Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-2: differenze tra le versioni

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===Caccia ad elica===
====Messerschmitt====
Un velivolo di indubbio interesse fu il Me.209, apparecchio nato come velivolo da record e che finì per giocare un brutto scherzo alla Heinkel, il cui He.100, chiamato anche He.112U, ottenne il nuovo record mondiale di velocità di 746,45 kmh il 30 marzo 1939. Era molto, ma i concorrenti avevano pronto un altro velivolo, che non era l'adattamento estremo di un vero caccia, ma un modello da record 'puro'. Era la cellula più piccola che si potesse disegnare attorno ad un DB601, ampiamente rielaborato con 2.300 hp di potenza: tanto bastò per raggiungere, il 1 agosto 1939, i 755,11 kmh, e poi, non ufficialmente, pare che toccò anche i 781,97 kmh. Il quarto prototipo venne trasformato, secondo i patti stabiliti con l'RLM, come caccia: 1 MG FF e 2 mitragliatrici. Ma in seguito ebbe anche un'ala dall'apertura aumentata per migliorare la controllabilità e la maneggevolezza, e poi si evolse ancora con successivi passi, come il Me.309.
 
====FW-190/Ta-152====
[[Immagine:Fw 190A Abschuss1 1944-45.jpg|320px|right|thumb|La superiorità dei FW-190A decadde rapidamente nel '44]]
Nel corso della Storia vi sono stati spesso degli scambi di idee che hanno avuto origine da dei confronti diretti tra opposte civiltà, e magari tra le loro forze armate. In Spagna i caccia I-16
se la videro esclusivamente contro aerei con motori in linea, inclusi i CR.32, ma questi erano biplani e non rappresentavano il futuro; piuttosto, chi impressionò fu il Bf-109 tedesco, che pure era ancora acerbo in quelle fasi del suo sviluppo. I Sovietici di lì a poco chiederanno dei caccia con motore raffreddato a liquido, a cilindri in linea, per ottenere un aereo con ridotta resistenza aerodinamica e quindi capace di volare velocemente rispetto ai consueti motori stellari, che peraltro erano al confronto semplici e affidabili. Ma se i Sovietici avrebbero avuto i caccia MiG-1, Yak-1 e LaGG-1 nel '41, i Tedeschi, inopinatamente, quello stesso anno misero in servizio un caccia con motore radiale. Questo perché in realtà anche loro avevano avuto il loro daffare con i tozzi, robusti e potenti I-16, la cui cellula di piccole dimensioni, se da un lato causava problemi di stabilità (coda troppo vicina alle ali), dall'altro consentiva di ricavare eccellenti valori di velocità da un motore di potenza non eccezionale. Inoltre i velivoli con questo tipo di motore si dimostravano anche molto agili, avendo meno problemi di baricentro come quelli dati da un lungo propulsore a cilindri in linea.
 
Al dunque, nel '38, con il Bf-109 ben lungi dal dimostrare i suoi limiti potenziali (anzi, si può dire che avesse 'appena cominciato' a farsi valere con i DB601: i precedenti Bf-109B erano nettamente inferiori rispetto agli Hurricane, per esempio, ma gli Hurricane non vennero mai mandati in Spagna), si decise di dare ad esso un successore. E tra i progetti ve ne fu uno che riguardava un compatto aereo con motore stellare BMW 139, quest'aereo era il FW 190 designato dall'allora misconosciuto Kurt Tank. Il FW 190 V1 volò a Brema il 1 giugno 1939, ma ben presto ci si orienterà verso un motore più grosso e potente, il BMW 801, che venne provato dal V5 in poi, nel '40. Passò pochissimo tempo e questo nuovo caccia venne posto in produzione: aveva agilità eccellente, con il solo limite di stallare senza preavviso (ma il recupero era rapidissimo, quindi l'unico problema era non stallare a bassa quota; in configurazione d'atterraggio invece il FW190 stallava non a 204 ma a 166 kmh e dava ampi preavvisi); il carrello era robustissimo, l'aereo anche, e la potenza di fuoco del FW-190A1 ammontava a ben 6 armi: 2 MG FF e 4 MG 17. Il prototipo iniziale aveva 2 MG 17 e due delle nuove MG 131, che poi vennero apparentemente abbandonate per il momento.
 
Gli A-1 volavano a 614 kmh e vennero prodotti in pochi esemplari, afflitti spesso da problemi di surriscaldamento dei motori quando non di incendi. Questo problema venne risolto completamente solo con l'A-4, il primo FW190 maturo, ed era dovuto alla grande potenza del motore racchiuso in una piccola cofanatura, per quanto raffreddata da una ventola appena dietro l'elica, che girava in maniera proporzionale a questa. I FW-190 diedero comunque subito del proverbiale filo da torcere agli Inglesi, che all'epoca facevano spesso incursioni sul nord della Francia. Come prime vittime sorpresereo e colpirono 3 Spitfire di una formazione. Gli Inglesi inizialmente vollero credere che fossero P-75 catturati ai Francesi, ma 'nessun aereo prebellico aveva le prestazioni di quelle bestiacce' commentò un pilota inglese. E aveva ragione, sia perché ben presto gli Inglesi si dovettero rassegnare ad ammettere l'esistenza di un secondo aereo da caccia tedesco, sia perché le sue prestazioni erano superiori anche a quelle dei migliori caccia inglesi e forse mondiali dell'epoca, gli Spitfire Mk V, che vennero surclassati. I FW 190 erano più impacciati nelle virate strette, in cui lo Spit era superiore, ma lo battevano in picchiata, salita lanciata, accelerazione, e impostando i combattimenti sulla velocità erano indubbiamente superiori. In seguito tale superiorità si confermò con le versioni A-2, A-3, A-4 che ebbero velocità fino a 655 kmh e armi MG 151/20 (prima due+2 MG FF+ 2 MG 17, poi dagli A-5 4 MG 151 con complessivi 750 colpi e le due MG 17 nel muso). I FW-190, prodotti in circa 20.000 esemplari, non ebbero tuttavia la stessa fama dei 33.000 Bf-109, e come caccia in quota rimasero sempre inferiori per via della scarsa potenza che aveva il loro motore oltre i 7-8 mila metri.
 
A questo si cercò di rimediare, ma sorprendentemente dozzine di prototipi non conclusero nulla. Ci fu il FW-190B con ala maggiorata dell'11%, motore sovralimentato, abitacolo pressurizzato, di cui vennero costruiti un paio di prototipi; il FW-190C 'Kanguruh' , cellula adattata al DB603G, e con un turbocompressore speciale Hirt o di altro tipo, che permetteva di migliorare le prestazioni in quota ma che di fatto rese solo più complicata la meccanica del velivolo. Arrivò, nei vari voli a 725 kmh, ma venne abbandonato. Eppure, il DB603G sarebbe stato ideale anche senza turbocompressore: se poteva motorizzare con successo il G.56, perché non il FW-190? In ogni caso vennero costruiti e provati dal '42 in poi numerosi prototipi con differenti allestimenti, mentre nel frattempo si pensava ad aerei di tipo diverso, i cacciabombardieri FW-190F e FW-190G. I primi erano velivoli corazzati per impiego di supporto tattico, con varie modifiche quali rastrelliere per bombe da 50 kg e corazze protettive; i secondi avevano l'armamento limitato a due cannoni da 20 mm, ma la loro capacità di carico era stata estesa al punto da poter imbarcare la bomba da 1.800 kg, realizzando un carico bellico che solo gli ultimi F4U Corsair riusciranno ad eguagliare, ma non certo in un 'pezzo unico'. Il FW-190G era una specie di interdittore riccamente provvisto di sistemi di navigazione ognitempo, e inteso per attaccare obiettivi strategici a mò di Tornado, magari con una sola bomba ventrale da 500 kg e due serbatoi alari da 300 l. Le capacità di carico del FW-190 erano impareggiabili dal Bf-109, come anche la possibilità di portare armi e corazze pesanti per il supporto aereo o per l'attacco ai bombardieri. Le ultime versioni del FW-190 'naso corto' erano velivoli come l'A-8, piuttosto appesantiti e armati con 4 MG151 e due MG131, finalmente in sostituzione delle oramai inutili MG 17. Con 950 colpi per le MG131 e almeno 750 per gli MG151, o la possibilità di portare un paio di Mk 108 al posto di due MG151, il FW aveva un'autonomia di fuoco e una stabilità di tiro (data la sua massa) ben maggiori di quelle dell'esile Bf-109. Anche come caccia notturno ebbe maggior successo perché di autonomia superiore, e con un carrello più robusto in atterraggio e decollo.
 
'''Fw-190A-8, Fw-190D, Ta-152C e Ta-152H''':
*'''Dimensioni''': lunghezza 8,95--10,19--10,83--10,71 m, apertura alare 10,51--10,51--11,00--14,44 m, altezza 3,95--3,37--3,38--3,37 m
*'''Peso''': 3.470/4.460--3.180/3.473--4.014/4.834---3.920/4.750 kg
*'''Prestazioni''': 640/6.200 m--698/6.400 m--740/10.000 m--760/12.000 m, salita a 10.000 m in 22--7--8--7 minuti. Autonomia max 1.450-1.120--?--2.000 km, tangenza 10.400--13.200--12.300--14.800 m.
 
 
 
Al dunque, quello che mancava al velivolo lo si aggiungeva di volta in volta. Per esempio, gli A-8 avevano corazze anteriori al motore da 5-6 mm nell'anello anteriore, 50 mm di blindovetro molto inclinato nel pezzo frontale, 30mm negli spicchi laterali, il poggiatesta, che era solidale con lo spostamento del tettuccio, era da 12 mm e il sedile da 8. Ma i tipi 'Sturmbock' erano provvisti di 200 kg di corazze in più, due cannoni da 20 e due da 30, ed intesi per colpire i bombardieri, se necessario anche con collisioni dirette. Scortati dai Bf-109, sempre più usati come scorta anti-P-51 piuttosto che per attacchi diretti, i FW-190 continuarono ad essere pericolossisimi fino all'ultimo giorno di guerra. Forse uno dei loro limiti era il maggior numero di ore di lavoro richieste rispetto ai Bf-109, ma non si sa di preciso quante: di certo pesando di più richiedevano maggiori materie prime. La quantità di armamenti studiati per i FW-190 è pure prodigiosa, si arriverà persino a usarli per i lanci dei missili X-1 e con versioni controcarri munite di 6 cannoni senza rinculo da 75 mm, da azionare automaticamente passando sopra un carro armato (erano messi dietro la fusoliera).
 
