzi erano spariti. I due pezzi vennero catturati quando gli Alleati ruppero il fronte e occupando parte della ferrovia, impedirono la ritirata verso Nord dei pezzi che erano vicino ad Albano. Uno venne sabotato, l'altro portato ad Aberdeen e sottoposto, con l'aiuto delle parti intatte del cannone sabotato, a interessanti prove di tiro. Attualmente è ancora esposto nel locale museo.
 
 
Un pezzo precedente era il 28 cm Kurze Bruno Kanone e i Lange Bruno Kanone. Vennero prodotti come programma d'emergenza, ordinati nel '36, prima progettati dalla Krupp, poi passati alla Hanomag di Hannover per ripartire meglio le quote di lavoro (la Krupp era oramai saturata di impegni). Erano armi che qui citiamo non per la loro avanzatezza, ma a titolo di curiosità e perché dalla loro esperienza arriverà poi il cannone K 5. In questo caso si trattava di pezzi da 280 mm navali, ed ebbero 8 installazioni ferroviarie singole entro il 1938. Per brandeggiare il cannone era però necessario, essendo di tecnologia obsoleta, una piattaforma da mettere sotto l'affusto perché esso, come tutti quelli della I GM, non consentiva brandeggio ma solo l'alzo. Vennero modificati con una piattaforma girevole portatile, più leggera, da mettere sotto l'affusto al posto di quella pesante originale. La produzione proseguì con 3 pezzi lunghi 45 anziché 40 calibri. Questi avevano un affusto di sole 123 anziché 130 tonnellate, ma tiravano granate da 302 kg a 28.500 m anziché da 240 a 29.500. In ogni caso, ben presto la preferenza passò al ben più evoluto K 5.
 
Me 262 versione '17 marzo 1945':
*Motori: 2 HeS 011A da 1.300 kgs o HeS 011B da 1.500 kgs
*Dimensioni: lunghezza 12,57 m, apertura alare 13,06 m, altezza 3,58 m
*Peso: 5,54-9,176 t
*Prestazioni: 948 kmh a 6.000 m, autonomia 2,5-3,4 ore
 
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Un altro progetto era il P 1101, per un caccia d'emergenza, specifica del 15 luglio 1944, motore HeS 011 e 1.000 kmh di velocità massima. Già il 24 luglio l'ing Hornburg presentò il P 1101, coda a farfalla e prese d'aria ai lati del muso, poi modificato il 30 agosto con le semiali del Me 262 ma angolate a ben 40 gradi, e al solito le armi potevano esere 2-3 MK 103 o i più leggeri MK 108, mentre nn mancavano anche opzioni come quella del cannone MK 112 da 55 mm, e oscure armi come le due SG 500 Jagdfaust calibro 50 mm o una bomba da 500 kg. Nulla che però interessò le autorità tedesche che nel settembre successivo già lo cestinarono. Ne venne però fuoril il P 1101L dove per Le si intende lo statoreattore Lorin che stando dentro la fusoliera, le dava un notevole diametro. Non passò molto tempo che lo statoreattore venne sostituito da un più complesso ma più compatto turbogetto, prima un HeS 011 e poi, in attesa uno Jumo 004B. Il progetto venne in tale forma finalizzato il 10 novembre 1944, e si costruì poi a Oberammergau un primo (e ultimo) prototipo, che aveva la caratteristica di possedere semiali variabili a 35 o 45 gradi, perché al momento della costruzione non era stato ancora stabilito quale fosse il miglior angolo (poi trovato a 40 gradi) per il nuovo aereo. L'angolo era variabile solo a terra, anche così si trattava di un velivolo impregnativo perché variare l'angolo significa anche spostare il baricentro e questo non era certo facilmente ovviabile con le conoscenze dell'epoca. In ogni caso l'aereo non volò mai e venne spedito negli USA. La Bell lo usò come base per realizzare il molto simile X-5, il primo aereo a freccia variabile in volo, mentre il prototipo originario venne demolito senza troppi complimenti, dato che aveva subito danni per il trasporto e per questo venne deciso di costruire un mezzo similare del tutto nuovo. Il prototipo aveva, in base ai disegni, un paio di cannoni con predisposizione per altri due, e serbatoi da dietro l'abitacolo fino a poppa, sopra il motore, da 190, 260 e 500 litri, mentre quelli alari erano da 210 l l'uno.
Quanto alle artiglierie campali, esse erano di vari tipi, ma essenzialmente si trattava degli obici pesanti da 149 mm sFH 18, peso 6,304 t in marcia e gittata 13,33 km per proiettili da 43,5 kg. La sua versione semovente (in fornitura dal 1938) era chiamata Hummel, con 18 colpi al seguito. Il Kanone 18 15 cm era un'arma poderosa, ma pesante, derivata dal progetto presentato dalla Rheinmetall, sullo stesso affusto dell'obice ma con una canna da 8,2 m. La gittata arrivava a 24,5 km. Nonostante la loro gittata fosse superiore a quella di tutti gli altri pezzi campali, muovere rapidamente questo cannone non fu facile, e la cadenza di tiro non era superiore ai 2 colpi al minuto. Il peso in marcia era di 18,7 tonnellate, davvero molte per questo calibro e il proiettile da 43 kg utilizzabile. Era un'arma eccellente anche perché poteva permettersi una piattaforma girevole per cambiare in fretta la direzione, al di là degli 11 gradi normali. La sua messa in opera non lo rendeva tuttavia ben accetto per gli operatori, essendo fonte di troppo duro lavoro per loro. Ma come arma per la difesa costiera era eccellente.
 
