Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-6: differenze tra le versioni

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{{Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale}}
===Corazzati===
====Jadpanzer IV====
[[Immagine:JPz IV70A.jpg|360px|right|]]
Questo era un'evoluzione di una serie di carri-casamatta tedeschi chiamati StuG, ma con speficiche capacità controcarri, che in sostanza, contribuì a sostituire il Nashorn, semovente con il pezzo da 88/71 mm, lo stesso cannone del Jadpanther e del Koningstiger. Il Jadpanzer IV non era altrettanto armato, ma aveva una sagoma bassa e ben protetta, specie di fronte, concepito come una specie di StuG III migliorato, ma stavolta su scafo del carro Mk IV. La corazza doveva essere anteriormente di 75 mm, come il calibro del cannone nel sistema a brandeggio limitato della postazione anteriore. Venne presentato il simulacro di legno del sistema ad Hitler il 14 maggio 1943. La produzione tuttavia non poté cominciare subito, e solo all'inizio del '44 ci si riuscì. La prima versione mantenne il cannone PaK 39 L48 del Panzer Mk IV, il che era strano visto che con le casamatte era possibile aumentare il calibro del cannone o comunque la sua potenza. E infatti era previsto inizialmente il pezzo da 75/70 del Panther, ma era difficile da costruire, aveva una durate di vita minor della canna, e poi stando così basso sul suolo era difficile garantire che la sua lunga canna non si 'infilasse' nel terreno. Per quanto il Jadpanzer fosse un eccellente veicolo, venne richiesto il pezzo da 75/70 al più presto, cosa approndata nell'aprile del '44. Nel frattempo ne venivano prodotti del tipo base 70 esemplari al mese, e addirittura si voleva sospendere da parte di Hitler, la produzione dell'oramai invecchiato Mk IV per concentrarsi sul più economico e facile da costruire Jadpanzer, aumentando la produzione fino a 800 al mese. Ma Guderian non era d'accordo, i carri senza torretta non erano tatticamente flessibili e i Panther erano troppo pochi, per non dire dei Tiger. I Panzer IV sarebbero usciti fino al marzo del '45 totalizzando 9.000 scafi.
 
I Jadpanzer IV iniziarono ad entrare in servizio nel marzo 1944, quelli col cannone migliorato in agosto. Troppo tardi oramai, ma era un mezzo essenzialmente difensivo. Aveva corazze spesse tra 20 e 60 mm, e lo scudo arrotondato per il cannone arrivava a 80 mm. C'era anche una mitragliatrice in casamatta MG 34 o 42, c'erano un pilota a sinistra del cannone, un cannoniere dietro di lui, comandante dietro il cannoniere e servente a destra del cannone, assieme alle munizioni. Con il motore HL 120 Maybach, sempre lo stesso del carro panzer IV, da 11.867 cc e 300 hp, 470 litri e trasmissione sincronizzata ZF SSG 76, sei marce e retromarcia. C'erano al solito, essendo lo stesso treno del Panzer IV, 8 rulli e 4 di rinvio, le maglie erano da 40 cm di spessore, non molto ma il peso era ancora piuttosto basso. Il cannone Pak 39 da 75/48 aveva brandeggio di 10-12° per lato, alzo -8/+15°; c'era la mitragliatrice, ma anche un mortaio NbK 90 per munizioni multiruolo, HE, illuminanti, nebbiogene. In tutto c'erano 79 colpi per il cannone e ufficialmente solo 600 per la mitragliatrice (ma in azion presumibilmente li aumentavano); la designazione era SdKfz 162 per il Jadpanzer IV normale, 769 prodotti dalla Vomag e Alkett, ma c'era anche il carro comando, il tipo con cannone installato rigidamente nello scafo per eliminare i meccanismi di rinculo, e infine il 162/1, con il PaK 42 da 75/70 mm e 55 colpi; ne vennero prodotti molti, addirittura di più, fino a 103 al mese: 940 in totale fino all'aprile 1945. L'Anatra di Guderian, tra i suoi soprannomi, pesava 26 t e viaggiava a 35 kmh; infine c'era un altro tipo della Alkett, dell'agosto 1944 in poi, per un totale di 278 esemplari, con ben 90 colpi da 75 mm a causa di una grossa casamatta superiore. Naturalmente, la solito, tutta la struttura era saldata; esistevano spesso delle schutzen sui fianchi dei cingoli per proteggerli. aDa notare che i carri con il 75/70 mm avevano rulli anteriori in acciaio; infine c'era il progetto con il cannone Pak 43 da 88/71 mm.
===La rinascita della Marina e gli incrociatori<ref>Armi da guerra 41, Sgarlato 'Le navi da battaglia del III Reich'', e M.J. Whitley, ''Navi da battaglia Tedesche''</ref>===
Quando l'Adm Reader, veterano della Grande Guerra, divenne nel '28 capo della Marina Tedesca (Reichsmarine) essa era totalmente bloccata dal durissimo Trattato di Versailles, che non consentiva navi siluranti di oltre 800 t e meno di 15 anni d'età, incrociatori di meno di 20 anni e più di 6.000 t, corazzate di oltre le 10.000 t. I sommergibili, così pericolosi, non vennero autorizzati per i Tedeschi. In tutto 8 vecchie corazzate pre-Dreadnought, 8 incrociatori e 32 navi minori.
 
In azione questi Jadpanzer si dimostrarono potenti distruttori di carri, molto popolari, ma ovviamente mai numerosi a sufficienza per le esigenze. Il loro vero limite tecnico era il cannone troppo basso sul terreno, e spesso si piantava nel terreno. Ma non era un gran problema per un esercito che era in ritirata, e quindi difficilmente c'era da avanzare.. Al 10 aprile del' 45 i mezzi in servizio ne comprendevano 8 in Italia, solo 3 ad Occidente e addirittura 274 sul fronte orientale, spesso in sostituzione dei carri armati veri e propri, mai abbastanza. 6 vennero poi comprati dalla Siria e 13 sono a tutt'oggi conservati nel mondo. Ecco le altre caratteristiche:
Inizialmente si trattò di costruire dalle navi di tipo minore, gli incrociatori 'Emdem', 'Konigsberg' e 'Karlsruhe'. Da questo primo passo iniziò la genia delle navi tedesche, progressivamente incrementate in dimensioni e capacità.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 6,85 m, scafo 6,02 m, larghezza max 3,17 m, altezza 1,85 m
Iniziando la disamina di queste navi, una menzione iniziale si impone, quella delle '''navi corsare tedesche''', che come nella I Guerra mondiale erano mercantili robusti, abbastanza veloci (spesso erano bananiere), armati con una panoplia di armi e di attrezzature, talvolta avevano idrovolanti, persino motosiluranti o posamine veloci, nonché una mezza dozzina di cannoni da 150 e altrettante armi contraerei, usate con astuzia e occultate se necessario. Altra arma che non mancava mai erano le mine, centinaia delle quali trasportate e scaricabili in mare dalle capaci stive interne.
*'''Peso''' 25,1 t; protezione fino a 80 mm anteriore, 10 mm inferiore
*'''Prestazioni''': v.max 40 kmh, fuori strada 18 kmh, autonomia 210 km, fuori strada 130 km, pendenza superabile 30%, trincea 2,2 m, gradino 0,6 m
 
Il Jadpanzer IV era un vantaggio per i cacciatori di carri tedsechi; la sagoma era bassa qaunto un uomo, per giunta era sfuggente, la parte superiore era coperta, la corazza anteriore era sufficiente per parare molti colpi dei carri grazie all'inclinazione, e la mobilità era ancora buona, come anche la potenza di fuoco. Lo scafo lungo era il principale elemento di distinzione rispetto al più piccolo Hetzer parimenti armato. Nell'insieme da l'idea di un mezzo moderno ed efficiente, a parte il treno di rotolamento con grandi ruote di rinvio e motrici cave e piccole per il sostegno vero e proprio.
La maggior parte dei comandanti tedeschi fu molto umano nel modo di risparmiare vite, tranne V.Ruteschell che era per l'attacco a tutta velocità degli obiettivi con puntate notturne. Era ossessionato dall'allontanarsi più velocemente possibile dal luogo dell'attacco (che anche per questo doveva essere rapido), ma la sua nave, la Michel, non lo aiutava essendo piuttosto lenta. La migliore delle corsare tedesche fu la Thor, vincitrice tra l'altro di tre scontri con navi inglesi analoghe (ma destinate alla protezione dei traffici, non all'attacco); la più famosa fu l'Atlantis, che venne affondata da un incrociatore pesante inglese dopo avere cercato in tutti i modi di mimetizzarsi. La Kormoran si autodistrusse in uno scontro ravvicinato con l'incrociatore Sidney, che andò a sua volta perduto con tutto il suo equipaggio, tanto che è stato ritrovato solo l'anno scorso.
 
Detto questo, visto che gli incrociatori sono ovviamente collegati alla 'guerra di corsa' (o come protettori o come attaccanti) e infatti i mercantili analoghi inglesi venivano chiamati 'incrociatori ausiliari', veniamo alle navi propriamente definibili come incrociatori.
 
====Hetzer====
I Tedeschi ebbero ottime navi nella I GM in questo settore, unità che cercarono in tutti i modi di danneggiare la RN e i suoi traffici, e che prima di andare perduti causarono parecchi danni (si veda la saga dei vari Emden, Kogisberg, Scharnorst). Nella guerra successiva il mondo, stante lo sviluppo della tecnologia, era 'più piccolo' e le navi tedesche, ora prive di basi oltremare, non ebbero molte chances di operare efficacemente, specie dopo il 1941. In effetti, il radar, l'aereo ed efficienti comunicazioni radio resero ben presto il mondo tanto controllato, che nemmeno i mari tropicali erano un rifugio sicuro per i corsari tedeschi. Non per caso, entro il '43 i corsari di superficie erano spariti. I sommergibili rimasero l'unica risorsa offensiva.
[[Immagine:Hetzer cfb borden 1.JPG|360px|right|]]
Il carro medio-leggero LT-38 cecoslovacco era risultato molto utile ai tedeschi per tante ragioni tra cui la scarsità dei loro Panzer III, e le buone capacità di questo veicolo nel suo insieme; ma ben presto si ritrovò superato; senonché si pensò di farne un semovente, sfruttando la sua buona mobilità data dal motore Praga a benzina da 150-160 hp e cingoli con 4 grandi ruote portanti per lato. Nacque secondo la decisione presa nel 1943 per un cacciacarri leggero, e il risultato venne chiamato Hetzer (aizzatore); aveva 4 uomini d'equipaggio e il cannone Pak 39 da 75 mm per carri più una mtg sistemata sul tetto. Iniziò la produzione a Praga nel tardo 1943, e poi venne anche eseguita da ditte a Pilsen, Breslau e altre. L'Hetzer era molto riuscito, con un cannone potente, sagoma talmente piccola da essere quasi invisibile in azione e solo nel maggio del '44 si dovette interrompere la produzione quando 1.577 esemplari vennero costruiti. Rispetto a mezzi opinabili come il Nashorn o il Ferdinand, questo era un cacciacarri meno armato, ma meglio protetto, con una sovrastruttura a forma di piramide, spessa ben 60 mm frontalmente con acciaio a 240 BNH di durezza; sui lati c'erano invece solo 20 mm e con durezza 185. Pare che l'Hetzer non fosse nemmeno chiamato così, e che il nome fosse in realtà quello di un progetto simile ma non concretizzato, l'E-10, ma di fatto almeno per un breve periodo venne chiamato in tal modo e così lo ha ricordato Guderian nel dopoguerra, per cui il nome è diventato quello. Un suo antenato sarebbe stato quello di un tipo Rumeno basato su un T-60 catturato e modificato con la struttura a piramide poi ripresa dall'Hetzer. Questo mezzo aveva 41, poi 45 colpi per il cannone KwK 39 che era da 48 calibri, anche se sembrava più corto, e non aveva il freno di bocca. Era brandeggiabile di 5 gradi a sinistra e 11 a destra, alzo -6 e12 gradi. La mitragliatrice, quando presente, era comandata tramite un sistema a periscopio da dentro il carro, con 1.200 colpi. Tra i tipi prodotti si arrivò a 2.584 esemplari, davvero molti se si considera che il progetto fu approvato il 24 gennaio e i primi 3 prototipi il marzo dello stesso anno, da costruire nella BMM di Praga e la Skoda di Pilsen. Tra i mezzi vi sono stati anche un prototipo da 75mm con il pezzo del Panther da 70 calibri, un'arma davvero notevole per un veicolo tanto leggero (tra l'altro la parte posteriore della sovrastruttura era spessa solo 8 mm), con il cannone in posizione più arretrata, perché i pochi mezzi che ebbero questo potentissimo cannone erano troppo squilibrati; c'erano alcuni con lanciafiamme e serbatoio da 700 litri, altri di tipo 'soccorso' disarmati, 24 'Bison' con obice da 149 mm, e poi i Jadpanzer 38(t) Starr con dieci prototipi con pezzo da 75 mm e dieci con obice da 105 mm, erano caratterizzati dal montaggio su affusto rigido del cannone, collegato direttamente alla corazza; la versione Flakpanzer aveva un cannone da 20 mm, poi c'era il 'carro esploratore' con obice da 75 mm, anch'esso prototipo, il mezzo da trasporto truppe era stato invece realizzato i ndue prototipi, poi non mancarono modelli postbellici come i 158 G.13 per gli Svizzeri (1945-52) e gli ST-1 per i cecoslovacchi, che ne ebbero 249.
 
L'Hetzer era una sorta di 'utilitaria' tra i cacciacarri: economico, alto come un uomo in piedi, con una buona protezione frontale, e anche se non molto veloce, era altamente mobile come il carro da cui derivava. Nessuna sorpresa che la cosa funzionasse, anche se il veicolo, caratterizzato da uno scudo per il cannone 'a testa di porco' (tipico di molte realizzazioni tedesche) aveva una velocità e autonomia non eccelse. In definitiva era una delle migliori armi della Panzerwaffe, anche se certo più scomodo in cui vivere rispetto ai Marder su scafo analogo o su Panzer II, che erano invece muniti di cannoni su casamatta aperta, tipo quelli del SU-76.
 
Tra i mezzi similari il M-00 Maresal, il corazzato rumeno di cui sopra; e il 5-Sen Ho-Ru giapponese su scafo Tipo 95 con cannone da 47 mm controcarri. Gli Hetzer vennero assegnati in 45 esemplari al battaglione cacciacarri 731 e altrettanti per il 743, entrambi operanti nel settore orientale. Esistevano anche compagnie con 12 mezzi per le divisioni meccanizzate, ma la situazione precipitava e allora spesso vennero assegnati in maniera non ordinata, alle volte anche come carri armati. Erano talmente facili da gestire che vennero spesso usati anche dal nemico, US Army incluso; almeno uno era stato usato dai Polacchi insorti a Varsavia, che erano riusciti a catturarlo durante gli scontri. Ancora all'inizio di aprile 1945 c'era una forza di 627 mezzi e altri 121 arrivarono durante il mese. Gli Svizzeri motorizzarono con un diesel i due terzi dei loro mezzi e li tennero in servizio fino agli anni '70<ref>Informazioni aggiuntive da: Sgarlato N: ''Il cacciacarri Hetzer'', Eserciti nella Storia mar-apr 2007</ref>.
Il tempo della limitazione degli armamenti era stato superato nel 1935 quando la Germania denunciò il Trattato di Versailles, cosa accettata dalla Gran Bretagna che firmò un trattato quel giugno per limitare comunque l'armamento costruibile al 35% del tonnellaggio inglese e in particolare del 45% rispetto ai sommergibili. Tra i risultati vi fu un incremento di oltre 51.000 t che rendeva possibile realizzare 5 incrociatori da 10.000 t con i 203 mm. Ma dato che questo limite di tonnellaggio era stato di fatto superato da Giappone e Italia, venne approvato un diverso tipo di organizzazione: 3 incrociatori da 16.000 t. E così arrivarono i 3 grossi bastimenti della classe 'Hipper', anche se molti autori hanno recentemente proposto la suddivisione delle tre navi in due classi: la 'Hipper' e la 'P.Eugen', sensibilmente superiore.
 
*'''Motore''': Praga a benzina da 160 hp
[[Immagine:Köln 3.jpg|390px|right|thumb|Il Köln]]
*'''Dimensioni''': lunghezza 6,2 m, scafo 4,8 m, larghezza max 2,5 m, altezza 2,1 m
Gli incrociatori leggeri tedeschi passarono quasi tutta la guerra in una condizione di oblio che solo inizialmente ebbe momenti importanti. Ma al dunque, una delle poche notizie che si trovano su di essi riguardano la perdita del Kogisberg (quello del 1940) per via di un attacco in picchiata dato da 15 Blackburn Skua, il principale successo ottenuto da questi goffi aerei (che essendo 'multiruolo' ottennero anche il primo successo per la Marina britannica abbattendo un ricognitore tedesco), che piazzarono 6 bombe da 227 kg su 15.
*'''Peso''' 14,5 t; protezione fino a 60 mm anteriore
*'''Prestazioni''': v.max 39 kmh, autonomia 250 km, pendenza superabile 75%, trincea 1,3 m, gradino 0,65 m, guado 0,9 m
 
====I cacciacarri con il Pak 43: Nashorn, Elephant, Jadpanther====
Gli incrociatori leggeri tedeschi erano ben descritti dalle loro artiglierie: la maggior parte di loro aveva un layout del tutto inusuale, con 3 torri trinate sì, ma di cui due a poppavia sovrapposte, anziché a prua come in altre navi della categoria. Erano le classi Königsberg, Leipzieg and Nürnberg, ma c'era anche l'incrociatore Emden con 8 cannoni da 150 come quelli dei cacciatorpediniere di cui abbiamo già parlato. Quest'incrociatore era praticamente simile alle vecchie unità della Grande guerra ma con cannoni e attrezzature più moderne, stazzava 5.600 t. Le altre navi erano più grosse, ma pur sempre da 6.500 t, necessariamente per imbarcare le torri trinate.
[[Immagine:Jagdpanther Thun 1.jpg|350px|right|Il Jagdpanther]]
Tra i cacciacarri c'erano diversi tipi armati con il cannone da 8,8 cm, ma nessuno con il Flak 18 da 88/56 mm originario, quello del 'Tiger'. Tutti piuttosto avevano il pezzo da 88/71 Pak 43, ancora più potente e derivato da un cannone ad altissime prestazioni contraereo, prodotto in pochi esemplari (12 km di quota, 25 c.min) come tale ma molto più diffuso come arma controcarri, anche trainata. Ma l'enorme peso non aiutava molto ad apprezzarla e così venne presto affiancata da cacciacarri semoventi.
 