[[Immagine:Focke-Wulf Fw 190D-9 outside USAF.jpg|320px|right|thumb|Il 'Dora']]
Ma c'era sempre il problema delle prestazioni in quota. Non si capisce perché, con gli ottimi DB605 o 603 (con radiatore anteriore anulare nel caso dei FW-190) non si sia deciso subito di standardizzarsi su quest'aereo e cercare soluzioni fin troppo difficili da realizzare, mentre gli anni passavano. Alla fine la configurazione definitiva fu il FW-190D, che era munito di motore Jumo 213 sovralimentato. Il 'Langnasen Dora' venne posto in produzione rapidamente: si distinguveva per il muso allungato ma ancora di forma 'normale' dato che includeva anche il radiatore anulare. Esso era caratterizzato anche dalla coda allungata per ristabilire l'equilibrio dato da un motore più lungo e pesante nel muso. La capacità di carburante era di 509 litri più altri 115 se si rinunciava al dispositivo di sovralimentazione MW 50 con acqua e metanolo per una potenza di 2.240 hp. L'armamento era di due cannoni da 20 mm MG151 con 500 colpi nella radice delle ali, ma altri due potevano eventualmente essere sistemati nelle semiali esterne; due MG 131 avevano 950 colpi nel muso.
 
Entrato in servizio nella seconda metà del '44, inizialmente quest'aereo ebbe un certo scetticismo: mancava di pressurizzazione in quasi tutte le sue sottoversioni, il che riduceva la capacità di volare fino a 13.000 m, e tradiva una certa improvvisazione (dopo tutti quegli anni passati a sperimentare FW-190 rimotorizzati..), ma una volta in volo si dimostrò il migliore dei caccia LW, almeno tra quelli a pistoni. Chiaramente, era da mettere subito in produzione, e questa arriverà anche a 22 per giorno. Uno stormo da caccia si vide recapitare ben 150 FW-90D ma il suo comandante si tenne il suo Bf-109G-14. Ma oramai i problemi erano di carburante e di piloti addestrati. I FW-190, per quel che potevano combattere in quell'atmosfera tragica da 'crepuscolo degli Dei', fecero del loro meglio, ma la produzione non arrivò a 700 esemplari a causa di interruzioni e bombardamenti.
[[Immagine:Focke-Wulf Ta 152 model diorama.jpg|320px|right|thumb|Il Ta.152]]
Un'altra versione, ancora più formidabile, sarebbe stata un degno avversario anche dei P-51H e P-47M (il FW-190D era praticamente paragobabile al P-51D , Spit XIV, Tempest), ed era il Ta-152. Un onore per il progettista che finalmente ebbe il suo cognome nella sigla, ma era un onore tardivo. Il Ta-152 era un caccia d'alta quota, capace di superare i 14.000 m e di raggiungere i 760 kmh a 9-12.000 m (a seconda delle fonti). Lo stesso Tank, pilota provetto e abile collaudatore, nel testare uno dei nuovi aerei venne attaccato da un P-51D ma lo seminò in fretta.
 
Il Ta-152 era dotato di ali estese da 10,5 a 14,44 m, anche la fusoliera era stata 'stirata' fino a 10,71 m. Era uno dei più begli aerei della II GM, ma la sua produzione fu solo di una settantina di esemplari nel '45 e la sua carriera fu sopratutto quella di proteggere le basi dei caccia Me 262 dagli attacchi che i caccia Alleati facevano loro al decollo e all'atterraggio. Ma erano compiti che qualunque 190 muso corto poteva fare, il Ta152 era eccellente alle alte quote, ma addirittura inferiore alle basse, tant'é che raggiungeva 'solo' i 552 kmh contro i 573 dei 'musi corti' e i 580 del FW-190D. Un aereo sprecato per questi compiti, più consoni al Ta152C con ala ridotta a 11 m e finalmente un DB603G; si trattava di un caccia per quote medie, simile per il resto al 152H da alte quote. Anche il D ebbe varie sottoversioni; la più diffusa fu la D-9, ma non mancarono la D-19 con alcune modifiche quali il cannone Mk 108 e un solo MG 151 nell'ala sinistra; vennero prodotti solo in due esemplari, erano i primi due D-9 costruiti a Cottbus; poi c'erano i D-11, d'attacco con due Mk 108 e 2 MG 151 nelle ali, come per il D-9 con vari allestimenti speciali; il D-12 era a doppio ruolo, introdotta nel febbraio 1945 con due MG151 alari e un Mk 108 nel muso; c'erano vari altri miglioramenti e allestimenti specifici per lo più relativi ai ssitemi di navigazione ognitempo, come la modifica R11 con il pilota automatico PKS 12 e radiogoniometro FuG 125. Andò in produzione dal marzo del '45. Il D-13 da attacco e numerosi allestimenti specifici per navigazione ognitempo, bombe, sistemi di tiro; il D-14 aveva finalmente il DB603E o -LA ma solo due vennero collaudati nell'aprile del '45. Il D-15 era una specie di conversione al DB.603 dei vari A-8 e F-8 costruiti, ma solo uno venne completato; l'FW-190E era invece il D da ricognizione, non realizzato; l'H-1 era proposto con il solito DB603, stavolta in versione G.
 
In tutto dei 'Dora' pare che ne vennero prodotti solo 674, mentre il totale dei FW 190 prodotti è incerto anche se si è detto di circa 20.100 esemplari, e di 16.724 entro la fine del '44.
 
Quanto alla diffusione, il D-9 cominciò ad operare con il JG 26 dall'agosto del '44, ma divenne operativo solo ad ottobre con il nuovo aereo, precisamente con il suo I gruppo. Ne arrivarono anche ad altri reparti, e diventarono famosi sopratutto negli attacchi dell'Operazione Bodenplatte, l'ultimo gesto di sfida della LW contro gli Alleati, del capodanno 1945. Al 10 gennaio 1945 c'erano 119 FW-190 di tutti i tipi nella Luftflotte 1 della Curlandia, la Luftflotte 2 in Italia ne aveva 29, la 3 ne contava 112 del solo JG 1, altri 54 nel JG 2, 35 nel JG 3, 27 nel JG 4, 72 nel JG 11, 186 nel JG 26, 97 nel JG 54, 152 nell'SG 4 e 28 nell'NSgr 20; la Luftflotte 4 in Yugoslavia aveva complessivamente 135 aerei,la Luftflotte 5 in Scandinavia non si sa bene quanti ne possedesse, la Luftflotte 6 in Prussia aveva 352 aerei e la Luftflotte Reich aveva 94 macchine del JG 300, 109 del JG 301 e 41 del KG 200. In tutto parliamo quindi di circa 1642 aerei, esclusi quelli non ai reparti di prima linea sono il 10% della produzione e ancora uno schieramenteo formidabile, seppure solo in minor parte costituito dai FW-190D. Il 10 aprile c'erano 1.458 aerei nel Comando Curlandia, Luftflotte 4, 6 (con 807 apparecchi), Prussia Orientale e Reich (361). Si era agli sgoccioli della guerra, e oramai nemmeno il carburante, come i piloti addestrati, era sufficiente per tutti questi aerei (in Italia c'era in un certo senso il problema opposto, in quanto data la scarsa produzione di aerei erano i piloti addestrati che restavano più numerosi dei moderni caccia disponibili). Al 25 aprile 1945 la LW si era ridotta al Luftflotte Reiche e alla Luftflotte 6 nel settore meridionale. Da ricordare che un FW-190A5 venne inviato nel '43 in Giappone, e uno venne valutato a Guidonia ma senza essere adottato o prodotto in serie, evidentemente per problemi di standardizzazione con i già fin troppo numerosi caccia nazionali in programma. I Partigiani Yugoslavi ebbero un aereo catturato, ma è sopratutto importante ricordare i francesi che ne ebbero 64 ricostruiti con parti trovate sul territorio nazionale (NC.900). Infine i Sovietici catturarono abbastanza D-9 da metterli in servizio regolare con una loro unità del Baltico.
 
Quanto ai Ta-152 (originariamente pensati come FW 190Ra nel '43), vale la pena di ricordare brevemente le versioni in cui questo formidabile caccia, il migliore tra quelli per alte quote, venne realizzato o pensato: A-1, dai Dora-9 trasformati, B-1, caccia di scorta con ala da 11 m, scartati per i Ta-152C; i B-2 erano simili e con un DB-603, i B-3 erano cacciabombardieri, i B-4 avevano 4 cannoni da 20 e 30 mm; il B-5 era nell'allestimento R11 con tre Mk 103 da 30 mm; il B-6 non noto ma abbandonato; B-7 con lo Jumo 213J da 2.210 hp con turbocompressore a tre velocità; C-0 con il DB-603L, collaudato con i prototipi V21, 6, 7 e 8 dalla fine del '44.Aveva 4 MG 151 e un Mk 108. Il C-1 era la versione di serie con motore leggermente diverso e armamento pesante, il C-1 con nuova impiantistica elettrica, il C-3 venne invece realizzato con l'Mk 103 al posto del 108, poi il C-11 da ricognizione come anche l'E (dal B-5) con 3 cannoni e fotocamera (due prototipi); l'H era un caccia d'alta quota ed ala di apertura maggiore (14,4 m), l'H-0 era un'altra serie di prototipi completati dalla fine del '44, e infine 20 aerei di preserie con 3 o 5 cannoni; l'H-1 era l'unica versione di serie, in produzione a Cottbus dal novembre 1944, con maggiore carburante e 34-180 aerei completati; l'H-2 venne cancellata, poi c'era un aereo fatto in parte in legno e plastica, l'H-10 era da ricognizione, l'S-1 biposto da addestramento ma non costruito; il Ta-153 infine era il V32, prototipo di una macchina originariamente nota come Fw190 Ra-4D.
 
Al dunque non vi fu quasi modo di mettere in servizio tale nuovo aereo, che ebbe limitato impiego, come si è detto, solo con il JG 301 dal gennaio 1945.
 