Un altro cannone era il K 39 15 cm, dalle prestazioni non molto diverse, era in commissione per l'esercito turco, ma i Tedeschi decisero allo scoppio della guerra di tenerseli per sé dopo i primi due cannoni consegnati al cliente. Questo cannone era di progetto Krupp, che poteva essere scomposto in tre carichi anziché due come il precedente, e tutto sommato era superiore al cannone 'nazionale'. Aveva persino una gittata leggermente superiore, di 24,7 km. Inizialmente usò le molte munizioni preparate per i Turchi, poi vennero usate quelle tedesche.
 
Ma il 149,1 mm non era sufficiente secondo i Tedeschi per un'arma di lunga gittata ed efficacia. Così il Kanone 18 17 cm e il Morser 18 21 cm vennero prodotti rispettivamente dal 1942 e dal 1939. Dopo il 1942 fu data priorità di produzione solo al cannone, che era sì munito di un proiettile più leggero, ma con gittata superiore. L'affusto progettato dalla Krupp era molto stabile perché univa i soliti sistemi a doppia culla con una slitta che entrava in azione per smorzare il resto del rinculo. Le prestazioni di queste armi, indubbiamente le più potenti artiglierie campali dei belligeranti durante la guerra. Erano da trasportare in due carichi, ma per le brevi distanze un trattore d'artiglieria sufficientemente potente poteva farcela anche con un solo carico.
 
Ecco le caratteristiche dei due pezzi, K 18 17 cm (172,5 mm) e M 18 21 cm:
 
*Dimensioni e pesi: lunghezza 8,52 e 6,51 m; peso in marcia 23.375 e 22.700 kg, in combattimento 17.520 e 16.700 kg
*Direzione: 360° su piattaforma abbassata, affusto 16°, alzo 0/+50°
*Gittata e proiettile: 29.600 m/68 kg (925 m.sec), 16.700/121 kg (565 m.sec)
 
Come si vede, in cambio di un aumento di peso appena rilevabile, erano nettamente più potenti. La presenza di vari verricelli e ausili vari per la loro messa in azione era tale da renderli più graditi dei pezzi da 149 mm a lunga gittata.
 