Il più semplice fu certo il Nashorn o Hornisse (ovvero Rinoceronte o Calabrone); esso era uno scafo Panzer IV con meccanica parzialmente del Panzer III, sovrastruttura aperta, che in origine era per il semovente Hummel. Quest'ultimo aveva un obice da 149 mm con 18 colpi e malgrado la ridotta autonomia di fuoco e la mancanza di protezione superiore, era risultato estremamente popolare, specie nei difficili terreni dell'URSS. Nonostante la grande domanda, mai esaudita, per quest'arma, si pensò che lo scafo era anche suscettibile, come una specie di 'super-Marder', di ospitare il cannone Pak 43 da 8,8 cm. Il Marder era uno scafo di carro leggero capace di rendere mobile e moderatamente protetto il Pak 40 da 75 mm, dunque perché non usare un carro medio per l'88? Solo che i problemi non mancavano: lo scafo era concepito per i semoventi d'artiglieria a fuoco indiretto, non per i combattimenti contro altri corazzati. La blindatura era sottile, la sagoma alta. Una sorta di mezo simile al ben più basso semovente M14 con cannone da 90 italiano, anche se molto meglio riuscito. La sua missione era quella di sparare con quello che era il più potente cannone disponibile al mondo (almeno fino a quando non apparve il 100 e il 122 mm sovietici) su distanze dell'ordine dei 2 km, ancora ben in grado di distruggere ogni carro nemico, ma al di fuori del raggio d'azione pratico delle loro armi. Le pianure russe erano ideali per questo e del semovente in parola si cercò di fare buon uso dal 1943 in poi; quando la produzione cessò ne erano stati prodotti, a metà del '44, 473 esemplari.
Queste torri erano armate con i cannoni SK C/25 da 150/60 mm, armi ad alta velocità iniziale (950 ms) e tiravano la granata da 45 kg a circa 25 km all'alzo massimo di 40 gradi, una delle migliori prestazioni tra le artiglierie da incrociatore leggero (specie considerando l'anno di entrata in servizio, attorno al 1928). La massa delle torri era di circa 136 t, ma dimende anche dalla versione. Ecco le caratteristiche stimate degli incrociatori leggeri tedeschi:
 
[[Immagine:Leipzig 07a.jpg|450px|right|thumb|Il Leipzig secondo le stime Alleate]]
*Dislocamento: Leipzig, 6.000 t standard; Koln, Idem
*Dimensioni: Leipzig, 177 m x 16; Koln, 173x 15 m.
*Motore: turbine a vapore per 60.000 hp, diesel per 12.000 hp; Koln, turbine per 65.000 hp; 32 nodi per entrambe
*Corazzatura: Leipzig, cintura 100 mm, ponte 25-40 mm, torri 40 mm, torre comando 100 mm; Koln, simile ma cintura 38-50 mm, ponte 50 mm
*armamento: Leipzig, 9 da 150 mm e 6 da 88 mm, 8 da 37 mm, 12 tls da 533 mm, un idrovolante; Koln, simile al Leipzig
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 8,44 m, scafo 5,8 m, larghezza max 2,86 m, altezza 2,65 m
*'''Motore''': Maybach da 250 hp a benzina
*'''Peso''' 24,4 t;
*'''Prestazioni''': v.max 40 kmh, autonomia 210 km, pendenza superabile 57%, trincea 2,3 m, gradino 0,8 m, guado 0,8 m
 
Per essere navi tanto piccole, almeno sulla carta erano unità ben armate e dalle buone caratteristiche, ancorché senza velocità e potenza esasperate; il Leipzig aveva anche un diesel per le andature di crociera, per migliorare l'autonomia.
 
Molto meno successo ebbe un altro 'big animal', l'Elephant, o Ferdinand, sempre con lo stesso cannone. La ragione della sua nascita era che per la realizzazione del Tiger vennero convocate due ditte: la Henschel e la Porsche, che presentarono ciascuna il loro prototipo; sembrava che fosse la seconda ad essere favorita, anche per la sua innovazione: un sistema trasmissione elettrico, che era interessante per la libertà di posizionare il motore e la meccanica, ma che non fornì sufficiente affidabilità. Poi pesava molto, e costava. Inoltre le prestazioni erano modeste. Al dunque venne scelto il sistema Henschel, mentre la Porsche, che era sicura di ottenre il contratto, aveva approntato scafi e gruppi motori. Così per non buttare via nulla venne autorizzata a costruire questi mezzi, ma come cacciacarri con sovrastruttura fissa e cannone lungo da 88 mm Pak 43, in una sovrastruttura ampia e ben protetta. Ne vennero costruiti 90 in tutto, e Hitler li considerava, assieme ai Panther, l'arma 'segreta' della successiva offensiva contro i Sovietici a Kursk. Ma i Ferdinand ebbero poco successo in tal senso, perché privi di armi difensive ravvicinate, per non dire delle mine. Alla fine i mezzi dei due battaglioni del 654° Reggimento subirono perdite per avarie prima ancora della battaglia, e poi ebbero a fronteggiare avversari ovunque si trovassero, che applicavano cariche esplosive sui mezzi e li facevano saltare anche se erano protetti molto pesantemente. In seguito ebbero maggiore successo, armati anche con mitragliatrici difensive, ma non si ripresero mai dalla batosta iniziale. Eppure studi più recenti suggeriscono che questi mezzi ebbero un'influenza non indifferente: si è parlato addirittura di solo una quindicina di perdite contro oltre 300 mezzi nemici distrutti. Ancora una volta, la verità non è facile da comprendere.
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*'''Dimensioni''': lunghezza 8,13 m, larghezza max 3,38 m, altezza 3 m
[[Immagine:PE Atomtest 1.jpg|380px|right|thumb|Il Prinz Eugen preparato per i test atomici. Notare l'assenza di una torre anteriore, sbarcata dagli americani]]
*'''Motore''': 2 Maybach 120 TRM a 12 cilindri a V, da 530 hp, a benzina, con motore elettrico associato
Gli incrociatori tedeschi pesanti furono solo 3, più altre due incomplete, di cui si parlerà poi.
*'''Peso''' 65 t; protezione fino a 185 mm anteriore
*'''Prestazioni''': v.max 20 kmh, autonomia 150 km, pendenza superabile 40%, trincea 2,65 m, gradino 0,8 m, guado 1 m
 
La classe di navi ''''[[w:Classe Hipper (incrociatore)|Hipper ]]'''' è certamente più nota ed impressionante, anche perché fatta a similitudine delle successive Bismarck (era difficile distinguere tra gli incrociatori pesanti dalle corazzate ad una certa distanza). In effetti, con sovrastrutture alquanto simili e la stessa disposizione degli otto cannoni, era difficile notare la maggior larghezza dello scafo delle corazzate e dei loro cannoni, come anche l'assenza dei lanciasiluri (poi introdotti anche sulla Tirpitz). Il loro progetto previde dimensioni inusitate per l'epoca (15.000 t standard, oltre 200 m di lunghezza), ma d'altro canto il primo (l'Hipper) venne impostato nel '37, proprio dopo la scadenza della quindicennale limitazione degli armamenti.
 
Un mezzo ben diverso fu invece il Panther, carro medio-pesante che era stato pensato per sconfiggere il T-34 dopo che era stato immaginato come, originariamente, una sua copia diretta (come voleva Guderian), solo che non c'erano abbastanza leghe d'alluminio per il motore diesel (di origine aeronautica).
Era armato con otto cannoni '''SK C/34''' da 203/60 mm capaci di sparare proiettili da 122 kg ad oltre 900 ms e arrivare alla gittata di 33.500 m, la maggiore di tutti pur potenti '203 mm e nonostante l'alzo massimo di soli 37 gradi. Con la granata HE perforava 5 cm di acciaio a 9.500 m, ma con quella AP arrivava a ben 240 mm di corazza in acciaio omogeneo. La prima conveniva se c'erano obiettivi non corazzati o poco per il carico di 6,5-9 kg di HE; con l'AP invece si poteva piazzare solo 2,3 kg e conveniva l'uso solo contro altri incrociatori o corazzate. La velocità di caduta a 30 km era di circa 363 ms, appena supersonica, con angolo di caduta di 48,8 gradi e tempo di 69 secondi.
[[Immagine:PE Bugtuerme.jpg|320px|right|thumb|I cannoni anteriori: caratteristica delle torri tedesche, la parte più alta della loro squadrata forma era al centro longitubinalmente, e non verso la parte posteriore]]
I cannoni erano ben provvisti di sofisticati apparati di controllo ottici, e le torri pesavano fino a 262 t dipendendo dal modello ma in ogni caso si trattava dell'unico cannone tedesco da 203 mm. I cannoni da 105 mm erano invece gli '''SK C/33''' da 105/60 mm, capaci di sparare colpi da 15 kg a 17,2 km o a 12 km d'altezza, essendo armi contraeree. Avevano stabilizzazione triassiale per compensare il moto ondoso, ma non erano sufficientemente a prova d'acqua e questo causava guasti. I tipi con torre del tutto chiusa erano previsti per le corazzate 'H' ma queste non vennero costruite. Nondimeno erano cannoni di tutto rispetto, tra le migliori armi antiaeree di medio calibro dell'epoca.
Nel dopoguerra il caccia GUICHEN, che non era altro che uno dei 'Capitani Romani' ceduto dall'Italia, ebbe un armamento del tutto nuovo comprendente 4 torri di questo tipo, e finalmente cannoni-mitragliera di grosso calibro, i Bofors da 57 mm (dieci unità), dopo che la nave non ebbe mai i previsti pezzi da 65 mm.
[[Immagine:German cruiser Blücher sinking.jpg|380px|right|thumb|Il drammatico affondamento del Blucher, visto dalla costa norvegese]]
Questi incrociatori vennero presto considerati le migliori navi del loro tipo (e certo i più recenti e lunghi), ma non erano privi di limiti: le macchine davano un'autonomia limitata a causa dell'eccessivo consumo, e la cosa non era limitata a questo: c'erano anche problemi d'affidabilità e troppi sistemi di sicurezza che specie in guerra, causano più che altro problemi. Anche le altre turbine tedesche diedero tali problemi. Inoltre la corazza, tranne che nelle torrette, era tutt'altro che eccezionale, forse perché la nave aveva uno scafo troppo grande per proteggerlo meglio. Il Blucher entrò in servizio solo il 20 settembre 1939, dopo la costruzione nei cantieri di Kiel, e trovò il suo destino già il 9 aprile del '40 assieme a 850 soldati della 163ima divisione trasportati. Non si credeva che Oslo opponesse resistenza, invece in quel mattino nebbioso le batterie misero a segno improvvisamente 2 colpi da 280 mm, e poi 20 su 25 sparati da appena 600 m di una batteria da 150 mm, e infine due siluri lanciati da terra. Dopo 9 minuti la nave era ancora in grado di navigare a 15 nodi ma l'acqua fece spegnere le turbine e le fiamme delle cannonate arrivarono ai depositi da 105 mm, meno protetti di quelli da 203 ma con 420 colpi per cannone. La loro esplosione affondò la nave rovesciandola nelle gelide acque nordiche, con gravi perdite umane, entro le 7.22 di quella giornata.
 
L'inventiva tedesca non poteva certo far mancare una variante anche per questo mezzo, la cui versione cacciacarri imbarcava il cannone Pak 43, da 88 mm. Esso era il Jadpanther, uscito dalle fabbriche solo dal febbraio 1944. Era stato pensato già nel 1943 ma non c'era molto tempo per realizzarlo visto che era un mezzo già richiesto come carro armato, e che come tale era prodotto in pochi esemplari. In pratica venne preso lo scafo del carro con una casamatta sistemata sopra, sempre spessa 80 mm frontalmente, anche 120 nello scudo del cannone; c'era una mitragliatrice e un lanciagranate per la difesa ravvicinata, e il veicolo, ben protetto, era anche mobile e temibile nel suo insieme come nessun'altro semovente. Presentato a Hitler nell'ottobre 1943, il prototipo era stato messo subito in produzione. Se ne preventivarono 150 al mese, ma di fatto solo 382 ne vennero realizzati; e fu una gran fortuna per i carristi Alleati, perché unanimente questi cacciacarri erano molto temuti, con la capacità di mettere KO ogni carro armato nel raggio anche di oltre 2 km. Solo i bombardamenti aerei sulle fabbriche ridussero il programma, anche se va notato che i Panther veri e propri vennero prodotti comunque in oltre 4.000 esemplari. Il Jadpanther invece sopratutto alla MIAG e ad un'altra fabbrica di Brandemburgo. C'erano poche modifiche di dettaglio in questi cacciacarri, che avevano per il cannone 60 colpi ed equipaggio di 5 uomini. Combatterono fino alla fine delle munizioni o alla messa fuori combattimento per varie cause e distrussero un gran numero di T-34 e Sherman, ma era persino allo studio l'installazione di un cannone da 12,8 cm, di cui venne realizzato solo un modello in legno a scala naturale. Questo arriverà poi con il Jadtiger.
Il Prinz Eugen fu il compagno della Bismarck, dalla quale però dovette ad un certo punto separarsi, mentre sarebbe stato fondamentale per aiutarla a mantenere la rotta quando le si bloccò il timone (dopo uno dei siluri messi a segno dagli aerei inglesi). In seguito resterà a fare da bersagli agli esperimenti atomici di Bikini, sopravvivendo ad entrambi, ma rovesciandosi poi per una tempesta. Lo scafo è rimasto lì, mentre una scia di gasolio continua ad uscire da decenni visto che i serbatoi non furono svuotati.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 9,9 m, scafo 6,87 m, larghezza max 3,27 m, altezza 2,715 m
*N.unità: 3
*'''Peso''' 46 t; protezione fino a 120 mm anteriore
*Dislocamento: 14.240-18.400 t (P.Eugen); 14.247-18.208 t (Hipper);
*Dimensioni'''Prestazioni''': lunghezzav.max 21245 kmh,5 mautonomia (Eugen),160 205km,9 (Hipperpendenza esuperabile Blucher)70%, larghezzatrincea 211,9 m, pescaggiogradino 70,9 m, guado 1,7 m
*Propulsione: 12 caldaie La Mont o Wagner; 3 gruppi turbine a ingranaggi Brown-Boveri su 3 assi; 132.000 hp ; 32,5 nodi teorici; 33,4 nodi (P.Eugen) 32,5 (32 previsti, per l'A.Hipper); 32 (come quelli previsti per il Blucher); autonomia prevista 8.000 nm a 20(?) nodi, ma in realtà pare che fosse: 6.800/17 n(P.Eugen); 6.100/15 nodi (Blucher)
*Corazzatura: cintura 80 mm, ponte 12-50 mm, torri 70-105 mm
*Equipaggio: 1.350 (Eugen); 1.600 (Hipper); 1.600 (Blucher)
*Armamento: 8 cannoni da 203 mm, 12 da 105 mm; 12 da 37, 8 o 24 da 20 mm, 12 TLS da 533 mm in impianti tripli; 3 Idro Ar.196. L'Eugen poi: 18 cannoni da 40 al posto dei 37 mm; fino a 56 da 20 mm;
 
I motori erano tutti da 132.000 hp, ma l'EUGEN aveva 12 caldaie La Mont e 3 turbine Brown-Boveri; erano le B&V per l'Hipper, e caldaie Wagner e turbine Weser per il Blucher. Da qui la differenza di consumi. Il Blucher era l'unico che aveva turbine a vapore a bassa pressione, meno efficienti (70 anziché 80 atmosfere) ma più affidabili.
 
Tra le tante tattiche usate dai cacciacarri di questo tipo, c'era quella di penetrare a marcia indietro dentro un edificio, e restare in agguato (ma bisognava stare attento alla fanteria in tal caso); oppure mettersi in contropendenza sfruttando la depressione del cannone di -8 gradi, rendendosi quasi invisibili e ancor meno penetrabili perché aumentava anche l'inclinazione della piastra, già di suo di 55 gradi, anteriore.
 
L'HIPPER, che venne speronato nel '40 (durante la campagna di Norvegia) dal caccia inglese Gloworm, riportò danni leggeri su di una ventina di metri di lunghezza. Ebbe molte avventure in mare, come qulla contro il convoglio inglese WS-5A in cui avvistò e attaccò l'HMS Berwick il giorno di Natale 1940. La nave inglese era già 'reduce' da due cannonate da 203 di un incrociatore italiano (forse le uniche mai messe a segno da queste navi) ed ebbe anche l'occasione di 'provare' le artiglierie tedesche, con 4 colpi a segno; però la burrasca limitò la visibilità e a parte questi primi 174 colpi l'unità non ebbe più occasione di ingaggiare grossi bersagli, mentre dopo l'ennesima riparazione delle macchine il 12 febbraio 1941 attaccò un convoglio, l'SLS-64, del tutto privo di scorta (come era consuetudine per quelli che non avevano truppe all'inizio della guerra, data la carenza di unità oceaniche adatte). Sparò quasi tutte le munizioni da 203 mm, affondando 7 delle 19 navi per complessive 32.806 t di stazza. Anche se non riuscì a ricaricare i siluri per via delle cattive condizioni meteo, fece avere alla RN una brutta giornata; seguirono azioni che compresero anche il minamento (non ideale per navi tanto grandi) e la missione contro il convoglio PQ 14 il 30 dicembre, assieme alla LUTZOW e sei grandi caccia tenò di attaccarlo alle 7:30 del 31 dicembre, continuando a sparare prima contro alcune navi di scorta, poi ritirandosi danneggiata dal tiro di due incrociatori inglesi. Nel frattempo il vecchio caccia 'Achates' aveva coperto con una cortina nebbiogena il convoglio fino a che non venne affondato dalle cannonate da 203 nelle gelide acque del Mar di Barents. Il bilancio finale fu che, nonostante la superiorità di fuoco, le navi tedesche non distrussero il convoglio e persero un caccia. Hitler ordinò di togliere dal servizio tutte le grandi navi, anche se la cosa per certo non avvenne, grazie alla mediazione di Doenitz. Basata in Norvegia dino al 23 gennaio 1943, poi tornò in Germania ed ebbe ridotta attività come nave-scuola, nel mentre si cercava di ripararne guasti e danni e venne provvista di 8 cannoni da 37 mm, 28 da 20 mm (per lo più in impianti quadrupli) e finalmente 6 Bofors da 40 mm.L'ultima sua missione fu quella di portare 1.529 profughi da Gdynia il 2 febbraio 1945, Danneggiata a Kiel, finì autoaffondata il 3 maggio.
 
