Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-4: differenze tra le versioni

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Poi c'erano i cannoni da 28 cm Kz.Br.K. (E), costruito in 5 esemplari e suato sul fronte russo. Aveva una canna da 29 m, l'affusto pesava 178 t. Era certamente un'arma meno impegnativa, che necessitava solo di 10 uomini per gestirlo, e la gittata arrivava a 58 km. Poi c'era il 'Gamma', mortaio da 420 mm, era un solo esemplare prodotto nel 1940, capace di tirare a 14 km un proiettile da 923 kg. Necessitava di 235 artiglieri ed era un'evoluzione del 'Gamma' da 355 mm, prodotto in 8 esemplari nel 1939-44, e usato durante la guerra sia all'Ovest che ad Est. Poi c'era il cannone semovente Karl da 60, poi anche da 54 cm. Perforava anche 2,5 metri di cemento armato con il calibro minore e necessitava di 109 serventi e artiglieri vari, con cingolati Mk IV portamunizioni, con braccio di sollevamento da 2,5 tonnellate. Erano necessari perché il semovente poteva essere mosso fuori dalle linee ferroviarie (dove veniva portato su un carrello da 180 tonnellate), ma portavano ciascuno solo 3 colpi. Sotto a questo calibro c'erano anche gli obici campali da 21 cm, di cui 711 vennero costruiti nel 1939-45<ref>Ludi G, Eserciti nella Storia gen-feb 2004</ref>.
 
 
 
Ma per ottenere questa prestazione, sufficiente per circa 120 km, era necessario un cannone estremamente costoso, ai limiti della fattibilità. Inoltre, rispetto ai bombardieri era ben dubbia l'utilità di una tale ,costosissima arma. Per superare il problema il dott. Conders, pensò a una specie di lungo tubo, con varie camere di scoppio laterali, che imprimevano al proiettile, mano a mano che percorreva il tubo, una continua accelerazione. Questo permetteva di usare tubi non molto spessi e molto lunghi, mentre la rigatura per stabilizzare il proiettile in volo, utile ma costosa in termini di attrito e di consumo di energia, era rimpiazzabile con alette speciali per il proiettile stesso, da estendersi in volo. Il risultato era un colpo di soli 150 mm di calibro, ma lungo ben 210 cm. Il guaio fu che il proiettile, realizzato con insufficiente esperienza, si dimostrò instabile in volo e questo pregiudicò il progetto. Inoltre, mentre Hitler aveva voluto subito una batteria sperimentale nel Baltico, affascinato dall'idea, si scoprì che la struttura da 132 m della canna era fragile, essendo troppo scarsa la qualità dei metalli usati. Inoltre, tra un'esplosione e l'altra si era riusciti a produrre una v.iniziale di appena 1095 ms anziché 1.500 ms. La situazione era oramai drammatica, sopratutto c'erano 20.000 colpi (molto costosi rispetto ad un pezzo d'artiglieria 'normale') che non si sapeva come utilizzare. Ora c'erano tante cose che non andavano in questo programma, che venne messo in mano ad un team con i migliori esperti di balistica, come Betz e Walchner, e questi, mobilitati per non dispiacere la volontà di Hitler di possedere questo cannone a lungo raggio. I calcoli dimostrarono che i proiettili erano difettosi, e che l'unico modo di ottenere 1.500 m.sec era di ridurre il peso del colpo da 80 kg, troppo poco per giustificarne l'uso. Vennero raggiunti, con i nuovi colpi, 44 km, e poi con un tipo leggero 90 km. Si stimava con la massima carica di raggiungere i 150 km. Ma gli incidenti continuavano, e il 14 novembre, oramai il cannone era inutilizzabile per colpire la Gran Bretagna. Ne venne sparata un'ultima carica davanti alla commissione militare con il cannone ridotto a 60 calibri. Poi si continuò a sparare con quest'arma, fino a che vennero tirati 10 colpi consecutivi con successo, anche se la cadenza di tiro era al massimo un colpo ogni 5 minuti. Alla fine non venne realizzato nulla di operativo. L'unica cosa che sopravvisse fu il concetto di cannone a stadi multipli, che venne tentato da S.Hussein con il calibro aumentato a ben 500 mm, con sezioni di tubo realizzate in Italia e Corea. Il 'Supercannone' era quasi pronto nel 1991, ma non venne mai completato. Al solito, si trattava di un'idea oramai superata dai missili: quale vantaggio, se non quello di una precisione maggiore (in verità non disprezzabile) per un cannone enorme, costosissimo e totalmente fisso, quindi vulnerabile agli attacchi aerei e missilistici fin dal primo giorno di combattimenti <ref>Gibertini G: ''Un cannone per Londra'' Eserciti nella Storia nov 1999</ref>
 