Ma non erano questi i cannoni più potenti dell'Esercito di campagna. La Rheinmetall nel '35 iniziò la progettazione di un nuovo cannone da campagna, chiamato Kanone 3 24 cm. Era un ottimo esempio di artiglieria moderna, anche se il peso era poco consono alla guerra di movimento. Era pertanto usato in 6 carichi diversi e c'erano numerosi dispositivi di sicurezza che impedivano il fuoco se era stato montato in maniera scorretta. Per assemblare le varie parti erano necessari 25 soldati e 90 minuti, non molto se si considera che il peso in marcia era di 84.636 kg, in combattimento 54.000 kg. Venne impiegato dal solo 83° Gruppo motorizzato di artiglieria pesante, su tre batterie di due cannoni l'una. In tutto vennero costruiti 8-10 pezzi. Ma vi furono anche tentativi di migliorarlo, analoghi a quelli dei 28 cm ferroviari: per esempio canne che erano raccordate ai proiettili sperimentali con scanalature raccordate, nella loro corona, alla rigatura dei cannoni, oppure proiettili decalibrati con il 'sabot', o addirittura cannoni a canna liscia per una gittata prolungata che dev'essere stata davvero impressionante, perché usavano sia una carica maggiore che un proiettile decalibrato. A dire il vero i cannoni progettati dalla Rheinmetall vennero poi, almeno in parte, fabbricati dalla Krupp per un cambiamento improvviso dei programmi di produzione. Alla Krupp però non apprezzarono molto la tecnica usata dai loro concorrenti, e si arrivò anche a pensare ad un cannone K 4 semovente con affusto costituito da una coppia di scafi Tiger. Uno dei K 3 venne catturato ed è esposto a tutt'oggi ad Aberdeen, Maryland, dopo essere stato provato e studiato attentamente. Anche oggi, dipinto con un colore chiaro, con l'alzo alla massima elevazione di 56 gradi, da una notevole impressione di potenza e di eleganza difficilmente riscontrabili in altri pezzi d'artiglieria, grazie alla lunghezza della b.d.f e al compatto affusto che ne è alla sua base.
 
Un altro pezzo pesante, il più pesante dell'Esercito tedesco, era certamente l'obice M.1 da 35,5 cm. Non era altro che la versione maggiorata del K 3, pensato anch'esso attorno al 1935. Entrò in servizio nel '39 e barattava parte della gittata per una granata molto più pesante. Anche l'affusto lo era, e come l'altro aveva il sistema a doppio rinculo già visto anche sui pezzi da 17 e 21 cm, e che dava molta stabilità all'arma durante il fuoco. Come il K 3 poteva essere suddiviso in 6 carichi e la gru a cavalletto necessaria per la scomposizione e la ricomposizione funzionava a corrente elettrica. Venne usato dalla sola 1a batteria del 641° Gruppo motorizzato di artiglieria. Non si sa quanti di questi obici vennero prodotti, ma difficilmente più di sette. Erano davvero pesanti da muovere e azionare, e sopratutto non era molto prestante quanto a gittata massima. Quale fosse il vantaggio di una tale arma, così pesante da muovere, deve essere dunque ricercato nella potenza dei proiettili, tra cui uno pesante, specifico per perforare fortificazioni in cemento. A Sebastopoli venne usato e sparò, al ritmo massimo di un colpo ogni 4 minuti, un totale di 280 proiettili. La verità, però, è che, a parte questo caso da manuale di distruzione di fortificazioni nemiche, per il resto durante la II Guerra mondiale la mobilità di tale conflitto fece sì che ben pochi fossero gli obiettivi costruiti in maniera pesante, per resistere al tiro delle artiglierie pesanti. la maggior parte degli obiettivi protetti erano poco più che trincee, davvero non l'ideale per valorizzare un cannone di questo tipo.
 
K 3 24 (238 mm) cm, e M.1 35,5 cm:
*Dimensioni e pesi: lunghezza 13,104 e 10,265 m; peso in marcia 84.636 e 123.500 kg, in combattimento 54.000 e 78.000 kg
*Direzione: 360° su piattaforma abbassata, affusto 6°, alzo -1/+56° e +45/+75°
*Gittata e proiettile: 37.500 m/152,3 kg (v.iniziale 870 m sec) e 575 o 926 kg/20.850 m (570 m.sec)
 
 
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Quanto alle artiglierie leggere e controcarri, i Tedeschi ebbero sopratutto obici da 105 mm ma anche cannoni da 75 mm, e non solo come armi controcarri queste ultime, ma anche come armi campali. Visto che i Tedeschi erano stati autorizzati nel trattato di Versailles ad usare solo cannoni da 75 mm. E' una storia che parte da molto lontano, nel 1896 venne adottato il calibro standard di 77 mm, che era strano, ma non più di tanto. Esso era stato scelto perché così, in caso di guerra, sarebbe stato facile riutilizzare il munizionamento catturato al nemico da 76,2 o anche da 75 mm. All'epoca era importante fare affidamento sui rifornimenti catturati. Ecco il C/96 da 77 mm, poi ammodernato come FK (FeldKanone) 16 da 7,7 cm. Vennero poi riammodernati come FK 16 nA 7,5 cm. Era un'arma piuttosto efficace, con gittata di 12,9 km e peso a 2.415 kg in marcia, 1.524 kg in combattimento. Nel 1930 venne anche iniziato il programma con i cannoni leggeri da 75 mm, gli leFK 18, pesanti appena 1120 kg in assetto di combattimento, che aveva doppia coda divaricabile che aumentava così il brandeggio da 4 a 30 gradi. Non era molto popolare, nondimeno, perché aveva una gittata molto minore del vecchio pezzo (9,5 km con una b.d.f. da 1,94 m anziché 2,7). Oramai era molto più utile l'obice da 10,5 cm.
 
