Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-4: differenze tra le versioni

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[[Immagine:War Ensign of Germany 1938-1945.svg|150px|left|]]
Per quanto la Marina tedesca non sia stata mai una 'grande marina' in termini convenzionali, eccetto che nella I GM quando contese alla Royal Navy il dominio dei mari (ma entro certi limiti), la sua azione nelle guerre mondiali è stata molto dura e difficile da contrastare, sopratutto per l'uso di navi corsare, unità sottili d'attacco e sommergibili, i celebri U-Boote, che non erano necessariamente superiori a quelli degli altri belligeranti, ma che vennero usati con audacia e metodo, oltre ad essere costruiti in quantità visto che i sommergibili erano certo il miglior sistema in termini di costo-efficacia. Si pensi che un tipico U-Boote necessitava di un valore tra l'1 e il 2% del costo, dei materiali e dell'equipaggio di una corazzata 'Bismarck', navi che ebbero ben poca fortuna, braccate nelle loro missioni e nei porti stessi dalla RAF e dalla RN. Erano bersagli grandi, appariscenti e di valore, mentre i sommergibili erano facilmente occultabili anche in porto, con i super-bunker che i Tedeschi costruirono (a prova di bomba) in Francia: uno di questi è ancora usato dalla Marina francese per i suoi sottomarini. Al dunque, il programma per le corazzate ebbe fine, gli incrociatori vennero trascurati e poca fortuna ebbero anche i grandi cacciatorpediniere. Invece le S-Boote, le T-Boote e gli U-Boote vennero costruiti in quantità impressionanti: i soli U-Boote raggiunsero quasi 1.000 unità, grossomodo il costo di una squadra di corazzate, ma con risultati ben diversi (accadde così anche durante la Grande guerra, le corazzate per lo più inattive nelle loro basi, mentre i sommergibili che nel '17 quasi vinsero la guerra marittima). Però non mancarono i progetti di navi di grande potenza, fino ad arrivare alla massima evoluzione del concetto delle corazzate: una super-corazzata da circa 150.000 tonnellate, lunga 335 m e armata con pezzi da 500 mm. Ma questa immensa nave rimase solo un progetto, sacrificata a favore di programmi ben più pressanti che resero impossibile completare anche navi del tutto ragionevoli come le corazzate 'H' con cannoni da 406 mm. I Tedeschi ebbero armi di prim'ordine per le loro navi e sommergibili, con cannoni di ottime qualità balistiche, così come i telemetri. Meno noto è che già durante gli anni '30 installarono su di una loro corazzata -la Graf Spee- un primo radar, mezzo che in Gran Bretagna era ben lungi dalla navalizzazione (essendo inteso sopratutto come sistema di scoperta aerea per il territorio metropolitano). I siluri mieterono innumerevoli vittime, ma nondimeno inizialmente i loro acciarini funzionavano male: persino l'asso Gunther Prien sbottò (dopo avere mancato vari bersagli) 'Non potete pretendere che mi batta con fucili di legno!'. In retrospettiva è difficile pensare a tali problemi se si considerano i successi, tra cui diverse migliaia di navi mercantili, ottenuti dagli U Boote. Pericolose anche le mine, come quella che danneggiò gravemente la HMS Nelson: tale forma di guerra, estremamente conveniente nel rapporto costo-efficacia, venne estensivamente praticata con aerei, navi e sommergibili. I tipi magnetici da fondo nelle acque basse del Mar del Nord erano estremamente pericolosi, difficili com'erano da localizzare e dragare. I siluri tedeschi hanno avuto molti sviluppi: quelli con propulsione elettrica, quelli autoguidati, quelli filoguidati e quelli con carburante ad alta energia, tutti filoni evolutivi che nel dopoguerra produrranno una vera rivoluzione nel campo delle armi subacquee. Fino ad allora i siluri erano armi a corsa rettilinea o a zig-zag, ma del tutto 'stupidi' eccetto che per la programmazione basica (sono queste, infatti, le prime armi 'da crociera') in quota, direzione, velocità.
 
===Fucili<ref>Armi da guerra 65</ref><ref>Ludi G: ''I Fucili automatici di Hitler'' Eserciti nella Storia dic 2001</ref>===
Gli Alleati fecero a loro volta sforzi enormi per contrastare gli U-Boote, che richiesero molti soldi e uomini. I soli caccia di scorta americani costruiti erano circa 500, per il resto comparvero razzi e lanciabombe ASW da parte inglese, il sonar venne perfezionato, gli aerei ben presto ebbero radar di bordo centimetrico, MAD, e i primi rudimentali (ma efficaci) siluri ASW autoguidati. Per capire lo sforzo, il solo Coastal Command inglese ebbe in servizio oltre 1.000 B-24 Liberator, una flotta paragonabile a tutti gli He-177 Greif tedeschi. Al dunque la Germania finì per perdere la guerra, ma non prima che i suoi sommergibilisti infliggessero danni enormi al traffico, danni tuttavia assorbiti dall'industria cantieristica Alleata. I Tedeschi si ritrovarono 30.000 caduti solo negli U-Boote mandati in fondo al mare. La Marina inglese ebbe a sua volta circa 50.000 vittime e danni per miliardi di sterline. La Marina non poteva vincere la guerra da sola, né fu d'aiuto la pervicacia con cui Goering osteggiò la nascita dell'aviazione navale ('Tutto ciò che vola è mio!' soleva dire). Ma per quanto efficiente fosse la Marina Tedesca, gli Alleati riuscirono a prevalere. La vera differenza la fece la diffusione di radar, sonar e aerei da pattugliamento: i sommergibili dell'epoca in genere navigavano in superficie, sott'acqua erano lenti e con poca autonomia. Per non soccombere incrementarono l'armamento contraerei leggero (i pattugliatori marittimi erano in genere molto grossi e lenti), gli Alleati aumentarono le armi d'attacco con mitragliere e razzi. I Tedeschi escogitarono lo snorkel, la fine di una serie di esperimenti per la navigazione sott'acqua con l'uso dei motori diesel anziché le batterie. Poi arrivarono ai sommergibili Type XXI e XXIII, i prototipi delle moderne unità navali subacquee, e come tali ampiamente presi d'esempio nel dopoguerra da tutte le principali marine. Erano efficienti per le prestazioni subacquee, ma arrivarono troppo tardi per cambiare l'esito della guerra. Nel mentre, dal dicembre del '42 Hitler, a seguito di un'azione fallimentare delle navi maggiori, aveva insistito nell'ordinarne il disarmo, la qual cosa causò le dimissioni di Reader la la sua sostituzione con Doenitz. Non accadde tutto e subito, come si vide di lì a un anno, quando la Scharnorst venne affondata il giorno di S.Stefano del 1943, ma la decisione era presa: la Germania avrebbe continuato a resistere sui mari con i sommergibili e le torpediniere. Le navi corsare erano un'altra risorsa, ma dopo parecchi successi, vennero neutralizzate entro il 1943. La geografia della Germania, come del resto quella del nemico successivo degli Anglo-americani (l'URSS) non consentiva nessuna superiorità strategica: quand'anche fosse stato possibile realizzare una grande flotta d'alto mare (non mancava l'acciaio ma i grandi cantieri), la mancanza di basi avanzate e la posizione strategicamente dominante della Gran Bretagna avrebbe comunque messo i Tedeschi con le spalle al muro. Non prima però, che i soli U-Boote, di cui circa 800 persi, affondassero 14 milioni di tonnellate di naviglio, un costo enorme per gli Alleati anche senza considerare le misure di protezione adottate per limitare i danni.
[[Immagine:Sturmgewehr 44.jpg|360px|right|L'Stg-44]]
I Tedeschi entrarono in guerra con armi per la fanteria che costituivano un mix di tradizione e di modernità, ma in generale non erano particolarmente avanti nella tecnica, cosa che potrà stupire, ma del resto erano in questo in buona compagnia. Il fucile principale era ancora il Mauser 98, spesso con la sua versione corta la Karabiner 98k. Era un'arma normale, ad azionamento manuale, che sparava una cartuccia potente da 7,92 mm. Il tipo base, che risaliva ad un prodotto di dieci anni più vecchio, era lungo 1,25 m di cui 74 cm della sola canna, pesava 4,2 kg e aveva caricatore ad astuccio da 5 colpi. La carabina aveva peso di 3,9 kg, lunghezza di 1,075 m e canna da 60 cm, per cui non era un gran miglioramento rispetto al fucile base, giudicato troppo lungo e pesante dopo il 1918. A tutti gli effetti, il Mauser ebbe accessori di ogni sorta tra cui cannocchiali di puntamento per cecchini, e anche se era grossomodo all'altezza dei vari tipi analoghi in servizio nel mondo, il suo meccanismo di ricarica non era particolarmente morbido da azionare, il che non agevolava la mira di precisione se si doveva sparare colpi ripetuti (il Mosin-Nagant russo era molto migliore in tal senso).
 
Nel 1940 l'Esercito giunse alla conclusione che un sistema semiautomatico era necessario per i soldati, e indisse un concorso a cui parteciparono la Walhter e la Mauser, con modelli molto simili. Utilizzavano il 'sistema Bang' con i gas prelevati dalla volata, il che si dimostrò decisamente complesso e macchinoso. Dopo che il Mauser, sorprendentemente, non si dimostrò adatto, venne adottato il Walther come Gewher 41(W) da 7,92 mm. Ma nemmeno quest'arma era ben riuscita, complessa e inaffidabile sul campo, pesante da portare e comlessa da fabbricare e persino da caricare nel suo astuccio da 10 colpi. Come spesso accaduto (lo Chaucat francese) pensare ad armi avanzate per la fanteria era un conto, realizzarle un altro e spesso lo si faceva con criteri del tutto irrealistici per i soldati al fronte. Nonostante questo ne vennero prodotti decine di migliaia di esemplari, ma erano ben poca cosa rispetto alle masse di Mauser a caricamento ordinario.
 
Al dunque, i Tedeschi scoprirono di essere stati battuti dai Sovietici quando i fucili semiautomatici Tokarev vennero catturati; essi avevano un meccanismo di ripetizione molto migliore e semplificato, e si scoprì che era adattabile al Gewher 41: subito ne nacque il Gewher 43 che accompagnò i Tedeschi nella fase discendente della loro disgraziata guerra sul Fronte Orientale. Fu un compagno fedele per il soldato tedesco, anche come arma per tiratori scelti; i fanti che l'ebbero ne ottennero una alta impressione, a tutti gli effetti si trattava del sistema sovietico adattato alla produzione tedesca. Si cercò di semplificare al massimo la produzione, fino al Karabiner 43 del 1944, accorciato tra l'altro di 5 cm; erano spesso presenti calci in plastica o legno compensato. Per dare una differenza tra il mod 41 e il 43 eco i dati: nel primo caso, lunghezza di 1,124 m e canna da 54,9 cm, nel secondo 1,117 e 54,9 cm; ma il peso era di 5,03 contro 4,4 kg. Il caricatore era ad astuccio sotto la canna, da 10 colpi.
===Siluranti, torpediniere e cacciatorpediniere <ref>Armi da guerra 117, 114 e 107; per le armi vedi il sito [www.navweaps.com]</ref>===
====Unità siluranti e cannoniere====
[[Immagine:Germaneboat.jpg|350px|left|thumb|Una tipica S-Boote]]
La Germania ha indubbiamente un nome nel campo delle unità d'attacco veloci, e questo è vero fin dagli anni '30. Prima i Tedeschi non erano particolarmente interessati alle piccole unità siluranti, ma dagli inizi degli anni '30 la Lurssen mise mano ad un progetto di nave veloce metallica, rivestita in legno, con carena tonda anziché a spigolo come quella delle navi inglesi. Il risultato fu quello di un'unità dalle ottime qualità nautiche. Strano a dirsi, in proporzione tale capacità è migliore di quella mostrata dai grandi cacciatorpediniere tedeschi. Di sicuro superava di molto le unità britanniche (e italiane) con carena a spigolo, più veloci in acque calme, ma ideali al più per teatri operativi litoranei come l'Adriatico, con acque mediamente molto calme. In acque agitate di fatto questi grossi motoscafi erano più lenti del progetto che venne poi noto come '''[[w:S-Boot|S-Boote]]''' (Schnell Boote). Se la domanda era: 'come si può costruire un battello d'attacco di superficie dalle caratteristiche ottimali?' la risposta fu certo quella del prototipo S1 del 1930, seguito da altri con motori a benzina in attesa dei diesel, in corso di perfezionamento dalla Daimler-Benz e MAN. L'S6 ebbe configurazione definitiva con lunghezza di 32,4 m e 35 nodi, poi aumentati con motori da 11 anziché 7 cilindri che a loro volta richiesero uno scafo da 34,7 m. Quest'ultimo fu considerato ottimale per tutte le altre navi, senza bisogno di riprogettare tutto come fu costretta a fare la RN ogni volta che cercò di incrementare le capacità delle sue unità veloci. Data la lunghezza, circa doppia rispetto ai 18 m dei MAS italiani, fu facile sistemare i lanciasiluri da 533 mm, per giunta davanti alla plancia, il che permetteva un lancio ottimale, e poi c'era spazio per altri due siluri posti dietro come ricarica. Dato che i tubi erano esposti, sgraziatamente deposti com'erano sulla plancia, non fu difficile pensare ad alzare il castello di 1 m e così dalla S26 la forma divenne quella di un basso e solido battello d'attacco con i lanciasiluri integrati dentro la murata anteriorie, e bassa sovrastruttura. Una postazione da 20 era sistemata tra i lanciasiluri, uno da 20 o 37 posteriore,ottime doti nautiche con ridotta esposizione agli spruzzi. Vennero adottate in seguito armi migliorate, corazza tipo 'Kalotte' per la plancia, e motori sufficienti per 42 nodi, nonché due tubi rivolti a poppavia. Circa 200 vennero realizzate durante la guerra, e la metà, nonostante un'attività intensissima (anche e sopratutto contro le navi costiere britanniche), sopravvisse alla guerra. La Lurssen è rimasta poi tra i principali produttori nel settore delle unità sottili con cannoni, siluri e missili al passo delle tecnologie moderne.
 
Come si è detto il fucile semiautomatico divenne presto un'arma molto richiesta e apprezzata, anche se pesava qualcosa di più ed era nominalmente soggetto a malfunzionamenti, fino a che 'ibridato' con il sistema Tokarev divenne un formidabile strumento bellico.
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 200
*Dislocamento: 93-225 t
*Dimensioni: lunghezza 34,95 m, larghezza 5 m, pescaggio 1,4 m
*Propulsione: 3 diesel su 3 assi; 6.000hp ; 39,5 nodi; 1.390 km a 35 nodi
*Equipaggio: 21
*Armamento: 2 da 20 mm, 2 TLS da 533 mm
 
Ma in quel mondo strano ch'era la Germania nazista, le forze armate tedesche erano divise da inimicizie che difficilmente si potevano sospettare a vederle tutte unite nelle campagne della Blitzkrieg. Eppure, la peggior rivalità che si sviluppò fu proprio quella tra Luftwaffe e Wermarcht. Ora la prima era venuta a sapere che la seconda stava costruendo un fucile semiautomatico, e naturalmente non volle essere da meno. Cosìdalla Rheinmetall fece progettare un'arma che fossecapace di erogare fuoco automatico, ma attenzione, questo significa tiro a raffica e non a colpo singolo. Per resistere alle sollecitazioni delle raffiche in genere si adotta una munizione di medi potenza, anche se l'esempio di armi come l'M14 e il 'fratello' BM59 (entrambi derivati dal Garand: è facile trasformare qualunque arma semiautomatica in automatica) dimostra che volendo la cosa 'si può fare', ma non è certo l'ideale anche per la dotazione di munizioni che normalmente il fante porta con sé, piuttosto bassa se si tratta di proiettili ad alta velocià iniziale.
Le motosiluranti tedesche furono vendute anche agli Yugoslavi e furono queste navi catturate che ispirarono agli Italiani le loro MS (Motosiluranti) che vennero prodotte come successori dei MAS, cosa che finalmente consentì di operare meglio in mare aperto, sia pure con velocità di punta (teoricamente) inferiori. Fino al '43 le navi tedesche, nelle loro incursioni notturne, non poterono essere contrastate con successo. Alle volte ebbero un cannone da 37 al posto del secondo pezzo da 20, spesso ebbero anche mine al posto dei siluri e se fossero state maggiormente impiegate in tale senso sarebbero state ancora più temibili. La guerra di mine non è spettacolare né suscita certo plauso per 'fair play' (o ricompense al valore), ma è terribilmente efficace. Gli ordigni con azionamento magnetico anziché a contatto, depositati sul fondo, erano difficili da scoprire e da dragare e ne seppero qualcosa gli Inglesi. Tedeschi e Inglesi ebbero entrambi fin da subito siluri con acciarini magnetici oltre a quelli di contatto, ma spesso non funzionavano correttamente col rischio di esplosioni premature o di non esplosioni (date anche le differenze di latitudine, che dovevano essere tenute in considerazione, come scopriranno con imbarazzo i tedeschi); ma le mine erano molto più temibili e gli undici campi minati posati nell'estuario del Tamigi e di altri grandi fiumi distrussero ben 76 navi mercantili, molto di più di quello che fu possibile fare con azioni dirette. E tutto questo facilmente, percorrendo ad alta velocità il tratto di mare in piena notte. Fino a che i radar non divennero d'uso comune, per gli attaccanti questo significava farla franca quasi sistematicamente. Mentre le 'S Boote dovevano' correre molti più rischi se si fossero avventate su navi con attacchi diretti, anche se, quasi sempre, riuscirono a scappare. Se avessero avuto siluri autoguidati come le armi moderne (e quelle divenute disponibili ad un certo punto della guerra) i loro successi sarebbero anche stati più numerosi.
 
In ogni caso il proiettile venne ancora scelto tra quelli ad alta velocità, sempre la solita munizione da 7,92 mm. Nonostante questo, nonostante il contemporaneo requisito di fuoco automatico e nonostante la richiesta per le unità paracadiste, interessate a materialeleggero, il risultato fu uno dei più interessanti fucili della II GM: il Fallschirmjagergewehr 42 o FG 42. Appena più grande di un normale fucile a ripetizione, anzi decisamente più corto, con impugnatura inclinata a pistola (simile a quella della P.08 Luger), calcio di plastica nera, bipiede come dotazione standard, baionetta triangolare, sistema d'alimentazione a recupero indiretto del gas. Ebbe ordini per un gran numero di esemplari, che peraltro non vennero mai consegnati nel numero richiesto. Pesante grossomodo come i fucili d'assalto automatici, anzi anche meno dei StG, venne prodotta anche con calcio in legno e altre semplificazioni pur di produrne il maggior numero possibile. Ma al dunque solo 7.000 esemplari circa vennero prodotti per la LW. IL disegno di quello che potrebbe anche essere definito un fucile mitragliatore o una mitragliatrice leggera,interessò molte nazioni nel dopoguerra. Eccetto il caricatore da 20 colpi messo lateralmente, che tendeva a sbilanciare l'arma nel fuoro, molte altre cose di quest'arma vennero riprese, come il meccanismo di sottrazione gas capace di funzionamento semiautomatico con otturatore chiuso o automatico, con otturatore aperto.
[[Immagine:Leichtes_Torpedoschnellboot_(LTS)_Typ_Iltis.jpg|350px|left|]]
Un tipo di silurante del tutto diverso era il tipo '''LS''' e la variante '''KM''', piccole unità d'attacco speciale. LS significa 'Motosilurante leggera' e infatti era intesa come mezzo imbarcabile su navi pirata, da impiegare in azioni d'attacco a sorpresa ai mercantili, che certo non si aspettavano di imbattersi in una motosilurante in pieno oceano. Ve ne furono solo 3, la LS 1 non passò l'esame dei pesi (eccessivi per le gru della nave), ci riuscì la LS2 realizzata in lega leggera, e allestita come come posamine, la LS3 con motori efficienti grazie alla presenza dei riduttori per la corsara Kormoran, la LS4 motosilurante per la Michel, altre 8 in Egeo come navi ASW, con 11 cariche di profondità ma senza sonar. Erano in sostanza delle motosiluranti o delle posamine veloci, ma la loro tecnologia era più aeronautica, sia per la lega d'alluminio, sia perché il loro armamento fisso era costituito da una torretta aeronatica con relativa mitragliera del tipo MG151.
 