====Il Jagdtiger e lo Sturmtiger====
Un elemento d'interesse, che spiega meglio di ogni altro la natura politica delle flotte militari è illustrato dal fatto che l'intera classe (o classi) di Schweren Kreuzern (incrociatori pesanti) venne offerta, dopo il patto di non aggressione con l'URSS, in vendita al governo di Mosca. Ma i sovietici comprarono solo il Lutzow incompleto, fornito nel '40 con le sole due torri da 203 dell'estremità dello scafo. I Sovietici ebbero anche l'offerta di un'altra nave incompleta, la Seydlitz, ma non la comprarono. I Tedeschi pensarono di farne una portaerei (Progetto 'Weser I'), ma non si riuscì a concretizzare. I Russi, dopo averla catturata, la rimorchiarono a Leningrado, dove la ribattezzarono Poltava, ma assieme alla Petropavlosk (l'altro incrociatore) la demolirono dopo che il programma venne cancellato nel 1950.
[[Immagine:Jagdtiger-Aberdeen.00059se8.jpg|360px|right|]]
Un cacciacarri ben meno mobile fu invece il Jadtiger, esso era nient'altro che la versione del Tiger II o Konigstiger e non mai del Tiger I originario. La costruzione di un modello in ferro dell'ottobre 1943 era stata necessaria per studiare le caratteristiche pratiche di questo mezzo che ufficialmente pesava 70 t ma che con tutte le armi di bordo pesava ben 76.000 kg, più di qualunque carro da cui derivava, anche del Tiger II ('solo' 65 t). Il progetto era stato approvato da Hitler il 18 maggio 1942, e quel giorno dell'ottobre il modello non era l'unica novità: c'erano anche il prototipo dello Sturmtiger e del Tiger II. Al solito vi fu la competizione tra Henschel e Porsche, con scafo a 9 e 8 ruote per parte. I prototipi vennero approndati nel febbraio 1944. Vinsero entrambe, e il nuovo mezzo venne messo in produzione, ma solo con priorità ridotta, perché i Panther avevano la priorità assoluta su altri nuovi mezzi.
 
Ora la sua struttura era semplicemente quella di un carro con un cannone da Krupp da 128/55 mm PaK 44 L55 in casamatta corazzata (brandeggio di 10 gradi per lato, alzo -7,5°+15°, gittata oltre 22 km), ques'ultima spessa fino a 250 mm a 10 gradi frontale, e 80 mm a 25° laterale. C'erano 38 o 40 colpi a carica separata (max 43) per il cannone e due mitragliatrici difensive con oltre 3.000 colpi. I proiettili Panzergranate 39 potevano perforare 189 mm a 100 m e 30°, 117 mm/30°/1.000 m. Ma con la Panzergrenate 40/43 si arrivava a 148-187 mm. C'era un mortaio difensivo da 90 mm NbK 39, due MP 40 da 9 mm con 384 colpi, 3-4 bombe a mano EHG 39, anche per autodistruggere il veicolo se nencessario. L'enorme veicolo non superava fuori strada i 15 kmh e l'autonomia di 120 km, e nell'insieme venne usato più che altro come postazione mobile controcarri, una specie di bunker su cingoli. I tempi in cui i Tedeschi erano sempre all'offensiva o in controffensiva e usavano carri da combattimento in maniera fluida stavano passando e il Jadtiger era una 'materializzazione' di questo stato di cose. Costruito nel Nibelungenwerk di S.Valentin in due versioni (quelle di cui sopra, che erano la H e la P), con sospensioni Henschel o Porsche. In entrambi i casi erano mezzi ingombranti e pesanti, e al dunque usati con lo scopo di sbarrare la strada ai mezzi nemici più che all'attacco. Vennero usati dal settembre 1944 dall'Abt 653 e poi Abt 152 (gennaio 1945). Combatterono essenzialmente all'Est, ma poi si scontraron anche contro gli Alleati, sia come cacciacarri che come semoventi d'artiglieria. Alcuni vennero messi fuori uso, ma essenzialmente da attacchi aerei oppure da colpi sui lati, sparati da cannoni come quelli da 90 mm degli M36 o da munizioni ad alta velocità da 76 mm. Il 653, che come l'altro, serviva nelle SS, aveva 41 mezzi di cui 22 efficienti nel febbraio '45, mentre il 26 aprile, dopo essere stati usati sopratutto dalla foresta di Hagenau come semoventi d'artiglieria, ne restava solo uno e gli altri 18 disponibili ma non efficienti, vennero fatti saltare. Gli equipaggi continuarono come fanteria ad opporsi agli Alleati fino al 7 maggio.Ne esistono ancora 3, di cui uno in Gran Bretagna (a Bovington, dove vi è anche il Tortoise, molto simile), negli USA e in Russia (Aberdeen e Kubinka).
 
===Corazzate<ref>Whitley, Op cit., per le armi www.navweapons.com</ref>===
====Le Panzerschiffe====
Le prime navi da battaglia tedesche erano le tre ''''[[w:Classe Hipper (incrociatore)|Panzeschiffe]]'''', o le 'pocket battleship' (corazzate tascabili), veri e propri incrociatori corazzati in chiave moderna: non particolarmente veloci perché venne scelto il motore diesel anziché le turbine a vapore, con grande autonomia, con ridotta corazzatura ma grande potenza di fuoco, che fece la differenza tattica nella battaglia del Rio de la Plata.
[[Immagine:Panzerschiff_Deutschland_in_1936.jpg|390px|right|thumb|La Deutschland nel '36]]
Ma queste navi sono piuttosto ben note, ma è interessante sapere come vennero originate, essenzialmente come 'antidoto' alle pre-Dreadnought classe 'Courbet' che erano totalmente obsolete negli anni '20. Perché proprio queste navi? La risposta è che difficilmente i Francesi avrebbero arrischiato una 'Courbet' o una 'Bretagne' nelle acque basse del Baltico. Ma costruire navi da battaglia nel limite di 10.000 t era difficile, dopotutto le 'Courbet' arrivavano a 18.000 t, 19 nodi e sparavano con 4 pezzi da 305 e 6 da 240 in bordata.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 10,65 m, larghezza max 3,625 m, altezza 2,945 m
Le navi concepite erano di tanto tipo, iniziando nel 1923: navi lente con 200 mm di cintura e 30 di ponte, 22 nodi e 4 cannoni da 380 mm anzi, come dicevano i Tedeschi, da 38 cm. Non venne giudicata sufficientemente protetta (ma il progetto finale non supererà i 100 mm), e così dal progetto II/10 si passò al I/10, 8 pezzi da 21 cm, due turbine da 80.000 hp complessivi per 32 nodi, ma solo 80 mm di cintura; era simile (ma col doppio del dislocamento) al nuovo incrociatore EMDEN, ma non suscitò entusiasmi. Arrivarono negli anni successivi la II/30, da 132 m e 6 cannoni da 30,5 cm in torri binate (due a poppa) e cintura da 200 mm e sopratutto un diesel per 21 nodi, frutto dell'esperienza con gli U-Boote nella I GM, e persino prima di questa con un diesel. Poteva funzionare, senonché ebbe solo 3 cannoni da 8,8 cm come armamento secondario. Il progetto IV/30 aveva tre torri binate da 30,5 cm tutte a prua, come la HMS Nelson (che aveva però 9 cannoni da 406 mm), che era interessante perché riduceva la lunghezza della parte corazzata della nave, migliorandone la protezione a parità di dislocamento.
*'''Motore''': Maybach HL 230P-30, V12 da 23,1 litri circa, 700 hp; 870 litri di benzina
*'''Peso''' 76+t; protezione fino a 250 mm anteriore
*'''Prestazioni''': v.max 17-35 kmh, autonomia 170 km, pendenza superabile 70%, trincea 2,5 m, gradino 0,85 m, guado 1,75 m<ref>Sgarlato N: ''Jagdtiger'', Eserciti nella Storia mag-giu 2006</ref>
 
Ci si stava avvicinando, ma ancora non andava bene: la successiva fase fu la V/30 con due torri trinate da 305 mm a prua e a poppa, 200 mm torrione e 180 mm cintura, due binate da 15 cm e 4 cannoni da 8,8 cm. Si ritornò poi alla II/30 che era giudicata migliore come equilibrio, con 4 cannoni da 30,5 cm. Peccato che questo calibro era accettato dagli Alleati solo se si usava come artiglieria costiera e poi la produzione era solo di un cannone all'anno. Alla fine venne scelto il calibro 28 cm: il progetto II/28 con tre torri binate e il I/28 con 2 trinate, varie armi minori, e infine una velocità per 21 nodi. Dopo innumerevoli confenze si arrivò al 1925 con un'altra conferenza delle tante per ricostruire la flotta, cosa difficile anche perché i Francesi occupavano la Ruhr che era il cuore dell'industria tedesca. Poi vi furono problemi economici per la Germania di Weimar, con una terribile inflazione che mangiava letteralmente i fondi disponibili, che nondimeno passarono da 104 a 233 RM tra il 1924 e il 1927. Ma nemmeno questo bastò per salvare i programmi navali, almeno per il momento. Al dunque, nonostante tante esistazioni nello scendere sotto il 305 mm, dopo le manovre navali del '26 venne finalmente presa una decisione, quella per un incrociatore superarmato con cannoni da 28 cm, era il progetto II/M26 che batté il progetto II/30. Alla fine quest'evoluzione produsse le Panzerschiffe: armate con cannoni da 28 cm, 6 in torri trinate; poi c'erano 8 da 12 cm contraerei, e una cintura da 100 mm e 28 nodi.
 
Ma questo carro non era l'unico derivato dal progetto base del Tiger. Un carro d'assalto era oramai quasi d'obbligo come variante per i carri da combattimento tedeschi; dal Panzer III venne ricavato lo StuG III, e così per il Panzer IV. Ma per colpire bersagli molto protetti era forse preferibile un'arma di bassa velocità iniziale ma con proiettili di grande peso: questa venne realizzata montando sugli StuG III un obice da fanteria sIG 33; poi toccò al Brummbar, orso bruno, con un obice da 150 mm lungo 12 calibri del tipo StuH 43. Esso era un carro d'assalto che meriterebbe certamente spazio anche in questa rassegna, visto che era un potente mezzo da combattimento e con le granate di cui disponeva era adatto sia per l'attacco ai capisaldi, che per la difesa contro i carri armati. La corazza frontale era inclinata e spessa 100 mm, anche se sui fianchi non superava i 30. Combatterono duramente a Kursk distruggendo decine di bersagli, anche se, sopratutto per le mine, subirono perdite non indifferenti. Per realizzare qualcosa di meglio si pensò ad un Sturmpanzer Bar (Orso), con un pezzo da 305 mm lungo 16 calibri. Proposto il 4 marzo 1943, era da basarsi sullo scafo Tiger I, assieme però anche ad elementi del Panther. Con questo mortaio fisso in direzione, in un'apposita casamatta con alzo 0-70 gradi, era in grado di tirare fino a 10,5 km con 10 colpi disponibili, e avrebbe avuto corazza anteriore di 130 mm e 80 laterale. Ma il 27 maggio 1943 la Waffenkomission pensò a qualcosa di ancora più grande e potente, un Raketenwerfer 61 da 380 mm, che lanciava proiettili a razzo i quali erano pesanti circa 345 kg. Essendo questi ricavati da cariche di profondità, erano provvisti di una quantità di HE enorme. La corta canna aveva una corona di tubi di scarico per i gas, aiutando a ridurre il rinculo. IL prototipo era stato approntato il 20 ottobre 1943. Per fare in fretta, il motore venne lasciato posteriormente, ma anche così vi furono dei ritardi tali che Hitler ordinò la trasformazione per tutti i carri Tiger danneggiati e in riparazione. In tutto vennero prodotti, fino al dicembre 1944, 15 mezzi, tutti di recupero. La piastra frontale sembrava quella del Tiger II, spessa ben 150 mm a 45 gradi, mentre per il resto gli spessori erano quelli del Tiger standard. Il proiettile poteva essere anche a carica cava (poco usato), del tipo 4582, anziché 4581 standard. La gittata era entro i 7 km, ma solo entro i 1.900 m era abbastanza preciso. Il motore a razzo aveva 40 kg di propellente solido e in tutto c'erano 12 colpi dentro la casamatta, un tredicesimo poteva essere lasciato nella canna (a rischio e pericolo, beninteso, del veicolo). Il gettito voluto da Hitler era di 300 colpi al mese, ma non venne raggiunto. La ricarica del resto era possibile solo in almeno 10 minuti di tempo, davvero troppi per un mezzo d'assalto. C'era anche una sola MG 34 con 500 colpi. Usati dalle compagnie pesanti 1000,1001 e 1002 vennero impiegati prima contro Varsavia, come carri d'assedio. La compagnia 1000 ne usò 4 per la campagna delle Ardenne, le altre vennero usate per fini difensivi e non offensivi, come lo Sturmtiger era stato concepito (al termine di un'evoluzione partita dai ben più semplici StuG III). Uno degli Sturmtiger ingaggiò carri americani con tale efficacia che si dice, mise KO 3 Sherman con un singolo colpo (difficile da capire come, anche se la granata HEAT dev'essere stata di grande potenza). Per lo più minati dai loro equipaggi dopo avere finito le poche munizioni, 2 sono sopravvissuti fino ai nostri giorni, a Sinsherim (Germania) e al solito museo di Kubinka in Russia.
Ripresero i progetti di dettaglio, e alla fine ci si rassegnò ad una nave che non potesse battere gli incrociatori tipo 'Washington' in tutti gli aspetti: meglio scegliere una nave capace di sopraffarli in potenza di fuoco, e fosse al tempo abbastanza veloce per sfuggire alle corazzate. Alla fine venne ridiscusso tutto con ben 4 progetti: A (4x38 cm, corazza 250 mm, 18.000 t), B (uguale ma con 6x30,5 cm), B2 (6x30,5 cm, 299 mm, 21.000 t) e C (6x28 cm, 100 mm, 26-27.000 t). Questo era abbastanza valido e si volevano cannoni da 12,5 cm a doppio ruolo. Alla fine si scelse il tipo C ma senza la corazza da 100 mm (per il momento), e il progetto dell'11 aprile 1928 venne approvato con due cannoni binati da 15 cm sull'asse di simmetria e in torri protette; l'armamento però finirà per essere completato con 3 cannoni da 8,8 cm antiaerei e 8 da 15 cm scudati. Non era ancora finita, perché si ipotizzò di usare 3 torri trinate da 240 mm senza armi secondarie, e poi si discusse se ottenere anche 30 nodi. Nel frattempo si teneva d'occhio lo sviluppo in Francia per una nave da 17.000 t con 6 cannoni da 305 mm e corazza da 150 mm alla cintura (che poi invece risulterà essere un progetto del '24 con torri quadruple da 305 mm, dalla cui evoluzione risulterà la classe 'Dunquerke').
 
[[Immagine:Panzerschiff_Admiral_Graf_Spee_in_1936.jpg|400px|left|thumb|La Spee era notevolmente diversa dalla capoclasse]]
Via via vennero autorizzate, ogni volta, con grande dibattito, le 3 panzeschiffe. Effettivamente avere corazzate era costoso, ma di notevole prestigio internazionale il che consentiva l'assunzione di un vero e proprio prestigio internazionale nel panorama navale, tecnico e politico prima ancora che tecnico. E nonostante i costi e la ridotta protezione le Panzerschiffe continuarono ad essere realizzate, anche se con miglioramenti di dettaglio. Per esempio, la GRAF SPEE, ultima della classe, era dotata di una cintura da 100 mm, barbette e torri fino a 125 e 140 mm, e fin dall'inizio delle 3 torri binate da 105 anziché i tre vecchi pezzi da 88 della Deutchland. Ma ne ebbe anche qualche svantaggio per i pesi, sopratutto nel caso delle condizioni di mare mosso, per la tenuta al mare. La SCHEER era anche peggiore per molti versi, come la ridotta manovrabilità e la rumorosità dei motori. A tutti gli effetti, le Panzerschiffe A, B e C erano le nuove navi tedesche. La A, la Deutchland, venne poi ribattezzata Lutzow per ragioni propagandistiche (non volendo che eventualmente si potesse dire d'aver affondato la Germania, in caso di successo a suo danno). Tutta la questione delle navi da battaglia tedesche insomma ebbe una genesi tribolatissima, ma il risultato fu non indifferente: la potenza di fuoco e l'autonomia erano adatte per le missioni a lungo raggio contro il traffico mercantile, proprio quello che ci volle per i primi anni del conflitto nonostante le perdita della SPEE. In pratica solo gli incrociatori da battaglia inglesi avevano la capacità di intercettarli, raggiungerli e sopraffarli, ma stando attenti al fuoco di ritorno.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 6,28 m, larghezza max 3,7 m, altezza 3,45 m
Le Panzerschiffe erano armate pesantemente, in particolare con le torri '''SK C/28''' da 52 calibri. Sparavano granate da 300 kg, oltre 900 ms, e arrivavano fino a 36 km di gittata, sparando proiettili a 2,5 colpi al minuto. Avevano granate scarsamente efficienti quanto a capacità di perforazione, ma erano pur sempre più che sufficienti per gli incrociatori. A tutti gli effetti era la nave più potente che si poteva costruire con i limiti, comunque superati leggermente (tipo le unità 'Zara', più veloci e protette, ma meno armate), imposti dal limite delle 10.000 tonnellate.
*'''Motore''': Maybach HL 210P-45, V12 da 21,3 litri circa, 650 hp; 540 litri di benzina
*'''Peso''' 76+t; protezione 40-150 mm anteriore
*'''Prestazioni''': v.max 20-35 kmh, autonomia 120 km, pendenza superabile 36°, trincea 2,3 m, gradino 0,8 m, guado 1,22 m m<ref>Sgarlato N: ''Sturmtiger'', Eserciti nella Storia nov-dic 2003</ref>
 
===Carri da battaglia===
====Tiger====
[[Immagine:Metro-tigr-1_edited1.jpg|360px|right|]]
 
Dal 1938 la constatazione della futura obsolescenza dell'affidabile ma limitato Panzer Mk IV (PzKpfw IV) era foriero di interesse, per realizzare un nuovo e potente carro armato. Il Panzer IV fu poi un veicolo in grado di affrontare vari aggiornamenti: la corazza di 14,5 mm nello scafo e 20 mm in torretta era davvero poco, ma del resto all'epoca anche i carri incrociatori inglesi avevano circa 14-15 mm di acciaio, giusto poco per resistere al fuoco nemico, al limite di proiettili di piccolo calibro e schegge non troppo potenti. La successiva evoluzione lo vide però molto potenziato, grazie ai 'fondamentali' adatti: torretta con diametro adatto, motore e meccanica affidabili e potenti a sufficienza. Alla fine, aveva un motore da 300 hp per 25 t, corazze fino a 80 mm, cannone da 75 L48 capace di perforare spessori elevati di acciaio anche a distanza, con notevole precisione. Questo, mentre il compare Mk III era incapace di fare altrettanto, in termini di cannoni, col risultato che il Panzer III era armato al massimo col 50 mm lungo o con il 75 mm corto dei primi Mk IV, mentre non c'era molta differenza in termini di corazzatura. Lo scafo venne però utilizzato ampiamente con gli StuG III, e arrivò a ben 15.000 veicoli costruiti; mentre il PzKpfw IV totalizzerà 'solo' 9.000 unità, ma quasi tutte in versione carro, perché non aveva bisogno di una casamatta per ospitare il 75 lungo. StuG e Panzer IV saranno i mezzi corazzati ben più diffusi dell'esercito tedesco, anche quando superati da anni.
*N.unità: 3
*Dislocamento: nel caso dello SPEE: 12.100-16.200 t
*Dimensioni: lunghezza 186 m, larghezza 21,3 m, pescaggio 5,8 m
*Propulsione: 8 diesel MAN su due assi; 56.000 hp ; 28,5 nodi e 26.000 km in crociera
*Equipaggio: 1150
*Corazzatura: cintura 100 mm; ponte 40 mm, torri 85-140 mm, barbette 125 mm (la Deutchland 100 mm)
*Armamento: 6 cannoni da 280 mm, 8 da 150 mm; 6 da 105, 8 da 37 mm, 10 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm in impianti tripli; 2 Idro Ar.196.
 