Un proseguimento invece nel settore cannoni si ebbe mantenendo il calibro di 105 mm, ma forse volendo troppo. Questi cannoni del 1930, al solito presentati dalla Krupp e Rheinmetall (lo S.M. tedesco era stato scaltro abbastanza da farle competere sempre durante le competizioni per le nuove armi, ottenendo il meglio possibile da entrambe), e stavolta vi fu una soluzione inedita: cannone Rheinmetall e affusto Krupp. I primi arrivarono in servizio nel '34 come K 18 10,5 cm. Il problema era il peso, perché all'epoca l'Esercito Tedesco era totalmente ippotrainato, e queste artiglierie pesavano tanto che dovevano essere trasportate suddivise in due carichi, come cannoni molto più pesanti: quale beneficio per l'artiglieria se poi si sparava un proiettile a gittata appena maggiore ma molto meno potente. Arrivarono nondimeno, tanto che ci si era, degli aggiornamenti, con l'allungamento della b.d.f da 52 a 60 calibri, del 1941. Pur essendo un'eccellente arma in termini balistici, non convinse e alla fine venne usata sopratutto come artiglieria da costa, al pari del simile pezzo da 150 mm a lunga gittata, molto simile e con la stessa sagoma elegante e allungata. Il peso di questo cannone era di 6,4 t in marcia e 5,6 in combattimento, gittata 19 km e proiettile da 15,14 kg; la velocità iniziale era di 835 m.sec, brandeggio possibile di 64 gradi. Effettivamente, talvolta venne usato anche come arma controcarri contro gli assalti dei T-34, con effetti micidiali.
 
Erano gli obici da 10,5 cm l'elemento base dell'artiglieria tedesca. Considerato che un proiettile da 10,5 cm pesava circa 2,5 volte più di uno da 7,5, il conto era presto fatto: a parità di gittata e di peso, grossomodo, era meglio il 10,5 cm. Nacque così già nella I GM il leFH 10,5 cm, su affusto del cannone FK 16. Poi vi furono, negli anni '30, altri obici paricalibro: erano quelli del tipo leFH 18 10,5 cm, robusto ma piuttosto pesante. Venne anche esportato. La versione (M) ebbe il freno di bocca, ma non convinse troppo perché c'era già un proiettile sabot da 88 mm a gittata prolungata che con il freno di bocca non poteva essere più usato. Ma alla fine pare che vennero modificati con successo per avere sia il freno di bocca e il sabot. Stranamente, mentre i Tedeschi usavano i colpi decalibrati per le artiglierie campali, cosa certo non particolarmente stringente, non li utilizzavano per i cannoni per carro o controcarri, malgrado le sofisticate munizioni APCR utilizzate.
 
Ma sul fronte russo avvenne di peggio: moltissimi obici non poterono essere salvati quando si trattò di doversi ritirare, perché erano troppo invischiati nel fango che nemmeno i trattori d'artiglieria, non parlando poi dei cavalli, potevano salvarli. Per ripianare le perdite e ottenere un cannone più leggero si fece ancora una volta uso dei cannoni da 75 mm adattati, stavolta si trattava del pezzo controcarri Pak 40, ovvero il leFH 18/40. La cosa presentò dei problemi notevoli, ma era pur sempre un rimedio. Quello definitivo doveva essere la classe di artiglieria '43', studiata dal '42. Alla fine venne usato un affusto a 4 code che permetteva con un'apposita piastra, di brandeggiare il cannone su tutto l'orizzonte, ancora una volta Krupp e Rheinmetall fecero del loro meglio per presentare progetti ancora una volta simili, ma purtroppo per i Tedeschi non c'era più tempo. Alla fine c'erano addirittura in servizio alcuni leFH 10,5 cm del modello 1916.
 