Queste le caratteristiche: cal. 7,92 mm, lunghezza 94 cm, canna 50,2 cm; peso 4,53 kg, astuccio da 20 colpi, v.iniziale 761 ms e cadenza teorica 750-800 c.min.
Il '''KM''' era invece un posameine costiero da 16 m con due motroi aerei da 550 hp. Non erano da sottovalutare, malgrado le dimensioni ridotte, perché potevano viaggiare fino alle coste britanniche e ritornare nell'arco di una notte, depositando 4 mine con una precisione maggiore di quella degli aerei. Ne vennero realizzate 36.
 
Le caratteristiche delle LS erano queste:
 
*N.unità: 11
*Dislocamento: 11,5 t
*Dimensioni: lunghezza 12,5 m, larghezza 3,3 m, pescaggio 0,76 m
*Propulsione: diesel
*Velocità: 42,5 nodi, autonomia 555 km a 30 nodi
*Equipaggio: 9
*Armamento: 1 da 15 o 20 mm, 2 TLS da 457 mm
 
Essendo costosa da produrre, come si capisce dai numeri complessivi, era chiaro che ,nonostante il funzionamento eccellente (con cartucce ad alta potenza!), c'era bisogno di qualcos'altro. Qualcos'altro che passava attraverso una nuova munizione che ,attenzione, è stata la pietra miliare della tecnologia del settore per i decenni a venire. Si pensi che anche il Kalashikov ne usa una versione adattata al 7.62 mm.
 
Questa nuova cartuccia nasceva dalla constatazione che le distanze di tiro dei fucili, balisticamente parlando, superavano grandemente la capacità di mirare attentamente da parte dei soldati medi (ma non dei cecchini). Ora questo significava proiettili troppo pesanti e costosi, armi parimenti troppo pesanti e costose, e difficili da maneggiare. Poche le munizioni trasportabili al seguito di ciascun fante. Era inutile dire che il fucile 98 era troppo pesante se poi non c'era modo di concepire qualcosa di funzionale ma di più leggero.
Le '''R-Boote''' meritano una piccola menzione, in quanto sono navi che svolsero un compito continuo e difficile, quello delle azioni di difesa costiera. Rumboote significa Dragamine (raumen, rimuovere), ma vennero usate anche come posamine e per scorta ai convogli. Come le S Boote avevano ossatura in acciaio e fasciame in legno, la migliore combinazione per navi solide e senza problemi di corrosione al tempo stesso; scafo da 60 t, 26 m, 17 nodi e una nave venne munita di eliche Voight Schneider epicicloidali, che non arrivavano a tale andatura ma miglioravano molto la manovrabilità. Questa nave venne riprodotta in oltre 100 esemplari. Nel frattempo le dimensioni aumentarono fino a quelle di una S Boote e anche oltre, raggiungendo con le GR-boote i 41 m e le 175 t, 3 eliche e due siluri oltre a parecchia artiglieria; le MZ Boote avevano funzione multiruolo (Mehrzweck) con due pezzi da 88 e lanciasiluri e scafo interamente in acciaio, non diedero risultati del tutto soddisfacenti tanto che solo una nave venne completata. Tra i tipi più recenti:
 
Ora gli scontri a fuoco avvenivano, anche in campo aperto, a distanze che spesso erano inferiori a 400 m. Perché non pensare a cartucce 'ritagliate' su questa constatazione? Ma i proiettili come anche l'eccellente 9x19 mm Parabellum (il primo numero significa il calibro, il secondo la lunghezza del bossolo) erano troppo deboli per tali distanze, certamente non avevano la precisione per colpire tanto lontano. Andavano bene per i mitra, per le pistole, ma mai sono state pensate per i reparti di fanteria ordinaria. Se questi erano i limiti inferiori, quelli maggiori erano per proiettili di minor calibro (max 8 mm) ma con cartucce lunghe anche oltre i 50 mm. Tra munizioni capaci di mach 0,8-1 e quelle da 2,5 ci poteva tuttavia essere un notevole spazio vuoto da riempire con un terzo, e più equilibrato calibro che consentisse anche di realizzare armi semiautomatiche o automatiche abbastanza leggere e facili da costruire. I Tedeschi cominciarono già nel '34 a lavorarci e solo anni dopo apparvero due tipi, la carabina-mitragliatrice42(W) della Walther, e un simile modello 42(H) della Hanael, che vinse la competizione stavolta a scapito della Walther (che a sua volta aveva battuto la Mauser). La cartuccia che venne costruita per tali armi era la 7,92x33 (derivata da una precedente 7,92x30 mm), costruita dalla Polte, che pesava un terzo in meno della 7,92x57 standard. Sarebbe stata nota con vari nomi, alla fine quello rimasto era il Kurz Patrone 43, del '43 ma derivata dagli studi realizzati già nel '41.
 
Ordunque, a questo punto ci si mise Hitler, che vietò tali armi: perché magazzini e industrie erano pienamente occupati dalle cartucce da 7,92 mm normali e la 7,92 mm 'Kurtz' avrebbe causato problemi di logistica. In un certo senso Hitler aveva ragione, ma allora cosa si sarebbe dovuto dire di tutte le armi catturate e ancora usate, o della situazione logistica dell'Esercito dell'Alleato Italiano, che avrà avuto una buona decina di tipi di munizioni tra il 6,5, 7,7, l'8 e il 9 mm? Al dunque, quest'introduzione non era tanto grave e non richiedeva tecnologie esotiche e di difficiel attuazione. Lo Stato Maggiore tedesco fece le classiche 'orecchie da mercante'; assecondò il dittatore ma autorizzò ugualmente l'introduzione della nuova arma, che contro le masse di fanteria sovietica ebbe subito un successo strepitoso. Eppure era ancora considerata una MP, ovvero una Maschinen-Pistole, mitra insomma, con la designazione di MP-43 (anno).I risultati furono molto interessanti, perché le cartucce intermedie erano abbastanza potenti per quasi tutti gli usi (un pò meno per il cecchinaggio), e Hitler, ritrovatosi a cose fatte, autorizzò l'arma ma con il più corretto nome di Sturmgewher 44 o StG44, ancora pressoché identico al 'mitra'.
*Dislocamento: 140 t
*Dimensioni: lunghezza 40 m, larghezza 5,6 m, pescaggio 1,45 m
*Propulsione: 2 diesel su 2 assi; 2.550 hp; 20,5 nodi; 2040 km a 15 nodi
*Equipaggio: 38
*Armamento: fino a 6 da 20 mm, 1 cannone da 37 mm.
 
Anche se era chiamto 'mitra' l'MP43 fu chiaramente il primo fucile d'assalto del mondo, capace di sparare a tiro singolo o raffica, Questo era un risultato che non poteva essere meno importante della tecnica vera e propria: prima i fanti armati di fucile erano dipendenti, nell'azione tattica, dal fuoco di supporto di mortai leggeri, mitragliatrici o fucili mitragliatori; ora, sebbene queste armi potessero essere (come si scoprirà nel dopogurra) ancora molto utili, i fanti stessi potevano erogare fuoco di copertura ai loro compagni. La cadenza di tiro pratica restava infatti inficiata dal caricatore da 30 colpi, che a tiro automatico si svuotava molto prima di quello da 10 di un'arma normale, mentre la canna non era rimpiazzabile e quindi si surriscaldava col tiro troppo prolungato. L'unica versione dell'MP 43 fu la /1 con tromboncino lanciagranate, ma molti furono i sistemi, anche molto avanzati, usati come accessori esterni. Uno dei più impressionanti data l'epoca, era il congegno di puntamento notturno. All'epoca era appena stato possibile dotate alcuni carri di sistemi di visione all'IR, questi vennero usati addirittura su alcuni dei fucili; ma più strano ancora fu il Krummlauf, che permetteva di sparare con angoli di 30-45 gradi contro bersagli defilati, e c'era anche un periscopio a specchio per il puntamento. Al dunque quest'idea di far 'spinnare' i proiettili per una traiettoria a curva era utile nei combattimenti ravvicinati, ma la canna ricurva che si usava era ben poco pratica per tutto il resto e l'idea non ha avuto molto seguito (ma venne usata dagli Americani in Corea). L'alimentazione era a gas recuperati dallo sparo e a parte qualche differenza di dettaglio non è facile distinguere tra un StG44 e un AK-47, anche se quest'ultimo ebbe una genesi diversa, con in comune solo la cartuccia tedesca che venne 'sovietizzata' e adattata alle armi, prima il fucile SKS e poi il Kalashikov. Molti MP 43 o Stg vennero usati nel dopoguerra dalla Cecoslovacchia e nei conflitti arabo-israeliani; ce ne sono persino alcune testimonianze degli anni '80 nei movimenti di guerriglia, forse riattati al 7,62 russo visto che la munizione originaria dovrebbe essere oramai irreperibile.
 
Le caratteristiche dell'StG-44: calibro 7,92 mm, lunghezza 94 cm, canna 42 cm, peso 5,22 kg, v.iniz 650 ms, cadenza 500 c.min, caricatore ad astuccio inferiore da 30 colpi.
====Torpediniere e cacciatorpediniere====
Le grosse siluranti di squadra Tedesche erano senza dubbio interessanti dal punto di vista del profilo tecnico, e non disprezzabili (43 caccia e 48 torpediniere complessivi) ma per varie ragioni non si può dire lo stesso di quello operativo, specie per i caccia. Tali ragioni sono molte e si possono elencare come segue, considerando l'evoluzione tecnica e produttiva di tali tipologie. Vale la pena di ricordare queste navi, visto che sono rimaste ben poco note storicamente parlando, mentre indubbiamente meritano attenzione. Senza la catastrofe di Narvik, è sicuro che se ne sarebbe sentito parlare ben più di quel che accadde.
 
Quale fu la produzione di questi fucili? Di dati certi non ve ne sono data la confusione dell'ultima parte della guerra. Dall'agosto al dicembre 1943 vennero costruiti 13.000 MP 43, della StG 44, praticamente uguale a parte una canna allungata di 5 cm, ne vennero prodotti 55.000 solo nel mese di novembre 1944. Era molto, ma era anche troppo tardi per capovolgere le sorti della guerra. Infine v'é da segnalare il Gerat 06, poi StG 45 della Mauser, che venne presentato nel 1943 ma venne respinto perché troppo complicato. La produzione pilota era stata di 30 esemplari che non avevano una presa di gas ma una chiusura metastabile. ANche la Haenel ebbe un suo StG 45, ma di esso non si sa nulla, tranne che era più leggero dell'altro. Quest'ultimo era pesante appena 3,5 kg, davvero poco per un'arma del genere.
[[Immagine:T_35_as_DD_935_in_US_seas_August_1945.jpg|380px|right|thumb|La torpediniera T-35 provata dagli americani nell'agosto 1945]]
 
Questi fucili non sono certo molto noti; esteticamente somigliano (per i tipi dell'esercito) ad un incrocio tra due celebri armia: i mitra MP 40 e gli AK-47. E questo era in definitiva l'MP-43/StG-44. La sua discendenza, con la cartuccia sovietica da 7,62 mm, è stato direttamente l'AK-47, passando attraverso l'efficiente carabina semiautomatica SKS del 1946. Questa cartuccia era stata sviluppata già nel 1943 ed era leggermente più potente (7,62x39 mm). Poi è stata la volta di altre armi, pure ben note: l'FG42 è stata la base in larga misura della famosa mitragliatrice M60, mentre l'StG-45 è stato la base di un fucile secondo solo agli AK e agli M16 per diffusione, il HK G.3 e il cugino spagnolo CETME Mod 58; dal primo è derivata anche il famoso mitra MP-5; con il che si è ritornati al punto di partenza, la definizione di 'mitra', quella usata nel 1943.
Anzitutto, parliamo delle torpediniere. Esse sono, com'é noto, una specie di piccolo cacciatorpediniere, o se si preferisce, una grossa motosilurante. Spesso usate come unità d'attacco silurante o posamine veloci, non meno di frequente hanno invece avuto un ripiego nel settore della difesa ASW e antiaerea. Le unità tedesche, contrassegnate dalla sigla T al posto della Z di Zerstorer (distruttore) dei caccia, erano le eredi delle unità nate già durante la Prima guerra mondiale. Le prime postbelliche furono le 12 'Iltis' con 3 pezzi da 105 mm e vari lanciasiluri e mine. Naturalmente il ridotto dislocamento delle torpediniere non inficiava il trasporto dei siluri, quanto quello dei ben più grossi cannoni. Queste prime torpediniere dimostrarono notevole validità, paradossalmente i successivi 21 'Type 35' e '37' non furono un successo, dato il dislocamento troppo ridotto.
 
===Armi controcarri<ref>Armi da guerra 105</ref>===
Non è chiaro invece dove si situassero i 6 'Mowe' e i 6 'Wolf' (TYpe 23 e 24), le ultime delle quali erano navi a 933-1320 t, con 3 cannoni da 105 mm e 6 siluri più 4 cannoni da 20 e sei siluri, da 33 nodi e 93 m di lunghezza complessiva. I motori erano da 23.000 hp con autonomia di 5.750 km a 17 nodi. Tutte andarono perdute in guerra.
Ovviamente queste hanno avuto la maggiore evoluzione rispetto ad altri tipi di equipaggiamenti, dato che il loro 'target' è stato a sua volta soggetto a pesanti (nel senso più letterale) cambiamenti, specie in protezione. I tempi dei fucili controcarri, per quanto validi, erano agli sgoccioli. I Tedeschi stavano a produrre il Panzerfaust, ma nei primi tipi esso era davvero un'arma a corto raggio, oltre che di maneggio talvolta pericoloso (per la 'suscettibilità' dell'esplosivo), e non era ricaricabile. Ma c'era il modo di usare anche i razzi da tubi ricaricabili. Oramai dimenticato, v'era un lanciarazzi chiamato 'Puppchen', bambola, che era una sorta di lanciarazzi per calibro 88 mm, anzi 8,8 cm. Esso era però simile ad un minuscolo cannone, quasi un giocattolo (da qui il nome) per il Racketenwerfer 43 8,8 cm. Si trattava di un affusto scudato e a ruote, un vero e proprio mini-cannone, con caricamento a retrocarica. Aveva se non altro una buona gittata massimo di 700 m, ma controcarri era di appena 230 (un terzo di tale valore); poteva sparare fino a 10 razzi al minuto ed era scomponibile in sette carichi per il trasporto, le ruote stesse erano smontabili per abbassare l'affusto. Era persino possibile metterle degli sci per muoversi nella neve ,e c'erano sullo scudo delle istruzioni stampate per il suo impiego, dal lato interno chiaramente, per poter usare questa nuova arma controcarri da parte di personale non necessariamente del tutto addestrato. Ma dopo i primi esemplari di questo ingegnoso ma complicato mezzo ci si rese conto che si trattava di un sistema inusitatamente complesso per i razzi di fanteria; catturando alcuni bazooka in Tunisia i Tedeschi si resero conto che era quella la via da percorrere, e così fecero. Spesso i pochi Puppchen prodotti vennero usati in Italia, in quanto i Tedeschi, specie in fronti secondari, non 'buttavano via nulla' che servisse ai loro scopi. Gli Alleati furono molto interessati a questo vero e proprio 'cannone lanciarazzi', a cui dedicarono una valutazione d'impiego apposita.
 
 
*Calibro: 88 mm
Il passo successivo fu quello delle 'Type 39' con 15 scafi; costruite in un cantiere di Elbing rinomato per la sua efficienza, presero il nome da quella città e costituirono il programma di guerra della Germania nel settore.
*Dati: lunghezza 2.87 m, di cui 1,6 tubo; peso 146 in asetto di marcia, 100 in combattimento, razzo 2,66 kg
*Alzo: -18/+15°
*Gittata: max 700 m, tiro c.c. 230 m
 
I Tedeschi usarono anche un'altra arma, la Panzerwurfmine (L= che era un'arma poi ripresa dai Sovietici e persino dagli Egiziani, che l'hanno trovata adatta all'impiego tattico della loro fanteria. Era una grossa bomba a mano con il classico manico, ma con una carica sferica-conica all'estremità contenente una testata HEAT. La particolarità però non era nemmeno questa, ma il fatto che una volta lanciata la bomba descriveva una traiettoria arcuata, fino a che dei governali in tela si aprivano e a mò di ombrello, la facevano ricadere ad alto angolo, ma sempre nella direzione desiderata, proprio quello che ci voleva per colpire un carro dal tetto; la gittata massima, con un abile lanciatore, era di circa 30 m. L'arma piacque molto, essendo perfettamente in grado di mettere KO un carro, anche se non l'avesse centrato in pieno sul tetto: la carica interna era di ben 520 grammi, una quantità inusitata per una bomba a mano, costituita per pari parti da RDX e TNT. Il tiratore non doveva applicare così la solita mina magnetica al carro, evitando l'avvicinamento finale che nei combattimenti era il più pericoloso; inoltre la sicura non si attivava fino a che l'arma non era lanciata, perché sensibile all'accelerazione. Gli Alleati non copiarono la bomba in parola, ma riutilizzarono tutti gli esemplari catturati; anzi gli Americani pensarono ad utilizzarla come fosse un 'grosso dardo' da tirare a mò di giavellotto; poi, quando si accorsero che era un'arma a 'parabola', corressero l'errore di valutazione con appositi bollettini. I Sovietici nel dopoguerra ne produrranno l'evoluzione, come la RKG-3M, capace di perforare 165 mm d'acciaio (40 in più di tipi precedenti), vista in azione anche in Cecenia. Se si considera che il tetto e la torre dei carri hanno spessori di circa 30 e 40 mm, ci si può ben rendere conto che in assenza di corazze ERA o di sacchi di sabbia (che possibilmente evitino la detonazione dell'ordigno) ogni carro armato è in gravi difficoltà ad incassare colpi del genere.
Programma ben riuscito, dato che si trattò di navi da 102 m con 4 anziché 3 cannoni da 105 mm, e i soliti 6 tls da 533 con varie armi leggere e mine, nonché il ritorno a due fumaioli (le precedenti unità ne avevano uno, differentemente dalle Iltis), il tutto su di uno scafo ingrandito con 102 m di lunghezza. Il varo ebbe luogo tra il 1942-44.
 
I dati: diametro bomba 114,3 mm, lunghezza 533 mm, bomba 280 mm (tutte misure anglosassoni, non è chiaro perché), peso 1,35 kg di cui 520 gr di testata.
 