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I cannoni su rotaia erano di parecchi tipi. C'erano dei mezzi che erano a tutti gli effetti dei corazzati su rotaia, e c'erano dei cannoni su rotaia di tipo classico, usati solo per il tiro indiretto. Polacchi, Sovietici, Tedeschi e anche Italiani costruirono molti treni armati, ma anche dei veri e propri treni da combattimento, quando non anche versioni su rotaia delle loro autoblindo. I Tedeschi ebbero spesso torri corazzate brandeggiabili con impianti quadrupli da 20 mm, o obici da 105 mm, oppure ancora cannoni controcarri da 75 mm, con sistemi molto sofisticati e una completa blindatura anche per la torretta.
 
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Un pezzo precedente era il 28 cm Kurze Bruno Kanone e i Lange Bruno Kanone. Vennero prodotti come programma d'emergenza, ordinati nel '36, prima progettati dalla Krupp, poi passati alla Hanomag di Hannover per ripartire meglio le quote di lavoro (la Krupp era oramai saturata di impegni). Erano armi che qui citiamo non per la loro avanzatezza, ma a titolo di curiosità e perché dalla loro esperienza arriverà poi il cannone K 5. In questo caso si trattava di pezzi da 280 mm navali, ed ebbero 8 installazioni ferroviarie singole entro il 1938. Per brandeggiare il cannone era però necessario, essendo di tecnologia obsoleta, una piattaforma da mettere sotto l'affusto perché esso, come tutti quelli della I GM, non consentiva brandeggio ma solo l'alzo. Vennero modificati con una piattaforma girevole portatile, più leggera, da mettere sotto l'affusto al posto di quella pesante originale. La produzione proseguì con 3 pezzi lunghi 45 anziché 40 calibri. Questi avevano un affusto di sole 123 anziché 130 tonnellate, ma tiravano granate da 302 kg a 28.500 m anziché da 240 a 29.500. In ogni caso, ben presto la preferenza passò al ben più evoluto K 5.
 
 
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Quanto alle artiglierie campali, esse erano di vari tipi, ma essenzialmente si trattava degli obici pesanti da 149 mm sFH 18, peso 6,304 t in marcia e gittata 13,33 km per proiettili da 43,5 kg. La sua versione semovente (in fornitura dal 1938) era chiamata Hummel, con 18 colpi al seguito. Il Kanone 18 15 cm era un'arma poderosa, ma pesante, derivata dal progetto presentato dalla Rheinmetall, sullo stesso affusto dell'obice ma con una canna da 8,2 m. La gittata arrivava a 24,5 km. Nonostante la loro gittata fosse superiore a quella di tutti gli altri pezzi campali, muovere rapidamente questo cannone non fu facile, e la cadenza di tiro non era superiore ai 2 colpi al minuto. Il peso in marcia era di 18,7 tonnellate, davvero molte per questo calibro e il proiettile da 43 kg utilizzabile. Era un'arma eccellente anche perché poteva permettersi una piattaforma girevole per cambiare in fretta la direzione, al di là degli 11 gradi normali. La sua messa in opera non lo rendeva tuttavia ben accetto per gli operatori, essendo fonte di troppo duro lavoro per loro. Ma come arma per la difesa costiera era eccellente.
 