Il pezzo leFH 18/40 da 10,5 cm pesava 1.955 kg in marcia e in combattimento (poco risparmio di peso rispetto al vecchio tipo), angolo di brandeggio 60°, alzo -/+42°, v.iniziale 540 msec, gittata 12.325 m, granata da 14,81 kg.
 
A proposito dell'ordinamento dell'artiglieria campale c'era un reggimento di artiglieria campale per divisione. C'erano un comando, batteria comando (meteo, trasmissione ecc), 4 gruppi di cui uno di cannoni da 75, uno di obici da 150, e due di obici da 10,5 cm. L'ordinamento era di 3 batterie di cui ognuna con 4 o 6 obici<ref>Armi da guerra 51</ref>.
 
 
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I cannoni controcarri tedeschi si sono definiti in 3 tipi diversi e un'arma multiuso. I primi erano i Pak da 3,7 cm, i Pak 36/36, che in realtà nacquero sulla coda degli insegnamenti della I G.M. e infatti già nel '25 cominciò l'attività della Rheinmetall. La produzione iniziò nel '28 e per l'epoca era un piccolo, efficace pezzo d'artiglieria ben scudato. Nel '34 apparve un affusto con gomme per il traino meccanico. La sua diffusione, favorita dall'essere apparso molto prima della guerra (e per lo stesso motivo, quando questa scoppiò si ritrovò decisamente superato), fu davvero enorme: di fatto fu il cannone controcarro standard o la base per realizzazioni autoarchiche, incluso il pezzo americano M3, prodotto in oltre 18.000 esemplari. I Pak da 3,7 cm perforavano 56 mm a 200 m, e vennero usati anche come cannoni per carri. Non ebbero tuttavia molto successo dopo il 1940, quando i carri armati divennero sempre meglio protetti. I piccoli PAK vennero talvolta usati per lanciare granate HEAT di grosse dimensioni, e l'affusto spesso usato per i cannoni d'appoggio fanteria da 75 mm, tutto sommato più utili.
 
La massa del cannone era di 328-440 kg in combattimento e in trasporto. L'AP aveva velocità di 760 m.sec.
 
Dopo questo cannone da 37/45 mm, fu rapidamente la volta del cannone Pak 38 da 50 mm, arma entrata in servizio nell'estate del '40 dopo che era stata approntata circa 2 anni prima. Aveva una canna da 60 calibri e presto divenne il cannone dei Panzer III e delle blindo Puma. Era lungo, slanciato e sempre di produzione Rheinmetall. L'affusto era in lega leggera e quindi leggero e facile da manovrare. La lunghezza era di 3,187 m, di cui la rigatura era di 2,38 m. L'AP aveva 835 m.sec, l'HE da 550 m.sec, l'AP40 arrivava a 1.180 m.sec, alzo fino a 27 gradi e brandeggio di 65 gradi. Peso di 1000 kg in batteria. Perforava 101 mm a 740 m. Ad un certo punto ne venne approntato anche un tipo ad alimentazione automatica per aerei, e addirittura si tentò di usare questo potente cannone come arma contraerea. La sua produzione era piuttosto costosa, visto che era in lega leggera, ma quest'arma non era migliore del 57 mm inglese. Anche con l'AP 40 da 0,925 kg (anziché 2.06 kg del tipo normale o 1,82 kg della munizione HE), non era del tutto sufficiente dopo il 1942.
 
Molto meglio fu l'uso dei cannoni Pak 40, che erano simili al precedente, con un aspetto quasi 'scaled up'. Stavolta l'affusto era in acciaio, per carenza di materie prime. Arma difficile da rilevare, data la sua sagoma bassa, scudata, con direzione di 45 gradi e alzo di-5/+22 gradi, peso di 1.500 kg in marcia e 1.425 in assetto di combattimento, aveva munizioni AP da 6,8 kg e 750 m.sec, AP40 da 4,1 kg e 930 m.sec, e HE da 5,74 kg a 550 m.sec. Quest'ultima granata consentiva di utilizzare il pezzo anche come arma d'artiglieria leggera, anche se la gittata era di solo 7.680 m. Ma il meglio era con le granate AP 40: perforava 154 mm a 500 metri, sufficiente per quasi tutti i possibili bersagli, incluso il T-34 che era affrontabile anche da 1 km. Pare che l'AP40 perforasse ancora 98 mm a 2 km. Presto venne usato anche come arma per carro e venne persino adattato all'uso da parte di alcuni tipi di aerei bimotori e quadrimotori.
 