Un'arma più potente e a lungo raggio erano i fuciloni tedeschi, che avevano calibro da 7,92 mm ma i PzB 38 e 39 risultarono presto superati. Erano comunque armi interessanti balisticamente parlando, solo che il primo era costoso e somigliava ad un pezzo d'artiglieria (costruzione Rheinmetall), di cui 1.600 vennero costruiti; ma il vero armamento fu piuttosto il PzB 39 molto più semplice, con otturatorre scorrevole. Le munizioni avevano nucleo di acciaio e poi di tungsteno, esperienza questa subita dai Tedeschi contro i fucili controcarri Mrosczek polacchi del '39. Vennero prodotti anche dei successori per questo fucile, e persino una 'super mitragliatrice' controcarri, la MG 141. Non solo, ma vennero adottati i fucili svizzeri MSS 41 della Solothurn, fabbrica quest'ultima nota anche in Italia; infatti era la stessa che produsse un fucilone davvero potente, noto in Germania come PzB 785 (s) 2 cm, una specie di cannoncino controcarri con tanto di affusto a biga. Furono probabilmente proprio gli esemplari tedeschi che fin dal '40 finirono, in buona parte (dei non molti prodotti) in Italia. Aveva alcune notevoli caratteristiche, che con ogni probabilità risentivano dell'esperienza della Solothurn nel settore cannoni contraeri (di cui esso era una specie di arma 'portatile'), aveva infatti caricamento semiautomatico, con caricatori da 5 o anche da 10 colpi. Però nell'insieme pesava oltre 50 kg e quindi era superata solo dall'arma giapponese paricalibro, che era però trasportata con una specie di barella, molto più facile da portare visto che oltretutto pesava 70 kg. IL Solothurn perforava molto: 30 mm a 500 m, persino più dei fuciloni sovietici; ma era anche molto più pesante e costoso.
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 12 varate nel 1942-44
*Dislocamento: 1.295-1.755 t
*Dimensioni: lunghezza 102 m, larghezza 10 m, pescaggio 2,6 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 32.000hp ; 33,5 nodi; 9.300 km a 19 nodi
*Equipaggio: 198
*Armamento: 2 cannoni da 105 mm, 4 da 37, 6 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm.; 50 mine
 
Ma i fucili tedeschi controcarri veri e propri erano in effetti delle armi molto particolari, quasi dei fucili da caccia grossa. Infatti il lroo calibro e aspetto era quello di un grosso fucile,con bipiede ripiegabile e anche con un voluminoso freno di bocca, con le seguenti caratteristiche (per il PzB 38):
Vanno ricordate le caratteristiche dei loro cannoni principali, gli '''SK C/32''': cannoni da 45 calibri, capaci di tirare una granata da 15,1 kg a 15,2 km. Da notare che alcune installazioni avevano un alzo fino a 70 gradi il che gli dava possibilità di sparare fino a circa 10 km di quota contro bersagli aerei. La cadenza di tiro era anche tutt'altro che disprezzabile, 15 c.min. Come confronto i cannoni italiani OTO mod 31 e 37 delle 'Spica' italiane, i quali, sempre in un affusto da circa 6 t, avevano una impercettibile superiorità in gittata -15,4 km, ma dopo la riduzione di v.iniziale da 900 a 855 ms per ridurre la dispersione- ma una sensibile inferiorità come granata (14,2 kg) e sopratutto come cadenza di tiro, 8-10 c.min contro 15. Inoltre l'affusto garantiva solo 45 gradi di alzo (poi in alcuni casi, venne portato a 60), due cose che (assieme al fatto che entrambi avevano azionamento manuale in azimouth ed elevazione) rendevano molto marginale la sua efficacia come arma antiaerea, e certamente inferiore al pezzo da 105 tedesco. Vista la scarsa stabilità delle navi leggere come queste (specie le 'Spica' da cira 800 t), la gittata massima era in pratica un fatto aleatorio; cadenza di tiro e peso della granata erano invece ben più importanti e anche qui il lento cannone italiano aveva una netta inferiorità. Apparentemente le armi navali italiane erano al 'top' come balistica', mentre erano in fondo quanto cadenza di tiro rispetto alle realizzazioni straniere.
 
Calibro: 7,92 mm
Vale la pena notare come il primo cannone postbellico era l'SK C/28 da 105/55 mm, capace di 925 ms e, nonostante l'alzo di appena 30 gradi, capace di raggiungere 17,2 km con una granata di 14,7 kg, sempre a 15 c.min. Il solo cannone pesava circa 3,6 t e nell'insieme si trattava di un qualcosa di piuttosto pesante per le navi di minore stazza, per questo il pezzo da 45 calibri venne preferito. Ma questa non fu la fine del cannone tedesco.
*Dimensioni e psei: 1,615 m, canna 1,085 m, peso 16,2 kg
*Prestazioni: v.iniziale: 1.210 m.sec, perforazione corazza 25 mm a 30 mm.
 
PzB 39: quasi analogo solo 1,62 m di lunghezza, 12,6 kg di peso, v.iniz. 1265 m.sec con le stesse prestazioni.
Le 'Elbing' vennero presto impiegate in pattugliamenti, scorte, posa di mine, operazioni notturne in cui esse, nonostante dimensioni del tutto paragonabili a quelle di un vecchio cacciatorpediniere (per esempio, erano 5 m più lunghe dei 'Turbine' italiani, pesavano anche di più standard, ma avevano cannoni da 105 singoli e non 4 binati da 120, mentre la potenza era del 20% inferiore), si mossero veloci e con risultati molto notevoli. Spesso si scontrarono, al largo delle coste bretoni, con i caccia 'Tribal' basati a Plymouth.
 
Da notare l'enorme velocità iniziale, degna di un proiettile subcalibrato, e data da un bossolo di inusitate dimensioni. Colpisce il calibro, ancora quello dei fucili standard, che certamente non era garanzia di effetti 'behind the armour' elevati ergo molti colpi dovevano penetrare prima di mettere KO un mezzo nemico; ma in pratica la capacità perforante, ancorché elevata (il Boys britannico da 13,97 mm perforava alla stessa distanza solo 21 mm, la Browning sa 12,7 25 mm a 100 m, la Vickers 18 mm, una mitragliatrice normale circa 10 mm a 100 m), non era ancora del tutto sufficiente contro i carri, specie quelli sovietici. Ma era certo un pericolo contro i carri leggeri e le blindo.
 
Per migliorare le cose contro i carri armati c'erano anche le granate da fucile a carica cava, teoricamente sufficienti per consentire al fante di mettere KO un carro armato. La cosa danneggiava spesso l'arma di per sé, ma è più una considerazione da tempo di pace. Per avere un sistema apposito per tali granate i tedeschi ebbero anche un PzB 39 con trombombcino a bicchiere, chiamato Granatbuchse, ovvero fucile lanciagranate: una speciale cartuccia a bassa potenza attivava il lancio della granata su di un certo raggio, con la perforazione dipendente dal tipo di testata.
Ma la loro azione più celebre fu quella del 22 ottobre 1943, allorché una grossa formazione di squadra inglese, costituita dall'incrociatore '''HMS Charibdys''' e 6 ct. di scorta e di squadra, tentò di intercettare una nave tedesca, ma nottetempo si ritrovò addosso la scorta di 5 torpediniere 'Elbing', che avevano un radar a bordo, ma sopratutto grande esperienza di combattimento notturno. La formazione tedesca in avvicinamento fu scoperta al radar: il Charibdys, anche se armato solo con 8 pezzi da 114 mm (perché gli 8 o 10 da 133 previsti erano per il momento indisponibili: forse non un male visto che i pezzi da 114 erano indubbiamente superiori come armi antiaeree), era un veterano di missioni nel Mediterraneo, e data la sua esperienza può stupire che, invece che annientare la formazione nemica (come fece l'HMS Ajax con le navi italiane nell'ottobre del '40), non solo abbia esistato a capire quale fosse l'identità di queste unità, ma non abbia nemmeno avvisato i suoi compagni, di cui era la nave comando. Eppure gli Inglesi erano molto ben addestrati nei combattimenti notturni. Qui no: le 'Elbing' serrarono fino a 3 km e aspettandosi una valanga di fuoco da un momento all'altro ,ruppero gli indugi, si misero il linea di fila secondo tattiche simili a quelle giapponesi, e tirarono 24 dei loro 30 siluri. Fu l'ennesima dimostrazione che 'vince chi fa meno errori' e quando l'incrociatore iniziò il tiro illuminante, le scie dei siluri divennero visibili. La loro mortale minaccia rese necessarie manovre di disimpegno rapide, e questo agevolò la ritirata delle torpediniere tedesche. L'incrociatore venne colpito da due siluri sul lato sinistro e, con la sua debole corazzatura, non sopravvisse, rovesciandosi ben presto; un caccia di scorta 'Hunt' ebbe la prua asportata e dovette essere affondato sul posto. Nemmeno un proiettile venne sparato verso le navi tedesche in fuga a tutta velocità.
 
Ma questa non era certo l'unica modalità per tirare granate. I PzB 39 erano derivati dai precedenti fucili, appositamente trasformati; il soldato tedesco aveva anche il fucile Mauser 98k con tromboncino lanciagranate a picchiere in volata, capace di sparare granate, anche controcarri, su di una gittata di 200 m al massimo, con tanto di mirino a bolla specifico. Per il combattimento ravvicinato, c'era anche la teccnica della 'Carica concentrata' ovvero prendere un certo numero di Stielgrenate (granate con il manico) senza manico, legarle attorno ad una con il manico tramite filo di ferro, e tirarle come armi anti-bunker e controcarri.
[[Immagine:Leberecht Maass2.jpg|360px|right|thumb|Il capoclasse 'Leberecht Maass']]
I cacciatorpediniere tedeschi sono stati invece concepiti per azioni dirette contro unità similari, e possibilmente contrasto a unità maggiori. Ecco quindi il progetto Z34 o ''''Maas'''', ben 20 grandi navi da 119 m di lunghezza. Per essere siluranti dell'epoca, erano davvero unità impressionanti (lo scafo era più grande di quello di una fregata 'Lupo' e quasi grande quanto una 'Maestrale', rispettivamente 112 e 122 m), con un aspetto molto lineare e pulito, nella tradizione delle navi tedesche. Essi sono stati tra i più potenti caccia del mondo, con un layout di cannoni (5 da 127 di cui 3 a poppa) analogo a quello dei 'Fletcher' americani; vanno notati anche per l'enorme potenza dei motori, da 70.000 hp, che erano certamente quelli di maggior potenza tra una classe di cacci costruita in tal numero di esemplari.
 
Un'arma diversa era la Kampfpistole da 27 mm, che derivava da un congegno di segnalazione a bengala, per la quale gli ingegnosi tedeschi ben pensarono di usare anche razzi a carica cava o HE, ma certo, anche provvista di canna rigata e calcio ripiegabile, sparava solo fino a una gittata utile di 90 m una bomba da 51 mm di lunghezza con una minuscola carica di TNT. Decisamente questa 'Sturmpistole' (nome definitivo) costava molti soldi per quello che offriva. Verso la fine della guerra i tromboncini lanciagranate dei fucili e dei PzB potevano sparare varie Panzergranate, e ben tre tipi di grandi dimensioni, per 'venire incontro' ai carri più potenti: la 46 e la 61 e un'altra senza nome. Erano armi teoricamente capaci di trasformare un fante in un cacciatore di carri, ma non si sa bene quanto in pratica fossero efficaci. Eppure la loro minaccia, data anche la mobilità della 'piattaforma' di lancio non andrebbe mai sottovalutata, tanto che vi sono testimonianze di un uso efficace contro carri medi anche in conflitti postbellici, tipo quelli Israelo-Arabi.
Impostati nel '34 e varati nel 1937-39, costituirono i primi cacciatorpediniere tedeschi del periodo postbellico e contribuirono a preoccupare gli Inglesi, che risposero con i 16 'Tribal' e poi altri 40 'J,L,M,N,K'.
 
Le mine tedesche erano invece le famose Tellermine: la 29, 35, 42 e 43. La Tellermine 42 pesava 7,8 kg e con diametro di 324 mm, spessore 102 mm, e faceva esplodere la carica di Amatol se veniva calpestata da almeno 340 kg di peso; divennero presto più sofisticate, con tanto di mini-mine (antiuomo) collegate ad esse, e che avevano la brutta tendenza ad esplodere colpendo l'ignaro geniere che le avesse rimosse.
In ogni caso, per l'armamento questi cacciatorpediniere tedeschi, di ispirazione parzialmente dovuta proprio alla Gran Bretagna, erano armati con cannoni da 127/45 mm, in realtà 128 (per poter riutilizzare le munizioni catturate e impedire al nemico di fare altrettanto, al solito, vedi i cannoni da 77 della I GM). Questi erano distribuiti in 5 impianti, di cui 3 nella zona di poppa. Vale la pena di soffermarci su queste artiglierie, le migliori della sua categoria e del suo calibro. Le prime derivavano proprio dagli SC K/28 da 105/55 che abbiamo visto prima, semplicemente ricalibrati per ottenere quei 23 mm in più di calibro.
 
Tornando ai razzi controcarri veri e propri, dopo l'esordio della Puppchen si ebbero sistemi decisamente più pratici e sopratutto, economici e portatili.
Con una cadenza di tiro che poteva sfiorare i 20 colpi al minuto nelle migliori condizioni (certo non in clima artico), con circa 830 ms, ridotta elevazione (30 gradi per la maggior parte degli affusti), sparava fino a oltre 17,4 km una granata da 28 kg. Era quindi certamente il più potente cannone del suo calibro dell'epoca, anche considerando la cadenza di tiro, sebbene il suo affusto di quasi 40 t avesse solo azionamento manuale e quindi non fosse utilizzabile per il tiro antiaereo se non per compiti di sbarramento. Da notare che i cannoni moderni da 127, a parte il caricamento automatico (e le munizioni, torrette, sistmi FCS) presentano la possibilità di sparare colpi da 32 kg a 23 km, persino meglio dei 135/45 italiani (32 kg a 19,6 km) bellici. Ma per l'epoca, tra i cannoni di questo calibro si trattava di prestazioni d'altissimo livello.
[[Immagine:1668 - Salzburg - Festung Hohensalzburg - Panzerschreck und Panzerfaust.JPG|360px|left|thumb|Panzerfaust e Panzerschreck a confronto]]
Ecco quindi i due derivati terribili, i '''Panzerfaust''' e i '''Panzerschrek''', (Pugno corazzato e Terrore dei carri). Ora cominciamo dal secondo, anche se apparve dopo l'altro. Il 'fucile a razzo controcarri' come veniva chiamato, era del '43 e adottava praticamente il razzo del Puppchen, con sistema d'accensione elettrica anziché a percussione. Ebbe successo e fu l'antisignano del Super Bazooka, apparso verso la fine della guerra in calibro 89 mm perché si temeva fosse inefficace il vecchio 60 mm contro i nuovi carri pesanti (come in effetti si dimostrò), la gittata era di circa 150 m, ma l'inconveniente era che il razzo era ancora acceso quando partiva dal tubo, da qui la necessità di una apposita visiera per il lanciatore; inoltre era meglio se c'erano anche indumenti protettivi e una maschera antigas, e infine i detriti e gli scarichi del razzo erano pericolosi fino a 4 m, rendendo inadatta l'arma dallo sparo da luoghi chiusi, e troppo visibile (=nuvole di polvere) se sparava dall'esterno. Inoltre era piuttosto pesante e ingombrante. Ma del resto non c'erano al momento altri modi di coprire le distanze tra 40 e 100 e passa metri, perché il Panzerfaust era troppo impreciso in tal caso. Fu l'RPzB 54 con scudo antivampa che eliminò la necessità delle protezioni per il soldato lanciatore; ma non certo il resto dei problemi; il RPzB 54/1 arrivava a 180 m con una granata migliorata; gli ultimi razzi prodotti perforavano 160 mm, mentre i vecchi mod. 43 venivano passati alla seconda linea. Erano popolari tra le truppe, ma con i problemi di cui sopra.
 
I dati: RPzB 43, tubo 9,2 kg, razzo 3,27 kg di cui 650 gr per la testata; lunghezza 1,638 m e gittata di 150 m; l'RPzB 54 pesava 11 kg e il razzo 3,25; per il resto non c'erano molte novità, se non che la cadenza di tiro indicata era di 4-5 colpi al minuto.
Con un volume di fuoco fino a 90 c.min a 17,4 km, questi caccia potevano sopraffare i tipici equivalenti inglesi che sparavano 60-80 colpi da 22 kg a 15 km. La dotazione di colpi per cannone, come sulle torpediniere, era di circa 100-140 colpi. Come nota, ancora nel 2003 alcuni di questi cannoni, presumibilmente recuperati dai caccia affondati, facevano parte delle robuste difese costiere norvegesi (come anche altri cannoni d'epoca).
 
[[Immagine:Captured panzerfaust.jpg|360px|right|thumb|Quest'oggetto dalla forma di bastone è il Panzerfaust standard]]
'''Caratteristiche Type 34 Maas''':
Quanto al Panzerfaust, esso apparve nel '42 come pratico sistema per tirare un'ogiva di grosse dimensioni controcarri; arma all'epoca unica, venne prodotta dalla HASAG di Lipsia e non era un vero e proprio lanciarazzi ma una specie di cannone senza rinculo portatile, però con razzo sovracalibro, come negli RPG e a differenza dei più ingombranti Bazooka e Panzerschrek, nessuno dei quali all'epoca era ancora disponibile. In sostanza era un tubo con del propellente azionato prima dell'uscita della granata, da qui la mancanza di protezioni per il servente; la gittata era ridotta, specie nel tipo Panzerfaust 30 klein, il primo, che aveva una gittata pratica di 30 m e una testata da 100 mm, capace nondimeno di perforare 140 mm a 30 gradi d'impatto. Il tubo di lancio doveva essere messo sotto il braccio prima dello sparo, non sopra la spalla come il Bazooka; malgrado la corta gittata, la caduta della traiettoria era tale da rendere necessario un alzo abbassabile. Presto arrivarono i più potenti Panzerfaust 60 e 100, e ed erano persino in programma i tipi 150 e 250, pure ricaricabili, praticamente gli antenati diretti degli RPG-2 sovietici del dopoguerra.
*N.unità: 22 varate nel 1937-39
*Dislocamento: 2.230-3.160 t
*Dimensioni: lunghezza 119 m, larghezza 11,3 m, pescaggio 3,8 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 70.000 hp ; 38 nodi; 8.200 km a 18 nodi
*Equipaggio: 315
*Armamento: 5 cannoni da 127 mm, 4 da 37, 6 da 20 mm, 8 TLS da 533 mm; 60 mine
 
Le loro caratteristiche:
 
*Panzerfaust 30: gittata 30 m, peso totale 1,475 (klein), 5,22 (normale); proietto 100 e 140 mm rispettivamente, dal peso di 680 gr e 3 kg; v.iniziale 30 m.sec e perforazione massima 140 e 200 mm a 30°.
Detto questo, questi potenti cacciatorpediniere vanno ricordati per la loro importanza, essendone stati realizzati ben 22, che negli ultimi lotti venne allungato di 6 metri, visto che le loro doti nautiche lasciavano, a causa dei pesi in alto e del basso bordo libero, molto a desiderare, e che per motivi di stabilità era consigliabile non scendere sotto il 30% della dotazione di nafta. Rimasero famosi sopratutto per l'azione audace di 10 di loro che attaccarono Narvik e l'occuparono in quella che è passata alla storia come l'invasione della Norvegia, ma che in realtà fu una gara di velocità tra Tedeschi e Anglo-francesi ad occupare una nazione che 'non poteva' restare neutrale. Vinsero i Tedeschi ma storicamente vennero poi considerati gli 'invasori' della nazione (cosa di per sé vera, ma una verità parziale visto che gli Alleati stavano organizzando la stessa cosa). I 10 caccia andati a Narvik portavano con loro 2.000 alpini tedeschi e si prepararono a resistere là aspettando rifornimenti e rinforzi. Ma invece arrivò la Royal Navy, che al secondo tentativo usò addirittura la corazzata Warspite per stanare i caccia nemici. La distruzione di questi rappresentò un prezzo durissimo per la Marina germanica, che nell'insieme venne posta largamente fuori uso: l'incrociatore pesante Blucher affondato dalle difese di Oslo (carico di truppe), uno leggero, i 10 caccia, qualche sommergibile tra cui un grosso Type IX sorpreso dallo Swordfish (da osservazione, ma armato anche con 6 bombe da 113 kg di cui 4 usate nell'attacco) della Warspite a Narvik, aereo a cui si dovette gran parte del successo contro i caccia nemici in agguato con i siluri; le corazzate Scharnorst, Gneisenau e Lutzow danneggiate da siluri. La RN perse 'solo' 8 caccia, un sommergibile oceanico (il Thames) e la portaerei GLORIOUS.
 
