Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-4: differenze tra le versioni

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Ma erano armi piuttosto difficili da produrre, nonostante tutto. E allora venne fuori il Flak 43 3,7 cm, progetto Rheinmetall vincitore contro una proposta Krupp. Aveva sopratutto il pregio di essere prodotto con criteri simili a quelli delle armi portatili e questo la rendeva più facile da costruire. Inizialmente sembrava favorito il modello Krupp, ma questo ebbe dei problemi e così vinse la concorrente: questo però generò contrasti tra fazioni che causarono un ritardo notevole nella preparazione della produzione della nuova arma. Fatta con materiali stampati in larga misura, saldature e altre procedure per ridurre i tempi di realizzazione, richiese un tempo di appena un quarto rispetto ai precedenti Flak 3,7 cm. Alla fine, solo dal primo 1944 fu possibile realizzarlo in serie a Durkopp. Usato contro aerei sempre più veloci, aveva ancora le munizioni e la canna del Flak 36/37, ma poteva contare su di una cadenza di tiro aumentata a 250 c.min, molto elevata anche se ovviamente era un dato teorico. Per migliorare la sua efficacia fu previsto anche il Flakwilling 43 3,7 cm. Esso era un impianto binato, in cui i cannoni erano erano sistemati su di un telaio a 4 ruote, e sopratutto erano binati, con eiettori dei bossoli sulla destra. Presente, al solito per le armi tattiche, la scudatura. I cannoni erano sistemati in posizione sovrapposta, perché così era facile costruirli, senza dover mettere mano a riprogettazioni estese per due armi gemellate. Ma nonostante il volume di tiro aumentato a 500 c.min, era un'arma scomoda da mettere in posizione e sbilanciata verso l'alto. Nonostante limiti e inconvenienti, si trattava di armi formidabili nel settore contaerei, anche se non ve ne furono mai abbastanza. Nel '45 ce n'erano 1032, di cui 280 binati. Ad n certo punto queste armi, che richiedevano 6 serventi per ciascuna, erano state pensate anche come installazioni quadrinate e binate appaiate. Il peso era, nel Flak 43, di 1392 kg, alzo da -7.5 a 90 gradi, lunghezza del cannone 3,3 m (anima).
 
Ma i Tedeschi non erano ancora del tutto convinti che i cannoni da 37 mm, che pure si dimostrarono efficaci, fossero ancora sufficienti per affrontare quel corridoio tra i 1.500 e i 3.000 m, troppo alti o troppo bassi per le armi leggere e pesanti. Obiettivamente, c'era un grosso gap tra i 37 mm e gli '88', ma come riempirlo? Si pensò al Flak 41 5 cm, che in realtà venne prodotto già nel 1936 come progetto Rheinmetall, una specie di versione pantografata delle armi da 37 mm, anche se il progetto dovette vincere contro la concorrenza Krupp. Ma ancora nel 1941 si aspettava l'entrata in servizio dei pezzi, che poi saranno prodotti in appena 60 esemplari, da qui l'irrilevanza di questo cannone. Il problema erano le munizioni: da un lato producevano allo sparo uno scoppio enorme, con una forte vampata capace -nonostante il tromboncino alla volata- di impressionare gli occhi del puntatore persino in pieno giorno. Dall'altro canto, non avevano abbastanza efficacia come carica di scoppio. Inoltre l'affusto era troppo pesante e lento da brandeggiare. Eppure ebbe un limitato uso, per esempio come arma da difesa per le dighe della Rhur. Alla fine della guerra ce n'erano ancora 24 in servizio, azionati da 7 serventi, che dovevano caricarlo tra l'altro con clip da 5 colpi, deciamente pesanti. I colpi potevano essere perforanti, ma il problema era che questo cannone non venne mai installato con affusto su mezzi corazzati o motorizzati. Il peso era di 3.100 kg, il cannone aveva anima lunga 4,686 m, ma la quota massima di efficacia era di soli 3050 m. La cadenza di tiro era se non altro interessante, 180 colpi al minuto, tirando proiettili da 2,2 kg a 840 m.sec. In seguito è possibile che questo cannone abbia influenzato il 50 mm controcarri o meglio ancora, il cannone da 50 mm montato su aerei. Ma la soluzione venne trovata nel Gerat 56, ultimo sviluppo logico delle armi tattiche tedesche. Esso era da 55 mm, ma non venne mai messo in servizio: piuttosto fu la base del 57 mm S-60 sovietico, arma di notevole successo postbellico. Da tutto questo può sorprendere come i Tedeschi non avessero armi del tutto adeguate per la difesa a bassa quota, anche se in giro c'erano cannoni come gli Oerlikon e Bofors. Nondimeno, i loro reparti antierei leggeri, dal 1940 in poi, vennero usati con un'efficacia micidiale contro ogni sorta di aerei, dai Battle ai Typhoon, rendendo molto difficile la sopravvivenza degli aerei tattici Alleati e la loro attività nelle azioni a bassa quota.<ref>Armi da guerra 88</ref>.
 