Ma detto ciò, torniamo allo sviluppo del Tiger, che iniziò nel 1937, in sostituzione del PzKpfw IV che pure era ben lungi dal finire la sua potenzialità visto che era appena entrato in servizio. Il primo prototipo di quello che era noto come DW1 (carro di sfondamento mod.1) venne sperimentato già nel 1938, ma non era molto migliore del 'IV, e poi venne interrotto per tale ragione. La velocità massima doveva essere di 40 kmh, ma il peso era di 36 t e la corazza, per quanto spessa, non era inclinata. Poi vennero proposti il VK 3001(H). Questa sigla voleva dire Vollkettenkraftfaherzweug 3001, il che significa 'veicolo sperimentale su cingoli da 30 t, primo modello'. C'era questo tipo Henschel, ma non mancò l'avversario Porsche, il VK 3001(P). Questi erano i prototipi iniziali, ma già nel 1939 questo sviluppo venne bloccato, nel senso che era richiesta una corazzatura migliore, che aumentava il peso a 36 t. Il prototipo era il VK 3601, ordinato alla Henschel dopo che questa batté la proposta Porsche. Lo sviluppo venne interrotto perché nel maggio 1941 si volle maggiore corazza per un modello chiamato VK 4501 da 45 t. Al dunque, con un cannone da 88 mm del tipo standard, doveva fare le prove per il compleanno di Hitler, il 20 aprile 1942. La data si avvicinava e il tempo stringeva, così venne usato anche lo studio del VK 3001(H), e venne approntato il VK4501(H), che vinse contro il VK4501(P) della Porsche. Davvero questi due prototipi vennero completati per il compleanno del dittatore, di cui furono indubbiamente un 'regalo' molto pesante. Vinse, dopo accurate prove, il modello H, e la produzione iniziò nell'agosto 1943 come PzKpfw VI Tiger Ausf E i SdKdz 181. Era nato, in poche parole, il leggendario Tiger. Il costo era di 250.000 marchi al pezzo, se non addirittura 800.000. Se si considera che il Pzkfw IV ne costava circa 100.000 e il Panther circa 120.000, ci si può immaginare il costo e la difficoltà di trasformare un valido prototipo in un mezzo in piena produzione. Tale produzione era in media di 56 al mese, 1.350 in tutto. Nell'aprile del '44 arrivò a 104 al mese, il massimo della sua storia produttiva. La sua corazza era di 100 mm frontale, in basso a 24 gradi e superiormente a 10 gradi sulla verticale, 60 mm scafo inferiore laterale, 80 mm laterale superiore, 82 mm posteriore, 26 mm inferiore e sul tetto. Un grosso scatolone corazzato, che i Tedeschi erano soliti chiamare 'carro per i traslochi' per il suo ingombro. La torre da 20 t era con corazza laterale da 82 mm, frontale 100 mm, cielo 26 mm, scudo cannone 110 mm. Il motore era un Maybach 12V del tipo HL 210 P45 da 21,353 litri da 650 hp a 3.000 giri al minuto, poi da 253imo esemplare c'era l'HL 45 P45 da 700 hp. Il cambio era efficace, 8+4 marce, derivato dal Merrit-Brown inglese, molto facile da azionare: il Tigre era sorprendentemente facile da guidare nonostante la mole, tutt'altro che rispetto al Churchill e ad altri mostri corazzati dell'epoca. Erano presenti ben 8 assi per parte con ruote intercalate, cingoli da 520 mm per i trasferimenti su rotaie, 725 mm per la marcia fuoristrada, ruota motrice anteriore. Il peso variava molto, 44,5 t in assetto di trasporto, 56,9 in combattimento. Per superare ponti privi di capacità sufficiente di carico, era possibile (certo piuttosto avventuroso) immergere il Tiger nei corsi d'acqua che lo consentissero, visto che poteva guadare 1,2 m e per la prima volta, anche stare totalmente immerso, con 4,5 metri superabili totali. Ma con un rapporto potenza-peso di poco oltre 12 hp per tonnellata, era difficile fare affidamento su questa capacità, mentre i larghi cingoli non riuscivano ad impedire, a causa dello scafo piuttosto corto, una pressione specifica piuttosto alta di 1 kg per cm2. Il cannone era il KwK 36 da 88/56 mm, con ben 92 proiettili che potevano essere installati sui lati della torre e vicino al pilota, di cui 23 HE e 61 perforanti come carico normale, oltre ad 8 Pzgr 40 con anima in tungsteno. Da ricordare che la torre era ad azionamento idraulico, ma per l'alzo (-6,5 e +17°), e brandeggio 'fine' erano necessari un apposito volantino. Il sistema di puntamento TZF 9b era un apparato binoculare, poi c'era anche un panoramico SF 14Z e anche un telemetro ottico EM 34 a coincidenza da un metro di base, portata pratica 200-10.000 m. Non era certo un sistema del tutto adatto, basti pensare che era necessario usarlo stando fuori dalla torretta. Se si pensa al sistema da circa 2 metri di base del Leopard 1, integrato nel sistema di controllo del tiro, e incassato ai lati della torretta come nelle vecchie torri navali di grosso calibro, si capisce la differenza tra questo sistema portatile e uno di tipo moderno. Nondimeno era una risorsa di un certo livello.
 
Usato per la prima volta sul fronte di Leningrado nel '42, con pochissimo successo dati i problemi di mobilità del territorio, questo poderoso carro armato si fece poi valere in Tunisia, secondo molti in maniera poco saggia dato che era oramai finita per l'Asse; ma un conto sono le decisioni strategiche (non ritirarsi ma ostinarsi a tenere il Nord Africa), un conto le decisioni tattiche: i pochi Tiger erano formidabili combattenti e per mesi misero sotto controllo gli Alleati, che ebbero oltre 200 carri distrutti contro una dozzina di Tiger. La fine venne rallentata, non impedita, ma gli Alleati dovettero mettere in servizio in fretta i loro pezzi da 76 17pdr, visto che solo questi erano efficaci contro i Tiger. Mentre i carri Mk IV erano mobili ed efficaci sì, ma vulnerabili se colpiti a loro volta, e per giunta erano pochi, i Tiger erano davvero dei 'mostri' che al pari dei Matilda nel 1940 o dei KV del '41 erano capaci di resistere ai cannoni nemici. E dire che essi avevano corazze 'a scatola', poco o nulla inclinate. Erano semplicemente molto spesse, come sul Churchill; ma a differenza di questo carro il Tiger era molto più veloce e meglio armato, anche se molto meno adatto alle 'scalate' sulle montagne. Il carro tedesco divenne una leggenda, ma se si guardano i numeri la loro obiquità è difficile da spiegare: dopotutto ne vennero prodotti solo 1350 entro il 1944. La corazza era di ottima qualità, differentmente da quanto successe poi, e questo aiutava la sua efficacia. Ma il Tiger era pesante e difficile da recuperare, specie in battaglie difensive, anche per gli efficientissimi reparti tedeschi.
La loro carriera è poi proseguita in maniera piuttosto ben nota, con la SPEE autoaffondata dopo la Battaglia del Rio de la Plata, la SCHEER e la LUTZOW sopravvissero a missioni d'attacco ai mercantili (come quella in cui venne persa proprio la più potente delle tre) e vennero affondate nel '45 da bombardamenti aerei.
 
Nondimeno, questo mezzo divenne presto un veicolo temuto dagli Alleati al punto da bloccare facilmente le avanzate di intere colonne, anche se non tutti furono capaci di annientare gran parte della 22ima Armoured Brigade come fece l'asso Michael Wittmann. Dati assegnazione per lo più alle SS, in piccoli numeri, accrescevano la loro sinistra presenza con il colore in genere scuro, spesso spalmato di quel cemento speciale 'Zimmerit' che impediva l'applicazione di cariche magnetiche. Forse il paradosso di questo carro è ben esposto dal I/502 Abt i cui 4 carri eliminarono almeno 163 carri sovietici di cui 32 solo l'11 febbraio. Era davvero un lavoro formidabile da parte di un singolo plotone carri.
====Incrociatori da battaglia====
Per quello che successe dopo fu l'incremento notevole della stazza perché oramai non c'era dubbio che le nuove 'Dunquerke' francesi erano molto superiori alle Panzerschiffe anche la C (la SPEE). Ebbe luogo la solita, interminabile discussione sulle caratteristiche della nuova nave, prima pensata attorno alle 18.000 t, poi espansa fino a circa 32.000 t standard.
[[Immagine:Gneisenau1942.png|390px|left|thumb|La Gneisenau]]
 
Combatterono ovunque con grande efficacia, e anche in Italia si diedero da fare, dalla Sicilia al passo del Brennero erano ovunque. Alla fine trovarono i nemici peggiori nei carri JS-2 e nei carri M26, ma dopo anni di successi in cui la Panzerwaffe aveva tenuto testa ad avversari spesso ben superiori in numero. Solo il PzAbt.502 riuscì ad accreditarsi 1.400 carri, oltre 2.000 cannoni controcarri e altrettanti pezzi d'artiglieria. E' un bilancio impressionante, stiamo parlando di un singolo battaglione che ha causato grossomodo tanti danni quanto i 2 mila carri M1 Abrams di Desert Storm. 101 Tigre vennero usati a Kursk, ma non riuscirono a vincere. La battaglia si spostò poi a Balabonowka vennero usati i 34 Tigre superstiti dei 45 usati dall'Abt.503 a Kursk, assieme a 45 Panther. In 5 giorni di scontri eliminarono 267 carri sovietici contro 4 Panther e un Tiger. Per il resto c'erano i carri degli Abt serie 500, fino al PzAbt.510. Il 506, come anche il 101 (SS) erano anche con i Tiger II. Le SS erano gli utenti principali dei Tiger, spesso usati in 'cunei corazzati' con i carri medi che li proteggevano sui lati da attacchi a corto raggio sui fianchi, e dalla fanteria. Nella battaglia di Medenine erano stati usati i Tiger, che persero 7 carri tra cui uno perforato da un Churchill a bruciapelo. Se si pensa che solo 13 carri andarono perduti contro 260 alleati, di cui 15 M4 distrutti a Kesserine, questo dà l'idea. Già i primi tre Tiger dell'Abt.501 fecero fallire un'azione Alleata diretta a occupare Tunisi. Certo, era un'impresa disperata perché chiaramente non c'era la speranza di tenere a lungo l'Africa; ma affermare che i Tiger siano stati 'sprecati' senza effetto, come è stato talvolta fatto, è del tutto incongruo con quello che questi carri pesanti fecero, evitando che praticamente già entro il 1942 venisse conquistata la Tunisia<ref>Gibertini, G: ''Eserciti nella Storia nov 1999</ref>.
Per la Panzerschiff D e la E si giunse così ad una nuova progettazione, che arrivò ad una protezione adatta alle cannonate da 330 mm che ora si sapeva avrebbero armato la nave francese. I dibattiti continuarono a lungo su come ripartire il peso tra armi e corazze; c'erano in discussione le torri quadruple, che potevano far risparmiare il 25% di peso rispetto alle torri trinate (con due torri anziché 3), con meno costi, inizialmente stabiliti a 120-180 milioni di marchi. Tra i tanti dubbi sullo spessore della corazzatura orizzontale o verticale, si pensava che la 'Dunquerke' avesse una cintura da 280 mm quando in realtà erano 241. I Tedeschi poi trovarono che la blindatura della nave francese fosse solo di 225 mm, il che rendeva agevole anche armare le corazzate con i soliti cannoni da 280 mm, capaci di perforare tali protezioni fino a 20 km.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 8,24 m, scafo 6,2 m, larghezza max 3,73 m, altezza 2,86 m
L'armamento venne poi stabilito con i '''SK C/34''' da 54,5 calibri. La potenza di questi cannoni era tale da perforare a alzo 0 604 mm, e 205 mm ad oltre 27 km, e una da 350 mm a circa 10 km. La cadenza era di circa 3,5 c.min, e il peso delle munizioni di nuova generazione era di 330 kg. I cannoni SK C34 delle Scharnorst duravano circa 300 colpi, date le grandi sollecitazioni degli spari. I cannoni erano da 150 mm, di cui però solo 8 dei 12 cannoni da 150 erano in torri binate, perché i pesi erano eccessivi, con 16 t per le postazioni scudate e 120 t per le torri binate, alcune tonnellate di più persino delle torri delle corazzate 'Bismarck' (circa 112 t). La blindatura era di 150 mm per le barbette, 170 frontale, 30-70 per il resto della struttura.
*'''Motore''': Maybach a benzina da 600-700 hp
*'''Peso''' 56 t; protezione fino a 110 mm anteriore, 82 mm lati, 26 superiore
*'''Prestazioni''': v.max 38 kmh, autonomia 100 km, pendenza superabile 60%, trincea 1,8 m, gradino 0,79 m
 
Per il resto c'erano i cannoni da 105 mm in ben 7 torri binate, idrovolanti e cannoni da 20 e 37 mm. Da notare che i cannoni da 37 mm erano gli '''SKC/30''' da 37 mm, armi che curiosamente non erano automatiche. Queste erano state usate con un affusto binato girostabilizzato molto sofisticato e soggetto anche, al solito, ad avarie essendo aperto ed esposto agli elementi. La potenza di queste armi era eccellente, dato che potevano sparare colpi da 742 grammi con ben 365 di esplosivo e una munizione pesante 2,1 kg. La velocità iniziale era di 1 km.sec, e arrivavano a 8,5 km di gittata e 6,8 km di altezza. Questo in parte compensava il fatto che erano capaci solo di 60-80 colpi al minuto teorici di cui 30-40 pratici. La precisione di tiro di fatto compensava tale limite visto che spesso vennero riportati abbattimenti con questi armi.
 
====Tiger II====
Ma durante la guerra sulle navi tedesche vennero usati anche i cannoni da 37 mm M42, armi Flak 36 dell'Esercito potenziate con una canna più lunga. Avevano una munizione da 1,36 kg di cui il proiettile era da 635 gr, con una portata pratica di 4.800 m contraerei. Quindi si trattava di un'arma meno potente e magari anche meno precisa (anche per l'affusto di tipo normale) ma con un'importante caratteristica: il volume di fuoco di 250 colpi al minuto, che anche in termini psicologici era molto importante (sia per i difensori che per gli attaccanti) anche se il tiro 'di precisione' degli SCK 30 era molto economico. I colpi disponibili erano 2.000 per canna, poi aumentati anche a 6.000 durante la guerra. Per la cronaca, i proiettili dei cannoni da 105, 150 e 280 erano circa (dipende dalle fonti e dall'epoca) 400, 130-150 e 150. Non c'era molto da ridire sul volume di fuoco dei 20 mm, 280 colpi al minuto teorici e 120 pratici per i C/30, che però erano piuttosto proni a guasti, e con solo 20 colpi nel magazzino di pronto impiego. I C/38 arrivarono dopo, molto superiori con 480/220 c.min e magazzino da 40 colpi, spesso presenti anche in impianti binati. Ma sulle Scharnorst v'erano solo dieci delle prime in affusti singoli, che erano solo 8 in tempo di pace.
[[Immagine:GneisenauTiger-1II-La Gleize.jpg|350px300px|rightleft|thumb|La torre 'norvegese']]
Non altrettanto successo ebbe il Tiger II, un carro che era stato costruito con migliori caratteristiche. Era armato con il Pak 43, aveva corazza anteriore da ben 150 mm a 50 gradi nella piastra principale dello scafo, 100 mm inferiore, 80 mm sui lati leggermente inclinata, 40 mm superiore, la torretta arrivava anche a 180 mm frontalmente e 100 mm lateralmente. La fine della guerra non era però tanto lontana, e alla fine non ebbe successo quanto il primo. Il progetto VK 4501 della Porsche venne rielaborato e proposto con un cannone da 150 mm; ma venne respinto e venne chiesto un cannone da 88 mm, ma ancora non c'era accordo: troppo rame necessario per il motore elettrico. Al dunque, il progetto venne scelto ancora una volta dalla Heschel VK 4503(H), che ebbe tuttavia per le prime 50 unità la torretta del tipo proposto dalla Porsche, molto più arrotondata della Heschel. In tutto vennero costruiti 485 esemplari in luogo dei 2.179 programmati, con un totale di 25 costruiti nel marzo 1945, mentre il massimo venne raggiunto nell'agosto 1944 con 84 mezzi. Il carro era simile al Panther II, programmato ma non costruito. Il motore era simile a quello dei Tiger, le ruote erano 9 per lato, al solito intersecanti tra di loro (soluzione che era vantaggiosa nel ridistribuire il peso sui cingoli, ma pericolosa per il fango propenso a ghiacciarsi, come accadde nel fronte russo, bloccando le ruote). Il cannone KwK 43 con 40 AP e 40 HE, -8/+15° di alzo, 3 armi MG 34 con 5.850 colpi, oltre ad una MP 40 da 9 mm. Le ottiche erano apparentemente senza il telemetro portatile, mentre il TFZ 9d monoculare aveva ingrandimenti 3-6x.
 