C'era poi il famoso '88 contraerei. Questo era stato introdotto come arma contraerei, ma dalla guerra in Spagna in poi l'uso come artiglieria controcarri era diventata usuale, non solo per le doti balistiche, ma sopratutto per la mobilità (malgrado l'alta sagoma). La sua efficacia contro i blindati sovietici in Spagna fu micidiale, così come contro i carri polacchi e poi quelli francesi e britannici: l'88 fu il primo cannone a poter perforare i carri 'Matilda II'. La produzione venne iniziata già prima del 1933, e migliaia di armi vennero utilizzate in ogni fronte, tanto che addirittura molte sono rimaste in servizio, nonostante il calibro non compatibile con altre armi, anche fino ad anni recenti, per esempio in Yugoslavia. Con la sua granata HE spolettata a scoppio ritardato o con colpi semiperforanti poteva perforare i carri ed esplodere, annientando anche l'equipaggio. Ben presto venne usato da semicingolati come quelli da 12 t, leggermente protetti. La Krupp, che a suo tempo aveva sviluppato il cannone in Svezia, finanziata dall'Esercito tedesco, produsse anche la versione per carri Tiger, e poi il cannone Flak 41 da 71 anziché 56 calibri. La versione contraerei non fu tanto efficace, perché c'erano problemi di affidabilità; anche se era un cannone assolutamente formidabile quando funzionava correttamente; il fatto è che i Tedeschi preferirono armi meno estreme con prestazioni maggiori ma con calibro più elevato. La versione controcarri specifica apparve presto, era il Pak 43 con tanto del pezzo per carri KwK 43 8,8 cm. Il cannone era dotato di caratteristiche di rilievo, come il meccanismo di chiusura semiautomatico (che espelleva automaticamente i bossoli), congegno di sparo elettrico e piattaforma girevole. Per aumentare la produzione venne usato anche un cannone con affusto raffazzottato, proveniente dall'obice da 105 mm (affusto), da quello da 15 cm (ruote). Era difficile da usare e manovrare, ma poteva distruggere tutto quello che trovava nel campo di tiro. L'arma era lunga 6,61 m di cui la rigatura 5,125 m; peso 4.750 kg in marcia e 3.650 kg in combattimento, brandeggio 360 gradi, alzo -8/+40°, v.iniziale AP 1130 m.sec, HE 950 m.sec, peso AP 10,16 o 7,3 kg, 9,4 kg per l'HE. Perforava 184 mm a 2 km.
 
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Ma c'era anche un altro tipo di cannoni controcarri, quelli 'ad anima conica'. In base al principio Gerlich si sparava un proiettile con un piccolo nucleo di tungsteno, con rivestimento a flange che si piegavano mentre il colpo percorreva l'arma, il cui calibro alla volata era inferiore di quanto fosse nella culatta. Il primo cannone di questo tipo, ingegnoso ma decisamente difettoso, era il lanciagranate pesante sPzB 41 da 2,8 cm di calibro all'entrata e 20 mm all'uscita. Lungo 1,7 m, pesante 223 kg, direzione 90 gradi, alzo -5 e +45 gradi, sparava colpi a 1.400 m.sec, per un AP da 124 grammi, perforando 56 mm a 365 m, ovvero grossomodo quanto un Pak da 37 mm.
 
*Dimensioni: lunghezza 8,98 m, apertura alare 8,06 m, altezza 3,5 m
Ve ne fu uno di calibro magiore, stavolta chiamato cannone controcarri, il lePak 41 4,2 cm. Come il primo era, per il suo peso ridotto, usato sopratutto come arma per i paracadutisti. Era su di un affusto Pak 35/36 da 37 mm, calibro iniziale 40,3-29,4 mm (finale), lunghezza 2,25 m, peso 560 kg e perforazione con granata AP da 336 grammi (1.265 m.sec) di 72 mm a 455 m.
*Peso: 2,2-3,2 t
*Prestazioni: 860 kmh
 