Un altro cannone era il K 39 15 cm, dalle prestazioni non molto diverse, era in commissione per l'esercito turco, ma i Tedeschi decisero allo scoppio della guerra di tenerseli per sé dopo i primi due cannoni consegnati al cliente. Questo cannone era di progetto Krupp, che poteva essere scomposto in tre carichi anziché due come il precedente, e tutto sommato era superiore al cannone 'nazionale'. Aveva persino una gittata leggermente superiore, di 24,7 km. Inizialmente usò le molte munizioni preparate per i Turchi, poi vennero usate quelle tedesche.
 
Ma il 149,1 mm non era sufficiente secondo i Tedeschi per un'arma di lunga gittata ed efficacia. Così il Kanone 18 17 cm e il Morser 18 21 cm vennero prodotti rispettivamente dal 1942 e dal 1939. Dopo il 1942 fu data priorità di produzione solo al cannone, che era sì munito di un proiettile più leggero, ma con gittata superiore. L'affusto progettato dalla Krupp era molto stabile perché univa i soliti sistemi a doppia culla con una slitta che entrava in azione per smorzare il resto del rinculo. Le prestazioni di queste armi, indubbiamente le più potenti artiglierie campali dei belligeranti durante la guerra. Erano da trasportare in due carichi, ma per le brevi distanze un trattore d'artiglieria sufficientemente potente poteva farcela anche con un solo carico.
 
Ecco le caratteristiche dei due pezzi, K 18 17 cm (172,5 mm) e M 18 21 cm:
 
*Dimensioni e pesi: lunghezza 8,52 e 6,51 m; peso in marcia 23.375 e 22.700 kg, in combattimento 17.520 e 16.700 kg
*Direzione: 360° su piattaforma abbassata, affusto 16°, alzo 0/+50°
*Gittata e proiettile: 29.600 m/68 kg (925 m.sec), 16.700/121 kg (565 m.sec)
 
Come si vede, in cambio di un aumento di peso appena rilevabile, erano nettamente più potenti. La presenza di vari verricelli e ausili vari per la loro messa in azione era tale da renderli più graditi dei pezzi da 149 mm a lunga gittata.
 
Ma non erano questi i cannoni più potenti dell'Esercito di campagna. La Rheinmetall nel '35 iniziò la progettazione di un nuovo cannone da campagna, chiamato Kanone 3 24 cm. Era un ottimo esempio di artiglieria moderna, anche se il peso era poco consono alla guerra di movimento. Era pertanto usato in 6 carichi diversi e c'erano numerosi dispositivi di sicurezza che impedivano il fuoco se era stato montato in maniera scorretta. Per assemblare le varie parti erano necessari 25 soldati e 90 minuti, non molto se si considera che il peso in marcia era di 84.636 kg, in combattimento 54.000 kg. Venne impiegato dal solo 83° Gruppo motorizzato di artiglieria pesante, su tre batterie di due cannoni l'una. In tutto vennero costruiti 8-10 pezzi. Ma vi furono anche tentativi di migliorarlo, analoghi a quelli dei 28 cm ferroviari: per esempio canne che erano raccordate ai proiettili sperimentali con scanalature raccordate, nella loro corona, alla rigatura dei cannoni, oppure proiettili decalibrati con il 'sabot', o addirittura cannoni a canna liscia per una gittata prolungata che dev'essere stata davvero impressionante, perché usavano sia una carica maggiore che un proiettile decalibrato. A dire il vero i cannoni progettati dalla Rheinmetall vennero poi, almeno in parte, fabbricati dalla Krupp per un cambiamento improvviso dei programmi di produzione. Alla Krupp però non apprezzarono molto la tecnica usata dai loro concorrenti, e si arrivò anche a pensare ad un cannone K 4 semovente con affusto costituito da una coppia di scafi Tiger. Uno dei K 3 venne catturato ed è esposto a tutt'oggi ad Aberdeen, Maryland, dopo essere stato provato e studiato attentamente. Anche oggi, dipinto con un colore chiaro, con l'alzo alla massima elevazione di 56 gradi, da una notevole impressione di potenza e di eleganza difficilmente riscontrabili in altri pezzi d'artiglieria, grazie alla lunghezza della b.d.f e al compatto affusto che ne è alla sua base.
 