Iniziò i combattimenti nel maggio del '44 contro i Sovietici, dove pare che un carro T-34/85 ne distrusse 3 da solo (o almeno così dichiararono i Sovietici). Simile al Panther per struttura, al Tiger per spessori della corazza, era un mezzo formidabile ma troppo lento, con lo stesso motore del Tiger, e troppo difficile da muovere su lunghe distanze per il rischio di far cedere i ponti e le strade. Con 84 colpi da 88 (come nel Tiger, ma con bossoli più lunghi) e 5850 da 7,92 per le due armi da difesa ravvicinata, esso era un carro formidabile, ma non ebbe grandi successi contro gli Alleati in Normandia, dove pure venne usato. Meglio andò nel Fronte Orientale, dove spesso battagliò con un mezzo quasi alla pari, il JS-2.
La blindatura base era di 320 mm per la cintura principale, 35 per quella superiore, 90 per quella secondaria oltre la 'cittadella' chiusa dalle paratie e infine la paratia interna era da 45 mm. Le torri da 280 mm invece arrivavano a 360 mm frontali, 100 tetto, 200 laterali, 350 mm per le grosse barbette. Il ponte era superiormente di 50 mm (coperta) e 80-105 mm in quello principale, che aumentando lo spessore si curvava per congiungersi con la cintura inferiore, che raggiungeva i 170 mm sott'acqua. In tutto c'erano 1989 t per il ponte superiore, 3.252 per quello principale, senza considerare le 750 t delle torri (non è chiaro se comprende anche le barbette) contro i 590.000 kg delle Deutchland. La torre di quest'ultima aveva 140 mm (nel caso della Scheer) frontale e 152 posteriore (curioso, ma questo era dovuto alla parte posteriore verticale), 85 mm sul tetto, a parte la zona anteriore che arrivava a 90 e 105 mm. La validità di queste protezioni venne dimostrata dai colpi ricevuti dallo SPEE nel '39. I peso delle protezioni delle Scharnorst era molto maggiore, comprendente la cintura principale profonda 4,8 m.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 10,26 m, scafo 7,26 m, larghezza max 3,75 m, altezza 3,1 m
I motori erano stati dibattuti a lungo, ma col peso aumentato a 26.000 t (nominali, poi superati dal progetto) si impose il vapore, con dodici caldaie Wagner a 58 atmosfere a 450° di temperatura, ma le turbine delle due navi erano diverse: Brown-Boveri per la D (Scharnorst) e Deschimag per la E (Gneisenau). In tutto era in grado di mandare queste navi fino a 32 nodi, ma al solito, con problemi di sicurezza, di consumo e di tenuta al mare. L'autonomia era di 7.100 nm a 19 nodi. La Gneisenau aveva un motore che era leggermente meno efficiente, con 153.897 hp per 30,7 nodi e 6.200 nm a 19 nodi. La Scharnorst arrivava a 160.000 hp e 32 nodi.
*'''Motore''': Maybach a benzina da 700 hp
*'''Peso''' 65 t; protezione fino a 150+ mm anteriore (185 mm frontale torretta, 150 a 50° scafo superiore, 100 mm inferiore, 80 mm laterale, 25-40 mm inferiore e superiore).
*'''Prestazioni''': v.max 38 kmh, autonomia 110 km, pendenza superabile 60%, trincea 2,5 m, gradino 0,85 m
 
====Panther====
[[Immagine:Panther Thun 1.jpg|380px|right|]]
Il carro medio T-34 aveva costituito una minaccia notevole per i Tedeschi e non mancarono le proposte per produrne una copia, mancata per la carenza di alluminio. Per rimpiazzare il Panzer IV si studiava fino dal 1937 e nel '41 vennero finalmente completati i prototipi VK 3001(H) e (P) dei soliti due rivali nei carri armati, poi messi da parte e sostituiti con i Tiger (VK 4501). Ma questi erano troppo pochi, e un mezzo simile al T-34 ma leggermente migliore era desiderato: nacque il VK3002(DB) della Daimler-Benz, e il VK 3002 (MAN) della MAN; il primo era una copia del T-34, il secondo venne messo in produzione anche se era più complesso e sofisticato. Allafine divenne il SdKfz 171 o Panther, ultimato come prototipo nel settembre 1942. I carri uscirono dalle linee presto, mentre ne venivano chiesti 600 al mese. Troppi, e per giunta vi furono molti problemi di messa a punto, anche ai tempi di Kursk dove 200 vennero inviati in una speciale brigata. Nonostante il cannone da 75/70 mm fosse efficace anche a 2,5 km, i carri poterono fare poca strada. I primi erano i Panzer A con corazza da soli 60 mm, poi aparvero gli D (B e C non vennero posti in produzione), poi un altro 'A' e infine lo 'G', un carro recupero, uno cacciacarri, uno comando. Alla fine della guerra i Panther prodotti erano forse 6.000 esemplari, ma i dati sono incerti. Il cannone da 75 mm poteva perforare 140 mm a 1 km di distanza e assieme alla corazza frontale di 80 mm a 55 gradi era sufficiente per surclassare i carri nemici di quasi tutti i tipi. La corazza laterale era però solo di 40-45 mm, anche se era inclinata, per cui il mezzo doveva contare maggiormente sulla mobilità piuttosto che i duelli da posizioni statiche come nel caso dei 'Tiger'. Avendo lo stesso motore ma con 11 t in meno la cosa era possibile, ma il Panther era molto afflitto da problemi meccanici che erano curiosamente quasi sconosciuti al Tiger. Verso la fine del conflitto ebbe anche, in alcuni casi, un sistema rivoluzionario per il combattimento notturno, un visore IR, magari abbinato ai proiettori di grandi dimensioni trasportati da un apposita versione del semicingolato tipo 251.
 
Nel dopoguerra i Panther vennero usati dai Francesi per qualche anno, del resto anche i Pz IV H erano impiegati dai Siriani. Nessuno invece riusò i Tiger e Tiger II, rispettati ma troppo pesanti e di concezione parzialmente superata.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 8,86 m, scafo 6,88 m, larghezza max 3,43 m, altezza 3,1 m
*N.unità: 2
*'''Motore''': Maybach a benzina da 700 hp
*Dislocamento: 31.840-38.900 t
*'''Peso''' 45 t; protezione fino a 120 mm anteriore
*Dimensioni: lunghezza 234,9 m, larghezza 30 m, pescaggio 8,2-9,9 m
*'''Prestazioni''': v.max 46 kmh, autonomia 177 km, pendenza superabile 60%, trincea 1,91 m, gradino 0,9 m
*Propulsione: 12 caldaie Wagner, con tre turbine Deschimag (Gn.) o Brown-Boveri (Sch)
*Equipaggio: 1969 (Sch) o 1.669 (Gn.)
*Corazzatura: cintura principale 170-320 mm, superiore 35 mm, secondaria 90 mm; ponte 50+80/105 mm, torri 90-360 mm, barbette 350 mm, torre comando fino a 350 mm
*Armamento: 9 cannoni da 280 mm, 12 da 150 mm; 14 da 105, 16 da 37 mm, 10 da 20 mm; 3 Idro Ar.196.
 
La sorte delle navi è nota. I 'Gemelli terribili' furono titolari di varie azioni d'attacco al traffico, l'affondamento della GLORIUS, e prima ancora dell'incrociatore ausiliario Rapalwindi, nave mercantile che venne letteralmente presa in mezzo alle navi tedesche e venne distrutta dalle cannonate, giusto come accadde al JERVIS BAY, che si era posta eroicamente a difesa del suo sfortunato convoglio (che riuscirà in parte a salvarsi) venendo distrutto dalle cannonate da 280 mm della SCHEER il 7 novembre 1940.
 
====Supercarri====
[[Immagine:Gdynia Gneisenau.jpg|350px|right|thumb|Il relitto della Gneisenau come venne trovato dai Sovietici, autoaffondato]]
[[Immagine:Panzer_Maus,_Seitenansicht_(Modell).jpg|300px|right|]]
La marina tedesca divenne presto in difficoltà a causa degli attacchi continui a Brest della RAF. Le corazzate scapparono con l'Operazione Cerberus, che le portò fuori dai porti francesi e le mise in salvo, assieme al P.Eugen e alle navi di scorta, in Germania. La RAF perse 41 aerei per impedire vanamente alle navi tedesche la ritirata, passando per la Manica. Era pericolosissimo, ma era vantaggioso rispetto al passaggio sopra la Gran Bretagna per la scorta della Luftwaffe. La Gneisenau non ebbe fortuna: nel '43 la prua venne colpita da una bomba che innescò l'esplosione dei vapori di carburante dei serbatoi. La prua bruciò e la nave andò fuori uso definitivamente. La marina tedesca perse così una valida nave, ma i suoi cannoni vennero riutilizzati. Una torre trinata da 280 è ancora in Norvegia, due torri da 150 mm SK C/28 sono state usate dai Danesi fino agli anni '90. La Scharnorst invece ebbe un destino anche peggiore, anche se è diventata un 'classico' della storia navale: andò a fondo contro gran parte della Home Fleet nella Battaglia dell'isola degli Orsi, 26 dicembre 1943. Incassò tra l'altro 11 siluri, per cui non stupirà che ebbe anche un'esplosione a bordo. Dalle gelide acque vennero salvati solo 40 marinai su quali 2.000. Il 1943 dunque fu la fine dei 'Gemelli terribili'.
Come il conflitto si portò avanti, i Tedeschi curarono sempre di più la qualità dei loro progetti, cercando di ridurre le difficoltà che avevano nell'essere oramai ovunque in inferiorità numerica. La soluzione fu peraltro un 'incartamento' che progressivamente si arrampicò su di una zona sempre più difficilmente praticabile, quella delle super-armi che dovevano vincere la guerra. Ma dopo anni di abbandono (dovute all'esitazione di Hitler nel dichiarare la necessità di una piena economia di guerra prima del '42 e alla convinzione che il conflitto sarebbe stato di breve durata) non fu praticabile arrivare in pochi anni se non mesi al dominio di tecnologie che, quando funzionarono, ci riuscirono solo dopo decenni di ricerche in tutto il mondo (vedi gli Horten da caccia). La questione dei mezzi corazzati non sfuggiva alla logica: se gli aerei dovevano essere sempre più veloci, i carri dovevano essere sempre più potenti e robusti. Il limite pratico venne già raggiunto con il Tiger, ma si andò oltre con il Tiger II. Questo aveva lo stesso motore del Panther, ma pesava 20 t in più. La sua corazza era eccezionale, ma del resto c'era carenza di materiali di qualità (come nel caso dei Me 262, con le turbine ricoperte da uno strato di alluminio puro per accrescerne la durata) e quindi l'acciaio doveva essere più spesso per garantire ancora una buona protezione. Nel caso del MAUS, topo (nome chiaramente ironico) Ferdinand Porsche realizzò un mostro corazzato pesante 188 tonnellate.
 
Le navi da battaglia classe ''''[[w:Classe Scharnorst (incrociatore)|Scharnorst]]'''' erano veloci e ben corazzate, ma l'armamento non consentiva di distruggere le navi da battaglia dalle tipiche distanze di combattimento moderne. La soluzione sarebbe stata di tre torri da 38 cm come quelli delle 'Bismarck'. La cosa però non ebbe mai seguito a causa della sorte delle navi. Le modifiche avrebbero potuto dare la possibilità di estendere il raggio di tiro utile sui punti vitali delle navi da 10 a 22 km circa, un miglioramento notevole anche se con una cadenza di tiro minore complessiva. Altre modifiche vennero però fatte: nel '41 le C/38 rimpiazzarono le C/30, il radar venne installato nel '39 sull'antenna del telemetro, 6 lanciasiluri con 14 siluri, ma forse non meno importante fu la sistemazione della prua atlantica, che migliorò sensibilmente le capacità di tenere il mare grosso, cosa che le potenti navi da battaglia tedesche hanno spesso mancato di fare.
 
I supercarri tedeschi hanno una storia che comincia essenzialmente con una specifica del novembre 1941 per un supercarro da 90 t e 140 mm di corazza, che poi diverrà il Krupp Tiger Maus, mentre la Porsche ebbe modo di portare avanti un progetto concorrente. La cosa sarebbe sfociata alfine nel Maus. Ma prima, il 5 o il 6 marzo 1942 venne dato ordine di procedere con il Krupp VK 7201 Lowe, e il 21 la Porsche ebbe ordine di procedere con il VK 10001 Mammut da almeno 100 t. A seguito di altri colloqui tra Porsche e Speer, si decise che il progetto Krupp andava sospeso e si procedette con il Porsche, che si evolse, tanto che ad un certo punto ebbe il cannone da 128 mm, scelto tra varie possibilità e in seguito un cannone da 150 mm KwK 44 L/38 e addirittura un KwK 44 da 170 mm. Nell'aprile del '43 l'ufficio armamenti dell'esercito propose invece l'Adler E-100 da 'sole' 138 t, tentando di far retrocedere dalla volontà di proseguire con un mezzo tanto grosso e pesante. Ma Hitler ordinò 150 Maus che però sarebbero stati costruiti dalla Krupp al ritmo, si sperava, di 5 al mese. Il 1 agosto venne iniziato il montaggio del primo carro, ma in ottobre, saggiamente, l'ordine venne sospeso. La cosa continuò a manifestarsi, nondimeno, al punto che nel luglio di quell'anno c'erano i due prototipi approntati, il primo con motore diesel di circa 600 hp, il secondo con quello da U-Boot da 1.200 hp, in ogni caso abbinati ad un alternatore e a due motori elettrici che azionavano i cingoli, larghi 1,1 m l'uno. In tutto il mezzo era lungo 10 m, 12,65 con il cannone all'indietro, in quanto la sua torretta era piuttosto spostata verso la parte posteriore. L'altezza era di 3,63 m, il peso di 188 t, la velocità del primo prototipo di 13 kmh e del secondo di 18 (il secondo era chiamato Maus II); l'autonomia era di 300 km su strada per quest'ultimo, 135 fuori. Era capace di attraversare fiumi profondi anche 8 m, e trincee larghe 3 m.
====Bismark, 'H' e successive====
La logica degli sviluppi consecutivi non conobbe soste; dopo le 'Scharnorst' pensate attorno al 1934, le 'Bismarck' (Panzerschiffe F e G) vennero pensate originariamente come aventi 8 pezzi da 33 cm, 12 da 15,5 e 16 da 10,5 cm, corazze simili a quelle delle 'Scharnorst' tra cui cintura da 350 mm e ponte di 100 mm, 120 dov'era incurvato. Presto il dislocamento salì oltre le 35.000 t pensate nel 1934 ed inizialmente difesa dall'amm. Reader. Ma era troppo poco per affrontare le 'Dunquerke' (e a maggior ragione le 'Richelieu' con i 380 mm). Vennero pensate varie soluzioni come il motore turboelettrico, ma poi si optò per le caldaie ad alta pressione. Nel frattempo i cannoni aumentavano a 35 cm, poi a 38 e le protezioni migliorate. Il progetto finale era stato approvato e iniziato all'inizio del 1937.
 
I Maus vennero catturati, incluso il Maus II che venne auto-distrutto dagli equipaggi (con lo scoppio delle almeno 38 granate interne da 128 mm), e montando sul primo scafo la torre (sia pur danneggiata) del secondo. E' attualmente al museo di Kubinka. L'elwnco dei suoi predecessori comprende, per riassumere: il VK 7001 Tiger-Maus da 90 t, poi Loewe nel '42, con cannone da 150 o con un L70 da 105 mm, disponibile poi in versione leggera da 76 t e pesante da 90, velocità di 27 e 23 kmh, armamento che poi venne unificato nel pezzo da 105 mm per entrambi i tipi. In seguito vi furono altre modifiche al progetto che ritornò al cannone da 150 e con un motore da 800 hp, a 35 kmh. L'E-100 era invece un alternativa da 'sole' 100 t al Maus, che doveva sviluppare la Adler; gli E50 ed E75 avrebbero sostituito gli altri carri pesanti tedeschi. Ancora nel maggio 1945 lo scafo dell'E-100 era incompleto, come lo trovarono gli Alleati. Se fosse stato prodotto in serie dovuto avere alfine il cannone da 170 mm. I carri Maus e Lowe ebbero le designazioni Panzer VIII e VII. Esistono anche menzioni di carri IX e X con ulteriori miglioramenti, ma non se ne conosce alcuna realizzazione, nemmeno a livello di prototipo. <ref>Sgarlato N Eserciti nella Storia gen-feb 2003</ref>
[[Immagine:Early Bismarck .jpg|400px|right|thumb|Un'immagine dell'elegante profilo della Bismarck]]
 
I carri tedeschi postbellici saranno invece molto più tendenti, ammettendo l'impossibilità della protezione totale, alla mobilità: i carri Leopard, che in un certo qual modo discendono concettualmente dal ben più ragionevole Panther. Mentre infine i Leopard 2 torneranno a curare maggiormente la protezione e nonostante la tecnologia bellica abbia costruito armi perforanti formidabili, riusciranno in questo compito, compattando delle capacità belliche inimmaginabili nel 1945 in uno scafo da 56 t, ampiamente mobile grazie al motore da 1.500 hp. Ora la protezione è di tipo composito-stratificato, il che ha permesso di uscire dall'impasse in cui il solo acciaio non poteva più bastare a garantire la resistenza alle armi nemiche.
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 2
*Dislocamento: 41.676/50.153 (B), 42.900/52.600 t (T)
*Dimensioni: lunghezza 251 m, larghezza 36 m, pescaggio 9,3-11 m
*Propulsione: 3 turbine a vapore da 138.000 hp; 56.000 hp ; 30 nodi e 7700 miglia in crociera, circa 3.000 alla massima velocità
*Equipaggio: 2.192 (Tirpitz: 2.530)
*Corazzatura: cintura 320 mm; ponti 50 e 80/120 mm, torri 230-355 mm
*Armamento: 8 cannoni da 380 mm, 12 da 150 mm; 16 da 105, 16 da 37 mm, 12 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm in impianti tripli (solo Tirpitz); 2 o 4 Idro Ar.196.
 