*Panzerfaust 60: gittata 60 m, proiettile da 3 kg e totale 6,8 kg; v.iniziale 45 m.sec.
Dopo quest'azione i caccia tedeschi non ebbero più grande uso: dei 22 Type 34 e 36 (la versione allungata) 7 sopravviveranno alla guerra e qualcuno, come il Karl Galster venne messo in servizio nella flotta sovietica del Baltico (i caccia tedeschi, notare bene, avevano nomi propri di persone e non aggettivi o nomi di cose).
 
Questo aveva la testata dei Panzerfaust 30 ma con motore di maggior potenza. Descrivendo nel dettaglio l'arma, il tubo del klein era lungo 76,2 mm dal diametro di 50 mm, con struttura finale a 'calice' per contenere l'ogiva. I tipi con maggiore capacità avevano motori a razzo e il Panzerfaust 100 arrivava a 62 m.sec. Il Panzerfaust era un'arma potenziata da un esplosivo chiamato ciclonite, che talvolta si dimostrava piuttosto instabile. Il Panzerfaust era arma capace di suscitare una certa diffidenza anche in chi l'usava dato che era pericoloso farlo: per questo, era necessario tirare da distanza, magari mancando il bersaglio, ma non essendo subito sottoposto al fuoco di ritorno. I carri sovietici spesso avanzavano coperti di fanteria armata con mitra PPhS, e appena vedevano un soldato tedesco sbucare dietro un muro o da una buca, non esitavano a sparargli. Spesso vennero fornite protezioni aggiuntive perché il Panzerfaust era capace di dare ad un singolo fante la capacità controcarri, sia pure senza ricarica e da distanze minime, di un carro Tiger. La velocità del razzo era piuttosto bassa, nulla a che vedere con i quasi 300 msec degli RPG; l'arma veniva inserita solo prima del lancio per motivi di sicurezza nel tubo; il grilletto era protetto dall'alzo, che si elevava per mirare meglio; il tutto mentre c'era il rischio che la granata, una volta aperto l'alzo, liberata dai ganci che la trattenevano, scivolasse fuori dal tubo e forse esplodesse. Una volta lanciata, era stabilizzata da 4 superfici ripiegabili. Insomma, un sistema rudimentale, ma se si faceva centro, per il carro nemico era la fine. Negli ultimi giorni di Berlino era normale vedere civili e ragazzini della gioventù Hitleriana andare verso il fronte in bicicletta, armati con un paio di Panzerfaust per mettere KO qualche T-34 o Stalin. Il Panzerfaust era semplice e se non altro venne prodotto in quantità di centinaia di migliaia di esemplari, dimostrandosi molto pericoloso per i mezzi nemici, sopratutto negli scontri urbani o tra la vegetazione.
[[Immagine:Z39-Zerstoerer1936modA-USN-Photo.jpg|380px|left|thumb|Uno dei 'Narvik']]
 
Ai caccia Type 34/36 si poteva attribuire qualche difetto (quello di non avere cannoni DP, una tenuta al mare non eccelsa, scarsa manovrabilità e scarsa autonomia pratica); ma erano comunque navi di tutto rispetto. I Tedeschi però non si dichiararono soddisfatti, e vittime di quella 'corsa al gigantismo' che poco alla volta trasformerà i caccia in incrociatori leggeri, quelli leggeri in unità pesanti, e gli incrociatori pesanti in corazzate o incrociatori da battaglia, finirono per chiedere una nave ben più potente e decisamente inefficiente: il progetto Z23 o '''Type 36A''', che si noti bene, non aveva a che fare con i precedenti 'Maas' migliorati. Essi vennero realizzati nel contepo delle 'Elbing' che ne costituirono il più leggero complemento.
 
Venendo invece al Panzerschreck, la sua efficacia era elevata sì, ma non senza limiti vari. Eccoli<ref>Ludi G ''Panzerschreck, il Bazooka di Hitler'', Eserciti nella Storia mar apr 2006</ref>. Mentre il Panzerfaust era da distribuirsi alla fanteria comune, il 'Bazooka' era per team specifici controcarri, dato anche che l'arma pesava 9,25 kg per 1,6 m di lunghezza. La testata aveva 660 g di esplosivo. Era disponibile in versioni estive e invernali, ovvero rispondenti a differenti 'range' di temperatura. Servito da un team di due uomini, sparava il razzo dopo l'azionamento di un grosso grilletto a 105 m.sec. Dopo poche centinaia di pezzi prodotti del mod. 43, che si era dimostrato davvero pericoloso per il lanciatore e anche per il caricatore, lo scudo metallico di 36x47 cm con finestra trasparente aiutava finalmente a 'sopravvivere' allo sparo, e inoltre il nuovo proiettile da 180 m di gittata Gr.4992 era capace di esser usato a tutte le temperature pratiche. Dal dicembre del '43 i piani erano per 382.000 esemplari e 4 milioni di razzi, e a gennaio si era già arrivati a quasi 51 mila e 173.000 rispettivamente, dei primi in prima linea ce n'erano 21.141. Organizzati in plotoni di tre lanciarazzi, erano potenzialmente pericolosissimi per i tank nemici. Ma i tiratori tendevano a sparare troppo da lontano e i risultati non erano dei migliori: ma già prove comparative con i Panzerfaust avevano dimostrato, contro un T-34 fermo e da 100 m, che solo il25% dei PzB colpiva l'obiettivo, contro 5 centri su 5 dei Panzerfaust 30 (naturalmente da 30 m). C'era da riflettere quindi sulla portata massima dichiarata di 120 m contro carri in movimento. Le capacità perforanti erano di 230 mm a 90 gradi e 150 a 30, ma i Finlandesi nel dopoguerra rilevarono solo 100 mm a 30 gradi, del resto l'ogiva era minore di quella del Panzerfaust. Nel '44 arrivò un lanciatore corto da 1,35 m da 9,5 kg, che era l'RPzB.54./1; ai 289.151 del tipo base mod. 54, se ne sarebbero aggiunti altri 25.744 su 48.000 ordinati. I colpi arrivarono a 2.218.400 almeno. C'erano armi speciali ancora più corti da 107 cm, o addirittura con lanciatore in cartone compresso pesante 5,5 kg, e infine lo sperimentale da 105 mm, lungo 2,4 m e pesante 18 kg, rimasto a livello di prototipi, mentre le altre due tipologie vennero prodotte in piccola quantità. Ma non finì mica qui: la Fliegerschreck era un bazooka antiaereo con razzo munito di testata da 17,4 cm, e 144 munizioni incendiarie; non venne mai usato.
Cosa c'era di diverso su queste nuove unità lo dice sopratutto l'artiglieria: al posto dei pezzi da 127 si vollero quelli da 150 mm. La Marina avrebbe preferito originariamente solo dei Type 34 con maggior autonomia, ma invece ci si concentrò sulla potenza di fuoco, armando con gli '''SC K/36''', cannoni da 150 mm (in realtà 149,91 mm) lunghi 48 calibri, che nella torre binata LDrh LC/38 potevano elevarsi da -10 a +65 gradi, ruotare ed elevarsi di 8 gradi al secondo. La gittata con granate di circa 45 kg e alzo da 30 gradi (affosto singolo) era di 22 km, con torre binata (a 45 gradi) arrivava a 23,5 km. Cadenza di tiro max 7-8 colpi al minuto. Ma c'erano dei problemi non indifferenti con l'uso di tali cannoni sui caccia. L'alzo e la direzione degli affusti singoli erano manuali, al ritmo di 2-3 gradi al secondo, che li rendeva inutilizzabili nel ruolo contraerei. La mancanza di sistemi di caricamento assistito li rendeva più lenti del desiderabile anche nelle azioni di fuoco. Inizialmente c'erano 5 cannoni, di cui due in torri sovrapposte a prua.
 
Sebbene i RPzB fossero più avanzati e riutilizzabili circa 100 (poi 200 col /1) volte, non vennero mai amati davvero dagli utilizzatori, tanto che nel primo quadrimestre 1944 i Panzerfaust misero KO 262 carri e i Panzerschreck 88, meno anche dei 167 distrutti dalla fanteria tedesca usando mine del tipo Teller. Costando però solo 70 marchi contro 5.730 del misero cannone da 37 mm Pak 36, non fu una cattiva idea e nell'insieme costituì un pericolo. ifurono anche dei blindati che ebbero lanciatori trinati di questi lanciarazzi, i Panzerjager 731 Bren, in pratica dei Bren Carrier catturati; ne seguirono anche altri con sei razzi in posizione brandeggiabile. E alfine, dopo la guerra, questi razzi tedeschi ebbero uso con i Finlandesi e poi Svizzeri e Belgi produssero dei derivati in uso fino agli anni '90, ovviamente perfezionati, ma ancora simili ai tipi bellici. La produzione (315.000 bazooka e oltre 2 milioni di colpi) per quanto inferiore, non lo è stato di molto rispetto ai 467.000 Bazooka, anche se con oltre 15.600.000 proiettili.
Essi erano tuttavia considerati insoddisfacenti e in seguito la versione motorizzata per la rotazione, la Tbts LC/36, comportò l'uso di uno scudo corazzato da 20-40 anziché 8-20 mm e il peso aumentò da 16 a 19 t. Dato che si trattava di postazioni scoperte, si vollero poi delle torri binate a prua, ma la torre binata pesava ben 60 t dato che era chiusa, il che faceva ampiamente immergere la prua della nave nel mare nonostante l'eliminazione della tuga del pezzo N.2. Se non altro la torre era chiusa a prova di acqua di mare ed era inevitabilmente motorizzata, oltre che munita di alzo tale da renderla capace di tiro contraerei.
 
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 15 varate nel 1942-44
*Dislocamento: 2.600-3.600 t
*Dimensioni: lunghezza 127 m, larghezza 12 m, pescaggio 3,9 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 70.000 hp ; 36 nodi; 10.900 km a 19 nodi
*Equipaggio: 321
*Armamento: 5 cannoni da 150 mm, 4 da 37, 5 da 20 mm, 8 TLS da 533 mm; 60 mine (allestimento 'Barbara': 12 da 37 mm e 18 da 20 mm)
 
 
Questi caccia vennero costruiti in varie configurazioni: chi venne costruito con 5 cannoni singoli, chi direttamente con soli 4 di cui forse due a prua; chi con 3 singoli a poppa e poi il cannone binato a prua. Alla fine venne spesso deciso di lasciare solo un cannone singolo a prua, il cui peso (16-19 t) era ben inferiore.
 
Tornando alla nave di per sè, la manovrabilità non fu buona, ma almeno si tentò qualcosa con l'adozione di un doppio timone poppiero. Agli esemplari Z23-30 iniziali vennero aggiunti altri 7 migliorati, noti come 'Classe Narvik'. Alla fine solo 6 vennero perduti in azione e due andarono alla marina francese, mentre uno divenne -presumibilmente per le sue grandi dimensioni- una nave britannica sperimentale per nuovi sistemi propulsivi. Questi cacciatorpediniere, che ben si possono definire 'supercacciatorpediniere', erano in effetti figli della stessa competizione franco-italiana: per affrontare i caccia francesi con i pezzi da 130 si vollero unità con i 128 mm, per affrontare i caccia armati con i 138 si vollero quelli con i 150; ironicamente, per quando gli Z 36 vennero approntati la minaccia francese non esisteva più.
 
Uno sviluppo che merita d'essere ricordato è la modifica 'Barbara', con la rimozione di uno dei cannoni da 150 e l'aumento di armi contraerei di cui si sentiva molto la necessità; anche perché i cannoni da 37 tedeschi navali, per strano che possa sembrare, non erano automatici e quindi erogavano un volume di fuoco preciso ma non sufficiente per affrontare i pericoli dall'aria. I radar di scoperta erano pressoché standard per le navi tedesche, e questi grossi caccia non fecero certo eccezione.
 
Nonostante una certa inefficienza, questi grossi caccia tedeschi erano duri combattenti. Una delle loro missioni tipiche era quella di attaccare convogli diretti nell'Artico. Per esempio, una flottiglia di 3 navi attaccò il convoglio PQ 13 nel marzo del '42. Localizzati da un incrociatore inglese, l' HMS TRINITAD, tra la foschia e la neve, si ritrovarono colpiti duramente da tutte le sue armi a distanza ravvicinata, come accadde nel Mediterraneo durante la battaglia del '40 in cui due Spica e un caccia italiani andarono perduti. Le navi tedesche potevano rispondere con un volume di fuoco analogo, ma colpite per prime (non avevano radar in funzione), risultarono colpite da tutte le armi di bordo della nave britannica, e si ritirarono; sopratutto andò male allo Z26, che venne colpito pesantemente, ebbe esplosioni a bordo nei depositi munizioni.Ma si rifiutò testardamente di affondare in una battaglia disperata in un mare capace di uccidere in secondi chiunque vi fosse caduto dentro. Alla fine la nave britannica si avvicinò e tirò un siluro per graziare la nave già devastata dalle cannonate: ma questo ebbe una traiettoria anomala e ritornò sul TRINITAD, colpendo lui anziché lo Z26! Quest'ultimo andò comunque a fondo, soccorso dai suoi compagni, mentre la nave inglese si ritrovò con uno squarcio di quasi 20 metri, che le consentì a malapena di raggiungere le coste sovietiche. Riparato alla meno peggio con le infrastrutture disponibili, ritornò verso Ovest con il convoglio successivo, ma anche per i danni subiti in precedenza, non sopravvisse alle bombe di alcuni Ju-88 e affondò. Decisamente, gli incrociatori britannici non erano fortunati contro le siluranti germaniche.
 
 
Gli studi tedeschi andarono tecnologicamente molto avanti nel settore dei sistemi propulsivi sia con le turbine ad alta pressione, certamente efficienti ma di difficile realizzazione, e nel settore dei diesel, piuttosto pesanti oppure piuttosto inaffidabili se si tentava di alleggerirli troppo. Sette navi tedesche vennero realizzate (Z35-Z36, Z43-47), chiamate Type 26B e poi, le ultime due ''''Type 36C''''. Con queste navi si ritornò ai cannoni da 128 mm, ma solo 3 navi vennero completate entro il 1944, in una situazione di grave crisi per l'industria cantieristica tedesca, subissata dalle richieste per sommergibili e dalla riparazione dei danni per le navi esistenti, mentre già le unità più grandi erano pressoché scomparse dalla flotta attiva tedesca (per decisione dello stesso Hitler). Simili ai Type 34 come impostazione, ma con scafo grande come quello dei Type 36A, e lo stesso apparato motore da 70.000 hp (standard per i caccia tedeschi), sfruttavano la riserva di spinta per ospitare sopratutto armi contraerei: 2 impianti binati da 37, 3 quadrinati da 20 e tre singoli sempre da 20 mm; oltre ai soliti siluri e a ben 76 mine. Presumibilmente, l'armamento più leggero e lo scafo più grande erano sufficienti per assicurare loro le migliori doti nautiche tra i caccia tedeschi realizzati, e vennero usati sopratutto come posamine veloci.
 
Proprio le mine furono protagoniste della missione del 12 dicembre 1944. Oramai si era alla fine della guerra, e ogni cosa per i Tedeschi era diventata difficile. Eppure lo Z36 e lo Z36 si mossero per posare l'ennesimo campo minato assieme a 2 torpediniere, vicino alle coste estoni. Il tempo era pessimo, le manovre fin troppo scoordinate e decise al tempo stesso e il risultato, differentemente da tante altre volte, fu un disastro: i due caccia finirono su di un campo di mine messo a mare in precedenza e saltarono in aria con tutto l'equipaggio. Lo Z43 continuò ad operare sul settore settentrionale appoggiando l'Esercito tedesco fino a che, nella primavera del '45, danneggiato da una mina e da attacchi aerei, si autoaffondò nella baia di Geltinger.
 
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 3 varate nel 1942-44
*Dislocamento: 2.535-3.505 t
*Dimensioni: lunghezza 127 m, larghezza 12 m, pescaggio 3,52 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 70.000 hp ; 36 nodi; 11.300 km a 19 nodi
*Equipaggio: 321
*Armamento: 5 cannoni da 127 mm, 4 da 37, 15 (di cui 3 in impianti quadrupli) da 20 mm, 8 TLS da 533 mm.; 76 mine
 
 
L'evento successivo fu il caccia esploratore SP1,'''Spahkreuzer''', da realizzare in numerosi esemplari, ma al solito, rimasta lettera morta per le esigenze ben diverse. Tre navi cancellate dal programma Z36A vennero reimmesse in propramma come 'Cacciatorpediniere 1941', ma vennero cancellate entro il 1943. Fu un qualcosa di interessante, con dimensioni e capacità paragonabili a quelle di un incrociatore leggero, più lunghi di 10 m dei 'Capitani Romani' italiani. Il motore turbine a vapore-diesel anticipava i futuri sistemi CODOG con le più pratiche turbine a gas; del resto i Tedeschi provarono a fare cose del genere già nella I GM con una predisposizione, mai attuata per la mancanza di motore idoneo, per le corazzate 'Baden'.
 
All'opposto, i Tedeschi lavorarono anche e molto sulle navi con propulsione tutta-diesel, con i '''Type 42''' e una sola nave realizzata, lo Z51, da 'sole' 2050 t standard. Aveva 4 cannoni da 127 mm, armamento più che ragionevole, che se si fosse accettato nei suoi limiti fin da subito, avrebbe dato origine a molte più navi di caratteristiche accettabili, semplicemente senza avere la pretesa di 'surclassare' eventuali avversari (pretesa del resto comprensibile date le differenze numeriche in ballo). Si preventivarono 6 diesel su 3 assi, ma poi si ridusse per carenze di materiali a 4 diesel su un asse. Nel' 45 era ancora in costruzione, ma un bombardamento aereo lo ridusse ad un mucchio di rottami.
 
E ora le caratteristiche previste dagli SP1:
 
*N.unità: 3 non completate
*Dislocamento: 4.540 t
*Dimensioni: lunghezza 152 m, larghezza 14,6 m, pescaggio 4,6 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 77.500 hp ; 36 nodi; motore ausiliario diesel su asse centrale, da 14.500 hp (circa 20 nodi); autonomia su diesel, 22.300 km a 19 nodi
*Equipaggio: ?
*Armamento: 6 cannoni da 150 mm, 2 da 88 mm ( poppa, assieme a due torri da 150); 8 da 37 (come negli altri caccia, in impianti binati), 3 impianti quadrupli da 20 mm, 10 TLS da 533 mm (sempre in due impianti lanciasiluri in asse sulla nave); 140 mine
 
In pratica erano l'equivalente degli incrociatori leggeri tedeschi, solo che non avevano corazze protettive; la loro sagoma era dominata da due sottili alberi e due bassi e ben distanziati (con i lanciasiluri nel mezzo) fumaioli. Il bordo libero era finalmente tenuto nella giusta considerazione con uno scafo simile a quello degli incrociatori leggeri.
 