Un altro pezzo pesante, il più pesante dell'Esercito tedesco, era certamente l'obice M.1 da 35,5 cm. Non era altro che la versione maggiorata del K 3, pensato anch'esso attorno al 1935. Entrò in servizio nel '39 e barattava parte della gittata per una granata molto più pesante. Anche l'affusto lo era, e come l'altro aveva il sistema a doppio rinculo già visto anche sui pezzi da 17 e 21 cm, e che dava molta stabilità all'arma durante il fuoco. Come il K 3 poteva essere suddiviso in 6 carichi e la gru a cavalletto necessaria per la scomposizione e la ricomposizione funzionava a corrente elettrica. Venne usato dalla sola 1a batteria del 641° Gruppo motorizzato di artiglieria. Non si sa quanti di questi obici vennero prodotti, ma difficilmente più di sette. Erano davvero pesanti da muovere e azionare, e sopratutto non era molto prestante quanto a gittata massima. Quale fosse il vantaggio di una tale arma, così pesante da muovere, deve essere dunque ricercato nella potenza dei proiettili, tra cui uno pesante, specifico per perforare fortificazioni in cemento. A Sebastopoli venne usato e sparò, al ritmo massimo di un colpo ogni 4 minuti, un totale di 280 proiettili. La verità, però, è che, a parte questo caso da manuale di distruzione di fortificazioni nemiche, per il resto durante la II Guerra mondiale la mobilità di tale conflitto fece sì che ben pochi fossero gli obiettivi costruiti in maniera pesante, per resistere al tiro delle artiglierie pesanti. la maggior parte degli obiettivi protetti erano poco più che trincee, davvero non l'ideale per valorizzare un cannone di questo tipo.
 
K 3 24 (238 mm) cm, e M.1 35,5 cm:
*Dimensioni e pesi: lunghezza 13,104 e 10,265 m; peso in marcia 84.636 e 123.500 kg, in combattimento 54.000 e 78.000 kg
*Direzione: 360° su piattaforma abbassata, affusto 6°, alzo -1/+56° e +45/+75°
*Gittata e proiettile: 37.500 m/152,3 kg (v.iniziale 870 m sec) e 575 o 926 kg/20.850 m (570 m.sec)
 
 
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Quanto alle artiglierie leggere e controcarri, i Tedeschi ebbero sopratutto obici da 105 mm ma anche cannoni da 75 mm, e non solo come armi controcarri queste ultime, ma anche come armi campali. Visto che i Tedeschi erano stati autorizzati nel trattato di Versailles ad usare solo cannoni da 75 mm. E' una storia che parte da molto lontano, nel 1896 venne adottato il calibro standard di 77 mm, che era strano, ma non più di tanto. Esso era stato scelto perché così, in caso di guerra, sarebbe stato facile riutilizzare il munizionamento catturato al nemico da 76,2 o anche da 75 mm. All'epoca era importante fare affidamento sui rifornimenti catturati. Ecco il C/96 da 77 mm, poi ammodernato come FK (FeldKanone) 16 da 7,7 cm. Vennero poi riammodernati come FK 16 nA 7,5 cm. Era un'arma piuttosto efficace, con gittata di 12,9 km e peso a 2.415 kg in marcia, 1.524 kg in combattimento. Nel 1930 venne anche iniziato il programma con i cannoni leggeri da 75 mm, gli leFK 18, pesanti appena 1120 kg in assetto di combattimento, che aveva doppia coda divaricabile che aumentava così il brandeggio da 4 a 30 gradi. Non era molto popolare, nondimeno, perché aveva una gittata molto minore del vecchio pezzo (9,5 km con una b.d.f. da 1,94 m anziché 2,7). Oramai era molto più utile l'obice da 10,5 cm.
 