 
====I caccia Messerchmitt====
Uno dei meno noti Bf-109 fu senz'altro il modello T, ovvero quello adattato all'impiego con la portaerei Graf Zeppelin, e che ebbe un'ala di maggior apertura. Molto migliorato come capacità di volo lento, era certamente più adatto del Seafire che non ebbe mai ala ingrandita per operare dalle portaerei. Ma la Zeppelin non entrò mai in servizio e così i Bf-109T, che con motore da circa 1.300 hp DB601N mantenevano grossomodo le stesse prestazioni dei precedenti E, venne costruito in piccola quantità e usato da campi d'aviazione di terra, per esempio in Norvegia. Ma era anche un valido punto di partenza per i caccia d'alta quota, con apertura alare maggiorata, e rispondere alla specifica che poti avrebbe dato origine al Ta-152 e al Do.335. Il programma in origine era il Me.155A, sempre per impieghi imbarcati, ma dopo l'abbandono del programma per le portaerei era stato ripensato come cacciabombardiere terrestre e infine passato (nel '43) alla B&V come Me.155B-1, poi diventanto B&V 155B. Si trattava di un '109 con un'ala di inusitate dimensioni (20,5 m di apertura alare), con motore DB603 e compressore d'alta quota TKL 15; inizialmente era previsto un DB628 (un 605A con compressore meccanico a due stadi, poi abbandonato in favore della seconda soluzione). Dopo una decina di voli avvenuti nell'autunno del '44 tale prototipo venne trasferito ad Amburgo e poi demolito dopo il gennaio 1945. Il secondo prototipo venne catturato dagli Americani e si trova in un museo del Maryland; il V3 andò pure negli USA, ma non se ne sa la fine; il V4 era il prototipo del BV.155C ma non è chiaro in che misura venne costruito. A differenza dei precedenti non aveva più i grandi radiatori alari (che lo facevano apparire come una sorta di bireattore), ma solo un radiatore frontale a mò di Ta.152, con ala modificata anche nei bordi d'entrata e altre modifiche, che ne facevano un aereo nuovo a tutti gli effetti.
 
Al dunque, di questi notevoli progetti di caccia d'altissima quota non si riuscì a concretizzare che qualche prototipo. Le prestazioni e caratteristiche previste erano:
 
'''Caratteristiche BV 155B--C''':
*'''Dimensioni''': lunghezza 8,95--14,74 m, apertura alare 20,5--18,66 m, altezza 2,98--3,58 m, superficie alare 39--35,7 m2
*'''Potenza''': un DB603A con sovralimentatore--un DB605U con sovralimentatore TKL 15; potenza 1.610 hp al decollo e a 10.000 m-- 1660 al decollo e 1430 a 15.000 m.
*'''Peso''':4.870/6.016 kg--6.000 kg
*'''Prestazioni''': 690 kmh a 16.000 m--689 kmh a 15.000 m (482 a 3.000), tangenza 16.695 m--16.830 m, 450-1.348 km di autonomia
*'''Armamento''': 1 Mk 103 con 60 colpi e due MG151 da 20 con 400 colpi complessivi----1 Mk 108 con 60 colpi e due MG151 con 400 complessivi<ref>Sgarlato N. ''BV.155B'' Aerei nella Storia feb-mar 2002</ref>.
 
 
 
==I Jets==
===Me.163===
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Aereo di cui restano solo i disegni e presumibilmente mai nemmeno iniziato nella costruzione. Era inteso come un velivolo per sostituire l'Hs-129, con punti di contatto con il moderno A-10, perché doveva rispondere a requisiti simili. Avrebber avuto fusoliera a pancia 'piatta', due turbogetti alla radice delle ali, cannone Mk 103 sotto il muso, 2 MG 151 (per 'bersagli morbidi') alla radice alare, carrello in fusoliera di cui l'elemento anteriore sarebbe stato un semplice slittino azionato con aria compressa. Pare che le dimensioni di massima calcolate fossero 11,85 m di lunghezza, 14,6 m di apertura alare, altezza 3,85 m.
 
==Armi aeree==
===Bombe<ref>Per questa e le altre armi aria-superficie: Armi da guerra n. 92</ref>===
Le bombe tedesche erano di diversi tipi e in numerosi formati, identificati da sigle e numeri (peso in kg): le SZ erano 'dirompenti cilindriche', ad involucro sottile: questo significa che avevano un'elevata percentuale di peso sotto forma di esplosivo e quindi una potentissima esplosione; c'erano poi le SD che erano invece di tipo 'medio' con involucro semiperforante ad involucro più spesso, e infine le PZ con una robustezza ancora superiore, considerate 'bombe controcarri' ma presumibilmente usate anche contro navi da guerra. La sigla era seguita da un numero che indicava il peso e un colore nella parte posteriore dell'ordigno lo identificava immediatamente onde evitare problemi di utilizzo pratico: giallo per le SZ, rosso per le SD e blu per le PZ. La forma di tutte le bombe tedesche di questi tipi era quella, essenzialmente, di un cilindro con punta tozza e codolo con 4 ali, spesso con montanti di irrobustimento oppure, nelle bombe più grosse, un anello di stabilizzazione che collegava queste alette posteriori. Non erano quindi altro che grossi contenitori con l'aspetto di un proiettile con la coda, e non per esempio, di forma aerodinamica 'a goccia allungata' come le bombe RAF e in generale, quelle moderne.
 
Nonostante questa apparente semplicità i risultati erano comunque più che validi, grazie all'addestramento degli equipaggi, all'uso di tecniche d'attacco in picchiata e al congegno di puntamento Lofte 7 che garantiva una precisione nel bombardamento livellato paragonabile a quella del molto più rischioso attacco in picchiata. Questo congegno era paragonabile solo al sistema di puntamento Norden americano, che era un vero e proprio computer analogico, mantenuto segretissimo a lungo, giusto come fecero i Tedeschi con il sistema di richiamo automatico dei bombardieri Junkers (salvo peraltro cederlo ai Sovietici prima dello scoppio della guerra). L'esplosivo usato dai Tedeschi era ad altissimo potenziale, come scoprirono gli Inglesi: era comune l'uso di esplosivo 'alluminizzato' come carica interna, al posto dell'Amatol o della dinamite comuni nelle bombe Alleate di inizio guerra. Cosa comportava questo? Che si forniva più energia all'esplosione. L'alluminio di per se non è esplosivo, ma lo diventa se sottoposto ad un innesco adeguato, vedi gli ordigni FAE: se c'é abbastanza temperatura d'innesco la polvere d'alluminio si 'accende' in maniera violenta reagendo con l'ossigeno dell'atmosfera, il che è ovviamente inutilizzabile per una bomba di profondità, ma fondamentale per tutti gli altri impieghi. Il rapporto potenza-peso è elevato, perché il combustibile, di qualunque tipo, non ha dentro di sé atomi d'ossigeno, il quale però dev'essere fornito dall'atmosfera. Il tritolo per esempio ha una percentuale di ossigeno pari al 42% del peso. Per questo gli ordigni FAE sono tanto potenti rispetto al peso, al patto però di avere un sistema efficace di diffusione nell'atmosfera per ottimizzarne gli effetti. Una casa satura di gas è un classico esempio, ma un altro si trova sotto mano a Capodanno: se sezionate un petardo come il magnum, per esempio, scoprirete che ha polvere da sparo circondata da polvere d'alluminio, da qui la potenza della sua carica, che pure non ricorre ad esplosivi di tipo sofisticato.
 
Gli inneschi erano invece per lo più in cera di pentrite (un esplosivo potentissimo, usato per proiettili di piccole dimensioni), con spolette ad impatto ad azionamento elettrico (piezoelettrico?), ma esistevano anche le spolette come la Type 17 ad orologeria per esplosioni ritardate e la Type 50 che era una trappola esplosiva, che si attivava con le vibrazioni (di eventuali artificieri). C'era anche la ZUS 40, che veniva messa talvolta dietro la spoletta normale, e come questa veniva rimossa, si attivava. Era davvero una guerra senza esclusione di colpi se si pensava di colpire anche gli artificieri, personale specializzato dalla professionalità non facilmente reperibile.
 
Le bombe tedesche avevano anche nomi propri: se la SD 500 e la SD 1700 non l'ebbero mai, la SZ 1000 si chiamava 'Hermann', la SD 1800 'Satan', la SD 1000 'Esau', la SD 1400 'Fritz'. Solo la RAF aveva nomi propri per le grandi bombe, ma non le sigle che ne spiegano l'essenza.
 
Le bombe di maggior impiego erano quelle SD per la loro flessibilità d'uso dovuta all'equilibrio delle caratteristiche. Diciamo che una bomba di 250 kg in genere aveva il 50% di esplosivo se era di uso 'generale', il 70-80%% se era una 'bomba-mina', il 14-20% se era una semiperforante. Il colore era in genere blu chiaro, non c'era nessuna bomba che fosse color oliva o grigio scuro come nel caso delle bombe degli altri belligeranti.
 
Costruire bombe di grosse dimensione, come la SZ 2000 da 1953 kg era un conto, trasportarle un altro. I bombardieri Tedeschi, come quelli sovietici, erano essenzialmente tattici e non potevano fisicamente portare le enormi bombe britanniche che apparvero nel prosieguo della guerra. Ma, differentemente da Italiani e Giapponesi (che in pratica si fermavano alle bombe da 800 kg), i Tedeschi avevano costruito (come anche i Sovietici) ordigni anche di grandi dimensioni, e se l'He-177, l'unico bombardiere dell'asse a lungo raggio costruito in numero apprezzabile, fosse stato una macchina efficiente, se ne sarebbe di sicuro sentito parlare più spesso. Stranamente i Tedeschi non credevano nelle bombe da 100 kg, formato che a quanto pare snobbarono sistematicamente. Il carico tipico era costituito o da bombe da 50 o da 250 kg, più raro quello delle armi da 500 e ancor di più quello degli ordigni di maggiore peso. Venivano portati in fusoliera o sotto le ali, appese a staffe con sezione a T o a H. In genere si arrivava a circa 1 t di bombe per missione, su distanze massime dell'ordine degli 800-1000 km.
 
