Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-4: differenze tra le versioni

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===Supercannoni===
La tecnica di sparare proiettili ad altissima velocità e superare la fascia bassa dell'atmosfera, riducendo poi l'attrito, era già nota durante la I Guerra mondiale. Il Cannone di Parigi era un esempio da 132 km, replicato poi nella II Guerra mondiale. Ma si andò oltre, come dimostrato dai supercannoni di tre tipi diversi: il 210 mm ferroviario, rielaborazione del cannone del 1918; il 'Dora' da 800 mm, il Cannone di Londra, ulteriore passo in avanti. Adesso parliamo di quest'ultimo. Il concetto non era nuovo: la 'Pompa ad alta pressione' nascondeva un'idea vecchia del 1880, che era in sostanza un cannone a più stadi: il concetto era quello di costruire una b.d.f. che superasse il limite di pressione che anche i migliori acciai non potevano superare, attorno alle 7.000 atmosfere. E dal fatto che oltre i 60 calibri è praticamente inutile 'allungare' un cannone normale, con carica singola, perché non avrebbe avuto nessun modo di raggiungere le pressioni necessarie per lanciare i proiettili a velocità altissime, di circa 1.500 m.sec. A dire il vero, il 'cannone di Parigi' era un mezzo a camera di scoppio singola, però era costituito da due cannoni di grosso calibro uniti, e con un'usura tale da consumarsi in appena 50 spari, e non solo: i proiettili erano di 3 calibri diversi: 210, 240 e 260 mm, per compensare l'usura. Non era certo un compito facile rendere utile in termini pratici un pezzo ferroviario da 278 t, che aveva anche un nome proprio: il 21 cm L170 EisenbahnKanone 'Keiser Wilhelm', che tirava colpi da 100 kg a 1.600 m. sec. Questo cannone era chiamato anche 'Bertha', e una batteria di tre di questi cannoni, usati contro Parigi dal 23 marzo al 1 ottobre, tiravano da 112 km dalla capitale, e tirarono 898 colpi in tutto, uccidendo 402 persone ferendone altre 800. Il colpo peggiore fu certamente aver centrato una cattedrale con una messa al suo interno. Il cannone venne costruito in tutto in 10 esemplari, quindi il 'Cannone di Parigi' era un modo di dire, non certo un'entità unica. L'alto costo tra le due guerre fece sì che da un lato vennero fatte molte esperienze, anche in Italia, con armi come il 'Cannonissimo'. Ma furono i Tedeschi a realizzare dei cannoni di prestazioni eccezionali, e di costo parimenti astronomico. Erano intesi per l'attacco alla Gran Bretagna e contro la Maginot. Ma il più potente di tutti era il 'Dora'. Venne costruito in soli due esemplari che costituivano una sfida tecnologica senza precedenti, almeno nel settore delle artiglierie. Prodotto tra il 1941 e il 1942, normalmente viaggiava smontato in 60 vagoni ferroriari. Quando era rimontato, si rivelava una super-arma con un calibro di 800 mm, e la canna di lunghezza 32,5 m. Sparava due tipi di colpi: quello perforante e quello esplosivo. Il primo era pesante 7.000 kg (!), tirabile a 38 km di distanza. Il secondo, con pareti più sottili, era di appena 4 tonnellate, e sparabile a 47 chilometri. L'affusto poggiava su di una doppia rotaia costruita ad hoc, si trattava di ben 4 binari. Non era possibile insomma usare l'affusto su ferrovie normali. Il peso del complesso, molto alto e dalla sagoma inconfondibilmente imponente, era di circa 1.330 tonnellate. Servivano 4.120 uomini per movimentarlo e gestirlo, 250 solo per caricarlo e totalmente 1.500 per gestirlo in azione e difenderlo. il 'Grande Gustav' come spesso era chiamato, sparava al massimo 2 colpi all'ora. Usato nell'unica situazione di guerra statica in cui poteva servire quest'enorme cannone tirò pochi colpi, che fecero sentire la sua presenza. Per esempio, tirò un colpo che distrusse un deposito sotterraneo di munizioni, protetto da 30 metri di terreno e uno strato di cemento armato. Poi c'erano i cannoni da 28 cm Kz.Br.K. (E), costruito in 5 esemplari e suato sul fronte russo. Aveva una canna da 29 m, l'affusto pesava 178 t. Era certamente un'arma meno impegnativa, che necessitava solo di 10 uomini per gestirlo, e la gittata arrivava a 58 km. Poi c'era il 'Gamma', mortaio da 420 mm, era un solo esemplare prodotto nel 1940, capace di tirare a 14 km un proiettile da 923 kg. Necessitava di 235 artiglieri ed era un'evoluzione del 'Gamma' da 355 mm, prodotto in 8 esemplari nel 1939-44, e usato durante la guerra sia all'Ovest che ad Est. Poi c'era il cannone semovente Karl da 60, poi anche da 54 cm. Perforava anche 2,5 metri di cemento armato con il calibro minore e necessitava di 109 serventi e artiglieri vari, con cingolati Mk IV portamunizioni, con braccio di sollevamento da 2,5 tonnellate. Erano necessari perché il semovente poteva essere mosso fuori dalle linee ferroviarie (dove veniva portato su un carrello da 180 tonnellate), ma portavano ciascuno solo 3 colpi. Sotto a questo calibro c'erano anche gli obici campali da 21 cm, di cui 711 vennero costruiti nel 1939-45<ref>Ludi G, Eserciti nella Storia gen-feb 2004</ref>.
 