 
 
 
===Supercannoni===
La tecnica di sparare proiettili ad altissima velocità e superare la fascia bassa dell'atmosfera, riducendo poi l'attrito, era già nota durante la I Guerra mondiale. Il Cannone di Parigi era un esempio da 132 km, replicato poi nella II Guerra mondiale. Ma si andò oltre, come dimostrato dai supercannoni di tre tipi diversi: il 210 mm ferroviario, rielaborazione del cannone del 1918; il 'Dora' da 800 mm, il Cannone di Londra, ulteriore passo in avanti. Adesso parliamo di quest'ultimo. Il concetto non era nuovo: la 'Pompa ad alta pressione' nascondeva un'idea vecchia del 1880, che era in sostanza un cannone a più stadi: il concetto era quello di costruire una b.d.f. che superasse il limite di pressione che anche i migliori acciai non potevano superare, attorno alle 7.000 atmosfere. E dal fatto che oltre i 60 calibri è praticamente inutile 'allungare' un cannone normale, con carica singola, perché non avrebbe avuto nessun modo di raggiungere le pressioni necessarie per lanciare i proiettili a velocità altissime, di circa 1.500 m.sec. A dire il vero, il 'cannone di Parigi' era un mezzo a camera di scoppio singola, però era costituito da due cannoni di grosso calibro uniti, e con un'usura tale da consumarsi in appena 50 spari, e non solo: i proiettili erano di 3 calibri diversi: 210, 240 e 260 mm, per compensare l'usura. Non era certo un compito facile rendere utile in termini pratici un pezzo ferroviario da 278 t, che aveva anche un nome proprio: il 21 cm L170 EisenbahnKanone 'Keiser Wilhelm', che tirava colpi da 100 kg a 1.600 m. sec.
 
Ma per ottenere questa prestazione, sufficiente per circa 120 km, era necessario un cannone estremamente costoso, ai limiti della fattibilità. Inoltre, rispetto ai bombardieri era ben dubbia l'utilità di una tale ,costosissima arma. Per superare il problema il dott. Conders, pensò a una specie di lungo tubo, con varie camere di scoppio laterali, che imprimevano al proiettile, mano a mano che percorreva il tubo, una continua accelerazione. Questo permetteva di usare tubi non molto spessi e molto lunghi, mentre la rigatura per stabilizzare il proiettile in volo, utile ma costosa in termini di attrito e di consumo di energia, era rimpiazzabile con alette speciali per il proiettile stesso, da estendersi in volo. Il risultato era un colpo di soli 150 mm di calibro, ma lungo ben 210 cm. Il guaio fu che il proiettile, realizzato con insufficiente esperienza, si dimostrò instabile in volo e questo pregiudicò il progetto. Inoltre, mentre Hitler aveva voluto subito una batteria sperimentale nel Baltico, affascinato dall'idea, si scoprì che la struttura da 132 m della canna era fragile, essendo troppo scarsa la qualità dei metalli usati. Inoltre, tra un'esplosione e l'altra si era riusciti a produrre una v.iniziale di appena 1095 ms anziché 1.500 ms. La situazione era oramai drammatica, sopratutto c'erano 20.000 colpi (molto costosi rispetto ad un pezzo d'artiglieria 'normale') che non si sapeva come utilizzare. Ora c'erano tante cose che non andavano in questo programma, che venne messo in mano ad un team con i migliori esperti di balistica, come Betz e Walchner, e questi, mobilitati per non dispiacere la volontà di Hitler di possedere questo cannone a lungo raggio. I calcoli dimostrarono che i proiettili erano difettosi, e che l'unico modo di ottenere 1.500 m.sec era di ridurre il peso del colpo da 80 kg, troppo poco per giustificarne l'uso. Vennero raggiunti, con i nuovi colpi, 44 km, e poi con un tipo leggero 90 km. Si stimava con la massima carica di raggiungere i 150 km. Ma gli incidenti continuavano, e il 14 novembre, oramai il cannone era inutilizzabile per colpire la Gran Bretagna. Ne venne sparata un'ultima carica davanti alla commissione militare con il cannone ridotto a 60 calibri. Poi si continuò a sparare con quest'arma, fino a che vennero tirati 10 colpi consecutivi con successo, anche se la cadenza di tiro era al massimo un colpo ogni 5 minuti. Alla fine non venne realizzato nulla di operativo. L'unica cosa che sopravvisse fu il concetto di cannone a stadi multipli, che venne tentato da S.Hussein con il calibro aumentato a ben 500 mm, con sezioni di tubo realizzate in Italia e Corea. Il 'Supercannone' era quasi pronto nel 1991, ma non venne mai completato. Al solito, si trattava di un'idea oramai superata dai missili: quale vantaggio, se non quello di una precisione maggiore (in verità non disprezzabile) per un cannone enorme, costosissimo e totalmente fisso, quindi vulnerabile agli attacchi aerei e missilistici fin dal primo giorno di combattimenti <ref>Gibertini G: ''Un cannone per Londra'' Eserciti nella Storia nov 1999</ref>
 
==Note==