Ma gli ordigni tedeschi non erano solo quelli 'convenzionali'. A suo tempo, fino a che non sono state prodotte quantità di bombe a grappolo (di fatto spezzoniere a perdere), lo spezzone, esplosivo o incendiario, era un'arma ampiamente utilizzata, per i suoi effetti di 'bombardamento a tappeto' contro obiettivi vari. Nel caso tedesco ce n'era uno in particolare, la '''SD-2''' 'a farfalla', ordigno costituito da un anello metallico con dentro esplosivo, e con alette che ne stabilizzavano la caduta con effetto rotatorio tipo il seme del sicomoro: esse coprivano una vasta superficie e con effetti devastanti, per via della frammentazione. Furono uno dei protagonisti dell'attacco Tedesco del 22 giugno 1941, distruggendo molti aerei sovietici al suolo. Inizialmente erano usate dai bombardieri -fino a 360- poi anche dai caccia -tipicamente 20 ordigni-, e infine si realizzò una bomba a grappolo da 250 kg che conteneva dozzine di SD-2, con il vantaggio di essere facilmente trasportabile anche dai caccia privi di vano portabombe.
 
La panoplia comprendeva anche bombe incendiarie (le bombe 'a petrolio') e combinazioni di bombe esplosive con attaccato anche un grappolo di incendiarie. Le bombe a petrolio avevano, anziché la termite, un mix di fosforo e olio combustibile. Le 'mine terrestri' erano invece delle potenti bombe che scendevano appese ad un paracadute, in quanto era previsto che esplodessero appena a terra, senza penetrazione nel terreno, e avevano un involucro sottile per contenere molto esplosivo. Gli effetti demolitori erano impressionanti. A proposito dell'involucro, che ve ne fosse la necessità lo aveva intuito persino Ruggero Bacone, che studiava anche la polvere da sparo. Bisogna costringere l'esplosivo dentro un ambiente chiuso per fargli raggiungere un processo esplosivo ottimale. Per ottimizzare il peso, e sopratutto per evitare che volino pericolosissime schegge, si usano le 'bombe carta' dette così perché l'involucro è costituito da carta a strati, al posto del metallo. In sostanza, per quanto si poteva fare, non era possibile costruire una bomba con il 100% di esplosivo a meno di non prevederne un'efficacia che, paradossalmente, sarebbe stata nettamente minore di un ordigno classico. Un'alternativa, che venne talvolta usata (ma in genere si ricorreva all'acciaio o alla ghisa) erano gli involucri nel leggero ma costoso alluminio, o in tempi recenti, in fibra di carbonio.
 
 
===Fritz-X===
[[Immagine:Fritz_X_side.jpg|350px|right|]]
Tornando alle bombe tedesche, il loro impiego fu presto evoluto in azioni di precisione, ma piuttosto che arrischiare l'aereo e l'equipaggio con i soliti attacchi in picchiata, ben presto si preferì l'impiego di un sistema di guida per tiri come si direbbe oggi 'stand off'. La bomba volante era già stata pensata durante la I GM da Americani, Italiani e Tedeschi (questi ultimi con i veri bombardieri strategici dell'epoca: i dirigibili Zeppelin) ma i tempi non erano maturi.
 
Ma questo cambiò molto negli anni successivi. Uno dei risultati fu la bomba '''Fritz-X''', nome con cui è diventata particolarmente nota ma che originariamente era la Ruhrsthal/Kramer X-1. Quest'ordigno divenne improvvisamente noto quando affondò la poderosa corazzata ROMA e danneggiò l'ITALIA il 9 settembre del '43, mentre stavano dirigendosi a consegnarsi agli Alleati. Fu una prova terribile della loro efficacia, e dell'inadeguatezza persino delle navi da battaglia moderne alle nuovi armi teleguidate. Del resto le navi italiane non avevano certo ECM e CIWS moderni, ma in ogni caso restò il concetto che persino una nave ben protetta non poteva essere difesa da bombe del genere. Di lì a poco toccherà all'incrociatore Savannha americano e alla veterana Warspite subirne l'efficacia. Quest'ultima rimase menomata al punto che, per ripararala in fretta, parte della falla fu riempita con cemento.
 
La Fritz-X non era altro che l'antisignana delle 'bombe intelligenti'. Si trattava di una SZ1400, ordigno perforante, trasformata con un kit che consentiva di guidarla tramite un comando radio e l'uso del collimatore Lofte 7, con una serie di alette anteriori (4) e una coda ad anello, ma di tipo diverso dal solito anello cilindrico. Gli attuatori elettrici trasmettevano i comandi alla bomba, ma questa era considerata poco manovrabile, tanto da essere definita non 'teleguidata' ma 'teledeviata'. Si cercò di sostituire il sistema elettrico con uno pneumatico ad aria compressa, ma le variazioni di temperatura causavano problemi e l'idea venne abbandonata. Curiosamente le prove vennero fatte nel '42 prima in Germania e poi in Italia, ma a quanto pare gli Italiani non ne seppero nulla.
 
Funzionava così: il bombardiere, in genere un Do.217, arrivava sulla verticale del bersaglio, a circa 6-7 km di quota. Poi sganciava la bomba e la seguiva tramite un bengala di segnalazione in coda alla bomba, trasmettendole i comandi di correzione. Nel mentre, riduceva i giri e si portava ancora più in alto. La bomba, con un aspetto piuttosto aggressivo con le alette anteriori leggermente inclinate verso l'avanti a mò di tridente, continuava ad accelerare e quando impattava aveva raggiunto o superato la velocità del suono. L'ordigno conteneva 320 kg di esplosivo, dietro uno spesso muso anteriore che serviva a sfondare obiettivi pesantemente protetti sia terrestri che navali. Poi esplodeva ben dentro il bersaglio. L'attacco era pressoché verticale così l'efficacia della corazza veniva ridotta il più possibile. Lo spessore d'acciaio anteriore era tale che forse nemmeno un moderno CIWS sarebbe stato in grado di fermarlo (parliamo di 10-20 cm almeno), mentre il disturbo del segnale radio era una possibilità più pratica. Quando questi ordigni caddero sulle navi italiane, ricorda un superstite di averne seguito uno con il suo binocolo di puntamento, senza capire cosa fosse quell'oggetto argenteo che veniva giù ad alta velocità. Le navi italiane avevano appena subito l'attacco di bombardieri Ju-88, senza risultato, per cui non era facile capire cosa facessero quegli aerei tedeschi ad almeno 6.000 m di quota. Fu una sorpresa disastrosa. Non fu la prima corazzata affondata da aerei, ma un conto era il turbinio di velivoli giapponesi armati di siluri e bombe attorno alle navi inglesi nel '41, un conto quest'azione da distanza, con armi micidiali e precise.
 
In ogni caso, anche le Fritz-X avevano dei limiti. Uno era il disturbo radio, un altro era la limitata controllabilità, con scarti ammessi di appena 2,4 km dopo lo sgancio. Il bombardiere era costretto a volare quasi verticalmente sull'obiettivo e questo lo rendeva vulnerabile, specie perché era costretto, per mirare meglio, a ridurre la velocità. Ma certo, come risultati e sicurezza si trattava di un progresso enorme, si immagini se i B-17 avessero avuto tali ordigni quando si trattava di colpire obiettivi industriali sulla Germania anziché colpire a tappeto intere zone.
 
In ogni caso la Fritz-X venne prodotta solo in 66 esemplari al mese e la metà erano usati per l'addestramento. Non c'era modo di cambiare molto le cose con tale ridotto gettito, anche se le corazzate erano obiettivi importanti e che avrebbero richiesto pochi ordigni per essere messe KO.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,262 m, apertura alare 1,352 m, diametro 562 mm.
*'''Peso''': 1.570 kg complessivi.
 
 
===Razzi===
I Tedeschi furono attivi anche nel settore razzi, ma la mancanza di successi che inizialmente ottennero i sovietici e l'imprecisione dei razzi da 210 mm valutati nel '42 come armi aria-terra con il JG 54, usati contro mezzi navali sul lago Ladoga, posero fine all'interesse per questi ordigni. Curiosamente, mentre la traiettoria dei razzi da 210 mm calava rapidamente dopo il lancio da parte dei caccia (che non erano i FW 190 ma i Bf-109F) rendendo il puntamento impossibile, i razzi di questo tipo sarebbero poi risultati molto utili nel '43 contro i ben più difficili bersagli costituiti da aerei. Questi razzi erano gli stessi tipi usati dall'Esercito, e pesavano ben 112 kg di cui 40 di testata. Dopo il lancio, a circa 1 km, esplodevano generando scompiglio negli stormi di bombardieri americani e costringendoli a diradare le formazioni, cosa che li rendeva vulnerabili agli attacchi dei tedeschi. Ma per l'impiego contro bersagli a terra ci si mise molto di più a capire l'utilità dei razzi, che inizialmente vennero dati ai FW-190 con il Panzerschrek da 88 mm, la copia tedesca dei Bazooka (n.b. all'epoca i Bazooka erano da 60 mm, il Super-bazooka forse deriverà proprio dalle copie tedesche ingrandite). I Razzi erano portati in sei esemplari, poi seguirono i Panzerblitz da 88 mm ma con testata di peso raddoppiato, pesante 6,9 kg, lungo 70 cm. Ma nessuno dei due venne usato dai Tedeschi in azione. Invece un ulteriore sviluppo fu quello dei razzi da 5,5 cm, gli '''R4M''', finalmente dei razzi veloci da oltre mach 2, con traiettoria tesa e piccoli (4,5 kg) a sufficienza per portarne, in comode rotaie di lancio, numerosi esemplari. La testata da 450 gr e l'alta velocità consentivano attacchi abbastanza precisi e letali. La dotazione di questi razzi venne data sopratutto ai Me.262, già formidabili, armati con 24 ordigni sotto le ali e usati con successo contro i bombardieri Alleati. Ma ebbero anche un altro sviluppo, stavolta contro bersagli a terra con testate HEAT. Si ritornò insomma a copiare i Sovietici utilizzando, invece di pochi e grossi razzi, un maggior numero di armi. I razzi R4M modificati per l'attacco controcarri erano trasportati da un certo numero di FW 190 in 14 esemplari, sempre ripartiti sotto le ali. Ci volevano 3-4 centri pieni per distruggere un T-34, e anche di più contro un JS-2, ma la cosa, con tiri a distanza ravvicinata, era fattibile e i successi ci furono. Ma era ormai tardi, visto che la guerra nel '45 era inesorabilmente persa.
 