*'''Peso''' 188 t; protezione fino a 250 mm anteriore
Navi da 241,6 m, erano state armate con 4 torri da 380 mm SK C/34 da 52 calibri, capaci di sparare a 36 km (molto meno dei pezzi da 280 mm) con due cariche di lancio, le granate da 800 kg a 820 msc. La corazza perforabile era di 742 mm a zero metri, 350 mm a circa 21 km, le torri erano pesanti 1052 t. La corazza era di circa 360 mm frontali, 340 mm delle barbette, 130 mm tetto, 320 posteriore. La nave aveva una potenza di fuoco elevata e non poteva essere altrimenti, con due cariche combinate, la prima da 99,5 kg, la seconda addirittura da 112 kg. C'erano 130 cariche per cannone. Stranamente tra tecnici Tedeschi, che si chiesero per tanto tempo che tipo di torrette costruire per le navi precedenti, nessuno pensò ai cannoni in torri trinate come invece accadde per le armi da 280 mm. Difficile capire il perché, visto che altrimenti questi cannoni sarebbero stati in un lay-out simile a quello delle 'Littorio', che avevano un cannone in più e di maggior potenza (anche se di minor cadenza di tiro). E dire che mentre i tedeschi facevano 4 torri binate da 380 mm, i francesi con analoghi cannoni avevano 2 torri quadrinate.
*'''Prestazioni''': v.max 20 kmh
 
*'''Armamento''': 1 cannone da 128 mm, 1 da 75 mm, armi minori
La corazzatura non era molto spessa rispetto ad altre navi, ma il peso era notevole: circa 8.136.532 kg di corazza verticale, 2.248.053 kg per il ponte di coperta, 4.293.264 kg per quello principale. Cintura principale da 320 mm che si assottigliava a 170 mm inferiormente, cintura superiore (fino al ponte di coperta) aumentata a 145 mm (110 in più delle più piccole Scharnorst, che non si potevano permettere pesi eccessivi per le corazze in zone non vitali), ponte di 50 mm superiore, 80-120 quello principale, torrione 350 mm, corazze minori come quella da 14 mm per i telemetri sferici. I telemetri erano da 7 e 10 m, inclusi quelli delle torri; i radar vennero installati durante la costruzione (il primo radar navale del mondo era stato messo sulla Graf Spee), la Tirpiz ebbe cannoni da 20 mm aggiuntivi quadrupli, e altri due radar, alla fine del 1944 la Tirpiz ebbe fino a 80 cannoni a 20 mm.
 
Quanto ai motori usati, le navi tedesche ebbero le turbine a vapore, che però non erano più del tipo delle precedenti 'Scharorst', ma ad alta pressione, più efficienti anche come consumi. La dotazione di nafta utilizzabile era di circa 7.400 t (per la Tirpiz si arrivava a 7.780 t) su circa 8.300 t, il che era il doppio delle 'Littorio'; ma anche così l'autonomia diede problemi. Inizialmente si pensava di circa 14.000 miglia nautiche, ma ad un certo punto, nell'ottobre del '36 si considerò tale valore da 'condizioni da tempo di pace', e si dimezzò a 7.000 nm/15 n. Questo portò a temere ad un ritorno alla configurazione diesel per consentire la necessaria autonomia, ma poi non se ne fece nulla. Nell'agosto 1941 i Tedeschi vennero in possesso di un libretto di Istruzioni tattiche per la Royal Navy, con i consumi calcolati per tutte le navi britanniche. Allora fu possibile calcolare, a parità di condizioni, l'autonomia delle 'Bismarck': 8.600 nm a 15 nodi, 8150 a 21, 5.200 a 27, 3.750 a 30 per la BISMARCK, e presumibilmente qualcosa di più per la sua gemella. Per allora, tuttavia, si trattava di un calcolo puramente accademico, uno perché non c'era più modo di cambiare il progetto già realizzato, e due perché la capoclasse non era più 'in condizione' di fare nessun viaggio di crociera.
 
[[Immagine:Bb bismarck.png|380px|right|thumb|La Bismarck è una nave ben apprezzata dai modellisti]]
Le due navi tedesche ebbero una carriera tribolatissima: la ''''[[w:Classe Bismarck (corazzata)|Bismarck]]'''' finì la sua carriera in fondo all'Atlantico nella sua prima e unica missione di guerra della primavera del '41, circa 9 mesi dopo l'entrata in servizio. Da notare come l'inizio dei suoi danneggiamenti sia stato quello causato da due cannonate da 356 mm della PRINCE OF WHALES, che colpirono sotto la linea di galleggiamento causando allagamenti e rovinando circa 2 mila tonnellate di nafta, contaminata con l'acqua marina. E' impressionante come anche per una nave ben corazzata come questa, i danni subacquei siano stati ancora tanto gravi, colpendo semplicemente la zona al di fuori della 'cittadella corazzata' chiusa dalle paratie longitudinali. Per bizzarro che possa sembrare, invece, la Bismarck ebbe a segno almeno 3 se non 4 siluri aerolanciati ma solo uno la colpì gravemente, mettendo KO il timone, mentre quelli sul 'bersaglio grosso' vennero annullati dalle cinture corazzate. Per confronto, la n.b. LITTORIO, colpita da 3 siluri analoghi, non affondò solo perché poté presto incagliarsi su bassi fondali del porto di Taranto. La sua gemella V.VENETO, colpita da un unico siluro, imbarcò 4 mila t d'acqua e calò di velocità a circa 19 nodi (per pochi minuti addirittura si fermò, tanto che gli Inglesi erano speranzosi di sorprenderla nell'azione d'attacco notturno, che invece individuò l'immobilizzato POLA, anch'esso centrato da un unico siluro).
 
La Tirpitz ebbe continui attacchi aerei britannici, più l'assalto dei minisommergibili X con cariche da 2 t. La sua fine, dopo avere messo su di sè l'attenzione degli Inglesi, ebbe luogo con i bombardieri Lancaster che nel novembre 1944, dopo un attacco simile ma con 'solo' una bomba a segno, la colpirono con tre Tallboy da 5443 kg. La nave si rovesciò con un'esplosione a bordo e terminò di essere una minaccia per il traffico navale nell'Artico.
 
I cannoni da 380 mm però non erano finiti. Almeno 14 vennero usati come armi da difesa costiera. Con l'alzo aumentato da 30 gradi delle torri a 44, vennero raggiunti 42 km di gittata. Ma con la granata speciale da 'soli' 495 kg, la gittata aumentava a 54,9 km. Dover era uno dei bersagli di questi cannoni da 38 cm, di cui 4 erano presenti in zona. Le cariche esplosive erano di 18,8 kg per i colpi APC e 32 o 64 kg circa per i proiettili HE, ma la vita utile di questi cannoni era al massimo di circa 200 colpi prima della sostituzione del tubo della canna interna.
 
Le navi 'Bismarck' non erano le ultime ad essere concepite. Le '''Schlchtschiff H''' erano simili alle precedenti. Nel 1936 si pensava ad una nave con i 35 cm, poi venne rielaborata con un'autonomia di 16.000 miglia a 18 nodi, circa il doppio di quanto calcolato per le Bismarck e arrivare 30 nodi. Installare a bordo di queste unità due catapulte, corazze da 320 mm verticali, ponte 80-120 mm. Era necessario superare le 'Dunquerke', pareggiare le 'Richelieu' e la flotta delle King George V britanniche. I Sovietici avevano chiesto cannoni da 406 mm per le loro navi e Hitler ne venne a conoscenza. Subito i requisiti per le nuove corazzate vennero innalzati, anche se l'ufficio tecnico non credeva ancora alla necessità di usare cannoni di tale calibro e temeva problemi con le chiuse di Kiel e i porti tedeschi se fossero aumentate troppo le dimensioni delle nuove navi da guerra. Dopo innumerevoli altre discussioni, le navi aumentarono a 56.200 t, poi a 58.700 con larghezza di 41 m, troppo per possibilità pratiche e in seguito andò sotto le 53.000.
 
L'impostazione di ben 6 navi (fino alla 'N') era preventivata ma allo scoppio della guerra solo le prime due erano state impostate,una con 766 t e l'altra con miseri 40. Vennero poi demolite, se così si può dire, alla fine del '41. La loro costruzione era caratterizzata da motori MAN, dodici diesel a 9 cilindri e dodici generatori elettrici fino a 920 kW l'uno. Le blindature erano diverse ma leggermente migliori di quelle precedenti, con una cintura da 300 mm, 180 mm superiore e infine 150 mm vicino al ponte di coperta. La coperta era di 50 mm e il ponte principale da 120 mm, le paratie corazzate da 50 mm. L'armamento con i cannoni da 40,6 cm SK C/34 era capace di sparare con soli 30° di alzo proiettili da 1030 kg (l'AP con 24 kg di esplosivo, HE da 42 o 83 kg e lunghi fino a 1,949 m) a 36,4 km, con due cariche di lancio, da 91 e da 134 kg. Le torri arrivavano a 1475 t. Perforavano 805 mm a 0 metri, 345 a 27.432. Dei dieci cannoni realizzati diversi vennero usati come artiglierie costiere con 43 km a 52 gradi, ma con la munizione 'Adolph' da 600 kg 43,5 km o con carica supplementare, 56 km. Per il resto c'erano ancora i cannoni da 150 mm SK C28 da 15 cm in torri binate (6), e 12 canoni da 105 mm, oltre a 6 lanciasiluri a prua, sotto la linea d'acqua.
 
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Ma non era finita qui. I Tedeschi pensarono in effetti ad una serie di super-carri del tutto irrealizzabili in pratica. Era un'idea nata in URSS negli anni '20, con progetti di circa 1.000 t, o forse sarebbe meglio dire solo idee sui generis. Il 29 dicembre 1942 apparve l'idea di un mezzo chiamato 'Ratte' (ratto), o P 1000. La struttura era grossomodo immaginata così: cannoni binati da 280 mm C/34 simili a quelli delle navi da battaglia, corazza da 250 mm, peso di 1.500-1.700 tonnellate, larghezza 14 m e lunghezza di 39 m; motori diesel che potevano essere due MAN da 8.500 hp l'uno o 8 DB da 2.500 hp l'uno, per una velocità ottimisticamente indicata in 40 kmh, o nel minore dei calcoli, 20 kmh. Venne poi rielaborato con una seconda torretta da 128 mm, e 8 da 20 mm. Un altro mezzo era il P1500 Monster che era un affusto da 800 mm cingolato anziché ruotato, dal peso presumibile di 2.500 t effettive (molto oltre di quanto era nel progetto, stando alla sigla). Speer, molto più pratico, bloccò queste proposte, che erano qualcosa di difficilmente comprensibile in qualunque termine pratico. Di fatto, persino le 'sole' 188 t del Maus lo rendevano quasi immanovrabile su terreni vari<ref>Sgarlato, Eserciti nella Storia 47</ref>.
Non era finita qui, perché c'erano anche i progetti successivi. Per esempio, i '''KREUZER P''', figli del Piano Z e della necessità di sostituire le corazzate 'tascabili' con torri trinate da 280 mm e binate da 150 mm, velocità oltre 32 nodi e cintura da 120 mm (e 6.000 t totali). Ne vennero ordinate 12, poi ridotti a 8 e poi la guerra impedì la loro impostazione. Gli ''''O'''' erano invece grandi incrociatori con 6 cannoni da 380 mm, cannoni da 15 cm e 105 mm, cintura da 180 mm. Ma le tre navi ordinate vennero annullate subito dopo lo scoppio della guerra.
 
====Mezzi speciali====
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I Tedeschi ebbero anche quelli che adesso si possono definire 'UCAV terrestri': una serie di veicoli che venne concepita dal '39 e che comprendeva i Borgwald, i Goliath e gli Springer. Vediamoli nel dettaglio. Il '''Borgwald SdKfz 300''' venne messo in produzione in 50 esemplari per compiti di spazzamine: doveva trainare un rullo antimine che con il suo peso le faceva detonare. Era un veicolo da 1.550 kg, motore da 29 hp e che venne prodotto tra gennaio e maggio 1940. Il 3 aprile 1940 venne invece ordinato in 100 esemplari il modello 2, con peso di 2,3 t, 49 hp, il modello II era l'Ente, anatra, in quanto anfibio. Ma rimase prototipo. I Tedeschi costituirono con questi mezzi un reparto, ma nonostante l'utilità dello stesso non ne fecero uso.
I Tedeschi pensarono anche a navi ancora più grandi, del tutto irrealistiche. Le navi in parola erano armabili con i pezzi da 50,8 cm, erano le H-44. Un cannone sperimentale da 53 cm venne costruito davvero, sparò poche volte ma con cariche da 300 kg poteva arrivare a 47 km con granate da 2.200 kg, una prestazione forse senza nessun altro paragone, eccetto semmai il pezzo da 51 cm fabbricato per le 'Super Yamato' che sparava colpi da oltre 1.900 kg, e di cui 9 esemplari sarebbero stati previsti per queste navi da 90.000 t. Le H-44 arrivavano a 150.000 t, ancora più ardue -e immensamente costose- da costruire.
 
Piuttosto si andò avanti con l''''SdKfz 301''' che era un mezzo da controminamento, da 3,6 t di cui 500 kg di carica esplosiva, in un cassone anteriore che veniva deposto sotto gli obiettivi da colpire. La prima dozzina venne costruita nell'aprile 1942. In genere ogni 12 mezzi c'erano 3 carri comando radio. Molti vennero utilizzati per eliminare le postazioni di tiro nemiche, e stranamente, pur se con una corazza di soli 10 mm, alle volte raggiunsero e distrussero anche postazioni controcarri. Il veicolo, che derivava dal cingolato portamunizioni, era radiocomandanto normalmente entro 1 km, e la carica di scoppio era a telecomando o a orologeria. In tutto vennero prodotti 1.193 esemplari di cui la versione B aveva corazza più spessa (non è noto se anche il cassone esplosivo, che era proprio davanti al mezzo, era blindato) e peso di 4 t, il modello C da 4.850 kg probabilmente in ferro, costruito con motore da 78 hp fino al settembre del' 44 (305 esemplari). 54 vennero modificati come Wanze, Cimice, i cacciacarri con 6 lanciarazzi Panzerschreck.
===Portaerei<ref>Whitley, op cit</ref>===
[[Immagine:Graf-Zeppelin-2.jpg|360px|right|thumb|La Zeppelin]]
Le portaerei tedesche erano un'altra idea che i Tedeschi non riuscirono a realizzare. La discussione fu al solito lunghissima, alla fine venne inspirata dallo svedese Gotland da 5.500 t a pieno carico, ma la nave definitiva, per quanto erano da 12.250 t standard 'ufficialmente', in realtà arrivavano a 33.500 a pieno carico. Tutto questo era anche il figlio dei trattati navali, perché se alla Gran Bretagna erano concesse 135.000 t di portaerei, alla Germania ne spettavano 47.250. Così vennero ordinate due portaerei anche per i Tedeschi, ma secondo il 'Piano Z' erano da costruire 4 unità di questo tipo, anche per questo si cercava di dichiarare un dislocamento molto minore. Convertire gli incrociatori da battaglia o anche le piccole corazzate tascabili avrebbe indebolito la linea delle navi da battaglia, previste in 13 unità complessive.
 
I '''SdKfz 302 'Goliath'''' (nome proprio chiaramente ironico) erano del tutto diversi. Forse ispirati da un prototipo che venne trovato in Francia,costruito dalla Kegresse, per la guida si affidavano ad un meno disturbabile ma anche più fisicamente vulnerabile filo di guida, e la produzione partì dall'aprile 1942 fino al gennaio 1944 con un totale di2.650 mezzi. Ma era uno sforzo molto minore rispetto al precedente, perché si trattava di un mezzo di appena 370 kg, con motore elettrico (che lo rendeva certo più silenzioso), alto appena 60 cm e con ciò difficilissimo da scoprire con un pò d'erba in giro; però anziché 38 kmh, ne faceva solo 10 ed era fatto di acciaio dolce da 5 mm. Caratterizzato da cingoli avvolgenti con 4 ruote per lato, era molto mobile ma costava ben 3.000 marchi per portare, se non veniva sparato prima o il cavo non veniva tagliato, solo 60 kg di esplosivo. Inoltre era a 'perdere' inquanto la carica era dentro il mezzzo, al suo centro. Il Goliath era nondimeno alto ben 59 cm in meno del Borgwald e questo l'aiutava ad essere molto insidioso. Il Goliath II era meno costoso, con più autonomia dei 1.500 m su strada del suo predecessore, e con una carica di scoppio maggiore. E così il nuovo SdKfz 303 Ausf A aveva motore da 12,5 hp per 10 kmh e 12 km su strada, con carica aumentata a 75 kg. Tra il 1943 e il settembre 1944 ne vennero prodotti 4604 dalla Zundapp e Zachert. La versione Ausf B aveva 100 kg, peso di 480 kg e maggiori dimensioni,e il cavo di 650 m anziché 600, come sempre tripolare (due cavi per la guida e uno per attivare l'esplosione). Nonostante le prestazioni, costava solo 1.000 marchi a pezzo e ne vennero prodotti 325. Ma in tutto, nonostante alcuni successi, vennero usati entro il 1944 solo 807 Goliath II. Spesso questi mezzi da demolizione vennero usati contro i Polacchi nella grande insurrezione di Varsavia.
Aveva 40 aerei, 16 cannoni in casamatte binate da 150 mm, 12 cannoni da 105 mm. L'hangar aveva struttura aperta, due hangar sovrapposti da 185 e 172 m alti rispettivamente 5,66 e 6 m. La lunghezza totale era di 262 m. Il ponte di volo era da 242 m e largo 30, poggiato sulle fiancate della nave,c'erano due catapulte capaci di tirare un aereo da 2,5 t a 4,25 g e 140 kmh, con riserve d'aria compressa per nove aerei. La cintura era da 100 mm, profonda 4 m, a parte quella esterna alla zona principale, paratie trasversali da 80 mm, mentre i depositi per gli aerei erano capaci di 80-90 siluri o 220 mine al massimo. Gli elevatori erano corazzati e così il ponte di volo da 20-38 mm, il ponte hangar era da 40 mm. I motori da 150.000 hp su tre assi, simili a quelle del P. EUGEN. L'equipaggio 1.612 persone. La difesa contraerea era affidata a 12 pezzi da 105 mm, 22 da 37 mm, 28 da 20 mm. Ordinata l'11 febbraio 1935 ai Germania Werft di Kiel, era parte di un ordine di due unità ma solo la Zeppelin venne varata, l'8 dicembre 1938 mentre l'altra venne demolita. La nave portaerei rimase a fare da deposito galleggiante con varie vicissitudini e trasferimenti. La nave venne bloccata all'inizio del '39, mentre vi fu anche un ordine di demolizione nel febbraio 1940 per la sorella ancora largamente incompleta; solo nel '42 la costruzione della 'Zeppelin' era stata ripresa in opera, dopo i risultati ottenuti da Giapponesi e britannici. Ma oramai non c'era più la possibilità di fare incursioni nell'Atlantico con grandi navi, e il fallimento della battaglia di Barents seppellì totalmente la possibilità di completare questa nave. Nel '43 i suoi cannoni binati da 150 mm erano già stati smontati e portati in Norvegia, dove sono rimasti fino agli anni '90 come difese costiere. Il fatto è che già per certo si sapeva che non sarebbero serviti ad una portaerei moderna. Se essa fosse stata completata, i suoi Bf-109T sarebbero certo stati molto utili per respingere gli Swordifsh che decisero la sorte della corazzata Bismarck. Alla fine della guerra venne autoaffondata dai tedeschi a Stettino il 25 aprile, poi fu presa dai Sovietici e ripristinata. Per anni si ipotizzò persino la sua ricostruzione con i MiG-15 navalizzati e non si seppe nulla della portaerei. In realtà divenne una nave caserma IA-101 nel febbraio 1947, poi venne usata come nave bersaglio. Oggi si sa anche che tipo di armi vennero usate (18 bombe da 100-1000 kg), 4 colpi da 180 mm e 2 siluri; l'agonia finale della grande nave (era lunga 1 m in meno delle 'Yamato') durò alri 23 minuti e solo di recente è stata ritrovata sul fondo del mar Baltico, dove finì quel 16 agosto 1947. Dunque non fu, differentmente da quanto ipotizzato, vittima di una tempesta o di una mina durante il traino, ma distrutta deliberatamente.
 