Da ricordare che i cacciatorpediniere tedeschi ebbero anche un'evoluzione, prevista ma non realizzata: il cannone da 128/45 mm '''SC K/41''', finalmente pienamente 'doppio ruolo' in impianti binati Drh LC/41 con peso di 40 t, capaci di 60 gradi d'elevazione. La cadenza di tiro era di circa 15 colpi al minuto. Erano capaci di sparare a 22 km granate da 28 kg, ancora qualcosa di meno rispetto ai 23 e 32 rispettivamente dei moderni cannoni da 127/54 mm, in ogni caso si trattava di armi molto potenti e non eccessivamente pesanti. Erano previsti per i seguenti tipi di caccia: Type 36C (3 torri binate), Type 41 (2), Type 42C (3), Z1945 (4). Il problema era che di fatto mancarono le navi su cui installarli. Erano anche previsti per riarmare alcune navi da battaglia, specie le 'Panzerschiffe': si prevedevano in tal caso 7 impianti binati al posto degli 8 singoli da 150 e 3 binati da 105 mm presenti.
 
 
===La rinascita della Marina e gli incrociatori<ref>Armi da guerra 41, Sgarlato 'Le navi da battaglia del III Reich'', e M.J. Whitley, ''Navi da battaglia Tedesche''</ref>===
Quando l'Adm Reader, veterano della Grande Guerra, divenne nel '28 capo della Marina Tedesca (Reichsmarine) essa era totalmente bloccata dal durissimo Trattato di Versailles, che non consentiva navi siluranti di oltre 800 t e meno di 15 anni d'età, incrociatori di meno di 20 anni e più di 6.000 t, corazzate di oltre le 10.000 t. I sommergibili, così pericolosi, non vennero autorizzati per i Tedeschi. In tutto 8 vecchie corazzate pre-Dreadnought, 8 incrociatori e 32 navi minori.
 
Inizialmente si trattò di costruire dalle navi di tipo minore, gli incrociatori 'Emdem', 'Konigsberg' e 'Karlsruhe'. Da questo primo passo iniziò la genia delle navi tedesche, progressivamente incrementate in dimensioni e capacità.
 
Iniziando la disamina di queste navi, una menzione iniziale si impone, quella delle '''navi corsare tedesche''', che come nella I Guerra mondiale erano mercantili robusti, abbastanza veloci (spesso erano bananiere), armati con una panoplia di armi e di attrezzature, talvolta avevano idrovolanti, persino motosiluranti o posamine veloci, nonché una mezza dozzina di cannoni da 150 e altrettante armi contraerei, usate con astuzia e occultate se necessario. Altra arma che non mancava mai erano le mine, centinaia delle quali trasportate e scaricabili in mare dalle capaci stive interne.
 
La maggior parte dei comandanti tedeschi fu molto umano nel modo di risparmiare vite, tranne V.Ruteschell che era per l'attacco a tutta velocità degli obiettivi con puntate notturne. Era ossessionato dall'allontanarsi più velocemente possibile dal luogo dell'attacco (che anche per questo doveva essere rapido), ma la sua nave, la Michel, non lo aiutava essendo piuttosto lenta. La migliore delle corsare tedesche fu la Thor, vincitrice tra l'altro di tre scontri con navi inglesi analoghe (ma destinate alla protezione dei traffici, non all'attacco); la più famosa fu l'Atlantis, che venne affondata da un incrociatore pesante inglese dopo avere cercato in tutti i modi di mimetizzarsi. La Kormoran si autodistrusse in uno scontro ravvicinato con l'incrociatore Sidney, che andò a sua volta perduto con tutto il suo equipaggio, tanto che è stato ritrovato solo l'anno scorso.
 
Detto questo, visto che gli incrociatori sono ovviamente collegati alla 'guerra di corsa' (o come protettori o come attaccanti) e infatti i mercantili analoghi inglesi venivano chiamati 'incrociatori ausiliari', veniamo alle navi propriamente definibili come incrociatori.
 
I Tedeschi ebbero ottime navi nella I GM in questo settore, unità che cercarono in tutti i modi di danneggiare la RN e i suoi traffici, e che prima di andare perduti causarono parecchi danni (si veda la saga dei vari Emden, Kogisberg, Scharnorst). Nella guerra successiva il mondo, stante lo sviluppo della tecnologia, era 'più piccolo' e le navi tedesche, ora prive di basi oltremare, non ebbero molte chances di operare efficacemente, specie dopo il 1941. In effetti, il radar, l'aereo ed efficienti comunicazioni radio resero ben presto il mondo tanto controllato, che nemmeno i mari tropicali erano un rifugio sicuro per i corsari tedeschi. Non per caso, entro il '43 i corsari di superficie erano spariti. I sommergibili rimasero l'unica risorsa offensiva.
 
 
Il tempo della limitazione degli armamenti era stato superato nel 1935 quando la Germania denunciò il Trattato di Versailles, cosa accettata dalla Gran Bretagna che firmò un trattato quel giugno per limitare comunque l'armamento costruibile al 35% del tonnellaggio inglese e in particolare del 45% rispetto ai sommergibili. Tra i risultati vi fu un incremento di oltre 51.000 t che rendeva possibile realizzare 5 incrociatori da 10.000 t con i 203 mm. Ma dato che questo limite di tonnellaggio era stato di fatto superato da Giappone e Italia, venne approvato un diverso tipo di organizzazione: 3 incrociatori da 16.000 t. E così arrivarono i 3 grossi bastimenti della classe 'Hipper', anche se molti autori hanno recentemente proposto la suddivisione delle tre navi in due classi: la 'Hipper' e la 'P.Eugen', sensibilmente superiore.
 
[[Immagine:Köln 3.jpg|390px|right|thumb|Il Köln]]
Gli incrociatori leggeri tedeschi passarono quasi tutta la guerra in una condizione di oblio che solo inizialmente ebbe momenti importanti. Ma al dunque, una delle poche notizie che si trovano su di essi riguardano la perdita del Kogisberg (quello del 1940) per via di un attacco in picchiata dato da 15 Blackburn Skua, il principale successo ottenuto da questi goffi aerei (che essendo 'multiruolo' ottennero anche il primo successo per la Marina britannica abbattendo un ricognitore tedesco), che piazzarono 6 bombe da 227 kg su 15.
 
Gli incrociatori leggeri tedeschi erano ben descritti dalle loro artiglierie: la maggior parte di loro aveva un layout del tutto inusuale, con 3 torri trinate sì, ma di cui due a poppavia sovrapposte, anziché a prua come in altre navi della categoria. Erano le classi Königsberg, Leipzieg and Nürnberg, ma c'era anche l'incrociatore Emden con 8 cannoni da 150 come quelli dei cacciatorpediniere di cui abbiamo già parlato. Quest'incrociatore era praticamente simile alle vecchie unità della Grande guerra ma con cannoni e attrezzature più moderne, stazzava 5.600 t. Le altre navi erano più grosse, ma pur sempre da 6.500 t, necessariamente per imbarcare le torri trinate.
 
Queste torri erano armate con i cannoni SK C/25 da 150/60 mm, armi ad alta velocità iniziale (950 ms) e tiravano la granata da 45 kg a circa 25 km all'alzo massimo di 40 gradi, una delle migliori prestazioni tra le artiglierie da incrociatore leggero (specie considerando l'anno di entrata in servizio, attorno al 1928). La massa delle torri era di circa 136 t, ma dimende anche dalla versione. Ecco le caratteristiche stimate degli incrociatori leggeri tedeschi:
 
[[Immagine:Leipzig 07a.jpg|450px|right|thumb|Il Leipzig secondo le stime Alleate]]
*Dislocamento: Leipzig, 6.000 t standard; Koln, Idem
*Dimensioni: Leipzig, 177 m x 16; Koln, 173x 15 m.
*Motore: turbine a vapore per 60.000 hp, diesel per 12.000 hp; Koln, turbine per 65.000 hp; 32 nodi per entrambe
*Corazzatura: Leipzig, cintura 100 mm, ponte 25-40 mm, torri 40 mm, torre comando 100 mm; Koln, simile ma cintura 38-50 mm, ponte 50 mm
*armamento: Leipzig, 9 da 150 mm e 6 da 88 mm, 8 da 37 mm, 12 tls da 533 mm, un idrovolante; Koln, simile al Leipzig
 
 
Per essere navi tanto piccole, almeno sulla carta erano unità ben armate e dalle buone caratteristiche, ancorché senza velocità e potenza esasperate; il Leipzig aveva anche un diesel per le andature di crociera, per migliorare l'autonomia.
 
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[[Immagine:PE Atomtest 1.jpg|380px|right|thumb|Il Prinz Eugen preparato per i test atomici. Notare l'assenza di una torre anteriore, sbarcata dagli americani]]
Gli incrociatori tedeschi pesanti furono solo 3, più altre due incomplete, di cui si parlerà poi.
 
La classe di navi ''''[[w:Classe Hipper (incrociatore)|Hipper ]]'''' è certamente più nota ed impressionante, anche perché fatta a similitudine delle successive Bismarck (era difficile distinguere tra gli incrociatori pesanti dalle corazzate ad una certa distanza). In effetti, con sovrastrutture alquanto simili e la stessa disposizione degli otto cannoni, era difficile notare la maggior larghezza dello scafo delle corazzate e dei loro cannoni, come anche l'assenza dei lanciasiluri (poi introdotti anche sulla Tirpitz). Il loro progetto previde dimensioni inusitate per l'epoca (15.000 t standard, oltre 200 m di lunghezza), ma d'altro canto il primo (l'Hipper) venne impostato nel '37, proprio dopo la scadenza della quindicennale limitazione degli armamenti.
 
Era armato con otto cannoni '''SK C/34''' da 203/60 mm capaci di sparare proiettili da 122 kg ad oltre 900 ms e arrivare alla gittata di 33.500 m, la maggiore di tutti pur potenti '203 mm e nonostante l'alzo massimo di soli 37 gradi. Con la granata HE perforava 5 cm di acciaio a 9.500 m, ma con quella AP arrivava a ben 240 mm di corazza in acciaio omogeneo. La prima conveniva se c'erano obiettivi non corazzati o poco per il carico di 6,5-9 kg di HE; con l'AP invece si poteva piazzare solo 2,3 kg e conveniva l'uso solo contro altri incrociatori o corazzate. La velocità di caduta a 30 km era di circa 363 ms, appena supersonica, con angolo di caduta di 48,8 gradi e tempo di 69 secondi.
[[Immagine:PE Bugtuerme.jpg|320px|right|thumb|I cannoni anteriori: caratteristica delle torri tedesche, la parte più alta della loro squadrata forma era al centro longitubinalmente, e non verso la parte posteriore]]
I cannoni erano ben provvisti di sofisticati apparati di controllo ottici, e le torri pesavano fino a 262 t dipendendo dal modello ma in ogni caso si trattava dell'unico cannone tedesco da 203 mm. I cannoni da 105 mm erano invece gli '''SK C/33''' da 105/60 mm, capaci di sparare colpi da 15 kg a 17,2 km o a 12 km d'altezza, essendo armi contraeree. Avevano stabilizzazione triassiale per compensare il moto ondoso, ma non erano sufficientemente a prova d'acqua e questo causava guasti. I tipi con torre del tutto chiusa erano previsti per le corazzate 'H' ma queste non vennero costruite. Nondimeno erano cannoni di tutto rispetto, tra le migliori armi antiaeree di medio calibro dell'epoca.
Nel dopoguerra il caccia GUICHEN, che non era altro che uno dei 'Capitani Romani' ceduto dall'Italia, ebbe un armamento del tutto nuovo comprendente 4 torri di questo tipo, e finalmente cannoni-mitragliera di grosso calibro, i Bofors da 57 mm (dieci unità), dopo che la nave non ebbe mai i previsti pezzi da 65 mm.
[[Immagine:German cruiser Blücher sinking.jpg|380px|right|thumb|Il drammatico affondamento del Blucher, visto dalla costa norvegese]]
Questi incrociatori vennero presto considerati le migliori navi del loro tipo (e certo i più recenti e lunghi), ma non erano privi di limiti: le macchine davano un'autonomia limitata a causa dell'eccessivo consumo, e la cosa non era limitata a questo: c'erano anche problemi d'affidabilità e troppi sistemi di sicurezza che specie in guerra, causano più che altro problemi. Anche le altre turbine tedesche diedero tali problemi. Inoltre la corazza, tranne che nelle torrette, era tutt'altro che eccezionale, forse perché la nave aveva uno scafo troppo grande per proteggerlo meglio. Il Blucher entrò in servizio solo il 20 settembre 1939, dopo la costruzione nei cantieri di Kiel, e trovò il suo destino già il 9 aprile del '40 assieme a 850 soldati della 163ima divisione trasportati. Non si credeva che Oslo opponesse resistenza, invece in quel mattino nebbioso le batterie misero a segno improvvisamente 2 colpi da 280 mm, e poi 20 su 25 sparati da appena 600 m di una batteria da 150 mm, e infine due siluri lanciati da terra. Dopo 9 minuti la nave era ancora in grado di navigare a 15 nodi ma l'acqua fece spegnere le turbine e le fiamme delle cannonate arrivarono ai depositi da 105 mm, meno protetti di quelli da 203 ma con 420 colpi per cannone. La loro esplosione affondò la nave rovesciandola nelle gelide acque nordiche, con gravi perdite umane, entro le 7.22 di quella giornata.
 
Il Prinz Eugen fu il compagno della Bismarck, dalla quale però dovette ad un certo punto separarsi, mentre sarebbe stato fondamentale per aiutarla a mantenere la rotta quando le si bloccò il timone (dopo uno dei siluri messi a segno dagli aerei inglesi). In seguito resterà a fare da bersagli agli esperimenti atomici di Bikini, sopravvivendo ad entrambi, ma rovesciandosi poi per una tempesta. Lo scafo è rimasto lì, mentre una scia di gasolio continua ad uscire da decenni visto che i serbatoi non furono svuotati.
 
*N.unità: 3
*Dislocamento: 14.240-18.400 t (P.Eugen); 14.247-18.208 t (Hipper);
*Dimensioni: lunghezza 212,5 m (Eugen), 205,9 (Hipper e Blucher), larghezza 21,9 m, pescaggio 7,9 m
*Propulsione: 12 caldaie La Mont o Wagner; 3 gruppi turbine a ingranaggi Brown-Boveri su 3 assi; 132.000 hp ; 32,5 nodi teorici; 33,4 nodi (P.Eugen) 32,5 (32 previsti, per l'A.Hipper); 32 (come quelli previsti per il Blucher); autonomia prevista 8.000 nm a 20(?) nodi, ma in realtà pare che fosse: 6.800/17 n(P.Eugen); 6.100/15 nodi (Blucher)
*Corazzatura: cintura 80 mm, ponte 12-50 mm, torri 70-105 mm
*Equipaggio: 1.350 (Eugen); 1.600 (Hipper); 1.600 (Blucher)
*Armamento: 8 cannoni da 203 mm, 12 da 105 mm; 12 da 37, 8 o 24 da 20 mm, 12 TLS da 533 mm in impianti tripli; 3 Idro Ar.196. L'Eugen poi: 18 cannoni da 40 al posto dei 37 mm; fino a 56 da 20 mm;
 
I motori erano tutti da 132.000 hp, ma l'EUGEN aveva 12 caldaie La Mont e 3 turbine Brown-Boveri; erano le B&V per l'Hipper, e caldaie Wagner e turbine Weser per il Blucher. Da qui la differenza di consumi. Il Blucher era l'unico che aveva turbine a vapore a bassa pressione, meno efficienti (70 anziché 80 atmosfere) ma più affidabili.
 
 
L'HIPPER, che venne speronato nel '40 (durante la campagna di Norvegia) dal caccia inglese Gloworm, riportò danni leggeri su di una ventina di metri di lunghezza. Ebbe molte avventure in mare, come qulla contro il convoglio inglese WS-5A in cui avvistò e attaccò l'HMS Berwick il giorno di Natale 1940. La nave inglese era già 'reduce' da due cannonate da 203 di un incrociatore italiano (forse le uniche mai messe a segno da queste navi) ed ebbe anche l'occasione di 'provare' le artiglierie tedesche, con 4 colpi a segno; però la burrasca limitò la visibilità e a parte questi primi 174 colpi l'unità non ebbe più occasione di ingaggiare grossi bersagli, mentre dopo l'ennesima riparazione delle macchine il 12 febbraio 1941 attaccò un convoglio, l'SLS-64, del tutto privo di scorta (come era consuetudine per quelli che non avevano truppe all'inizio della guerra, data la carenza di unità oceaniche adatte). Sparò quasi tutte le munizioni da 203 mm, affondando 7 delle 19 navi per complessive 32.806 t di stazza. Anche se non riuscì a ricaricare i siluri per via delle cattive condizioni meteo, fece avere alla RN una brutta giornata; seguirono azioni che compresero anche il minamento (non ideale per navi tanto grandi) e la missione contro il convoglio PQ 14 il 30 dicembre, assieme alla LUTZOW e sei grandi caccia tenò di attaccarlo alle 7:30 del 31 dicembre, continuando a sparare prima contro alcune navi di scorta, poi ritirandosi danneggiata dal tiro di due incrociatori inglesi. Nel frattempo il vecchio caccia 'Achates' aveva coperto con una cortina nebbiogena il convoglio fino a che non venne affondato dalle cannonate da 203 nelle gelide acque del Mar di Barents. Il bilancio finale fu che, nonostante la superiorità di fuoco, le navi tedesche non distrussero il convoglio e persero un caccia. Hitler ordinò di togliere dal servizio tutte le grandi navi, anche se la cosa per certo non avvenne, grazie alla mediazione di Doenitz. Basata in Norvegia dino al 23 gennaio 1943, poi tornò in Germania ed ebbe ridotta attività come nave-scuola, nel mentre si cercava di ripararne guasti e danni e venne provvista di 8 cannoni da 37 mm, 28 da 20 mm (per lo più in impianti quadrupli) e finalmente 6 Bofors da 40 mm.L'ultima sua missione fu quella di portare 1.529 profughi da Gdynia il 2 febbraio 1945, Danneggiata a Kiel, finì autoaffondata il 3 maggio.
 
Un elemento d'interesse, che spiega meglio di ogni altro la natura politica delle flotte militari è illustrato dal fatto che l'intera classe (o classi) di Schweren Kreuzern (incrociatori pesanti) venne offerta, dopo il patto di non aggressione con l'URSS, in vendita al governo di Mosca. Ma i sovietici comprarono solo il Lutzow incompleto, fornito nel '40 con le sole due torri da 203 dell'estremità dello scafo. I Sovietici ebbero anche l'offerta di un'altra nave incompleta, la Seydlitz, ma non la comprarono. I Tedeschi pensarono di farne una portaerei (Progetto 'Weser I'), ma non si riuscì a concretizzare. I Russi, dopo averla catturata, la rimorchiarono a Leningrado, dove la ribattezzarono Poltava, ma assieme alla Petropavlosk (l'altro incrociatore) la demolirono dopo che il programma venne cancellato nel 1950.
 