 
===Hs-293 e 294===
[[Immagine:Deutsches_Technikmuseum_Berlin_February_2008_0096.JPG|350px|right|thumb|Foto, di pessima qualità, della Hs-293. Sono nondimeno visibili la maggior parte delle sue caratteristiche basiche]]
Unendo sistemi di guida, bombe e razzi i Tedeschi misero finalmente insieme un vero missile aria-superficie. Gli studi, iniziati nel 39, vennero inizialmente ostacolati dalla mancanza di un idoneo motore a razzo, che nondimeno non ostacolerà i primi lanci dato che l'ordigno aveva un paio di ali e di piani di coda (ma senza timone verticale). Per il resto c'era un radiocomando a 18 canali per ovviare ai disturbi nemici, e l'aspetto dell'arma finale era piuttosto aggraziato, con forme insolitamente rotondeggianti, una lunga spoletta anteriore, un generatore di fiamma (flare) posteriore che sembrava un motore a razzo, mentre invece il motore vero era sotto la fusoliera, in un'unità separata. La cosa ricordava l'SSN-14 Silex, solo che qui è il carico (siluro ASW) ad essere portato sotto la fusoliera e il motore dentro la stessa. La base su cui erano costruite le bombe era la SZ500 con i suoi 295 kg di esplosivo. Era un missile vero e proprio, pensato per attaccare sopratutto le navi con poca protezione, ma al pari della Fritz-X era anche idonea a colpire obiettivi a terra.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,58 m, apertura alare 3,14 m, diametro 48 cm, superficie alare 1,92 m2
*'''Peso''': 1.095 kg, HE 295 kg
 
Il motore si accendeva solo 90 m dopo lo sgancio, per ragioni di sicurezza. La combustione de razzo Walter 109 dava 600 kgs e una velocità max di 900 kmh. La bomba Hs-293A-1 venne messa in produzione già nel '42 e la prima unità a riceverla fu, dopo oltre un anno, il KG 100 che operava con i Do.217 in azioni antinave dal golfo di Biscaglia. In effetti l'azione delle Hs-293 era tesa a causare danni alle navi mercantili, ma inizialmente non avvenne in maniera diretta, ma attaccando le navi dei gruppi d'impiego ASW che pattugliavano il Golfo di Biscaglia, alla ricerca degli U Boote in partenza o in arrivo. Le bombe HS-293 vennero tirate dai Do-217E-5 contro il gruppo di impiego comandato dalla corvetta britannica Egret, nave da 1.200 t al comando del 1° Support Group, che dava il cambio al 40°. Era il 25 agosto 1943, ma le bombe tirate andarono a vuoto. Usare le Hs-293 non era facile: dopo il lancio bisognava mettersi in rotta divergente rispetto alla bomba lanciata e tenere d'occhio sia questa che il bersaglio, che veniva raggiunto dalle spezzate che la bomba faceva a seconda dei comandi radio ricevuti, approssimandosi al suo obiettivo mentre l'operatore guardava la scena da un lato del muso e controllava la situazione con un joy-stick. Insomma, grossomodo era la situazione che poi si sarebbe ripresentata con i primi missili controcarri. La HS-293, una volta passati i 12 secondi di funzionamento del motore, passava a planare perdendo circa 1.400 m ogni 3 km di quota, per cui era ancora più una bomba a razzo che un missile.
 
Il 27 agosto vi un ancora un altro scontro tra il KG 100 e il 1° Gruppo. Stavolta i Tedeschi avevano capito come usare meglio le bombe, e nonostante il tiro dei cannoni inglesi, riuscirono a tenere sotto controllo (pur dovendo mantenere una rotta costante, vulnerabile alla reazione nemica in quanto prevedibile, per osservare la situazione in maniera continua) le bombe volanti/missili che dir si voglia. Le navi britanniche rollavano, viravano e sparavano per evitare il peggio. La HMS Egret sembrava un giocattolo vista dall'alto, con i cannoni da 101 mm che sparavano a pieno ritmo, ma che non potevano proteggerla dai missili tedeschi: in 90 secondi sia questa che il caccia Atabaskan canadese vennero colpiti, e l'esplosione delle munizioni a bordo della nave inglese ne causò la distruzione oltre che la perdita di circa 240 vite umane. In seguito le navi inglesi miglioreranno le tecniche di difesa, sparando contro le HS293 da distanza ravvicinata con le armi leggere (una sorta di CIWS artigianale) da 20 mm, e successivamente, ricevendo apparati di disturbo radio. Nel frattempo il KG 100 mandò il mese successivo la sua II squadriglia ad operare contro le navi del Mediterraneo, trasferendosi da Cognac a Istres. In seguito le Hs293 vennero usate direttamente contro le navi in Atlantico con gli He-177 del II/KG 40, che attaccarono in massa il 21 novembre, in condizioni meteo difficili, ma che persero vari aerei senza ottenere risultati sufficienti allo sforzo. Naturalmente se non si riusciva a vedere bene le bombe si doveva serrare le distanze e allora la nave poteva sparare meglio all'aereo attaccante. Le Hs293, spesso dirette non tanto contro le sovrastrutture, ma sulla linea di galleggiamento, sarebbero state responsabili della perdita di 5 cacciatorpediniere e di varie altre unità, oltre che i mercantili. Ma non vennero usate contro navi più grandi, pur avendo una potenza distruttiva non indifferente.
 
La versione '''Hs-293D''' era dotata di guida televisiva, che avrebbe risolto parecchi problemi di utilizzo pratico, ma non fece in tempo ad entrare in servizio. In sostanza, avrebbe trasmesso all'operatore l'immagine di quello che vedeva e senza che l'aereo fosse costretto a volare in maniera prevedibile, l'arma stessa sarebbe stata guidata a segno, grossomodo come una AGM-62 Walleye di 20 anni dopo.
 
 
La bomba Hs-293 era, come si è detto, largamente usata come arma per colpire sulla linea di galleggiamento le navi, ma questo significava spesso un'entrata in acqua infelice, che portava a modificare significativamente la traiettoria finale, magari mancando il bersaglio. Si pensò a varie soluzioni, con l'appuntimento progressivo della prua per migliorare l'entrata in acqua (eppure vennero anche usate bombe HS293 che al contrario avevano una prua piatta per non penetrare in profondità negli obiettivi prima dell'esplosione, difficile capire la ratio di scelte tanto diverse). C'erano diverse versioni in sviluppo e ad un certo punto si cominciò a pensare ad un'arma riprogettata in maniera profonda. La '''Hs-294''', che era molto simile nella progettazione generale, senonché aveva anche delle differenze. Per consentire l'entrata in acqua con angoli di 15-30° venne provvista di prua molto appuntita, mentre la parte posteriore della fusoliera e le ali erano a frattura prestabilita, per cui si rompevano nell'entrare in acqua e non ostacolavano la traiettoria della testata, che colpiva lo scafo ed esplodeva con una spoletta di prossimità da siluri oppure una a contatto, che avrebbe consentito di ridurre il tempo di sviluppo se fosse stata adottata subito.
 
La Hs294 aveva queste caratteristiche:
*'''Dimensioni''': lunghezza 6,12 m, apertura alare 4 m, diametro 65 cm, superficie alare 5,3 m
*'''Peso''': 2.170 kg di cui 656 HE
*'''Motori''': 2 Walter 109da 1.300 kgs, v. max 860 kmh
 
Si trattava di un'arma che pesava il doppio della precedente e aveva una carica più che doppia. La versione A era radiocomandata, la B filoguidata, in seguito si pensò di mettere una guida televisiva alloggiata sul pod del motore destro. Il programma partì nel '43 e non fece in tempo a produrre i suoi effetti in guerra, cosa che sarebbe stata pericolosissima anche per le grandi navi da battaglia. In ogni caso solo un bombardiere piuttosto prestante avrebbe potuto arrivare ad alta quota con un ordigno del genere, sistemato in posizione asimmetrica necessariamente sotto un'ala, e solo un bombardiere pesante ne avrebbe potute portare due.
 
===Bombe plananti===
Un ordigno molto meno impegnativo era il '''Bv143''', che tuttavia ebbe le sue criticità: si trattava di un veleggiatore che portava una specie di siluro a razzo. L'origine fu il veleggiatore L10 con siluro appeso sotto del tipo LT-1. In pratica quest'ordigno planava con un giroscopio, ad un angolo di 15 gradi dopo lo sgancio da parte dell'aereo, per poi all'impatto rilasciare il siluro. Questo aiutava molto ad allungare il raggio d'azione utile degli aerosiluranti, efficaci ma vulnerabili al fuoco contraereo nemico. Le numerose prove, però, non portarono ad un utilizzo che pure sarebbe stato vantaggioso. Il Bv143 era diverso: si trattava anche qui di un veleggiatore con alettoni e ali al centro della fusoliera e superfici cruciformi dietro. Planando si avvicinava al mare, e con un braccio telescopico estensibile, ad appena 2 m di quota, una volta che tale 'sensore' avesse toccato il mare, si attivava un motore a razzo che provocava il sostentamento dell'aliante bruciando per 40 secondi, erogando 700 kgs con propellenti Z-STOFF e T-STOFF, quest'ultimo era perossido d'idrogeno, ma l'innesco era fatto dalla tossicissima idraziona. 4 BV 143 vennero provati nel '43 ma come prevedibile non c'era abbastanza tempo per modificare la traiettoria prima dell'impatto con il mare. Meglio sarebbe stato filare un cavo che potesse far chiudere un circuito toccando l'acqua del mare, ma in attesa di un sistema aneroide a tempo o di un radar altimetro venne bloccato il programma. Per la cronaca, ecco le caratteristiche:
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 5,95 m, ap. alare 3,13 m, diametro 58 cm, ap alare 2,45 m2
*'''Motore''': BV ATO da 700 kgs per 40 s, v.max 415 kmh
*'''Peso''': 1.055 kg di cui 180 di esplosivo
 
 
Ma la Blohm un Voss fu capace di fare anche di meglio nel campo dei progetti avanzati, come dimostrano i casi della''' Bv 226''' e '''Bv246 Hagelkorn'''. Queste erano bombe plananti di tipo davvero inconsueto. La Bv226 aveva ali ad altissimo allungamento che nel '45 vennero trovate, non senza stupore, dagli inglesi come aventi tali ali in cemento armato.La Bv226 aveva anche doppio timone di direzione a lato delle superfici orizzontali di coda. La Bv246 no, aveva invece impennaggi cruciformi. L'arma aveva due paia d'ali ad altissimo allungamento, e veniva guidata tramite un giroscopio e segnali radio emessi dall'aereo lanciatore. Per incredibile che possa sembrare, pare che da alta quota si potevano raggiungere i 210 km di portata, quasi quanto una V-1. La versione A aveva portata 'ridotta' ma non venne prodotta, la B era invece quella operativa, ma non mancarono anche le bombe con radioricevitore Rieschen, pensato per trasformarle in veri missili antiradar. Le bombe erano abbastanza piccole per lanciarle anche da un FW 190F.
 