Infine, sempre che non spunti qualche altro progetto segreto o semplicemente dimenticato, va ricordato il filone P 1106-P 1112, aereo da caccia che ha avuto, tanto per cambiare, una gestazione lenta, incerta e senza frutto. Il primo (12 dicembre 1944) era un velivolo dell'ing Voigt, un caccia leggero in alternativa al P 1101, per costruire attorno all'HeS 011 un caccia che fosse il più leggero possibile. Sulle prime ebbe un abitacolo molto arretrato, tanto da essere incluso del bordo d'entrata della deriva, poi siccome venne criticato per questo, venne rielaborato con coda a farfalla, ma nemmeno questo piacque per l'abitacolo e il carico alare di 300 kg.m2, che era all'epoca ritenuto eccessivo. Poi fu la volta del P 1110 con migliore visibilità, ma tale e quale per il carico alare, il P 1110E con alette canard, il P1110 rielaborato con ali in legno (22 febbraio 1945), poi il P 1111 da appena 150 kg per m2, un 'senzacoda' da 28 m2 d'ala. Ovviamente non finì nemmeno a questo stadio perché il 16 marzo Hornung ne riprese il progetto facendolo diventare grossomodo un Me 163, e sempre (come il P 1110) armato con un pezzo da 50 mm MK 214 o alcuni MK 108. Appena 14 giorni dopo era diventato un caccia ancora una volta con ali a farfalla, e quest'ultima evoluzione fu, apparentemente, l'ultimo dei tanti passi percorsi dai caccia di Messerschmitt. Dell'epigono della prestigiosa dinastia venne solo iniziata la costruzione di un simulacro dell'abitacolo.
Quest'arma era paragonabile ad una da 40-47 mm, ma c'era margine per cannoni di maggiore potenza, quelli da 75 mm. Ora c'era il pezzo Pak 41 7,5 cm. Calibro che si riduceva a 55 mm all'uscita. Lungo 4,32 m, peso 1.390 kg, direzione 60 gradi e alzo -10/+18°, con l'AP da 2,5 kg (1.230 m.sec) arrivava a perforare 171 mm a 455 metri.
 
*Dimensioni: lunghezza 9,24 m, apertura alare 8,16 m, altezza 2,84 m
Ci fu un momento in cui quest'ultima sembrasse poter sostituire il cannone Pak 40, ma in cambio di un ridotto aumento di capacità di perforazione aveva un prezzo da pagare: era incapace di sparare granate HE, e inoltre aveva bisogno di un proiettile con nocciolo di Tungsteno. Ma il tungsteno era necessario per le macchine utensili per la lavorazione dell'acciaio. Scegliere tra queste e il cannone a canna conica non poteva avere che una risposta ovvia, quella dell'abbandono di questi cannoni. Paradossalmente, proprio il più piccolo ed inefficace di questi pezzi, quello da 28 mm, venisse mantenuto in servizio, forse perché i suoi proiettili erano tanto piccoli da non incidere molto sulle riserve di tungsteno. In ogni caso la soluzione ovvia era quella di usare un cannone normale, ma con munizioni perforanti APDS. Questa fu la via che gli Inglesi e poi anche i Russi percorsero (gli inglesi provarono anche il concetto del cannone 'conico' quando usarono l'adattatore Littlejohn sui pezzi da 40 e anche da 37 mm, con risultati molto interessanti, ma senza poter usare colpi HE, soluzione presto superata dal 57 mm). Ma per qualche ragione, i Tedeschi non adottarono tale soluzione (ma lo fecero per le artiglierie a tiro indiretto, davvero un mistero), ma prima usarono proiettili APCR per i cannoni normali, poi tentarono con i cannoni conici consentendo velocità paragonabili a quelle dei proiettili APDS. La differenza tra un'arma decalibrata (o anche di tipo conico) e una normale è poco intuitiva: la risposta è che se un APDS è di calibro 20 mm, non lo è il cannone che lo ha sparato, molto più potente di qualunque pezzo da 20 mm 'vero', e anche il proiettile è molto più pesante (non nel caso dei cannoni 'conici'), quindi più potente e con maggiori prestazioni anche a forti distanze<ref>Armi da guerra 46</ref>.
*Peso: 2,29-4,67 t
*Prestazioni: 1.015 kmh
 
==Note==