 
===Corazzate<ref>Whitley, Op cit., per le armi www.navweapons.com</ref>===
====Le Panzerschiffe====
Le prime navi da battaglia tedesche erano le tre ''''[[w:Classe Hipper (incrociatore)|Panzeschiffe]]'''', o le 'pocket battleship' (corazzate tascabili), veri e propri incrociatori corazzati in chiave moderna: non particolarmente veloci perché venne scelto il motore diesel anziché le turbine a vapore, con grande autonomia, con ridotta corazzatura ma grande potenza di fuoco, che fece la differenza tattica nella battaglia del Rio de la Plata.
[[Immagine:Panzerschiff_Deutschland_in_1936.jpg|390px|right|thumb|La Deutschland nel '36]]
Ma queste navi sono piuttosto ben note, ma è interessante sapere come vennero originate, essenzialmente come 'antidoto' alle pre-Dreadnought classe 'Courbet' che erano totalmente obsolete negli anni '20. Perché proprio queste navi? La risposta è che difficilmente i Francesi avrebbero arrischiato una 'Courbet' o una 'Bretagne' nelle acque basse del Baltico. Ma costruire navi da battaglia nel limite di 10.000 t era difficile, dopotutto le 'Courbet' arrivavano a 18.000 t, 19 nodi e sparavano con 4 pezzi da 305 e 6 da 240 in bordata.
 
Le navi concepite erano di tanto tipo, iniziando nel 1923: navi lente con 200 mm di cintura e 30 di ponte, 22 nodi e 4 cannoni da 380 mm anzi, come dicevano i Tedeschi, da 38 cm. Non venne giudicata sufficientemente protetta (ma il progetto finale non supererà i 100 mm), e così dal progetto II/10 si passò al I/10, 8 pezzi da 21 cm, due turbine da 80.000 hp complessivi per 32 nodi, ma solo 80 mm di cintura; era simile (ma col doppio del dislocamento) al nuovo incrociatore EMDEN, ma non suscitò entusiasmi. Arrivarono negli anni successivi la II/30, da 132 m e 6 cannoni da 30,5 cm in torri binate (due a poppa) e cintura da 200 mm e sopratutto un diesel per 21 nodi, frutto dell'esperienza con gli U-Boote nella I GM, e persino prima di questa con un diesel. Poteva funzionare, senonché ebbe solo 3 cannoni da 8,8 cm come armamento secondario. Il progetto IV/30 aveva tre torri binate da 30,5 cm tutte a prua, come la HMS Nelson (che aveva però 9 cannoni da 406 mm), che era interessante perché riduceva la lunghezza della parte corazzata della nave, migliorandone la protezione a parità di dislocamento.
 
Ci si stava avvicinando, ma ancora non andava bene: la successiva fase fu la V/30 con due torri trinate da 305 mm a prua e a poppa, 200 mm torrione e 180 mm cintura, due binate da 15 cm e 4 cannoni da 8,8 cm. Si ritornò poi alla II/30 che era giudicata migliore come equilibrio, con 4 cannoni da 30,5 cm. Peccato che questo calibro era accettato dagli Alleati solo se si usava come artiglieria costiera e poi la produzione era solo di un cannone all'anno. Alla fine venne scelto il calibro 28 cm: il progetto II/28 con tre torri binate e il I/28 con 2 trinate, varie armi minori, e infine una velocità per 21 nodi. Dopo innumerevoli confenze si arrivò al 1925 con un'altra conferenza delle tante per ricostruire la flotta, cosa difficile anche perché i Francesi occupavano la Ruhr che era il cuore dell'industria tedesca. Poi vi furono problemi economici per la Germania di Weimar, con una terribile inflazione che mangiava letteralmente i fondi disponibili, che nondimeno passarono da 104 a 233 RM tra il 1924 e il 1927. Ma nemmeno questo bastò per salvare i programmi navali, almeno per il momento. Al dunque, nonostante tante esistazioni nello scendere sotto il 305 mm, dopo le manovre navali del '26 venne finalmente presa una decisione, quella per un incrociatore superarmato con cannoni da 28 cm, era il progetto II/M26 che batté il progetto II/30. Alla fine quest'evoluzione produsse le Panzerschiffe: armate con cannoni da 28 cm, 6 in torri trinate; poi c'erano 8 da 12 cm contraerei, e una cintura da 100 mm e 28 nodi.
 
Ripresero i progetti di dettaglio, e alla fine ci si rassegnò ad una nave che non potesse battere gli incrociatori tipo 'Washington' in tutti gli aspetti: meglio scegliere una nave capace di sopraffarli in potenza di fuoco, e fosse al tempo abbastanza veloce per sfuggire alle corazzate. Alla fine venne ridiscusso tutto con ben 4 progetti: A (4x38 cm, corazza 250 mm, 18.000 t), B (uguale ma con 6x30,5 cm), B2 (6x30,5 cm, 299 mm, 21.000 t) e C (6x28 cm, 100 mm, 26-27.000 t). Questo era abbastanza valido e si volevano cannoni da 12,5 cm a doppio ruolo. Alla fine si scelse il tipo C ma senza la corazza da 100 mm (per il momento), e il progetto dell'11 aprile 1928 venne approvato con due cannoni binati da 15 cm sull'asse di simmetria e in torri protette; l'armamento però finirà per essere completato con 3 cannoni da 8,8 cm antiaerei e 8 da 15 cm scudati. Non era ancora finita, perché si ipotizzò di usare 3 torri trinate da 240 mm senza armi secondarie, e poi si discusse se ottenere anche 30 nodi. Nel frattempo si teneva d'occhio lo sviluppo in Francia per una nave da 17.000 t con 6 cannoni da 305 mm e corazza da 150 mm alla cintura (che poi invece risulterà essere un progetto del '24 con torri quadruple da 305 mm, dalla cui evoluzione risulterà la classe 'Dunquerke').
 
[[Immagine:Panzerschiff_Admiral_Graf_Spee_in_1936.jpg|400px|left|thumb|La Spee era notevolmente diversa dalla capoclasse]]
Via via vennero autorizzate, ogni volta, con grande dibattito, le 3 panzeschiffe. Effettivamente avere corazzate era costoso, ma di notevole prestigio internazionale il che consentiva l'assunzione di un vero e proprio prestigio internazionale nel panorama navale, tecnico e politico prima ancora che tecnico. E nonostante i costi e la ridotta protezione le Panzerschiffe continuarono ad essere realizzate, anche se con miglioramenti di dettaglio. Per esempio, la GRAF SPEE, ultima della classe, era dotata di una cintura da 100 mm, barbette e torri fino a 125 e 140 mm, e fin dall'inizio delle 3 torri binate da 105 anziché i tre vecchi pezzi da 88 della Deutchland. Ma ne ebbe anche qualche svantaggio per i pesi, sopratutto nel caso delle condizioni di mare mosso, per la tenuta al mare. La SCHEER era anche peggiore per molti versi, come la ridotta manovrabilità e la rumorosità dei motori. A tutti gli effetti, le Panzerschiffe A, B e C erano le nuove navi tedesche. La A, la Deutchland, venne poi ribattezzata Lutzow per ragioni propagandistiche (non volendo che eventualmente si potesse dire d'aver affondato la Germania, in caso di successo a suo danno). Tutta la questione delle navi da battaglia tedesche insomma ebbe una genesi tribolatissima, ma il risultato fu non indifferente: la potenza di fuoco e l'autonomia erano adatte per le missioni a lungo raggio contro il traffico mercantile, proprio quello che ci volle per i primi anni del conflitto nonostante le perdita della SPEE. In pratica solo gli incrociatori da battaglia inglesi avevano la capacità di intercettarli, raggiungerli e sopraffarli, ma stando attenti al fuoco di ritorno.
 
Le Panzerschiffe erano armate pesantemente, in particolare con le torri '''SK C/28''' da 52 calibri. Sparavano granate da 300 kg, oltre 900 ms, e arrivavano fino a 36 km di gittata, sparando proiettili a 2,5 colpi al minuto. Avevano granate scarsamente efficienti quanto a capacità di perforazione, ma erano pur sempre più che sufficienti per gli incrociatori. A tutti gli effetti era la nave più potente che si poteva costruire con i limiti, comunque superati leggermente (tipo le unità 'Zara', più veloci e protette, ma meno armate), imposti dal limite delle 10.000 tonnellate.
 
 
*N.unità: 3
*Dislocamento: nel caso dello SPEE: 12.100-16.200 t
*Dimensioni: lunghezza 186 m, larghezza 21,3 m, pescaggio 5,8 m
*Propulsione: 8 diesel MAN su due assi; 56.000 hp ; 28,5 nodi e 26.000 km in crociera
*Equipaggio: 1150
*Corazzatura: cintura 100 mm; ponte 40 mm, torri 85-140 mm, barbette 125 mm (la Deutchland 100 mm)
*Armamento: 6 cannoni da 280 mm, 8 da 150 mm; 6 da 105, 8 da 37 mm, 10 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm in impianti tripli; 2 Idro Ar.196.
 
 
La loro carriera è poi proseguita in maniera piuttosto ben nota, con la SPEE autoaffondata dopo la Battaglia del Rio de la Plata, la SCHEER e la LUTZOW sopravvissero a missioni d'attacco ai mercantili (come quella in cui venne persa proprio la più potente delle tre) e vennero affondate nel '45 da bombardamenti aerei.
 
====Incrociatori da battaglia====
Per quello che successe dopo fu l'incremento notevole della stazza perché oramai non c'era dubbio che le nuove 'Dunquerke' francesi erano molto superiori alle Panzerschiffe anche la C (la SPEE). Ebbe luogo la solita, interminabile discussione sulle caratteristiche della nuova nave, prima pensata attorno alle 18.000 t, poi espansa fino a circa 32.000 t standard.
[[Immagine:Gneisenau1942.png|390px|left|thumb|La Gneisenau]]
 
Per la Panzerschiff D e la E si giunse così ad una nuova progettazione, che arrivò ad una protezione adatta alle cannonate da 330 mm che ora si sapeva avrebbero armato la nave francese. I dibattiti continuarono a lungo su come ripartire il peso tra armi e corazze; c'erano in discussione le torri quadruple, che potevano far risparmiare il 25% di peso rispetto alle torri trinate (con due torri anziché 3), con meno costi, inizialmente stabiliti a 120-180 milioni di marchi. Tra i tanti dubbi sullo spessore della corazzatura orizzontale o verticale, si pensava che la 'Dunquerke' avesse una cintura da 280 mm quando in realtà erano 241. I Tedeschi poi trovarono che la blindatura della nave francese fosse solo di 225 mm, il che rendeva agevole anche armare le corazzate con i soliti cannoni da 280 mm, capaci di perforare tali protezioni fino a 20 km.
 
L'armamento venne poi stabilito con i '''SK C/34''' da 54,5 calibri. La potenza di questi cannoni era tale da perforare a alzo 0 604 mm, e 205 mm ad oltre 27 km, e una da 350 mm a circa 10 km. La cadenza era di circa 3,5 c.min, e il peso delle munizioni di nuova generazione era di 330 kg. I cannoni SK C34 delle Scharnorst duravano circa 300 colpi, date le grandi sollecitazioni degli spari. I cannoni erano da 150 mm, di cui però solo 8 dei 12 cannoni da 150 erano in torri binate, perché i pesi erano eccessivi, con 16 t per le postazioni scudate e 120 t per le torri binate, alcune tonnellate di più persino delle torri delle corazzate 'Bismarck' (circa 112 t). La blindatura era di 150 mm per le barbette, 170 frontale, 30-70 per il resto della struttura.
 
Per il resto c'erano i cannoni da 105 mm in ben 7 torri binate, idrovolanti e cannoni da 20 e 37 mm. Da notare che i cannoni da 37 mm erano gli '''SKC/30''' da 37 mm, armi che curiosamente non erano automatiche. Queste erano state usate con un affusto binato girostabilizzato molto sofisticato e soggetto anche, al solito, ad avarie essendo aperto ed esposto agli elementi. La potenza di queste armi era eccellente, dato che potevano sparare colpi da 742 grammi con ben 365 di esplosivo e una munizione pesante 2,1 kg. La velocità iniziale era di 1 km.sec, e arrivavano a 8,5 km di gittata e 6,8 km di altezza. Questo in parte compensava il fatto che erano capaci solo di 60-80 colpi al minuto teorici di cui 30-40 pratici. La precisione di tiro di fatto compensava tale limite visto che spesso vennero riportati abbattimenti con questi armi.
 
Ma durante la guerra sulle navi tedesche vennero usati anche i cannoni da 37 mm M42, armi Flak 36 dell'Esercito potenziate con una canna più lunga. Avevano una munizione da 1,36 kg di cui il proiettile era da 635 gr, con una portata pratica di 4.800 m contraerei. Quindi si trattava di un'arma meno potente e magari anche meno precisa (anche per l'affusto di tipo normale) ma con un'importante caratteristica: il volume di fuoco di 250 colpi al minuto, che anche in termini psicologici era molto importante (sia per i difensori che per gli attaccanti) anche se il tiro 'di precisione' degli SCK 30 era molto economico. I colpi disponibili erano 2.000 per canna, poi aumentati anche a 6.000 durante la guerra. Per la cronaca, i proiettili dei cannoni da 105, 150 e 280 erano circa (dipende dalle fonti e dall'epoca) 400, 130-150 e 150. Non c'era molto da ridire sul volume di fuoco dei 20 mm, 280 colpi al minuto teorici e 120 pratici per i C/30, che però erano piuttosto proni a guasti, e con solo 20 colpi nel magazzino di pronto impiego. I C/38 arrivarono dopo, molto superiori con 480/220 c.min e magazzino da 40 colpi, spesso presenti anche in impianti binati. Ma sulle Scharnorst v'erano solo dieci delle prime in affusti singoli, che erano solo 8 in tempo di pace.
[[Immagine:Gneisenau-1.jpg|350px|right|thumb|La torre 'norvegese']]
 
La blindatura base era di 320 mm per la cintura principale, 35 per quella superiore, 90 per quella secondaria oltre la 'cittadella' chiusa dalle paratie e infine la paratia interna era da 45 mm. Le torri da 280 mm invece arrivavano a 360 mm frontali, 100 tetto, 200 laterali, 350 mm per le grosse barbette. Il ponte era superiormente di 50 mm (coperta) e 80-105 mm in quello principale, che aumentando lo spessore si curvava per congiungersi con la cintura inferiore, che raggiungeva i 170 mm sott'acqua. In tutto c'erano 1989 t per il ponte superiore, 3.252 per quello principale, senza considerare le 750 t delle torri (non è chiaro se comprende anche le barbette) contro i 590.000 kg delle Deutchland. La torre di quest'ultima aveva 140 mm (nel caso della Scheer) frontale e 152 posteriore (curioso, ma questo era dovuto alla parte posteriore verticale), 85 mm sul tetto, a parte la zona anteriore che arrivava a 90 e 105 mm. La validità di queste protezioni venne dimostrata dai colpi ricevuti dallo SPEE nel '39. I peso delle protezioni delle Scharnorst era molto maggiore, comprendente la cintura principale profonda 4,8 m.
 
I motori erano stati dibattuti a lungo, ma col peso aumentato a 26.000 t (nominali, poi superati dal progetto) si impose il vapore, con dodici caldaie Wagner a 58 atmosfere a 450° di temperatura, ma le turbine delle due navi erano diverse: Brown-Boveri per la D (Scharnorst) e Deschimag per la E (Gneisenau). In tutto era in grado di mandare queste navi fino a 32 nodi, ma al solito, con problemi di sicurezza, di consumo e di tenuta al mare. L'autonomia era di 7.100 nm a 19 nodi. La Gneisenau aveva un motore che era leggermente meno efficiente, con 153.897 hp per 30,7 nodi e 6.200 nm a 19 nodi. La Scharnorst arrivava a 160.000 hp e 32 nodi.
 
 
 
*N.unità: 2
*Dislocamento: 31.840-38.900 t
*Dimensioni: lunghezza 234,9 m, larghezza 30 m, pescaggio 8,2-9,9 m
*Propulsione: 12 caldaie Wagner, con tre turbine Deschimag (Gn.) o Brown-Boveri (Sch)
*Equipaggio: 1969 (Sch) o 1.669 (Gn.)
*Corazzatura: cintura principale 170-320 mm, superiore 35 mm, secondaria 90 mm; ponte 50+80/105 mm, torri 90-360 mm, barbette 350 mm, torre comando fino a 350 mm
*Armamento: 9 cannoni da 280 mm, 12 da 150 mm; 14 da 105, 16 da 37 mm, 10 da 20 mm; 3 Idro Ar.196.
 
La sorte delle navi è nota. I 'Gemelli terribili' furono titolari di varie azioni d'attacco al traffico, l'affondamento della GLORIUS, e prima ancora dell'incrociatore ausiliario Rapalwindi, nave mercantile che venne letteralmente presa in mezzo alle navi tedesche e venne distrutta dalle cannonate, giusto come accadde al JERVIS BAY, che si era posta eroicamente a difesa del suo sfortunato convoglio (che riuscirà in parte a salvarsi) venendo distrutto dalle cannonate da 280 mm della SCHEER il 7 novembre 1940.
 
[[Immagine:Gdynia Gneisenau.jpg|350px|right|thumb|Il relitto della Gneisenau come venne trovato dai Sovietici, autoaffondato]]
La marina tedesca divenne presto in difficoltà a causa degli attacchi continui a Brest della RAF. Le corazzate scapparono con l'Operazione Cerberus, che le portò fuori dai porti francesi e le mise in salvo, assieme al P.Eugen e alle navi di scorta, in Germania. La RAF perse 41 aerei per impedire vanamente alle navi tedesche la ritirata, passando per la Manica. Era pericolosissimo, ma era vantaggioso rispetto al passaggio sopra la Gran Bretagna per la scorta della Luftwaffe. La Gneisenau non ebbe fortuna: nel '43 la prua venne colpita da una bomba che innescò l'esplosione dei vapori di carburante dei serbatoi. La prua bruciò e la nave andò fuori uso definitivamente. La marina tedesca perse così una valida nave, ma i suoi cannoni vennero riutilizzati. Una torre trinata da 280 è ancora in Norvegia, due torri da 150 mm SK C/28 sono state usate dai Danesi fino agli anni '90. La Scharnorst invece ebbe un destino anche peggiore, anche se è diventata un 'classico' della storia navale: andò a fondo contro gran parte della Home Fleet nella Battaglia dell'isola degli Orsi, 26 dicembre 1943. Incassò tra l'altro 11 siluri, per cui non stupirà che ebbe anche un'esplosione a bordo. Dalle gelide acque vennero salvati solo 40 marinai su quali 2.000. Il 1943 dunque fu la fine dei 'Gemelli terribili'.
 
Le navi da battaglia classe ''''[[w:Classe Scharnorst (incrociatore)|Scharnorst]]'''' erano veloci e ben corazzate, ma l'armamento non consentiva di distruggere le navi da battaglia dalle tipiche distanze di combattimento moderne. La soluzione sarebbe stata di tre torri da 38 cm come quelli delle 'Bismarck'. La cosa però non ebbe mai seguito a causa della sorte delle navi. Le modifiche avrebbero potuto dare la possibilità di estendere il raggio di tiro utile sui punti vitali delle navi da 10 a 22 km circa, un miglioramento notevole anche se con una cadenza di tiro minore complessiva. Altre modifiche vennero però fatte: nel '41 le C/38 rimpiazzarono le C/30, il radar venne installato nel '39 sull'antenna del telemetro, 6 lanciasiluri con 14 siluri, ma forse non meno importante fu la sistemazione della prua atlantica, che migliorò sensibilmente le capacità di tenere il mare grosso, cosa che le potenti navi da battaglia tedesche hanno spesso mancato di fare.
 