Questi ordigni, che potrebbero avere diciamo un equivalente giusto nelle JDAM attuali (ma ovviamente queste sono molto più precise) erano davvero un progetto eccezionale, anche se al dunque la guerra non riusciranno a cambiarla. La versione antiradar non ebbe successo per le difficoltà tecniche dovute ai sistemi di bordo, contenuti nel muso modificato; stupisce piuttosto che armi del genere non siano state poi replicate, con tecnologie migliori, nei decenni successivi: lanciare da 200 km di distanza una bomba planante antiradar è decisamente un sistema molto pericoloso e dai costi ridotti per attaccare una rete di radar nemici, una sorta di incrocio tra una JDAM e un missile HARM, espresso in termini moderni (e si tratta di due delle armi aviolanciate più pericolose e moderne esistenti).
 
In ogni caso, ecco le caratteristiche:
*'''Dimensioni''': lunghezza 3,53 m, apertura alare 6,41 m, diametro 54 cm, superficie alare 1,47 m2.
*'''Prestazioni''': vmax 450 kmh, gittata fino a 210 km
*'''Peso''': testata 730 kg di cui 435 HE
 
Un'altro ordigno era stato sviluppato, ma pare poco usato o forse per nulla a livello operativo: era una '''bomba sferica''' che accelerata con un motore a razzo sganciabile all'impatto con l'acqua, rimbalzava varie volte fino a impattare sul fianco di una nave e quindi esplodere scendendo di quota. Era simile ad altri ordigni sviluppati dagli Inglesi, ma non pare entrò mai in azione anche se ne esistono filmati di prove da parte di FW 190.
 
 
===SAM e AAM<ref>Armi da guerra 142</ref>===
[[Immagine:Schmetterling_missile_20040710_151825_1.4.jpg|320px|right|thumb|L'Hs-117]]
I missili tedeschi però erano anche di tipo difensivo. La Luftwaffe non riusciva a tenere testa alla superiorità aerea Alleata, mentre al contempo doveva pure contrastare i Sovietici ad Est. Troppi incarichi per un'arma oramai spuntata come quella comandata da Goering. Vennero previsti molti dispositivi e missili di tecnologia avanzata. Per esempio, i missili '''Hs-117''', Enzian, e Wasserfall. I primi erano ordigni dall'aspetto delicato, dovuto ai due motori sistemati a fianco di una sottile fusoliera. Avrebbe avuto un raggio d'azione ridotto e quota di circa 6.000 m. L''''Enzian''', genziana, era invece un missile ben più grosso, pesante circa 2 t e mosso da propellente liquido. La sua testata pesava circa 450 kg ed era radioguidato, l'effetto sarebbe stato devastante contro le compatte formazioni Alleate da contrastare. Vennero provati vari sistemi di guida tra cui quello a guida radar semiattiva che però rischiava di colpire l'antenna emittente piuttosto che il bersaglio illuminato, e varie le spolette radio o acustiche. Il '''Wasserfall''' (cascata) era un grande missile che si potrebbe considerare parente della V-2 o antenato del SA-2. Aveva prestazioni previste supersoniche come anche l'Enzian 5 (con le 4 alette, le uniche che aveva l'Enzian, di coda di tipo a freccia), e gittata di 48 km.
 
Per l'impiego tattico i tempi per i missili contraerei portatili non erano maturi, ma si provò a dare una specie di cannone portatile ai soldati, il '''Fliegerfaust''' ovvero Pugno volante: una specie di bazooka che sparava 5 colpi da 20 mm con minuscoli motori a razzo seguiti un secondo dopo da altri 4. Era un sistema ingegnoso, ma ben lontano dall'efficacia di un missile SAM come gli SA-7 o gli Stinger, e ovviamente solo efficace a basse quote. L'idea era forse quella di usare una tecnologia simile a quella del Panzerfaust per l'impiego controcarri.
 
 
Ma visto che i Tedeschi stavano facendo tutti gli sforzi possibili, dalla metà del '43 almeno, per lottare contro i bombardieri americani, che avevano la sfrontatezza di sfidare le difese tedesche in pieno giorno, si cominciò a pensare anche ad armi speciali per i caccia. Venne provato un pò di tutto, bombe da 250 kg spolettate per l'impiego aria-aria (scoppiavano a quote prefissate o forse a tempo), razzi da 210 mm, cannoni da 20, 30, 37 e persino 50 mm (per i Me.262 e altri tipi). I missili potevano essere funzionali, ma doveva essere realizzato un tipo di guida adatto.
[[Immagine:Ruhrstahl X-4 missile.jpg|350px|right|thumb|L'X-4, il primo AAM]]
 
L'ing. Kramer era già l'autore della Fritz-X, prodotta in 1.396 esemplari di cui 602 usati solo per l'addestramento al tiro, ebbe autorizzato il suo progetto, che assieme all'ancor meno conosciuto Hs298 era il primo missile aria-aria. Nel febbraio del '45, oramai a guerra persa, venne autorizzata la produzione dell'X-4, ma oramai era tardi per gli esiti della guerra. La produzione avrebbe dovuto essere in Turingia, dato che la Polonia, dove c'erano fabbriche e poligoni di tiro per le V-2, era oramai persa ai Sovietici.
 
La storia dell'X-4 però inizia molto prima, nel '42 già l'RLM (il ministero dell'aria) aveva espresso interesse per i missili guidati e questo consentì alla BMW di partire con un endoreattore BMW 109-548 a propellenti liquidi anziché solidi come sarebbe stato pensabile al giorno d'oggi. Gli studi di Kramer alla Ruhrsthall, successivi alla messa a punto della Fritz-X, erano tali da pensare che il miglior sistema di propulsione fosse questo, e per realizzarlo ci volle molto sforzo dato che era l'endoreattore a propellenti liquidi più piccolo del mondo e doveva funzionare in qualunque assetto e temperatura pratica. Dalla fine del '43 alla metà del '44 vennero prodotti 225 prototipi che però vennero prodotti con un motore a razzo con propellenti solidi capace di 150 kgs per 8 secondi. Dall'agosto del '44 il nuovo motore era disponibile e così si poté completare il missile. L'11 agosto del '44, a campagna di Normandia avviata e completata, vi fu il primo lancio da parte di un FW-190, che così fu il primo caccia con missili AAM. Ma se si considera che in Normandia gli Alleati avevano impiegato 12.000 aerei contro 300 tedeschi, ci si può rendere conto di come anche il miglior Sidewinder oramai sarebbe stato insufficiente: non c'era nemmeno il carburante per mandare in aria gli aerei in quantità sufficienti e i bombardieri erano oramai scomparsi dalla linea di produzione.
 
La prima azione di lancio da parte del prototipo V69 (il FW190) venne seguita da tiri con Ju88G e Ju-388, eseguiti fino al febbraio 1945, mentre ben 1.000 missili (dato approssimativo) uscirono dalle linee di produzione entro il dicembre. Erano certamente molti, ma i bombardamenti sulla BMW di Stargard distrussero gran parte dei motori destinati a questi missili e alla fine non ci fu più il tempo di rimediare e di portare all'operatività quest'arma, primariamente intesa per i Me.262.
 
L'X-4 era un missile diverso da quelli a cui siamo abituati oggi, e più simile ad un'arma controcarri o meglio, al missile AA-1 Alkali sovietico degli anni '50. In effetti quest'ultimo fu forse sviluppato con questo tipo di tecnologia, mentre i missili controcarri furono un'altro dei ritrovati Tedeschi del tempo di guerra, ma non passati in produzione.
 
La guida dei missili X-4 avveniva con criteri particolari, si trattava, per prevenire disturbi, di un missile AAM di tipo filoguidato, con un cavo lungo 5,5 km e spesso 0,2 mm, eppure perfettamente isolato. Il solito bengala posteriore aiutava a tenerlo d'occhio mentre si collimava con il sistema standard a riflessione su distanze pratiche di circa 3 km dall'obiettivo. La sezione con la testata esplosiva arrivava a 20 kg con spessori delle pareti di 10 mm, dietro c'era il motore con i serbatoi spiraliformi, e infine i sistemi di guida. Per fare con semplicità maggiore venne pensato ad un missile con una stabilizzazione a rotazione di un giro al secondo, grazie alla trimmatura delle alette cruciformi in legno di metà fusoliera, a due delle quali era attaccato un fuso con il cavo di guida, che a quanto pare era doppio. I fusi erano lunghi 48,6 cm e larghi 76 mm al massimo. La spoletta era acustica, con due possibili tipi, uno da 7 m di raggio e l'altro da 15. Era scelta la spoletta di questo tipo perché era semplice e compatta. Erano rispettivamente il Kranich o il Meise. Come per il grosso Fritz-X erano previsti un trasmettitore FuG 510 e un ricevitore FuG 238, anche se questo era un missile filoguidato e non radiocomandato.
 
I propellenti erano il Tonka (xilidina e trielamina) e l'acito nitrico, ed erano autoaccendenti, venendo nondimeno usati anche per raffreddare la camera di combustione del motore, che aveva 3 fori di iniezione per la prima e 6 per il secondo, e con un diametro di 76 mm per una lunghezza di 29 cm appena. Era possibile usare, per una spinta di 16 secondi e 100 kgs (come picco, poi calava) appena 8,5 kg di propellente, ma il missile era usabile solo da 6.000 m di quota a quanto se ne sa. Ogni caccia ne poteva avere fino a 4 esemplari.
 
 
Dati:
*'''dimensioni''': lunghezza 1,9 m, diametro 22,2 cm, apertura alare 57,5 cm
*'''Peso''': 60 kg di cui 8,5 propellente e 20 testata
*'''Prestazioni''': gittata 3,2 km a 6.000 m, velocità max 1.100 kmh circa, spunto iniziale del motore 140 kgs, poi 8 secondi a 100 kgs, poi altri 8 decadendo a 30 kgs, utilizzabilità +10/-40 gradi centigradi.
 