 
 
Ma per ottenere questa prestazione, sufficiente per circa 120 km, era necessario un cannone estremamente costoso, ai limiti della fattibilità. Inoltre, rispetto ai bombardieri era ben dubbia l'utilità di una tale ,costosissima arma. Per superare il problema il dott. Conders, pensò a una specie di lungo tubo, con varie camere di scoppio laterali, che imprimevano al proiettile, mano a mano che percorreva il tubo, una continua accelerazione. Questo permetteva di usare tubi non molto spessi e molto lunghi, mentre la rigatura per stabilizzare il proiettile in volo, utile ma costosa in termini di attrito e di consumo di energia, era rimpiazzabile con alette speciali per il proiettile stesso, da estendersi in volo. Il risultato era un colpo di soli 150 mm di calibro, ma lungo ben 210 cm. Il guaio fu che il proiettile, realizzato con insufficiente esperienza, si dimostrò instabile in volo e questo pregiudicò il progetto. Inoltre, mentre Hitler aveva voluto subito una batteria sperimentale nel Baltico, affascinato dall'idea, si scoprì che la struttura da 132 m della canna era fragile, essendo troppo scarsa la qualità dei metalli usati. Inoltre, tra un'esplosione e l'altra si era riusciti a produrre una v.iniziale di appena 1095 ms anziché 1.500 ms. La situazione era oramai drammatica, sopratutto c'erano 20.000 colpi (molto costosi rispetto ad un pezzo d'artiglieria 'normale') che non si sapeva come utilizzare. Ora c'erano tante cose che non andavano in questo programma, che venne messo in mano ad un team con i migliori esperti di balistica, come Betz e Walchner, e questi, mobilitati per non dispiacere la volontà di Hitler di possedere questo cannone a lungo raggio. I calcoli dimostrarono che i proiettili erano difettosi, e che l'unico modo di ottenere 1.500 m.sec era di ridurre il peso del colpo da 80 kg, troppo poco per giustificarne l'uso. Vennero raggiunti, con i nuovi colpi, 44 km, e poi con un tipo leggero 90 km. Si stimava con la massima carica di raggiungere i 150 km. Ma gli incidenti continuavano, e il 14 novembre, oramai il cannone era inutilizzabile per colpire la Gran Bretagna. Ne venne sparata un'ultima carica davanti alla commissione militare con il cannone ridotto a 60 calibri. Poi si continuò a sparare con quest'arma, fino a che vennero tirati 10 colpi consecutivi con successo, anche se la cadenza di tiro era al massimo un colpo ogni 5 minuti. Alla fine non venne realizzato nulla di operativo. L'unica cosa che sopravvisse fu il concetto di cannone a stadi multipli, che venne tentato da S.Hussein con il calibro aumentato a ben 500 mm, con sezioni di tubo realizzate in Italia e Corea. Il 'Supercannone' era quasi pronto nel 1991, ma non venne mai completato. Al solito, si trattava di un'idea oramai superata dai missili: quale vantaggio, se non quello di una precisione maggiore (in verità non disprezzabile) per un cannone enorme, costosissimo e totalmente fisso, quindi vulnerabile agli attacchi aerei e missilistici fin dal primo giorno di combattimenti <ref>Gibertini G: ''Un cannone per Londra'' Eserciti nella Storia nov 1999</ref>