====Bismark, 'H' e successive====
La logica degli sviluppi consecutivi non conobbe soste; dopo le 'Scharnorst' pensate attorno al 1934, le 'Bismarck' (Panzerschiffe F e G) vennero pensate originariamente come aventi 8 pezzi da 33 cm, 12 da 15,5 e 16 da 10,5 cm, corazze simili a quelle delle 'Scharnorst' tra cui cintura da 350 mm e ponte di 100 mm, 120 dov'era incurvato. Presto il dislocamento salì oltre le 35.000 t pensate nel 1934 ed inizialmente difesa dall'amm. Reader. Ma era troppo poco per affrontare le 'Dunquerke' (e a maggior ragione le 'Richelieu' con i 380 mm). Vennero pensate varie soluzioni come il motore turboelettrico, ma poi si optò per le caldaie ad alta pressione. Nel frattempo i cannoni aumentavano a 35 cm, poi a 38 e le protezioni migliorate. Il progetto finale era stato approvato e iniziato all'inizio del 1937.
 
[[Immagine:Early Bismarck .jpg|400px|right|thumb|Un'immagine dell'elegante profilo della Bismarck]]
 
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 2
*Dislocamento: 41.676/50.153 (B), 42.900/52.600 t (T)
*Dimensioni: lunghezza 251 m, larghezza 36 m, pescaggio 9,3-11 m
*Propulsione: 3 turbine a vapore da 138.000 hp; 56.000 hp ; 30 nodi e 7700 miglia in crociera, circa 3.000 alla massima velocità
*Equipaggio: 2.192 (Tirpitz: 2.530)
*Corazzatura: cintura 320 mm; ponti 50 e 80/120 mm, torri 230-355 mm
*Armamento: 8 cannoni da 380 mm, 12 da 150 mm; 16 da 105, 16 da 37 mm, 12 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm in impianti tripli (solo Tirpitz); 2 o 4 Idro Ar.196.
 
Navi da 241,6 m, erano state armate con 4 torri da 380 mm SK C/34 da 52 calibri, capaci di sparare a 36 km (molto meno dei pezzi da 280 mm) con due cariche di lancio, le granate da 800 kg a 820 msc. La corazza perforabile era di 742 mm a zero metri, 350 mm a circa 21 km, le torri erano pesanti 1052 t. La corazza era di circa 360 mm frontali, 340 mm delle barbette, 130 mm tetto, 320 posteriore. La nave aveva una potenza di fuoco elevata e non poteva essere altrimenti, con due cariche combinate, la prima da 99,5 kg, la seconda addirittura da 112 kg. C'erano 130 cariche per cannone. Stranamente tra tecnici Tedeschi, che si chiesero per tanto tempo che tipo di torrette costruire per le navi precedenti, nessuno pensò ai cannoni in torri trinate come invece accadde per le armi da 280 mm. Difficile capire il perché, visto che altrimenti questi cannoni sarebbero stati in un lay-out simile a quello delle 'Littorio', che avevano un cannone in più e di maggior potenza (anche se di minor cadenza di tiro). E dire che mentre i tedeschi facevano 4 torri binate da 380 mm, i francesi con analoghi cannoni avevano 2 torri quadrinate.
 
La corazzatura non era molto spessa rispetto ad altre navi, ma il peso era notevole: circa 8.136.532 kg di corazza verticale, 2.248.053 kg per il ponte di coperta, 4.293.264 kg per quello principale. Cintura principale da 320 mm che si assottigliava a 170 mm inferiormente, cintura superiore (fino al ponte di coperta) aumentata a 145 mm (110 in più delle più piccole Scharnorst, che non si potevano permettere pesi eccessivi per le corazze in zone non vitali), ponte di 50 mm superiore, 80-120 quello principale, torrione 350 mm, corazze minori come quella da 14 mm per i telemetri sferici. I telemetri erano da 7 e 10 m, inclusi quelli delle torri; i radar vennero installati durante la costruzione (il primo radar navale del mondo era stato messo sulla Graf Spee), la Tirpiz ebbe cannoni da 20 mm aggiuntivi quadrupli, e altri due radar, alla fine del 1944 la Tirpiz ebbe fino a 80 cannoni a 20 mm.
 
Quanto ai motori usati, le navi tedesche ebbero le turbine a vapore, che però non erano più del tipo delle precedenti 'Scharorst', ma ad alta pressione, più efficienti anche come consumi. La dotazione di nafta utilizzabile era di circa 7.400 t (per la Tirpiz si arrivava a 7.780 t) su circa 8.300 t, il che era il doppio delle 'Littorio'; ma anche così l'autonomia diede problemi. Inizialmente si pensava di circa 14.000 miglia nautiche, ma ad un certo punto, nell'ottobre del '36 si considerò tale valore da 'condizioni da tempo di pace', e si dimezzò a 7.000 nm/15 n. Questo portò a temere ad un ritorno alla configurazione diesel per consentire la necessaria autonomia, ma poi non se ne fece nulla. Nell'agosto 1941 i Tedeschi vennero in possesso di un libretto di Istruzioni tattiche per la Royal Navy, con i consumi calcolati per tutte le navi britanniche. Allora fu possibile calcolare, a parità di condizioni, l'autonomia delle 'Bismarck': 8.600 nm a 15 nodi, 8150 a 21, 5.200 a 27, 3.750 a 30 per la BISMARCK, e presumibilmente qualcosa di più per la sua gemella. Per allora, tuttavia, si trattava di un calcolo puramente accademico, uno perché non c'era più modo di cambiare il progetto già realizzato, e due perché la capoclasse non era più 'in condizione' di fare nessun viaggio di crociera.
 
[[Immagine:Bb bismarck.png|380px|right|thumb|La Bismarck è una nave ben apprezzata dai modellisti]]
Le due navi tedesche ebbero una carriera tribolatissima: la ''''[[w:Classe Bismarck (corazzata)|Bismarck]]'''' finì la sua carriera in fondo all'Atlantico nella sua prima e unica missione di guerra della primavera del '41, circa 9 mesi dopo l'entrata in servizio. Da notare come l'inizio dei suoi danneggiamenti sia stato quello causato da due cannonate da 356 mm della PRINCE OF WHALES, che colpirono sotto la linea di galleggiamento causando allagamenti e rovinando circa 2 mila tonnellate di nafta, contaminata con l'acqua marina. E' impressionante come anche per una nave ben corazzata come questa, i danni subacquei siano stati ancora tanto gravi, colpendo semplicemente la zona al di fuori della 'cittadella corazzata' chiusa dalle paratie longitudinali. Per bizzarro che possa sembrare, invece, la Bismarck ebbe a segno almeno 3 se non 4 siluri aerolanciati ma solo uno la colpì gravemente, mettendo KO il timone, mentre quelli sul 'bersaglio grosso' vennero annullati dalle cinture corazzate. Per confronto, la n.b. LITTORIO, colpita da 3 siluri analoghi, non affondò solo perché poté presto incagliarsi su bassi fondali del porto di Taranto. La sua gemella V.VENETO, colpita da un unico siluro, imbarcò 4 mila t d'acqua e calò di velocità a circa 19 nodi (per pochi minuti addirittura si fermò, tanto che gli Inglesi erano speranzosi di sorprenderla nell'azione d'attacco notturno, che invece individuò l'immobilizzato POLA, anch'esso centrato da un unico siluro).
 
La Tirpitz ebbe continui attacchi aerei britannici, più l'assalto dei minisommergibili X con cariche da 2 t. La sua fine, dopo avere messo su di sè l'attenzione degli Inglesi, ebbe luogo con i bombardieri Lancaster che nel novembre 1944, dopo un attacco simile ma con 'solo' una bomba a segno, la colpirono con tre Tallboy da 5443 kg. La nave si rovesciò con un'esplosione a bordo e terminò di essere una minaccia per il traffico navale nell'Artico.
 
I cannoni da 380 mm però non erano finiti. Almeno 14 vennero usati come armi da difesa costiera. Con l'alzo aumentato da 30 gradi delle torri a 44, vennero raggiunti 42 km di gittata. Ma con la granata speciale da 'soli' 495 kg, la gittata aumentava a 54,9 km. Dover era uno dei bersagli di questi cannoni da 38 cm, di cui 4 erano presenti in zona. Le cariche esplosive erano di 18,8 kg per i colpi APC e 32 o 64 kg circa per i proiettili HE, ma la vita utile di questi cannoni era al massimo di circa 200 colpi prima della sostituzione del tubo della canna interna.
 
Le navi 'Bismarck' non erano le ultime ad essere concepite. Le '''Schlchtschiff H''' erano simili alle precedenti. Nel 1936 si pensava ad una nave con i 35 cm, poi venne rielaborata con un'autonomia di 16.000 miglia a 18 nodi, circa il doppio di quanto calcolato per le Bismarck e arrivare 30 nodi. Installare a bordo di queste unità due catapulte, corazze da 320 mm verticali, ponte 80-120 mm. Era necessario superare le 'Dunquerke', pareggiare le 'Richelieu' e la flotta delle King George V britanniche. I Sovietici avevano chiesto cannoni da 406 mm per le loro navi e Hitler ne venne a conoscenza. Subito i requisiti per le nuove corazzate vennero innalzati, anche se l'ufficio tecnico non credeva ancora alla necessità di usare cannoni di tale calibro e temeva problemi con le chiuse di Kiel e i porti tedeschi se fossero aumentate troppo le dimensioni delle nuove navi da guerra. Dopo innumerevoli altre discussioni, le navi aumentarono a 56.200 t, poi a 58.700 con larghezza di 41 m, troppo per possibilità pratiche e in seguito andò sotto le 53.000.
 
L'impostazione di ben 6 navi (fino alla 'N') era preventivata ma allo scoppio della guerra solo le prime due erano state impostate,una con 766 t e l'altra con miseri 40. Vennero poi demolite, se così si può dire, alla fine del '41. La loro costruzione era caratterizzata da motori MAN, dodici diesel a 9 cilindri e dodici generatori elettrici fino a 920 kW l'uno. Le blindature erano diverse ma leggermente migliori di quelle precedenti, con una cintura da 300 mm, 180 mm superiore e infine 150 mm vicino al ponte di coperta. La coperta era di 50 mm e il ponte principale da 120 mm, le paratie corazzate da 50 mm. L'armamento con i cannoni da 40,6 cm SK C/34 era capace di sparare con soli 30° di alzo proiettili da 1030 kg (l'AP con 24 kg di esplosivo, HE da 42 o 83 kg e lunghi fino a 1,949 m) a 36,4 km, con due cariche di lancio, da 91 e da 134 kg. Le torri arrivavano a 1475 t. Perforavano 805 mm a 0 metri, 345 a 27.432. Dei dieci cannoni realizzati diversi vennero usati come artiglierie costiere con 43 km a 52 gradi, ma con la munizione 'Adolph' da 600 kg 43,5 km o con carica supplementare, 56 km. Per il resto c'erano ancora i cannoni da 150 mm SK C28 da 15 cm in torri binate (6), e 12 canoni da 105 mm, oltre a 6 lanciasiluri a prua, sotto la linea d'acqua.
 
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Non era finita qui, perché c'erano anche i progetti successivi. Per esempio, i '''KREUZER P''', figli del Piano Z e della necessità di sostituire le corazzate 'tascabili' con torri trinate da 280 mm e binate da 150 mm, velocità oltre 32 nodi e cintura da 120 mm (e 6.000 t totali). Ne vennero ordinate 12, poi ridotti a 8 e poi la guerra impedì la loro impostazione. Gli ''''O'''' erano invece grandi incrociatori con 6 cannoni da 380 mm, cannoni da 15 cm e 105 mm, cintura da 180 mm. Ma le tre navi ordinate vennero annullate subito dopo lo scoppio della guerra.
 
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I Tedeschi pensarono anche a navi ancora più grandi, del tutto irrealistiche. Le navi in parola erano armabili con i pezzi da 50,8 cm, erano le H-44. Un cannone sperimentale da 53 cm venne costruito davvero, sparò poche volte ma con cariche da 300 kg poteva arrivare a 47 km con granate da 2.200 kg, una prestazione forse senza nessun altro paragone, eccetto semmai il pezzo da 51 cm fabbricato per le 'Super Yamato' che sparava colpi da oltre 1.900 kg, e di cui 9 esemplari sarebbero stati previsti per queste navi da 90.000 t. Le H-44 arrivavano a 150.000 t, ancora più ardue -e immensamente costose- da costruire.
 
===Portaerei<ref>Whitley, op cit</ref>===
[[Immagine:Graf-Zeppelin-2.jpg|360px|right|thumb|La Zeppelin]]
Le portaerei tedesche erano un'altra idea che i Tedeschi non riuscirono a realizzare. La discussione fu al solito lunghissima, alla fine venne inspirata dallo svedese Gotland da 5.500 t a pieno carico, ma la nave definitiva, per quanto erano da 12.250 t standard 'ufficialmente', in realtà arrivavano a 33.500 a pieno carico. Aveva 40 aerei, 16 cannoni in casamatte binate da 150 mm, 12 cannoni da 105 mm. L'hangar aveva struttura aperta, due hangar sovrapposti da 185 e 172 m alti rispettivamente 5,66 e 6 m. Il ponte di volo era da 242 m e largo 30, poggiato sulle fiancate della nave,c'erano due catapulte capaci di tirare un aereo da 2,5 t a 4,25 g e 140 kmh, con riserve d'aria compressa per nove aerei. La cintura era da 100 mm, profonda 4 m, a parte quella esterna alla zona principale, paratie trasversali da 80 mm, mentre i depositi per gli aerei erano capaci di 80-90 siluri o 220 mine al massimo. Gli elevatori erano corazzati e così il ponte di volo da 20-38 mm, il ponte hangar era da 40 mm. I motori da 150.000 hp su tre assi, simili a quelle del P. EUGEN. L'equipaggio 1.612 persone. La difesa contraerea era affidata a 10 pezzi da 105 mm, 22 da 37 mm, 8 da 20 mm. Ordinata l'11 febbraio 1935 ai Germania Werft di Kiel, era parte di un ordine di due unità ma solo la Zeppelin venne varata, l'8 dicembre 1938 mentre l'altra venne demolita. La nave portaerei rimase a fare da deposito galleggiante con varie vicissitudini e trasferimenti. La nave venne bloccata all'inizio del '39 ma solo nel '42 era stata ripresa in opera, dopo i risultati ottenuti da Giapponesi e britannici. Ma oramai non c'era più la possibilità di fare incursioni nell'Atlantico con grandi navi, e il fallimento della battaglia di Barents seppellì totalmente la possibilità di completare questa nave. Se essa fosse stata completata, i suoi Bf-109T sarebbero certo stati molto utili per respingere gli Swordifsh che decisero la sorte della corazzata Bismarck. Alla fine della guerra venne presa dai Sovietici ma non arrivò mai a Leningrado, pare affondata da mine, ma la sua sorte per tanti anni rimase un mistero, tanto che si ipotizzò persino la sua ricostruzione con i MiG-15 navalizzati.
 
[[Immagine:Graf-Zeppelin-1.jpg|420px|right|thumb|Come doveva essere la 'Zeppelin']]
Nel frattempo si pensò anche a degli 'incrociatori' con ponte di volo da 40.000 t, motori da 210.000 t, 9.000 t di corazza, con 150 mm di acciaio nella cintura e 100 per il ponte. Esisteva anche un 'incrociatore portaeaerei atlantico' da ben 70.000 t che aveva nondimeno 4-6 inutili cannoni da 28 cm ma solo 38 aerei, e gli incrociatori da 12.750 t-22.200 t, tre navi con 10-25 aerei l'una. Ma nessuno di questi ambiziosi progetti venne mai impostato essendo più che altro esercizi di progettazione navale. La ragione non era peregrina: gli ingegneri navali rischiavano, causa disoccupazione, di finire al fronte e progettare nuove navi da guerra poteva aiutare a tenerli lontano da questa prospettiva.
 
===Gli U-Boote<ref>Armi da guerra 62</ref>===
I Tedeschi si erano fatti una notevole esperienza di guerra sommergibile dai primi anni del XX secolo. Non erano stati i primi a usare gli U-Boote, ma erano riusciti a costruire una flotta efficiente di battelli costieri, di media crociera, oceanici. Nel dopoguerra gli fu impedito di costruire sommergibili, ma i progettisti lavoravano all'estero come in Finlandia, dove venne varato a tutti gli effetti il progenitore diretto dei '''Type II''', del 1933. Fecero presto a costruirne 50, progressivamente ingranditi (il D era di 314/364 e 43,95 m). Essendo costieri non ebbero molto da fare quando la battaglia si spostò nell'Atlantico e la costruzione cessò nel '41.
 
Ecco, per la cronaca, le loro caratteristiche complete (versione IID):
 
*'''Dislocamento''': 314/364 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 43,95 m, larghezza 4,87 m, pescaggio 3,9 m
*'''Equipaggio''': 25
*'''Motore''': diesel da 700 hp ed elettrico da 410 hp su due assi
*'''Prestazioni''': 13/7,6 nodi, autonomia 6.500 km a 12 nodi, 105 km a 4 nodi
*'''Armamento''': 1-4 cannoni da 20 mm, 3 tls prodieri con 6 siluri
 
[[Immagine:U 52.jpg|320px|right|thumb|L'U-52]]
Poi seguiranno i '''Type VII''' di cui i primi dieci erano il mod. A, da appena 626-745 t, ma di cui il B e sopratutto il C erano i più importanti, con 66,5 m di lunghezza per 769-871 t si potevano considerare battelli di media crociera. Vennero costruiti in quantità enormi (quasi 700) e per anni furono i principali marcatori di vittorie della marina tedesca, appoggiati dai '''Type IX''' a lunga autonomia da 1120-1232 t, 76 m, cannone da 105 mm e 6 tls con 22 siluri. Questo era modello 'IXC' perché se questi avevano 25.000 km a 10 nodi in superficie di autonomia, 115 km a 4 nodi immerso, i 14 Type IXB nel '39 avevano 22.250 km, ma gli D2, 29 unità (che si aggiungevano ai 149 XC) avevano 58.400 km di autonomia e il D2-42 perfezionato ebbe un solo esemplare completato. Spesso c'erano dei piccoli autogiri per esplorazione a bordo dei IX. Gli IXD arrivavano a 87,5 m.
 
[[Immagine:VII_y_IX_en_Trondheim_color.jpg|350px|right|thumb|Type VII e IX assieme, davanti ad un enorme rifugio corazzato tedesco a Trondheim]]
Caratteristiche VIIC e IX C
*'''Dislocamento''': 769/871 t---1.120/1.232
*'''Dimensioni''': lunghezza 66,5---76,7 m, larghezza 6,2---6,75 m, pescaggio 4,75---4,7 m
*'''Equipaggio''': 44---48
*'''Motore''': diesel da 2.800 hp ed elettrici da 750 hp su due assi---4.400 hp e 1.000 hp su 2 assi
*'''Prestazioni''': 17,5/7,5 nodi, autonomia 15.750 km/10 nodi, 150 km/4 nodi---18,2/7,5 nodi, autonomia 25.000 km/10 nodi e 115/4 nodi (NB: durata delle batterie senza ricaricarle in superficie)
*'''Armamento''': 1 da 88 mm, 1 da 37, 2-8 cannoni da 20 mm, 4 tls prodieri+1 poppiero con 14 siluri---1 da 105 mm, 1 da 37, 1 da 20 mm, 4 tls prodieri e 2 poppieri con 22 siluri
 
 
I '''Type X''' e '''XI''' erano altri parte dei 5 tipi previsti come unità indispensabili per la Marina tedsca, uno era il posamine, l'altro un incrociatore sommergibile con pezzi da 127 mm in torretta, costruito in soli 3 costosi esemplari da 3.140 t e 115 m per 23 nodi, con tanto di idrovolante da ricognizione. I posamine Type X da 2.500 t erano invece da 89,8 m e avevano 66 mine oltre a cannoni e siluri, spesso usato anche come rifornitore grazie alle sue dimensioni e capacità di carico.
 