 
==V-1 e V-2==
[[Immagine:Memorial_V1.jpg|360px|right|thumb|La Fi-103 aveva una forma arrotondata e aggraziata, pur essendo un'arma da guerra]]
Questi missili tedeschi erano i più famosi e influenti, anche più delle Hs-293 e Fritz-X, e certamente le più usatee più potenti. Erano molto diverse tra di loro: la prima, in realtà era la Fieseler Fi-103, il prototipo dei moderni missili 'Cruise'; la seconda era invece 'il più grande balzo nell'ignoto nella storia della tecnologia' citando 'Armi da guerra 85', il prototipo di tutti i missili balistici.
 
I Fi-103 erano armi semplici, inizialmente pensate come armi telecomandate con bomba sganciabile sugli obiettivi, mentre poi la cosa, troppo complicata (era praticamente un bombardiere teleguidato), venne lasciata perdere in favore di un sistema più semplice e leggero, non riutilizzabile. Posto che negli USA volò già nel 1916 il bombardiere 'senza pilota' Buck, più le bombe teleguidate dagli Zeppelin tedeschi, tipi ideati in Italia nel '18, in Gran Bretagna e anche Francia, in buona sostanza i missili 'da crociera' esistevano da pochi anni dopo l'avvento dei bombardieri veri e propri<ref>Per le V-1, ''Armi da guerra 85'' e Sgarlato, Nico: ''V-1: arma di rappresaglia'' Aerei nella Storia apr-mag 2001</ref>. La cosa venne fatta decadere nel tempo successivo fino a che negli anni '30 in molte nazioni iniziarono le prove di vari aeromodelli, spesso usati come macchine bersaglio per l'antiaerea. Il Dr. Ing Fritz Gosslau, impiegato nella Argus, realizzò il drone As.292 o FZG.43. Questo era un bersaglio per l'artiglieria contraerea, ma ben presto si pensò anche a ruoli offensivi: il 9 novembre 1939 fu presentato il progetto per un 'proiettile alato', capace di portare 1000 kg a 500 km, il cosidetto 'Fernfeure' (fuoco lontano). La definizione di missile da crociera era ancora lontana nel tempo, e si preferiva chiamare le armi 'bombe volanti' o con altre definizioni ora cadute nell'oblio.
 
Da notare che ancora si pensava all'uso di un aereo riutilizzabile, teleguidato da un aereo volante nelle vicinanze. Venne tuttavia respinta definitivamente da parte di Ernst Udet nel giugno 1941. Era lo stesso mese dell'Operazione Barbarossa, e le esigenze non erano più quelle di piegare la Gran Bretagna, ma di supportare l'esercito in avanzata ad Est. Anche così, l'ing. Gosslau ricominciò il lavoro, stavolta con un velivolo non riutilizzabile, munito di pulsogettoc come il tipo pensato dai Francesi oltre 20 anni prima. Ad un certo punto il lavoro passò all'ing. Lusser, della Fieseler Flugzeugbau. Era il P.35 Erfurt, del 27 aprile 1942 e presentato all'RLM il 5 giugno. Visto che la Gran Bretagna aveva cominciato ad usare efficacemente i bombardieri contro il territorio tedesco, Hitler fu contento di quest'idea e Milch autorizzò lo sviluppo il 19 giugno, e il 30 agosto venne completato il prototipo del missile. Infine, il primo volo planato venne fatto il 28 ottobre. Il pulsogetto venne provato invece il 10 dicembre 1942, portato in aria dal Fw.200 appositamente modificato.
 
Pensata per costare poco, pur non essendo un'arma di piccole dimensioni, essa portava una carica da 830 kg di esplosivo ad alto potenziale (Amatol, ovvero tritolo e nitrato d'ammonio, ma alle volte si usava un tipo di esplosivo economico, il Danarit) per 240 km a 580 o più kmh, specie quando i serbatoi di oltre 600 litri si svuotavano via via. Veniva accelerato da un pistone ad azionamento chimico e una catapulta di 35 m fino a 300 kmh, quello che serviva per azionare il pulsoreattore Argus As.104 da 300 kgs. Questo era sufficiente per fargli raggiungere velocità tali da rendere problematica l'intercettazione del missile, in volo tra 300 e 2.100 m, proprio alle quote in cui era un bersaglio difficile per la contraerea leggera e troppo basso per quella pesante.
 
Le V-1 vennero costruite in circa 32.800 esemplari dalla Fieseler, VW e dal campo di lavoro forzato di Mittelwerke. Il tempo di lavoro era di appena 280 ore per missile. La designazione di copertura era FZG 76.
 
La costruzione era in materiali non strategici, ali di legno con un longherone metallico; sezione di legno con bussola, il GPS dell'epoca, assieme all'anemometro; la sezione di guida era dietro la testata, il serbatoio da circa 600 litri e le bombole d'aria compressa per attuare i comandi. Sopra c'era il pulsogetto Argus-Schmidt 109-014 da 300 kgs, con valvole oscillanti a 47 Hz (il che vuol dire 47 'flash' di carburante incendiato ogni minuto), sistema semplice e affidabile, molto meno vulnerabile contro la contraerea. Il pulsogetto era di due tipi (c'era anche un modello Schmitt), e a tal proposito il primo aereo che volò esclusivamente con questo motore era un aliante DFS 230 d'assalto, usato nell'estate del '41 come banco prova con due motori sotto le ali.
 
Un tipo di V-1 aerolanciata fu la Fi.103R, ovvero il Reichemberg, avviato nel '43 e realizzato in circa 175 esemplari in ben 4 versioni (addestramento mono e biposto, biposto con motore, e infine la Fi.103Re.4 monoposto d'attacco e senza slitta d'atterraggio). Era un missile d'attacco pilotato, il cui pilota avrebbe dovuto puntare verso l'obiettivo e poi lanciarsi col paracadute. Ma con il motore alle sue spalle non sarebbe stato un compito facile. La soluzione poteva essere eventualmente quella di far sganciare il pulsogetto, davanti a cui stava incassato l'abitacolo (come se fosse una specie di 'racer' o di auto da F.1); in ogni caso l'Alto comando tedesco si rifiutò di prenderlo in considerazione data la caratteristica semi-suicida che comportava. Sarebbe stato un velivolo ideale per i kamikaze Giapponesi, i 'Betty' portarono senza successo le Ohka di pari peso, ma di gittata molto minore. Quando essi avessero posseduto armi da 300 km di gittata (anziché circa 30-40), le cose sarebbero certamente andate meglio, ma piuttosto che puntare sul pulsogetto si pensò alla Ohka Mod 22 con motoreattore, che causò problemi e ritardi oltre che una decisa riduzione delle capacità complessive, a parte la gittata aumentata a 130 km.
 
Quanto alle versioni della Fi-103 usate effettivamente, vi fu la standard A-1, la B-1 con ogiva in legno e serbatoi aumentati da 602 a 689, con aumento dell'apertura alare a 5,74 m; la B-2 con l'esplosivo Trialen 105 o 106 'alluminizzato' per aumentare la potenza; la Fi-103C-1 aveva invece la testata sostituita da una bomba SC-800; la Fi.103D-1, intesa per usare aggressivi chimici, ma non venne realizzata. La E-1 aveva serbatoi per 810 l, la F-1 con testata ridotta a 530 kg e il carburante a 1.025 litri. Si pensava poi anche ad un turbogetto da 300 kgs, e se era così allora ci sarebbe stata un'autonomia di circa 1 ora per ogni 400-500 litri, ovvero 600 km percorsi ogni ora di volo e quindi la possibilità di raggiungere tutta la Gran Bretagna dalla Germania. I piccoli missili pilotati erano, a livello di prototipi, colorati prima in grigio chiaro 02 (tipico dell'industria tedesca) e poi giallo cromo 04 (per essere più facili da seguire otticamente) e magari sulle superfici inferiori in nero 22; gli ordigni operativi vennero usati colori celesti, verde scuro, nero totale, grigio-azzurro.
 
[[Immagine:Spitfire_Tipping_V-1_Flying_Bomb.jpg|300px|left|thumb|La Fi-103 'approcciata' da uno Spitfire, che la faceva rovesciare, mandandone in tilt i giroscopi]]
Il bombardamento di Londra iniziò il 15 giugno 1944, oltre una settimana dopo lo sbarco in Normandia, quando già si temeva che l'avanzata avrebbe potuto presto occupare le rampe di terra schierate nella costa belga e francese. La campagna di lancio continuò, ma il ritmo di 3.000 al giorno non fu mai raggiunto: il massimo fu 'solo' di 316 lanciate da 38 località. Il numero di missili da lanciare giornalmente (più di tutti gli Exocet antinave prodotti in decenni) dà l'idea della situazione in cui si intendeva operare, per dare risposta ai bombardamenti a tappeto americani e inglesi, parimenti micidiali (ma molto più concreti in pratica). Circa 10000 vennero lanciate sulla Gran Bretagna, 2.448 su Anversa, molte su Bruxelles. Almeno 1.200, se non 1.600 vennero tirate dagli He.111 specializzati, iniziando le prove nel '43 a Peemunde (erano il sottotipo H-22, ovvero l'H-21 modificato), e non solo 200 come si era pensato a suo tempo. In ogni caso i risultati furono deludenti, e gli Heinkel attiravano, con il bagliore di questi missili, per quanto tirati da distanza sulla costa, l'attenzione dei caccia notturni inglesi, rendendosi paradossalmente molto vulnerabili nonostante l'uso di tale arma stand-off. La missione più importante fu quella del 24 dicembre 1944, con 50 aerei che attaccarono senza successo Manchester; nel gennaio successivo il programma fu sospeso.
 
Gli Inglesi ridicolizzarono quest'arma, anche perché potevano vantare l'abbattimento di quasi 4.000 ordigni. Ma in realtà non erano affatto nella condizione di sbeffeggiare l'arma della vendetta (V sta per Vergelstungwaffe) di Hitler. La sua efficacia venne alla luce, di fatto, solo nel '94, quando documenti desecretati confermarono che i danni inflitti da queste armi da 3.450 marchi l'una, erano stati circa 5 volte maggiori di quanto costato. Non bastarono per cambiare le cose, ma erano efficaci, sebbene altamente imprecise.
 