Un proseguimento invece nel settore cannoni si ebbe mantenendo il calibro di 105 mm, ma forse volendo troppo. Questi cannoni del 1930, al solito presentati dalla Krupp e Rheinmetall (lo S.M. tedesco era stato scaltro abbastanza da farle competere sempre durante le competizioni per le nuove armi, ottenendo il meglio possibile da entrambe), e stavolta vi fu una soluzione inedita: cannone Rheinmetall e affusto Krupp. I primi arrivarono in servizio nel '34 come K 18 10,5 cm. Il problema era il peso, perché all'epoca l'Esercito Tedesco era totalmente ippotrainato, e queste artiglierie pesavano tanto che dovevano essere trasportate suddivise in due carichi, come cannoni molto più pesanti: quale beneficio per l'artiglieria se poi si sparava un proiettile a gittata appena maggiore ma molto meno potente. Arrivarono nondimeno, tanto che ci si era, degli aggiornamenti, con l'allungamento della b.d.f da 52 a 60 calibri, del 1941. Pur essendo un'eccellente arma in termini balistici, non convinse e alla fine venne usata sopratutto come artiglieria da costa, al pari del simile pezzo da 150 mm a lunga gittata, molto simile e con la stessa sagoma elegante e allungata. Il peso di questo cannone era di 6,4 t in marcia e 5,6 in combattimento, gittata 19 km e proiettile da 15,14 kg; la velocità iniziale era di 835 m.sec, brandeggio possibile di 64 gradi. Effettivamente, talvolta venne usato anche come arma controcarri contro gli assalti dei T-34, con effetti micidiali.
 
Erano gli obici da 10,5 cm l'elemento base dell'artiglieria tedesca. Considerato che un proiettile da 10,5 cm pesava circa 2,5 volte più di uno da 7,5, il conto era presto fatto: a parità di gittata e di peso, grossomodo, era meglio il 10,5 cm. Nacque così già nella I GM il leFH 10,5 cm, su affusto del cannone FK 16. Poi vi furono, negli anni '30, altri obici paricalibro: erano quelli del tipo leFH 18 10,5 cm, robusto ma piuttosto pesante. Venne anche esportato. La versione (M) ebbe il freno di bocca, ma non convinse troppo perché c'era già un proiettile sabot da 88 mm a gittata prolungata che con il freno di bocca non poteva essere più usato. Ma alla fine pare che vennero modificati con successo per avere sia il freno di bocca e il sabot. Stranamente, mentre i Tedeschi usavano i colpi decalibrati per le artiglierie campali, cosa certo non particolarmente stringente, non li utilizzavano per i cannoni per carro o controcarri, malgrado le sofisticate munizioni APCR utilizzate.
 
Ma sul fronte russo avvenne di peggio: moltissimi obici non poterono essere salvati quando si trattò di doversi ritirare, perché erano troppo invischiati nel fango che nemmeno i trattori d'artiglieria, non parlando poi dei cavalli, potevano salvarli. Per ripianare le perdite e ottenere un cannone più leggero si fece ancora una volta uso dei cannoni da 75 mm adattati, stavolta si trattava del pezzo controcarri Pak 40, ovvero il leFH 18/40. La cosa presentò dei problemi notevoli, ma era pur sempre un rimedio. Quello definitivo doveva essere la classe di artiglieria '43', studiata dal '42. Alla fine venne usato un affusto a 4 code che permetteva con un'apposita piastra, di brandeggiare il cannone su tutto l'orizzonte, ancora una volta Krupp e Rheinmetall fecero del loro meglio per presentare progetti ancora una volta simili, ma purtroppo per i Tedeschi non c'era più tempo. Alla fine c'erano addirittura in servizio alcuni leFH 10,5 cm del modello 1916.
 
Il pezzo leFH 18/40 da 10,5 cm pesava 1.955 kg in marcia e in combattimento (poco risparmio di peso rispetto al vecchio tipo), angolo di brandeggio 60°, alzo -/+42°, v.iniziale 540 msec, gittata 12.325 m, granata da 14,81 kg.
 
A proposito dell'ordinamento dell'artiglieria campale c'era un reggimento di artiglieria campale per divisione. C'erano un comando, batteria comando (meteo, trasmissione ecc), 4 gruppi di cui uno di cannoni da 75, uno di obici da 150, e due di obici da 10,5 cm. L'ordinamento era di 3 batterie di cui ognuna con 4 o 6 obici<ref>Armi da guerra 51</ref>.
 
==Note==