Infine lo '''SdKfz 304 Springer''' era il semicingolato Kettenkrad. Guidabile (come il Borgwald) fino vicino l'obiettivo, veniva poi radiocomandanto con un sistema Blaupunkt per farne detonare la carica da 300 kg, ma solo 50 vennero costruiti e ancor meno usati. La sua ultima incaranazione, di questo sistema, fu un tipo controcarri con un pezzo SR da 105 mm. <ref>Sgarlato N : '' Goliath e gli altri carri radiocomandati'' Eserciti nella Storia nov dic 2006</ref>
[[Immagine:Graf-Zeppelin-1.jpg|420px|right|thumb|Come doveva essere la 'Zeppelin']]
Nel frattempo si pensò anche a degli 'incrociatori' con ponte di volo da 40.000 t, motori da 210.000 t, 9.000 t di corazza, con 150 mm di acciaio nella cintura e 100 per il ponte. Esisteva anche un 'incrociatore portaerei atlantico' da ben 70.000 t che aveva nondimeno 4-6 inutili cannoni da 28 cm ma solo 38 aerei, in una lunghezza di 280 m; e gli incrociatori da 12.750 t-22.200 t, tre navi con 10-25 aerei l'una e 4 pezzi da 150 mm. Ma nessuno di questi ambiziosi progetti venne mai impostato essendo più che altro esercizi di progettazione navale. La ragione non era peregrina: gli ingegneri navali rischiavano, causa disoccupazione, di finire al fronte e progettare nuove navi da guerra poteva aiutare a tenerli lontano da questa prospettiva. Altre navi prese in considerazione per la trasformazione erano tre transatlantici tedeschi, di cui il più grande, l'EUROPA, venne poi messa in servizio dai francesi nel dopoguerra sempre come nave passeggeri dato che la trasformazione era stata bloccata. Anche la Gneisenau (non la corazzata, ma un altra nave civile) e la Postdam erano in predicato d'essere trasfermate ma senza successo. Eppure la gemella della Gneisenau (la Scharorst) venne trasformata davvero dai Giapponesi come 'Jinyo'<ref>Per la seconda parte del contributo, vedi Sgarlato N: ''Le portaerei tedesche'' Eserciti nella Storia mag-giu 2006</ref>.
 
Poi c'era anche il prototipo del carro sminatore Alkett (ce n'era anche un altro, il Raumer-S), unico prototipo pronto nei primi mesi del 1942. Era una specie di affusto d'artiglieria motorizzato e corazzato, con una ruota direzionale anteriore, e due motrici posteriori. Era blindato con piastre da 20-40 mm, e ben 80 mm di acciaio sotto lo scafo per la protezione dalle mine. c'era anche un'arma MG 34 sopra la camera di combattimento, mentre i tasselli dei cingoli erano spessi 75 mm. Come molti altri mezzi antimina, esso era alto e quindi vulnerabile al tiro dei cannoni controcarri. Non ebbe quindi seguito dopo essere stato provato nel '42. Venne trovato a Dresda dai Sovietici e attualmente, dopo che ebbe altri esperimenti, venne lasciato dai Sovietici a Kubinka, al museo dei corazzati dove è attualmente<ref>Eserciti nella Storia gen-feb 2004</ref>
Una nave venne seriamente messa in lista per l'aggiornamento era l'incrociatore 'Seydlitz' di cui la Kriegsmarine non sapeva che farsi, tanto che venne offerto, completato al 65%, all'URSS che lo rifiutò a sua volta; si pensò di usarlo come portaerei, quando nell'agosto 1942 si decise di modificarlo come portaerei con 16 pezzi da 105 mm, 10 Bf-109T e 8 Ju-87C. Dopo l'eliminazione delle sovrastrutture si decise di lasciar perdere, dato che non c'era più la volontà nel 1943, di fare a meno delle nuove grandi navi; i Sovietici -che la misero in servizio il 10 marzo 1947-tentarono di ricostruire lo scafo come incrociatore tipo 'Poltava' ma alla fine, nell'aprile 1947, questo intendimento venne cancellato: infatti avrebbe costato quanto un incrociatore leggero nuovo.
 
 
===Autoblindo<ref>Armi da guerra 33</ref>===
Quanto agli aerei imbarcati, oltre ai Bf-109T, ai quali tra l'altro va accreditato anche il primo abbattimento di un B-17, c'erano anche gli Ar.95 e 197, biplani piuttosto obsoleti; i Fi-167 biplani con motore DB601, aerosilurante da 325 kmh e 1.300 km d'autonomia, che interessarono anche l'Italia (forse per la portaerei Aquila), gli Ju-87C e poi gli E, con capacità anche aerosilurante. I Bf-109T avevano estenzioni alari di 60 cm per ala (11,08 m di apertura alare complessiva) e ne vennero costruiti 70, ma solo i primi 7 con le predisposizioni per l'imbarco su portaerei e in seguito base per i Me.155.
Le blindo tedesche sono state di vari tipi, e si sono evolute sia come mezzi da esplorazione che come veicoli sempre più pesanti e specializzati nel combattimento. Le prime blindo tedesche erano le SdKfz 231, mezzi dal lungo e caratteristico muso. Erano nate a Kazan, in URSS, dove era in sviluppo la nuova generazione di corazzati tedeschi nel più totale segreto, con la collaborazione dei sovietici. La scelta sarebbe stata a dire il vero quella di uno scafo 8x8, ma era troppo costoso e si ripiegò su di un ben più economico e leggero 6x4, con le ruote dell'assale anteriore molto caratteristiche essendo nettamente distanziate (con il portello laterale d'accesso incluso, a due ante) dalle altre due paia di ruote, che al contrario erano strettamente ravvicinate come posizione. Già questo dava l'idea di come il mezzo fosse riuscito un pò sbilanciato; in effetti fuori strada erano troppo scarse a mobilità e potenza, e la loro configurazione gli rendeva impossibile superare fossati di un certo livello. Autoblindo basate sul telaio di un autocarro leggero, sembravano più grosse di quel che erano a motivo della loro lunghezza, ma in realtà pesavano solo 5,7 t, in buona parte date dal guscio corazzato. Questo era abbastanza sottile, ma ben progettato come resistenza balistica e l'aspetto pulito che aveva avvertiva che era totalmente saldato, come del resto la torretta. Quest'autoblindo venne prodotta in molti esemplari, oltre 1000 nel periodo 1932-35, e si conquistò una fama non certo invidiabile perché venne usata in maniera massiccia dal Terzo Reich negli anni di riarmo e delle occupazioni o annessioni delle varie nazioni ad Est (Cecoslovacchia e Austria) nonché nel primo anno di guerra. Era insomma una vera 'icona' dell'esercito di Hitler nella sua fase di riarmo ed espansione. Tecnicamente non era un mezzo disprezzabile, purché operasse su strada o comunque su terreni non molto difficili o inclinati (max pendenza 20°). In ogni caso, dopo i primi esemplari la torretta, che ebbe un armamento tutt'altro che formidabile di una MG 34 da 7,92 mm, si passò ad un abbinamento tra questa e un cannone per carri KwK 30 (KwK sta per Kampfagen Kanone, cannone per carri), ovvero il Flak C/30 adattato all'uso su mezzi corazzati. Non era un miglioramento da poco, si pensi che all'epoca i carri standard tedeschi erano i PzKfw I con due armi da 7,92 mm, e che pochi erano i PzKfw II che montavano apparentemente la stessa torretta biposto con il pezzo da 20 mm. Questo significa che per un certo periodo questa blindo (lunga 5,57 m e alta 2,25) era il mezzo più potente dell'Esercito tedesco, una specie di Panzer II su ruote che poteva superare in scontri diretti quasi tutti i carri dell'epoca, armati e protetti solo in funzione delle mitragliatrici di piccolo calibro, e quindi incapaci di danneggiare (tranne che alle gomme) questa blindo se non sparando a bruciapelo, ma vulnerabili a centinaia di metri (si pensi ai Mark VI, L3 ecc). Spesso questa blindo, più che mezzo da esplorazione, venne usata come veicolo d'appoggio ad altri mezzi esploranti oppure alla fanteria. Sopratutto le sue prestazioni su strada gli consentirono di percorrere se necessario distanze impossibili per i Panzer, occupando rapidamente estesi territori. Dato che le prestazioni non erano eccelse, questa blindo non ebbe a lungo importanza per i Tedeschi, e dopo il 1940 finalmente venne sostituita dal 'vecchio sogno' della 8x8. Era nata la SdKfz 231(8-Rad), che nonostante la denominazione era del tutto diversa meccanicamente, anche se con una torre molto simile e lo stesso armamento (in ogni caso era oramai standardizzato il KwK 38 a maggior cadenza di tiro).
 
La sua mobilità fuori strada era nettamente migliore, e venne presto prodotta in quantità, entrando in servizio dopo le ultime 6x4. Anche questa era sulla base di un telaio di autocarro Bussing, le ruote erano su due gruppi di 2 assi l'uno, erano tutte motrici ed erano tutte sterzanti. Questo significava, assieme al motore da 150 hp, un'elevata mobilità su strada. L'unico problema, speculare, era che questi mezzi risultavano complessi e poco propensi alla produzione in grande serie. Al solito, come gli SdKfz 231 originali, avevano doppia guida, ovvero con un posto di guida posteriore e uno anteriore, per muovere rapidamente in caso di necessità anche andando in retromarcia. Stavolta però il motore era posteriore, il che non aiutava ad un disegno del tutto equilibrato esteticamente. Il mezzo, questo era il problema, era piuttosto alto (5,85 x2,2x2,34 m), con una sagoma molto evidente, e non necessariamente la corazza di 15-30 mm era sufficiente per superare la reazione nemica. Per il resto lo scafo era al solito con un doppio angolo che divideva il fianco superiore da quello inferiore, tutti e due angolati sensibilmente rispetto alla verticale e in maniera molto lineare, con una caratteristica V rovesciata con la congiunzione sotto la torretta, proprio come la blindo 6x4.
===Gli U-Boote<ref>Armi da guerra 62</ref>===
I Tedeschi si erano fatti una notevole esperienza di guerra sommergibile dai primi anni del XX secolo. Non erano stati i primi a usare gli U-Boote, ma erano riusciti a costruire una flotta efficiente di battelli costieri, di media crociera, oceanici. Nel dopoguerra gli fu impedito di costruire sommergibili, ma i progettisti lavoravano all'estero come in Finlandia, dove venne varato a tutti gli effetti il progenitore diretto dei '''Type II''', del 1933. Fecero presto a costruirne 50, progressivamente ingranditi (il D era di 314/364 e 43,95 m). Essendo costieri non ebbero molto da fare quando la battaglia si spostò nell'Atlantico e la costruzione cessò nel '41.
 
Per questo mezzo, pesante 8,3 t, venne realizzato l'SdKfz 233 con cannone corto da 75 mm d'appoggio. Era troppo costoso per avere solo il cannone KwK 30 o 38 (più la mitragliatrice) come armamento, e nel 1940 oramai i carri armati non erano più così vulnerabili al tiro dei 20 mm.
Ecco, per la cronaca, le loro caratteristiche complete (versione IID):
 
Era necessario un mezzo più basso, con una meccanica più compatta. Dopo la gara indetta nel 1940, comparve la SdKfz 234 (8-Rad), sempre dalla Bussing-NAG Stavolta oltre alla mobilità anche la compattezza del mezzo era stata curata e la distanza tra i due gruppi di ruote era minore. In tutto vennero costruiti ben 2.300 mezzi dal 1943. La versione tropicalizzata era stata approntata solo nel 1944,davvero troppo tardi nel Nord Africa. Stranamente nella sua piccola torretta era talvolta presente il KwK 30, oramai obsoleto. Il cannone era installato in una torretta curiosamente aperta, tipica anche della blindo leggera SdKfz 222 4x4 (un mezzo di notevole popolarità e in servizio fin dal '40). Tale blindo doveva vedersela con i carri nemici oramai troppo duri per il 20 mm. Per loro fortuna, i Tedeschi avevano sviluppato in parte del carro leggero Leopard, che non andò in produzione (forse come rimpiazzo diretto del Panzer II), ma la sua torretta, bassa e ben protetta (40-101 mm nello scudo), aveva copertura superiore e un cannone KwK 39 da 50 mm e 60 calibri. Era un'arma abbastanza temibile anche per i T-34, specie se riusciva a colpirlo di fianco (101 mm a 740 m con le munizioni AP 40 leggere con nocciolo di tungsteno). Non era sempre possibile, ma non c'era di meglio. La soluzione tuttavia, anche se non ottimale in termini balistici, poteva essere il cannone da 75 corto e Hitler in persona diede l'ordine di mettere in produzione come SdKfz 234/3. L'arma aveva bassa velocità iniziale per cui doveva usare proiettili HEAT come armi controcarri, ma restava il limite della bassa velocità iniziale e quindi della precisione su distanze elevate. Per avere una maggiore potenza di fuoco si pensò persino ad alla versione /4 aveva il PaK-40 (Panzerabwehr Kanone, cannone controcarri), con il pezzo da 75/48 mm. Era sufficiente contro tutti i corazzati, ma ne vennero prodotti solo alcuni modelli sperimentali. Il problema ovviamente era che quest'arma, a parte la mancanza di torretta (come anche per il pezzo da 74/24 mm), aveva un peso eccessivo a bordo, nonostante la sua robustezza; non era certo questo il modo di costruire un mezzo corazzato da esplorazione, piuttosto rallentato da questo peso extra.
*'''Dislocamento''': 314/364 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 43,95 m, larghezza 4,87 m, pescaggio 3,9 m
*'''Equipaggio''': 25
*'''Motore''': diesel da 700 hp ed elettrico da 410 hp su due assi
*'''Prestazioni''': 13/7,6 nodi, autonomia 6.500 km a 12 nodi, 105 km a 4 nodi
*'''Armamento''': 1-4 cannoni da 20 mm, 3 tls prodieri con 6 siluri
 
Un'altra possibilità della Puma, e che aiuta a capire perché venne prodotta fino al 1945 come unica blindo rimasta sulle linee produttive, venne data dall'autonomia. Nonostante il potente motore a benzina, era più che sufficiente per la loro missione. La potenza e la mobilità di questo mezzo ha forse avuto un pesante livello d'influenza sulla nascita della serie 8x8 BTR sovietica da trasporto truppe. Rispetto ai mezzi moderni vi sono differenze notevoli, malgrado la somiglianza data da un disegno moderno e aggressivo. La blindo tedesca non era anfibia, non aveva protezione NBC, motore diesel, sistemi di visione notturna. Tutte cose che hanno cambiato molte cose della guerra moderna, come del resto anche i cannoni a media pressione da 76, 90 o 105 mm, sufficienti per tirare granate HEAT su distanze elevate con sufficiente precisione. Tutto questo sarebbe venuto poi, ma la Puma, per i suoi tempi, era pienamente all'altezza della migliore tecnologia. La versione da 50 mm, di cui si riportano le caratteristiche, era un mezzo senza paragoni: le blindo AEC inglesi erano altrettanto armate e protette, ma essendo 4x4, non avevano certo la stessa mobilità. Le blindo M8 avevano solo cannoni da 37 mm e qualcosa di meno di autonomia e forse, mobilità fuoristrada. In effetti, con una trincea di 1,35 m e guado di 1,2 m, sui percorsi più impegnativi era certamente migliore, anche se forse meno scattante del mezzo americano.
[[Immagine:U 52.jpg|320px|right|thumb|L'U-52]]
Poi seguiranno i '''Type VII''' di cui i primi dieci erano il mod. A, da appena 626-745 t, ma di cui il B e sopratutto il C erano i più importanti, con 66,5 m di lunghezza per 769-871 t si potevano considerare battelli di media crociera. Vennero costruiti in quantità enormi (quasi 700) e per anni furono i principali marcatori di vittorie della marina tedesca, appoggiati dai '''Type IX''' a lunga autonomia da 1120-1232 t, 76 m, cannone da 105 mm e 6 tls con 22 siluri. Questo era modello 'IXC' perché se questi avevano 25.000 km a 10 nodi in superficie di autonomia, 115 km a 4 nodi immerso, i 14 Type IXB nel '39 avevano 22.250 km, ma gli D2, 29 unità (che si aggiungevano ai 149 XC) avevano 58.400 km di autonomia e il D2-42 perfezionato ebbe un solo esemplare completato. Spesso c'erano dei piccoli autogiri per esplorazione a bordo dei IX. Gli IXD arrivavano a 87,5 m.
 