Le V-1 cadevano quando finiva il tempo programmato, in base alla distanza segnalata dal tempo e la velocità calcolate, non certo un sistema efficiente, ma colpendo grandi obiettivi era facile colpire qualcosa. E oltre 1 milione di Londinesi costretti a lasciare la città diminuì molto le capacità produttive della Gran Bretagna. Infine gli Inglesi persero complessivamente circa 400 aerei nelle operazioni di difesa dalle V-1, non è chiaro come e quando, ma tali sono i risultati dati. Le bombe volanti come venivano allora chiamate, erano state migliorate; la gittata era di circa 320 km con serbatoio da 850 l, mentre la carica era stata ridotta a circa 500 kg, ma del tipo RDX, molto più potente. In ogni caso la popolazione e anche l'industria soffrirono: delle 22.480 lanciate, 10.492 vennero tirate contro la Gran Bretagna, e ancora di più, 11.988, in Belgio. Solo a Londra si registrarono 6.184 vittime, 17.891 feriti gravi, 31.600 abitazioni distrutte e oltre un milione danneggiate. Quasi mille le fabbriche d'interesse strategico danneggiate.
 
[[Immagine:Loon.jpg|300px|left|thumb|La LTV-A-1 'Loon', testimone dell'interesse americano per la V-1]]
La velocità delle V-1 era tale da renderle difficili da intercettare per i caccia dell'epoca, appena in grado di raggiungerle, perché queste volavano a poche centinaia o migliaia di metri di quota, dove i caccia d'alta quota non erano abbastanza veloci; abbatterle era pericoloso visto che esplodevano con violenza; la contraerea non riusciva a colpirle facilmente dato che erano piccole e veloci, e resistevano molto bene ai danni. Solo col tempo vennero adottati dei sistemi di controllo del tiro per i cannoni che consentì una notevole precisione di tiro, aumentando le vittorie.
 
La V-1 fu anche copiata da altri, per esempio dalla Marina USA che intendeva farne un sistema da bombardamento contro le coste giapponesi, la Willys-Overland JB-2/KGW/KUW/LTV-A-1/LTV-N-2 Loon, che venne sviluppata dal luglio 1944, quando i rottami di una vennero portati negli USA. La nuova bomba ci mise molti mesi per essere considerata affidabile ma l'USAAF mise in pratica un sistema di guida radio con un 'beacon' radar per aiutare a localizzare il missile e comando radio finale per la picchiata; si stimava che questo poteva migliorare la precisione, e in effetti a 160 km si ottennero 400 m, almeno un ordine di grandezza maggiore. Vennero fatti anche lanci da un B-17 e si posero ordini per 75.000 missili, ma l'invasione del Giappone non vi fu. Il 'Thunderbug' era stato chiamato così dall'USAAF, ma solo 1391 vennero completate. Nel dicembre del '44 fallirono 8 lanci su dieci; ma nel giugno ne andarono bene 128 su 164, mentre si stimava di produrne tra 1.00 e 5.000 al mese. Questo non era certo un risultato indotto da un'arma 'fallimentare' come la dipingeva la propaganda Alleata. L'US Navy invece voleva lanciarle dalle portaerei di scorta, ma in seguito le sperimetò da due sommergibili, contribuendo allo sviluppo del missile Regulus.
 
Le caratteristiche del Loon erano: peso 2.270 kg, 907 di testata, pulsogetto da 360 kgs, velocità 685 kmh.
 
Le caratteristiche della V-1 invece erano:
 
*'''Dimensioni''': apertura alare 5,3 o 5,72 m; lunghezza 7,73 o 8,32 m
*'''Peso''': 2.180 kg di cui 850 di testata o 450 kg (RDX)
*'''Prestazioni''': 580-650 kmh, gittata 240-320 km
 
La fine della guerra vedeva tali problemi rettificati, ma la difesa dai missili cruise non è mai stata facile, ancorché possibile. I missili Tomawhak, per quanto molto più precisi, sono pur sempre appena più veloci, anche se il loro vantaggio è di volare molto bassi e quindi difficilmente ingaggiabili.
 
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[[Immagine:Fus%C3%A9e_V2.jpg|300px|left|]]
Ma se gli Alleati potevano ridimensionare la minaccia delle V-1, e solo con grande sforzo, la '''A-4/V-2''' era inintercettabile. Un'arma contro la quale non c'era difesa. A tutt'oggi solo uno schieramento di Patriot o SA-10 potrebbe salvare, e con costi enormi dalla minaccia di quella che era un antenato degli attuali Scud, simili in prestazioni e testata ma più precisi e con peso pari alla metà. I razzi della serie A-4 iniziarono i test dagli anni '20 con Von Braun entusiasta sperimentatore, con un beneplacito del 1934 del Reich. Se la V-1 era arma dell'Aeronautica, la V-2 era dell'Esercito, che dal '37 sperimentò l'arma a Peenemunde. Il primo lancio avvenne il 13 giugno 1942, ma esplose anzitempo. Il secondo, del 16 agosto, superò la velocità del suono; il terzo del 3 ottobre arrivò in un minuto a 190 km. Subito Hitler ne ordinò un migliaio, da costruire a Mittelwerke in una fabbrica sotterranea in cui moriranno, ufficialmente senza che von Braun ne sapesse qualcosa, decine di migliaia di lavoratori coatti. Morti per costruire strumenti di morte, di cui nemmeno loro sapevano nulla visto che quasi tutti dovevano costruire sottosistemi. Il 6 settembre, quando i missili V-1 cominciavano già a scemare, le V-2 iniziarono i lanci contro Parigi, m senza successo; l'8 invece iniziarono a colpire Londra. Il loro arrivo era privo di segni premonitori, niente allarmi e sibili. Il governo fece credere che si trattasse di fughe di gas, ma ben presto dovette ammettere la minaccia. La gente non la prese malissimo, visto che era più fatalista vedere esplodere di quando in quando un palazzo che subire il terrore di sirene e contraerea, e grappoli di bombe che cadevano dal cielo. I Londinesi continuarono a sperare nella vittoria e resistettero, anche se ebbero migliaia di vittime.
 
Quasi 10.000 missili vennero costruti, quasi 5.000 effettivamente lanciati e 4.320 caddero in territori controllati dagli Alleati. Questi ebbero sentore della nuova arma dalle notizie e dai pezzi che portava la Resistenza polacca, perché era verso la zona orientale che venivano orientati i razzi. L'unico modo di distruggere questi missili era di bombardarli a terra, o nelle fabbriche. L'unica arma avvistata in aria venne vista salire da uno Spitfire; virò e si portò all'attacco, ma nell'arco di secondi il missile era già sparito tra le nubi. Non ci furono altri incontri del genere. Lanciare l'arma non era facile; c'erano oltre 100 tonnellate da portarsi dietro per lanciare tali armi; si dovevano erigere dopo aver montato la testata, che conteneva Amatol, esplosivo poco potente ma stabile visto che al rientro nell'atmosfera esplosivi più potenti sarebbero esplosi, come accadde inizialmente nonostante la fibra di vetro usata per isolamento.
 
[[Immagine:V-2_rocket_diagram_(with_English_labels).svg|300px|right|]]
La successiva fase era di erigere l'arma con la testata su di una piattaforma metallica riutilizzabile (fino a una dozzina di volte), e poi rifornire l'ordigno con 4.173 kg di alcol etilico e 5533 kg di ossigeno. Era difficile, quasi come se fosse un programma sperimentale piuttosto che un'arma operativa, ed era pericoloso se c'erano problemi, per esempio se tirava un forte vento laterale. La preparazione era difficile, e richiedeva 28-30 veicoli di sostegno. Tutto un altro mondo rispetto al singolo camion ad alta mobilità dei discendenti evoluti 'Scud'.
 
Il missile era pronto dopo ore di lavoro e bisognava stare attenti anche alle incursioni aeree, con i Typhoon sempre in giro a bassa quota, visto che il raggio delle V-2 era limitato e non poteva essere aumentato molto. L'arma non era molto precisa, circa 4 km dal centro del bersaglio, ma era un pò meglio, nondimeno, della V-1. Quest'ultima era intercettabile, ma dopotutto portava grossomodo la stessa carica grossomodo sulle stesse distanze, ma con un peso e un costo molto inferiori, oltre che con un sistema più facile da produrre e usare. A tutt'oggi non è facile capire se siano 'migliori' i missili balistici o quelli da crociera, ma questi ultimi sono senz'altro più economici per quello che portano a bordo, almeno nelle loro versioni subsoniche (vedi il fallimento del Navaho americano, da mach 3,2).
 
In seguito vennero anche pensate delle V-2 lanciabili da speciali contenitori trainati da sommergibili, e addirittura a V-2 con le ali, sistema ingegnoso ma difficile da attuare per sfruttare meglio l'energia dell'arma. Al dunque, la potenzialità dell'endoreattore (azionato con una turbopompa da 730 hp che mescolava nella camera di combustione i componenti, mentre il getto veniva deviato con pannelli di grafite secondo la piattaforma stabilizzata interna che era il sistema di guida) venne sfruttata a lungo; alla fine, persino i razzi colossali del tipo R-7 Semyorka sovietici erano basati ancora su quel tipo di endoreattore, con 20 motori montati in parallelo a formarne uno più potente; e nonostante la complicazione, questo complesso usato dai Sovietici ha dimostrato di funzionare con un'affidabilità notevolissima, come continua ad essere fino ai giorni nostri.
 
*'''Propulsione''': razzo a propellenti liquidi con ossigeno liquido e alcool, con motore da 730 hp di alimentazione, 26.000 kgs di spinta al livello del mare
*'''Dimensioni''': apertura alare 3,57 m; diametro 1,68 m come massimo; lunghezza 14,05
*'''Peso''': 12.870 kg di cui 910 di testata
*'''Prestazioni''': 5790 kmh a fine combustione, gittata 320 km
 
 
Le V-2 nel dopoguerra sono diventate la base di tutte le grandi famiglie di missili balistici: vennero sviluppate in URSS, in UK, in Francia e negli USA, dove andò V.Braun come padre del programma spaziale americano.
 
==Note==
<references/>
[[Categoria:Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale|Germania-2]]