Caratteristiche Type XB
*'''Dislocamento''': 1763/2177 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 89,8 m, larghezza 9,2 m, pescaggio 4,11 m
*'''Equipaggio''': 52
*'''Motore''': diesel da 4200 hp ed elettrici da 1100 hp su due assi
*'''Prestazioni''': 16,5/7 nodi, autonomia 34.400 km/10 nodi, 175 km/4 nodi
*'''Armamento''': 1 da 105 mm, 1 da 37, 1-4cannoni da 20 mm, 2 tls poppieri con 15 siluri. 66 mine
 
 
Type XI:
*'''Stazza''': 3.140-4.630 t
*'''Dimensioni''': 114,9 m, 9,5x 6,5 m
*'''Motore e prestazioni''': 8 diesel a 12 cilindri da 17.600 hp totali; 23/8 nodi, 100 m quota massima, 20.000 nm (37.000 km) a 10 nodi
*'''Armamento''': 6 tls da 533 mm, 4 pezzi da 127, 1 da 37, 2 da 20, un idro leggero (171 kmh, 500 km autonomia, 830 kg peso).
 
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Detto dei sommergibili con caratteristiche 'convenzionali', che servono per capire l'evoluzione delle tattiche e della tecnologia, passiamo ora alle contromisure che i Tedeschi applicarono ai loro mezzi quando i progetti VII e IX divennero inesorabilmente, dal '43 in poi, obsoleti.
 
Un altro sommergibile era l''''XVII''' con sistema a circuito chiuso Walter, che azionava un sistema a turbina a vapore ma era molto pericoloso se c'erano impurità per il rischio di esplosioni. Erano navi da 41,5 m, con 5.550 km di autonomia a 9 nodi in superficie e 210 immerso, motori da 210 hp diesel per 9 nodi, ed elettrici da 2.500 hp capaci di spingerlo a 21,5 nodi, anche se c'era solo due tubi lanciasiluri con 4 armi disponibili. Lo scafo, totalmente liscio e privo di armi esterne, aveva sezione ad '8' ovvero due cilindri sovrapposti, il che ottimizzava il volume, ma non l'idrodinamicità, che non era tale da fargli raggiungere i previsti 25 nodi. Vennero costruiti 4 XVIIA con due turbine su di un asse, poi 3 XVIIB con una sola turbina, mentre il XVIIK non entrò mai in servizio, ma avrebbe dovuto disporre di diesel con serbatoi d'ossigeno puro per farli funzionare sott'acqua senza nemmeno attivare lo snorkel. La 'G' doveva essere costruita in 12 esemplari ma non ebbe seguito.
 
[[Immagine:U3008.jpg|350px|left|]]
Il '''Type XXI''' era invece il super-sommergibile tedesco che ha fatto poi scuola. 1621-1819 t, lunghezza 76,7 m, diesel da 4000 hp e motori elettrici da 226 hp (moto lento) o 5.000 hp (a piena potenza), cannoni da 30 mm antiaerei in torretta, sonar, autonomia 28.800 km in superficie, 525 immerso a 6 nodi, 6 tls prodieri con 23 siluri. Di questi battelli pieni di batterie ad alta capacità, non solo c'é da dire che avevano prestazioni eccezionali, 15,5 nodi in superficie ma 16 immerso, o 3,5 nodi con il motore elettrico silenzioso. Ma non solo, di queste unità erano previste 3 battelli alla settimana per un totale di 1.500 unità con unità prefabbricate assemblate da varie fabbriche. Era un programma immenso, ma solo in parte realizzato. Concepiti per funzionare per lo più sott'acqua, trovando i bersagli col sonar e attaccandoli immerso, disimpegnandosi poi in velocità grazie ad una riserva di potenza enormemente superiore ai soliti sommergibili dell'epoca, e usando lo snorkel per ricaricare le batterie, erano capaci di funzionare in maniera del tutto innovativa rispetto ai sommergibili normali e di sfuggire agevolmente alla caccia della maggior parte delle unità di scorta alleate. Ma come si è detto, giunsero troppo tardi esendo la somma di tutte le esperienze belliche maturate dalla Marina.
 
*'''Dislocamento''': 1621/1819 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 76,7 m, larghezza 6,62 m, pescaggio 6,2 m
*'''Equipaggio''': 57
*'''Motore''': diesel da 4.000 hp ed elettrico da 5.000 hp e uno da 226 hp, su due assi
*'''Prestazioni''': 15,5/16 nodi, autonomia 28.800 km, 525 km a 6 nodi
*'''Armamento''': 4 cannoni da 20 o 30 mm, 6 tls prodieri con 23 siluri
 
 
La loro versione 'piccola' era il Type XXIII prefabbricato in 4 sezioni, capace di immergersi in soli 10 secondi (la differenza tra dislocamento in superficie e immerso era di appena 24 t contro le 45 del IID), poteva viaggiare a 10 nodi in superficie e 12,5 immerso, con due soli lanciasiluri per altrettanti siluri, lunghezza 34,1 m e dislocamento 232/256 immerso, 2.500 km in superficie e 325 immerso a 4 nodi; solo 14 gli uomini al suo interno, praticamente un mini-sommergibile piuttosto che una vera unità subacquea.
 
Solo 62 battelli vennero completati, capaci di operare nei porti nemici tra i bastimenti ma senza autonomia adatta per le missioni atlantiche. Come i 'XXI' la loro velocità immersi superava quella in emersione, cosa possibile solo con battelli avanzati con una grande potenza propulsiva e batterie adeguate.
 
Solo alcuni vennero affondati, e solo per gli aerei. L'ultima azione dei sommergibili tedeschi avvenne il 7 maggio 1945 nel Fith of Forth, affondando due mercantili con altrettanti siluri. Era stato l'U-2336 e fu l'ultimo colpo della flotta di U Boote.
 
===Siluri convenzionali, 'speciali' e mezzi d'assalto<ref>Armi da guerra 62, Clerici e Poli ''Neger ad Anzio'', Storia militare gen 1999; Poggiali L: ''L'attacco dei Linse a Spalato'' Storia militare apr 1995; sito navweapons.com</ref>===
I siluri tedeschi erano questi: il '''G7a''' T1, servizio dal 1938 ma disegnato nel 1930, aveva dimensioni di 7,186 m, calibro 533 mm, peso 1528 kg, carica 320 kg Hexanite. Viaggiava a 40 nodi per 8 km, o 6 a 44 nodi. I primi tipi erano leggermente inferiori e con 280 kg di testata. Era noto anche come ATO.
 
 
Il '''G7e''', il T2 e T3 era del '39, da 1.603 kg, carica da 200 kg di Hexanite e velocità di 30 nodi a 5 km. Era poco, ma si trattava di un siluro elettrico, silenzioso e senza scia. Molti i tipi studiati, ma bisognava tenere ben cariche le batterie e mantenerle a 30 gradi se si volevano le prestazioni calcolate.
 
Il G7e T4, T5, 10 e 11 erano armi da 1937 kg o 1620 kg, velocità da 20 nodi a 7,5 km, poteva viaggiare con una capacità particolare: l'autoguida acustica. In servizio dal '43 era inizialmente piuttosto rudimentale e vulnerabile ai generatori come il Foxer di rumore rimorchiati dalle navi, ma nondimeno erano risorse potenti, specie per attaccare bersagli lenti come i mercantili. La prima versione autouidata era il T4 Falke. Gli esperimenti iniziarono nel '36.
 
Poi c'erano i siluri da 450 mm F5, del '35 ma entrato in servizio dal '39, pesava 737 kg per 4,8 m, pesante 200 kg come testata di Hexanite, 2000 m a 33 nodi.
 
L'5B era in servizio dal '41 e raggiungeva 2 km a 40 nodi, testata fino a 250 kg. Prima di questo era previsto l'uso dello F5W, il tipo italiano dello stabilimento Fiume.
 
Detto dei siluri e dei sommergibili, ecco un altro aspetto 'intermedio', i mezzi speciali d'attacco, sia subacqueo che di superficie. La panoplia fu particolarmente ricca, anche se i Tedeschi vi arrivarono piuttosto in ritardo e non beneficiarono se non marginalmente delle esperienze italiane e giapponesi. In tutto vennero costruiti ben 972 minisommergibili dei tupi '''Seehund''', '''Biber''', '''Molch''' e (3 soli prototipi) lo Hecht, versione del precedente.
[[Immagine:Molch-M391-01.jpg|350px|left|thumb|Il Molch]]
 
Simili ad un sottomarino, erano concepiti per far operare stando isolati dall'acqua, cosa ovviamente utile per tante ragioni, specie se si operava in climi freddi dove i subacquei possono sopravvivere per tempi limitati e solo con grosse e pesanti tute: allora perché, se si devono usare degli scafandri, uno usare direttamente uno scafo completo, si saranno chiesti i progettisti? Le dimensioni di questi mezzi erano limitate a 9-12 metri, la stazza, se così si può dire, di 6.500-12.000 kg. Nessun'altro fabbricò tanti minisommergibili, si pensi solo che l'Italia ne ebbe 26 tra CA e CB, e qualche più grande CM. I successi dei minisommergibili tedeschi non furono molti, anche se è interessante notare come alcuni di essi, chiamati qualcosa come 'Diavolo di mare', ebbero cingoli per spostarsi sul fondo (la cosa è stata ripresa anche dai Sovietici, come testimoniano tracce di cingoli nei fondali prospicienti la Svezia).
 
Non è chiaro se il totale di cui sopra fosse comprensivo dei veri e propri 'siluri d'assalto', ma ne riparliamo dopo. Intanto, da ricordare che il Neger e il Marder erano minisommergibili d'assalto con un siluro, mentre il Biber ne portava due, ai lati dello scafo. Pesante solo circa 6 t, era caratterzato da un periscopio fisso e una torretta vetrata, con le scanalature per i siluri sui suoi lati. I siluri stessi potevano essere sostituiti da mine. L'autonomia in superficie era di 240 km a 6 nodi.
 
Costruiti in gran numero, vennero usati ad Anzio, Normandia e anche nell'estuario della Schelda, per scontrarsi però con una reazione alleata molto forte e attenta alla minaccia posta da questi limitati ma insidiosi vascelli, che andarono persi in gran numero senza causare minimamente i danni dei loro fratelli maggiori d'alto mare. I Type XXVIIA (Hecht) e XXVIIB (Seehund) erano più grandi (10,5 e 12 m), con autonomia di 550 km. Non ottennero che l'affondamento di uno, forse due mercantili, ma stante la loro autonomia, un coraggioso equipaggio poteva raggiungere la Gran Bretagna e tornare indietro, fino a che la Manica non passò, anche nel lato francese, sotto controllo degli Alleati.
 
Quanto ai siluri pilotati veri e propri, la Germania li cominciò ad usare solo dopo il '43 su ordine di Doenitz, e il primo risultato fu il ''''Neger'''', negro, forse chiamati così per il nome (Mohr) del loro ideatore. Il piccolo sistema d'assalto era in pratica la concezione tedesca del siluro SLC (ma non mancarono forse nemmeno SLC veri e propri, ma non in questo caso), col vantaggio della velocità e dell'isolamento dell'operatore (uno solo, oltretutto) dall'acqua di mare, e con ciò la non necessità di avere subacquei esperti. Inoltre c'era la possibilità di eseguire un attacco a distanza di sicurezza (teoricamente) grazie ad un vero e proprio siluro. Questo era portato sotto un corpo che si può definire sia siluro con equipaggio che mini-sommergibile, lungo 7,65 m, pesante 2,7 t in tutto, diametro di 53 cm.
 
Era basato sul motore alettrico di un siluro Ge7 da 12 hp, autonomia ottimizzata di 45-55 km a scapito della velocità (4,2 nodi), ma sott'acqua faceva solo 3 miglia a 3,2 nodi, con punte però di 20, sia pure a scapito della controllabilità. Il pilota, nella piccola postazione di prua, riceveva l'aria con un sistema Draeger, vedeva attraverso una cupla di plexiglass, avea un minimo di attrezzi come la bussola da polso e un mirino esterno, sito sul muso. Era costretto a viaggiare per lo più emerso e forse questo era il suo vero limite nell'avvicinarsi a porti difesi. Ma con la luna piena era possibile programmare gli attacchi con qualche possibilità di successo. Bisognava stare attenti a che non restasse incastrata la calotta di plexiglass, perché si rischiava altrimenti di restarvi soffocati, come accadde in alcune occasioni, qualora non si riuscisse ad aprire: il Neger era pur sempre a tenuta stagna.
 
Prodotto in 200 esemplari, venne presto seguito da 300 Marder (Martora) del '44, con dislocamento di 3 t e 8,3 m, stesso diametro.
 
Il Molch, di cui abbiamo già accennato, era diverso. La 'Salamandra' era un vero minisommergibile con tanto di periscopio, prodotto dai cantieri Flander di Lubecca e dai Weser di Brema, in un totale di 393 esemplari. Lungo 10,8 m, peso 11 t, 1,82 m di diametro, motore di siluro elettrico da 13,9 hp e autonomia di 90 km/4 nodi oppure immerso, 110/5 nodi. Aveva due siluri e un vero e proprio scafo centrale con delle superfici di controllo orizzontali di grosse dimensioni. Nell'insieme era parecchio superiore ai Neger, i quali vennero comunque usati in attacchi anche di massa, come quello del 21 aprile ad Anzio, sferrato dal gruppo speciale K 175, dove però trovarono solo poche navi nella rada, di cui due vennero silurate. I superstiti dei 23 Neger partiti in quella notte di luna erano 19, che rientrarono alla loro base di lancio entro la mattina successiva. In Normandia vennero usati altri siluri di questo tipo, con significativi successi quali l'affondamento del vecchio incrociatore 'Dragon'. Ma certo, non bastarono per fermare le 5.000 navi della flotta d'invasione.
 
 
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Un ulteriore minisommergibile d'attacco sarebbe stato il cosidetto 'Pescespada' con turbina Walter da 500 hp, poi aumentata a 800; con idrato di idraziona e biossido d'idrogeno e metanolo. Capace di viaggiare ad oltre 30 nodi, non aveva tuttavia un'autonomia superiore alle 100 miglia e quindi aveva bisogno possibilmente di un sommergibile con contenitori di lancio per l'attacco finale. Era armbabile, o almeno si pensò che potesse essere armabile con due siluri o una mina a rimorchio da 500 kg. l'equipaggio era di 2 uomini e i comandi erano aeronautici. La bussola era in un bulbo in coda, sopra le eliche controrotanti; la dotazione di carburante era di 10 t; non era previsto un periscopio per via della velocità molto alta, ma era possibile prevedere un sonar e un sistema di navigazione aerea con pilota automatico, anche se senza sensori al più si sarebbe potuta attaccare una rada affollata di navi. Il prototipo era quasi pronto per le prove, poi venne affondato in un lago e di seguito recuperato e portato a Kiel; una versione da 35 nodi era in programma. I Tedeschi, insomma, provarono fino in fondo a fare del loro meglio per vincere una guerra già perduta da tempo con un altro progetto estremamente avanzato <ref>Harrauer, F: ''Schwertal'', Eserciti nella Storia nov-dic 2006</ref>
 
 
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I Tedeschi si interessarono anche di mezzi d'assalto di superficie. I ''''Linse'''' erano stati modellati su precedenti esperienze, inclusi gli MTM italiani, ma prima va detto che, stante l'immobilismo della Marina, i primi reparti vennero costituiti dall'Esercito come quelli dei Kustenjager, nell'ambito del Reggimento Brandemburgo.
 
Presto però la questione divenne tanto tecnica che passò alla Marina, la quale costruendo oltre 1.500 Linse, ciascuno con una particolarità; la possibilità di essere radioguidato verso l'obiettivo nel tratto finale, il che avrebbe aiutato l'operatore a salvarsi e ad essere recuperato. Il gruppo operativo minimo era infatti di 3 unità: due Linse e una nave comando. In seguito i Tedeschi ebbero i meno avanzati MTM, MTSM e MTSMA italiani fatti costruire dalla SIAI e dalla CABI in un totale di 123 su 170 ordinati. Usati da unità MEK (Unità commando della Marina) nel Tirreno e Adriatico, tentarono l'attacco a Livorno, ma vennero respinti con un fuoro molto preciso da parte delle difese costiere Alleate, basate su cannoni per lo più italiani con sistemi di controllo radar che furono la vera sorpresa per gli attaccanti (come lo furono per i barchini che attaccarono Malta, del resto).
 
Il successo maggiore fu il grave danneggiamento dell'incrociatore leggero HMS Delhi, nave di vecchio tipo, ma aggiornata con 5 pezzi da 127 mm singoli americani, 8 Bofors e 10 Oerlikon, quindi un obiettivo valido. Il 12 febbraio 1945 4 Linse, muovendosi con i loro mezzi (spesso erano messi a mare dalle motosiluranti) si avvicinarono a Spalato, uno esplose contro la diga foranea dopo che il pilota l'aveva abbandonato buttandosi in acqua con il battellino gonfiabile (in quest'azione il pur ingegnoso sistema di guida radio non venne usato), un altro venne distrutto dal tiro delle navi, ma le fotoelettriche sciabolando illuminarono anche l'incrociatore, il quale sparò anche addosso alle fotoelettiche per far loco capire di non puntarlo: il nemico era entrato in rada, e l'ultimo barchino esplose dopo essersi schiantato contro un mezzo da sbarco vicino all'incrociatore (il vero obiettivo). La carica esplodeva con la forza dei suoi 300 kg di esplosivo in 2,5-7 secondi dopo l'affondamento, e danneggiò gravemente le due unità, mentre l'ultimo barchino esplose in mare mentre cercava di allontanarsi avendo fallito l'entrata in porto. Il vecchio DELHI, che pure aveva partecipato ampiamente alla guerra dopo gli aggiornamenti del 1941-42 negli USA, aveva riportato gravi danni, specie al timone, e non tornerà più in servizio, demolito nel '47 alla fine di quella che comunque fu una carriera trentennale di servizio nella Royal Navy. Seguirono altre azioni minori, ma il successo contro quest'incrociatore, l'unico presente in zona assieme all'altra vecchia unità similare, il Colombo, fu il successo maggiore dei Linse.
 
===Radar navali<ref>Brescia, M: ''Radar navali 1939-45'', Storia militare apr 2005</ref>===
Quanto ai radar, i tedeschi ebbero il '''Seetakt''' del '36 da 6-10 miglia di portata, il '''FuMo 21''' del '39 con portata di 10 miglia su bersagli di superficie e 60 km aerei, antenna da 2x4 m; il '''FuMO 22''' del '40 per la scoperta di superficie (13 mg) e aerei per le navi da battaglia; il '''FuMO 24''' del '41 con portate da 12 miglia e 80 km per caccia e incrociatori leggeri, antenna rotante, '''FuMO29''' del '42 con impiego da sommergibili con portata di 2,5-3,5 miglia e anenne fisse sulla torretta; '''FuMO 61''' de l'42 con portata di 4-6 miglia, diemo, ma con antenna rettangolare; il '''FuMO63''' de l'43 da 7-12 mg e 50 km su aerei, per caccia e torpediniere, con antenna rettangolare da 1,5x1,6 m.
 
Non mancarono poi i sistemi ECM passivi: per esempio, i ricevitori radar passivi che vennero ampiamente usati anche dai sommergibili, e che consentivano d'immergersi in tempo quando venivano rilevati i segnali radar; ma quando vennero messi a punto i radar centimetrici questi intercettatori passivi vennero posti fuori gioco, e solo verso la fine della guerra fu possibile riequibirare tale mancanza, ma troppo tardi.
 
==Note==