SdKfz 231(8 Rad) Puma:
[[Immagine:VII_y_IX_en_Trondheim_color.jpg|350px|right|thumb|Type VII e IX assieme, davanti ad un enorme rifugio corazzato tedesco a Trondheim]]
*'''Dimensioni''': lunghezza totale 6,8 m, scafo 6 m, larghezza 2,33 m, altezza 2,38 m
Caratteristiche VIIC e IX C
*'''Motore''': Tatra 103 benzina, da 210 hp raffreddato ad aria
*'''Dislocamento''': 769/871 t---1.120/1.232
*'''Peso''': in ordine di combattimento 11,74 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 66,5---76,7 m, larghezza 6,2---6,75 m, pescaggio 4,75---4,7 m
*'''Prestazioni''': v.max 85 kmh, fuoristrada 30 kmh, autonomia 1000 e 550 km, guado 1,2 m, pendenza 30°, gradino 0,5 m, trincea 1,35 m
*'''Equipaggio''': 44---48
*'''Motore''': diesel da 2.800 hp ed elettrici da 750 hp su due assi---4.400 hp e 1.000 hp su 2 assi
*'''Prestazioni''': 17,5/7,5 nodi, autonomia 15.750 km/10 nodi, 150 km/4 nodi---18,2/7,5 nodi, autonomia 25.000 km/10 nodi e 115/4 nodi (NB: durata delle batterie senza ricaricarle in superficie)
*'''Armamento''': 1 da 88 mm, 1 da 37, 2-8 cannoni da 20 mm, 4 tls prodieri+1 poppiero con 14 siluri---1 da 105 mm, 1 da 37, 1 da 20 mm, 4 tls prodieri e 2 poppieri con 22 siluri
 
===Artiglierie===
Una di queste era la semovente '''Karl''', un cannone su affusto cingolato che non era in grado di muoversi per lunghi tratti con i suoi mezzi, e che doveva essere trasportato smontato su carri ferroviari. La ragione c'era: era il semovente d'artiglieria più pesante mai entrato in servizio, a parte certi tipi di cannoni ferroriari. La sua nascita si può far risalire al 1934 o forse al 1935; lo scopo era di superare la 'Linea Maginot' francesecon un enorme obice da 600 mm. Ma può anche essere che si pensasse ad obiettivi in URSS, dove la ferrovia ha scartamento inferiore rispetto a quella tedesca, il che comportava difficoltà conseguenti in caso di cattura delle ferrovie nemiche, anche se erano intatte. Nel 1940 venne presentato il prototipo della Rheinmetall-Borsig. 6 i veicoli di questo tipo ordinati, tutti con nomi 'mitologici', Adam, Eva entro l'inizio del 1941, poi Odin, Thor, Loki, Ziu. nomi propri, come se fossero 'navi di terra'. Lo stesso prototipo venne chiamato Fehir. Il nome Karl era forse dovuto al nome del generale Karl Becker, che era all'epoca responsabile dello sviluppo delle nuove artiglierie. Questo immenso veicolo pesava 125 t e il suo motore Mercedes MB 503 diesel ne era il motore (secondo una delle fonti, ma non c'é univocità). Il semovente aveva un obice da 8,45 calibri di lunghezza, con alzo da 0 a 70 gradi, brandeggio 4 gradi per parte. Le sue munizioni erano la Betongrandate 040 da 2.170 kg pesante, e quella leggera da 1.700 kg. La gittata non era entusiasmante, di circa 2.840 m con il proiettile più pesante e la carica minore, di 6.640 m con la carica massima e proiettile leggero. Esisteva anche un proiettile leggero da 1.250 kg con gittata massima di circa 6.500 m. Questi numeri erano in effetti modesti, alla portata del tiro di controbatteria nemico, persino dei mortai pesanti. La struttura del Karl non era protetta, con spessori di acciaio dolce di non oltre 12 mm. La cadenza di tiro era di circa 1 colpo all'ora, mentre la velocità massima, per quanto nominalmente di 10 kmh, in pratica era meno della metà. Senza una condizione di assoluta superiorità aerea e terrestre non c'era modo di usarlo, e almeno come misura parziale venne modificato con un obice da 540 mm, da 13 calibri, capace di una gittata massima di 12.500 m. Solo in condizioni particolari era possibile sfruttare il costosissimo Karl, e queste si verificarono solo in un caso, quando si trattò di assediare Sebastopoli. Se inizialmente (giugno 1941) non c'era nemmeno una sufficiente affidabilità in azione, in quest'occasione i Karl spararono 197 colpi da 600 mm (erano il Thor e l'Odin), con effetti micidiali anche contro le più robuste fortificazioni. In seguito, nel '43, vennero riarmati col 540 mm. In seguito venne usato contro Varsavia e si provò anche contro il ponte di Remagen nel marzo 1945. Uno dei semoventi è sopravvissuto fino ai giorni nostri, passando dallo Schwere Artillerie Batterie 428 al museo di Kubinka. Un sistema specializzato, tuttavia non certo adatto alla guerra moderna di mobilità e velocità. Nondimeno per la loro potenza e caratteristiche vale la pena di ricordarlo in questa disamina.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 11,15 m, larghezza max 3,16 m, altezza 4,78 m
I '''Type X''' e '''XI''' erano altri parte dei 5 tipi previsti come unità indispensabili per la Marina tedsca, uno era il posamine, l'altro un incrociatore sommergibile con pezzi da 127 mm in torretta, costruito in soli 3 costosi esemplari da 3.140 t e 115 m per 23 nodi, con tanto di idrovolante da ricognizione. I posamine Type X da 2.500 t erano invece da 89,8 m e avevano 66 mine oltre a cannoni e siluri, spesso usato anche come rifornitore grazie alle sue dimensioni e capacità di carico.
*'''Motore''': DB da 44,5 litri con 580 hp. 1.200 litri
 
*'''Peso''' 125 t
Caratteristiche Type XB
*'''Prestazioni''': v.max 2-10 kmh, autonomia 130 km<ref>Sgarlato N ''Il semovente Karl'' Eserciti nella Storia set ott 07</ref>
*'''Dislocamento''': 1763/2177 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 89,8 m, larghezza 9,2 m, pescaggio 4,11 m
*'''Equipaggio''': 52
*'''Motore''': diesel da 4200 hp ed elettrici da 1100 hp su due assi
*'''Prestazioni''': 16,5/7 nodi, autonomia 34.400 km/10 nodi, 175 km/4 nodi
*'''Armamento''': 1 da 105 mm, 1 da 37, 1-4cannoni da 20 mm, 2 tls poppieri con 15 siluri. 66 mine
 
 
Type XI:
*'''Stazza''': 3.140-4.630 t
*'''Dimensioni''': 114,9 m, 9,5x 6,5 m
*'''Motore e prestazioni''': 8 diesel a 12 cilindri da 17.600 hp totali; 23/8 nodi, 100 m quota massima, 20.000 nm (37.000 km) a 10 nodi
*'''Armamento''': 6 tls da 533 mm, 4 pezzi da 127, 1 da 37, 2 da 20, un idro leggero (171 kmh, 500 km autonomia, 830 kg peso).
 
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Tra i vari semoventi c'é senz'altro anche da menzionare quelli contraerei. Erano di diversi tipi, ma per quello che ci riguarda, ovvero i sistemi 'avanzati', si possono saltare descrizioni dettagliate dei tipi precedenti: ma in generale, a parte l'elevata mobilità e il numero di armi disponibili, la Wermarcht non aveva sistemi contraerei veramente moderni, ma si limitava piuttosto ad un impiego sagace e altamente mobile di quello che c'era disponibile. Inizialmente i Tedeschi avevano mitragliatrici leggere binate, cannoni da 20, 37 e 88 mm trainati oppure anche montati su semicingolati, per poi ripiegare sui sistemi semoventi su scafo totalmente cingolato, come per esempio il sistema quadrinato da 20 e quello singolo da 37 mm su scafo di carro Panzer IV, o anche il semovente da 20 mm a canna singola su scafo LT-38, che permetteva ai serventi di restare relativamente al sicuro nella loro postazione protetta. Ma non era ancora sufficiente e così verso la fine della guerra apparve il '''Kubelblitz''', richiesto nell'aprile 1944 per la difesa a bassa quota, sfruttando una torretta molto moderna che c'era già: quella MK 303 che la Rheinmetall aveva prodotto per i Type XXI, i nuovi sommergibili. La torretta era su scafo Panzer IV H, e la versione terrestre venne assegnata alla DB, per lo sviluppo. Il prototipo di questo mezzo, con questa moderna torretta, non si comportò sufficientemente bene; del resto la torretta era destinata esclusivamente alla Kriegsmarine, per le modeste quantità che si riusciva a produrne (2 per unità), e allora si ricorse ad un nuovo tipo con i potenti cannoni dell'Aeronatica del tipo MK 103, con cui si realizzò un prototipo nel novembre 1944. Si pensarono proprio tutte per permettere l'avvio della prevista, per quanto insufficiente, produzione di 30 unità al mese, anche a ridurre il calibro dei cannoni a 20 mm, nonché a mettere accanto alla torre un sensore IR o un radar e a installare tale sistema su scafo di carri leggeri LT-38 o pesanti Panther: ma nulla si mosse e i mezzi disponibili alla fine della guerra erano 5 veicoli di preserie, che non pare siano stati usati in combattimento. La torretta pesava 3,5 t, aveva cannoni da 400 c.min, disponibilità di 1.200 colpi di elevata potenza esplosiva, anello di rotolamento di ben 1,9 m di diametro, come la torre del Tiger, ed era totalmente coperta. Il carro Panzer IV con tale arma avrebbe pesato 25 t, con velocità di 38 kmh e MG 34 con 600 colpi per la difesa ravvicinata. Mentre lo scafo aveva protezione fino a 80 mm, però, la torretta aveva uno spessore solo di 20-30 mm, il che la rendeva più vulnerabile. Del resto non era azionata se non manualmente, ad un rateo massimo di 14 gradi al secondo da parte dei due uomini al suo interno, in movimento di brandeggio. Una di queste torrette è ancora conservata a Bovigton, esempio per i molti successivi tipi di torrette autonomatiche realizzate per la difesa a bassa quota nel dopoguerra, fino ad arrivare ai Flakpanzer Gepard e agli AMX-13VDA che sono forse i sistemi che gli somigliano di più, fatto conto dei progressi tecnici intervenuti nei sistemi di brandeggio e di controllo del tiro.<ref>Sgarlato Nico: Kugelblitz, Eserciti nella Storia mag giu 2007</ref>
Detto dei sommergibili con caratteristiche 'convenzionali', che servono per capire l'evoluzione delle tattiche e della tecnologia, passiamo ora alle contromisure che i Tedeschi applicarono ai loro mezzi quando i progetti VII e IX divennero inesorabilmente, dal '43 in poi, obsoleti.
 
Un altro sommergibile era l''''XVII''' con sistema a circuito chiuso Walter, che azionava un sistema a turbina a vapore ma era molto pericoloso se c'erano impurità per il rischio di esplosioni. Erano navi da 41,5 m, con 5.550 km di autonomia a 9 nodi in superficie e 210 immerso, motori da 210 hp diesel per 9 nodi, ed elettrici da 2.500 hp capaci di spingerlo a 21,5 nodi, anche se c'era solo due tubi lanciasiluri con 4 armi disponibili. Lo scafo, totalmente liscio e privo di armi esterne, aveva sezione ad '8' ovvero due cilindri sovrapposti, il che ottimizzava il volume, ma non l'idrodinamicità, che non era tale da fargli raggiungere i previsti 25 nodi. Vennero costruiti 4 XVIIA con due turbine su di un asse, poi 3 XVIIB con una sola turbina, mentre il XVIIK non entrò mai in servizio, ma avrebbe dovuto disporre di diesel con serbatoi d'ossigeno puro per farli funzionare sott'acqua senza nemmeno attivare lo snorkel. La 'G' doveva essere costruita in 12 esemplari ma non ebbe seguito.
 
[[Immagine:U3008.jpg|350px|left|]]
Il '''Type XXI''' era invece il super-sommergibile tedesco che ha fatto poi scuola. 1621-1819 t, lunghezza 76,7 m, diesel da 4000 hp e motori elettrici da 226 hp (moto lento) o 5.000 hp (a piena potenza), cannoni da 30 mm antiaerei in torretta, sonar, autonomia 28.800 km in superficie, 525 immerso a 6 nodi, 6 tls prodieri con 23 siluri. Di questi battelli pieni di batterie ad alta capacità, non solo c'é da dire che avevano prestazioni eccezionali, 15,5 nodi in superficie ma 16 immerso, o 3,5 nodi con il motore elettrico silenzioso. Ma non solo, di queste unità erano previste 3 battelli alla settimana per un totale di 1.500 unità con unità prefabbricate assemblate da varie fabbriche. Era un programma immenso, ma solo in parte realizzato. Concepiti per funzionare per lo più sott'acqua, trovando i bersagli col sonar e attaccandoli immerso, disimpegnandosi poi in velocità grazie ad una riserva di potenza enormemente superiore ai soliti sommergibili dell'epoca, e usando lo snorkel per ricaricare le batterie, erano capaci di funzionare in maniera del tutto innovativa rispetto ai sommergibili normali e di sfuggire agevolmente alla caccia della maggior parte delle unità di scorta alleate. Ma come si è detto, giunsero troppo tardi esendo la somma di tutte le esperienze belliche maturate dalla Marina.
 
*'''Dislocamento''': 1621/1819 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 76,7 m, larghezza 6,62 m, pescaggio 6,2 m
*'''Equipaggio''': 57
*'''Motore''': diesel da 4.000 hp ed elettrico da 5.000 hp e uno da 226 hp, su due assi
*'''Prestazioni''': 15,5/16 nodi, autonomia 28.800 km, 525 km a 6 nodi
*'''Armamento''': 4 cannoni da 20 o 30 mm, 6 tls prodieri con 23 siluri
 
 
La loro versione 'piccola' era il Type XXIII prefabbricato in 4 sezioni, capace di immergersi in soli 10 secondi (la differenza tra dislocamento in superficie e immerso era di appena 24 t contro le 45 del IID), poteva viaggiare a 10 nodi in superficie e 12,5 immerso, con due soli lanciasiluri per altrettanti siluri, lunghezza 34,1 m e dislocamento 232/256 immerso, 2.500 km in superficie e 325 immerso a 4 nodi; solo 14 gli uomini al suo interno, praticamente un mini-sommergibile piuttosto che una vera unità subacquea.
 
Solo 62 battelli vennero completati, capaci di operare nei porti nemici tra i bastimenti ma senza autonomia adatta per le missioni atlantiche. Come i 'XXI' la loro velocità immersi superava quella in emersione, cosa possibile solo con battelli avanzati con una grande potenza propulsiva e batterie adeguate.
 
Solo alcuni vennero affondati, e solo per gli aerei. L'ultima azione dei sommergibili tedeschi avvenne il 7 maggio 1945 nel Fith of Forth, affondando due mercantili con altrettanti siluri. Era stato l'U-2336 e fu l'ultimo colpo della flotta di U Boote.
 
 
====Le basi degli U-Boote====
Non fa parte delle 'armi' vere e proprie, ma parlare delle basi dei sommergibili tedeschi è decisamente interessante, data la realizzazione in grande stile di grandi rifugi e scali per questi mezzi navali, che divennero presto delle realizzazioni di grande complessità e con un'identità propria, anche se con caratteristiche base standardizzate. Nel '39 la Marina tedesca aveva solo 57 sommergibili e solo 2 scali protetti, oltretutto in realizzazione. Questo significa che nessun sommergibile tedesco era mai totalmente al sicuro, nemmeno nelle loro basi. Presto divenne chiaro che i sommergibili erano da proteggere, se si voleva aiutarli a sopravvivere alle azioni nemiche. Così avvenne, con una quantità di cemento e calcestruzzo di milioni di tonnellate, con dimensioni enormi. Del resto tutte le infrastrutture erano state demolite nel primo dopoguerra. Ben presto le basi di U-Boote divennero a prova di bombe, che la RAF cercava di realizzare in formati sempre più pesanti. Per esempio, Helgoland (costruzione Nordsee III) era una base operativa, aveva un tetto sostenuto da 32 cemento armato in doppia fila, con tre vani che contenevano 2 sommergibili l'uno; sul tetto c'erano anche il radar e alcuni cannoni da 37 mm. Lungo 156 m per 88 di larghezza, aveva tetto spesso 3 metri, pareti anch'esse necessariamente spesse (2 metri) e venne costruito nel 1940-41. Nel '47 venne distrutto con l'operazione 'Big Bang', con una enorme esplosione. La base di Amburgo era un'altra, la Elbe II, 2.500 piloni, 1800 metri quadrati, 137x62 m, che venne demolito dagli Alleati. Ma solo per parte, data la sua robustezza. A tutt'oggi due Type XXI giacciono tra le sue macerie, precisamente l'U-3596 e 3506. Questa era una base di raddobbo e costruzione. Le basi erano soggette ad attacchi pesantissime, la BREMA, base 'Valentin', venne ultimata tra il 1945 e il 1945 per il 90%. Ebbe un tetto raddoppiato con metà del soffitto aumentato a 7 m, con strutture anche come Fang-rost, con una struttura ad U, una struttura di cemento armato. Ne ebbe bisogno, come il 27 marzo 1945 quando ricevette 4 Tallboy, e anche 13 Grand Slam. Queste ultime riuscirono a perforare con un paio di colpi a segno che causarono pesanti danni, con crateri di 8 metri nel tetto. Poi ci provarono anche gli Americani con 62 'Disney bomb' da 2.200 kg, ordigni a razzo sganciati dai B-17 con velocità supersonica all'impatto. C'erano basi come quella di Trondheim, piuttosto piccolo, per sommergibili costieri; ma sopratutto c'erano le basi in Francia, come La Pallice (raddobbo e operazioni), completata nell'ottobre 1941 con molti operai locali utilizzati, base operativa della 3a flottiglia U-Boote, aveva due chiuse protette da reti parasiluri, 201 m di lunghezza, 196 metri, 10 alveoli. I Tedeschi, chiusi nella sacca vicina di Rochelle, dove resistettero fino alla fine del conflitto. C'era poi Bordeaux, con tetto spesso fino a 5,6 metri, Lorient, che è rimasta la base dei sommergibili francesi anche nel dopoguerra fino praticamente ai nostri giorni; era la base più grande di tutte, con 28 battelli di capacità complessiva, argani di sollevamento, uno scalo, lo Keroman I di 120 m di lunghezza e 85 di larghezza. C'erano diversi scali successivi, anche il Keroman II e III. Poi c'erano anche scali come St.Nazaire, danneggiato nel '42 da un audace attacco di commandos inglesi, che riuscirono a speronarne le chiuse e a farle esplodere con un cacciatorpediniere pieno di esplosivo, che in verità esplose il giorno dopo, quando il raid era già stato respinto dall'agguerrito personale della flottiglia dragamine<ref>Bargnasco, E: Le basi protette degli U-Boote, Storia militare maggio 1996</ref>
 
==Note==